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Pratoverde, il regno del riciclo
Lavoro realizzato dalla classe 4° C Tempo Pieno
Istituto Comprensivo “Enrico Mattei”
Matelica
Nel regno di Pratoverde viveva in un grande castello circondato da distese di prati regolari e pianeggianti, fitti d’erba, un re molto amato dal suo popolo. Dove il terreno cominciava a salire verso le colline, si vedevano immense coltivazioni di alberi da frutto.
La maggior parte delle persone si dedicava al lavoro dei campi e ogni giorno, al tramontar del sole, ritornava a casa con ceste stracolme di succosa frutta matura. Mele, pere, ciliegie, arance, susine venivano preparate in tutti i modi possibili, di conseguenza, ogni famiglia accumulava una grande quantità di scarti.
Il re allora pensò di invitare tutti gli scienziati del regno per trovare una soluzione per riutilizzare in modo originale le bucce della frutta, in quanto il compost che avevano a disposizione era più che sufficiente a concimare tutti i campi di Pratoverde.
Così inviò i suoi messaggeri in ogni parte del reame
In poco tempo si presentarono i più importanti scienziati, i quali iniziarono subito a fare esperimenti nel laboratorio scientifico del castello.
Passarono giorni e giorni, ma tra disastri e pasticci nessuno riusciva a inventare niente di utile.
Un mattino arrivò al castello uno scienziato . che affermava di essere famoso nel suo paese, pur essendo molto giovane.
Appena gli altri scienziati seppero del suo arrivo cominciarono a prenderlo in giro:
Il re volle dargli fiducia e lo accompagnò nel laboratorio dove il giovane cominciò a lavorare.
Ben presto dal grande comignolo del castello uscirono vapori rossastri, neri, arancioni e giallognoli … All’improvviso si sentì un grido di gioia:
Finalmente ci sono riuscito! Che invenzione! Corro subito dal re!
Sire, vi prego di seguirmi, così vi farò vedere la macchina che ho inventato: essa trasforma le bucce della frutta in carta colorata e profumata.
Il re apprezzò l’invenzione del giovane pensando che avrebbe fatto felici tutti i bambini del regno. E così fu
I dieci figli del suo stalliere corsero subito a prendere i fogli di carta colorata e costruirono bellissimi aquiloni; tutti i loro compagni fecero altrettanto, così in poco tempo il cielo si riempì di una miriade di colori, mentre nell’aria si diffondeva un fresco aroma di frutta.
Ben presto scomparve ogni sentore sgradevole: nelle case, nei vicoli e perfino nelle stalle si avvertiva una sensazione di fresco e di pulito.
La figlia del re pensò che solo un giovane dall’animo gentile avrebbe potuto fare una simile invenzione così, incuriosita, chiese al re di farglielo conoscere. Poiché il re nutriva stima per il giovane accettò volentieri.
I due giovani subito si innamorarono, si sposarono e vissero felici e contenti nel regno di Pratoverde per tantissimi anni.
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