introduzione alla sostenibilità dello sviluppo · 2018. 10. 31. · sviluppo sostenibile dalla...

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Introduzione alla sostenibilità dello sviluppo

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  • Introduzione alla sostenibilità dello sviluppo

  • Economia classica e Crescita economicaEconomia classica e Crescita economica

    • Economia classica è basata su due parametri: il capitale umano (lavoro) eil capitale fisso (prodotto dall’uomo).

    • L’attività economica può essere vista come un processo di trasformazionedella materia e dell’energia.

    • Alla fine del processo, materia ed energia sono trasformati in ‘rifiutimateriali e immateriali’, e scaricati nell’ambiente.materiali e immateriali’, e scaricati nell’ambiente.

    (Primo Principio della termodinamica ovvero

    Principio di conservazione della massa e Principio di conservazione dell’energia).

    • Il modello richiede una crescita (growth) continua, a qualsiasi costo e, inparticolare, a qualsiasi costo ambientale e sociale.

    • Tanto maggiore è la crescita economica, tanto maggiore è la quantità di‘rifiuti’ prodotti.

  • • PIL, Prodotto Interno Lordo (ovvero PNL, Prodotto Nazionale Lordo)

    e PIL pro capite.

    Limiti alla crescita economicaLimiti alla crescita economica:

    Misura della crescita economicaMisura della crescita economica:

    • Consumo di risorse ‘limitate’ o esauribili o non rinnovabili

    (combustibili fossili e minerali).

    • Limitata capacità dei sistemi ambientali di ricevere ‘rifiuti’ e ‘energia

    degradata’

    (aumento di entropia: si utilizzano materia ed energia ‘ordinate’ e

    si rilasciano materia ed energia ‘disordinate’)

  • La crisi del modello di ‘crescita illimitataLa crisi del modello di ‘crescita illimitata’

    Ha funzionato fino a quando:

    Il modello NON include i fattori ambientali e socialitra gli elementi fondanti del processo di costruzione

    dell’evoluzione della società.

    Ha funzionato fino a quando:

    • Le società avevano strutture agricole o pre-industriali, con bassa densità di popolazione e produzioni diffuse.

    • La cultura prevalente, soprattutto nelle aree agricole, era di riutilizzo e riciclo delle risorse materiali.

    • I rifiuti residuali erano recepiti e smaltiti nel ciclo naturale di autodepurazione ed esisteva un sostanziale equilibrio tra uomo, produzione, consumi e ambiente.

  • I limiti del paradigma industriale

    La crescita di un qualsiasisistema socio – economico nonpuò essere infinita perché sibasa sull’utilizzo di risorse diper sé scarse (Meadows, D.,Meadows, D., Randers, J.,2006).

    Limite fisico

    Limite sociale

    Lo sviluppo industriale è spessoesso stesso il “generatore” diquella povertà (Spalla, 2011)che cerca di combattere.

  • Le tappe cronologiche dello sviluppo sostenibile

    1972 – I Conferenza ONU sull’Ambiente Umano

    (Stoccolma)

    1980- World Conservation

    Strategy (Nairobi)

    1987 – Summit di Tokyo (Tokyo)

    1992 - II Vertice ONU su Ambiente e Sviluppo (Rio de

    Janeiro);

    V Piano di Azione Ambientale “Per uno sviluppo durevole e

    1994 - I Conferenza Europea sulle Città

    Sostenibili (Aalborg)

    1996 - Seconda Conferenza Europea sulle città sostenibili

    (Lisbona);

    Conferenza Habitat II (Istambul)

    1997 - Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

    (Kyoto)

    “Per uno sviluppo durevole e sostenibile” (Bruxelles)

    2000 - III Conferenza Europea sulle Città

    sostenibili (Hannover)

    2001 - III Conferenza Ambientale UE (Göteborg);

    Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale

    2002 - World Summit on Sustainable Development

    (Johannesburg)

    2004 - IV Conferenza Europea sulle città sostenibili

    (Aalborg)

    2005 - Rilancio della strategia di Lisbona

    (1996) (Lussemburgo)

    2012 - Conferenza sullo sviluppo sostenibile Rio+20

    (Rio de Janeiro)

    2009 - XV Conferenza delle Nazioni Unite dedicata al

    clima (Copenhagen)

    … 2015 - Vertice 2015 delle

    Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile

  • • I Conferenza ONU sull’Ambiente Umano (1972)

    - Istituzione della United Nations Environment Programme (UNEP)

    •Organizzazione che coordina le attività delle Nazioni Unite sull'ambiente e assiste iPaesi in Via di Sviluppo (PVS) nell'attuazione delle politiche e delle pratiche rispettosedell'ambiente.

    - Dichiarazione sull’Ambiente Umano

    •Definizione dei 26 principi sulla relazione tra benessere sociale e tutela del•Definizione dei 26 principi sulla relazione tra benessere sociale e tutela delpatrimonio ambientale, tra cui:

    � L’uomo è portatore di una solenne responsabilità per la protezione e il miglioramentodell’ambiente per le generazioni presenti e future.

    � Le risorse naturali della Terra devono essere salvaguardate a beneficio delle generazionipresenti e future attraverso una programmazione e una gestione appropriata e attenta.

    � Deve essere mantenuta e, ove possibile, ricostruita e migliorata la capacità della Terra diprodurre risorse vitali rinnovabili.

  • • Summit di Tokyo (1987)

    • - Rapporto “Our Common Future” o “RapportoBrundtland”

    � Si definisce per la prima volta il concetto di sviluppo sostenibile (ancoraoggi universalmente riconosciuta).oggi universalmente riconosciuta).

    � Si prescrive che lo sviluppo dei Paesi deve essere compatibile “con lerisorse ecologiche del pianeta” e deve avvenire “in armonia con ilpotenziale produttivo dell’ecosistema terrestre” (WCED, 1987).

  • Sviluppo Sviluppo SostenibileSostenibile

    Dalla fine degli anni ‘80, si è progressivamente sviluppato, a livellointernazionale, un nuovo concetto di “benessere”, che è stato definitoSviluppo sostenibile (più recentemente, Sviluppo sostenibile e duraturo)

    Lo ‘Sviluppo sostenibile’ è un modello di sviluppo (development) che‘fa fronte alle necessità del presente, senza compromettere la capacità dellefuture generazioni di soddisfare le proprie esigenze”.future generazioni di soddisfare le proprie esigenze”.(Rapporto “Our Common Future” o Rapporto Brundtland, 1987)

    Questo concetto nasce fondamentalmente dal riconoscimento che la politicaambientale non può essere affrontata separatamente dallo sviluppo economicoe sociale ma che, invece, è necessario un approccio unitario.

  • La multidimensionalità della sostenibilità …

    Lo sviluppo sostenibile deve garantire il “miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto (Daly, 1991), dai quali essa dipende”

    (International Union for Conservation of Nature, 1991)

    Quando si parla di sviluppo sostenibile, non ci si deve limitare a considerare essenzialmente le tematiche legate all’ambiente (la salvaguardia dell’ecosistema), ma è necessario tenere conto

    anche della sostenibilità economica e sociale delle attività e degli investimenti (Ahmed e McQuad, 2005)

  • • Sviluppo sostenibile è quello sviluppo capace di soddisfare i bisogni della attuale

    generazione senza compromettere il soddisfacimento dei bisogni delle future

    generazioni (Our Common Future).

    Da questa definizione e dal dibattito internazionale conseguente sono

    emersi e sono stati riconosciuti i seguenti tratti caratteristici dello

    sviluppo sostenibile:

    • la stretta interrelazione fra sviluppo economico, sociale ed ambientale e quindi approccio olistico allo sviluppo;approccio olistico allo sviluppo;

    • la logica del lungo periodo;

    • l’equità, estesa alla prospettiva intergenerazionale, e la giustizia;

    • l’efficienza nell’uso delle risorse;

    • la sostenibilità ecologica, ovvero la conservazione dello stock di risorse e la creazione di ricchezza senza danneggiare i sistemi a sostegno della vita.

  • I principi di sostenibilità debole e forte

    Perfetta sostituibilità tra tutte le forme dicapitale (e, quindi, anche tra capitalenaturale e artificiale).Non considera l’irreversibilità checontraddistingue quasi tutte le decisioni inmateria ambientale e pone l’accento sullasomma delle due quantità (capitale naturalee capitale artificiale) che deve permanerecostante nel tempo.

    Principio di sostenibilità debole

    costante nel tempo.

    Principio di sostenibilità

    forte

    Non esiste sostituibilità tra ciò che ènaturale e ciò che non lo è.E’ invitabile una (seppur minima)alterazione del capitale naturale in qualsiasiprocesso di crescita, anche quello piùecocompatibile.

  • Il modello della Triple Bottom Line

    Economico

    EquoVivibile

    Le tre dimensioni dello svilupposostenibile (definite “pilastri”)sono gerarchicamente uguali etra loro interagenti.Al venir meno di una delle tre“sostenibilità”, anche le altresono a rischio.

    Ambientale Socio-culturale

    Svilupposostenibile

    Elkington, 1992

    sono a rischio.

    Critiche:

    - Trade-off tra le dimensioniindividuate (Ballet, Dubois eMahieu, 2002);

    - Non si indica alcuna gerarchiatra i tre pilastri dellasostenibilità (Lehtonen, 2004).

  • Il modello della BioeconomiaLe attività economiche sono considerateil fattore indispensabile per migliorare laqualità della vita ma, secondo ilmodello, la crescita economica deveessere realizzata senza mettere inpericolo la sostenibilità sociale edentrambe devono essere perseguitesenza sacrificare l’ambiente e ilpatrimonio naturale (Passet, 1996).Sostenibilità

    Economica

    Sostenibilità Sociale

    Sostenibilità Ambientale

    Considerazioni:- I limiti biofisici sono in continuocambiamento in funzione dello sviluppodella conoscenza umana e dellatecnologia (Hukkinen, 2003).

    - La gerarchia tra i cerchi non indica cheuna delle tre dimensioni è semprequella più importante perché taleimportanza può variare in funzione diogni specifica situazione.

    Economica

    Elkington, 1992

  • Vertice 2015 delle Nazioni Unite sullo sviluppo

    sostenibile

    Il modello delle 5 P

  • Verso quale equilibrio tra le dimensioni?

    • L’equilibrio ricercato è, naturalmente, un equilibrio dinamico, in quantocontinuamente rimesso in discussione dalle pressioni dovute alcambiamento, di cui si fanno promotori diversi soggetti (pubblici, sociali,privati) e che rimette continuamente in discussione le priorità tra i treobiettivi fondamentali.

    • L’ottica dello s.s. richiede quindi un approccio olistico allo sviluppo, cioèun approccio globale alla pianificazione ed alla valutazione, uno sguardoall’insieme come alle parti, un’attenzione particolare al benessere sociale,ecologico ed economico dei vari sottosistemi, allo stato, alla direzione edalla velocità di cambiamento dei sistemi e delle loro componenti e,soprattutto, all’interazione fra le parti.

  • La dimensione temporale

    • La dimensione temporale dello s.s. è forse l’aspetto più leggibile dalladefinizione del Rapporto Brundtland. Il rimando alle generazioni futurerichiama l’attenzione non solo sulla prossima generazione ma anche aquelle successive, espandendo l’orizzonte temporale dipianificazione/valutazione.

    • La scelta della scala temporale non è sempre facile. L’approccio olisticoallo sviluppo necessita di considerare le scale dei diversi processi sociali,allo sviluppo necessita di considerare le scale dei diversi processi sociali,economici e naturali, per cui l’intervallo temporale di 5 o 10 anni, utilizzatoin genere nelle pianificazioni politiche ed economiche, non è sufficiente edorizzonti temporali superiori, di 25 – 50 anni diventano più significativi.

    • L’adozione di orizzonti temporali così lontani richiede di affrontarequestioni di valutazione di lungo periodo, in condizioni diincertezza/indeterminatezza che rendono molto complessa la valutazionestessa.

  • L’equità e la giustizia

    • Nella definizione di sviluppo sostenibile sono implicitamente contenute due tipologie di equità:

    • l’equità infragenerazionale, sia a livello locale che a livello internazionale, che implica parità di accesso alle risorse (sia ambientali, che economiche e sociali/culturali) da parte di tutti i cittadini del pianeta, senza distinzioni rispetto al luogo ove essi cittadini del pianeta, senza distinzioni rispetto al luogo ove essi vivono. Questo tipo di equità può anche essere intesa come giustizia.

    • l’equità intergenerazionale (esplicitamente dichiarata nella definizione), che implica pari opportunità fra successive generazioni. Viste le condizioni attuali mondiali, questo aspetto costituisce forse il concetto più eversivo della nozione di sviluppo sostenibile (Lanza, 1997).

  • L’efficienza

    • La logica di lungo periodo introduce necessariamente il concetto diuso efficiente delle risorse, in quanto solo con un’oculata gestionedelle risorse attuali è possibile garantire alle generazioni future lapossibilità di soddisfare i propri bisogni.

    • Quindi, condizione essenziale per la sostenibilità è la conservazionedello stock di risorse costituenti il capitale naturale di cui disponedello stock di risorse costituenti il capitale naturale di cui disponel’attuale generazione e da cui consegue il livello di benessere.

    • La sostenibilità ecologica implica che la produzione di ricchezza nonavvenga a danno del sistema che supporta la varietà della vita, mache si introducano dei vincoli alle trasformazioni e che vengaricercata e rispettata la capacità di carico dei sistemi ambientali.

  • La partecipazione

    • Il concetto di sviluppo sostenibile integra e bilancia le tre dimensionisociale, economica ed ambientale e quindi i tre valori dell’utilità,dell’equità e dell’integrità ecologica.

    • I soggetti portatori dei suddetti valori/obiettivi sono diversi, i soggetticoinvolti nel processo di s. s. sono molteplici e soprattutto possono esserein conflitto fra loro.coinvolti nel processo di s. s. sono molteplici e soprattutto possono esserein conflitto fra loro.

    • Diventa necessario evitare o ridurre il conflitto e attivare la cooperazionetra i diversi attori.

    • Non si possono massimizzare contemporaneamente le tre dimensioni, edè indispensabile fare delle scelte che rispecchiano dei giudizi di valore enon sono affrontabili e risolvibili solo con strumenti tecnici, con i soliesperti… ma occorre un vero e proprio processo di partecipazione.

    • Lo sviluppo sostenibile è intrinsecamente uno sviluppo partecipato.

  • Economia, competitiva e sostenibile: il modello dell’economia circolare

    • La circular economy è "un modello di economia industrialeche è concettualmente rigenerativa e riproduce la natura nelmigliorare e ottimizzare in modo attivo i sistemi mediante iquali opera”.

    • La Circular Economy è, quindi, un modello alternativo che• La Circular Economy è, quindi, un modello alternativo chepunta a slegare la crescita economica dallo sfruttamento dellerisorse naturali esauribili, contribuendo alla rigenerazione del“capitale naturale” a disposizione della società.

  • • La circular economy è un’economia progettata per “auto-rigenerarsi”: i materiali di origine biologica sono destinati arientrare nella biosfera, e i materiali di origine tecnica sonoprogettati per circolare all’interno di un flusso che prevede laminima perdita di qualità.

    • È anche un’economia che intenzionalmente si “ricostituisce”: mira abasarsi su fonti energetiche di tipo rinnovabile, a minimizzare,tracciare ed eliminare l’uso di sostanze chimiche tossiche, e adtracciare ed eliminare l’uso di sostanze chimiche tossiche, e adeliminare le produzione di rifiuti e sprechi, mediante un’attentaprogettazione. un'economia in cui le merci di oggi sono le risorse didomani, formando un circolo virtuoso che favorisce la prosperità inun mondo di risorse finite.