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Inventario Archivio Storico Diocesano Hyperborea s.c. - 2008 Introduzione generale novembre 2008 A cura di Jaleh Bahrabadi, Antonella Ghisaura Marika Marchese, Samir Musa Coordinamento Anna Fuggi, Antonella Ghisaura Responsabile Progetto Cecilia Poggetti

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Inventario Archivio Storico Diocesano Hyperborea s.c. - 2008

Introduzione generale novembre 2008

A cura di Jaleh Bahrabadi, Antonella Ghisaura Marika Marchese, Samir Musa

Coordinamento Anna Fuggi, Antonella Ghisaura

Responsabile Progetto Cecilia Poggetti

Inventario Archivio Storico Diocesano Hyperborea s.c. - 2008

Software: Ceiar 1.4 Stampa: novembre 2008

I

Ringraziamenti Ringraziamenti sinceri e doverosi a tutte le persone che hanno permesso la realizzazione del presente lavoro, in tutte le sue molteplici ed articolate fasi.

Ricordiamo mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia e attuale Presidente del Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici, che nel 2005, come vescovo di Volterra, ha appoggiato da subito e con grande entusiasmo questo lavoro, testimoniando ancora una volta la sua grande sensibilit verso le tematiche di tutela e valorizzazione dei beni culturali.

Il medesimo coinvolgimento e partecipazione sono stati mostrati dal suo successore, mons. Alberto Silvani, sotto il cui vescovado questo lavoro si concluso.

Cos come doverosi sono i ringraziamenti alla familia vescovile, cio a tutte le persone che hanno lavorato e lavorano presso la sua casa e che ci sono state vicino con la loro ospitalit e disponibilit.

Un ringraziamento particolare anche ai primi, e speriamo non ultimi, volontari dellarchivio: i signori Paolo Chiodi e Paolo Moschi, che hanno dedicato il loro tempo e tanta fatica alle fasi finali del lavoro, cio il riordinamento fisico dellarchivio.

Dulcis in fundo, il ringraziamento agli archivisti dellarchivio diocesano: a mons. Mario Bocci, direttore dellArchivio, il cui lungo ed instancabile lavoro ha facilitato e non poco il nostro intervento.

Al dottor Alessandro Furiesi: la sua pazienza, la sua sagacia, la sua discrezione, la sua instancabile disponibilit hanno fatto s che questo lavoro si realizzasse nella sua interezza, sostenendoci e aiutandoci a superare le varie difficolt che nel corso di questi anni si sono presentate. Grazie di cuore a tutti!

Volterra, 21 novembre 2008

II

III

Sommario

La Diocesi di Volterra ................................................................................................ 4

La cronotassi dei vescovi........................................................................................... 8

Normativa di riferimento ........................................................................................ 11

LArchivio Storico Diocesano di Volterra .............................................................. 13

Modalit dintervento.............................................................................................. 17

Avvertenze ............................................................................................................... 23

Bibliografia ............................................................................................................... 25

Fonti .......................................................................................................................... 26

4

LA DIOCESI DI VOLTERRA

Mons. Mario Bocci

(Annuario della diocesi di Volterra, 1980, pp. 14-17)

Una veneranda tradizione riporta le origini della diocesi di Volterra ai tempi apostolici. I

primi evangelizzatori, inviati dal pontefice Lino, figlio e vanto di questa citt, furono tre

fratelli oriundi delle Gallie, Carissimo, Dolcissimo e Crescenzio, le cui reliquie sono

ancor oggi conservate e venerate nel tempio dei Santi Patroni. Palma di martirio ebbero

in questa citt le vergini Attinia e Greciniana, al cadere delle persecuzioni; e qui ancora

ebbe i natali, da una famiglia di funzionari dell'impero, il futuro papa Leone I Magno.

Volterra, infatti, come fu tra le pi grandi lucumonie etrusche, e rimase grave fermo e

onesto municipio romano, cos fu subito nobile e potente diocesi con vastissimo

principato religioso e civile. Ma agli splendori della primitiva cristianit ebbe a

seguire, nel secolo quinto, un periodo di grave decadenza religiosa e morale. Infatti due

lettere di Papa Gelasio I (492-496), raccolte nel Decretum Gratiani, riportano memoria

della privazione della dignit e della sede al vescovo Eucaristio, per essere passato

all'arianesimo, e per avere malversato il patrimonio diocesano continuando il

malcostume dei predecessori Opilione, Eumanzio, e d'altri ancora prima di loro.

Comunque anche il successore, Elpidio, non risult migliore, perch mantenne pi

strette relazioni con la corte di Teodorico in Ravenna, che con la Sede Apostolica in

Roma, da cui la diocesi direttamente dipendeva. In questa situazione giunsero, profughi

dall'Africa, i santi della rinascita cristiana: Giusto, Clemente e Ottaviano, nella

comitiva dei santi Regolo, Cerbone e Felice, che, contemporaneamente a Volterra,

riscattarono alla vera fede la diocesi di Populonia.

In epoca longobarda il territorio diocesano si ridusse, rispetto all'estensione municipale

romana, per l'occupazione lucchese del distretto samminiatese per il premere di Pisa

lungo la costa, e per la formazione di un dominio familiare nel gualdo Corninese tra

Volterra e Populonia. Ma Carlo Magno (nell'anno 774), suo figlio Lodovico il Pio

(nell'821) e suo nipote Lotario (nell845) restituirono ai vescovi e alla diocesi esenzioni

e privilegi tali che rifior di nuovo in principato, riconosciuto tra i pi fedeli dell'impero

nei secoli successivi da Ottone I (966), Enrico III (1052); e, coi diplomi di Federigo I

5

(1164) e di Enrico VI (1186, 1189 e 1194), che gli ratificarono il titolo di principe del

sacro romano impero e conte palatino in Toscana, il vescovo di Volterra acquist

diritto di battere moneta, riconoscere consoli e potest, legittimare spuri, creare conti,

giudici e notari.

Come in tali privilegi imperiali, descritto partitamente, castello per castello, il

principato civile; cos in due bolle papali di Alessandro III, datate 29 dicembre 1171 e

23 aprile 1179 (che fanno appello a precedenti di Anastasio e di Adriano), notata

minutamente, pieve per pieve, la diocesi entro questi confini: termini antem ipsius

episcopatus his finibus distinguntur ab Elsa usque ad mare, et a termino qui est iuxta Sitichium,

et ab alio qui est prope Sufficillum, et ab alio qui est prope Tocchi et Sancta Sicuterat, usque ad

Sanctum Cassianum in Carisi.

Oggi soltanto il termine di Carigi presso Montefoscoli rispettato dagli attuali confini

diocesani. I termini di Pieve d'Elsa, di Stecchi nella Montagnola e di Sovicille, fanno

parte del vescovato di Colle Vai d'Elsa, smembrato da Volterra nell'anno 1592 e

ingrandito ancora nel 1782 con tutto il distretto della propositura di San Gimignano.

Tocchi e Santa Sicutera fecero parte dei vicariati di Chiusdino e Monticiano fino

all'anno 1954 allorch furono ammassati all'arcivescovato di Siena.

Cattiva amministrazione di vescovi e sopraffazioni comunali (pisane, senesi, fiorentine)

vanificarono nel tredicesimo secolo il dominio politico volterrano; gli smembramenti di

ieri, lo spopolamento in atto oggi, l'accaparramento economico e politico da parte di

cinque province circostanti e non benevole, offuscano visibilmente l'importanza

dell'antica Volterra, tagliata fuori dagli ambienti decisionali e dalle grandi vie di

traffico, facendo apparire citt e diocesi quasi un'entit minore e impersonale, se non

un'isola di depressione, di decadenza, di recessione; ma, almeno religiosamente, nelle

sue rinnovate circoscrizioni vicariali, rinvigorite tramite i consigli pastorali, c' ancora

tale e tanta omogenea esperienza di vita, di tradizione, di cultura, tale riconoscersi nelle

glorie del passato e tanta volont di vivere insieme senza lacerazioni, che esse formano

veramente comunit e chiesa e comunione. La sede volterrana, dal 1855 (per una

politica di equilibrismi ecclesiastici e regionali in ordine all'erezione del vescovato di

Modigliana) ha perduto la diretta dipendenza della Sede Apostolica, ed divenuta

suffraganea dell'arcivescovato di Pisa; per, con bolla Ut primum placuit del 10

6

agosto 1856 il pontefice Pio IX gratific i nostri pastori col privilegio del sacro Pallio

(alla pari con quell'arcivescovo).

Alla data dell'ultima ricerca a cura della CEI evangelizzazione e sacramenti, la

diocesi di Volterra stata censita per sei zone (o Sesti): Volterra, Valdelsa, Valdera,

Alta Valdicecina, Bassa Valdicecina e Boracifera, dell'estensione complessiva di Kmq.

1.743, con un totale di 84.281 abitanti, al 31 dicembre 1980.

curioso, e degno di attenzione, sottolineare come la diocesi al cadere del secolo

sedicesimo, contasse appena 51.957 abitanti (entro un'estensione pi che doppia

dell'attuale), allorch fu smembrata (insieme con pochi territori senesi e fiorentini) per

erigere Colle Val d'Elsa in altra diocesi, che risult fornita di soli 12.617 abitanti, ben

8.445 dei quali sottratti a Volterra insieme con quel capoluogo; e questi fu ulteriormente

ampliato nel 1782 con tutto lo spazio e contado di San Gimignano (a solo ed esclusivo

danno di Volterra) per un totale di 4.470 abitanti. I due vicariati di Chiusdino e

Monticiano, occupati da Siena nel 1954, contenevano allora 6.618 abitanti.

Nel 1970 la diocesi di Volterra sede vacante con un Amministratore Apostolico ad

nutum sanctae sedis e rischia la soppressione, perch non superava tra laltro la cifra di

centomila abitanti (ne aveva 113.558 con 2.996 Kmq. nel 1949).

Con Bolla Pontificia del 7 Ottobre 1975 la Diocesi di Volterra stata confermata e

l'Amministratore Apostolico, S. E. Mons. Roberto Carniello, stato nominato Vescovo

di Volterra. Inoltre sembra apparire, che Volterra graviti economicamente (per il

credito) sotto l'ambito del Monte dei Paschi di Siena e della Cassa di Risparmio di

Firenze (si sottace, infatti, volutamente da molti, l'esistenza e l'estesa importanza della

Cassa di Volterra); mentre (per l'industria) le sue notevolissime risorse minerarie sono

censite altrove: l'elettricit endogena della zona boracifera al dipartimento ENEL di

Firenze; quelle chimiche attinenti al salgemma e al boro, a Livorno sotto la tutela

Solvay; le altre, lavorate in massima parte dalla Montecatini (che qui sort la sua prima

origine), figurano appartenere all'ambito grossetano.

Di omogeneo non figurerebbe al conto di Volterra che un vasto comprensorio montano

molto spopolato, con un'agricoltura in troppe zone depressa, e un piccolo centro mal

vestito dal ristretto orpello dell'artigianato alabastrino. L'artificiosit sempre deprecabile

in ogni situazione, minaccia in questo caso non solo di danneggiare Volterra,

7

mozzandole la vita e seppellendone la storia, ma anche di avvilire la verit e la

coscienza e lo spirito evangelico e il vigore apostolico applicandolo, all'insegna del

gigantismo, succube di ipotetiche prospettive di maggiore efficienza organizzativa.

Siamo certi che il Signore, per l'intercessione della Madonna di San Sebastiano e dei

Santi Patroni Lino, Giusto e Clemente, dar superiore forza di vita alla diocesi di

Volterra per continuare nei secoli l'opera di evangelizzazione, di santificazione e di

salvezza.

8

LA CRONOTASSI DEI VESCOVI

Dott. Alessandro Furiesi

tratto da: www.diocesivolterra.it

La serie dei vescovi di una diocesi non serve soltanto a soddisfare una curiosit, ma

specialmente a dichiarare e dimostrare una continuit. certo per che non basta una

lista di nomi a sottolineare la costanza di un impegno apostolico, a dare l'evidenza di

una fede; anzi, proprio i primi quattro nomi, noi li eviteremmo volentieri, perch furono

quasi certamente di vescovi ariani.

Ma, dopo di quelli, da San Giusto fino ad oggi, la chiesa volterrana non ha visto soltanto

eminenti uomini di politica e di lettere, ma anche veri santi come Sant'Ugo (patrono

della citt), e il venerabile Carlo Filippo Sfondrati, barnabita apostolo di grandissima

levatura e carit. All'inizio, la lista potr sembrare frastagliata, lacunosa e spesso

interrotta, perch di proposito abbiamo registrato solo i nomi di quei vescovi dei quali si

hanno indubbie certezze documentarie. Cos anche le date (specie quelle prime) non

sempre indicano tutto intero il periodo della vita trascorsa dai vescovi a Volterra, ma

solo l'intervallo tra documento e documento che li ricorda (talvolta solamente uno:

magari per avere sottoscritto i decreti di un concilio regionale o provinciale).

Opilione secolo V Eumanzio secolo V Eucaristio 492-495 Elpidio 496-504 San Giusto 5 giugno 556, patrono della diocesi Geminiano 649 Marciano 680 Gaudenziano 686-700 Tommaso 752 Andrea 820, trasferisce in cattedrale il corpo di S. Ottaviano Grippo 821 Pietro 826-844 Andrea II 845-853 Gaugino 874-882 Alboino 904-908 Adelardo 918-929 Bosone 943-959 Pietro II 967-991 Benedetto 997-1015 Gunfredo 1016-1039 Guido 1042-1061 Erimanno 1064-1073

9

Pietro III 1099 Rogerio Ghisalbertini 1103-1132, rinnova la cattedrale Crescenzio Marchesi 1133-1136 Odalmario Adimari 1137-1148 Galgano Pannocchieschi 1150-1170 Sant'Ugo Saladini 1171-1184, patrono della citt Ildebrando Pannocchieschi 1185-1211 Pagano Pannocchieschi 1212-1239 Ranieri I Ubertini 1244-1260 Alberto Scolari 1261-1269 Ranieri II Umbertini 1273-1301 Ranieri Belforti 1301-1320 Rainuccio Allegretti 1320-1348 Filippo Belforti 1349-1358 Aimerico Corti 1359-1361 Pietro Corsini 1362-1363 Andrea Codoni 1364-1373 Lucio da Cagli 1374-1375 Simone Pagani 1375-1384 Onofrio Visdomini 1384-1390 Antonio Cipolloni 1390-1396 Giovanni Ricci 1396-1398 Lodovico Aliotti 1398-1410 Jacopo Spini 1411 Stefano del Buono 1411-1433 Roberto Adimari 1433-1439 Roberto Cavalcanti 1440-1449 Giovanni Neroni Diotisalvi 1450-1461 Ugolino Giugni 1461-1470 Antonio dell'Agli 1470-1477 Francesco Cardinale Sederini 1478-1509 Giuliano Sederini 1509-1514 Francesco della Rovere 1514-1530 Giovanni Cardinale Salviati 1530-1532 Giovanni Matteo Sirtori 1532-1545 Benedetto Nerli 1545-1566 Alessandro Strozzi 1566-1568 Lodovico Antinori 1568-1573 Marco Saracini 1574 Guido Serguidi 1574-1598 Luca Alemanni 1598-1617 Bernardo Inghirami 1617-1633 Niccol Sacchetti 1633-1650 Giovanni Gerini 1650-1653 Orazio Degli Albizi 1655-1676 Venerabile Carlo Filippo Sfondrati 1677-1680 Ottavio Del Rosso 1681-1714 Lodovico Maria Pandolfini 1715-1746

Giuseppe Dumesnil 1746-1781, non gradito alla Reggenza toscana fu confinato a Castel Sant'Angelo, resse la diocesi Filippo Nicola Cecina (1755-1765).

Alessandro Galletti 1768-1782, amministratore, poi vescovo Luigi Buonamici 1782-1791 Ranieri Alliata 1791-1806 Giuseppe Gaetano Incontri 1806-1848 Ferdinando Baldanzi 1851-1855 Giuseppe Targioni 1857-1873 Ferdinando Capponi 1873-1882

10

Giuseppe Gelli 1883-1909 Emanuele Mignone 1909-1919 Raffaello Carlo Rossi 1920-1923 Dante Maria Munerati 1923-1942 Antonio Bagnoli 1943-1954 Mario Ismaele Castellano 1954-1957 Marino Bergonzini 1957-1970 Roberto Carniello 1975-1985 Vasco Giuseppe Bertelli 1985- 2000 Mansueto Bianchi 2000-2006 Alberto Silvani 2007-

11

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Limpulso di rinnovamento dato alla Chiesa con il Concilio di Trento si rispecchia

anche nel campo degli archivi ecclesiastici: sono infatti numerosi i decreti e le

prescrizioni di epoca postridentina relativi alla loro creazione e buona tenuta.

In particolare, si sono distinti per le proprie iniziative relative agli archivi ecclesiastici:

Carlo Borromeo e Benedetto XIII.

Il primo, in occasione dei sinodi della diocesi milanese, tra il 1565 e il 1579, richiam

pi volte la necessit di una corretta tenuta della documentazione delle varie istituzioni

ecclesiastiche e della creazione di veri e propri archivi presso quelle istituzioni che ne

fossero ancora prive.

Il pontefice Benedetto XIII, detto il papa archivista, eman a sua volta un decreto

riguardante la costituzione e lorganizzazione degli archivi ecclesiastici, con

lindicazione del materiale che in essi si doveva conservare. La costituzione Maxima

Vigilantia del 14 giugno 1727, infatti, forniva norme ed istruzioni relativamente a tutto

ci che riguardasse i suddetti archivi1; in particolare nellIstruzione per le scritture da

riporsi negli archivi2, in lingua italiana ed allegata alla costituzione, vi fu un primo elenco

di archivi ecclesiastici che dovevano essere eretti entro sei mesi e si specific altres

quali serie documentarie dovessero essere in essi conservate.

Va ricordato comunque che queste norme, come tante altre riguardanti gli archivi, non

furono sempre osservate con scrupolo; spesso infatti furono disattese oppure interpretate

ed applicate in modo del tutto particolare, in alcuni casi fino a snaturarne il contenuto.

Nonostante ci, liniziativa di papa Orsini deve essere tenuta ancora oggi in grande

considerazione, perch rappresenta un utile strumento di lettura e di approfondimento

per quegli archivi che tentarono di uniformarsi alle disposizioni papali o che subirono

interventi di riordinamento che applicando retroattivamente le suddette indicazioni, ne

alterarono gli ordinamenti originari.

1 E. CARRARA, Le fonti ecclesiastiche, in Contributo al recupero delle fonti per la storia del territorio di Stazzema, a cura di Sandra Pieri, Biagini Editore, Lucca, 2003. 2 PONTIFICA COMMISSIONE PER GLI ARCHIVI ECCLESIASTICI, Enchiridion Archivorum Ecclesiasticorum, Citt del Vaticano, 1966.

12

Il periodo napoleonico sconvolse lassetto amministrativo dello Stato laico, incidendo

inevitabilmente nellorganizzazione documentaria, tent di imporsi anche in ambito

ecclesiastico, ma senza risultati significativi. La Chiesa entr pi volte in rotta di

collisione con il nuovo regime; tuttavia i mutamenti che accaddero, almeno in campo

archivistico, furono soprattutto il risultato dei riflessi che in campo civile il regime

imponeva a scapito delle competenze ecclesiastiche, fondamentalmente in materia di

accertamenti anagrafici. Ma anche in questo caso il processo non fu istantaneo,

ostacolato comera da problematiche di tipo oggettivo (la teorica vischiosit

archivistica, che vede un qualsiasi archivio adattarsi molto pi lentamente ai mutamenti

istituzionali di quanto non faccia il suo soggetto produttore nel normale espletamento

delle sue funzioni) e dalla tradizionale cautela della Chiesa di fronte alle novit.

Si pu affermare che gli archivi vescovili attraversarono il periodo napoleonico senza

mutamenti di rilievo nella loro struttura, continuando nel loro accrescimento secondo le

indicazioni proposte dalla Costituzione del 1727.

Le validit di questa norma stata successivamente ribadita dal Codice di Diritto

Canonico che, tanto nella versione del 1917 che in quella del 1983, ha sostanzialmente

ripreso e confermato, in tema di amministrazione della documentazione ecclesiastica, le

indicazioni della Maxima Vigilantia3.

Riportiamo di seguito due dei canoni pi significativi di questa continuit legislativa:

Il can. 375 del Codice di Diritto Canonico del 1917, che recitava: instrumenta et

scripturae, quae negotia diocesana tam spiritualia quam temporalia spectant, apte

dispositae et diligenter clausae custudiantur;

Il can. 491 del Codice di Diritto Canonico del 1983, prescrive la diligente

conservazione di acta et documenta archivorum quoque ecclesiarum cathedralium,

collegiatorum, paroecialium, alierumque in suo territorio extantium.

3 G. BADINI, Archivi e chiesa, op. cit.

13

LARCHIVIO STORICO DIOCESANO DI VOLTERRA

Patrimonio

LArchivio vescovile di Volterra un archivio di concentrazione, un vero e proprio

archivio diocesano, avendo cominciato ad accogliere al suo interno, oltre alla

documentazione propriamente legata allattivit dei vescovi e della curia volterrana,

anche la documentazione proveniente da altri enti ecclesiastici diocesani, in particolar

modo dalle parrocchie della diocesi.

Attualmente il complesso documentario costituito da 1591 pergamene contenenti

documenti compresi tra lanno 834 e il 1806 e da 3323 unit archivistiche comprese tra

lanno 1265 e il 1978 ed collocato in ordine su scaffali metallici, in due locali destinati

ad archivio, al primo piano del palazzo vescovile, di via Roma, 13.

Si tratta di un nucleo documentario articolato nei seguenti fondi:

- Diplomatico vescovile

- Curia vescovile

- Mensa vescovile

- Tribunale Ecclesiastico

- Libri parrocchiali

Fa parte integrante dellarchivio anche il complesso degli Archivi delle parrocchie della

diocesi, versati in epoca contemporanea, in momenti diversi, compreso lArchivio della

Parrocchia di Santa Maria Assunta (cattedrale di Volterra). Insieme a tale

documentazione stata versata anche quella di un diverso numero di altri enti, confluita

nel complesso documentario denominato Altari, benefici, cappelle, congregazioni,

compagnie, opere e oratori.

Sono stati poi identificati una serie di fondi minori, di ridotta consistenza, prodotto

dellattivit di istituzioni sia laiche che ecclesiastiche attive sul territorio della diocesi

volterrana, ma anche straniere, che per diverse motivazioni, non sempre chiare, sono

presenti in archivio. Si tratta dei seguenti fondi:

- Capitolo della cattedrale di Volterra (poche unit, il fondo conservato presso il

Capitolo nel medesimo palazzo vescovile)

- Prebenda prepositurale di S. Eleuterio (spettante al Capitolo di Volterra)

14

- Capitolo della Collegiata di Radicondoli

- Convento di S. Dalmazio di Volterra

- Convento di S. Francesco di Volterra

- Diocesi di Cremona

- Monastero di S. Lino di Volterra

- Seminario della Collegiata di S. Gimignano

- Strumenti di corredo interni

- Tribunale ecclesiastico di S. Gimignano

- Comunello di Gambassi

- Comunello di Montaione

- Comunit di Montescudaio

Sulla base delle disposizioni ecclesiastiche un archivio vescovile destinato solo

marginalmente ed occasionalmente a recepire complessi documentari di altri soggetti,

solitamente allo scopo di salvaguardarne lintegrit: le istruzioni della Pontificia

Commissione per gli archivi ecclesiastici dItalia (1960) prevedono infatti il

trasferimento della parte pi antica di un archivio in un archivio centrale diocesano,

solamente per ragioni di sicurezza o per altri giustificati motivi.

E tuttavia innegabile una tendenza che oggi va sempre pi rafforzandosi, intesa

allutilizzazione degli archivi vescovili quali istituti ecclesiastici di concentrazione e di

custodia di altri archivi presenti sul territorio della diocesi, anche privati che, se non

trasferiti, rischierebbero di andare dispersi. Il caso dellarchivio vescovile di Volterra

uno di questi.

Depositi e ordinamenti

Lintervento archivistico, realizzato negli anni 2006-2008 ha evidenziato una serie di

riordini precedenti che hanno inciso profondamente sullorganizzazione documentaria

dellarchivio vescovile di Volterra, e che non stato possibile ignorare, malgrado la

volont di portare alla luce lordinamento originario delle carte.

La prima importante questione riguarda il fondo denominato Libri parrocchiali. Esso

raccoglie i libri canonici originali, depositati nella curia vescovile, in diversi periodi, dai

parroci delle diverse parrocchie della diocesi.

Il primo riferimento alla costituzione di questo fondo si ritrova nel primo libro di

matrimoni della parrocchia di S. Ilario di Bibbona in cui in apertura si dice:

15

Questo libro fu comprato da me pievano Giuseppe Lambardi di Castelfiorentino

dove si registreranno tutti i matrimoni celebrati a Bibbona, nel tempo del mio

pievanato e poi da miei successori, e, per non averci trovato quel del mio

antecessore, sono stato costretto a farlo di novo, del quale libbro vecchio ne feci

istanza a monsignor Vicario nell'atto di possesso della Chiesa ed il Cancelliere mi

disse che si trovi in Cancelleria nell'Archivio dove fu portato per ordine di

monsignor Vescovo4.

La citazione datata al 1739, sembrerebbe dunque che gi prima di questa data, presso

la curia vescovile, fossero state date disposizioni circa il versamento dei libri

parrocchiali, presso larchivio di curia. Ad eccezione di tale notizia, non stato

possibile fare ulteriori verifiche, soprattutto dal punto di vista normativo. Nella serie dei

decreti vescovili, strumento giuridico con il quale sarebbe lecito pensare siano state date

prescrizioni di tale natura, risulta essere assente tutta lattivit di decretazione

settecentesca.

La stessa prassi, per, e negli stessi secoli, riscontrabile anche in altri archivi diocesani

toscani; ad esempio a Pisa, dove esiste un identico fondo dei Libri Parrocchiali che

raccoglie, appunto, i libri canonici in originale versati dai parroci della diocesi a partire

dalla met del secolo XV. Liniziativa fu dellarcivescovo Sallustio Tarugi che, nel

corso della visita pastorale degli anni 1610-1613, ordin di consegnare alla curia

arcivescovile pisana i registri non pi veglianti5. Sempre in territorio pisano ricordiamo

unaltra lettera, datata 28 aprile 1781, inviata dalla curia arcivescovile, al tempo

dellarcivescovo Angiolo Franceschi, a tutti i parroci della diocesi: i Libri dei

Battesimi, dei Matrimoni, e dei Morti siano tenuti con ogni maggior esattezza, e

vengono custoditi in luogo cauto, e sicuro, ed a disposizione di chiunque potr averci

interesse; con questa lettera si ottemperavano le indicazioni provenienti dalla

Segreteria del Regio Diritto, del 31 marzo di quello stesso anno e si chiedeva

unitamente anche la creazione del doppio registro dei Matrimoni e dei Morti, di modo

che una copia rimanesse in parrocchia e l'altra venisse trasmessa all'Archivio

Arcivescovile6.

4 ADV, Fondo Libri Parrocchiali, Bibbona - Parrocchia di S. Ilario, n. 40. 5 L. CARRATORI SCOLARO, Le visite pastorali della diocesi di Pisa (secoli XV-XX), Pisa, 1996 , p. 43. 6 AAPi, Parrocchia di S. Marta, S. Marco in Calcesana, Atti vari, serie 5, n. 1.

16

Prescindendo per un momento dalla data di creazione originaria del presente fondo, e

dunque dalla prassi di inviare allarchivio della curia i propri libri parrocchiali,

indubbio che questo gruppo documentario si sia accresciuto nel corso degli anni dietro

volont precise. Lintervento pi recente certamente novecentesco ed riscontrabile

nel sistema di riordinamento dei libri canonici, effettuato sulla base della parrocchia di

provenienza.

Di epoca contemporanea, anche se realizzati in tempi diversi, sono i depositi di un buon

numero di archivi di parrocchie di citt e della diocesi. Gli interventi di riordino seguiti

ai depositi di queste carte sono stati piuttosto disomogenei.

Nei casi in cui il deposito consisteva nei soli libri canonici e/o di poche altre tipologie di

atti si continuato a seguire la prassi del versamento nel fondo dei Libri parrocchiali.

Nel caso in cui tali archivi giungevano nella loro completezza (a parte i versamenti dei

libri canonici di epoca passata confluiti nei Libri parrocchiali) e quindi presentavano in

aggiunta alla documentazione anagrafica pi recente, la documentazione amministrativa

del beneficio parrocchiale, leventuale carteggio, e le carte dei fondi aggregati (altari,

compagnie, confraternite, opere), la soluzione adottata stata netta: non stata operata

alcuna ricollocazione dei libri canonici di parrocchie gi esistenti nel fondo dei Libri

parrocchiali, mentre sono stati scorporati dal fondo di riferimento tutti i fondi aggregati

(associazioni, confraternite, compagnie), allo scopo di ordinarli separatamente in un

unico insieme documentario, fisicamente separato dalle carte dei rispettivi fondi

parrocchiali di provenienza.

Lincidenza e la consistenza di tale intervento sulla documentazione stata tale che, in

questo intervento archivistico, si deciso di mantenere per quanto possibile lo status

quo e non intervenire con ulteriori ipotesi di riordino. Per tale motivo si resa

necessaria la costituzione di due complessi documentari che fossero lo specchio di tale

situazione, quello degli Archivi Parrocchiali e quello degli Altari, benefici, cappelle,

congregazioni, compagnie, opere e oratori. Sulla natura e sugli ordinamenti adottati

allinterno di entrambi i complessi si rimanda alle rispettive descrizioni.

17

MODALIT DINTERVENTO

Lintervento dinventariazione e riordinamento dellarchivio ha avuto inizio con la

cartellinatura provvisoria di tutto il materiale cartaceo, attribuendo un numero unico

progressivo, a cui ha fatto seguito lattivit di schedatura delle singole unit, di

identificazione e descrizione delle serie, di riordino.

Di seguito si fornisce il riepilogo della terminologia utilizzata per identificare le diverse

tipologie di aggregazioni documentarie individuate in questo intervento archivistico

durante lattivit di descrizione e riordino:

- Complesso di fondi: insieme di fondi, ciascuno singolarmente individuabile

e descrivibile, riuniti in complesso per motivi di storia conservativa di lungo

periodo o di vicinanza storico-istituzionale fra i soggetti produttori.

- Fondo: insieme documentario prodotto da uno stesso soggetto produttore,

inteso per lo pi come ufficio dellistituzione. Si derogato solo nei casi in

cui il termine fondo fosse gi usato per tradizione anche se con significato

diverso.

- Sezione: suddivisione fittizia creata per esigenze lavorative e per consentire

agli utenti un pi agevole accesso alla documentazione.

- Serie: aggregazione a cui sono state ricondotte le unit archivistiche della

medesima tipologia documentaria.

- Unit archivistica: unit minima di descrizione.

Per ognuno dei livelli descrittivi e sopra citati sono presenti i seguenti dati:

- Complesso di fondi: introduzione storica e storia archivistica del complesso

documentario.

- Fondo: denominazione, estremi cronologici, consistenza, introduzione

storica e storia archivistica per i fondi pi direttamente legati allattivit del

vescovo e della sua curia: Curia vescovile, Mensa vescovile, Tribunale

ecclesiastico.

- Serie: denominazione (originale/attribuita), estremi cronologici,

consistenza, descrizione del contenuto.

18

- Unit archivistica: segnatura, eventuali vecchie segnature (solo se

significative), estremi cronologici, consistenza cronologica (solo lacune

gravi, si segnala lintervallo della documentazione che presente),

legatura/condizionamento, dimensioni, titoli esterni, stato di conservazione e

danni (solo se cattivo), intitolazione (originale/attribuita), eventuali

trascrizioni (incipit), voci dindice, allegati (solo se particolarmente

significativi), strumenti di corredo interni (rubriche, indici).

Al termine della descrizione e del riordinamento logico, alle singole unit stata

attribuita una numerazione definitiva, una nuova segnatura, riportata sui cartellini

definitivi, identificativi delle unit.

Si deciso per comodit di utilizzare colori diversi per identificare a colpo docchio uno

specifico nucleo documentario. Ogni colore rappresenta quindi un fondo o un

complesso di fondi. Di seguito si riporta la tabella delle corrispondenze:

- verde: Tribunale ecclesiastico

- albicocca: Curia vescovile

- lilla: Libri parrocchiali

- celeste: Archivi parrocchiali

- avorio: Mensa

- rosa: Altari, Oratori, .

- bianco: fondi minori, strumenti di corredo, unit da attribuire.

Per i fondi Libri parrocchiali, Mensa vescovile, e per il complesso di fondi Altari,

benefici, cappelle, congregazioni, compagnie, opere e oratori stata adottata una

numerazione a serie chiuse, allintero del fondo/complesso documentario; in quanto si

tratta di nuclei documentari che non subiranno pi alcun incremento.

Per il complesso di fondi Archivi parrocchiali e per tutti gli altri fondi stata adottata

una numerazione a serie aperte, cio unica nellambito della singola serie di ogni

singolo fondo; questo perch si tratta di nuclei documentari legati a soggetti produttori

ancora attivi, quindi destinati a ricevere nel tempo nuovo materiale documentario.

19

Criteri di datazione

Per quanto riguarda gli estremi cronologici rilevati dalle unit archivistiche si precisa

che essi sono stati riportati nella forma in cui comparivano nei documenti. Nei

documenti volterrani si riscontra sia la datazione secondo lo stile dellincarnazione al

modo pisano, sia luso della datazione secondo lo stile dellincarnazione al modo

fiorentino e non sempre il redattore del documento esplicita lo stile di riferimento. Per

tale motivo si preferito non operare alcuna ipotesi di conversione della datazione allo

stile comune, moderno, non avendo sufficienti elementi storico-istituzionali per poter

garantire un corretto intervento in tal senso. Con ununica eccezione, rappresentata dai

registri dei processi civili del Tribunale ecclesiastico, alla cui introduzione si rimanda

per ulteriori approfondimenti.

Ricordiamo infine che fu con la legge granducale del 20 novembre 1749 che in Toscana

si lasciato di contare gli anni che finora secondo lo stile fiorentino o pisano si

computavano dall'incarnazione del nostro signore Ges Cristo ed in luogo dello stile si

introdotto l'altro comune di servirsi dell'era cristiana volgare, ricevuta comunemente,

che comincia a contare dalla Nativit, secondo la quale questo d primo gennaio il

principio dell'anno 1750.

Criteri di elaborazione dellindice

Loperazione di rilevamento e presentazione delle voci dindice - persone,

organizzazioni, luoghi stata svolta cercando di mantenersi il pi possibile fedeli alle

varianti di forma presenti nella documentazione dal punto di vista della lingua, della

grafia e della composizione. Tuttavia sono stati adottati criteri diversi di presentazione

delle voci in indice, allo scopo di facilitare, laddove possibile, laccesso

allinformazione da parte degli studiosi.

NOMI DI PERSONE

I nomi di persona si presentano nella variante di lingua e di grafia con cui sono stati

rilevati dai documenti. Per quanto riguarda la composizione della forma si presentano

nella maggior parte dei casi nella forma cognome, nome. Nel caso dei nomi in lingua

latina (XIV-XVII secolo) e in presenza di patronimici che non sembrino ancora

costituire un vero e proprio cognome, si preferito utilizzare la composizione presentata

20

dal documento nome (al nominativo patronimico (al genitivo) e provenienza (de e

ablativo o locativo), ad es. Petrus quondam Bramissi de Visso (1425), Philippus

Trematius (1592-1594), Octaviani quondam Altus Octaviani Iacobi de Vermicellis

(1414-1458) e Nicola de Maso da Arezzo (1364).

Per individuare un nome di persona in indice necessario, quindi, tenere in

considerazione le possibili varianti di lingua, di forma e composizione; ad esempio, se

cerchiamo Ottavio Taviani necessario ripetere loperazione per varie opzioni

plausibili: per il nome, Octavio, Ottavio, Octavianus, Octaviano; per il cognome:

Taviani, Tavianus, Traviano, Octaviani, Octavianus, Octaviano, oppure in forma di

patronimico come olim/ser/Taviani. Stessa attenzione per i nomi che potrebbero aver

subito mutamenti nel passaggio dalla lingua latina a quella volgare.

Nel caso in cui il nome cercato presenti una o pi vocali in posizione di semi-

consonante o a seguire/precedere altre vocali, la ricerca va duplicata per le variabili

grafiche opportune. Se la semi-consonante posta a inizio o in fine parola, la ricerca

delle variabili dobbligo per escludere qualsiasi omissione di informazione; esempio

tipico, il molteplice utilizzo di i, j e g ad inizio parola, cos come in

Jacopo/Iacopo o Iusto/Giusto/Justo.

Le voci dindice persona sono complete dellindicazione della qualifica e del ruolo.

Ogni volta che nella specificazione del ruolo ricoperto da un personaggio non viene

indicato a quale ente si riferisca il proprio ufficio, si deve intendere la diocesi di

Volterra, il caso di cancelliere o vicario generale.

Le date indicate come determinazione della qualifica di ogni personaggio, sono da

considerarsi accertate, ma non perentorie. Ovvero, esse sono quelle in cui, nelle carte, si

riscontra la presenza di quel personaggio a ricoprire la carica specificata, ma non detto

che tale lasso di tempo non sia ridotto rispetto alleffettivo periodo in cui la persona ha

mantenuto quel ruolo. Ad esempio, dalle carte pu risultare che il vescovo Orazio Degli

Albizi fosse per certo in carica negli anni 1655-1670; se controlliamo la cronologia

degli Ordinari per, vediamo che la data di conclusione del mandato fu il 1676. Nel

caso in cui, come avvenuto per i vescovi, il periodo di carica fosse conosciuto e

accertato, abbiamo preferito inserire questo, piuttosto che le sole date emerse dalla

documentazione.

21

La successione di alcune cariche, come quella dei vicari generali e dei cancellieri, non

sempre serrata. Sono infatti presenti delle sovrapposizioni temporali e alcune evidenti

lacune. Per coerenza con la documentazione , si preferito lasciare la datazione cos

come riscontrata allinterno delle carte, in attesa di studi pi approfonditi che

definiscano stabilmente le cronologie.

NOMI DI ORGANIZZAZIONI

Lindice delle organizzazioni raccoglie tutti gli enti riscontrabili nella documentazione

quali attori giuridici o generiche personalit citate in un documento. In diversi casi

possibile trovare lindicazione di una localit indicata come istituzione, si tratta in

questi casi di soggetti e non di semplici specificazioni geografiche. E il caso ad

esempio dei sesti, le organizzazioni territoriali in cui era suddiviso il territorio della

diocesi, presenti a seconda del ruolo, sia fra gli enti che fra i luoghi.

Per la presentazione ad indice delle chiese, si scelto di dare risalto alla tipologia di

ente, quindi per la composizione della forma si ha chiesa, seguita dalla specificazione

della dignit (pievania, prepositura, etc.), dal titolo e dallindicazione del luogo

geografico della loro localizzazione.

Le istituzioni romane delle Sacre Congregazioni, indicate nelle carte prevalentemente

nella forma latina, ma anche in lingua italiana in epoca pi recente, particolarmente

complessa per grafia e per composizione, sono state normalizzate sulla base della

variante in lingua italiana per facilitarne lidentificazione.

Per quanto riguarda gli enti statali, si scelto di privilegiare la denominazione

storicamente pi attestata dellente, quindi si cercher ad esempio Regio Tribunale ,

Reale Ufficio delle Ipoteche, ovvero Supremo Tribunale secondo la forma pi

attesta e completa dellaggettivo.

Sono presenti nellindice alcune denominazioni simili, quale Spedale di Siena e

Spedale Regio di Siena. In questi casi, si deciso di mantenere le due forme distinte,

in quanto non stato possibile escludere che si tratti di istituzioni diverse.

22

NOMI DI LUOGHI

Nellindice dei luoghi, i toponimi sono stati presentati secondo la composizione luogo,

tipologia, ad esempio: Peccioli, sesto; Gambassi, vicariato foraneo.

Talvolta possibile trovare la denominazione di un ente in questa sezione, si tratta dei

casi in cui lente ha il ruolo di luogo e non quello di soggetto giuridico.

Nei casi in cui siano presenti toponimi omonimi, ma riferiti ad aree geografiche diverse

si preferito evitare attribuzioni, se non esplicitamente attestate, e rimandare a futuri

approfondimenti. E il caso ad esempio di Libbiano, toponimo riferibile sia al sesto di

Peccioli, che a quello di Pomarance, in questo caso le voci presenti ad indice sono tre:

Libbiano, sesto di Peccioli, Libbiano, sesto di Pomarance, per i casi di attribuzione

dichiarata, Libbiano, senza specifica, per i casi non accertabili.

23

AVVERTENZE

Per una corretta consultazione del materiale archivistico si consiglia la lettura di questa

introduzione generale allArchivio, unitamente a quella relativa al singolo fondo o

complesso documentario di cui si vuole visionare il materiale, con particolare attenzione

ai paragrafi delle avvertenze.

Tutti gli inventari prodotti in questo intervento archivistico presentano in apertura

lintroduzione generale al fondo con le notizie storiche relative al soggetto produttore e

una breve nota archivistica. Seguono poi le serie documentarie, con una breve

descrizione della documentazione che le compone, le descrizioni delle unit

archivistiche ordinate sulla base della numerazione di segnatura, il numero in neretto

nellinventario. In chiusura di ogni fondo sono riportate le voci dindice, ordinate

alfabeticamente sulla base della tipologia, nellordine: persone, enti, luoghi. Ogni voce

rimanda ad un numero che indica non il numero di pagine dellinventario in cui

presente quella voce, ma il numero della scheda descrittiva dellunit di riferimento,

cio quel numero posto in alto a destra in ogni scheda descrittiva di ogni singola unit,

in corrispondenza della data.

La bibliografia essenziale e le fonti utilizzate per la compilazione degli inventari in

quanto riguardano tutto larchivio sono riportate in coda a questa introduzione.

Per la richiesta in consultazione della documentazione si dovranno indicare i dati della

segnatura completa costituiti dalla denominazione del fondo, denominazione della

serie, numero dellunit archivistica, che sono anche tutte le informazioni riportate

sul cartellino presente sulle unit archivistiche.

Curia vescovile (2008)

sseerriiee:: VViissiittee ppaassttoorraallii

1

24

Abbreviazioni utilizzate

- ADV: Archivio Diocesano di Volterra

- AAPi: Archivio Arcivescovile di Pisa

- CDC: Codice di Diritto Canonico

- c./cc.: carta/e

- r.: recto

- v.: verso

- p./pp.: pagina/e

- []: indica parti del testo risultate illeggibili o mancanti

25

BIBLIOGRAFIA

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AAPi, Parrocchia di S. Marta, S. Marco in Calcesana, Atti vari, n. 1

AAPi, Guida ai fondi, stampa dellaprile 2002

Inventario Archivio Storico Diocesano Hyperborea s.c. - 2008

Curia vescovile

Inventario

A cura di Jaleh Bahrabadi, Antonella Ghisaura Marika Marchese, Samir Musa

Coordinamento Anna Fuggi, Antonella Ghisaura

Responsabile Progetto Cecilia Poggetti

Inventario Archivio Storico Diocesano Hyperborea s.c. - 2008

II

Software: Ceiar 1.4 Stampa: novembre 2008

Sommario

La Curia Vescovile....................................................................................................... IV

Il vescovo e il vicario ............................................................................................... IV

La cancelleria ......................................................................................................... VIII

Le carte della Curia vescovile ..................................................................................X

Il fondo della Curia vescovile di Volterra...............................................................XII

INVENTARIO .............................................................................................................XV

serie: Sinodi ......................................................................................................... 1

serie: Decreti vescovili ....................................................................................... 3

serie: Scritti del vescovo................................................................................... 11

serie: Visite pastorali ........................................................................................ 12

serie: Inventari delle parrocchie ..................................................................... 35

serie: Consegna alle parrocchie degli Olii Santi........................................... 51

serie: Libri delle ordinazioni ........................................................................... 52

serie: Pratiche delle ordinazioni ..................................................................... 56

serie: Atti per ordinazioni ............................................................................... 72

serie: Professionem fidei...................................................................................... 74

serie: Licentiae audiendi confessionem ............................................................... 76

serie: Stato del clero.......................................................................................... 78

serie: Collazioni................................................................................................. 80

serie: Atti beneficiali....................................................................................... 102

serie: Amministrazione di benefici e obblighi............................................ 111

serie: Descrizione di benefici......................................................................... 115

serie: Fedi e stime di beni .............................................................................. 121

serie: Richieste di censi .................................................................................. 122

serie: Atti livellari ........................................................................................... 123

serie: Elenchi di livellari................................................................................. 129

serie: Credito ipotecario................................................................................. 130

II

serie: Decime, tributi, denunce di rendite................................................... 133

serie: Depositario di curia.............................................................................. 138

serie: Legati pii ................................................................................................ 140

serie: Eredit Bartali ....................................................................................... 142

serie: Eredit Caminarecci ............................................................................. 143

serie: Eredit Capezzuoli ............................................................................... 144

serie: Eredit Carnasciali ............................................................................... 145

serie: Eredit Incontri ..................................................................................... 146

serie: Eredit Parissi ....................................................................................... 148

serie: Eredit Passetti ..................................................................................... 149

serie: Eredit Rinaldi ...................................................................................... 152

serie: Spese diverse......................................................................................... 153

sezione: Cancelleria......................................................................................... 155

serie: Notarile rossa ........................................................................................ 156

serie: Notarile P nera ...................................................................................... 164

sezione: Duplicati parrocchiali ...................................................................... 173

serie: 1771-1832 ............................................................................................... 175

serie: 1866-1878 ............................................................................................... 196

serie: 1879-1900 ............................................................................................... 199

serie: 1945-1948 ............................................................................................... 205

serie: 1949-1967 ............................................................................................... 208

serie: 1951......................................................................................................... 210

serie: Stati delle anime, 1758-1911 ................................................................ 211

serie: Dispense matrimoniali ........................................................................ 214

serie: Atti matrimoniali.................................................................................. 220

serie: Protocollo delle pratiche matrimoniali (contabilit) ....................... 231

serie: Riscossioni dei diritti di cancelleria ................................................... 232

serie: Copialettere in partenza ...................................................................... 233

serie: Copialettere in arrivo........................................................................... 240

sezione: Carteggio e atti ................................................................................. 241

III

serie: Lettere pastorali .................................................................................... 245

serie: Santa Sede.............................................................................................. 247

serie: Enti istituzionali laici ed ecclesiastici ................................................ 251

serie: Ordini religiosi...................................................................................... 267

serie: Collegi, confraternite e congregazioni .............................................. 280

serie: Vescovi Sfrondati-Buonamici (1677-1791) ........................................ 284

serie: Vescovi Buonamici-Baldanzi (1782-1855) ......................................... 286

serie: Vescovi Baldanzi-Gelli (1851-1909).................................................... 290

serie: Vescovi Gelli-Munerati (1883-1942)................................................... 298

serie: Vescovi vari (sec. XIII-sec. XX) ........................................................... 299

serie: Memorie .................................................................................................. 315

Indice dei nomi di Persone....................................................................................... 317

Indice dei nomi di Famiglie ..................................................................................... 339

Indice dei nomi di Organizzazioni.......................................................................... 340

Bibliografia........................................................Errore. Il segnalibro non definito.

Fonti ...................................................................Errore. Il segnalibro non definito.

Normativa.........................................................Errore. Il segnalibro non definito.

Siti di riferimento.............................................Errore. Il segnalibro non definito.

IV

La Curia Vescovile

Il nuovo Codice di Diritto canonico definisce la curia diocesana come linsieme delle persone e degli organismi che aiutano il vescovo nel governo di tutta la diocesi, cio nel dirigere lattivit pastorale, nel curare lamministrazione della diocesi come pure nellesercitare la potest giudiziaria. La sua struttura, come tratteggiata gi nel Codice di Diritto canonico del 1917, riflette la plurisecolare evoluzione di questo istituto e dei suoi organi. La nomina di coloro che esercitano un ufficio nella curia diocesana spetta al vescovo diocesano, tra costoro vi deve essere un moderatore di curia che preferibilmente individuato nel vicario generale. A lui spetta, sotto lautorit del vescovo, coordinare le attivit che riguardano la trattazione degli affari amministrativi come pure curare che gli addetti alla curia svolgano fedelmente lufficio loro affidato. Tra i collaboratori principali del vescovo c il vicario giudiziale e il cancelliere al quale possono essere affiancati altri notai, la cui scrittura o firma fa pubblica fede. In ogni curia poi deve essere costituito larchivio, come pure un archivio segreto1.

Il nuovo Codice di Diritto canonico prevede poi obbligatoriamente la creazione di un consiglio per gli affari economici, presieduto dal vescovo diocesano o da un suo delegato e composto da almeno tre fedeli; in aggiunta a tale consiglio, in ogni diocesi il vescovo dopo aver sentito il collegio dei consultori e il consiglio per gli affari economici, nomina un economo. Il consiglio per gli affari economici subentrato allufficio amministrativo diocesano, che aveva un direttore amministrativo.

Il vescovo e il vicario

Nellordinamento canonico vigente, il papa nomina liberamente i vescovi in tutta la Chiesa latina. La fonte per da cui i vescovi ricevono qualsiasi loro ufficio e da cui derivano la sacra potest Cristo stesso, e non il papa. La sacra potest di cui egli dotato e che esercita nel nome e nellautorit di Cristo si esprime nella funzione di santificare, di insegnare e di governare. Tutti questi compiti, il vescovo li riceve con la consacrazione episcopale2, con cui entra a far parte del collegio dei vescovi, che succede al collegio degli apostoli nel magistero e nel governo pastorale e, di conseguenza, nel potere supremo su tutta la Chiesa. La determinazione in concreto di tali ambiti dipende dal papa, che detiene su tutta la Chiesa il potere primaziale. In forza di questo potere il papa manda i vescovi al servizio di quella particolare porzione del popolo di Dio che forma la diocesi. Latto con cui il papa assegna ai vescovi il loro ufficio prende il nome di missione canonica3. La qualifica di canonica data dal fatto

1 CDC 1983, cann. 469-470, 472, 473 2, 482-489.

2 Costituzione 21 novembre 1964, 21; CDC 1983, can. 375 1.

3 Idem, Nota explicativa praevia, 2.

V

che tale missione o determinazione regolata da norme giuridiche. Infatti, anche se il vescovo esercita la propria potest personalmente in nome di Cristo non significa che goda di una potest assoluta, e che il loro esercizio non possa mai essere delimitato, nemmeno dal papa. I vescovi, infatti, esplicano sempre il loro potere sotto lautorit del sommo pontefice.

Il vescovo gode di poteri e di diritti ampi. Grazie alla pienezza di sacerdozio che gli stata attribuita, pu conferire gli ordini sacri e procedere a tutte le consacrazioni. Egli dispone del potere legislativo, giudiziario e coercitivo nei limiti fissati dal diritto canonico. In compenso, l'importanza della carica impone al vescovo obblighi importanti. Egli deve vigilare sul bene dei fedeli che gli sono affidati, sulla dottrina, la vita religiosa, i costumi. Ha la responsabilit del ministero pastorale nella diocesi, stabilisce il collegamento tra il potere centrale della Chiesa e i cristiani.

Secondo quanto stabilito dal Concilio di Trento (1545-1563), ogni vescovo deve compiere, a date regolari, un viaggio a Roma, chiamato ad limina apostolorum, al fine di prendere contatto con il pontefice e con le diverse congregazioni romane. Ogni vescovo obbligato a inviare a Roma, ogni cinque anni, un rapporto scritto che si estende a tutti gli aspetti della vita religiosa della diocesi: fede e culto; organizzazione della curia diocesana, statistica del clero; ordinazioni; pratiche religiose; opere di apostolato; collaborazione degli ordini religiosi. Questi rapporti quinquennali, denominati visite ad limina, vengono esaminati dalla Congregazione Concistoriale.

Nellesercizio del suo ministero, il vescovo assistito dalla curia diocesana o curia episcopale, che lo asseconda nel lavoro amministrativo. Si avvale inoltre del parere, in determinate circostanze, del capitolo dei canonici della cattedrale. Nelle diocesi che non possiedono capitolo, i canonici sono sostituiti da sacerdoti designati dal vescovo che portano il titolo di consultori diocesani.

Nelle diocesi maggiori, il vescovo viene coadiuvato nel proprio lavoro da uno o da diversi collaboratori, che hanno ricevuto la consacrazione episcopale e che, quindi, possono sostituirlo per le ordinazioni e soprattutto per lamministrazione del sacramento della cresima. La Santa Sede concede sovente un coadiutore a un vescovo vecchio o ammalato. Qualche volta accorda a questo coadiutore il diritto di succedere al vescovo che egli assiste nella direzione della diocesi. Nel linguaggio canonico, la prassi riserva il titolo di ausiliario ai vescovi coadiutori che non godono del diritto di successione. I vescovi coadiutori e i vescovi ausiliari sono vescovi titolari.

Il vescovo, allinterno della diocesi, anche chiamato ordinario, termine che tuttavia designa, in senso ampio, tutte le persone che godono del potere di governo (giurisdizione) in foro esterno, ossia nel dominio degli atti pubblici (in opposizione al foro interno, dominio della coscienza). Queste persone sono il papa in tutta la Chiesa latina, il vescovo residenziale e il vicario generale nelle diocesi. Nei paesi di missione sono il vicario apostolico o il prefetto apostolico e il vicario generale che ha il titolo di provicario o di proprefetto. Nelle abbazie o

VI

nelle prelature nullius sono l'abate o il prelato nullius e il vicario generale. Negli istituti religiosi di sacerdoti esenti (dalla giurisdizione del vescovo), l'ordinario il religioso che ha il titolo di superiore maggiore. L'espressione ordinario del luogo designa le stesse persone, esclusi per i superiori religiosi che non godono del potere di giurisdizione territoriale, ma unicamente del potere di giurisdizione personale.

Nelle diocesi e nei territori equiparati (prelature e abbazie nullius, vicariati e prefetture apostoliche) il potere legislativo appartiene a colui che detiene la giurisdizione. Nella diocesi dunque il vescovo, ma se la diocesi retta da un amministratore apostolico, il potere legislativo viene affidato all'amministratore. Se la sede episcopale vacante, il capitolo della cattedrale, o in mancanza del capitolo, il collegio dei consultori diocesani esercita provvisoriamente il potere legislativo. Nel caso in cui al vescovo sia impedito di esercitare le proprie funzioni a causa della prigionia, della relegazione, dell'esilio o dell'inabilit personale, in modo che non possa neppure comunicare con i fedeli mediante lettere, il potere legislativo passa nelle mani del vicario generale, o dei vicari generali, se ve ne sono diversi; o di un altro ecclesiastico designato dal vescovo.

Il vescovo, come regola generale, emana leggi per applicare nel proprio territorio le leggi universali della Chiesa. A questo scopo, egli prende provvedimenti per precisare le disposizioni del diritto canonico e all'occorrenza le sanziona. Nonostante l'autorit di cui investito nella propria diocesi, il vescovo non pu adottare provvedimenti che andrebbero direttamente contro il diritto delle autorit superiori, permettendo, per esempio, ci che il diritto generale o provinciale proibisce, oppure vietando ci che l'uno o l'altro di questi diritti autorizza espressamente. Nella diocesi spetta al vescovo scegliere la maniera di esercitare il proprio potere legislativo. Praticamente egli legifera con grande libert; tuttavia in certi campi obbligato a richiedere il parere del capitolo cattedrale e assai raramente il suo consenso. I provvedimenti legislativi del vescovo prendono solitamente la forma del decreto.

La redazione delle leggi da parte del vescovo soggetta a regole, di cui la principale la promulgazione. I provvedimenti presi dallautorit vescovile, perch abbiano forza di legge, devono essere portati alla conoscenza del pubblico mediante un atto appunto di promulgazione. I vescovi promulgano durante i sinodi diocesani i provvedimenti legislativi che prendono in quelle stesse occasioni, mentre le prescrizioni che essi elaborano al di fuori dei sinodi vengono pubblicate attualmente nell'organo ufficiale della diocesi (rivista, bollettino o foglio diocesano). Le leggi episcopali entrano in vigore al momento della loro promulgazione. Queste leggi non godono, in linea di principio, di alcuna mora nell'applicazione e la loro entrata in vigore immediata. Ma niente impedisce al vescovo di accordare, in certe circostanze, una vacatio di cui fisser il limite. il caso, come regola generale, degli statuti sinodali.

VII

Oltre alla legge, il vescovo, come le altre autorit ecclesiastiche che godono del potere di giurisdizione in foro esterno, dispone di unaltra istituzione per disciplinare situazioni particolari, che riguardano una o pi persone, cio il precetto. Il precetto una disposizione di carattere particolare (personale e non territoriale) che si indirizza a individui e comunit incapaci di ricevere leggi e consiste in un ordine, dato in forma privata o solenne.

La cura di adattare le leggi spetta al legislatore stesso, al suo successore o al suo superiore, mediante labrogazione4, lobrogazione5 o la deroga6. In casi speciali il vescovo pu sospendere lobbligazione della legge verso una o pi persone, mediante un atto che prende il nome di dispensa. I vescovi dispensano dalle leggi proprie del loro territorio, di cui essi stessi o i loro predecessori sono stati gli autori. In casi particolari dispensano dalle leggi del concilio plenario e del concilio provinciale. Inoltre i vescovi fruiscono di un ampio potere delegato, potendo dispensare da tutte le leggi generali della Chiesa ogni volta che, contemporaneamente, il ricorso a Roma risulti difficile, il ritardo nella concessione provochi gravi inconvenienti agli interessati, si tratti di una legge da cui la Santa Sede solita dispensare.

Nellambito del suo potere esecutivo e amministrativo, il vescovo provvede alla nomina degli uffici, ed inoltre responsabile dellamministrazione dei beni ecclesiastici; decide sulla fondazione degli uffici ecclesiastici e delle istituzioni pie, ne sorveglia il funzionamento e dirige il governo del Seminario.

Come maestro nella sua Chiesa predica e regola la predicazione del suo clero, dirige listruzione religiosa, vigila affinch non si insinuino abusi nella disciplina ecclesiastica, soprattutto nel ministero della parola, nella celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali, nel culto di Dio e dei Santi e nellamministrazione dei beni7. Come dottore della fede8, il vescovo ha sempre avuto il compito di istruire i fedeli, richiamandoli allesercizio delle virt mediante lettere pastorali - emanate generalmente in tempo di quaresima e lette al popolo durante la messa domenicale - e le iniziative in materia di catechesi da lui favorite e coordinate.

Ha la facolt di conferire lordinazione come ministro ordinario; ricordiamo a questo proposito che con il termine sacra ordinazione oggi si indica propriamente il conferimento, da parte del vescovo, degli ordini del diaconato, presbiterato ed episcopato; in passato lo stesso termine si riferiva, oltre che alla consacrazione episcopale, al conferimento degli ordini maggiori - presbiterato, diaconato e subdiaconato - e degli ordini minori - accolitato, esorcistato, lettorato e ostiariato

4 Labrogazione la soppressione di una legge, senza la sua sostituzione con unaltra. 5 Lobrogazione lemanazione di una legge opposta alla legge in vigore, e che ne rende inutile la soppressione esplicita. 6 La deroga lintroduzione di modifiche alla legge. 7 CDC (1983), can. 392 2. 8 CDC (1983), can 753.

VIII

- e alla stessa prima tonsura, la quale faceva entrare nello stato clericale e faceva acquisire i privilegi del clero, pur non conferendo alcun potere spirituale9.

Come pastore, ogni anno tenuto a visitare la diocesi - tutta o in parte, in modo tale da compiere la visita di tutti gli enti ecclesiastici almeno ogni cinque anni - personalmente, o per mezzo di un collaboratore10.

Le funzioni suddette non si discostano sostanzialmente da quelle dettate dal Codice del 1917; tra le innovazioni introdotte nel 1983 merita segnalare lesclusione del potere coercitivo - previsto dalla normativa precedente - nei confronti dei disobbedienti, sia del clero che del popolo, esercitato irrogando pene anche temporali, censure ed altri castighi11.

Nella curia diocesana, lufficio preminente lufficio del vicario generale. Il vicario generale colui che fa le veci del vescovo, lo rappresenta e lo sostituisce, anche quando egli presente in sede, in tutto il territorio della diocesi, in tutte le materie e in tutte le persone demandate alla cura pastorale del vescovo diocesano. Il vicario generale gode di potest ordinaria, cio agisce con potere che gli accordato non dal vescovo, nei limiti da lui voluti, ma dallo stesso diritto, annesso allufficio che occupa. Si tratta per di una potest vicaria, esercitata a nome di un altro, non a nome proprio. Gli atti di governo contenuti nei suoi poteri, anche se fisicamente sono posti da lui, moralmente e giuridicamente devono essere considerati atti del vescovo. Pertanto, al vicario generale compete la stessa potest che spetta al vescovo per diritto proprio, eccettuato in quelle materie che il vescovo abbia voluto riservare a s o per le quali richiesto uno speciale mandato o incarico da parte del vescovo stesso. La nomina del vicario generale obbligatoria. Il vicario generale nominato a tempo indeterminato, ma pu essere rimosso per qualsiasi motivo e in qualsiasi momento; in caso di vacanza della diocesi, scade dallufficio. Di regola il vescovo ne deve nominare uno solo, ci sono per casi in cui il vescovo pu nominare pi vicari generali nella stessa diocesi. La facolt data quando lo consiglino lestensione della diocesi o il numero dei fedeli. In questi casi, la competenza di ciascuno sempre generale in tutta la diocesi e non soltanto nel settore che ha richiesto o consigliato la nomina. Per ovviare alle difficolt che possono sorgere in questi casi, possono esser costituiti, nella curia diocesana, uno o pi vicari vescovili12.

La cancelleria

In origine il termine cancelliere indic, in ambito civile, il custode dei cancelli del tribunale. A partire dal secolo IV tale figura attestata in riferimento alle

9Per un maggior approfondimento sullistituzione dellOrdinazione v. Enciclopedia Cattolica, Firenze, Sansoni, 1952, vol. IX, pp. 219 e segg., con riferimento al CDC (1917), cann. 949-950. Per la normativa vigente si veda invece CDC (1983), can. 1008 e segg. 10 CDC (1983), can. 396. 11 CDC (1917), can. 2220 e segg. 12

CDC 1983, can. 476.

IX

mansioni di scrivano presso la corte imperiale, due secoli pi tardi denotava ormai una carica di notevole importanza. da notare che fu lufficio a ricevere il nome dal funzionario e non viceversa. Per ci che riguarda le comunit cristiane, certo che esse ebbero presto dei notarii, sul modello delle istituzioni pagane, a questi sembra si debba collegare lorigine della cancelleria papale, la quale nel V secolo aveva senza dubbio una sua organizzazione definita ed una sua scuola. Nella curia romana il cancellarius Sacrae Romanae Ecclesiae fu una delle cariche pi in vista e venne conferita a prelati di dignit cardinalizia. Nellesercizio delle sue funzioni il cancelliere fu spesso confuso con i tabelliones e i notarii, finch il crescente prestigio del suo ufficio lo port al vertice delle mansioni di cancelleria. Intorno alla fine del VI secolo, epoca a cui, con il pontificato di Gregorio Magno, risalgono le prime testimonianze certe, si trova per gli ufficiali di cancelleria il titolo di notarius et scriniarius, il che indica, secondo lopinione pi accreditata, che essi adempivano anche allufficio di archivisti.

Nel corso del tempo la struttura della cancelleria pontificia si modific e si articol ulteriormente, fino a quando, generalizzatosi nel XV secolo luso di un nuovo tipo di documento, il breve, nacque la Segreteria dei Brevi che assorb molte delle competenze della cancelleria. Lordinamento attuale della cancelleria apostolica regolato dalla costituzione Sapienti Consilio di Pio X. Il canone 260 del Codice di Diritto Canonico, inoltre, stabilisce quanto segue riguardo alla cancelleria apostolica: Ufficio proprio della Cancelleria Apostolica, a cui presiede il cardinale cancelliere di Santa Romana Chiesa, questo: di spedire le lettere apostoliche o bolle per la provvista dei benefici ed uffici concistoriali, per listituzione di nuove province, diocesi o capitoli e per eseguire altri negozi maggiori della chiesa13.

Per ci che riguarda la carica di cancelliere allinterno della struttura diocesana, in base al diritto canonico esso fa parte della sezione amministrativa della Curia, con funzioni di archivista e di notaio.

Occorre sottolineare la particolare funzione attribuita al cancelliere della Curia fin dallorigine della sua istituzione: la sua figura corrispondeva a quella del notaio, in quanto a lui era attribuita la facolt di redigere gli atti prodotti dalla Curia in modo che questi avessero valore giuridico. Lungo tutto il corso del Medioevo le cancellerie vescovili si ispirarono allordinamento e alle regole della cancelleria pontificia, ripetendone perfino le caratteristiche estrinseche degli atti.

Nella specifica realt della diocesi volterrana si realizza lidentificazione della figura del cancelliere con quella del notaio: il cancelliere aveva lautorit di redigere in forma giuridicamente valida gli atti prodotti dalla Curia e dal Tribunale.

13

A. PRATESI, curatore della voce Cancelleria, in Encilopedia Cattolica, Ente per lEnciclopedia Cattolica e per il Libro Cattolico, Sansoni, Firenze, 1954, vol. III, p. 511.

X

Alla funzione di notaio propria del cancelliere si affianc presto la responsabilit di una buona tenuta degli atti prodotti e ricevuti; in conseguenza di ci il cancelliere venne assumendo anche il ruolo di archivista. Nei canoni 482 e segg. del Codice di Diritto canonico (1983)14 si legge infatti che in ogni Curia deve essere istituito un cancelliere il cui compito principale consiste nel provvedere che gli atti siano redatti compiutamente e siano custoditi nellarchivio15.

Le carte della Curia vescovile

Larchivio della Curia vescovile documenta il governo del titolare ovvero del vescovo che, oltre essere maestro di dottrina (attivit pastorale), esercita il potere legislativo, esecutivo, giudiziario ed amministratore dei beni della diocesi e dellattivit dei suoi collaboratori nei vari uffici, attraverso i quali si dirige e coordina la vita del territorio diocesano. Tale nucleo documentario comincia a formarsi con lorganizzazione delle diocesi e contiene scritture pertinenti lattivit del vescovo e degli uffici della Curia e raccoglie quanto prodotto dal vescovo direttamente, dalla corrispondenza ai bollari, dalle visite pastorali ai sinodi, dalle ordinazioni ai benefici, a quelle emanate dalla Curia, mostrando levolversi dellistituzione che lo ha prodotto. Tuttavia, ad eccezione di casi di particolare importanza, difficilmente ricco di materiali anteriori al secolo XVI e, in genere, al Concilio di Trento (1545-1563). Testimoniando dunque lattivit del vescovo e il funzionamento della Curia, larchivio diventa ben presto uno strumento strategico di governo cui rivolgere attenzione16: esso tende a contenere tutte le scritture di qualche interesse spirituale e temporale, relative alla costituzione e alla vita tanto della diocesi come degli enti ecclesiastici ad essa soggetti, che di varie persone giuridiche e fisiche, sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione.

Nelle norme emanate da Carlo Borromeo negli Acta ecclesia mediolanensis e tese ad una ordinata innovazione, ma al tempo stesso specchio di una importante tradizione curiale sia locale che romana, possibile in via teorica desumere un complesso di pratiche relative a luoghi pii, beni ecclesiastici, anagrafe, indulgenze, altari, monasteri femminili, foro ecclesiastico (in ogni curia episcopale esiste un Tribunale ecclesiastico, che spesso lascia un nucleo di documentazione consistente), fabbrica del duomo, visite pastorali, ordinazioni sacre, normativa (bandi, editti, decreti, lettere circolari) anche sinodale e cos via. Esse sono corrispondenti in tutto o in parte alle partizioni degli uffici curiali, in funzione della evangelizzazione, della prassi sacramentale e liturgica, del comportamento di chierici e laici.

14 Codice di Diritto Canonico. Testo ufficiale e versione italiana, Unione editori cattolici italiani, Roma, 1983. 15 Archivio Arcivescovile di Pisa, Guida ai fondi 16 A. TURCHINI, Archivistica ecclesiastica. Introduzione allo studio, Civita Editoriale, Lucca, p. 88 e ss.

XI

Lordinamento archivistico di numerosi archivi di Curia mostra la continuit di un sistema di organizzazione e di amministrazione di tradizione plurisecolare, con il mantenimento della propria struttura praticamente immutata fino ai tempo recenti, ancora da studiare nella sua peculiarit. In questi archivi non mancano tratti comuni, come scritture relative alle relazioni con i superiori e con il clero subordinato (dalle visite ad limina alle visite pastorali), produzione di direttive, dalla gestione dei benefici ecclesiastici alla verifica patrimoniale, dalle istituzioni ecclesiastiche presenti in diocesi agli atti relativi ai fedeli.

Il codice di diritto canonico del 1917 identifica larchivio della Curia (di accesso comune) come larchivio della diocesi, distinguendolo dallArchivio segreto o sezione segreta, cui pu accedere solo il vescovo o un suo incaricato, contenendo scritture della massima riservatezza, come quelle relative ad impedimenti matrimoniali occulti, a processi ecclesiastici e simili, soggette ad una annua revisione, scarto ed eliminazione.

XII

Il fondo della Curia vescovile di Volterra

Il fondo della Curia vescovile di Volterra raccoglie la documentazione relativa allattivit pastorale, legislativa ed amministrativa svolte dal vescovo e dai suoi ufficiali. La documentazione relativa allattivit giudiziaria costituisce il fondo del Tribunale ecclesiastico (vedi introduzione al suddetto fondo.

La documentazione prodotta dalla Curia volterrana non presenta particolari lacune cronologiche. Il fondo raccoglie gli atti di natura legislativa e dispositiva, in particolare Sinodi e Decreti vescovili. Seguono gli atti relativi allattivit pastorale del vescovo e dei suoi ufficiali allinterno del territorio diocesano: le visite pastorali e i relativi inventari dei beni delle parrocchie, compilati proprio in occasione delle visite; seguono le carte relative alle funzioni sacramentali amministrate dal vescovo nei confronti del clero17: i Libri consacrationis sacrorum oleorum, i Libri, le pratiche e gli atti delle ordinazioni, le professionem fidei, le licentiae audiendi confessionem. Successivamente sono state collocate le carte propriamente legate allamministrazione dei beni attribuiti al clero della diocesi; tra le serie presenti ricordiamo, lo Stato del clero, le Collazioni, gli Atti beneficiali e la connesse pratiche per lamministrazione di benefici ed obblighi, le descrizioni dei benefici. Segue la documentazione relativa allamministrazione del patrimonio diocesano vero e proprio: le richieste di censi, gli atti livellari, gli elenchi di livellari, le pratiche per il credito ipotecario, le decime, i tributi, le denunce di rendite. Seguono poi alcune serie contenenti atti relativi a legati pii e ad eredit che la diocesi si trova a dover amministrare a seguito di donazioni e lasciti testamentari.

Costituisce una sezione a s stante la documentazione legata allattivit dellufficio di Cancelleria; si tratta di tipologie di atti non prodotti direttamente da questufficio, ma ad esso inviati e quindi da esso conservati. La sezione si apre con le due serie dei contratti denominate Notarile rossa e Notarile nera.

Un caso particolare rappresentato dalla sezione dei Duplicati, contenente i duplicati degli atti canonici parrocchiali - battesimi, matrimoni, morti e stati danime - che, a partire dalle istruzioni emanate nel corso del Concilio tridentino, dovevano essere inviati in copia alla Curia della diocesi18. La sezione particolarmente articolata, a causa dei diversi criteri di organizzazione fisica delle carte da parte della Cancelleria nel corso degli anni. Sono stati individuati tre differenti criteri: carte organizzate in base alla parrocchia di provenienza, carte organizzate per tipologia di atto, carte organizzate per anno di produzione. A partire dal 1780, i diversi ordinamenti si alternano in maniera difforme nel corso degli anni. Per tale ragione, nella costituzione delle serie, si operato nel rispetto del criterio dell'organizzazione fisica della documentazione che si mantenuto costante per un determinato periodo, interrompendo la serie

17 Si veda a tal proposito lIstruzione per le scritture da riporsi negli archivi, allegata alla Costituzione apostolica Maxima vigilantia di Benedetto XIII, paragrafo 1, punti 7, 8, 9, 10, 11, 12. 18 ARCHIVIO ARCIVESCOVILE DI PISA, Guida ai fondi, sezione Cancelleria.

XIII

laddove il criterio fisico assume una nuova forma. Le serie sono quindi state individuate e denominate con il periodo cronologico di riferimento.

Per quel che riguarda gli atti emanati direttamente dallufficio di Cancelleria, si segnala la consistente documentazione legata ai matrimoni e suddivisa nelle seguenti serie:

- Dispense matrimoniali, rilasciate dalla Santa Sede alle coppie di sposi della diocesi volterrana, al fine di poter mettere in regola il proprio matrimonio nel caso fossero stati rilevati impedimenti;

- Atti matrimoniali, contenenti le pratiche matrimoniali degli sposi della diocesi, inviate in curia da ogni singola parrocchia; le pratiche possono contenere le domande per contrarre matrimonio, i verbali delle testimonianze e i certificati di stato libero dei richiedenti, i certificati del parroco attestanti le denunce matrimoniali - secondo quanto dettato dal Concilio di Trento - le dispense, i decreti di concessione della facolt di contrarre matrimonio da parte della Curia arcivescovile.

Nel 1950 si aggiunge una terza serie, quella Protocolli delle pratiche matrimoniali, registri nei quali sono annotate le entrate relative all'amministrazione di pratiche matrimoniali da parte della Curia di Volterra: testimoniali, rilascio di nulla osta, rilascio di dispense per consanguineit.

In conclusione, i registri delle Riscossioni dei diritti di Cancelleria, contenenti le annotazioni, riportate in ordine cronologico, di tutte le entrate della cancelleria legate ai soli diritti di riscossione per l'espletamento delle pratiche svolte dalla curia; i Copialettere in partenza, che cominciano nel 1782, la sezione del Carteggio e atti e le Memorie.

Segnaliamo in particolare la sezione del Carteggio, che raggruppa le serie relative al carteggio personale dei vescovi volterrani dal XVI al XX secolo, unitamente a quello della curia. Si tratta infatti di documentazione che ha subito, soprattutto tra XIX e XX secolo, ripetuti rimaneggiamenti che ne hanno alterato la fisionomia originale e che per tale motivo hanno creato non poche difficolt nel corso del presente lavoro di riordinamento. Il nucleo documentario, infatti, si presenta organizzato in maniera estremamente diversificata: una parte delle unit archivistiche stata costituita in base alloggetto delle lettere e degli atti ad esse allegati; una parte, invece, stata ripartita per aree geografiche di provenienza dei documenti (localit specifiche o sesti); altre unit raccolgono le lettere per mittente/destinatario, altre ancora sono state composte da lettere cucite insieme per secoli. La tipologia di ordinamento adottata corrispondeva di solito al titolo attribuito allesterno dellunit. Per questo motivo, le unit archivistiche organizzate in base alloggetto hanno in costola la specificazione dellargomento stesso, quelle ordinate per zona geografica riportano il nome del sesto o della localit, mentre quelle ordinate su base cronologica e riferite a materie diverse riportano titoli molto generici, quali Pratiche varie, Varie o Carteggio e atti vari.

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(Predefinito) Book Antiqua, 12

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XIV

Da questa situazione estremamente disorganica, legata allassenza di una pianificazione complessiva dei riordini che si sono succeduti, limitati, di volta in volta, a singole porzioni di materiale documentario esclusive di tutte le altre, derivata senza dubbio unorganizzazione, se cos si pu chiamare, incoerente e poco funzionale. Gli interventi di smembramento e ricostituzione delle unit, soprattutto quelli di rilegatura o condizionamento delle carte seguiti ai riordini parziali, hanno avuto leffetto di cristallizzare i risultati di tali operazioni e hanno compromesso, anche in questultimo intervento, la possibilit di realizzare un riordino complessivo e organico, a livello delle singole unit. Ci ha portato, di necessit, alla organizzazione di un carteggio per serie omogenee sulla base dei mittenti o esclusivamente sulla base del solo criterio cronologico. Si riporta lo schema di organizzazione delle serie cos come attualmente ripartite:

Serie per mittenti/destinatari:

- Lettere pastorali, Santa Sede, Enti istituzionali laici ed ecclesiastici, Ordini religiosi, Collegi, confraternite e congregazioni

Serie cronologiche, per vescovi:

- Vescovi Sfrondati-Buonamici (1677-1791) conserva il carteggio e gli atti al tempo dei vescovi Carlo F