introduzione al pentateuco la storia di giuseppe · introduzione al pentateuco la storia di...
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Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
Con l’arrivo in Egitto alla finedella Genesi solo una promessasembra destinata a realizzarsi,quella della discendenza, ma ilnuovo popolo non ha unaterra…
Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
Il popolo riesce a fuggire dall’Egitto… ma non arriva alla terra e non ci arriverà neanche negli altri quattro libri del Pentateuco…
Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
Qual è allora il tema? Su quale filo si sviluppano questi altri quattro libri?
Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
Dio abita nella tenda, e quindi manifesta la sua Signoria sul popolo
Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
L’Esodo è la storia della progressiva affermazione della sovranità di Dio che sconfigge tutti gli uomini e tutti gli Dei ed affermando la sua superiorità
Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
Il Levitico, con le sue norme che ruotano intorno ai concetti di santità di purezza è l’espressione giuridica di un popolo che è consapevole della presenza di Dio e del proprio essere nazione santa
Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
Il libro dei Numeri, invece, racconterà la marcia del popolo sotto la guida di Yhwh
Riassunto delle puntate precedenti
Seconda lezione: il tentativo di lettura strutturale del
Pentateuco nella sua forma attuale
Prima dell’ingresso nella terra, il Deuteronomio segna una ricapitolazione di quanto avvenuto, rileggendo teologicamente la storia di Israele e fornendo una chiave di lettura per la storia successiva e per il presente della comunità
Oggi… cambio di programma
Avremmo dovuto occuparci dei problemi testuali (ripetizioni, presenza di diversi codici legislativi, contraddizioni ecc…) che hanno portato allo studio del Pentateuco
Oggi… cambio di programma
Ma visto che abbiamo già fatto riferimento a queste questioni in maniera introduttiva e non ci sarebbe stato il tempo per trattarle, seppur, in maniera blanda con calma, viriamo verso un altro argomento
Leggeremo l’inizio della storia di Giuseppe per mettere in evidenza come i vari episodi che a volte sembrano strani o addirittura non sembrano centrare molto si concatenano l’uno a l’altro
Partiamo da un versetto della Bibbia
(Pro 17,17)
In ogni tempo l’amico ama…
Ma il fratello per i momenti difficili è generato…
Gen 37,2-4 una fraternità conflittuale
Questa è la storia della discendenza di Giacobbe.Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge con i fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al loro padre i pettegolezzi sul loro conto.
Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe maniche.
I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli,
lo odiavanoe non potevano parlargli amichevolmente.
Gen 37,2-4 una fraternità conflittuale
Il testo inizia con le generazioni di Giacobbe…e Giacobbe genera un Problema!
Negli elenchi delle generazioni c’è sempre il primogenito al primo posto. Ci dovremo aspettare la storia di Ruben.Qui, invece, il racconto parla subito di Giuseppe…(cf 1Cro 5,1-2)
Inoltre, il nome di Giuseppe (Il Signore aggiunga) rimanda a Gen 4,2: “ed aggiunse al nato un fratello, Abele”
Gen 37,2-4 una fraternità conflittuale
La presentazione di Giuseppe è ambigua
È un giovane (ma la parola significa servitore) che infatti sta con i fratelli di serie B, i figli delle schiave…
Lett: “pascolava i suoi fratelli nel gregge”Giuseppe è allora il PASTORE della famiglia, colui che domina l’animalità…
Gen 37,2-4 una fraternità conflittuale
Evidentemente Giuseppe vive con sofferenza la sua situazione di subalternità
È descritto infatti come un pettegolo che riporta al padre delle cattiverie sul conto dei fratelli
Lett: “rendeva cattiva la loro fama al padre”
Gen 37,2-4 una fraternità conflittuale
Accanto a Giuseppe troviamo Giacobbe
Egli ha una preferenza per Giuseppe, una preferenza che viene da lontano…
Gen 37,2-4 una fraternità conflittuale
E poi ci sono i fratelli…
Che vedono LUI Che il loro padre amava Lontano dai suoi fratelli
L’amore del padre divide Giuseppe dai suoi fratelli
Essi non si sentono più figli, ma fratelli dell’unico figlio…
Gen 37,2-4 una fraternità conflittuale
Le conseguenze sono disastrose
Odiarono lui
E non potevano parlargli in pace
Una parola malata incapace di generare la pace…
Gen 37,5-12 i sogni di GiuseppeOra Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancor
di più. Disse dunque loro: «Ascoltate questo sogno che ho fatto. Noi stavamo legando
covoni in mezzo alla campagna, quand'ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio».
Gli dissero i suoi fratelli: «Vorrai forse regnare su di noi o ci vorrai dominare?». Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.
Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre e ai fratelli e disse: «Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me».
Lo narrò dunque al padre e ai fratelli e il padre lo rimproverò e gli disse: «Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io e tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?».
I suoi fratelli perciò erano invidiosi di lui, ma suo padre tenne in mente la cosa.
I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro padre a Sichem.
Gen 37,5-12 i sogni di Giuseppe
Tre considerazioni
La parola continua a generare odio e fraintendimenti
Il testo non ci da la conferma né che le interpretazioni siano giuste né che Dio è presente in questi sogni
Sichem ricorda la strage compiuta dai figli di Giacobbe in Gen 34… insomma non si preannunciano belle cose!
Gen 37,13-17 una strana transizione
Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro». Gli rispose: «Eccomi!».
Gli disse: «Va' a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a riferirmi».
Lo fece dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem.
Mentr'egli andava errando per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò: «Che cerchi?».
Rispose: «Cerco i miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare».
Quell'uomo disse: «Hanno tolto le tende di qui, infatti li ho sentiti dire: Andiamo a Dotan».
Allora Giuseppe andò in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
Gen 37,13-17 una strana transizione
Dopo aver riflettuto, Giacobbe manda Giuseppe dai fratelli
Con una doppia missione
Guarire la parola malataRicostruire la pace della famiglia
Gen 37,13-17 una strana transizione
C’è quindi una maturazione di Giuseppe
Prima c’è una reazione di assecondamento della
volontà del padre e invece di diventare
autonomo si attacca ancora di più al padre…
Gen 37,13-17 una strana transizione
C’è quindi una maturazione di Giuseppe
Finché sulla scena non irrompe uno sconosciuto
Gen 37,13-17 una strana transizione
C’è quindi una maturazione di Giuseppe
Nel dialogo si compie la maturazione di
Giuseppe. Egli esprime la volontà propria di
trovare i fratelli, al di la dell’ordine del padre, in
un posto lontano dal padre e che il padre non
gli ha indicato
Gen 37,18-30 la vendita di GiuseppeEssi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono di farlo
morire. Si dissero l'un l'altro: «Ecco, il sognatore arriva! Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in qualche cisterna! Poi diremo: Una bestia feroce l'ha divorato! Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!».
Ma Ruben sentì e volle salvarlo dalle loro mani, dicendo: «Non togliamogli la vita». Poi disse loro: «Non versate il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»; egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre.
Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica dalle lunghe maniche ch'egli indossava, poi lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz'acqua.
Poi sedettero per prendere cibo.Quando ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da
Galaad, con i cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano, che andavano a portare in Egitto.
Allora Giuda disse ai fratelli: «Che guadagno c'è ad uccidere il nostro fratello e a nasconderne il sangue? Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli lo ascoltarono.
Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppedalla cisterna e per venti sicli d'argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto. Quando Ruben ritornò alla cisterna, ecco Giuseppe non c'era più. Allora si stracciò le vesti, tornò dai suoi fratelli e disse: «Il ragazzo non c'è più, dove andrò io?»
Gen 37,31-36 Giacobbe e la scomparsa di
Giuseppe
Presero allora la tunica di Giuseppe, scannarono un capro e intinsero la tunica nel sangue.
Poi mandarono al padre la tunica dalle lunghe maniche e gliela fecero pervenire con queste parole: «L'abbiamo trovata; riscontra se è o no la tunica di tuo figlio».
Egli la riconobbe e disse: «È la tunica di mio figlio! Una bestia feroce l'ha divorato. Giuseppe è stato sbranato».
Giacobbe si stracciò le vesti, si pose un cilicio attorno ai fianchi e fece lutto sul figlio per molti giorni.
Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo: «No, io voglio scendere in lutto dal figlio mio nella tomba». E il padre suo lo pianse.
Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie.
Gen 37,31-36 Giacobbe e la scomparsa
di Giuseppe
I fratelli, di per sé, non sono obbligati ad avvisare il padre: Giuseppe si era potuto perdere o semplicemente gli era potuto capitare qualcosa, senza che necessariamente i fratelli ne fossero a conoscenza
Gen 37,31-36 Giacobbe e la scomparsa
di GiuseppeNell’AT c’è una forte teologia
del sacrificio in cui il sangue è purificatore perché porta alla riconciliazione del peccatore con Dio. Questo perché, nella Teologia della purità, ciò che è purificato è più vicino a Dio. Questo ci rimanda a Lev 16, al sacrificio più importante della tradizione ebraica, quello dell’Espiazione.
Gen 37,31-36 Giacobbe e la scomparsa
di Giuseppe
In questa liturgia vengono usati due
capri: il primo viene caricato dei
peccati del popolo attraverso
l’imposizione delle mani del sommo
sacerdote e poi mandato nel deserto;
il secondo viene immolato ed il suo sangue viene
presentato a Dio per la riconciliazione
Gen 37,31-36 Giacobbe e la scomparsa
di Giuseppe
Questa immagine chiarisce il
nostro testo: Giuseppe è il
primo capro mandato nel
deserto, mandato al diavolo,
portatore di tutte le colpe
della famiglia.
L’altro capro è immolato e
mandato a Giacobbe per
riconciliare la vita
familiare.
Per i fratelli il male
sparirà con la
sparizione di
Giuseppe e si può
sperare in una
riconciliazione
familiare.
Gen 37,31-36 Giacobbe e la scomparsa
di Giuseppe
La reazione di
Giacobbe scombina i
loro piani
Non c’è
riconciliazione nella
negazione della
fraternità
Gli intermezzi della storia
Nei capitoli 39 – 41 Giuseppe in Egitto
Arrivato in casa di Potifar si rivela come il benedetto da
Dio che può essere fedele. È un gestore leale e
competente, fino a diventare l’uomo che nella casa ha
tutti i poteri e l’autorità. Resiste alla cupidigia della
moglie di Potifar, rivelandosi come un uomo retto,
che rispetta Dio ed il padre. Viene accusato e per la
seconda volta torna in prigione, scoprendo il potere
distruttivo della menzogna. Tuttavia reagisce in modo
coerente; se nel cap. 37 era un oggetto passivo in
mano ad altri, qui tace davanti alla donna, segno della
sua intelligenza e giustizia: a chi si crede alla moglie o
allo schiavo? Non c’è vantaggio a resistere alla donna,
ma egli lo fa ugualmente.
Per la seconda volta resiste al male e si sottolinea che
Dio è con lui.
Gli intermezzi della storia
Nei capitoli 39 – 41 Giuseppe in Egitto
Giuseppe in prigione conosce il
coppiere ed il panettiere: si
mostra intelligente
nell’interpretare i sogni, visti da
lui come un dono di Dio. È retto
anche nell’analisi dei segni,
uno di vita per il coppiere ed
uno di morte per il panettiere
Gli intermezzi della storia
Nei capitoli 39 – 41 Giuseppe in Egitto
Interpreta i sogni ed elargisce consigli. Si
dimostra saggio e dà consigli utili per
neutralizzare il pericolo di morte. È
intelligente, leale ed efficace. Non cerca
neanche la vendetta con i fratelli, e
diventa un uomo fecondo per il paese
che l’ha accolto e per sé stesso.
Nascono due figli: Manasse, Dio mi ha
fatto dimenticare ogni mio affanno e
tutta la casa di mio padre ed Efraim
Dio mi ha reso fecondo nella terra
della mia afflizione. Il perdono non è
dimenticare, ma avere memoria di un
male superato.