istituto italiano dei castelli onlus · 2018-04-13 · 197-198 issn 0392-5803 gennaio - ottobre...

40
197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA” ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS

Upload: others

Post on 20-Jul-2020

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

197-198ISSN 0392-5803

gennaio - ottobre 2017“Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ISTITUTOITALIANODEI CASTELLI ONLUS

Page 2: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

SOMMARIO2

>181-182

ISTITUTOITALIANODEI CASTELLI ONLUS

Maggio 2012 - Dicembre 2012“Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Milano”

SommarioCRONACHE CASTELLANE N° 197/198ISSN 0392-5803geNNaIo - ottobre 2017

in copertina: La Rocca Maggiore di Assisi (foto Domenico Caso)

Fondatore Vittorio Faglia

Direttore scientificoe cura editoriale

Luigi Maglio

Direttore responsabile

Maurizio Orrù

Redazione Antonella Delli PaoliDomenico Caso

Segreteria di redazione

Castel dell’Ovovia Eldorado - 80132 Napoli [email protected]

Impaginazione e stampa

Officine Grafiche Francesco Giannini & Figli S.p.A. Via Cisterna dell’Olio 6B80134 Napoli

Il presente notiziario, stampato in 2000 copie, è una circolare interna di informazione per i Soci dell’Istituto Italiano dei Castelli. Autorizzazione del Tribunale di Monza n. 147 del 23.4.1968. I testi possono essere riprodotti previa autorizzazione e citando la fonte.

Stampato a Napoli nel mese di dicembre 2017

Istituto Italiano dei Castelli OnlusFondato da Piero Gazzola nel 1964Associato a Europa Nostra - Federazione paneuropea del PatrimonioOrganizzazione internazionale sotto gli auspici dell’Unesco e del Consiglio d’Europa

Sede Legale

Segeteria Generale

Castel Sant’Angelo - Roma

Via G.A. Borgese 14 - 20154 Milano - tel. 02 347237

segreteria@istitutoitalianocastelli.itwww.istitutoitalianocastelli.it

197-198ISSN 0392-5803

gennaio - ottobre 2017“Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ISTITUTOITALIANODEI CASTELLI ONLUS

3 Lettera del Presidente Attività dell’Istituto4 CXXX Consiglio Direttivo dell’Istituto6 CXXXX Consiglio Direttivo dell’Istituto

9 Military landscapes. Scenari per il futuro del patrimonio militare11 Ricordo di Aldo Nicoletti Attività delle Sezioni12 Abruzzo Convegno sul Castello dell’Orsa, viaggi di studio presso alcune strutture difensive

del post sisma 2009, Giornate Nazionali dei Castelli

13 Basilicata Giornate Nazionali dei Castelli: visite guidate del complesso fortificato di Altojanni

13 Calabria Visita alla villa di Casignana - ricordo di Rosalbino di Fasanella - viaggio di studio

in Campania - Visite guidate al Castello di Cleto

14 Campania Convegno a Sorrento, workshop, conferenze, visite di studio e Giornate Nazionali

dei Castelli. Corso di castellologia

17 Emilia Romagna Incontri di studio, conferenza Salone del Restauro a Ferrara, gita a Mantova,

rinnovo del consiglio, Giornate Nazionali dei Castelli

18 Friuli Venezia Giulia 13 maggio 2017, visita al cantiere del Castello di Colloredo di Monte Albano

18 Lazio Montenegro, così vicino così lontano Visita a Siena alla collezione salini

21 Lombardia Visita alla Torre dei Gorani, conferenze invernali, Giornate Nazionali dei Castelli:

tavola rotonda e visite guidate alla Rocca di Romano di Lombardia

22 Marche Viaggio in Trentino, presentazione atti celebrazioni bramantesche, gita a Forlì e

Cesena, il nord della Puglia Giornate Nazionali dei Castelli: Corinaldo

23 Molise Associazioni che s’incontrano – conferenze – visita a Fornelli – Giornate Nazionali

dei Castelli Viaggio di studio in Basilicata

26 Piemonte Valle d’Aosta Attività ottobre 2016 - maggio 2017

27 Puglia Viaggio di studio a Napoli e Baia, Giornate Nazionali dei Castelli: Balsignano

28 Sardegna Incontri culturali e visite di studio tra Giornate Nazionali dei Castelli e Convegno

internazionale di La Maddalena 21-24 giugno 2017 Un gioiello del mimetismo militare: la batteria di Candeo a La Maddalena

30 Sicilia Convegno su Giuseppe di Ventimiglia – conferenze e visite guidate sui grandi

eventi geologici – Giornate Nazionali dei Castelli: visite guidate ad Aci Castello

31 Toscana I Castelli del Lazio - gli orologi di palazzo Pitti – Monte Savino città fortificata –

conferenze – Giornate Nazionali dei Castelli: Calenzano

33 Trentino Alto-Adige Elezione consiglio direttivo, ciclo di conferenze, visite, Giornate Nazionali dei

Castelli maggio 2017

34 Umbria Viaggio a Napoli e viaggio in Sicilia – conferenze, visite di studio – il Castello di

Magione

35 Veneto Tutela del patrimonio culturale in aree di conflitto, Giornate Nazionali dei Castelli:

Castel San Zeno di Montagnana e la coltivazione della canapa

38 Recensioni40 Organico dell’Istituto

Page 3: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

3LETTERA DEL PRESIDENTE

> Lettera del Presidente

ari Soci,si è appena concluso a Rimini, con un notevole riscontro, il convegno “ I Castelli in epoca Malatestiana, residenza e difesa in Italia tra medioevo e rinascimento”. Al suo interno si è presentato il volume: “Dino Palloni, i Castelli, antologia di scritti”

a cura di Andrea Ugolini e Chiara Mariotti . Il convegno è stato un dovuto omaggio a Dino Palloni, uno studioso che molto ha dato al nostro Istituto, sia come Consigliere Scientifico che con il “gruppo giovani” studiosi da lui condotti.Quest’anno, per merito del nostro CN Andrea Grigoletto, tutte Sezioni regionali, per la prima volta in 19 anni, hanno partecipato alle “Giornate Nazionali dei Castelli”. Questo è già un grande risultato, comunque molto resta da fare, come ci dice, sempre Grigoletto nelle sue considerazioni finali. Il viaggio Nazionale svoltosi a fine maggio che ha interessato i castelli del Reno, nonostante il numero spropositato dei partecipanti è stato un bel successo, tra l’altro siamo stati anche a trovare i nostri amici del Deutsche Burgen Vereinigung e dell’ Europaisches Burgen Institut, il Deutsche è il nostro equivalente in Germania. Con loro abbiamo messo le basi per una possibile futura collaborazione. Per quanto riguarda il convegno sulle problematiche dell’accatastamento degli edifici fortificati, per ragioni logistiche, è stato posticipato, si svolgerà a Ferrara in occasione del salone del restauro che si terrà tra il 21 ed il 23 Marzo 2018I prossimi Consigli e l’Assemblea Generale si svolgeranno a Roma il 7 e l’8 aprile. Nella speranza che molti soci vi partecipino, stiamo organizzando, per sabato 7 un interessante visita di studio a due castelli del Lazio. Il mio auspicio e che l’assemblea annuale, così come il viaggio Nazionale diventino un’occasione di incontro per i soci.Con grande tristezza ricordo che nel mese di ottobre è scomparso il Marchese Giovanni di Ventimiglia, Il Presidente che mi ha preceduto e che tanto ha dato al nostro Istituto, al quale ero legato da profondo affetto. Giovanni sarà ricordato sul prossimo numero di “Cronache”Come sempre spero che i soci tutti partecipino alla vita dell’Istituto dando un loro, anche piccolo contributo, abbiamo bisogno che ognuno si impegni perché il nostro grande progetto per il rilancio dell’Associazione cresca e si sviluppi

Fabio Pignatelli della Leonessa

Page 4: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

> CXXX CONSIGLIO SCIENTIFICO DELL’ISTITUTONapoli, 5 novembre 2016 - ore 15.00, presso la sede della Sezione Campania, Castel dell’OvoPresenti: Foramitti (presidente), Calderazzi, Carafa, Corazzi, Cuppini, De Tommasi, Fiorino, Gentilini, Iacobone, Labaa, Lusso (segretario), Maglio, Mollo, Pignatelli della Leonessa, Magnano di San Lio, Righini, Taddei, Tamborini, Valente, Valle, Villa, Villari, Vitti. Assenti giustificati: De Fraia, Fumo, Guida, Malatesta, Mariano, Monti, Zannoni. Assenti: Marino, Santoro, Viganò. Uditori: Iacone, Maccioni, Perbellini (sino alla discussione del punto 8, poi presente a tutti gli effetti). Hanno cortesemente avvisato della loro assenza i consiglieri d’onore: Viglino.Il presidente Foramitti, dopo aver verificato la vali-dità dell’assemblea, dichiara aperta la seduta per la delibera sugli argomenti all’ordine del giorno, ringraziando la Sezione Campania per l’ospitalità. Il verbale viene redatto sotto la responsabilità del segretario Enrico Lusso e controfirmato dal presi-dente Vittorio Foramitti. 1. Approvazione del verbale della seduta precedenteIl verbale della seduta precedente è approvato all’unanimità.

2. Comunicazioni del Presidente dell’IstitutoPignatelli della Leonessa informa dell’esito della cerimonia del Premio di Laurea, svolta al mattino, dichiarandosi molto soddisfatto della qualità degli elaborati presentati.

3. Comunicazioni del Presidente del CSIl presidente Foramitti chiede di modificare l’ordine del giorno anticipando il punto 8, in ragione della necessità di poter deliberare con urgenza su alcuni temi da troppo tempo rimasti in sospeso. Il CS approva e l’ordine del giorno viene variato.

4. Cooptazione nuovi consiglieri Il presidente Foramitti dà notizia delle varie can-didature pervenute e apre la discussione sui profili scientifici dei candidati e procedere così alla loro eventuale cooptazione. a) Candidatura Giuseppe Antista, siciliano, dottore di ricerca, come membro ordinario. Il curriculum viene illustrato da Villa, in qualità di proponente della candidatura. Terminata l’illustrazione, prende la parola il vicepresidente Labaa, il quale, pur senza entrare nel merito della qualità della candidatura, di indubitabile alto pro-filo, esprime i propri dubbi sul fatto che si propon-gano nuovi membri in fase scadenza di mandato del presidente. Ritiene anche problematico il fatto che la provenienza dei candidati sia sempre più spesso accademica, mentre sarebbe opportuno, dal momento che la tendenza futura per il CS dovrà essere necessariamente quella di puntare molto

sull’opera di valorizzazione del patrimonio fortifi-cato, privilegiare i soci dell’Istituto. Ricorda altresì come sarebbe auspicabile evitare di raggiungere il numero massimo di soci previsto dal regolamento, in modo da poter contare sempre su una riserva qualora si aprisse la possibilità di cooptare persona-lità di spicco. Alla luce di quanto esposto, propone pertanto di rimandare la votazione a un prossimo CS, anche per permettere una valutazione più atten-ta dei curricula, pervenuti con ritardo all’attenzione dei membri del CS. Si apre la discussione: Cuppini ritiene che si debba procedere, anche perché l’inse-rimento di persone vicine o inserite nell’ambiente universitario rappresenta a suo giudizio un inne-gabile valore aggiunto per il CS. Foramitti ricorda come il numero dei nuovi consiglieri appartenenti all’ambito accademico risulti, in realtà, inferiore alla metà del totale dei membri cooptati nel corso del suo mandato. Inoltre, il numero di membri effettivi è pari a 26, dunque con un buon margine prima di raggiungere il numero massimo fissato dal regolamento in 35. Ritiene infine non condivisibile la posizione riguardo alla scarsa coerenza di tempi: qualora si decidesse di rimandare la decisione al CS presieduto dal nuovo presidente, si dovrebbe attendere un anno. Magnano di San Lio ricorda di aver sottoposto altre candidature per il CS di soci della Sezione Sicilia e richiede che siano valutate. Foramitti dichiara però di averle ricevute poche ore prima del CS e di non aver quindi avuto mate-rialmente il tempo per informarne i consiglieri. Si ritiene pertanto impossibile chiedere al CS di esprimersi nella seduta odierna. Taddei ricorda come si debba, prima di valutazioni in merito alla provenienza e alla formazione scientifica dei can-didati, verificarne la reale volontà di partecipare al CS e prendere parte alla attività promosse. Si mette in votazione la possibilità di rimandare la decisione a un prossimo CS. La possibilità non è approvata a maggioranza. Si mette quindi in vota-zione la cooptazione come consigliere scientifico di Giuseppe Antista. L’ammissione è approvata a maggioranza. b) Candidatura per la riammissione di Gianni Perbellini, dopo che, in occasione del CXXVI Consiglio Scientifico (Napoli – Castel dell’O-vo, 10 maggio 2014), a margine del dibattito sulla riforma del Regolamento del CS e dell’introduzione dell’incompatibilità tra la carica di consigliere scientifico e di membro del Consiglio Direttivo, egli aveva avanzato le proprie dimissioni dal CS. Dopo aver chiesto al candidato, presente come uditore, di abbandonare cortesemente la seduta del Consiglio, prende la parola Foramitti, il quale, dopo aver rias-sunto le vicende che hanno condotto alla situazione odierna, si dichiara favorevole alla riammissione di Perbellini, la cui pluridecennale attività all’interno dell’Istituto è ben nota a tutti i consiglieri. Si fa quindi promotore della candidatura, aprendo quindi il dibattito. Prende la parola Labaa, per ricordare

Attivitàdell’ISTITUTO

Page 5: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

quanto previsto al riguardo dal regolamento. Egli ritiene che, al di là del fatto che il candidato si sia dimesso, non possa essere eletto come membro ordinario per raggiunti limiti di età. Potrebbe essere ammesso come membro d’onore, ma il regolamento sembrerebbe escludere tale possibilità. Resterebbe quindi la sola possibilità di associarlo al CS come consigliere corrispondente. Dopo ampio dibattito, in cui molti consiglieri intervengo ribadendo la volon-tà di superare e ricomporre gli attriti che negli anni passati hanno a lungo paralizzato l’attività del CS, si mette preventivamente in votazione la possibilità che si possa essere cooptati come membri d’onore. Il consiglio approva a maggioranza. Si vota quin-di sulla riammissione di Gianni Perbellini quale membro d’onore del CS. Il consiglio approva a maggioranza. Gianni Perbellini è richiamato nel CS, in cui può ora tornare a sedere in qualità di mem-bro. c) Candidatura di Maurizio De Vita, professore ordinario di Restauro presso l’Università degli Studi di Firenze, proposta da Foramitti, che ne illustra il curriculum, come membro corrispondente, in quan-to non risulta al momento iscritto all’Istituto. Dopo breve discussione, si mette in votazione l’ammissio-ne come consigliere corrispondente di Maurizio De Vita. Il consiglio approva maggioranza. L’ordine del giorno del CS riprende secondo l’ordine stabilito.

5. Pubblicazioni dell’Istituto Il presidente Foramitti ricorda unicamente la neces-sità di ottemperare rapidamente ad alcune deli-berazioni dello scorso CS, in modo da permettere alle pubblicazioni dell’Istituto di acquisire tutti i parametri di scientificità richiesti e permettere loro di essere maggiormente attrattive. Nello specifico, occorre: 1) attivarsi per ottenere il codice ISSN per la collana Castella. Prende la parola Lusso, ricordando che per poter procedere è necessario disporre della copertina e del frontespizio del primo e dell’ultimo numero, in assenza dei quali non si può neppure avviare la procedura. I suoi precedenti tentativi per recuperare tali materiali presso la Segreteria nazionale sono stati infruttuosi e chiede pertanto ai consiglieri che ne fossero in possesso di fargli pervenire copia dei documenti. 2) attivare del processo di referaggio per la rivista Castellum. Perbellini, che ha provveduto nel frattempo a per-fezionare la procedura e a elaborare una scheda di valutazione, ne illustra il funzionamento. In sintesi, l’attività di referaggio sarà attivata secondo la modalità in doppio cieco e sarà a carico del CS, che costituisce il comitato scientifico della rivista. Di volta in volta, saranno individuati i consiglieri che si faranno carico del referaggio dei saggi, secondo modalità operative che saranno al più presto defi-nite. Il consiglio approva all’unanimità.

6. Attività scientifiche: Atlante Castellano Foramitti, dopo aver riassunto brevemente quanto deliberato nel corso del CXXX CS, propone una verifica complessiva dell’attività, in modo da aver ben presente lo stato dell’arte. Avanza l’ipotesi che le regioni e/o le province scoperte possano essere affidate a studiosi i quali, in ragione dalla rilevanza strategica dell’atlante per il CS, potrebbero essere inseriti al suo interno in qualità di membri corri-spondenti. Il consiglio approva all’unanimità.

7. Attività scientifiche: Die Burgen Italiens Foramitti riprende quanto già esposto nel CXXX CS e, anche in questo caso, chiede che si faccia il punto della situazione, per valutare a che punto sia la proposta, tenendo conto anche del fatto che

paiono profilarsi all’orizzonte nuove possibilità legate alla disponibilità di fondi per la cooperazione scientifica tra Germania e Sud Europa. Ricorda che la prima fase del lavoro consisterà nella pubblica-zione della traduzione del testo di Bodo Ebhardt curata dal consigliere direttivo Cristina Marchesi, accompagnato da alcune note introduttive, even-tualmente edita in forma digitale. La seconda fase consisterà invece nel confronto fra le architetture e il paesaggio documentato da Ebhardt e le loro attuali condizioni. Foramitti, al riguardo, ritiene inopportuno fissare dei paletti troppo rigidi ai vari gruppi di lavoro regionali, essendo anche la coper-tura territoriale e la profondità delle analisi assai eterogenee nell’opera originaria. Si deve dunque senz’altro prevedere che in ogni regione si esamini i casi studiati dall’architetto tedesco, mettendo a confronto le immagini all’epoca raccolte con le stesse vedute attualizzate, ma con libertà di inter-pretazione. Il risultato della prima fase potrà essere accompagnato dall’organizzazione di una giornata di studio, prevedibile per il 2017, con successiva pubblicazione degli atti. Il consiglio approva all’u-nanimità. A margine del dibattito a proposito delle attività scientifiche del Consiglio, prende la parola Villa, che propone di organizzare, in occasione di uno dei prossimi CS, una tavola rotonda, in modo da divulgare gli studi che i consiglieri stanno conducendo. Taddei, ricordando come si fosse già provato a organizzare un’attività del genere in passato, propone che ci si limiti, di volta in volta e a rotazione, a comunicazioni di singoli consiglieri, della durata di una ventina di minuti, in modo da non paralizzare del tutto l’attività del CS. Villa non eccepisce su tale ipotesi, ricordando come tale atti-vità potrebbe essere in ogni caso assai utile anche come occasione per aperture verso l’esterno, in modo da permettere ai consiglieri di valutare ipotesi di ulteriori cooptazioni di membri corrispondenti. In considerazione dell’attualità del tema, lancia anche l’idea di immaginare una tavola rotonda che affronti l’argomento del patrimonio fortificato interessato dal sisma del Centro Italia. Fiorino con-viene sulla necessità che il CS debba aprirsi verso l’esterno e una riflessione sulle conseguenze del terremoto può fornire un’occasione utile anche alla definizione di linee guida sul patrimonio colpito. Avanza quindi l’ipotesi di scegliere un argomento molto mirato. Villa è incaricato di valutare i temi e di prendere contatti preliminari con gli enti che potrebbero essere coinvolti nel dibattito. Righini ricorda che i problemi, anche di metodo, connessi con gli interventi post terremoto dell’Emilia sono tutt’altro che risolti. Ricorda anche i buoni rapporti che intercorrono tra la Sezione Emilia Romagna e l’organizzazione del Salone del Restauro di Ferrara e propone di valutare la possibilità di organizzare un incontro di studio in occasione dell’edizione 2017. Il tema potrebbe essere quello dei danni da terremoto e della ricostruzione, senza necessaria-mente doversi concentrare sul quello del Centro Italia. Cuppini, che concorda sull’opportunità di mantenere alta l’attenzione sul sisma dell’Emilia, valutando peraltro nel medio periodo le difficoltà emerse nel corso degli interventi di recupero del patrimonio storico architettonico, si impegna in una esplorazione presso l’organizzazione del Salone del Restauro sulla possibilità di organizzare tale incon-tro di studi. In considerazione del gran numero di iniziative in corso e in fase di studio, il presidente Foramitti invita la Segreteria a inviare una mail per raccogliere le disponibilità dei consiglieri a impe-gnarsi in specifiche attività.

5ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO

Page 6: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

8. Targhe di riconoscimento Non si è ancora giunti alla conclusione delle proce-dure avviate negli scorsi CS. Si sollecitano pertanto gli incaricati a procedere.

9. Varie ed eventuali Il vicepresidente Maglio comunica come la pub-blicazione della seconda edizione delle Parole del castello stia procedendo; dà inoltre lettura dei documenti, anticipati ai consiglieri nei giorni scorsi ed elaborati, rispettivamente, da Fumo, nominata responsabile del progetto AIP Formazione, e Masini, Guida e lo stesso Maglio, a partire dal progetto BasiliCastle, per la realizzazione di un atlante digi-tale dei castelli open source. Gentilini dà notizia di un corso di aggiornamento professionale per architetti sul tema «Castelli allo stato di rudere», in fase di organizzazione da parte dell’Associazione Culturale Ricerche Fortificazioni Altomedievali (di cui è membro) per l’autunno del 2017, in collabo-razione con l’Ordine degli Architetti e Ingegneri di Trento. Chiede pertanto la collaborazione del CS, che viene approvata all’unanimità. Foramitti infor-ma del documento redatto dal consigliere Righini, che valuta l’opportunità e la possibilità di utilizzare la rievocazione storica criticamente corretta come strumento di valorizzazione. Si tratta, nel caso, di una sorta di vademecum che fa il punto su quan-to, sul tema, si sta facendo in Italia. L’obiettivo è quello di coinvolgere l’Istituto in attività di rievo-cazione scientificamente controllate, anche al fine di avere ritorno di immagine per l’Istituto stesso. Vitti illustra lo stato di avanzamento del progetto “Via delle Fiandre”, affermando come i primi con-tatti intercorsi con le istituzioni coinvolte abbiano avuto esito sostanzialmente positivo. Ricorda come l’orizzonte cronologico per la realizzazione del progetto sia da individuare nel 2018, anno europeo della cultura e afferma, in qualità di suo consigliere scientifico, che sarebbe molto importante ai fini del finanziamento se Europa Nostra vorrà, come pare, garantire il proprio avallo all’iniziativa. Iacobone informa i consiglieri della sua intenzione di orga-nizzare un convegno che faccia il punto storiogra-fico sugli apporti dei “padri” fondatori dell’Istituto, da Gazzola a Faglia, Roggero, Cassi Ramelli, senza dimenticarsi degli apporti disciplinari di altre per-sonalità di spicco del dibattito culturale italiano di quegli anni, come, per esempio, Guidoni. Chiede pertanto la collaborazione del CS, che viene appro-vata all’unanimità. Fiorino informa il CS di come la Sezione Sardegna si stia occupando delle proble-matiche legate alle dismissioni demaniali dei beni militari. Taddei lamenta che l’iniziativa “il Castello del mese” ha avuto pochissima eco. Sollecita per-tanto i consiglieri a prodigarsi, a livello locale, in modo da produrre con continuità schede da pub-blicare sul sito internet dell’Istituto. Labaa ricorda come la candidatura alla WHL UNESCO del sito seriale transnazionale che abbraccia tre stati (Italia, Croazia, Montenegro) e 11 città, denominato Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo, stia andando in porto. Siccome l’Istituto non è stato direttamente coinvolto nelle attività legate alla pre-parazione del dossier di candidatura, auspica che possa rientrare in gioco almeno nel momento in cui si tratterà di ragionare sui temi della conservazione e della valorizzazione di tale patrimonio, conside-rando anche come Bergamo sia la città promotrice. L’esito della candidatura si saprà nella riunione UNESCO di Cracovia del giugno 2017. Fa pertanto notare come sia impensabile che il CS si mantenga ai margini di un evento così importante, e più in

generale che l’Istituto non si faccia avanti quando si profilano proposte italiane di iscrizione di beni fortificati nella WHL UNESCO. Pignatelli propone di affidare a Labaa il monitoraggio di queste situa-zioni. Il Consiglio approva all’unanimità.Non essendoci altre comunicazioni e avendo esauri-to gli argomenti all’ordine del giorno, il presidente Foramitti ringrazia i presenti e dichiara chiusa la seduta alle ore 18.45.

Il Presidente Vittorio Foramitti

Il SegretarioEnrico Lusso

> CXXXX Consiglio Direttivo dell’Istituto Napoli, 6 novembre 2016 - ore 9.30, presso la sede della Sezione Campania, Castel dell’Ovo

Presenti di persona: Badan, Bellucci, Caputi Lambrenghi, Cima, Cosentino, Cuppini, De Jorio Frisari, Di Mauro, Foramitti, Giovannelli, Grigoletto, Iacone, Lusso, Maccioni, Maglio, Maioli, Marchesi, Masini, Meneghelli, Perrella, Pignatelli della Leonessa, Pintus, Piovesan, Rocculi, Rosati, Scaramellini, Stagno d’Alcontres, Susanna, Zerbi.Presenti per delega: Barsanti Calamia, (delega Rosati), Chiappini di Sorio (delega Grigoletto), Del Conte (delega Piovesan), Reviglio della Veneria (delega Lusso).Assenti giustificati: Chiarizia, Codroico, Fenici, Gaslini, Lorusso Bollettieri, Saponaro Monti, Ventimiglia.Uditori: Bottiglieri, De Franciscis, Gallavresi, Garau, Labaa, Maggi, Mollo, Pegoraro, Perbellini, Valle, Vincis.Il Presidente Pignatelli, dopo aver verificato la validità dell’assemblea (sulla base del numero dei Consiglieri presenti e delle deleghe), dichiara aperta la discussione per la delibera sugli argomenti all’or-dine del giorno.Il verbale viene redatto sotto la responsabilità del Segretario Generale (Iacone) e controfirmato dal Presidente Pignatelli.

1. Approvazione del verbale della seduta prece-dente Il verbale viene approvato alla unanimità tenendo presente che i nuovi Consiglieri eletti e presenti quindi per la prima volta si sono astenuti dal voto.

2. Comunicazioni del PresidenteIl Presidente ringrazia per il lavoro svolto dal C.D. uscente e allo stesso tempo da il benvenuto ai membri del nuovo C.D. con il più vivo auspicio che esso possa affrontare e risolvere i problemi più importanti che condizionano il futuro dell’ Istituto, primi fra tutti la difficile situazione economica ed il ridotto numero di Soci.La limitata partecipazione dei Soci alle recenti elezioni del nuovo C.D. (315 schede valide su 1318 Soci in totale) è sicuramente un indicatore significativamente negativo che rende ampiamente giustificata la necessità del massimo impegno e della massima collaborazione di tutti ai programmi in corso o proposti dalle Sezioni e dai Responsabili delle AIP(aree di interesse prioritario), decise nel C.D. di aprile u.s. in Roma sulla base delle indi-cazioni emerse nella riunione preconsiglio tenuta congiuntamente dai componenti dei C.D. e C.S.Una maggiore consapevolezza dei Soci potrà essere ottenuta anche tramite comunicazioni dirette via e-mail, laddove possibile, con evidenti vantaggi in termini di efficacia e tempestività dell’ informa-

ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO6

Page 7: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

zione. Gli aspetti tecnici ed organizzativi vengono definiti con i nostri esperti in materia.Il Presidente, coerentemente anche con il suo ruolo di Responsabile della AIP di “rapporti con Enti e visibilità a livello ufficiale”, ribadisce il suo impegno nel promuovere l’immagine ed il contri-buto dell’Istituto nelle decisive relazioni con Enti ed Associazioni culturali affini. Sono in corso di preparazione, infatti, protocolli di collaborazione con le Pro Loco (grazie anche al decisivo inter-vento della Vice Presidente D’Alcontres), mentre proseguono i contatti con TCI e siamo in attesa del risultato del lavoro svolto presso il MIBACT sulla possibile riduzione del carico fiscale degli edifici vincolati. È questo un utile lavoro di squadra con-dotto con altre associazioni a noi vicine come la ADSI, a Associazione Ville Venete ed altre

3. Comunicazioni del Presidente del CSIl contributo concreto del C.S. alle attività dell’Isti-tuto può essere riassunto nei seguenti termini: un progetto multinazionale è già in corso di pre-parazione: si tratta di uno studio multidisciplinare storico, architettonico, scientifico sulla “Via delle Fiandre” che prevede il coinvolgimento delle asso-ciazioni scientifiche/culturali dei numerosi paesi a suo tempo coinvolti nella organizzazione difensiva e logistica di questo percorso obbligato per l’eser-cito spagnolo impegnato lungo il Reno durante le guerre dell’età moderna. Il coordinamento di tale progetto per l’IIC è stato affidato a Paolo Vitti, membro del C.S., che si avvale della esperienza di altri componenti del C.S. stesso come Gianni Perbellini, Damiano Iacobone, responsabile degli studi del tratto italiano, Patrizia Valle, oltre al sup-porto del Segretario Generale. I Responsabili di quattro AIP (Aree di interesse prioritario) rispetto alle sette decise sono membri del C.S. (Alberto Monti, Marina Fumo, Rita Fiorino e Guglielmo Villa) e potranno fornire il valore aggiunto scientifico a progetti di natura anche multidisciplinare e manageriale.Il C.S. dovrà collaborare in modo sempre più deter-minante, inoltre, a tutte le iniziative che comportino il riconoscimento di crediti formativi professionali (in stretta collaborazione con Marina Fumo) come mezzo efficace per incrementare l’attivo sociale. Alcune attività scientifiche come la realizzazione dell’ Atlante Castellano ed il lavoro sul “Die Burgen Italiens” con l’esame comparativo delle strutture castellane e fortificate italiane riportate nel 1910 rispetto alla situazione attuale, sono ormai in corso con la identificazione della maggioranza dei referenti regionali. Particolare significato assume quest’ultimo lavoro per quanto riguarda le strutture fortificate danneggiate durante i recenti fenomeni sismici in alcune regioni. Il C.S. provvederà ad organizzare in formato PDF o digitale tutte le pubblicazioni della rivista Castellum come utile mezzo di valorizzazione scientifica e dif-fusione culturale delle attività dell’Istituto.

4. Comunicazioni del Segretario GeneraleIl necessario ampliamento della base sociale è essenzialmente la conseguenza di tutto un comples-so lavoro di gruppo che, nel metodo e nel merito, può contribuire ad una efficace attività dell’Istituto, sulla base delle seguenti considerazioni: la riunione informale congiunta con i componenti del C.D. e del C.S. si è tenuta con un attivo “brain storming” di ampio orizzonte con argomenti, idee e proposte formalizzate successivamente in sette “Aree di Interesse Prioritario” (AIP) e la nomina dei

relativi Responsabili (vedi punto 6).Il positivo atteggiamento emerso sia nel lavo-ro internazionale (come da comunicazioni del Presidente del C.S.) sia in nuove idee (vedi: varie ed eventuali).Il metodo di lavoro matriciale con ampia respon-sabilizzazione dei leader delle AIP che dovranno saper interagire con le Sezioni coinvolgendole attivamente.Il lavoro successivo è cruciale poiché si dovrà garantire la massima operatività di quanto predi-sposto con la più totale adesione delle Sezioni in termini di referenti regionali non solo Consiglieri ma anche Soci che rappresentano un importante bacino di idee, proposte e collaborazioni.

5. Nomina delle cariche dell’Istituto A seguito delle elezioni del nuovo Consiglio Direttivo, si procede alla nomina del Presidente e dei Vice Presidenti. All’unanimità vengono eletti:Presidente: arch. Fabio Pignatelli della Leonessa; Vice Presidenti: arch. Maria Teresa Piovesan per l’Italia settentrionale; ing. Michele Pintus per l’Italia centrale; b.ssa Michaela Marullo Stagno d’Alcontres per l’Italia meridionale.Si è candidato alla carica di Segretario Generale il Consigliere della Sezione Veneto Andrea Grigoletto così motivando:"Serve una forte discontinuità per poter consentire all'Istituto di sopravvivere. In particolare dal punto di vista organizzativo biso-gnerebbe riprendere i rapporti con le Sezioni (vere anime dei rapporti con i soci), molte delle quali sono ai margini della vita della nostra organizza-zione. Serve, inoltre, aggiornare la vita associativa ai grandi temi che stanno coinvolgendo il patrimo-nio culturale nazionale: le dismissioni dei castelli e delle aree militari dello Stato, il nuovo concetto di "valorizzazione" e l'ingresso in questo settore dei nuovi "capitali", la Riforma Franceschini del MiBACT, con la creazione della Soprintendenza Unica e la futura sottoposizione dei soprintendenti ai prefetti prevista dalla legge Madia.Serve, infine, maggiore trasparenza nei rapporti con le grandi istituzioni culturali internazionali, Europa Nostra in primis"Dopo ampio dibattito, durante il quale il Segretario Generale uscente (Iacone) ha lasciato la sala allo scopo di permettere una serena discussione, il Consigliere Grigoletto ha ritenuto opportuno riti-rare la candidatura al fine di evitare infruttuose contrapposizioni in seno all'IIC, in quanto più che la persona è importante che i temi proposti possano essere diventare oggetto di un approfondito dibat-tito nell'Istituto.Il Consiglio Direttivo all’unanimità procede alla nomina di:Segretario Generale: dr. Giuseppe Iacone;Tesoriere: dr. Lodovico Gaslini. Su proposta del Consiglio Scientifico vengono inoltre ratificate le nomine dei seguenti Consiglieri Scientifici: dr. Giuseppe Antista in qualità di membro ordinario;dr. Maurizio De Vita in qualità di membro corrispondente; arch. Gianni Perbellini (dimissionario dal C.D.) in qualità di membro onorario. Su queste ultime (C.S.) si astiene il consigliere Grigoletto.

6. Obiettivi dei Responsabili delle aree di interesse dell’Istituto I profili di lavoro dei Responsabili delle seguenti Aree di Interesse Prioritario (AIP) vengono allegati

7ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO

Page 8: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

al presente verbale e depositati presso la Segreteria:A) Giovani: (include il reclutamento di nuovi Soci e loro fidelizzazione) Responsabile: Dr Alberto Monti (all.1)B) Formazione a livello universitario e professiona-le: (crediti formativi) Responsabile: Prof.ssa Arch. Marina Fumo (all.2)C) Rapporti con la scuola (iniziative/opportunità) Responsabile: Ing. Donatella Rita Fiorino (all. 3)D) Rapporti con enti e visibilità a livello ufficiale: Responsabile: Arch. Fabio PignatelliE) Problematiche relative ai proprietari dei castelli: Responsabile: B.ssa Michaela Stagno d’AlcontresF) Comunicazione e visibilità: Responsabile: Arch. Guglielmo Villa (all. 4)G) Valorizzazione delle attività tradizionali Responsabile: Arch. Gianfranco Rocculi (all. 5)

7. Premio di Laurea 2017Viene confermata Rosa Carafa come responsabile della Commissione che verrà definita quanto prima. La valorizzazione dei contenuti delle tesi può risultare utile per il coinvolgimento dei premiati e segnalati nelle attività dell’Istituto.

8. Giornate Nazionali dei CastelliViene ribadita la utilità della massima valorizza-zione e visibilità di questo evento come una delle più significative e qualificanti attività dell’Istituto. Condizione necessaria è una adeguata preparazione tenendo presente i seguenti aspetti:- preferibilmente una area castellana per ciascuna Sezione- programmi da definire al massimo entro Gennaio- data prevista: 13/14 Maggio 2017- un solo responsabile del coordinamento del pro-getto, alla unanimità viene eletto Grigoletto, che si avvarrà del decisivo contributo della Sezioni e della collaborazione di Villa (AIP Comunicazione e Visibilità) e Rocculi (AIP Valorizzazione delle attività tradizionali)

9. Premio “Il Castello racconta”Il progetto, che rientra nella AIP rapporti con la scuola e che viene coordinato da Giusi Villari, si basa su un concorso rivolto alle scuole secondarie

di primo grado e prevede il coinvolgimento delle Sezioni per ottenere la più ampia divulgazione presso le scuole locali, come ovvia condizione per il suo successo.

10. Varie ed eventualiNuove idee ed iniziative presentate e da approfon-dire: A) - il Turismo Storico (Massimiliano Righini) è un fenomeno in continua espansione che si basa principalmente sulla rievocazione e ricostruzione di significativi episodi del passato. L’ipotesi organiz-zativa prevede il supporto storico/scientifico dell’IIC alle organizzazioni della società civile (associazioni e pro loco) che gestiscono la realizzazione di eventi per la promozione della architettura fortificata. È evidente il possibile vantaggio in termini di visibi-lità che tali iniziative possono offrire se condotte in termini di assoluto rigore culturale.- Atlante Italiano Digitale dei Castelli (Nicola Masini, Antonella Guida, Luigi Maglio). Il progetto prevede la digitalizzazione con i più moderni mezzi tecnologici e, ove possibile, l’aggiornamento in modo selettivo delle informazioni del patrimonio di dati che l’Istituto ha raccolto negli anni e che non sono facilmente catalogabili e consultabili a livello nazionale. Questa iniziativa può offrire evidenti vantaggi in termini di visibilità e utile supporto tecnico agli studi sul patrimonio architettonico fortificato. B) Il programma di viaggio nazionale quest’anno si tiene nella valle del Reno (29 Maggio/4 Giugno 2017) e verrà diffuso in modo generalizzato a tutti i Soci.Le prossime riunioni del C.D., C.S. e l’assem-blea dei Soci si terranno a Roma in date da definire con il Tesoriere per gli obblighi ammini-strativi.Avendo esaurito gli argomenti all’ordine del giorno, il Presidente Pignatelli ringrazia i presenti e dichia-ra chiusa la seduta alle ore 13,15.

Il Presidente Fabio Pignatelli della Leonessa

Il Segretario GeneraleGiuseppe Iacone

ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO8

Un momento del consiglio direttivo nazionale svoltosi a Napoli, a Castel dell'Ovo, presso la sede dell'Istituto Italiano dei Castelli.

Page 9: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

MILITARY LANDSCAPES. SCENARI PER IL FUTURO DEL PATRIMONIO MILITARE

LA MADDALENA 21-24 GIUGNO 2017

> Un confronto internazionale in occasione del 150° anniversario della dismissione delle

piazzeforti militari in Italia, 21-24 giugno 2017.Conferenza | Conference Auditorium della Marina Militare - La MaddalenaMostra | Exhibition Forte Arbuticci - Museo del Memoriale Giuseppe Garibaldi - Isola di Caprera

In occasione del 150° anniversario della dismis-sione delle piazzeforti militari italiane, la sezione Sardegna e il Consiglio Scientifico Nazionale dell’I-stituto Italiano dei Castelli con l’Università degli Studi di Cagliari (DICAAR), il Polo Museale della Sardegna (MIBACT), e l’Università di Edimburgo (ESALA) hanno organizzato un incontro interna-zionale nel quale condividere casi studio, percorsi di ricerca e iniziative istituzionali riguardanti la conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione dei paesaggi militari storici. Quale è stata l’interazione tra le attività militari e il territorio e come si può riconoscere, interpretare e tutelare questa memoria, talvolta scomoda, che alterna ricordi di guerra, usurpazione e violenza a più rassicuranti messaggi di sicurezza, commemora-zione, pace e progresso? La prospettiva di una nuova stagione di dismissioni riporta in primo piano il tema della riconversione di architetture e territori particolarmente vulnerabili. Per il futuro di tale patrimonio diventa essenziale il dialogo interdisciplinare, per condividere metodolo-gie di analisi dei siti e dei loro contesti, protocolli di conservazione, monitoraggio e manutenzione, strategie di valorizzazione culturale, economica e sociale, progetti di restauro e riconversione ad uso civile (residenziale, sociale, culturale, produttivo, turistico) o militare, nella logica del generale ripen-samento delle politiche di difesa e di riduzione della spesa pubblica. Sullo sfondo, la Sardegna, con l’arcipelago de La Maddalena, che per la sua posizione nel Mediterraneo e la sua storica identità difensiva costituisce un microcosmo particolarmente signifi-cativo, un luogo simbolico per riflettere su principi e linee guida per la protezione dei paesaggi militari internazionali. La conferenza internazionale si è tenuta presso l’aula Longobardo della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di La Maddalena, in Sardegna e si è articolata in quattro giornate di lavoro, dal 21 al 24 giugno, 2017, che sono il frutto di un lavoro inizia-to a settembre del 2016, durante le quali si è cercato di fare il punto – scientifico ed istituzionale – in merito alla identità, consistenza e valorizzazione dei paesaggi e dei siti militari. Oltre 120 i contributi scientifici provenienti da tutto il mondo, attraverso i quali è stato possibile tratteggiare il quadro degli studi interdisciplinari sulla materia proposta. Tali contributi sono stati in parte illustrati con presenta-zioni orali durante le giornate di lavoro e saranno a breve resi integralmente disponibili ad un pubblico più ampio attraverso la pubblicazione degli abstract e dei paper estesi. Sei le sessioni di lavoro:A. Storia e identità. La sessione ha accolto contri-buti riguardanti l’analisi delle fonti, l’iconografia e la cartografia militare; la storia militare; le relazioni tra le attività militari e il paesaggio; gli approfon-dimenti archeologici e stratigrafici; le tecniche di rilievo e modellazione; le applicazioni di diagnosti-

ca; l’analisi degli elementi componenti per tipologie insediative, modalità e tecniche costruttive anche in rapporto al carattere di serialità. I contributi si sono incentrati su aspetti metodologici, protocolli opera-tivi e casi studio alla scala paesaggistica.B. ‘Isole’ militari in rete. La sessione ha ospitato contributi dedicati alla tutela e alla riconversione del patrimonio attraverso la valorizzazione e la ricono-scibilità delle reti militari storiche. Queste sono infatti minacciate da vulnerabilità intrinseche (aggressione ambientale, fragilità strutturale e dissesto idrogeolo-gico), dal pericolo di abbandono legato all’isolamen-to o, al contrario, da pressioni antropiche, particolar-mente evidenti in area costiera.C. Antiche e nuove funzioni. Nella sessione si sono confrontati casi studio e approfondimenti teorici in tema di riconversione ad uso civile, pubblico e pri-vato, anche in rapporto ai livelli di tutela esistenti alle differenti scale. In particolare, le tematiche hanno indagato i valori architettonici e d’uso dello spazio e le modalità con cui questo patrimonio ridefinisce il proprio rapporto con il suo paesaggio, tra memoria e nuove identità.D. Geografie economiche e sociali. Strategie per la valorizzazione culturale. La sessione ha inteso inda-gare il tema attraverso contributi illustranti pratiche spaziali e comportamenti territoriali, percezioni sociali e politiche, ecologie del potere. I contributi sono stati dedicati alle politiche per la manutenzio-ne e la valorizzazione economica, alla sostenibilità economica dei progetti, all’analisi dei costi e dei benefici della riqualificazione dei siti abbandonati, alla progettazione e all’utilizzo di incentivi econo-mici e finanziari per la riqualificazione e la bonifi-ca, oltre che al ruolo delle Istituzioni e delle agenzie governative o regionali alle diverse scale.Le ultime due sessioni, di tipo speciale, sono state incentrate su:Patrimonio militare e/per l’Arte: ovvero al rapporto tra patrimonio militare e arte. Tre le linee proposte: la riconversione dei siti militari ad uso culturale prevalentemente didattico ed espositivo; le relazioni tra il simbolismo e il design militare e le principali correnti artistiche internazionali; il rapporto tra i luoghi della memoria militare e la dimensione della commemorazione e della sacralità.Manutenzione, gestione e adeguamento funzionale per un rinnovato uso militare. I contributi di questa sessione sono dedicati all’identificazione di principi e strumenti per la manutenzione dei manufatti e per la scelta di funzioni appropriate delle strutture

9ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO

Page 10: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

10

RECENSIONI

ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO

che restano di proprietà del Ministero, con le nuove funzioni richiedenti il restauro e l’adeguamento prestazionale dei manufatti ai più aggiornati stan-dard lavorativi e di sicurezza.Le sessioni di lavoro sono state introdotte da coor-dinatori accademici ed istituzionali e arricchite da interventi introduttivi a cura di esperti internazionali. I contributi, inoltre, hanno dato vita ad una Mostra Internazionale ospitata dal 21 giugno al 21 settembre 2017 presso il Museo Memoriale di Giuseppe Garibaldi al Forte Arbuticci, nell’isola di Caprera. L’iniziativa è stata un grande successo per il nostro Istituto e ha visto la partecipazione di numerosi soci che si sono confrontati con contributi di alto livello scientifico con i più qualificati ricercatori italiani ed internazionali, oltre che con eminenti autorità civili e militari, con specifica competenza sul patrimonio fortificato e militare dismesso o in fase di dismissione. A tutti i lavori ha partecipato il Dott. Gianluca Lioni, segretario del Ministro Franceschini, che ha portato il saluto del Ministro e una sua breve nota sulla buona riuscita del Convegno. Abbiamo dialogato molto con lui manifestandogli le nostre problema-tiche e avviato una proficua collaborazione futura. Importante e partecipativa la presenza delle autorità civili e militari, che hanno accolto con grande inte-resse l’invito al dialogo per la ricerca di soluzioni anche orientate all’uso condiviso, civile e militare, delle strutture dismesse. Oltre ai padroni di casa, il Sindaco, avv. Luca Carlo Montella e il Capitano di Vascello Roberto Fazio, Comandante della Scuola Sottufficiali M.M.I e del Presidio de la Maddalena che ha ospitato l’evento, sono intervenuti il gen. Giovanni Domenico Pintus, Generale di Divisione, Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna e in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Claudio Graziano, il col. Antonio Diana, Portavoce della Task Force Immobili del Ministero della Difesa, Gabinetto del Ministro, il gen. Bruno Buratti, Comandante del Comando Regionale Lazio della Guardia di Finanza, il gen. Giorgio Francesco Russo, Comandante del Poligono sperimentale interforze di Perdasdefogu-Salto di Quirra (Pisq) e in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Gen. S.A. Enzo Vecciarelli, il gen. di Corpo d’Armata Bruno Stano, Comandante Militare delle Forze di

Difesa Interregionale Nord. Nei quattro giorni di lavori si sono alternati al tavolo dei relatori studiosi italiani provenienti da oltre 30 università nazio-nali e ricercatori provenienti da tutto il mondo: Brasile, Regno Unito, Romania, Germania, Polonia, Norvegia, Korea, India, Puerto Rico, Eritrea, Olanda, Belgio, Albania, MaltaParticolarmente rilevante è stata la sessione del venerdì pomeriggio, coordinata per il nostro Istituto da Donatella R. Fiorino, coordinatore scientifico dell’evento e Consigliere scientifico dell’Istituto, ed Andrea Grigoletto, membro del Consiglio Direttivo del nostro Istituto che ha efficacemente messo allo stesso tavolo gli attori istituzionali più significativi coinvolti nel processo delle riconversioni militari, tra cui Stefano Mantella, Direttore del settore Strategie Immobiliari e Innovazione Agenzia del Demanio, Giorgio Palmucci, Presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Cristiano Erriu, Assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica della Regione Autonoma della Sardegna. È anche intervenuto l’arch. Stefano Boeri, progettista della riconversione avvenuta per il G8 del 2009 dell’ex Arsenale Militare di La Maddalena.Il sabato mattina, nella tavola rotonda, è stato illustrato e discusso in sessione aperta un documento per la tutela dei paesaggi internazionali, in fase di costruzione sulla base della ICOFORT Charter on Fortifications.Il prof. Michele Pintus, vice-presidente nazionale dell’Istituto e presidente della Sezione Sardegna, insieme con il prof. Vittorio Foramitti, presidente del nostro Consiglio Scientifico Nazionale, hanno dato un fondamentale contributo al dibattito, ricor-dando inoltre le finalità e le attività che l’Istituto efficacemente porta avanti per la tutela del patri-monio difensivo.La rilevanza dei temi trattati ha permesso di costru-ire, intorno al programma, una rete istituzionale che, aderendo all’iniziativa attraverso il patrocinio, ha avviato un dialogo interistituzionale e interdi-sciplinare che rappresenta senza dubbio una impor-tante occasione di incontro e confronto su oppor-tunità e problematiche da superare. Al termine della conferenza, si è quindi deciso di mantenere Military Landscapes come comitato permanente.

Donatella Rita Fiorino

Page 11: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

RICORDO DI ALDO NICOLETTI

Lo scorso febbraio si è spento a Udine Aldo Nicoletti, per tanti anni pilastro della sezione Friuli Venezia Giulia. Nato a Trieste il 12 febbraio 1928, studiò architettura prima a Roma e poi a Venezia dove si laureò nel 1956.Dopo l’apprendistato con Marcello D’Olivo, intra-prese una lunga carriera nel campo del restauro insieme alla moglie arch. Giorgia Koenig con cui condivise oltre all’attività professionale la passione per l’architettura fortificata e il grande impegno nel nostro Istituto.La collaborazione più che decennale con Tito Miotti, autore della monumentale opera sui castel-li friulani, portò alla fondazione nel 1965 della sezione Friuli Venezia Giulia. Da sempre membro del Consiglio scientifico, guidò con il suo carisma e la sua energia tutte le attività della sezione fino alla fine degli anni ’90 quando decise di pas-sare il testimone ai suoi giovani. Fu artefice ed ideatore della pubblicazione negli anni ‘70 della collana “Studi e ricerche”, dell’organizzazione del Congresso internazionale “L’esperienza internazio-nale nella conservazione dei beni culturali nelle

zone terremotate” che affrontò la vasta tematica della conservazione dei monumenti e dei beni culturali nelle zone devastate dal sisma del 1976 e negli anni ’80 va ricordato l’impegno, insieme al suo grande amico Piero Marchesi, per il salvataggio e la valorizzazione di Palmanova. Tra le tante opere progettate e realizzate, cito tra le più significati-ve la biblioteca di Moggio, il restauro di palazzo Freschi Piccolomini e del castello di Cordovado, la Cappella di San Giovanni Battista a Remanzacco, la porta della cinta esterna di Sesto al Reghena, il castello di Susans e il restauro del palazzo Caimo Dragoni a Lovaria. Grazie ai suoi minuziosi rilievi e alle sue fotografie è stato possibile, oggi, procedere alla ricostruzione del castello di Colloredo di Monte Albano, di cui progettò, su incarico della Soprintendenza, il restauro della Torre Porta, dell’Ala Sud e del Corpo di Guardia.Ha lasciato al nostro Istituto la sua biblioteca e fototeca, l’archivio dei rilievi e soprattutto il ricordo della sua immensa generosità.

Cristina Marchesi

11ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO

Nell’immagine a sinistra:Aldo Nicoletti; al centro: Giuseppe Roi; a destra: Vittorio Faglia.

Page 12: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ABRUZZO

CONVEGNO SUL CASTELLO DELL’ORSA, VIAGGI DI STUDIO PRESSO ALCUNE STRUTTURE DIFENSIVE DEL POST SISMA 2009, GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI

> La Sezione Abruzzo conta circa ottanta soci, quasi tutti coinvolti nella difficile e prolungata

condizione post sisma. Non è facile immedesimarsi nella drammatica situazione verificatasi nell’area del cratere che ancora oggi crea notevoli disagi. Intere famiglie hanno dovuto cambiare abitazione, altre si sono trasferite in località regionali o extraregionali più sicure rispetto all’azione sismica che da tempo tende a diffondersi e a coinvolgere le regioni contermini. Basti pensare ai ripetuti e devastanti eventi sismici, verificatisi nel 2016, i quali hanno interessato una vasta zona del centro Italia. Pur tuttavia, una volta superato il momento dell’emergenza, fin dal 2010 la Sezione ha dato segnali di vitalità organizzando vari viaggi di studio sia nell’area colpita che altrove con lo scopo di mantenere legato il gruppo e allo stesso tempo constatare direttamente l’entità dei danni subiti dal patrimonio ossidionale. In particolare si segnalano il convegno dell’aprile 2010 a Pratola Peligna “Il Castello dell’Orsa e l’antico scacchiere difensivo della valle Peligna” e la ricognizione di studio dell’anno successivo (29 maggio 2011) allo stesso castello, in tenimento di Pratola da poco liberato dall’invadenza della natura. Il sito, poco noto, era posto a cavallo, quindi a confine, tra i Ducati Longobardi di Spoleto e di Benevento. La ricognizione è proseguita al castello di Bugnara dove è stato possibile constatare i gravi danni causati dal sisma del 2009. Il manufatto

possiede l’interessante peculiarità di poter contenere, dopo il suo restauro, qualsiasi attività data l’ampiezza dei locali comprensivi della torre altomedievale posta baricentricamente. Popoli e Corfino sono stati gli obiettivi dell’itinerario svoltosi il 16 ottobre 2016. Alla prima parte, dedicata al castello dei Duchi Cantelmo e alla loro residenza abituale nel centro di Popoli, è seguita l’ escursione alla postazione difensiva, divenuta in seguito convento di S.Terenziano, in tenimento di Corfinio. Come è noto, la località di Corfinio, luogo celeberrimo quale sede di città italica antiromana e belligerante, fu nel tempo sede Vescovile di Valva. Tra le tante vestigia che tuttora si possono ammirare emergono le meravigliose chiese di S.Pelino e di S. Alessandro (Cattedrale Valvense). In esse aleggia ancora il ricordo secondo cui qui per la prima volta venne pronunciata la parola Italia. Un altro itinerario si è svolto Il 26 febbraio del 2017, con meta Ofena e Capestrano. Ad Ofena (Aufinium), città romana preminente nella valle Tritana, è stato visitato il circuito murario medievale ed il sito in cui sorgeva il puntone dell’estrema difesa purtroppo demolito negli anni trenta. È stata visitata anche la casa natale del grande baritono Paolo Silveri che tra gli anni trenta e cinquanta calcò le scene dei più grandi teatri del mondo con successi strepitosi. A Capestrano, visita al Castello Piccolomini – Medici. Il manufatto è così importante, specie sotto il profilo tipologico, che esige un doveroso e qualificato recupero, con finalità culturali e didattiche, inteso a riproporre l’originaria funzione di macchina bellica e di residenza principesca,un unicum nel panorama castello logico regionale. L’itinerario si è concluso con l’escursione alla torre di avvistamento di Forca di Penne, in tenimento di Capestrano. La località, posta a confine con la giovane provincia di Pescara, costituiva non solo il luogo atto all’avvistamento, ma ancor più il punto in cui correva un importante diverticolo del tratturo dove venivano imposte le onerose gabelle ducali. Il 26 marzo i soci della sezione sono stati in visita a Raiano, “Sulle vestigia di Benedetto Croce”. La visita, articolata in più momenti e affidata al prof. Cosimo Damiano Fucinese, ha riguardato sia il borgo fortificato e la torre cilindrica, quali aspetti della difesa collettiva, che il paese e le sue valenze architettoniche, storiche ed ambientali tra cui primeggia palazzo Sagaria Rossi quale esempio rilevante di dimora risalente ai secc. XVII – XVIII ricca di cospicui spazi pluriuso e finiture di pregio. Il Grande manufatto si articola su tre piani: il piano terra con funzioni rustiche, gli altri destinati alla residenza. Nel secondo piano, dove trovava posto la biblioteca-studio, nel periodo estivo vi dimorava abitualmente il filosofo Benedetto Croce, parente della famiglia. Si racconta che lo studioso amasse lavorare sia all’aperto, nel giardino antistante, che in biblioteca dove attese alla stesura

Attivitàdelle SEZIONI

Rocca Calascio, fronte nord-est.

Page 13: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

13ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

della “Logica come scienza de concetto puro”.Per le Giornate Nazionali dei Castelli, che quest’anno hanno avuto un rinnovato slancio, grazie anche all’impegno profuso dai vertici nazionali dell’Istituto, per quanto riguarda l’Abruzzo si è assistito ad una maggiore partecipazione dei soci e di un rilevante numero di simpatizzanti i quali si sono detti interessati ad aderire al nostro sodalizio. Il castello protagonista della manifestazione è stato Rocca Calascio. Si ritiene superfluo approfondire i dettagli della visita poiché il castello è conosciuto sia a livello nazionale che internazionale. È doveroso tuttavia ringraziare l’Arch. Matteo Mucciante, vincitore nel 2013 del primo premio assegnato dal nostro Istituto alla sua tesi di laurea sulla rocca di Calascio il quale, anche nella veste di socio della sezione, ha illustrato in modo esaustivo e con grande competenza il celebre manufatto.

Luigi Chiarizia

BASILICATA

GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI: VISITE GUIDATE DEL COMPLESSO FORTIFICATO DI ALTOJANNI

> Nei primi sei mesi del 2017 l’impegno dei soci della sezione Basilicata, insieme con l’IBAM-

CNR, è stata incentrato sulla catalogazione di documenti e foto storiche di strutture fortificate della Basilicata nel contesto delle attività di completamento dell’Atlante Digitale dei Castelli.Le Giornate Nazionali dei Castelli sono state dedicate all’archeologia e ai castelli medievali. In particolare il 13 e 14 maggio, la Sezione Basilicata dell’Istituto e la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera (dell’Università degli Studi della Basilicata) diretta dalla Professoressa Francesca Sogliani, in collaborazione con il Comune di Grottole, ha organizzato visite guidate del complesso fortificato di Altojanni. L’insediamento medievale di Altojanni (Grottole, Mt) sorge sulla sommità di un collina a confluenza tra due valli fluviali (Bradano ed il suo affluente Bilioso), a quaranta minuti di auto da Matera (Capitale Europea della Cultura 2019) e in prossimità del convento di S. Antonio Abate, meta di pellegrinaggi dal Medioevo per la cura del “Fuoco di S. Antonio”.Dal 2006 al 2008, Altojanni è stato oggetto di indagini archeologiche dirette dalla Scuola di

Specializzazione in Beni Archeologici di Matera. Nel 2013 il sito è stato oggetto di restauri ed ora è visitabile liberamente con un percorso e dei pannelli esplicativi. L’insediamento era composto sulla sommità della collina da un complesso fortificato, dove viveva il rappresentante del potere, da un nucleo abitato a nord, composto da strutture ipogee e da un secondo nucleo con una piccola chiesa ad unica navata che ospitava al suo interno un luogo deputato alla sepoltura. Lo scavo archeologico dell’insediamento fortificato ha confermato l’importanza del sito come struttura dominante di controllo strategico e militare tra la metà del XII secolo e il XIV secolo. Esso era dominato da un grande ambiente rettangolare, il “Torrazzo”, realizzato in gran parte con ciottoli di fiume e rinforzato da contrafforti. Lungo il muro di cinta settentrionale si trova un grande ambiente quadrangolare, interpretato come la Torre, che proteggeva l’ingresso al sito fortificato, attrezzato all’interno per lo stallo dei cavalli. L’interno del recinto fortificato era caratterizzato da ampi ambienti rettangolari, alcuni riscaldati da camini angolari.

Nicola Masini

CALABRIA

VISITA ALLA VILLA DI CASIGNANA - RICORDO DI ROSALBINO DI FASANELLA - VIAGGIO DI STUDIO IN CAMPANIA - VISITE GUIDATE AL CASTELLO DI CLETO

> Come è consuetudine della Sezione Calabria, i soci si riuniscono ogni anno per lo scambio di

auguri natalizi e per l’anno nuovo; il 17 dicembre 2016 – per l’occasione – è stata organizzata la visita alla Villa romana di Casignana (RC). Conosciuta dalle prime ricerche fatte da Paolo Orsi nel 1909, il complesso degli scavi si trova a poca distanza dal Mar Jonio, ed interessa una vasta superficie, comprendendo una importante villa e le terme con i loro mosaici risalenti al periodo romano, tra il I ed il V sec. d.C.; gli scavi, recentemente sviluppatisi negli anni ‘80 e ‘90, potrebbero portare alla luce una superficie costruita ben più grande, di circa dodici ettari, come accaduto in Sicilia a Piazza Armerina. In occasione della uscita del volume: “Monasterace. Storia, Architettura arte e archeologia” opera a più mani competenti che tratta soprattutto del castello di Monasterace, coordinata dall’arch. Vincenzo De Nittis – su proposta della prof. Francesca Martorano – è stato dato all’opera il patrocinio dell’Istituto, che plaude al metodo applicato di coordinamento di vari autori specificamente competenti nelle discipline interessate, che hanno completato la visione storica ed archeologica dell’area interessata. Ad un anno dalla scomparsa del compianto Presidente Nob. Rosalbino di Fasanella d’Amore di Ruffano, l’Associazione Culturale “Il Seggio di Bisignano”, già da lui diretta ed oggi guidata dalla Nob. Marinetta Boscarelli, ha organizzato con Mons. Luigi Falcone una giornata in sua memoria presso il Convento di Sant’Umile da Bisignano (CS), domenica 26 marzo 2017. Moderati dal Delegato di Storia Patria per la Calabria prof. Savaglio, hanno

Suggestiva vista della chiesa ottagonale di Santa Maria della Pietà da una feritoia di Rocca Calascio.

Page 14: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI14

ricordato il Presidente di Sezione e Presidente Nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, nonché Cavaliere di Malta, appassionato di Storia calabra e Studioso di Araldica, i Delegati per la Calabria del Sovrano Militare Ordine di Malta: Ferrari di Pantane e Nesci di Sant’Agata, Anita Frugjuele, il Presidente dell’Istituto Italiano dei Castelli Fabio Pignatelli della Leonessa, il Presidente di Sezione Domenico Zerbi e la componente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Rosa Carafa; dopo altri interventi, l’evento – che ha raccolto un nutrito uditorio – si è concluso con la testimonianza del figlio Massimo.Sulla scia di un’attività sviluppata con successo nel 2002 è stata organizzata, con la collaborazione della socia Amalia Casuscelli e con successo di partecipazione, un viaggio di studio in Campania per la visita della Reggia di Caserta, di Caserta vecchia, di San Leucio e degli scavi archeologici di Pompei. Dato rilevante – per le visite di studio a Caserta e San Leucio – è stata la preparazione degli accompagnatori Arch. Nicola Tartaglione e Dott. Aldo Cobianchi dell’Associazione Giardini e Dimore dell’Armonia, cui siamo stati indirizzati dal Presidente della Sezione Campania Arch. Luigi Maglio, li ringraziamo particolarmente per averci lasciato uno splendido ricordo dei monumenti visitati, augurandoci di trovare sempre guide così preparare ed appassionate del loro lavoro.In occasione delle Giornate Nazionali dei Castelli la Sezione ha scelto il Castello normanno di Cleto (CS), l’antica Pietramala. Il successo della giornata in Calabria è dovuto all’impegno del Coordinatore Andrea Grigoletto e dell’Ufficio Stampa incaricato dell’organizzazione di una valida pubblicità realizzata tramite l’Agenzia ANSA, fatto che ci ha consentito di essere preceduti da notorietà e dall’interesse della municipalità del piccolo paese di Cleto. Ad attenderci per la visita il Vice Sindaco e l’Assessore al turismo che ci hanno accompagnato – assieme ad un folto gruppo di interessati – per l’erta via pedonale che porta al Castello in gran parte diruto; con loro abbiamo avuto un’interessante scambio di idee ed opinioni essendo loro molto interessati a comprendere come sviluppare l’interesse per il castello a fini turistici. Il feudo fu tenuto dalle più importanti famiglie calabresi tra le quali Sersale, Marano, Sanseverino, Siscar, Cavalcanti, Cavallo, d’Aquino e, per ultima, dalla seconda metà del ‘500 all’eversione della feudalità, dai Giannuzzi Savelli. Terminata la visita al castello normanno, ci siamo recati nella frazione Savuto per visitare il castello

del XIII sec. che domina la valle del Savuto. Anche in questo caso pochi resti in corso di restauro che testimoniano le lotte tra angioini ed aragonesi. Tenuto conto delle scarse notizie sulle fortificazioni di Cleto e Savuto, e che dei luoghi si conosce facilmente la successione feudale, ma non anche gli approfondimenti storici, ci siamo permessi di suggerire ai nostri ospiti di stimolare la Facoltà di Architettura della Mediterranea di Reggio Calabria perché promuova, con l’Ordine degli Architetti, l’approfondimento dei rilevamenti e degli studi, proponendo un’opera a più mani che possa colmare tutte le lacune e stimolare alla miglior fruizione dei beni. Nel corso della stessa giornata ci siamo recati alla vicina Aiello per visitare – al cimitero – il frontone cinquecentesco della cappella funebre Cybo Malaspina, accompagnati dall’Assessore al Turismo e dalle giovani guide in formazione; poi nel borgo abbiamo visitato l’imponente palazzo eretto dalla stessa famiglia feudataria dalla seconda metà del ‘500, che tenne il feudo di Ajello con il titolo di Duca sino all’eversione della feudalità. La visita del palazzo è stata gentilmente concessa dalle attuali proprietarie sorelle Viola. Dal borgo della cittadina, tenuta con molto decoro, si scorge su una rupe soprastante quel poco che resta del castello.

Domenico Zerbi

CAMPANIA

CONVEGNO A SORRENTO, WORKSHOP, CONFERENZE, VISITE DI STUDIO E GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI. CORSO DI CASTELLOLOGIA

> A partire da ottobre 2016, la sezione Campania ha messo in campo un fitto calendario di

inizitiave: conferenze, visite di studio, escursioni e manifestazioni. Di buon auspicio per il nuovo anno sociale è stato senza dubbio l’importante protocollo d’intesa sottoscritto tra la sezione Campania ed il Polo Museale della Campania (MiBACT), inerente la valorizzazione di Castel Sant’Elmo e del Castello di Montesarchio, attraverso attività di studio, di visite guidate e di organizzazione di mostre che favoriscano la comprensione di questi siti monumentali di diretta giurisdizione del Ministero.Nell’ambito delle conferenze è proseguito, l’ormai tradizionale ciclo de “Le conferenze a palazzo Gravina”, nella sede della Biblioteca della Facoltà di architettura della Università Federico II di Napoli. Gli interessanti incontri si sono svolti a cadenza mensile, secondo questo programma: 20 ottobre, conferenza del prof. Marcello Rotili su “Ricerche archeologiche sui Castelli dell’Irpinia e del Sannio”; 10 novembre conferenza del prof. Carlo Ebanista su “L’incastellamento nel Basso Molise: nuovi dati dai recenti scavi a Sant’Elia a Pianisi (CB)”; 1 dicembre, conferenza della dott.ssa Anellina Chirico su “Il castello di Rocca Cilento. Progetto di restauro e valorizzazione” con introduzione di Renata Picone; 12 gennaio, conferenza dell’arch. Francesco Miraglia su “Il castello di Carinola”; 16 febbraio, conferenza del prof. Giuseppe Pignatelli su “La difesa di Napoli “dalla parte di Chiaja ed il controllo

Rovine del castello di Cleto (CS).

Page 15: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

15ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

della Grotta di Pozzuoli tra XVI e XVIII secolo”; 16 marzo, conferenza dell’arch. Francesco Bove su “I sistemi di difesa dell’enclave pontificia di Benevento (secoli XI-XVI)”; 18 maggio, conferenza del prof. Andrea Pane dal titolo “Dalle pietre al paesaggio: restauri a Castel del Monte”. Infine, il 12 giugno, conferenza dell’arch. Emilia d’Amelio su: “Identità e differenze lungo le rive orientali dell’Adriatico: le fortificazioni di Spalato e Dubrovnik”.Come è ormai consuetudine, la sezione Campania ha organizzato per i suoi soci delle visite di studio ed escursioni intra moenia, alla scoperta di monumenti cittadini o ad importanti mostre. Il 28 gennaio, guidati dalla curatrice Luisa Martorelli, i soci hanno visitato la mostra Fergola. Lo splendore di un Regno, nella splendida cornice di Palalzzo Zevallos Stigliano di Banca Intesa, diventato ormai un luogo fondamentale per gli appuntamenti di arte e cultura a Napoli. Sempre nell’ambito di queste visite di studio, sabato 25 febbraio la sezione ha predisposto una visita alla chiesa di S. Nicola alla Carità a cura del dott. Augusto Russo. L’edificio sacro, costruito a a partire dal 1682 dall’architetto Onofrio Gisolfi, fu terminato da Cosimo Fanzago nel 1682 e custodisce al suo interno pregevoli opere pittoriche di Francesco Solimena, Francesco De Mura, e Paolo De Matteis. Sabato 27 maggio, infine, è stata organizzata una visita alla mostra “Picasso-Parade Napoli 1917”, ideata dal Museo di Capodimonte in occasione dei cento anni dal viaggio in Italia di Pablo Picasso.In ambito regionale, invece, sabato 25 marzo 2017, è stata organizzata un’escursione ad Agropoli e Castellabate. Ad Agropoli i soci sono stati accolti dal dott. Antonio Capano, e guidati nella visita al palazzo delle Arti, contenente una serie di reperti archeologi risalenti all’età preromana e romana, del bellissimo borgo medievale, e del castello, uno dei più importanti in area cilentana. Dopo una piacevole sosta conviviale, il gruppo di visita si è recato a Castellabate dove è stato accolto dall’arch. Giuseppe Ianni e dallo storico locale Gennaro Malzone per la visita al borgo e al castello. Entrambi i siti fortificati ben rappresentano, con le loro poderose torri circolari scarpate, la fase cruciale nella storia dell’architettura militare definita di Transizione, che trovò ampia diffusione nel Regno di Napoli, in età aragonese, come ha sottolineato il Presidente Luigi Maglio che ha arricchito la visita di studio con i suoi puntuali commenti.Oltre a queste attività, tre importanti manifestazioni hanno caratterizzato l’anno sociale 2016-2017: La Premiazione e inaugurazione della mostra della XIX edizione del Premio di Laurea sull’Architettura

Fortificata Italiana, e il convegno di studi sulla difesa costiera della penisola sorrentina nel novembre 2016 e le Giornate Nazionali dei Castelli 2017.Sabato 5 novembre a Palazzo Gravina, sono state premiate le tesi di laurea che si sono qualificate ai primi quattro posti nella diciannovesima edizione del concorso nazionale per tesi di laurea sull’Architettura Fortificata promosso dall’Istituto Italiano dei Castelli e riservato allo studio, al riuso ed alla riqualificazione dell’Architettura Fortificata Italiana. Sono intervenuti il Direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II, prof. Arch. Mario Rosario Losasso, i vertici nazionali dell’Istituto Italiano dei Castelli, con il Presidente arch. Fabio Pignatelli della Leonessa, il presidente del Consiglio Scientifico arch. Vittorio Foramitti, la responsabile del premio prof.ssa Rosa Carafa, il presidente regionale dell’Istituto Italiano dei Castelli arch. Luigi Maglio ed il prof. Leonardo Di Mauro Consigliere Nazionale dello stesso Istituto. La Commissione giudicatrice del concorso ha decretato vincitore del primo premio ex aequo il gruppo composto da Feltrin Ileana, Boldo Diego, Padovan Mattia, autore della tesi Attraversare la memoria di una rovina. Astura tra la villa romana, la torre e il poligono. L’altro primo posto del Premio ad ex-equo è stato conferito a Morrone Paola per la tesi Il castello d’Evoli di Castopignano, dal rilievo al restauro. Al termine della premiazione è stata inaugurata sempre all’interno della Facoltà di Architettura, al primo piano presso la biblioteca, la mostra dei progetti vincitori e segnalati.A pochi giorni di distanza, il 12 novembre, a Sorrento – presso la sala del consiglio comunale – si è svolto un convegno di studi, promosso in forma congiunta dall’Istituto Italiano dei Castelli, dal Comune di Sorrento e dalla fondazione Sorrento, sul tema: Sorrento: incursioni barbaresche e difesa costiera tra i secoli XVI-XVII. Sono intervenuti il Sindaco di Sorrento Avv. Giuseppe Cuomo, l’Assessore alla cultura del comune di Sorrento dott.ssa Maria Teresa De Angelis, l’Amministratore delegato della Fondazione Sorrento avv. Gaetano Milano, il presidente regionale dell’Istituto Italiano dei Castelli arch. Luigi Maglio, ed i seguenti relatori: prof. Giovanni Muto, (Unina), arch. Lorenzo Santoro (MiBACT), dott. Riccardo Iaccarino (archeologo), Prof.ssa Valentina Russo (Unina), prof.ssa Marina Fumo (Unina), prof. arch. Massimo Tirendi (Unina), arch. Daniele De Stefano (Comune di Sorrento), arch. Nicolina Ricciardelli (MiBACT), arch. Rosario Fiorentino, Stefano Ruocco (Archeoclub di Massa Lubrense), avv. Antonino Cuomo. Prima conseguenza dell’importante manifestazione autunnale è stato

Sorrento. 12 novembre 2016. Convegno sulla difesa antincursiva e sulle mura bastionate della città.

Napoli, Palazzo Gravina. Il presidente Pignatelli premia i vincitori della diciannovesima edizione del Premio di Laurea.

Page 16: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI16

il workshop “Sorrento città fortificata” svoltosi da mercoledì 15 a sabato 18 marzo a Sorrento, promosso e curato dall’Istituto Italiano Castelli in collaborazione con la Città di Sorrento, Fondazione Sorrento e l’Istituto Polispecialistico San Paolo che ha messo a disposizione le proprie sale per ospitare una sessantina di studenti dei corsi di laurea del DICEA (ingegneria edile, ingegneria edile/architettura) e del master internazionale Erasmus Mundus Dyclam provenienti da 14 Paesi europei ed extra-europei. Anche questo workshop ha avuto il format organizzativo creato e sperimentato da un decennio dalla prof.ssa Marina Fumo, consigliere scientifico dell’IIC e responsabile del corso “Progetto di recupero edilizio”. Il workshop si è articolato in tre fasi: giornata iniziale dedicata alla conoscenza del tema fortificazioni ed alla conoscenza del territorio con visita guidata da un socio esperto dell’Istituto Italiano Castelli (IIC); fase creativa e rappresentativa delle idee progettuali; fase di presentazione pubblica delle proposte di valorizzazione delle fortificazioni sorrentine attraverso una conferenza finale ed un’esposizione di una dozzina di poster a cura di ciascuno dei gruppi che ha concorso al workshop. “Il workshop è uno strumento didattico e progettuale molto efficace per coinvolgere in poche intense giornate tante menti giovani, motivate e creative che, sulla spinta adrenalinica dei tempi brevissimi a disposizione, si concentrano per produrre sinergicamente una serie di

proposte di valorizzazione del patrimonio culturale utilissime per le amministrazioni e le associazioni locali che possono trarne importanti spunti operativi” (M. Fumo).Le Giornate Nazionali dei Castelli 2017 sono state inaugurate da un importante convegno svoltosi presso Castel S. Elmo su: “Castel Sant’ Elmo tra storia e nuove strategie di valorizzazione”. Alla presenza del Direttore del Polo Museale della Campania, dott.ssa Anna Imponente e del Presidente Nazionale dell'IIC, arch. Fabio Pignatelli della Leonessa, sono intervenuti, moderatore prof. Leonardo di Mauro, il presidente dell'IIC sez. Campania, arch. Luigi Maglio; la direttrice di Castel S. Elmo, dott.ssa Annamaria Romano; l’arch. Giuseppe Mollo; il prof. dell’Università Federico II di Napoli Piero Ventura; Giuseppe Pignatelli dell’Università “Luigi Vanvitelli”. Sono state poi organizzate visite guidate in tutta la regione. A Napoli, sabato 13 e domenica 14 visite guidate a castel S. Elmo; nella giornata di domenica sulla piazza d'armi della fortezza si è svolta una esercitazione di scherma medievale a cura della Compagnia d’Arme la Rosa e la Spada. In provincia di Avellino, il 13 visita guidata al Palazzo Baronale di Prata Principato Ultra e al Palazzo Comitale di Altavilla Irpina; il 14 escursione guidata ai siti castellari rupestri di Pietrastornina, di Sant’Angelo a Scala e alla Torre Angioina di Summonte con tavola rotonda conclusiva con i sindaci e delegati dei comuni interessati con coordinamento degli arch. Giuseppe De Pascale e Paolo Mascilli Migliorini. In provincia di Benevento, il 13, visita guidata alle mura di Benevento a cura dell’arch. Francesco Bove. In provincia di Caserta, sabato 13 e domenica 14, visite guidate al borgo fortificato ed alla torre di Pietramelara, coordinate dall’arch. Gennaro Farinaro. In provincia di Napoli il 13 e il 14, visite guidate alle mura di Sorrento a cura dell’arch. Antonio Amitrano. Infine, in provincia di Salerno, il 13 e il 14, visite guidate al castello di Agropoli e al castello di Castellabate a cura del dr. Capano, dell’arch. Villani, dell’ arch Ianni e del prof. Malzone. Tra gennaio e maggio si è svolta, a Castel dell’Ovo, la XII edizione del ciclo seminariale “Le architetture fortificate della Campania” promosso e condotto dalla sezione regionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti (con riconoscimento di 15 CFP ai suoi iscritti), dell’ANIAI, e di vari corsi di laurea dell’’Università Federico II: destinatari laureati/laureandi in beni culturali, archeologia ed architettura ma anche tutti coloro interessati ad approfondire le tematiche relative alla conoscenza e conservazione del patrimonio di architettura fortificata ancora largamente presente sul territorio regionale. Il corso si è articolato in dodici lezioni frontali e quattro visite di studio condotte da docenti delle università campane (Marcello Rotili, Giovanni Vitolo, Gigliola Ausiello, Teresa Colletta, Renata Picone, Leonardo Di Mauro, Marina Fumo, Domenico Tirendi), da funzionari del MiBACT (Paolo Mascilli Migliorini, Lorenzo Santoro, Enrico Guglielmo) in larga parte soci dell’IIC e da membri del nostro consiglio scientifico nazionale (Carafa, Maglio, quest’ultimo anche responsabile scientifico dell’iniziativa).

Antonella Delli Paoli

Giornate Nazionali dei Castelli, 13 maggio 2017.

Il Presidente Pignatelli è personalmente intervenuto

al convegno tenutosi a Castel S. Elmo,

al suo fianco la direttrice del Polo Museale campano

Anna Imponente.

Una delle torri circolari interamente scarpate

che caratterizzano l'impianto del castello di Agropoli.

Castellabate. Feritoia bombardiera quattrocentesca con

traguardo di mira superiore e scassi laterali

per la trave di fermo del pezzo d'artiglieria.

Page 17: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

17ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

EMILIA ROMAGNA

INCONTRI DI STUDIO, CONFERENZA SALONE DEL RESTAURO A FERRARA, GITA A MANTOVA, RINNOVO DEL CONSIGLIO, GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI

> Il 2017 si è aperto per la sezione Emilia Romagna con una ricca sequenza di eventi

che a scadenza mensile ha visto i soci coinvolti e riuniti in interessanti attività sia per loro che per il pubblico partecipante.Il 23 febbraio sono stati invitati a Reggio Emilia a partecipare all’incontro di studio “Ipotesi ricostruttive del castello di Canossa in epoca estense” promosso dal Lions Club “Ludovico Ariosto” di Albinea e Canossa in collaborazione con la Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi – sezione di Reggio Emilia. Seguiti da un pubblico qualificato hanno relazionato nell’ordine Corrado Roggeri, Massimiliano Righini, Alberto Monti e Giovanni Maccioni, soci della sezione Emilia Romagna dell’istituto Italiano dei Castelli, esponendo i risultati dei loro studi. Avvalendosi del supporto di video e immagini hanno illustrato le caratteristiche del castello, la sua capacità operativa e di resistere agli attacchi, le sue trasformazioni nel tempo e le nuove prospettive di indagine.Il 24 marzo nel contesto delle iniziative previste durante i giorni del Salone Internazionale del Restauro di Ferrara edizione 2017, la sezione ER in collaborazione con l’Assessorato ai Beni Culturali e Musei della Provincia Autonoma di Bolzano ha organizzato un Convegno di studi dal titolo: “Castelli e fortificazioni quali elementi identitari per il turismo e per l’economia del territorio. Sistemi di impresa, promozione, valorizzazione, allestimenti e restauri”.L’Istituto, consapevole dell’immenso patrimonio mobile ed immobile del nostro paese e del grande potenziale culturale, turistico, economico e occupazionale che può rivestire, ha ritenuto opportuno affrontare il tema proponendo interventi esemplari sul patrimonio fortificato di alcuni dei massimi esponenti del settore, ritenuti modelli di musealizzazione capaci di combinare le tematiche della conservazione con quelle della gestione e del suo utilizzo. L’incontro di quest’anno quindi è stato dedicato a un confronto fra competenze maturate in un contesto particolarmente attivo quale quello della provincia autonoma di Bolzano ed altre in corso nelle regioni finitime anche per documentare la varietà e complessità della presenza di manufatti caratterizzanti i paesaggi e le molteplicità di casistiche via via in evoluzione e in continua trasformazione dal Medioevo alla Grande Guerra.Sabato 8 aprile i soci hanno partecipato ad una gita di studio a Mantova visitando, all’interno del vasto Complesso Museale di Palazzo Ducale, il Castello di San Giorgio e Palazzo Te. Accompagnati dal critico e storico dell’arte Filippo Maria Previdi e dall’architetto Benedetta Grigoli, sono stati letteralmente trasportati nel mondo rinascimentale dei Gonzaga grazie alla loro capacità espositiva sia per gli aspetti architettonici ed artistici che della vita a corte, con particolare attenzione alla vita di Isabella d’Este e del suo mecenatismo.Sabato 29 aprile i soci della sezione si sono riuniti a

Villa Lazzari in località Ponte Samoggia per l’assemblea ordinaria e per il rinnovo delle cariche sociali. Dopo la votazione e un pranzo rustico in villa hanno visitato Villa Nicolaj a Calcara di Crespellano, un’antica dimora costruita nel diciottesimo secolo sul preesistente castello seicentesco, con un esteso e curatissimo parco nella quale fu ospitato anche Ugo Foscolo. Il 13 e 14 maggio in occasione della XIX edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli la sezione ER dell’Istituto e il Gruppo di Studio “Dino Palloni” hanno proposto percorsi di visita guidata alla Rocca di San Leo (RM), fortezza situata sulla cima della cuspide rocciosa che sovrasta l’abitato leontino e che domina la Valmarecchia. Nelle visite si sono alternati, per trattare i diversi aspetti caratterizzanti della fortezza, Massimiliano Righini optologo e storico, Corrado Roggeri architetto, Alberto Monti archeologo medievista e Alessandro Tosarelli ingegnere, accompagnando i visitatori in un percorso conoscitivo dettagliato analizzandone le fasi costruttive, le modalità di utilizzo nel tempo, i meccanismi e tecniche di difesa e la tipologia di artiglieria. Il gradimento dei numerosi visitatori presenti nelle due giornate è stato elevato e palesato nel protrarre la visita oltre l’orario previsto di un’ora e mezza in modo spontaneo da entrambe le parti. Queste due giornate, grazie anche alla preziosa collaborazione del Comune di San Leo, della Pro Loco di San Leo, San Leo 2000, la Compagnia di San Martino e dell’ing. Alessandro Tosarelli, sono risultate importantissime sia per la valorizzazione del patrimonio castellano che per la diffusione delle attività dell’Istituto alla collettività.

Isabella Ascari e Benedetta Grigoli

Momento dell’incontro di studio tenutosi a Reggio Emilia “Ipotesi ricostruttive del castello di Canossa in epoca estense”.Dalla destra dell’immagine troviamo la moderatrice dell’evento Aurelia Fresta consigliere – segretario Deputazione Storia Patria – sezione di Reggio Emilia, Giovanni Maccioni, Massimiliano Righini e Corrado Roggeri soci dell’Istituto Italiano dei Castelli - sezione Emilia Romagna.

Vista della Fortezza di San Leo al tramonto.

Page 18: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI18

FRIULI VENEZIA GIULIA13 MAGGIO 2017, VISITA AL CANTIERE DEL CASTELLO DI COLLOREDO DI MONTE ALBANO

> Come ogni anno anche nel 2017 le giornate Nazionali dei Castelli hanno visto, sabato 13

maggio, l’apertura di un bene fortificato da parte della Sezione Friuli Venezia Giulia dell’Istituto Italiano dei Castelli.Il bene prescelto è un’opera fortificata fra le più note in regione e all’estero, essendo simbolo di una delle famiglie più antiche del Friuli, i di Colloredo Mels, e allo stesso tempo, cantiere della ricostruzione post sisma del 1976, in corso di esecuzione.La giornata di visite, cadenzata in tre gruppi, è stata guidata dal presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto, l’architetto Vittorio Foramitti, membro della Sezione F.V.G e dal responsabile unico del procedimento (RUP) ing. Claudio Degano. L’iniziativa si è svolta sotto il patrocinio del Comune di Colloredo di Monte Albano, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.A fare gli onori di casa, il presidente della Sezione F.V.G. dell’Istituto, l’architetto Nicola Badan, che ha accolto, assieme ai rappresentanti della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia (arch. Stefania Casucci) e dell’Assessorato all’Infrastrutture e Territorio della Regione (arch. Mariagrazia Santoro), i visitatori e curiosi. L’arch. Santoro ha posto particolare attenzione, nel suo discorso di benvenuto, al tema del paesaggio e del “castello nel paesaggio” e delle diverse importanti iniziative che il suo assessorato sta seguendo su questo tema. Ha in particolare riconosciuto il significativo ruolo dell’Istituto nell’opera di studio e valorizzazione dei sistemi fortificati della nostra Regione.Più di cento sono stati i visitatori provenienti da varie parti d’Italia, dall’Austria e dalla Repubblica Ceca. Cogliendo l’occasione delle Giornate Nazionali dei Castelli e coordinando una riunione di famiglia programmata da mesi, si è riusciti anche a far visitare il castello a tutti i discendenti della famiglia di Colloredo Mels, proprietaria da secoli del

complesso castellano e ora residenti in varie località dell’Italia e dell’Austria. Una giornata importante anche per la comunità del Comune di Colloredo di Monte Albano che ha potuto visitare un bene che darà, sicuramente, ottime prospettive di crescita e lustro ai suoi abitanti.Il compendio castellano di Colloredo è costituito da un complesso di edifici costruiti nel corso dei secoli all’interno di un recinto fortificato sulla sommità di una collina morenica. Al centro del compendio e sul versante nord si trova il mastio, un edificio anulare che racchiude al suo interno un cortile: si tratta dell’edificio più antico, che ha subito continue modifiche ed accrescimenti nel corso dei secoli. Sul fronte meridionale, in asse con il lungo rettilineo che porta a Udine, si trova la torre-porta con a fianco il corpo di guardia o ala Nievo. Altri edifici e tratti di muratura merlata completano il recinto.La costruzione del castello iniziò nel 1302: all’inizio era probabilmente costituito da una muratura che formava il recinto del mastio con all’interno un primo edificio situato nell’angolo nord-est. Successivamente venne costruito il recinto esterno con le torri e la torre porta centrale. Dopo aver subito un assedio, nel corso del XIV secolo fu completata la costruzione degli edifici all’interno del mastio e vennero costruiti i nuclei più antichi dell’ala Nievo e della Casa Rossa. Nel 1511 il castello fu parzialmente incendiato e fu anche colpito da un terremoto. La ricostruzione dell’edificato iniziò nella seconda metà del secolo. I due terremoti del 1976 hanno quasi completamente distrutto il castello. L’ala ovest e la torre-porta sono stati restaurati negli anni successivi. Dal 2012 sono in corso i lavori di restauro, che hanno come obiettivo la restituzione del complesso nel suo assetto edilizio precedente il terremoto del 1976, tramite interventi di conservazione e recupero delle strutture superstiti e di ricostruzione di quanto è andato perduto sulla base dei rilievi e della documentazione fotografica precedente il sisma. Il recupero dell’intero complesso comporterà l’inserimento di nuove funzioni pubbliche e la riassegnazione ai privati delle unità immobiliari all’interno degli edifici che originariamente possedevano.

Nicola Badan, Federico Bulfone Grasinigh, Daniela Omenetto

LAZIO

MONTENEGRO, COSÌ VICINO COSÌ LONTANO

> Alla guida di un gruppo di 20 persone, dal 23 al 28 Aprile 2017, la sezione Lazio ha intrapreso

un viaggio nel tempo, percorrendo, come degli esploratori, da sud a nord tutta l’area costiera del Montenegro.La prima sosta è stata Dulcigno, ultimo agglomerato meridionale prima del confine con l’Albania, che abbiamo raggiunto attraversando il Lago di Scutari. In questa comunità, in larga maggioranza albanese di religione musulmana, potrebbe sembrare in contrasto la viva devozione per Madre Teresa di Calcutta, di cui è presente un busto di pietra, meta

Un momento della visita al cantiere

del castello di Colloredo.

Page 19: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

19ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

di pellegrinaggio dei devoti della Santa provenienti da tutta la regione. La città accoglie, stagliata all’orizzonte per il controllo delle acque del Lago, una rocca medievale, le cui prigioni, che erano a loro tempo gestite dai pirati, hanno il triste vanto di aver ospitato, Miguel de Cervantes. Il grande scrittore spagnolo, che ha tra l’altro il merito di aver trasmesso ai posteri il ricordo delle sue prigioni montenegrine: il nome del personaggio femminile più significativo delle sue fatiche letterarie, Dulcinea del Toboso, è infatti il ricordo della sua permanenza a Dulcigno ed è l’origine del nome della città stessa.Seguendo la direttrice sud-nord, abbiamo incontrato Antivari, città che deve il suo nome (letteralmente. “di fronte a Bari”) ed il suo recente sviluppo commerciale alla nostra Bari, sua omologa sulla costa italiana. L’insediamento vanta comunque una storia millenaria, come dimostrano sia le rovine ove sono presenti reperti archeologici di numerose epoche, sia un’antica pianta di olivo che sorge nei pressi della città, la cui età certificata è di ben duemila anni.Sulla via per Budua si incontra Sveti Stefan, una penisola collegata alla terra ferma soltanto da un sottile istmo, che in occasione dell’alta marea viene sommerso, così da rendere questa penisola dell’Adriatico una vera e propria isola, analogamente a quanto avviene in Francia per il Mont Saint Michel. Sveti Stefan è meta prediletta per i soggiorni estivi da parte di appartenenti all’aristocrazia europea, di star del cinema e della musica ed in generale di una ricercata clientela di lusso. Ed eccoci quindi arrivati a Budua, nostro approdo successivo, città antica (ca. V secolo a.C.) e soggetta a numerose invasioni, tra le quali si ricorda quella più significativa da parte di Venezia, chiamata a difendere Budua dall’invasione delle tribù provenienti del nord-est. Oggi la piccola cittadina vive principalmente di turismo estivo, vantando alcune tra le più belle spiagge del Mediterraneo.Proseguendo lungo la via litoranea, siamo giunti al punto più settentrionale della costa montenegrina, dove si trova Cattaro, cittadina che dà il nome allo stupefacente fiordo su cui si affaccia. Il

fiordo racchiude un dedalo di insenature, risacche ed anfratti che prendono il nome di “Bocche di Cattaro”. Inoltrandoci in barca nel fiordo, abbiamo potuto ammirare il connubio tra una natura cosi’ forte e suggestiva e la spiritualità del luogo, che tra l’altro accoglie, su di un piccolo isolotto nel bel mezzo di uno specchio d’acqua, il Santuario della Madonna dello Scarpello (Madonna dello Scoglio), faro e punto di riferimento per i marinai del luogo. Ricordando quanto avveniva nei tempi antichi, con mille pericoli sempre a portata di mano da parte di nemici di ogni sorta, si realizza quanto questo fiordo (largo 87 kmq), fosse importante per permettere ai naviganti l’accesso ad una terra amica ed un sicuro riparo.Al termine della visita della zona costiera, ci siamo diretti verso la capitale, Podgorica. Nel corso del tragitto, abbiamo incontrato Cettigne, la prima capitale del Montenegro, cittadina dalla storia tumultuosa e affascinante, più volte rasa al suolo e più volte ricostruita, a noi italiani nota principalmente per aver dato i natali ad Elena di Savoia (già Jelena Petrovic-Njegos). Qui abbiamo avuto l’opportunità di visitare il palazzo del Re e le vecchie sedi delle ambasciate ivi accreditate. Prima di congedarci dalla vecchia Capitale, ne abbiamo visitato il monastero, a tutt’oggi in funzione. Percorrendo la strada verso Podgorica, abbiamo costeggiato il lago di Scutari, effettuando una breve sosta nella cittadina di Rijeka Crnojevica, dove ammiriamo diversi ponti romani.Podgorica ci ha nuovamente accolto, presentandoci questa volta un profilo diverso, dopo pochi giorni dal ns. primo incontro. In questa nuova capitale, che ci è apparsa più comprensibile nella sua sobria modernità, abbiamo visitiamo la città vecchia, con le sue costruzioni risalenti al periodo ottomano. Abbiamo tuttavia potuto visitare alcune piccole moschee, ove siamo stati accolti benevolmente e ove ci sono state fornite interessanti, utili informazioni circa le loro origini.Ci siamo indi diretti a nord di Podgorica e, attraversando un bosco ricco di vegetazione, inerpicandoci fino a 1000 m. di altezza, siamo giunti all’imponente monastero di Ostrog, interamente scavato nella parete della montagna, ultima meta del nostro viaggio, sicuramente non la meno importante. Questo monastero, così come ha sconfitto la montagna, con la sua ardita architettura, sconfigge oggi i pregiudizi del nostro tempo, poiché è sacro per

Dettaglio della cattedrale di Kotor con bifora medievale.

Veduta del fiordo del Cattaro.

Page 20: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI20

tre fedi: Cattolica, Ortodossa e Musulmana, che qui convivono pacificamente, facendo di questo luogo spirituale la meta di pellegrinaggio più importante di tutta l’area dei Balcani.A Podgoriga abbiamo anche visitato le cascate del Niagara, quelle originali da cui hanno preso il nome quelle più imponenti esistenti negli Stati Uniti.È difficile spiegare l’esperienza di un viaggio in Montenegro, un Paese così vicino, eppure così poco noto a noi Italiani: una terra di pace che pure è stata attraversata nei secoli da numerose guerre, un luogo di lavoro quotidiano e di tradizione. Qui, la gente si affaccia al mondo con generosa curiosità, ed al tempo stesso difende risoluta la personale identità, fatta di profonda spiritualità ed amore per la propria terra, sentimenti non ostentati ma intimi, visibili nella azioni quotidiane di ogni montenegrino. Come pure l’origine del nome; si dice esser stato dato dai naviganti che avvicinandosi alle coste orientali dell’Adriatico, all’imbrunire vedevano intere montagne nere, che soltanto avvicinandosi alla costa si scopriva essere piene di alberi di alto fusto.

Maurizio Maggio e collaboratori

VISITA A SIENA ALLA COLLEZIONE SALINI

> Lo scorso mese di giugno, abbiamo effettuato una visita a Siena, ove il 14 dello stesso mese si

è inaugurata la Mostra della prestigiosa collezione di opere d’arte raccolta, in oltre trenta anni di appassionata competenza, dal noto imprenditore e collezionista architetto Simonpietro Salini. La collezione, che ha la sua sede abituale nel Castello di Gallico, Montecalvoli, Siena, residenza abituale dell’Architetto Salini, è visibile fino al 15 settembre 2017, gratuitamente, nel complesso comunale di Piazza del Campo. La collezione, eccezionale sia per quantità che per qualità dei pezzi ora esposti, è composta da opere che abbracciano tre secoli d’oro dell’arte italiana, dal 1200 al 1400. La raccolta comprende i massimi artisti senesi ed oltre dell’epoca, nel settore della pittura, con nomi di primordiale importanza quali Duccio di Buoninsegna, Sano di Pietro e Simone Martini, e della statuaria, con la presenza di una vastissima raccolta di statue policrome con nomi di scultori quali Jacopo della Quercia. La Mostra comprende altresì un numero assai rilevante di oggetti in ceramica di uso comune e familiare, quali piatti, brocche ed altro, arricchiti nelle decorazioni da un vasto assortimento di oggetti fantastici, animali immaginari, stemmi nobiliari, oggetti tutti commissionati dalle più importanti famiglie dell’aristocrazia senese o dell’Alta Tuscia, alcune delle quali tuttora in essere, quali i Colonna. Si aggiungano i manufatti a carattere religioso, sempre risalenti ai tre secoli della prima metà dello scorso millennio e che hanno costituito il filo conduttore ed ispiratore dell’architetto Salini nelle sue incessanti ricerche, manufatti questi realizzati sia in metalli pregiati che in marmo, quali acquasantiere, reliquari, crocefissi, opere che testimoniano l’altissimo grado delle singole arti raggiunto, anche nei settori dell’oreficeria e della scultura, dagli orafi e dagli scultori dell’epoca.Una curiosità da sottolineare è una raccolta di pitture, prevalentemente a carattere religioso (Annunciazione, Natività) in cui compaiono coperte, mantelli, pepli, che mostrano riquadri policromi ai quali sembrano essersi ispirate nei secoli successivi le stoffe che compongono i kilt scozzesi, come testimonia un campionario tessile del secolo diciannovesimo, anch’esso in mostra. Questa Mostra viene a confermare, ancora una volta, la visione filantropica dell’arch. Salini, che ha dedicato, con grande versatilità di visione nella scelta delle opere, acquistate con competenza e passione, parte del suo tempo alla costituzione di una collezione che rappresenta un vanto dalla cultura italiana. Da non dimenticare l’ambientazione e la ricostruzione dei supporti delle singole opere, anch’essi entrambi curati personalmente dall’arch. Salini, utilizzando propri artigiani, riecheggianti quelli originari, come ad esempio, per le opere pittoriche a carattere religioso, altari o supporti di genere. Un ringraziamento particolare va al dott. Guglielmo Turbanti, direttore del Museo Civico, nonché all’amico Gianni Maccherini, che ci hanno accompagnato nel corso della nostra visita e ci hanno illustrato ogni pezzo esposto, arricchendo le spiegazioni con particolare competenza ed assoluta passione. L’imballaggio, il trasporto e la movimentazione di opere di tale rilevanza artistica e commerciale si presentavano non privi di numerose incognite e di difficoltà,

Madonna dello scoglio.

Castello di Gallico. Veduta aerea.

Page 21: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

21ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

tutte risolte nel migliore dei modi dalla nota ditta di trasporti Arterìa, specializzata nel settore dello spostamento di opere di alto valore.

Maurizio Maggio e collaboratori

LOMBARDIA

VISITA ALLA TORRE DEI GORANI, CONFERENZE INVERNALI, GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI: TAVOLA ROTONDA E VISITE GUIDATE ALLA ROCCA DI ROMANO DI LOMBARDIA

> A ottobre 2016, com’è consuetudine, è ripresa dopo la pausa estiva l’attività della sezione

con la riunione del consiglio direttivo ogni primo mercoledì del mese. È stata l’occasione per prendere atto che nelle scorse votazioni nazionali i candidati della sezione Lombardia, il dott. Giuseppe Iacone e l’arch. Maria Teresa Piovesan, sono stati confermati e chiamati alla carica rispettivamente di segretario generale e di vice presidente, mentre è stato eletto per la prima volta l’arch. Gian Franco Rocculi, nominato responsabile del gruppo per la rivalutazione delle attività istituzionali. Sono stati pure confermati il rag. Bruno Bagnoli come revisore dei conti effettivo e l’avv. Enrico Bottiglieri come proboviro. Si è parlato anche di programmi e, in particolare, dei modi di rilanciare l’Istituto, a cominciare dall’incremento del numero dei soci, che negli ultimi anni è andato sensibilmente diminuendo per una serie di fattori, legati alla congiuntura economica, ma anche alla scarsa visibilità dell’istituto e alla modesta contropartita offerta ai soci. Raccogliendo le proposte emerse in ambito nazionale, sarà questo uno dei settori su cui puntare.Un altro argomento di discussione e confronto nell’ambito della sezione ha riguardato il restauro in corso alle mura di Bergamo, dove non sono mancate le nostre prese di posizione e i suggerimenti al fine di assicurare un intervento rispettoso in vista dell’auspicata nomina a patrimonio Unesco.Alla giornata inaugurale dell’anno sociale, tenuta il 28 gennaio 2017 a Milano, sono stati visitati la Torre dei Gorani e i resti del palazzo imperiale romano con la guida dei dottori Marina Uboldi e Marco Tamborini, responsabili di delegazione, e con la partecipazione dell’arch. Antonella Ranaldi, soprintendente ad archeologia, belle arti e paesaggio di Milano. È seguita la visita alla chiesa di San Sepolcro e alla sua cripta recentemente restaurata. Buona la partecipazione anche al pranzo sociale, dopo il quale si è tenuta l’assemblea dei soci con i consueti adempimenti statutari e vari suggerimenti avanzati dai soci.Per le Conferenze invernali, che si sono svolte nella sala Creval al palazzo delle Stelline in corso Magenta 59 a Milano, grazie sempre alla gentile concessione del Credito Valtellinese, quest’anno si è apportata una novità, che rientra nelle iniziative tese a favorire la visibilità dell’Istituto e contemporaneamente a incrementare il numero di adesioni. Alla metà delle conferenze sono stati riconosciuti crediti formativi professionali dall’Ordine degli architetti

di Milano e provincia, per cui la presenza in sala è risultata ben superiore a quella consueta. Esse hanno riguardato le mura di Bergamo (GianMaria Labaa), di Chiavenna e Tirano (Guido Scaramellini), di Brescia (Giusi Villari), di Pavia (Marco Galandra). Le altre hanno avuto come tema i borghi fortificati della pianura bergamasca (Barbara Oggionni), il forte di Pietole (Francesco Rondelli) e le mura di Pizzighettone (Marcello Mann). Il ciclo, svoltosi nei martedì di febbraio e di marzo dalle 17 alle 18,30, è stato concluso da Flavio Conti che ha proposto una serie di criteri per salvare e valorizzare il patrimonio castellano.In ottemperanza alle decisioni del consiglio direttivo nazionale, nel 2017 le Giornate dei castelli si sono svolte il 13 e 14 maggio in una sola località della regione, a Romano di Lombardia, con una buona affluenza di pubblico. Ha aperto il programma una tavola rotonda, svoltasi nel salone della Rocca, sul tema “Dal restauro all’indagine materica: nuovi palinsesti cronologici per la Rocca di Romano” con l’esposizione dei rilievi effettuati dagli studenti dell’università di Bergamo, relatori l’arch. Giusi Villari, l’arch. GianMaria Labaa, il dott. Dario Gallina, moderatore il prof. Giulio Mirabella Roberti. Il giorno seguente si è svolta una serie di visite alla Rocca, al borgo e alla villa Rubini con la presentazione da parte del presidente della sezione, della vice presidente Giusi Villari, del prof. Riccardo Caproni e con la guida del Gruppo locale. Quanto ai viaggi di studio, coordinati dalla consigliera Marie Ange Cellot, hanno riguardato

La Rocca di Romano di Lombardia, sede della Giornate dei castelli il 13 e 14 maggio 2017.

Un momento della tavola rotonda nella Rocca.

Page 22: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI22

in marzo le mura di Brescia, con la guida di Giusi Villari che già aveva trattato il tema a Milano, replicando a Brescia il 18 marzo. In aprile sono stati visitati i castelli nel Piacentino in collaborazione con il geom. Giovanni Maccioni e con il dott. Massimiliano Righini della sezione Emilia Romagna. È seguita la gita a Erba e dintorni, guidata dalla dott. Marina Uboldi, coordinatrice della delegazione di Como.Si è lavorato anche in funzione dell’assemblea dei soci della sezione, fissata per il 10 giugno al castello di Binasco, grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale. Tra gli argomenti all’ordine del giorno lo scrutinio per il rinnovo del consiglio direttivo di sezione nel triennio 2017-2020. Al nuovo consiglio spetterà di nominare nel suo ambito il nuovo presidente, dovendo Scaramellini lasciare la carica a norma di statuto dopo tre mandati consecutivi, nei quali peraltro ai nove anni se n’è aggiunto un decimo in seguito allo slittamento delle nomine in campo nazionale.

Guido Scaramellini

MARCHE

VIAGGIO IN TRENTINO, PRESENTAZIONE ATTI CELEBRAZIONI BRAMANTESCHE, GITA A FORLI’ E CESENA, IL NORD DELLA PUGLIA

> La prima tappa del viaggio di studio in Trentino svoltosi dal 6 al 9 ottobre 2016 è stata

a Castel Noarna, un rude castello che abbiamo visitato dopo uno spuntino in uno dei suoi saloni. Abbiamo raggiunto Trento nel primo pomeriggio, dove ci ha accolto l’arch. Roberto Codroico, allora vicepresidente nazionale e presidente della Sezione Trentino, che ci ha fatto avere un primo contatto con lo splendido centro della città con le facciate dipinte, ed il giorno seguente ci ha fatto accuratamente visitare il Castello del Buon Consiglio e poi il Duomo. È difficile immaginare prima di una visita che Trento sia una città così attraente e ben tenuta. La giornata successiva la abbiamo passata per le valli, dapprima a Mezzocorona visitando l’affascinante Castello dei conti Firmian, accolti dalla proprietaria (nel XVIII secolo con Maria Teresa un Firmian fu governatore della Lombardia), e successivamente Castel Thun, una reggia più che un castello ora però non più privato, completo di magnifici arredi, il più importante castello di famiglia di principi-vescovi del Trentino (dopo il Castello del Buon Consiglio, sede ufficiale del potere). L’ ultimo giorno lo abbiamo dedicato a Rovereto con la visita del MART, lo splendido museo del ‘900 italiano e dell’ arte contemporanea, e della casa futurista del pittore Depero, con una sosta per il pranzo nelle storiche cantine De Tarczal. Il 26 novembre, presso la Basilica di Loreto, nella Sala del Pomarancio, si è tenuta la presentazione degli atti del convegno svoltosi a Loreto il 5 e 6 novembre 2014 per le celebrazioni bramantesche a 500 anni dalla morte di Donato Bramante. La presentazione degli atti, raccolti nel volume XV-XVI di Castella Marchiae, si è svolta alla presenza di Mons. Tonucci, Arcivescovo Prelato di Loreto, della Prof. Lorenza Mochi Onori, già direttore

regionale per i beni culturali della Marche, dei proff. Cristhof Luitpold Frommel e Fabio Mariano, curatori del convegno. Dopo la presentazione la nostra Sezione ha offerto a tutti gli intervenuti un rinfresco nelle cantine della S. Casa. Il 17 dicembre riunione degli auguri in Ancona presso Cantina Moroder. I nostri soci partecipano sempre in grande numero a questa riunione conviviale annuale, a cui questa volta ha fatto da cornice l’antica cantina. Nella riunione abbiamo annunciato le future modifiche delle cariche sociali ed il futuro presidente Marco Grandi ha fatto un breve discorso ai soci presenti. Il 26 marzo 2017, Gita di studio a Forlì e Cesena. Abbiamo iniziato al museo S. Domenico di Forlì con la visita della mostra “Art Decò. Gli anni ruggenti in Italia”, mostra molto interessante per rendersi conto, più che dei singoli, insoliti oggetti esposti, del modo di apparire e di vivere della nostra classe sociale che “faceva tendenza” dopo gli anni della prima guerra mondiale. Dopo una sosta conviviale a “Casa Artusi” a Forlimpopoli ci siamo recati a Cesena per la visita della rinascimentale Biblioteca Malatestiana, capolavoro dell’ arch. fanese Matteo Nuti, la prima biblioteca civica in Europa, l’ unico esempio di biblioteca monastico-umanistica giunta a noi integra nell’edificio, nei mobili e nella dotazione libraria. Dopo ci siamo fermati in piazza del Popolo con la insolita monumentale fontana cinquecentesca del Masini e poi siamo saliti sul colle Garampo per la visita dei cortili e degli spalti della Rocca Malatestiana. Dal 19 al 22 maggio 2017 gita nel nord della Puglia. Abbiamo fatto una sosta a Termoli per vedere il piccolo ma particolare castello ricostruito da Federico II nell’ ambito di un programma di difesa delle coste. La prima tappa pugliese è stato il castello ducale dei Maresca di Serracapriola, in origine una torre bizantina con una insolita pianta stellare, attorno alla quale è stato costruito il castello nel secolo XV. Siamo stati accolti dal m.se Carlo e da suo figlio Antonino, che hanno in corso un accurato restauro del castello, in parte abitato, e che ci hanno offerto un rinfresco. Abbiamo concluso la giornata con la visita del Castello di Lucera, in realtà una estesa cinta muraria angioina, in parte percorribile, con all’interno i ruderi del palazzo federiciano ed altre costruzioni minori. Il giorno seguente siamo usciti dalla Capitanata recandoci a Barletta. Un ottimo restauro ancora in corso evidenzia le varie epoche e permette di visitare nel dettaglio l’ immenso castello svevo, costruito su preesistenti fortificazioni normanne, poi modificato ancora dagli aragonesi. Dopo una passeggiata per Barletta con veduta della Cattedrale, della Cantina della sfida, del Colosso (una grandissima statua bizantina di bronzo), abbiamo visitato il Museo De Nittis, creato con una donazione della vedova De Nittis alla città di Barletta di circa 170 dipinti del pittore. Esso è stato la più grande sorpresa di Barletta perché abbiamo constatato che non si può conoscere De Nittis se non si conosce il Museo di Barletta. I nonni del pittore erano proprietari di saline: egli si poteva permettere di vendere fra i suoi quadri solo quelli che lo interessavano di mano, per cui i suoi quadri più rappresentativi sono quelli che si era tenuto, ora tutti a Barletta. Abbiamo poi visitato vicino alle saline di Margherita di Savoia il Centro di Educazione ambientale “Casa di Ramsar” per la protezione dell’ecosistema delle zone umide della Capitanata, facendo anche un po’ di bird watching. La giornata si è conclusa nella Masseria Posta di

Page 23: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

23ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Torrebianca, del XVIII secolo, dove i proprietari m.si Luigi e Fabrizia Lepri ci hanno splendidamente ospitato facendoci visitare gli affascinanti curatissimi giardini e offrendoci poi un raffinato pranzo pugliese. Il giorno successivo ci siamo spinti ad Ascoli Satriano. Dopo la visita del poderoso castello, poi trasformato in palazzo ducale, solo dall’ esterno a causa dei restauri in corso, il sindaco ci ha accolto nel museo civico con “i grifoni”, gli eccezionali marmi policromi del IV secolo a.c. unici al mondo, trovati in una tomba vicino ad Ascoli Satriano, che ci sono stati restituiti dopo lunghe diatribe internazionali dal Museo Getty di Malibù. Poi Bovino, un antico borgo fuori dal tempo che sembra addormentato, con un interessante castello trasformato in palazzo ducale. Al ritorno il Duomo di Lucera, che nel secolo XIX fu riportato alle origini rimuovendo strutture dei secoli successivi. Per fortuna sono stati lasciati alcuni affreschi seicenteschi non di grande qualità, ma molto interessanti, che mostrano delle decapitazioni di martiri con vari tipi di macchinari. Gli affreschi sono una conferma che macchine per la decapitazione erano preesistenti alla rivoluzione francese: la ghigliottina è stata una evoluzione del sig. de Guillotin per consentire, come lui diceva, una morte indolore. L’ ultimo giorno lo abbiamo dedicato a Monte S. Angelo, città longobarda, che con il culto dell’ arcangelo Michele è stato un centro di pellegrinaggio a tutt’ oggi molto attivo. Dopo la visita del panoramico castello, in cui sono riconoscibili le modifiche introdotte dai bizantini fino ai Borbone compreso un intervento di Francesco di Giorgio Martini, del battistero di San Giovanni con la tomba di Rotari, e del santuario di San Michele, ci siamo avviati per il ritorno nelle Marche.

Pietro Fenici

GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI: CORINALDO

> Ogni regione è stata rappresentata da un “simbolo” del proprio territorio. La Sezione

marchigiana ha inteso “presentare” una “città” fortificata e, in questo senso, la scelta è caduta su Corinaldo. Questo paese dell’entroterra di Senigallia è caratterizzato da una cinta muraria che risale, nell’attuale sua conformazione, al 4/500 ed è molto particolare perché integra ed originale. Al suo interno il centro storico è assai ben conservato. Il Comune e gli altri enti civili e religiosi hanno aperto ai visitatori, per tutta la giornata di domenica 14, il Palazzo comunale, il Teatro, la Pinacoteca civica, la sala del Costume e delle Tradizioni Popolari, tutte le Chiese del centro e delle frazioni, ivi compresa Santa Maria in Portuno, più nota come Madonna del Piano, dove si può ammirare “La Maddalena ai piedi della Croce” che molti considerano l’opera più bella di Claudio Ridolfi, il pittore veronese che visse e morì a Corinaldo, lavorando nella stessa Corinaldo e in tutto il Ducato di Urbino (anche gli Uffizi ospitano alcuni suoi quadri). Centinaia di turisti hanno testimoniato il successo dell’iniziativa. I soci della Sezione hanno concluso la visita con una colazione alla “Nova Taberna”, un simpatico locale, situato sulle mura, con splendida vista sulle campagne circostanti.

Marco Grandi

MOLISE

ASSOCIAZIONI CHE S’INCONTRANO – CONFERENZE – VISITA A FORNELLI – GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI

> Le manifestazioni estive 2016 della Sezione Molise si sono concluse domenica 25 agosto nel

castello di Pescolanciano, dove è stato organizzato l’incontro dei soci molisani con gli amici dell’Associazione abruzzese “le Franchevillanesi”. Dopo una piacevole colazione consumata nella splendida cornice dei giardini del castello, il gruppo dei presenti, guidati da Ivano Buonincontri e dalla cugina Anna d’Alessandro, proprietari di una parte del castello, hanno visitato la cappella gentilizia, dedicata a Sant’Alessandro, da poco restaurata, e la collezione della rinnovata produzione delle ceramiche dei D’Alessandro.In quella circostanza, la famiglia d’Alessandro ha attribuito alla presidente Perrella una targa come segno di stima al suo determinante apporto per il rifacimento del tetto del castello.La presidente ha voluto condividere con la nostra socia dott.ssa Ivana Cima tale riconoscimento per la sua premura nel seguire l’iter burocratico del progetto di recupero. La giornata si è conclusa nel salone delle pertinenze del castello dove l’arpista Tiziana Tamasi, nostra consocia, ha intrattenuto i numerosi ospiti con un delizioso concerto. Il 12 novembre, a Termoli, in collaborazione con l’Archeoclub della città e il Liceo Classico Perrotta, nell’aula Magna dell’Istituto, si è svolto un incontro di studio su “L’architettura fortificata dei paesi albanesi”, tenuto dal nostro socio, l’arch. Lucio Giorgione. La sala conferenze del Liceo Perrotta era gremita di pubblico e di alunni della scuola; tutti hanno mostrato interesse per gli argomenti trattari e molti hanno partecipato al dibattito conclusivo.Il 27 novembre nel Palazzo marchesale di Ripalimosani in occasione dell’Assemblea ordinaria dei soci si il prof. Antonio Mucciaccio ha relazionato sul tema: “Castelli residenza e letteratura”. Al termine, il consueto pranzo e lo scambio degli auguri di Natale. Il 6 maggio 2017, a Fornelli (IS),uno dei più caratteristici impianti di difesa medievali presenti in Molise, è stata effettuata una interessante visita di studio. Castello d'Alessandro

lato nord-ovest.

Page 24: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI24

Come si legge nel Chronicon Vulturnense, nel X secolo, Fornelli faceva parte di una serie di castelli appartenenti all’Abbazia di San Vincenzo al Volturno ed era già dotato di un sistema di difesa castellana.La caratteristica del borgo è nelle torri angolari angioine che si raccordano alle mura, conservate in buona parte. Attraverso il camminamento che corre sulle mura, si raggiunge, nella zona più alta del borgo, una piccola piazza prospiciente il Palazzo Baronale che, nell’impianto, si è adattato alle strutture dell’antico castello. Nel tempo il Palazzo Baronale si è ingrandito all’esterno delle mura e, attraverso un giardino pensile, si è raccordato alle torri angioine trasformate in colombaie e adattate alle esigenze degli attuali proprietari. Tra i principali feudatari di Fornelli troviamo i Pandone che ne furono intestatari per quasi un secolo, dal 1433 al 1525, quando il feudo passò ai Galluccio. Gli ultimi signori del borgo, fino all’eversione della feudalità, ossia il 1806, furono i Carmignano.All’interno di uno dei palazzi che si sono sovrapposti alle mura, in un antico salone, messo a nostra disposizione dal proprietario, dott. Lorenzo Laurelli, al vicesindaco di Fornelli e ai numerosi soci e ospiti giunti per l’occasione, la presidente ha consegnato ai fratelli Armando e Pasquale Marinelli la targa di Benemerenza che la nostra sezione assegna ogni anno a un personaggio distintosi in Italia o all’estero nel campo della ricerca storica, dell’arte, del giornalismo o in altre attività culturali o imprenditoriali riguardanti il Molise.I fratelli Marinelli, titolari della millenaria Pontificia Fonderia di Agnone, hanno ricevuto la targa d’argento “Una vita per la cultura” per la straordinaria attività da loro condotta in un settore come quello della fusione di campane per cui il Molise è noto a livello internazionale.I due fratelli, intervistati dalla presidente e dai numerosi ospiti, hanno affascinato i presenti per l’affabilità, la competenza e la ricchezza degli aneddoti raccontati. Subito dopo, il vicepresidente della Sezione, arch. Franco Valente ha intrattenuto l’uditorio parlando delle origini e della storia di Fornelli. Succesivamente i soci hanno visitato il borgo guidati dall’architetto Valente.

Il 13 maggio 2017, con il patrocinio del MiBACT e la collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Macchia Valfortore, la Sezione Molise, in occasione della XIX edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli, ha organizzato una manifestazione di notevole interesse culturale. Il borgo di Macchia Valfortore ha aperto al pubblico l’antico e storico Palazzo marchesale dei Gambacorta nel quale si è svolto un importante incontro di studio sulla cosiddetta Congiura di Macchia. Il palazzo sorge su un costone arenaceo emergente nel nucleo più antico dell’abitato; l’edificio si sviluppa su tre livelli con stratificazioni di successivi ampliamenti e trasformazioni. L’opera fortificata del XII sec. sulla quale il palazzo si è innestato, doveva essere a pianta quadrangolare con torri angolari. Questa impostazione tipologica è testimoniata dalla torre a sezione circolare visibile sul lato nord; la posizione era davvero strategica perché dalla sua sommità si controlla tutta la valle del Fortore a 360 gradi e si può ammirate un gradevole paesaggio sul lago artificiale di Occhito che il Molise condivide con la Puglia. La preesistenza di un ponte levatoio, segnalata dalle tracce del relativo dispositivo di sollevamento, testimonia che nel passato il palazzo marchesale era una struttura fortificata medievale. L’ingresso, contraddistinto da un arco, si apre sul suo lato più corto, in prossimità della torre costruita per la sicurezza dell’edificio.Notizie documentate del paese risalgono al XV secolo, in periodo aragonese, quando si conosce il feudatario dell’epoca, Antonio Colle o de Colle, il cui nome si trova menzionato in un rapporto diplomatico dell’ambasciatore modenese presso la corte di Alfonso I d’Aragona. Fra i successivi feudatari, nella prima metà del sec. XVII, troviamo i Gambacorta, nobile famiglia di origine tedesca giunta nel Regno di Napoli al tempo degli Angioini. Nel 1518 Andrea Gambacorta acquistò il feudo che fu conservato dai suoi discendenti fino a Gaetano divenuto celebre per aver partecipato, insieme con altri nobili del Regno di Napoli, alla cosiddetta Congiura di Macchia da lui stesso guidata. Lo scopo della congiura era di abbattere il viceregno di Napoli e sostituirlo con un governo indipendente, che avesse a capo un membro della Casa d’Austria.

Torre di Colletorto (CB) dopo il restauro.

Page 25: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

25ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Il complotto, che portò alla sommossa di Napoli il 23 settembre 1701, fallì e costò al principe Gaetano l’esilio a Vienna e la perdita di tutti i suoi beni, mentre Macchia, nello stesso anno, fu devoluta al Demanio. Il feudo, in seguito, fu acquistato da Giuseppe Ceva -Grimaldi, i cui eredi lo tennero fino all’eversione della feudalità. Proprio su questo importante e misconosciuto episodio storico si è soffermato il prof. Antonio Mucciaccio il quale ha intrattenuto l’attento uditorio composto dai numerosi soci della Sezione Molise e dai tanti appassionati provenienti da varie parti del Molise e dintorni. Dopo l’ampia e documentata relazione del prof. Mucciaccio, i presenti hanno potuto visitare il palazzo, oggi sede dell’interessante Museo di Storia naturale che raccoglie la ricca fauna della valle del Fortore, guidati da Massimo Mancini, direttore scientifico onorario del Museo. Il 14 maggio, seconda Giornata Nazionale dei Castelli, la Sezione Molise, grazie alla collaborazione del MiBACT e dei comuni proprietari dei castelli, ha dato la possibilità ai turisti richiamati dall’evento, di fare delle visite guidate ai castelli: d’Evoli di Castropignano, Svevo di Termoli, di Capua di Gambatesa, Pandone di Venafro, alla fortezza di Tufarae alle Torri di Riccia ed alla Torre di Colletorto. Grande affluenza di visitatori hanno avuto soprattutto i castelli di Castropignano, riaperto dopo diversi anni grazie al protocollo d’intesa fra l’Amministrazione comunale e la Soprintendenza Architettonica del Molise, e il castello di Termoli che ha sempre affascinato gli studenti e i turisti provenienti dalle regioni limitrofe.

Onorina Perrella Cavaliere

VIAGGIO DI STUDIO IN BASILICATA

> Dal 30 settembre al 2 ottobre 2016 i soci della sezione Molise hanno effettuato un viaggio

di studio in Basilicata. Il gruppo ha visitato il Castello di Melfi, imponente struttura normanna quadrilatera, circondata da dieci torri, la cui fama è dovuta soprattutto alle Costituzioni Melfitane, codice legislativo del regno di Sicilia promulgato nel 1231. La possente costruzione ospita l’interessante Museo Archeologico del Vulture che conserva importanti reperti tra i quali spicca lo splendido sarcofago di Rapolla, risalente alla seconda metà del II secolo d.C.È stata quindi la volta del Castello di Lagopesole, costruito da Federico II come residenza di caccia su un’altura di incomparabile bellezza posta sullo spartiacque tra i fiumi Ofanto e Bradano a 870 metri di altezza. La struttura attuale, restaurata negli anni novanta del secolo scorso, evidenzia le modifiche apportate al progetto normanno-svevo da Carlo I D’Angiò. A pianta rettangolare, il castello presenta due cortili: il minore, di epoca alto normanna, conserva al centro un mastio quadrato caratterizzato da muratura bugnata nella parte superiore, tipica dell’architettura sveva. Il cortile maggiore, risalente all’ampliamento iniziato da Federico II nel 1242 sui resti di precedenti costruzioni normanno-sveve, contiene un’ampia cisterna e una bellissima cappella di stile angioino. All’interno del castello è stato allestito un museo didattico multimediale di forte impatto: il coinvolgente spettacolo di multivisione consente di compiere un viaggio nel tempo

ripercorrendo le vicende e gli amori di Federico II. L’intera giornata successiva è stata dedicata alla visita di Matera (patrimonio UNESCO dal 1993) partendo dal Parco della Murgia materana con vista mozzafiato sullo struggente panorama del Sasso Caveoso. Il Parco, affacciato sulla Gravina di Matera, è disseminato di chiese rupestri, fondate da comunità monastiche bizantine e benedettine, molte delle quali, come quella visitata dai soci molisani, ricche di affreschi e incisioni; lo spettacolo dei Sassi Caveoso e Barisano, lo splendore della Cattedrale e l’unicità del sistema architettonico urbano hanno reso la visita estremamente affascinante. Molto interessanti anche il grande ipogeo sotto la centrale Piazza Vittorio Veneto, enorme cisterna idrica detta Palombaro Lungo, con pareti alte fino a quindici metri, navigabile fino a poco tempo fa e la Storica Casa Grotta di Vico Solitario, antica abitazione arredata con mobili ed attrezzi autentici che permette di comprendere usi e costumi degli abitanti degli antichi Rioni Sassi prima del loro abbandono. Il gruppo ha visitato l’esterno del Castello Tramontano, in stile aragonese, fatto costruirenei primi anni del ‘500 dal Conte di Matera Gian Carlo Tramontano. Rimasto incompiuto dopo

Castello di Melfi.

Cortile interno del Castello del Malconsiglio di Miglionico.

Page 26: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI26

l’uccisione del nobile avvenuta nel dicembre del 1514 durante una violenta sommossa popolare causata dai soprusi dello stesso Conte, e mai abitato, il Castello è in fase di restauro. L’ultimo giorno il gruppo si è recato a Miglionico per visitare il Castello del Malconsiglio che prende il nome dalla famosa congiura organizzata al suo interno nel 1485 dai Baroni del regno ai danni di Ferdinando I d’Aragona re di Napoli, conclusasi tragicamente con la strage dei congiurati compiuta nella grande sala del primo piano. Il maestoso castello, costruito su due livelli, ha la forma di un parallelogramma fiancheggiato da sette torrioni, due bi torri ed alcune torri circolari; bellissima la Sala della Stella, così chiamata per la forma del soffitto, dove, all’interno di piccole nicchie intagliate, erano custoditi oggetti e documenti preziosi. In alcune sale del Castello è stato realizzato un suggestivo allestimento scenografico e multimediale dedicato alla “Congiura dei Baroni”: la ricostruzione di scene relative all’evento e l’utilizzo di tecnologie digitali molto avanzate permettono la presentazione dei personaggi, Re e Baroni, che ne furono protagonisti. A conclusione del viaggio, i soci molisani hanno visitato l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo di Montescaglioso, maestoso complesso monastico risalente alla metà dell’XI secolo ricostruito, dopo un periodo di decadenza, alla fine del Quattrocento.Un grazie particolare per questa esperienza davvero straordinaria va al Presidente della Sezione Basilicata, ing. Nicola Masini il quale, prima di partire per una missione scientifica per il CNR in Perù, ci ha suggerito il bellissimo itinerario che abbiamo seguito, e la dott.ssa Antonella Pellettieri, ricercatrice del CNR, che ha fatto gli onori di casa rimanendo con noi per buona parte della visita di Matera.

Ivana Cima

PIEMONTE VALLE D’AOSTA

ATTIVITÀ OTTOBRE 2016 - MAGGIO 2017

> I mesi che vanno dall’autunno 2016 alla primavera 2017 hanno registrato la consueta

serie di incontri e momenti di approfondimento destinati ai soci della Sezione Piemonte Valle d’Aosta e ai loro familiari.

Il 5 ottobre 2016, accompagnati dalla dott.ssa Virginia Bertone, conservatrice della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, i soci sono stati guidati nella visita dell’affascinante mostra collettiva Organismi. Dall’Art Nouveau di Emile Gallé alla Bioarchitettura, che ha proposto una visione di rinnovata alleanza tra arte, scienza e ambiente. Il giorno 20 dello stesso mese è stata organizzata una visita alla chiesa della Consolata, un santuario che ha sempre goduto di grande devozione a Torino, sorto sul sito della più antica chiesa di Sant’Andrea, di cui ancora si conserva la torre campanaria romanica dell’XI secolo. Proprio sul campanile, al termine della visita, è stato offerto un aperitivo a buffet, nel corso del quale il presidente della Sezione, prof. Enrico Lusso, ha ricostruito le vicende bassomedievali della struttura, all’epoca integrata nel sistema difensivo della città quale fulcro di coordinamento del sistema di torri lignee e in muratura che sorvegliavano a breve raggio la campagna torinese. Il mese di novembre è stato dedicato a un ciclo di conferenze sul tema dei castelli valdostani, ospitato nella libreria La Farfalla di Snipe. L’8, la dott.ssa Viviana Moretti, assegnista di ricerca presso l’Università di Torino e segretario della Sezione, nella comunicazione Fénis e Issogne: due castelli a confronto ha illustrato nel dettaglio i temi dei cicli pittorici, databili rispettivamente al secondo decennio e alla fine del XV secolo, conservati presso i due castelli; il 15 le dott.sse Alessandra Vallet e Viviana Vallet, funzionarie della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali della Valle d’Aosta, hanno parlato dei Castelli valdostani tra tutela e valorizzazione; il 22, infine, la prof.ssa Chiara Devoti, docente di Storia dell’architettura al Politecnico di Torino, ha presentato una relazione dal titolo «Une vallée de châteaux»: dalla realtà dei siti al paesaggio del mito.Dopo la pausa invernale, le attività sociali sono riprese il 16 maggio 2017, all’indomani delle Giornate Nazionale dei Castelli, con una visita al cantiere di restauro della chiesa di Santa Chiara di Torino, accompagnati dall’arch. Francesco Novelli, docente di Teoria, storia e tecnica del restauro presso il Politecnico di Torino. Al termine, i soci si sono trovati presso il refettorio della Consolata per il consueto pranzo annuale.Tornando alle Giornate dei Castelli, la sezione ha deciso, per la XIX edizione (13-14 maggio) di ripresentare il castello di Casale Monferrato, già selezionato tra quelli più rappresentativi dei territori piemontese e valdostano in occasione delle celebrazioni del cinquantenario di fondazione dell’Istituto e oggi al centro di una serie di iniziative di valorizzazione. Il complesso, voluto dal marchese di Monferrato Giovanni II Paleologo nel 1351, trasformato a partire dagli anni 1464-1465 durante il governo di Guglielmo VIII (cui si deve la scelta del castello quale sede stabile della corte) e potenziato a più riprese soprattutto nel corso del Cinquecento, è stato tenuto aperto e reso accessibile ai visitatori con l’accompagnamento di guide qualificate grazie al sostegno garantito all’iniziativa dal Comune di Casale Monferrato, dall’Associazione Casalese Arte e Storia e dall’Associazione Orizzonte Casale.

Enrico Lusso

Veduta aerea del castello di Casale Monferrato,

con le possenti rondelle situate ai vertici

del perimetro difensivo.

Page 27: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

27ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

PUGLIA

VIAGGIO DI STUDIO A NAPOLI E BAIA, GIORNATE DEI CASTELLI: BALSIGNANO

> Nel programma di viaggio organizzato dalla Sezione Puglia in data 8 e 9 aprile 2017, a

Napoli e Baia sono stati inseriti monumenti storici e architettonici poco noti come Palazzo Spagnolo e l’Ospedale degli Incurabili, capolavoro di arte e scienza aperto al pubblico dopo novanta anni di abbandono. La Farmacia in stile rococò faceva parte dell’Ospedale del Regno Borbonico ed era sede di un efficiente laboratorio del farmaco oltre che luogo di incontro dell’elite scientifica dell’illuminismo napoletano. I portali marmorei sormontati da vasi e mascheroni, le maioliche, le pareti rivestite da stigli e il bancone in radica di noce, lasciano il visitatore incantato per la loro particolarità. Il palazzo Spagnolo, edificato nel 1738, ha suscitato l’ammirazione dei visitatori attratti dalla monumentale scalinata in marmo piperno a doppia rampa definita ad “ali di falco”. Le porte di accesso agli appartamenti sono decorate da stucchi che inquadrano medaglioni con i ritratti a busto del proprietario. La dimora ha assunto particolare risonanza per essere stata teatro di ambientazione cinematografica. Il palazzo fu edificato nel 1738 per volontà di Nicola Moscati, marchese di Poppano su progetto del noto architetto napoletano Ferdinando Sanfelice e decorato da Aniello Prezioso su disegno di Francesco Attanasio.All’inizio dell’800 la dimora fu acquistata da Tommaso Atienza detto Lo Spagnolo, nomignolo attribuito più tardi all’edificio. Nel 1850 il palazzo fu acquistato dalla famiglia Costa grazie al forte indebitamento di Atienza. La successiva alternanza di diversi proprietari determinò la frammentazione della storica dimora in diversi appartamenti di cui due situati all’ultimo piano sono stati acquistati dalla Regione Campania ed un altro dallo scultore Augusto Perez.Il giorno seguente i soci hanno visitato il castello di Baia che racchiude il Museo Archeologico dei Campi Flegrei. L’imponente struttura fortificata con ponte levatoio realizzata sulla preesistente ipotetica villa di Cesare, domina l’intero golfo di Baia. Il castello aragonese è situato in un’area di rilevante importanza strategica in quanto eretto su un promontorio naturalmente difeso ad est da un alto dirupo tufaceo e ad ovest da una profonda depressione di origine vulcanica.La costruzione del maniero, avviata da Alfonso d’Aragona nel 1495 fu affidata, come altri castelli militari del meridione, alla consulenza del famoso architetto senese Francesco Di Giorgio Martini.Dopo l’eruzione del Monte Nuovo, il Vicerè spagnolo Pedro Alvarez da Toledo avviò una radicale ristrutturazione ed ampliamento della fortezza che assunse il suo aspetto attuale a forma di stella.Durante la guerra tra Austriaci e Borboni (1734) la fortezza fu danneggiata e successivamente restaurata da Carlo III di Borbone. Nel 1927 dopo un periodo di lenta decadenza, il castello fu concesso dallo Stato Italiano al Reale Orfanotrofio Militare, durante la seconda guerra mondiale fu utilizzato come carcere militare, nel

1975 fu assegnato alla regione Campania e nel 1984 è stato definitivamente destinato a sede della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta per diventare sede prestigiosa del Museo Archeologico dei Campi Flegrei.Dai bastioni del castello si ha una visione panoramica della costa e dei numerosi resti archeologici romani scoperti recentemente anche sul fondo del mare.In occasione delle Giornate Nazionali dell’Istituto Italiano dei Castelli, il 14 maggio 2017 la Sezione Puglia ha organizzato una visita guidata al complesso di Balsignano, insediamento rurale fortificato in territorio di Modugno (Bari). Questo insieme di fabbricati edificati in epoche diverse è completato da un parco archeologico ove sono presenti valori storici, paesaggistici e ambientali. Il casale rappresenta una rara testimonianza degli insediamenti fortificati risalenti al X-XI secolo, poco noto al grande pubblico, ma ritenuto un piccolo gioiello di arte medievale. Dopo secoli di abbandono, nel 1989 sono stati avviati i lavori di restauro da parte della Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della provincia di Bari insieme all’Amministrazione comunale di Modugno. Il Presidente della sezione Puglia ing. Salvatore Caputi Iambrenghi, dando inizio alla manifestazione, ha ricordato le finalità dell’Istituto sottolineando la necessità di una maggiore conoscenza e salvaguardia dei beni architettonici ed artistici del territorio nazionale. È intervenuta la prof.ssa Antonella Calderazzi per precisare che i viaggi di studio dell’Istituto dei Castelli lungi dall’essere “semplici gite turistiche”, devono assumere una valenza prettamente culturale. Ha, poi, esordito il sindaco di Modugno dott. Nicola Magrone che dopo aver salutato tutti i presenti, ha avuto parole di encomio per la valenza culturale e per la vivace attività della Sezione assicurando il suo impegno nel sostenere l’opera di divulgazione del sito archeologico con visite guidate, collegamenti frequenti e diffusione telematica.Il complesso, attestato sin dal 962 come documentato da una pergamena conservata nella Basilica di San Nicola di Bari, fu concesso, in seguito, all’abbazia

Palazzo Spagnolo – Scalinata di Ferdinando Sanfelice.

Page 28: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI28

benedettina di San Lorenzo di Aversa e nel 1092 al duca normanno Ruggero, figlio di Roberto il Guiscardo. In età angioina l’insediamento vide il suo massimo splendore fino alla prima metà del XVI secolo a seguito delle lotte fra Spagna e Francia. All’interno della cinta muraria esterna sorge la chiesa di San Felice che costituisce l’edificio più rappresentativo dell’insediamento. La chiesa è il risultato di due costruzioni ammorsate, edificate in due diversi periodi: una risalente al X e XI secolo coperta da due cupole a vela su pianta ellittica, l’altra databile al XII secolo con pianta a croce greca e cupoletta centrale rialzata su un tiburio ottagonale di stile bizantino. La facciata è ritmata da motivi ad archetti pensili alternativamente su paraste e dal portale ad arco ornato da una duplice cornice con motivi a denti di sega.A breve distanza si può ammirare la chiesa di S. Maria di Costantinopoli a navata unica edificata negli ultimi anni del 1200 ed impreziosita da cicli di affreschi di cui rimangono alcuni lacerti eseguiti probabilmente da maestranze senesi.

L’attenzione dei visitatori è stata successivamente rivolta all’attuale restauro del castello frutto di recupero iniziato venti anni addietro con opere di consolidamento e ricostruzione di parti crollate o dissestate. La fortificazione era costituita da due torri quadrangolari collegate da un corpo centrale più basso, una corte interna e una robusta cinta muraria. Attualmente le torri appaiono più elevate rispetto al corpo centrale al quale si accede attraverso una scalinata antistante originariamente munita di ponte levatoio. Al piano terra del corpo quadrangolare sono stati rinvenuti, durante i lavori di scavo, reperti archeologici risalenti alla più antica fase del castello.La visita si è conclusa con una suggestiva passeggiata lungo le mura di questo splendido luogo che, ci auguriamo, possa continuare ad esercitare il suo magico fascino.

Maria Teresa Calderazzi

SARDEGNA

INCONTRI CULTURALI E VISITE DI STUDIO TRA GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI E CONVEGNO INTERNAZIONALE DI LA MADDALENA 21-24 GIUGNO 2017

> L’attività della Sezione ha ripreso con il consueto ritmo, condiviso pienamente dai

soci che seguono sempre con entusiasmo, il 17 settembre 2016 a Sassari con la partecipazione alla “1° Edizione della Giostra e del Palio delle Bandiere”. Un eccezionale fine settimana, sabato e domenica, con diversi eventi tra i quali le visite guidate alla città antica e ciò che rimane della cinta muraria, condotte dal nostro delegato Francesco Ledda e collegate al tema generale “Sassari città comunale”. Hanno fatto seguito vari ed interessantissimi incontri culturali a Cagliari e in vari centri della Sardegna su temi specifici, legati agli scopi del nostro Istituto, e per presentare anche in diverse Sezioni dell’Istituto quelli altrettanto interessanti e fondamentali contenuti nel volume “Verso un Atlante dei Sistemi Difensivi della Sardegna” edito dalla Sezione Sardegna a cura di Donatella Rita Fiorino e del sottoscritto. Altro evento importante ha riguardato le Giornate Nazionali dei Castelli del 13-14 maggio 2017 svolte con attività molteplici su tematiche castellane e medievali, che hanno coinvolto oltre gli abitanti di Villasor, dove sorge il Castello Siviller interamente messo a nostra disposizione, moltissimi altri intervenuti dai centri vicini e da Cagliari con i nostri soci; tutti entusiasti per gli ottimi riscontri culturali e con la più ampia visibilità data all’iniziativa dalla stampa e dai media locali. Prima dell’interruzione per la stagione estiva si è svolto a La Maddalena nei giorni 21-24 giugno il Convegno internazionale “Military Landscapes”, brillantemente coordinato dalla nostra socia Donatella Rita Fiorino e dalla Dott.ssa Giovanna Damiani, direttrice del Polo Museale della Sardegna, con il prezioso contributo dei soci Andrea Grigoletto della Sezione Veneto e le socie della “Sezione Giovani” della Sardegna. Non voglio dilungarmi

Castello di Baia – Ingresso con ponte levatoio.

Insediamento rurale fortificato di Balsignano.

Page 29: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

29ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

su questo importante evento, del quale peraltro la stessa Donatella Rita Fiorino farà una sintetica rassegna, in quanto desidero cedere il restante spazio riservato alla mia Sezione al contributo di Enza Plotino, giornalista ambientale e portavoce del Comitato spontaneo “Maddalena nel cuore” sul tema delle fortificazioni dell’Arcipelago di La Maddalena, che sento molto e che il soggiorno in occasione del Convegno ha, se possibile, amplificato. Tra le meraviglie di cui l’Arcipelago è ricco e che merita di

essere “patrimonio dell’umanità” la Batteria Caldeo, meglio descritto nel contributo che segue a cura della stessa Plotino, che verrà candidata come luogo del cuore FAI; una candidatura che per quanto votatissima in Sardegna non potrà raggiungere il punteggio necessario a causa del ridotto numero di abitanti. Avremo bisogno dell’aiuto di tutti gli italiani e certamente di tutti i soci dell’Istituto Italiano dei Castelli, maggiormente sensibili alla valorizzazione di questi eccezionali monumenti. Mi raccomando date tutti il vostro voto e venite a La Maddalena a visitare questa meravigliosa fortificazione.

Michele Pintus

UN GIOIELLO DEL MIMETISMO MILITARE: LA BATTERIA DI CANDEO A LA MADDALENA

> Una macchia mediterranea selvaggia da una parte, il mare smeraldino dall’altra nascondono

il nucleo storico di Candeo, una batteria militare del ‘900 perfettamente conservata e mimetizzata a tal punto da non poter essere vista se non quando ci sei giunto dappresso.Di fortificazioni militari La Maddalena è piena, e tutte hanno una loro particolare originalità. Ma Candeo sembra condensare in sé tutte le particolarità, rendendola unica. Fu costruita, fra la prima e la seconda guerra mondiale, dalle Forze di Difesa di stanza a La Maddalena per sostituire o affiancare le opere ottocentesche ormai divenute vulnerabili. Infatti, il progresso tecnico nel campo dell’aviazione militare, nata con obiettivi di semplice ricognizione diventando ben presto potente mezzo di bombardamento dall’alto, rese indispensabile la creazione di un sistema difensivo con caratteristiche diverse da quelle in uso, ovvero fatto da fortificazioni rigorosamente mimetiche. Un monumento di architettura militare e di ingegneria bellica di rara bellezza nella sua mortale finalità. Mimetizzata sotto lastroni di granito rosa, inaccessibile alla gran parte dei turisti, Candeo rappresenta la magia di un luogo raccontato dagli anziani, sconosciuto a chi non ha mai azzardato una discesa, amato da chi lo ha eletto a proprio luogo d’incanto.Il mistero che avvolge il sito storico di Candeo è anche legato ad un racconto degli anziani, non si sa quanto veritiero, ma suggestivo comunque, che vuole questa originale struttura progettata dal grande ingegnere e architetto strutturalista Pier Luigi Nervi. Non c’è nulla di certo, ma c’è un tramandarsi, da padri a figli, la storia di quel giovane ingegnere di nome Nervi che, insieme ad un altro, Bartoli, dirigevano i lavori sul luogo più a nord di Caprera dove la Marina Militare aveva deciso di costruire un fortino/batteria. Di certo qualcuno di importante, quel posto lo ha attraversato e vissuto sicuramente. È stato infatti luogo di elezione delle estati a Caprera della famiglia Fallaci e di Oriana, giovane giornalista di cui il pastore Casula, abitante storico di quei luoghi, ha raccontato ai figli, custodi di questo patrimonio della memoria. “E le giornate trascorrevano tra bagni, pesca e le serate passate a giocare a carte alla luce delle lampade a petrolio”. La famiglia Fallaci, padre, madre e tre sorelle Oriana,

Nello spazio MEM (Mediateca del Mediterraneo) a Cagliari il 22 febbraio una interessantissima serata su “I castelli…raccontano. Progetti e attività coordinate per la Scuola” con Donatella Rita Fiorino, Marcella Serreli e Antonia Giulia Maxia, del Polo museale della Sardegna, Luca Cancelliere, Dirigente ambito territoriale scolastico della provincia di Cagliari, presidi e direttori di Istituti comprensivi di Cagliari e dei centri vicini. È stata evidenziata la partecipazione della Sezione Sardegna al progetto “alternanza scuola-lavoro” per gli allievi del liceo Classico “Dettori” e del liceo artistico “F.Fois” di Cagliari.

A Venezia ospiti dell’amico Maurizio Sammartini, già presidente della Sezione Veneto, nel suo favoloso palazzo Pisani-Moretta sul Canal Grande a parlare di Sardegna nel Convegno “Viaggio virtuale in un patrimonio storico del Mediterraneo” organizzato da Fiorenzo Meneghelli, presidente della Sezione Veneto, e da Andrea Grigoletto del Consiglio nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli. Da sinistra, Michele Pintus, Donatella Rita Fiorino, Paolo Porcu, Mariella Cortes, e Fiorenzo Meneghelli.

Inserita nella giornata di inaugurazione della “mostra collettiva di artisti” alla Temple University di Philadelphia il 5 maggio, su invito della presidentessa della Sezione Lazio, Letizia Giovanelli, e con la brillante conduzione di Maria Fede Caproni di Taliedo, Michele Pintus ha parlato dei Sistemi Difensivi della Sardegna ad un pubblico attento ed interessato.

Nella sala conferenze Fondazione di Sardegna a Cagliariil 7 aprile convegno “Il campo trincerato di Roma e il forte Aurelia Antica” con il Generale Bruno Buratti, comandante della Guardia di Finanza per la Regione Lazio” e in teleconferenza da Roma con Simone Ferretti, socio della Sezione Lazio.

Page 30: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI30

Neera e Paola hanno trascorso, prima nella dimora accogliente del pastore e poi in una casupola vicino alla batteria, isolata completamente dal mondo intero, in cui solo un pescatore portava viveri via mare alla famiglia, gli anni “estivi” dal ’52 al ‘66.Per non perdere questo patrimonio di storia, di cultura e di arte, un manipolo di volenterosi amanti dell’Arcipelago de La Maddalena ha avuto un desiderio: dare maggior valore e provare a rendere godibile, togliendolo dallo stato di degrado in cui versa questo gioiello, per poterlo inserire nel circuito di quel turismo sostenibile, curioso, attento e desideroso di bellezza e conoscenza che il comitato “Maddalena nel cuore” vorrebbe diventasse il marchio doc di questo territorio. E così che è nato il “Progetto Candeo”: una serie di interventi per restaurare il telemetro che è ancora in loco e rimettere in sesto il sentiero e la banchina. Passo successivo sarà partecipare al prossimo concorso dei Luoghi del Cuore 2018 del FAI così da dare a Candeo il giusto riconoscimento e la consacrazione artistico-culturale che merita.

Enza Plotino

SICILIACONVEGNO SU GIUSEPPE DI VENTIMIGLIA – CONFERENZE E VISITE GUIDATE SUI GRANDI EVENTI GEOLOGICI – GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI: VISITE GUIDATE AD ACI CASTELLO

> L’attività sociale della Sezione Sicilia nell’anno 2016 si è conclusa con le due giornate del

convegno dedicato alla figura di Giuseppe Ventimiglia, principe di Belmonte. Organizzato in collaborazione col Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania, diretto del prof. Giuseppe Barone, il convegno ha voluto mettere in luce la figura di questo politico siciliano che agli inizi dell’Ottocento elaborò per il Regno di Sicilia un progetto di Costituzione, sul modello inglese, che purtroppo non fu mai attuato anche a causa della morte prematura del principe mentre lo stava redigendo a Londra. Europeista ante litteram il Belmonte entrò in contrasto con Ferdinando di Borbone e perciò subì la condanna al carcere che ne minò la salute, una delle possibili cause della sua morte prematura.L’attività della Sezione nel 2017 è stata incentrata in gran parte sulla tematica dell’impatto dei grandi eventi geologici sulle vicende politiche ed umane, tema particolarmente rilevante nella Sicilia Orientale dove la Storia è stata segnata e condizionata da disastri quali terremoti e colate laviche.Presso il Circolo Unione di Catania si è perciò tenuta la conferenza dal geologo dott. Stefano Branca e dell’arch. Tiziana Abate sulle colate laviche dell’Etna e sulle loro rappresentazioni storiche. Due visite di studio sono state dedicate all’approfondimento delle medesime tematiche. Il 18 febbraio i soci hanno potuto visitare il Castello Ursino di Catania investito e circondato dalla colata lavica del 1669. Costruito da Federico II di Svevia nel 1239, con le acque del mar Jonio che lo lambivano, il castello fu allontanato dalla linea di costa di circa seicento

metri. La lava circondò il castello su tre lati, quasi sovrastandolo con le sue orride rocce, e sommerse le adiacenti difese bastionate della città. Nei recenti restauri il castello è stato liberato dalla massa basaltica, riacquistando il suo slancio verticale, e parte delle fortificazioni circostanti sono state rimesse in luce insieme ad una garitta angolare le cui fragili strutture sono quasi miracolosamente sopravvissute alla lava che l’aveva sommersa. Nella stessa giornata abbiamo potuto visitare il monastero benedettino di San Nicolò l’Arena, trasferitosi a Catania dalle alte pendici dell’Etna nella seconda metà del secolo XVI proprio per sfuggire alla colate laviche dell’Etna e, per ironia della sorte, anch’esso investito dalla colta lavica del 1669.Un’altra gita di studio organizzata il 21 maggio del 2017 è stata anch’essa incentrata sulla medesima tematica. Abbiamo avuto modo di visitare infatti sui pendii boscosi presso la sommità del vulcano l’antico monastero di san Nicolò l’Arena, abbandonato dai monaci come sede stabile per divenire una grangia, destinata a sanatorio dei monaci anziani ed alla conduzione agricola delle terre circostanti di proprietà del monastero. L’edifico è oggi sede dell’Ente Parco dell’Etna. Dopo il pranzo in un locale associato ad un piccolo museo vulcanologico, abbiamo avuto modo di visitare la Chiesa Madre della cittadina di Misterbianco, centro presso Catania ricostruito dai profughi nel sito attuale dopo che la colata lavica del 1669 aveva distrutto l’omonimo casale medievale. Nello pomeriggio, in località Campanarazzo, abbiamo avuto modo di visitare i ruderi dell’antica Chiesa Madre di Misterbianco, testimonianza drammatica dei momenti in cui la lava investì e travolse la chiesa, nonostante i disperati tentativi dei paesani di salvare la chiesa dal mostruoso fiume di fuoco che entrava dalle porte, abbatteva i muri, bruciava il tetto ligneo e strappava gli intagli lapidei della porta maggiore, ribaltava gli altari, ancora oggi fermi in una sorta di istantanea scattata in quel giorno di aprile del 1669. A segnare la presenza della chiesa sotto la coltre lavica rimase il solo campanile, poi parzialmente distrutto dal terremoto del 1693, dal quale la contrada prese il nome di Campanarazzu. La giornata si è conclusa con una visita alla tenuta della baronessa Marilena Condorelli La Delfa dove, secondo la tradizione, è la pianta di ulivo alla quale, per riposare, i misterbianchesi appesero la pesante campana della Chiesa Madre, che avevano salvato dalla lava e che trasportavano dalla vecchia Chiesa Madre al sito del nuovo abitato.Nell’ambito della Giornata Nazionale dei Castelli, il 13 maggio in mattinata sono state organizzate, in collaborazione col Comune di Acicastello, le visite guidate di studenti liceali ed universitari alla rocca di Aci. Sono stati coinvolti sette licei catanesi. Alcuni studenti di una delle classi coinvolte, nell’ambito del progetto “Alternanza scuola-lavoro” hanno svolto anche il ruolo di guide in lingua inglese, francese e spagnola. La visita al castello è stata preparata con delle lezioni preliminari nei licei coinvolti. Le stesse sono state tenute dell’arch. Fulvia Cafflo e dal prof. Magnano di San Lio Eugenio con l’organizzazione curata dalla delegata alla Scuola, prof.ssa Marilena Buscemi Longo. La giornata ha avuto compimento con le consegne a ciascuna classe di una targa di partecipazione. Sempre nell’ambito della “Giornata Nazionale dei castelli” giorno 14 maggio i soci

Page 31: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

31ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

della Sezione hanno potuto visitare la rocca di Aci scoprendone il fascino sotto la guida di esperti conoscitori della storia e dell’architettura del castello. La visita di studio è stata completata nel pomeriggio con la vista alla Chiesa Madre, alla chiesa di San Giuseppe e al palazzo dei Riggio ad Aci Catena, luoghi simbolo della Aci feudale cioè di quella parte del territorio e dei casali di pertinenza del castello di Aci che divenne possesso di un feudatario a differenza di quella parte dello stesso territorio che rimase al Demanio Regio e che perciò diede al centro abitato più rilevante (il casale di Aci Aquilia) il nome di Acireale.Non sono mancate nell’ambito delle attività della Sezione altre gite di Studio volte alla conoscenza del patrimonio architettonico ed artistico, nonché delle opere fortificate della regione. Un breve viaggio di studio è stato organizzato a Palermo ed ha avuto come meta principale due delle raffinate residenze dei re normanni, il Palazzo Reale (con la splendida Cappella Palatina, la Torre Piccola e la sala dei venti) e quello della Favara o Maredolce, la cui denominazione deriva dal grande lago artificiale con tanto di isola alimentato da vicine sorgenti di acqua dolce (da cui appunto la denominazione di Mare dolce). Il 18 giugno i nostri soci hanno avuto modo di effettuare una visita alla città di Enna (Castrogiovanni nel Medioevo) dove, insieme alla Chiesa Madre ed al Santuario di Papardura, hanno potuto vedere il castello normanno-svevo di Lombardia e la torre di Federico II. Quest’ultima è un fabbricato parallelepipedo a pianta ottagonale con muri dello spessore di più di tre metri, volte a crociera ottagonali sovrapposte, scala elicoidale, posto all’interno di un recinto concentrico, anch’esso ottagonale.Con la magistralmente organizzazione orchestrata dal delegato per la provincia di Agrigento, arch. Giuseppe Ingaglio, abbiamo anche avuto modo di visitare Aragona con l’imponente palazzo feudale dei Naselli e la Torre di Carlo V a Porto Empedocle dove sono stati presentati gli atti del convegno “Difese sul Mare. Città fortificate e architettura militare nel Mediterraneo centrale”, tenutosi a Sciacca il 4 dicembre del 2014. Lo stesso volume è stato presentato a Catania, nella cornice della settecentesca chiesa di San Camillo ai Criciferi e a Siracusa nei locali presso Castel Maniace.

Fra le inziative della Sezione anche la presentazione presso il Museo di Palazzo Bellomo ad Ortigia del volume del prof. Nicola Aricò “La fondazione di Carlentini nella Sicilia di Juan de Vega”, opera pregevolissima che ripercorre le vicende della fondazione ex novo della piazzaforte di Carlentini e dell’opera del suo progettista, l’ingegnere militare Pedro del Prado, allievo di Luis Escrivà.

Patrizia Cioni

TOSCANA I CASTELLI DEL LAZIO - GLI OROLOGI DI PALAZZO PITTI - MONTE SAVINO CITTÀ FORTIFICATA - CONFERENZE - GIORNATE DEI CASTELLI: CALENZANO

> Dal 30 settembre al 2 ottobre 2016 si è svolta una “Visita dei Castelli del Lazio” per studiare

le fortezze rese grandi dai papi e che, oltre a avere le caratteristiche di fortezza, hanno anche quello di residenza lussuosa. L’opera dei Sangallo, la cui tecnica è leggibile nel Forte di Civita Castellana dove l’enorme cortina pentagonale è protetta da tre bastioni a “asso di picche” con orecchioni, ha reso possibile quest’innovazione rispetto alle precedenti rondelle. Permane una marcata cornice classicheggiante anti-scalata al posto dell’ormai superato apparato a sporgere, ancora presente in alcune architetture sangallesche; il mastio ottagonale che emerge dal complesso, è attribuibile a Antonio il Giovane. L’opera dei Sangallo è stata determinante anche nel Forte di Nettuno, con i bastioni a cuore e doppio ordine di bombardiere nella gola molto stretta alla francese, gli interessanti particolari architettonici invece sono opera di Baldassarre Peruzzi. Il Castello Ruspoli a Vignanello di antichissima origine si è mantenuto grazie ai feudatari che lo hanno preservato dalle distruzioni e ai loro discendenti che lo abitano prendendosi cura anche dello splendido giardino. Nella possente mole scandita agli angoli da torrioni circolari del Castello

Il castello di Aci venne eretto nella seconda metà del XI secolo alla sommità di un banco di basalto di grandi dimensioni, occupandone tutta la superficie, con conseguente andamento planimetrico irregolare. Concesso nel 1297 al grande ammiraglio Ruggero di Lauria da Federico III di Sicilia, fu da questi assediato e conquistato agli inizi del XIV secolo dopo il tradimento di Ruggero.

Page 32: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI32

Orsini-Odescalchi a Bracciano è stato chiamato come consulente Francesco di Giorgio Martini che, con le novità rinascimentali, ha impresso all’edificio un carattere più evoluto. Dopo aver visto la Rocca di Ostia, la cui esecuzione si deve a Baccio Pontelli, mentre il progetto è attribuito a Giuliano da Sangallo o a Francesco di Giorgio Martini, del quale si riscontrano analogie costruttive come la pianta triangolare, la visita non poteva escludere l’antica città romana e lo splendido giardino di Ninfa, come il Castello Caetani di Sermoneta. Dopo aver visto le collezioni di Palazzo Colonna Barberini a Palestrina e il Castello Orsini-Cesi di Sant’Angelo Romano, dove la pianta quadrata è delimitata da due rondelle e da due torrioni angolari, la gita è terminata con la maestosa Rocca Albornoziana di Narni progettata Matteo Guattacapponi (Gattapone) a forma quadrangolare con quattro torri scarpate e aggettanti agli angoli per facilitare i tiri di fiancheggiamento. L’ingresso è protetto da due ponti levatoi e da una saracinesca sopra la quale si trova la camera di manovra. Il Mastio, cheinizialmente

era completamente isolato dal resto della Rocca con l’accesso che avveniva solo tramite ponte levatoio, è formato ora dall’unione di due diverse strutture: torre Mastio e Femmina. Il 24 febbraio 2017 abbiamo visto un’interessantissima mostra: “Gli orologi di Palazzo Pitti dal secolo XVII al secolo XX”. In marzo, il 18, a Monte San Savino città fortificata, contesa dai fiorentini e dagli aretini dove rimangono la cinta muraria e il Cassero, si sono potuti ammirare i numerosi monumenti. Questo luogo ha dato i natali a Giulio III e a Andrea Sansovino, vi hanno lavorato Luca della Robbia, Antonio da Sangallo il Vecchio e il Vasari. Una parte della giornata è stata dedicata al Castelliere fortificato di Gargonza, di proprietà di Neri Guicciardini socio della Sezione Toscana, e gestito con funzione ricettiva. Il 6 maggio 2017 la riapertura al pubblico della “Villa Medicea La Quiete” ha permesso di visitare l’Istituto delle Montalve abitato in passato da tre donne importanti quali Eleonora Ramirez di Montalvo, Vittoria della Rovere e Anna Maria Luisa de’ Medici. Il 14 aprile la nostra Presidente è intervenuta in rappresenta dell’Istituto dei Castelli al convegno sul restauro del “Castello di Montecchio Vesponi”. La Giornata Nazionale dei Castelli è stata celebrata il 13 maggio al Castello di Calenzano e ha avuto una numerosa presenza di visitatori grazie anche al servizio andato in onda sul TG3 Toscana. Il castrum era posizionato fino dall’epoca romana su un importante nodo viario; in epoca medioevale la gestione passò a un sistema di tre pievi in contrapposizione alle diocesi di Firenze e Pistoia. A questo piviere apparteneva anche la chiesa di San Nicola posta sul poggio di Calenzano. La curtis venne fatta costruire nel 1191, per volontà di Enrico VI, dai conti Guidi di Modigliana ai quali fu concessa nel vano tentativo di frenare le mire espansionistiche di Firenze; nel 1260 aveva un’importante funzione militare. Della prima fase costruttiva, risalente al XII-XIII secolo, resta la quinta muraria di via della chiesa, il paramento di base della torre maestra e parte del cassero, mentre le case torri erette da famiglie fiorentine sono andate distrutte. L’accesso principale era sotto la loggia dell’attuale torre campanaria della chiesa di San Nicola che in origine era una torre-porta. In epoca più tarda venne aperto un altro accesso a questo primo centro abitato, dove rimane il Palazzetto del Podestà, costruito nel XIV secolo, sotto il portico del piano terreno, coperto con un interessante sistema di volte e si mantengono a affresco gli stemmi dei podestà che si sono succeduti, grazie al restauro finanziato dalla famiglia Gestri (soci dell’Istituto dei Castelli). Nel 1269 è stata costruita una cinta muraria più ampia e un nuovo accesso tramite una torre-porta a scudo: l’attuale Portaccia che è stata demolita e ricostruita dopo l’incursione di Castruccio Castracani, che nel 1325 al comando dell’esercito ghibellino pose a ferro e a fuoco l’intero castello, e dopo la devastazione di Giovanni Visconti da Oleggio del 1363. Anche le ventisei case torri di via del Castello furono demolite, mentre si conservano i ruderi della podesteria, risalente al XIII secolo, e il vecchio “Spedale”. La Repubblica fiorentina decise allora di rinforzare le difese: dal 1325 al 1352 fu ampliato il circuito murario a Nord-Est e realizzata la Porta al Serraglio con antiporto. Il XIV e il XV secolo rappresentarono il periodo di massimo splendore per

Circuito bastionato di Forte Sangallo a Civita Castellana.

Eretto nel 1494-97 da Antonio da Sangallo, ha

uno sviluppo planimetrico pentagonale con un mastio

aggiunto da Giulio II con pianta ottagonale.

Il Cassero di Monte San Savino,

soffocato dalle costruzioni laterali inserite nel fossato.

Page 33: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

33ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

il Castello, ma con l’allargamento dei confini della Repubblica, perse il ruolo di avamposto militare con funzione difensiva del territorio fiorentino.Conferenze tenute presso l’Osservatorio Ximeniano: il 3 novembre 2016 chi scrive ha illustrato ai soci “L’Architettura Templare in Portogallo”. Il 2 febbraio 2017 il prof. Claudio Batistini ha parlato de “La masseria Timuerra di Campi Salentina”; è seguito l’intervento dei neo-architetti Sara Filippi, Daniele Guglielmo e Sara Manella con la loro Tesi di Laurea “I castelli della Val di Non: studio del sistema fortificato e proposta di restauro” segnalato alla XIX Edizione del Premio Nazionale di Laurea sull’Architettura fortificata. Il 18 Maggio 2017 il dott. Carlo Agostini ha trattato l’argomento: “Le Cinte Murarie Restauro e Riutilizzo”, mentre la scrivente ha parlato de “La cinta muraria di Talamone, storia e restauro”.

Nicoletta Maioli

TRENTINO ALTO – ADIGE

ELEZIONE CONSIGLIO DIRETTIVO, CICLO DI CONFERENZE, VISITE, GIORNATA NAZIONALE DEI CASTELLI MAGGIO 2017

> Il 2017 ha iniziato il suo corso introducendo sin da subito importanti novità per la sezione

trentina dell’Istituto. L’assemblea del C.D. tenutasi il 12 Gennaio, infatti, ha visto un rinnovamento dei vertici della Sezione e l’elezione dei membri del nuovo Consiglio Direttivo: l’arch. Giorgia Gentilini è stata eletta Presidente della Sezione, la baronessa Augusta Gualtieri de Cles e il dott. Leonardo Malatesta i nuovi Vicepresidenti, la dottoressa Isabella Zamboni la nuova Segretaria di Sezione.Il nuovo consiglio direttivo si è attivato per la definizione di un ciclo di conferenze gratuite e aperte al pubblico, e di una serie di visite a castelli di particolare interesse storico, archeologico e architettonico presenti all’interno del territorio regionale.Le nove conferenze proposte, quattro delle quali già tenutesi, hanno come tema comune la condivisione e la divulgazione di interventi originali inerenti al tema dello studio dei castelli trentini. Sono stati coinvolti l’ambiente universitario e professionale tramite l’esposizione di tesi di laurea magistrale svolte presso l’Università degli Studi di Trento e l’intervento di professori e specialisti di settore

disponibili a condividere pubblicamente le loro esperienze e le loro riflessioni in merito allo studio, all’analisi, alla conservazione e alle eventuali possibilità e modalità di recupero dei castelli medievali presenti sul territorio regionale trentino. Finora, durante le conferenze, sono state approfondite le seguenti tematiche: “Lo studio delle tecniche murarie dei castelli. Metodi e finalità transdisciplinari” (dott.ssa Isabella Zamboni), “Le fortezze dell’Impero Asburgico in Trentino” (dott. Leonardo Malatesta), “Castel Madruzzo: conoscenza, restauro e progetto tra antico e nuovo” (dott. Matteo Paoli), “Una sede espositiva per i vini del Trentino Alto-Adige. Modellazione architettonica e progetto di recupero del castello di Konisberg” (dott.ssa Giulia Cristofoletti), “Analisi morfologico stratigrafica della casa-torre Gerloni-Besellini a Trento” (dott. Alessandro Tilotta), “Studi sui castelli trentini. A che punto siamo?” (prof.ssa Elisa Possenti), “Analisi conoscitiva e piano d’indagine finalizzata ad un piano d’intervento conservativo” (dott.ssa Ilaria Brugnara). Le conferenze a seguire si inseriscono sulla scia di quelle ad oggi svolte, e prevedono l’intervento di giovani neo-laureati, di professionisti e di docenti universitari: “I ruderi del castello di S. Gottardo a Mezzocorona. Valorizzare un luogo storico e naturalistico tra didattica ed esplorazione” (dott. David Paoli), “Tecnologie digitali e salvaguardia dei beni architettonici: rilievo, modellazione e valorizzazione del castello di S. Gottardo” (dott. ssa Martina Tava), “I castelli della Val di Non: studio del sistema fortificato e proposta di restauro e valorizzazione di castel Belasi” (dott.ssa Sara Filippi, dott. Daniele Guglielmo, dott.ssa Sara Manella), “I castelli nella prospettiva di una Archeologia Partecipata” (prof. Gian Pietro Brogiolo), “Modellazione tridimensionale per i beni architettonici: esempi di applicazione” (dott. Matteo Rapanà), “La torre di piazza Duomo a Trento. Conoscenza materiale e cantiere di restauro” (arch. Giorgia Gentilini).Per quanto riguarda le uscite, finora sono state quattro. Le mete individuate sono state Castel Belasi con la guida del dott. Gianluca Dal Rì, il Castello di Appiano e il Castello di Boymont con la guida del dott. Walter Landi, Castel Valer con la guida d’eccezione del Conte Ulrico Spaur in persona.È inoltre prevista un’uscita ai tre forti di Larino, Carriola e Corno nelle Giudicarie, che si terrà verso metà luglio. In occasione della gita per la Giornata Nazionale dei Castelli 2017, la Sezione Trentino Alto-Adige dell’Istituto Italiano dei Castelli Onlus è stata ospite del Conte Spaur nella sua dimora a Castel Valer, in

Calenzano, l’ampliamento del XIV secolo.

Castel Valer in val di Non. Il complesso è dominato dal caratteristico mastio ottagonale.

Page 34: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI34

val di Non assieme ai soci del Garden Club Trento (di cui la nostra Vicepresidente baronessa Augusta Gualtieri de Cles è presidente). La visita si è rivelata di particolare interesse sia dal punto di vista storico-architettonico che archeologico per la lettura degli alzati murari. Infatti, Castel Valer presenta un mastio ottagonale (seconda metà XIII sec.) e una serie di edifici costruiti in addosso a due, forse tre, cortine murarie. Occupa una superficie complessiva di 2.950 mq e vi si accede da nord-est percorrendo un ponte in muratura e un rivellino con portale ad arco a tutto sesto. Un secondo accesso immette nello spazio compreso tra le due cortine. Da qui, si sale verso ovest al cosiddetto “Castello di Sopra” (XV sec.) e si entra, di fronte, nel “Castello di Sotto”. A nord vi è la chiesa di S. Valèrio (XV sec.), inserita in un terzo perimetro difensivo non determinabile con certezza. Il materiale da costruzione consta di elementi in calcare di colore bianco, grigio, rosso e porfido rosso (depositi detritico-alluvionali) messi in opera con pietre e conci in tonalite.Si approfitta dell’occasione per ringraziare pubblicamente il Conte Ulrico Spaur per la disponibilità dimostrata nei confronti dell’Istituto Italiano dei Castelli Onlus e per la gentilezza nel mostrare parti di castello private non normalmente visitabili.La partecipazione alle iniziative finora svolte è stata ampia, in particolare si è riscontrato un aumento delle partecipazioni alle conferenze e un maggior coinvolgimento delle fasce d’età più giovani, probabilmente dovuto alla lodevole attività svolta dalla neo-segretaria Isabella Zamboni su diverse piattaforme di social media quali Facebook e Instagram. Guardando al futuro, la Sezione del Trentino Alto-Adige dell’Istituto intende continuare il lavoro svolto finora, in particolare coinvolgendo i giovani laureandi, neolaureati e i giovani professionisti nelle attività di studio, di ricerca e di divulgazione, incoraggiando in questo modo la trasmissione delle conoscenze tra le diverse generazioni e favorendo così la salvaguardia e la valorizzazione di questi “episodi architettonici” la cui storia continua, ancora oggi, ad essere scritta.

Giorgia Gentilini

UMBRIA

VIAGGIO A NAPOLI E VIAGGIO IN SICILIA – CONFERENZE, VISITE DI STUDIO – IL CASTELLO DI MAGIONE

> L’attività della sezione, come di consueto articolata in conferenze, visite e viaggi di studio,

si è focalizzata in questo semestre su due momenti peculiari, che hanno rivestito un importante carattere di “amicizia castellana”: il viaggio a Napoli, a ottobre, e il viaggio nella Sicilia Orientale a marzo. Dal 3 al 5 ottobre, sotto l’ultimo sole d’estate, e dal 21 al 25 marzo sotto il primo sole primaverile, abbiamo avuto modo non solo di ammirare paesaggi, rocche, castelli, ma di incontrare alcuni soci della Campania e della Sicilia, scoprendo piacevolmente affinità culturali e intellettuali. A Napoli ha svolto il ruolo di anfitrione il nostro Presidente nazionale, arch. Fabio Pignatelli della Leonessa, che non solo ci ha accolti nella sua casa partenopea, ma ci ha anche suggerito un interessante itinerario di monumenti meno noti, come la rinascimentale chiesa agostiniana di san Giovanni a Carbonara, o il complesso del Pio Monte della Misericordia, che nella sua chiesa a pianta ottogonale conserva sull’altar maggiore la tela delle Sette opere di Misericordia del Caravaggio. Un’altra opera del pittore lombardo, il Martirio di Sant’Orsola ci attendeva nel seicentesco Palazzo Zevallos, sede di una delle Gallerie d’Italia della Banca Intesa Sanpaolo; davanti al palazzo, una visita sicuramente originale è stata infine quella alla stazione della metropolitana Toledo, progettata dall’architetto Tusquets. Dal 21 al 25 marzo, invece, ad accoglierci con grande generosità nella sua terra è stata la vicepresidente, baronessa Micaela Stagno d’Alcontres, che nel suo bel palazzo messinese ci ha offerto l’opportunità di gustare squisite pietanze locali e di incontrare un buon numero di soci siciliani. Guy de Maupassant definiva la Sicilia “uno strano e divino museo di architettura”: noi, di questo museo, abbiamo visitato la parte orientale, secondo un itinerario che da Messina e Taormina ci ha portati a Catania, Siracusa, Noto e Ragusa, instaurando un interessante dialogo urbanistico fra classicità, Medioevo e Barocco.Al di là dei due viaggi, molto riusciti, hanno fatto registrare un ottimo afflusso di soci anche le gite giornaliere: il 27 ottobre, gita di studio a San Gimignano in occasione della mostra dedicata a Benozzo Gozzoli nella Pinacoteca cittadina. San Gimignano sorta intorno all’anno mille lungo la Via Francigena e divenuta nel 1199 libero comune, conserva ancora quattordici torri, simbolo del potere aristocratico e mercantile: una di queste, Torre Campatelli, ora proprietà FAI, è stata anch’essa oggetto della nostra visita. L’anno nuovo si è aperto con la consueta gita di studio a Roma, svoltasi il 19 gennaio e dedicata a un quartiere di particolare interesse storico, il Celio, vero “palinsesto” architettonico, che nelle sue chiese e basiliche conserva ancora ben decifrabili i principali passaggi strutturali dall’antichità classica al barocco, che caratterizzano tutta la città. Il 25 febbraio gita a Firenze per visitare, sulla collina di Montughi, la fantasiosa e fantastica Casa Museo di Federico Stibbert, di cui avevamo conosciuto la genesi nella conferenza del 24 novembre. Ricco anglo-fiorentino, Stibbert

Un ambiente interno di Castel Valeer ripreso durante le visite tenute

in occasione delle Giornate Nazionali dei Castelli.

Page 35: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

35ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

fin da giovane fu un appassionato collezionista e nella maturità volle organizzare ogni stanza della sua villa in modo da consentire al visitatore in una vera e propria passeggiata nel passato. Inoltre, visita alla Mostra della collezione d’arte della Fondazione della Cassa di Risparmio di Firenze, eccezionalmente aperta al pubblico. Il 20 Aprile gita a Sansepolcro dove la mattina siamo stati ospitati a Villa Buitoni. Costruita alla fine dell’800 secondo i dettami dello stile eclettico che caratterizzava le residenze di campagna della nuova borghesia commerciale, la villa fu la prestigiosa residenza della famiglia negli anni in cui i Buitoni seppero trasformare un piccolo pastificio artigianale in una delle realtà industriali più importanti dell’epoca. Nel pomeriggio, visita alla Mostra “Nel segno di Roberto Longhi - Piero della Francesca e Caravaggio”, allestita nelle sale del Museo civico di Sansepolcro, che presenta un accostamento inedito e apparentemente azzardato tra Caravaggio e Piero della Francesca, autori “riscoperti” dal celebre storico dell’arte Roberto Longhi.Per quanto riguarda poi l’attività, in loco, di conferenze e presentazione di volumi il 24 novembre nella sala Uguccione della Fondazione di Sorbello, si è tenuta a cura di Isabella Nardi dell’Università di Perugia, presidente della sezione, e della prof. Margherita Ciacci dell’Università di Firenze, la presentazione del volume Il collezionista di sogni di Simona Di Marco e Enrico Colle, direttore del Museo Stibbert di Firenze. Tale presentazione è stata propedeutica alla visita alla casa museo Federico Stibbert che la sezione ha effettuato, come si è detto, nel mese di febbraio 2017. Il 1 dicembre, nel medievale scriptorium dell’Archivio di Stato di Perugia grande festa per la presentazione del volume Storie e ricordi dei primi cinquant’anni edito in occasione del cinquantenario della Sezione. Sono intervenuti la direttrice dell’archivio Giovanna Giubbini, l’antropologo Alberto Sorbini dell’ISUC e il giornalista Domenico Coletti. Il 5 maggio presso la Fondazione Ranieri di Sorbello, la dott.ssa Cristina Gnoni Mavarelli della Sovrintendenza di Firenze, e la dott.ssa Elisabetta Mori dell’archivio storico di Roma, ci hanno parlato della “stella di casa Medici”, la bella figlia di Cosimo I ed Eleonora di Toledo, Isabella, vissuta e morta, forse per mano del marito Paolo Orsini,

duca di Bracciano, nella villa Medicea di Cerreto Guidi. La villa sarà meta di una nostra gita il 4 ottobre.Infine, il 13 maggio, anche la sezione Umbria ha celebrato la Giornata Nazionale dei Castelli, organizzando in collaborazione con il comune di Magione e l’amministrazione dell’Ordine una serie di visite guidate all’interno del Castello dei Cavalieri di Malta di Magione (PG), eccezionalmente aperto al pubblico. La partecipazione è stata tale da dover procrastinare l’ora di chiusura. Nella sala delle conferenze del Castello, alle ore 16, il socio, prof. Paolo Caucci von Saucken ha tenuto un’affollatissima conferenza sui Castelli dell’Ordine di Malta in Terra Santa e la restauratrice Carla Mancini ha spiegato le fasi del restauro, da lei condotto, degli affreschi della Cappella del castello.

Isabella Nardi Mannocchi

VENETO

TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE IN AREE DI CONFLITTO, GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI: CASTEL SAN ZENO DI MONTAGNANA E LA COLTIVAZIONE DELLA CANAPA

> La Sezione Veneto, nella convinzione che l’Istituto Italiano dei Castelli si debba occupare non solo

di architetture militari, ma anche delle conseguenze sui beni culturali delle attività militari, ha avviato un ciclo di conferenze, con il patrocinio del Comitato Nazionale Italiano dell’ICOMOS, dal titolo “Tutela del patrimonio culturale in aree di conflitto”.La prima di queste conferenze si è svolta a Verona, presso Porta Palio, il 15 dicembre 2016 e ha avuto come protagonista Elena Leoni, ricercatrice archeologa, che recentemente ha lavorato con la Delegazione Archeologica Francese, che opera su incarico dell’UNESCO in Afghanistan.Il progetto prevede la creazione di una carta archeologica dell’intero Afghanistan tramite l’impiego

Prof. Paolo Caucci von Saucken durante la sua conferenza sul castello di Magione.

Un suggestivo particolare di S. Gimignano con le sue alte torri a pianta quadrata.

Page 36: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI36

di sistemi informativo-geografico-digitali, grazie ad immagini aeree e satellitari fornite dalla NATO.Il patrimonio culturale del paese comprende migliaia di siti scarsamente conosciuti, riveste una grande importanza per la ricerca scientifica mondiale e costituisce un’opportunità per lo sviluppo culturale ed economico della popolazione locale. La collaborazione in atto tra mondo scientifico, accademico e militare ha lo scopo di garantire la protezione dei beni culturali in aree di conflitto e post-conflitto.Più articolata la conferenza organizzata il 20 gennaio 2017 presso la sede dell’Istituto Italiano dei Castelli di Palazzo Pisani Moretta, a Venezia, dal titolo “Crisi siriana e patrimoni dell’umanità”.Vi ha partecipato Eros Baldissera, uno dei più noti arabisti viventi, che ha delineato un ritratto della Siria, anche con l’ausilio di straordinarie diapositive degli anni Settanta, completamente diverso da quello che traspare quotidianamente dalle immagini tv o internet.Quindi le archeologhe Katia Gavagnin e Raffaella Bortolin (Università Ca’ Foscari di Venezia) hanno illustrato, attraverso immagini da satellite e da terra, le distruzioni causate dai seguaci dello Stato Islamico ai siti UNESCO inseriti nella WHL.La conferenza, coordinata dalla neo-socia Elisabetta Bondavalli, si è conclusa con alcune riflessioni sull’efficacia degli strumenti giuridici esistenti (convenzioni dell’Aja del 1954 e di Parigi del 1972) per la protezione e la conservazione dei beni culturali in caso di guerra o di conflitto armato.Nei prossimi mesi sono previsti appuntamenti dedicati alla Libia, all’Iraq e al Nagorno-Karabakh.Montagnana è una delle meglio conservate città murate d’Europa (risalente a Ezzelino da Romano è il Castello di S. Zeno del 1242, mentre del 1360-62 è la cinta muraria carrarese). Dall’inizio del XV secolo fu sotto il dominio veneziano, ricordato anche per le ricadute che ebbe sul territorio agrario circostante, contraddistinto dalla presenza della canapa, la cui coltivazione la Serenissima favorì per i propri impieghi navali (corde, tele da vela, ecc.).Proprio il Castello di S. Zeno ha ospitato il 13 maggio 2017, in occasione delle XIX Giornate Nazionali dei Castelli, un convegno organizzato dalla Sezione Veneto, dal Comune di Montagnana e dal Centro Studi sui Castelli, sul rapporto fra architetture militari e canapa (presso il castello vi era, infatti, il centro unico di raccolta della Bassa Padovana e nell’Arsenale di Venezia la canapa veniva trasformata in cordame

navale). Il seminario, oltre alle tematiche storiche e archivistiche, ha affrontato anche gli aspetti biotecnologici e le prospettive di rilancio di questa coltivazione.La coltivazione della canapa (Cannabis sativa L.), quasi completamente scomparsa nel secondo dopoguerra, si presta, infatti, ad essere riscoperta grazie ad una recente legge (la 242/2016) e alle sue caratteristiche: si tratta di una pianta versatile, che per crescere non necessita di particolari esigenze idriche o nutritive e la cui produzione permette la fitorimediazione, ossia la bonifica, il recupero e la rigenerazione di terreni inquinati.Una pianta, inoltre, che può essere elemento di partenza per molteplici applicazioni e filiere con prodotti sviluppati per il settore alimentare, la cosmesi e la farmaceutica, i tessuti e i filati, senza dimenticare la bioedilizia e gli impieghi nelle costruzioni in zone sismiche. Il suo rilancio diviene così nuova opportunità per superare la crisi contingente e offrire possibilità lavorative a partire dalla ricerca scientifica legata all’agricoltura, con un occhio di riguardo ai consumatori finali.Le XIX Giornate Nazionali dei Castelli in Veneto, che sono proseguite domenica 14 maggio con visite guidate alle fortificazioni di Montagnana, si sono svolte in ricordo dell’ing. Stanislao Carazzolo, fondatore nel 1954 del Centro Studi sui Castelli di Montagnana. L’ing. Carazzolo, strenuo difensore del valore storico e architettonico delle mura della Città (in un periodo in cui più di qualcuno ne proponeva l’abbattimento), fu uno dei padri dell’Istituto Italiano dei Castelli (di cui il Centro Studi sui Castelli porta la tessera numero 2).

Andrea Grigoletto

Un momento del convegno organizzato dalla Sezione

Veneto, dal Comune di Montagnana e dal Centro

Studi sui Castelli, sul rapporto fra architetture

militari e canapa Da sinistra: lo storico locale Mauro Vigato, il presidente IIC

Veneto Fiorenzo Meneghelli e il Sindaco di Montagnana

Loredana Borghesan.

Il monastero fortificato di Der Mar Musa (Siria).

Page 37: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

37ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Page 38: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

SAMER BAGAEEN E CELIA CLATK (A CURA DI), SUSTENAIBLE REGENERATION OF FORMER MILITARY SITES, OXON (UK), 2016

> Si tratta del primo libro che analizza a livello mondiale i cambiamenti nell’utilizzo del

territorio, attraverso le ricerca delle prospettive sostenibili per quei siti una volta utilizzati per la difesa nazionale e che oggi sono diventati inutili, smantellati e riconvertiti. Le più recenti necessità militari hanno bisogno di realizzazioni rapide, flessibili e di risorse fisiche del tutto differenti rispetto alle opere permanenti realizzate fino alla fine della guerra fredda che hanno impegnato enormi estensioni territoriali ed edifici oggi abbandonati alla ricerca di nuovi utilizzi. La transizione dalla vita militare a quella civile risulta però difficile per la maggior parte di questi complessi, spesso in località isolate, patrimonio contaminato e contestato ben difficilmente gestibile. Il problema del riuso, o meglio del recupero di

aree ed installazioni militari dismesse o in corso di dismissione, si è evidenziato ancora alla fine della seconda guerra mondiale, mai infatti prima di allora le installazioni per la difesa avevano impegnato aree così estese.A questo si aggiunga per le nazioni europee confinanti con la cosiddetta “cortina di ferro”, un ulteriore impegno di aree e territori lungo una fascia che andava dalla Norvegia fino alla provincia di Trieste in Italia, per quanto ci riguarda, con dimensioni nel Friuli-Venezia Giulia addirittura superiori a quelle del teatro di guerra del primo conflitto mondiale.Inoltre, mentre da un lato nel processo di adeguamento della difesa all’offesa stiamo assistendo a l’obsolescenza di armamenti, strategie e mezzi con una rapidità fin’ora sconosciuta, dall’altro le recenti guerre sul fronte sud orientale del Mediterraneo (Asia Minore, Africa Settentrionale) hanno dimostrato come, sia pur con strategie ed armamenti moderni, la guerra sul territorio si combatta ancora “ casa per casa” e come tutte le convenzioni internazionali per la salvaguardia e protezione dei civili, delle strutture sanitarie e dei monumenti siano del tutto inefficaci. I curatori del volume sono partiti avvantaggiati sul tema avendo alle spalle loro studi e pubblicazioni precedenti, ma anche per l’ampia bibliografia internazionale prodotta nell’ultimo mezzo secolo. Infatti, la serie cospicua e internazionalmente diffusa degli studi conoscitivi delle opere permanenti dell’ultima guerra, iniziata con un documento militare come Seacost artillery Evolutionary Board, US forces European theatre, report of German Seacost Defences European theatre (1945), è stata sviluppata ed approfondita con Keith Mallory e Arvid Ottar, Architecture of aggression, (Architectural Press London, 1973) e Peter Thorning Cristensen, Tysk Befaestingsbyggeri 1933-1945 (Copenhagen 1990), scelti, tra i molti, per essere considerati esemplari sotto il profilo metodologico. L’evoluzione successiva ha posto l’accento sul riuso e la conservazione dei manufatti e delle aree inizia con la mostra ed il relativo catalogo Deserted Basions, Historic Naval and Military Architecture, (SAVE, London 1993), per rivolgersi al settore europeo con Gennaro Postiglione, The Atlantic wall linear museum, (Catalogue- Archive, Milano 2005- EU programma culturale 2000) ed infine solo recentemente prendere in considerazione anche gli episodi più recenti con Moreno Baccichet, Fortezza FVG dalla guerra fredda alle aree militari dismesse,

RECENSIONI

Page 39: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

39RECENSIONI

atti del Convegno (Edicom Edizioni, Roma 2015).In questo quadro generale il volume che presentiamo rappresenta una delle basi per la codifica di una metodologia di approccio innovativa che prende in esame la sostenibilità del recupero e quindi colloca manufatti e reti difensive, nel quadro urbanistico o territoriale che diventano così i referenti di ogni iniziativa, un bilancio tra sostenibilità ed innovazione. La natura del libro, resoconto articolato della “sostenibilità” del recupero dei siti militari obsoleti e dismessi e del suo significato in Europa e negli Stati Orientali, era difficilmente riassumibile, mentre più interessante poteva essere cogliere la strategia che aveva portato i curatori al vaglio dei singoli autori ed alla scelta dei relativi soggetti da trattare, tanto che ha indotto il recensore a riportare l’elenco della serie di saggi che interessano i diversi territori nazionali con un esito anche per la serie degli esempi presentati ritenuto ottimo:S. Bagaeen, Framing military brownfields as a catalyst for urban regeneration; J. Dobson. From Crown to commons? A UK perspective: C. Ryan, Democracy, military bases, and marshmallows;C. Clark, Make art not war: defence sites find new life as centres of creativity; F. B. Kipley, A parable: the emergence of ruderal ‘comminities’ on former military bases in the UK;R. Adam, Communities old and new: military brownfields and Aldershot urban extension; C. A. Preble, Twelve miles, eighteen years, and worlds apart: the cases of the Philadelphia Navy Yard and the Frankford Arsenal; Yi-Jen Tseng, Military sites conservation and re generation in Taiwan; G. A. Verschuure-Stuip, Military brownfields in the Netherlands: the revitalisations of the New Dutch Waterline (1980-2014); Tang Yan and Yang Dong, The regeneration of disuded military airfields in China; S. Levesque, Redeveloping Naval Air Station Brunswick: from a navy base to a great new place! C. A. Preble and C. Clark, The Brooklyn Navy Yard revived: a defense conversion case study in the United States; C. Clark, Conclusion: diversity in the transformation of defense sites to new civilian life.In particolare essendo il tema tanto complesso ed esteso, allo stato attuale degli Studi e degli interventi di fronte a un patrimonio che si sta sempre più incrementando, che viene affrontato in maniera tanto diversa nei vari stati e comunque generalmente mal gestito in Italia, può esser ritenuto merito dei curatori e degli autori esser riusciti ad indagarlo e ordinarlo attraverso una serie di interventi, ridotta rispetto al vastissimo orizzonte proponibile e tuttavia soddisfacente, rendendo così il soggetto accessibile al pubblico interessato, cui segnaliamo la prestigiosa pubblicazione.

Gianni Perbellini

CATERINA GIANNATTASIO, SILVANA MARIA GRILLO, STEFANIA MURRU, IL SISTEMA DI TORRI COSTIERE IN SARDEGNA (XVI-XVII SEC.). FORMA, MATERIA, TECNICHE MURARIE. «L’ERMA» DI BRETSCHENIDER, COLLANA «STORIA DELLA TECNICA EDILIZIA E RESTAURO DEI MONUMENTI», VOL. 10, ROMA 2017, 250 PP. A COLORI. COLLANA

FONDATA DA GIOVANNI CARBONARA E DIRETTA DA DANIELA ESPOSITO

> Il suggestivo, quanto complesso, tema delle torri costiere della Sardegna ha suscitato da tempo

l’interesse di numerosi studiosi e appassionati. Questo lavoro, pur ponendosi in continuità con le precedenti esperienze di ricerca, propone una prospettiva nuova. L’attenzione, infatti, si focalizza principalmente sugli aspetti tecnici e costruttivi, con un particolare riguardo per le strutture murarie, arricchendosi attraverso il confronto con sistemi congeneri in ambito mediterraneo ed evidenziandone relazioni culturali e affinità tipologiche, materiche e costruttive. Al fine di cogliere le numerose sfumature del tema trattato, si è adottato un protocollo multidisciplinare e integrato. Le torri sono state studiate da un punto di vista storico, architettonico-tipologico, tecnico e minero-petrografico, privilegiando un approccio di tipo stratigrafico, calibrato sulle specificità dei casi investigati. La definizione delle caratteristiche tecniche e dimensionali delle apparecchiature murarie delle architetture investigate, tutte filologicamente datate, diventa strumento attraverso cui poter collocare cronologicamente, per analogia, altre fabbriche presenti sul territorio, con riferimento alle quali mancano date di costruzione certe, e spesso non tutelate proprio per la mancanza di riconoscimento del loro valore storico e culturale. Sempre in relazione a finalità operative, lo studio si pone anche l’obiettivo di individuare strategie e azioni atte a garantire la qualità del progetto di restauro e valorizzazione del sistema di torri, riconoscendo in esse significativi valori paesaggistici e architettonici.

Michele Pintus

Page 40: ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS · 2018-04-13 · 197-198 ISSN 0392-5803 gennaio - ottobre 2017 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut: 012/ATSUD/NA”

La Batteria antisommergibili “Antonio Candeo” sulla costa Nord-Est dell’isola di Caprera con le torrette della stazione di tiro e del telemetro perfettamente mimetizzate nel suggestivo paesaggio granitico dell’isola. (foto di Pierluigi Cianchetti).

>L’Istituto Italiano dei Castelli pubblica, oltre ai due periodici “Cronache Castellane” e “Castellum”, molti libri e studi di argomento castellano, organizzati o nella collana di pubblicazioni monografiche “Castella” o nelle varie collane di pubblicazioni curate dalle sezioni, come la rivista “Castella Marchiae” o i “Quaderni di architettura fortificata” della sezione Campania.Per avere l’elenco completo delle pubblicazioni si veda il sito web dell’Istituto alla voce “pubblicazioni”. Le pubblicazioni possono anche essere richieste alla Segreteria Generale dell’Istituto, in via Borgese 14, 20154 Milano, tel. 02 347237, indirizzo e-mail [email protected].

PER VEDERE E ORDINARE LE NOSTRE PUBBLICAZIONI