kryvyi rih: reportage . 2 svitlana, approfittando di un ... · no, ‘ciclope’) rih – si...

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REPORTAGE . 2 sette raion ‘distretti’ – Ternovsky, Zhovtnevy, Sak- sahansky, Tsentralnohorosky, Dolhintsevsky, Dzer- zhinsky, Inhuletsky – miniere di ferro, altiforni e blocchi residenziali come alveari. testo e foto di Massimiliano Di Pasquale Kryvyi Rih: viaggio nella città fantasma Dnipropetrovsk oblast, recita la scritta sull’enorme insegna che schiera verticalmente tre ovali: una spi- na di grano, una falce e martello e l’immancabile effigie di Lenin. Il pulmino Volkswagen a diciotto posti proveniente da Kirovohrad si fa largo nella sterminata periferia di Kryvyi Rih. Difficile stabilire i confini esatti di questo lunghissimo budello urbano che allinea da nord a sud, per più di 100 chilometri, lungo A lexander Nikolayevich Pol, pronipote dell’etmano Pavel Polubotok, era un uomo dall’energia straordi- naria. Proprietario terriero, studioso di storia dell’Ucrai- na, etnografo, archeologo, filantropo, giurista, Pol – so- prannominato il “Colombo della Nuova Russia” e insi- gnito già in vita di un monumento nell’allora Ekaterino- slav (l’odierna Dnipropetrovsk) – fu l’uomo che cambiò per sempre il volto di uno sperduto insediamento cosac- co fondato nel XVII secolo all’incrocio dei fiumi Saksahan e Inhulets. Kryvyi Rih – letteralmente ‘corno uncinato’, nome che deriverebbe dal capo cosacco ‘uncinato’(in slang ucrai- no, ‘ciclope’) Rih – si trasformò alla fine dell’Ottocento, per iniziativa del genio imprenditoriale di Pol, in un cen- tro industriale di prim’ordine. Lo sfruttamento dei giacimenti minerari di ferro e ac- ciaio, noti sin dai tempi degli sciti – sia il poeta Eschilo sia lo storico Erodoto menzionarono più volte nelle loro opere l’acciaio di questa zona – farà di un sonnolento vil- laggio immerso nella steppa un’enorme città-acciaieria. gnora che ormai da dieci anni abita a Pesaro. Svitlana, approfittando di un soggiorno in Ucraina, ha accettato gentilmente di farmi da guida nella città in cui, dopo una breve parentesi kazaka, ha vissuto per quasi trent’anni. L’accompagna suo cognato Vitali, un uomo stempiato sulla quarantina dall’aria cordiale e bonaria, a bordo di una fiammante Lada. Dopo esserci dissetati con una fresca bottiglia di zhyv- chyk, un soft drink a base di mela molto amato dagli ucrai- ni, saliamo sull’autovettura e percorriamo la Mira fino al- l’incrocio con prospettiva Metallurhiv e via Volgograd- skaya. Qui, all’interno di un’ampia rotatoria erbosa, fa bella mostra di sé un moderno obelisco sulla cui sommi- tà campeggia, dentro uno stemma bicolore verde e rosso, il corno bianco simbolo della Kryvyi Rih cosacca. letsky – miniere di ferro, altiforni e blocchi residenziali simili ad alveari. Solo una visione aerea potrebbe resti- tuire interamente l’imponenza di questo singolare espe- rimento di ingegneria social-industriale, figlio del sogno tecnologico bolscevico. Se fin dal 1896 il bacino di Kry- vyi Rih produceva un milione di tonnellate di minerale ferroso, è solo con l’industrializzazione forzata dell’epo- ca staliniana, grazie al kombinat metallurgico Kryvoro- zhsky Metallurgichesky Kombinat – più tardi Kryvori- zhstal – che la città diventa uno dei poli metallurgici in- tegrati più importanti al mondo e il più grande in Unio- ne Sovietica per la realizzazione di barre d’acciaio rinfor- zate e di vergelle di metallo. Tra khrusciovke e mosaici di cosmonauti P rigorodnaya avtostanziya – la stazione delle corriere, dove la marshrutka termina la corsa con mezzora d’anticipo rispetto all’orario stampato sul minuscolo bi- glietto, simile a uno scontrino fiscale, acquistato a Kiro- vohrad, cogliendo di piacevole sorpresa tutti i passegge- ri – sorge all’incrocio tra la Lermontova e la Urizkova nel distretto di Tsentralnohorosky, considerato dagli abitan- ti di Kryvyi Rih un po’ il centro di questo gigantesco ag- glomerato urbano, attraversato da ampie prospettive fian- cheggiate da tigli e ippocastani. Ad attendermi nel piazzale esterno c’è Svitlana, una si- A SINISTRA Monumento “Grande guerra patriottica”. AL CENTRO Busto di Alexander Pol. QUI SOPRA Altoforno della Kryvorizhstal. SOTTO Barche al Parco Komsomolsky. A DESTRA Simbolo sovietico. 85 numero 39 . dicembre 2011 84 east . europe and asia strategies A Una città lunga 120 chilometri D nipropetrovsk oblast, recita la scritta sull’enorme in- segna che schiera verticalmente tre ovali: una spina di grano, una falce e martello e l’immancabile effigie di Lenin. Il pulmino Volkswagen a diciotto posti proveniente da Ki- rovohrad – città agricola dell’Ucraina centrale che nel 1934 Stalin, per senso di colpa o paranoia, fece ribattezzare in onore del capo comunista Sergei Kirov, assassinato qual- che tempo prima, probabilmente per suo ordine – si fa lar- go nella sterminata periferia di Kryvyi Rih. Difficile stabi- lire i confini esatti di questo lunghissimo budello urbano che allinea da nord a sud, per più di 100 chilometri, lungo sette raion ‘distretti’ – Ternovsky, Zhovtnevy, Saksahan- sky, Tsentralnohorosky, Dolhintsevsky, Dzerzhinsky, Inhu-

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Page 1: Kryvyi Rih: REPORTAGE . 2 Svitlana, approfittando di un ... · no, ‘ciclope’) Rih – si trasformò alla fine dell’Ottocento, per iniziativa del genio imprenditoriale di Pol,

REPORTAGE . 2

sette raion ‘distretti’ – Ternovsky, Zhovtnevy, Sak-

sahansky, Tsentralnohorosky, Dolhintsevsky, Dzer-

zhinsky, Inhuletsky – miniere di ferro, altiforni e

blocchi residenziali come alveari.

testo e foto di Massimiliano Di Pasquale

Kryvyi Rih:viaggio nella città fantasmaDnipropetrovsk oblast, recita la scritta sull’enorme insegna che schiera verticalmente tre ovali: una spi-

na di grano, una falce e martello e l’immancabile effigie di Lenin. Il pulmino Volkswagen a diciotto posti

proveniente da Kirovohrad si fa largo nella sterminata periferia di Kryvyi Rih. Difficile stabilire i confini

esatti di questo lunghissimo budello urbano che allinea da nord a sud, per più di 100 chilometri, lungo

Alexander Nikolayevich Pol, pronipote dell’etmanoPavel Polubotok, era un uomo dall’energia straordi-

naria. Proprietario terriero, studioso di storia dell’Ucrai-na, etnografo, archeologo, filantropo, giurista, Pol – so-prannominato il “Colombo della Nuova Russia” e insi-gnito già in vita di un monumento nell’allora Ekaterino-slav (l’odierna Dnipropetrovsk) – fu l’uomo che cambiòper sempre il volto di uno sperduto insediamento cosac-co fondato nel XVII secolo all’incrocio dei fiumi Saksahane Inhulets.

Kryvyi Rih – letteralmente ‘corno uncinato’, nome chederiverebbe dal capo cosacco ‘uncinato’(in slang ucrai-no, ‘ciclope’) Rih – si trasformò alla fine dell’Ottocento,per iniziativa del genio imprenditoriale di Pol, in un cen-tro industriale di prim’ordine.

Lo sfruttamento dei giacimenti minerari di ferro e ac-ciaio, noti sin dai tempi degli sciti – sia il poeta Eschilosia lo storico Erodoto menzionarono più volte nelle loroopere l’acciaio di questa zona – farà di un sonnolento vil-laggio immerso nella steppa un’enorme città-acciaieria.

gnora che ormai da dieci anni abita a Pesaro. Svitlana, approfittando di un soggiorno in Ucraina, ha

accettato gentilmente di farmi da guida nella città in cui,dopo una breve parentesi kazaka, ha vissuto per quasitrent’anni. L’accompagna suo cognato Vitali, un uomostempiato sulla quarantina dall’aria cordiale e bonaria, abordo di una fiammante Lada.

Dopo esserci dissetati con una fresca bottiglia di zhyv-chyk, un soft drinka base di mela molto amato dagli ucrai-ni, saliamo sull’autovettura e percorriamo la Mira fino al-l’incrocio con prospettiva Metallurhiv e via Volgograd-skaya. Qui, all’interno di un’ampia rotatoria erbosa, fabella mostra di sé un moderno obelisco sulla cui sommi-tà campeggia, dentro uno stemma bicolore verde e rosso,il corno bianco simbolo della Kryvyi Rih cosacca.

letsky – miniere di ferro, altiforni e blocchi residenzialisimili ad alveari. Solo una visione aerea potrebbe resti-tuire interamente l’imponenza di questo singolare espe-rimento di ingegneria social-industriale, figlio del sognotecnologico bolscevico. Se fin dal 1896 il bacino di Kry-vyi Rih produceva un milione di tonnellate di mineraleferroso, è solo con l’industrializzazione forzata dell’epo-ca staliniana, grazie al kombinat metallurgico Kryvoro-zhsky Metallurgichesky Kombinat – più tardi Kryvori-zhstal – che la città diventa uno dei poli metallurgici in-tegrati più importanti al mondo e il più grande in Unio-ne Sovietica per la realizzazione di barre d’acciaio rinfor-zate e di vergelle di metallo.

Tra khrusciovkee mosaici di cosmonauti

Prigorodnaya avtostanziya – la stazione delle corriere,dove la marshrutka termina la corsa con mezzora

d’anticipo rispetto all’orario stampato sul minuscolo bi-glietto, simile a uno scontrino fiscale, acquistato a Kiro-vohrad, cogliendo di piacevole sorpresa tutti i passegge-ri – sorge all’incrocio tra la Lermontova e la Urizkova neldistretto di Tsentralnohorosky, considerato dagli abitan-ti di Kryvyi Rih un po’ il centro di questo gigantesco ag-glomerato urbano, attraversato da ampie prospettive fian-cheggiate da tigli e ippocastani.

Ad attendermi nel piazzale esterno c’è Svitlana, una si-

A SINISTRA Monumento “Grande guerra patriottica”.

AL CENTRO Busto di Alexander Pol. QUI SOPRA Altoforno della Kryvorizhstal. SOTTO Barche al Parco Komsomolsky. A DESTRA Simbolo sovietico.

85numero 39 . dicembre 201184 east . europe and asia strategies

A

Una città lunga 120 chilometri

Dnipropetrovsk oblast, recita la scritta sull’enorme in-segna che schiera verticalmente tre ovali: una spina di

grano, una falce e martello e l’immancabile effigie di Lenin.Il pulmino Volkswagen a diciotto posti proveniente da Ki-rovohrad – città agricola dell’Ucraina centrale che nel 1934Stalin, per senso di colpa o paranoia, fece ribattezzare inonore del capo comunista Sergei Kirov, assassinato qual-che tempo prima, probabilmente per suo ordine – si fa lar-go nella sterminata periferia di Kryvyi Rih. Difficile stabi-lire i confini esatti di questo lunghissimo budello urbanoche allinea da nord a sud, per più di 100 chilometri, lungosette raion ‘distretti’ – Ternovsky, Zhovtnevy, Saksahan-sky, Tsentralnohorosky, Dolhintsevsky, Dzerzhinsky, Inhu-

Page 2: Kryvyi Rih: REPORTAGE . 2 Svitlana, approfittando di un ... · no, ‘ciclope’) Rih – si trasformò alla fine dell’Ottocento, per iniziativa del genio imprenditoriale di Pol,

Un’anziana signora, con cui ci fermiamo a parlare qual-che minuto più tardi, ci svela il motivo di questo degra-do. «Quando cala la sera – racconta la donna – arrivanoqui con seghe e martelli e asportano le parti metallicheche poi rivendono. Anche la polizia lo sa, ma nessuno di-ce niente. È uno schifo! Questo è un Paese senza speran-za… Mia figlia se n’è andata in Italia e non ha alcuna in-tenzione di tornare. Come posso darle torto? Ma io hoquasi 80 anni, dove volete che vada…»

Un analogo senso di disillusione sembra pervadereOleg, un tassista che passeggia placidamente all’ombradei tigli lungo il fiume. Confessa di avere votato alle ulti-me elezioni presidenziali per Yanukovych, ma di essersipentito amaramente. «Sono stati i miei amici a convin-cermi. Dicevano che una sua vittoria avrebbe portato sta-bilità e crescita economica. La verità è che non ha fattoniente! È solo un burattino in mano agli oligarchi, comedel resto il 90% dei politici ucraini!»

«E come si esce da questa situazione?», gli chiedo. «Civuole gente nuova, politici giovani...»

Altiforni, ciminiere e strade ferrose

Treni merci carichi di ferro e acciaio che sbucano daferrovie sopraelevate, vecchie miniere abbandonate

che sembrano location di film horror, strade ricoperte di

A metà della via dedicata al 22° Congresso del Partitocomunista, nelle vicinanze del Politecnico, tre splendi-di mosaici anni Sessanta, nelle tonalità dell’ocra e del-l’arancione, uno dei quali raffigurante i tre eroi spazialiGagarin, Korolev e Tereshkova, sono la prima delle tantetestimonianze iconografiche di una città ancora profon-damente legata culturalmente ed esteticamente al suopassato sovietico.

«Gran parte delle case di questa zona – mi spiega Svi-tlana – sono le famose khrusciovke, palazzine da 4 a 8 pia-ni volute a metà anni Cinquanta da Nikita Khrusciov»

Shevchenko, Pol e Lenin

È un Taras Shevchenko minuto, “vestito di nero”, privodella solennità epica con cui il poeta nazionale è soli-

tamente ritratto, quello che incontriamo sulla Karla Mar-ksa, dinanzi allo stabile color crema che ospita il palazzodella posta a Tsentralnohorosky raion. In questo quartie-re, dove un tempo si trovavano i palazzi più antichi di Kry-vyi Rih – andati distrutti durante l’ultima guerra – sullosfondo di un blocco di case costruttiviste sorge il monu-mento dedicato all’eroe locale Alexander Pol, l’uomo cheper primo diede impulso all’industria mineraria. A qual-che metro di distanza, di fronte a un vecchio edificio sco-lastico d’epoca sovietica, dall’alto di un piedistallo di mar-mo, il compagno Vladimir Ilich Ulianov sembra ancoraammonire con sguardo severo tutti i passanti. «Sarannoun centinaio le statue di Lenin a Kryvyi Rih», dice Svitla-na sorridendo. «Non vorrai mica fotografarle tutte?!»

Park Komsomolsky

Lasciata alle spalle piazza Lenina, procedendo in di-rezione di Inhuletsky raion – il distretto meridionale

dove ha sede Iugok, l’acciaieria sud di Kryvyi Rih – in-contriamo Park Komsomolsky, in epoca sovietica uno de-gli spazi ricreativi più belli della città. «Sono tanti i ricor-di legati a questo luogo», dice Vitali. «Dispiace davverovederlo oggi in questo stato di abbandono...» Attraversan-do il ponte pedonale che unisce le due aree del parco di-vise dal fiume Inhulets si capisce subito a cosa alluda Vi-tali: i segni dell’incuria sono molteplici. Un enorme foroall’interno di uno dei pilastri del ponte è stato trasforma-to in una pattumiera zeppa di bottiglie di vodka, lattine emozziconi di sigarette. Lo stesso ponte, dall’aria trabal-lante, appare mutilato in più parti delle sue decorazionimetalliche.

polvere ferrosa rossiccia, arterie lungo le quali corronovelocissimi tramvai simili a metropolitane, uno skylinedominato da altiforni e ciminiere.

Non appena ci si allontana dalle aree residenziali Kry-vyi Rih mostra il suo volto lugubre di città-acciaieria, po-lo siderurgico, con tutto il contorno di problemi legati aldegrado ambientale e sociale: dall’inquinamento, dovu-to alla dispersione dei minerali, alla piaga dell’alcolismoche colpisce chi perdere il lavoro in fabbrica. «Non c’èpiù il posto garantito come ai tempi dell’Urss», spiegaSvitlana. «E molte persone, specie i meno giovani, nonhanno la capacità di riadattarsi... Se poi a questo aggiun-gi la crisi economica che ha colpito duramente l’Ucrainain questi anni, il quadro non è dei più rassicuranti…»

IN ALTO Una miniera di ferro.

IN BASSO A SINISTRA Un contadino nei pressi dell’Arcelor Mittal.

SOTTO Il palazzo della Cultura.

87numero 39 . dicembre 201186 east . europe and asia strategies

Svitlana, se da un lato è preoccupata per le sorti di suonipote, un ragazzo poco più che ventenne, che per sbar-care il lunario si arrangia a fare il muratore nonostante lalaurea, dall’altro non nasconde le sue forti perplessità difronte alla mentalità fatalista degli ucraini.

«Devono svegliarsi, prendere in mano le redini dellaloro vita. Invece sanno solo lamentarsi…»

Arcelor Mittal

Il motore attorno a cui ancora oggi ruota tutta l’econo-mia della città e dell’intero bacino di Kryvyi Rih – con

una produzione di 6 milioni di tonnellate annue di lami-nati, 7 milioni di tonnellate di acciaio, 7,8 milioni di ghi-sa – è l’ex Kryvorizhstal, dal 2007, dopo la fusione tra ilgruppo indiano Mittal steel e la Arcelor, Arcelor MittalKryvyi Rih. Prima di questa fusione la più grande accia-ieria ucraina aveva fatto parlare di sé le cronache interna-zionali per la riprivatizzazione voluta nel 2005 dall’expresidente Viktor Yushchenko.

La Kryvorizhstal, a fronte di un valore stabilito dagliesperti di almeno 1,5 miliardi di dollari, era stata infatticeduta nel giugno 2004 a un consorzio denominato Unio-ne investimenti-metallurgia, formato da due oligarchi,Rinat Akhmetov e Viktor Pinchuk, vicini all’allora presi-dente Kuchma, per appena 700 milioni di dollari.

L’acquisto fu in seguito dichiarato nullo da due differen-ti corti giudiziarie per palese incongruità del prezzo paga-to rispetto al valore reale. E l’impresa, dopo un’asta inter-nazionale, passò nell’ottobre del 2005 al gruppo Mittal per24 miliardi di hryni (pari a 4,8 miliardi di dollari), sei vol-te il prezzo spuntato dal tandem Akhmetov-Pinchuk.

Se questo fu un indubbio successo degli arancioni, è al-trettanto vero che proprio all’epoca della riprivatizzazio-ne della Kryvorizhstal risalgono i primi contrasti in senoalla coppia Yushchenko-Tymoshenko.

Mentre la pasionaria spingeva per la revisione di ben194 privatizzazioni, realizzate a suo parere in violazionedell’interesse pubblico nell’era Kuchma, spaventando difatto molti investitori esteri per le potenziali ricadute intermini di instabilità e incertezza nel quadro economicodel Paese, il presidente Yushchenko, dimostrando unanatura più moderata, aveva presto ridotto la lista a 22aziende, con palese disappunto della premier.

Lo scontro tra i due si fece talmente aspro che Yu-shchenko dimissionò Tymoshenko, sostituendola conYuri Yekhanurov. .