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ECONOMIA 2 GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2012 l a R e p u b b l i c a LA CRISI FINANZIARIA Lunedì la trattativa tra esecutivo e parti sociali, ma ci sarebbe già una convergenza di fondo Possibile accordo sul modello contrattuale degli economisti Boeri e Garibaldi IL DOSSIER. Le misure del governo OGGI sono una prassi diffusa nelle aziende che possono così assumere senza prendersi impe- gni particolari nei confronti dei dipendenti. La riforma li renderà invece una specie di lusso, un modo per remunerare professionisti e persona- le specializzato. Uno studio del Collegio Carlo Alberto di Torino, di cui Garibaldi è direttore, mette in evidenza che nel 2008 il 96% dei dipendenti italiani a tem- po determinato guadagnava me- no di 35 mila euro lordi all’anno. Una retribuzione per mansioni medio basse. Con il provvedimen- to allo studio invece sarà impossibile assumere a tempo determinato dipendenti per i quali vie- ne corrisposto un salario inferiore ai 25 mila eu- ro lordi annui (o proporzionalmente inferiore se la prestazione dura meno di dodici mesi). Na- turalmente faranno eccezione i lavori tipica- mente stagionali (come quelli agricoli o alcuni nelle località turistiche). Verrà messo un tetto anche ai contratti a progetto e di lavoro autono- mo continuativo che rappresentino più di due terzi del reddito di un lavoratore con la stessa azienda. Se questi contratti avranno una paga annua lorda inferiore ai 30 mila euro, saranno trasformati automaticamente in Cui. La riforma dovrebbe anche prevedere l’introduzione di un salario minimo legale stabilito da un accordo tra le parti sociali. Se non si trovasse l’accordo, il sa- lario minimo dovrà essere fissato dal Cnel. Tempo determinato Per i contratti a termine salario sopra i 25mila euro © RIPRODUZIONE RISERVATA L’IDEA è quella di sostituire con un unico con- tratto gli attuali 48 censiti dall’Istat. E’ la fram- mentazione che penalizza soprattutto donne e giovani e che porta il salario medio lordo di un la- voratore italiano il 32% sotto la media dei Paesi dell’area euro. Nascerà per questo il Cui, contrat- to unico di ingresso. Avrà due fasi: una di ingres- so, che potrà durare, a seconda dei tipi di lavoro, fino a tre anni. E una seconda fase di stabilità, in cui il la- voratore godrà di tutte le tutele che oggi sono riservate ai contratti a tempo indeterminato. Durante la fase di ingresso, in caso di licenziamento con mo- tivazioni che non siano di tipo disciplinare («giu- sta causa»), il datore di lavoro non avrà l’obbligo di reintegrare il dipendente ma potrà risarcirlo in pagando una specie di penale pari alla paga di cin- que giorni lavorativi per ogni mese lavorato. In ca- so di una fase di ingresso di tre anni, il licenzia- mento dovrà essere risarcito con sei mesi di men- silità. Già oggi, durante il periodo di prova, non si applica la l’articolo 18 sui licenziamenti. La rifor- ma prevede che il periodo di prova si possa allun- gare fino a tre anni e in cambio concede che il con- tratto di ingresso si trasformi automaticamente, al termine della prova, a tempo indeterminato. L’automatismo evita al lavoratore il succedersi di decine di minicontratti precari. Le imprese dopo tre anni possono licenziare il dipendente con un risarcimento senza essere costrette ad assumerlo. Il contratto unico Accesso con tutele a tappe poi niente licenziamenti © RIPRODUZIONE RISERVATA L’occupazione PAOLO GRISERI Arriva il contratto unico posto garantito dopo 3 anni più soldi se lavori a termine Ecco la riforma del governo sul Welfare Un tavolo che nei corridoi di palazzo Chigi viene definito scherzosamente «filosofico», introdotto dal premier Mario Monti. E, subito dopo, due tavoli operativi sulla riforma del mercato del lavoro e sulla crescita. Il primo con il ministro Elsa Fornero, il secondo con il titolare delle attività produttive, Corrado Passera. E’ lo schema con cui si svolgerà lunedì la trattativa tra governo e parti sociali. Sul mercato del lavoro i sondaggi delle ultime ore inducono a un certo ottimismo. Si sarebbe insomma trovato un terreno di comune discussione tra sindacati, ministri e imprenditori intorno al disegno di legge di riforma suggerito due anni fa dagli economisti Tito Boeri e Pietro Garibaldi. L’intendimento di Fornero sarebbe di arrivare a febbraio al varo del provvedimento. Esclusa l’ipotesi del decreto, più probabile che si vada verso il disegno di legge o il disegno di legge delega. La filosofia è quella annunciata ieri da Mario Monti: «Dovremo ridurre la frammentazione dei contratti e far andare di pari passo la riforma del mercato del lavoro con quella degli ammortizzatori sociali». Poche parole per dare il via libera al contratto unico di apprendistato e all’introduzione del reddito di disoccupazione, i due assi della riforma Fornero. L’obiettivo, spiega Monti, è quello di creare «una maggiore mobilità che protegga il lavoratore ma non renda sclerotico il mercato del lavoro» per favorire l’occupazione giovanile e renderla meno precaria. Su questi presupposti si starebbe trovando una mediazione tra sindacati e industriali, con i partiti che, sia pure con qualche distinguo, non sarebbero pregiudizialmente contrari. La riforma non toccherebbe direttamente l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ma ne limiterebbe l’efficacia in alcune fasi della vita lavorativa dei dipendenti. Per la Cgil «è importante tenere insieme crescita ed equità». Per la Cisl «è essenziale che il governo arrivi al tavolo con la disponibilità a contrattare davvero». Ma i tempi stringono ed è plausibile che i margini di trattativa non saranno molto ampi. Lunedì, subito dopo aver aperto la riunione, Monti volerà a Bruxelles a rassicurare i partner europei sull’avvio delle riforme italiane. Ecco le linee principali del progetto. 1.400.000.000 1.200.000.000 1.000.000.000 800.000.000 600.000.000 400.000.000 200.000.000 0 Il lavoro perduto, l’andamento della Cig 2006 2007 2008 2009 231,27 227,66 914,03 2010 1.203,64 2011 183,71 Milioni di ore autorizzate 892,70 Meno di 400 (In euro) 400-800 Più di 800 Nessun reddito garantito Fonte: Eurostat Le nazioni europee con il reddito minimo garantito I sindacati Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti leader, rispettivamente della Cgil, Cisl e Uil. Nei giorni scorsi, per la prima volta dopo oltre tre anni, le tre organizzazioni sindacali hanno convocato di nuovo le segreterie unitarie per predisporre una piattaforma comune da presentare nel confronto con il governo Monti

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ECONOMIA� 2

GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2012

la Repubblica

LA CRISI FINANZIARIA

Lunedì la trattativa tra esecutivo eparti sociali, ma ci sarebbe giàuna convergenza di fondo

Possibile accordo sulmodello contrattuale deglieconomisti Boeri e Garibaldi

IL DOSSIER. Le misure del governo

OGGI sono una prassi diffusa nelle aziende chepossono così assumere senza prendersi impe-gni particolari nei confronti dei dipendenti. Lariforma li renderà invece una specie di lusso, unmodo per remunerare professionisti e persona-le specializzato. Uno studio del Collegio CarloAlberto di Torino, di cui Garibaldi è direttore,

mette in evidenza che nel 2008 il96% dei dipendenti italiani a tem-po determinato guadagnava me-no di 35 mila euro lordi all’anno.Una retribuzione per mansionimedio basse. Con il provvedimen-

to allo studio invece sarà impossibile assumerea tempo determinato dipendenti per i quali vie-ne corrisposto un salario inferiore ai 25 mila eu-ro lordi annui (o proporzionalmente inferiorese la prestazione dura meno di dodici mesi). Na-turalmente faranno eccezione i lavori tipica-mente stagionali (come quelli agricoli o alcuninelle località turistiche). Verrà messo un tettoanche ai contratti a progetto e di lavoro autono-mo continuativo che rappresentino più di dueterzi del reddito di un lavoratore con la stessaazienda. Se questi contratti avranno una pagaannua lorda inferiore ai 30 mila euro, sarannotrasformati automaticamente in Cui. La riformadovrebbe anche prevedere l’introduzione di unsalario minimo legale stabilito da un accordo trale parti sociali. Se non si trovasse l’accordo, il sa-lario minimo dovrà essere fissato dal Cnel.

Tempo determinato

Per i contratti a terminesalario sopra i 25mila euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’IDEA è quella di sostituire con un unico con-tratto gli attuali 48 censiti dall’Istat. E’ la fram-mentazione che penalizza soprattutto donne egiovani e che porta il salario medio lordo di un la-voratore italiano il 32% sotto la media dei Paesidell’area euro. Nascerà per questo il Cui, contrat-to unico di ingresso. Avrà due fasi: una di ingres-

so, che potrà durare, a seconda deitipi di lavoro, fino a tre anni. E unaseconda fase di stabilità, in cui il la-voratore godrà di tutte le tutele cheoggi sono riservate ai contratti atempo indeterminato. Durante la

fase di ingresso, in caso di licenziamento con mo-tivazioni che non siano di tipo disciplinare («giu-sta causa»), il datore di lavoro non avrà l’obbligodi reintegrare il dipendente ma potrà risarcirlo inpagando una specie di penale pari alla paga di cin-que giorni lavorativi per ogni mese lavorato. In ca-so di una fase di ingresso di tre anni, il licenzia-mento dovrà essere risarcito con sei mesi di men-silità. Già oggi, durante il periodo di prova, non siapplica la l’articolo 18 sui licenziamenti. La rifor-ma prevede che il periodo di prova si possa allun-gare fino a tre anni e in cambio concede che il con-tratto di ingresso si trasformi automaticamente,al termine della prova, a tempo indeterminato.L’automatismo evita al lavoratore il succedersi didecine di minicontratti precari. Le imprese dopotre anni possono licenziare il dipendente con unrisarcimento senza essere costrette ad assumerlo.

Il contratto unico

Accesso con tutele a tappepoi niente licenziamenti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’occupazione

PAOLO GRISERI

Arriva il contratto unicoposto garantito dopo 3 annipiù soldi se lavori a termineEcco la riforma del governo sul WelfareUn tavolo che nei corridoi di palazzo Chigi viene definito scherzosamente «filosofico», introdotto dal premier Mario Monti.E, subito dopo, due tavoli operativi sulla riforma del mercato del lavoro e sulla crescita. Il primo con il ministro Elsa Fornero,il secondo con il titolare delle attività produttive, Corrado Passera. E’ lo schema con cui si svolgerà lunedì la trattativa tragoverno e parti sociali. Sul mercato del lavoro i sondaggi delle ultime ore inducono a un certo ottimismo. Si sarebbeinsomma trovato un terreno di comune discussione tra sindacati, ministri e imprenditori intorno al disegno di legge di riformasuggerito due anni fa dagli economisti Tito Boeri e Pietro Garibaldi. L’intendimento di Fornero sarebbe di arrivare a febbraioal varo del provvedimento. Esclusa l’ipotesi del decreto, più probabile che si vada verso il disegno di legge o il disegno di

legge delega. La filosofia è quella annunciata ieri da Mario Monti: «Dovremo ridurre la frammentazione dei contrattie far andare di pari passo la riforma del mercato del lavoro con quella degli ammortizzatori sociali». Poche paroleper dare il via libera al contratto unico di apprendistato e all’introduzione del reddito di disoccupazione, i due assi

della riforma Fornero. L’obiettivo, spiega Monti, è quello di creare «una maggiore mobilità che protegga illavoratore ma non renda sclerotico il mercato del lavoro» per favorire l’occupazione giovanile e renderla menoprecaria. Su questi presupposti si starebbe trovando una mediazione tra sindacati e industriali, con i partiti che, siapure con qualche distinguo, non sarebbero pregiudizialmente contrari. La riforma non toccherebbe direttamentel’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ma ne limiterebbe l’efficacia in alcune fasi della vita lavorativa deidipendenti. Per la Cgil «è importante tenere insieme crescita ed equità». Per la Cisl «è essenziale che il governoarrivi al tavolo con la disponibilità a contrattare davvero». Ma i tempi stringono ed è plausibile che i margini ditrattativa non saranno molto ampi. Lunedì, subito dopo aver aperto la riunione, Monti volerà a Bruxelles arassicurare i partner europei sull’avvio delle riforme italiane. Ecco le linee principali del progetto.

1.400.000.000

1.200.000.000

1.000.000.000

800.000.000

600.000.000

400.000.000

200.000.000

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Il lavoro perduto, l’andamento della Cig

2006 2007 2008 2009

231,27 227,66

914,03

2010

1.203,64

2011

183,71

Milioni di ore autorizzate

892,70

Meno di 400

(In euro)

400-800

Più di 800

Nessun redditogarantito

Fonte: Eurostat

Le nazioni europeecon il redditominimo garantito

I sindacati

Susanna Camusso, RaffaeleBonanni e Luigi Angeletti leader,rispettivamente della Cgil, Cisl e Uil.Nei giorni scorsi, per la prima voltadopo oltre tre anni, le treorganizzazioni sindacali hannoconvocato di nuovo le segreterieunitarie per predisporre unapiattaforma comune da presentarenel confronto con il governo Monti

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@GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2012

la Repubblica PER SAPERNE DI PIÙ

www.lavoro.gov.itwww.cgil.it

Monti: “Vogliamo creareuna maggiore mobilità checomunque protegga il lavoratore”

OGGI sono di tre tipi: cassa integrazione ordi-naria, cassa straordinaria e mobilità. L’obietti-vo è quello di semplificare e tornare alle origini:con la cassa integrazione ordinaria che inter-viene solo per far fronte alle crisi cicliche e tem-poranee dei settori. Per le crisi strutturali e il so-stegno a chi ha perso il lavoro dovrebbe invece

intervenire il reddito minimo didisoccupazione. Una misura cheesiste in molti Paesi occidentalima che è costosa. Soprattutto infasi economiche, come l’attuale,in cui la ristrutturazione delle

aziende lascia senza lavoro quote crescenti dilavoratori dipendenti. Ieri Monti ha invitato afar procedere «di pari passo» la riforma degliammortizzatori sociali con quella dei contrattidi lavoro. Non sarà facile. Con poche risorse adisposizione e con l’inasprimento dei requisitiper maturare il diritto alla pensione, sarà già dif-ficile utilizzare strumenti come la mobilità lun-ga, oggi ampiamente sfruttati dalle aziende perristrutturare scaricando almeno una parte deicosti sull’Inps. E’ comunque probabile che ilpassaggio dalla mobilità al reddito minimo didisoccupazione avvenga in modo graduale neltempo risolvendo contemporaneamente ilproblema dei molti che oggi si trovano in mez-zo al guado, con una mobilità lunga calcolataper approdare a un’età pensionabile a sua voltaallontanata dalla nuova riforma previdenziale.

Gli ammortizzatori

Verso il reddito minimoma si cerca la copertura

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN ITALIA non esiste un salario minimo, co-me invece si vorrebbe introdurre con la pro-posta di riforma del lavoro di Boeri e Garibal-di. Il salario minimo è contrattato a livello dicategoria o di azienda ed è quindi molto va-riabile. Ma esistono aree, come quelle deiprecari che lavorano a progetto, in cui del sa-

lario minimo non c’è traccia.Non è così all’estero dove gli Sta-ti stabiliscono per legge qual è lapaga oraria minima che un dato-re di lavoro può corrispondere.

In genere si tratta di soglie chevengono rivalutate annualmente aggancian-dole all’andamento dell’inflazione o alla di-namica del Pil. L’obiettivo è comunque quel-lo di stabilire un livello sotto il quale non èconsentito andare per far si che tutti i lavora-tori abbiano una paga in grado di mantenereuna famiglia in condizioni dignitose.

Ogni paese ha fissato quella soglia, a se-conda del suo livello di vita e dell’importanzache una nazione annette alla protezione so-ciale della fasce più deboli della società. Cosìin Francia il salario minimo è di circa 1.350euro lordi mensili mentre in Spagna è di circala metà, 600 euro lordi mensili. Molto basso ilsalario minimo brasiliano, l’equivalente di237 euro lordi mensili. Il salario minimo è cin-que volte più alto in Inghilterra: 960 sterline,equivalenti a 1.150 euro.

All’estero

Ogni Paese ha la sua sogliaper garantire i più deboli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Trenta anni di cassa integrazioneSerie storica del numero di ore autorizzate per tipologia di intervento

Cassa integrazione ordinaria

industria

Cassa integrazione ordinaria

edilizia

Cassa integrazione straordinaria Totale

Fonte: INPS- Coordinamento Generale Statistico Attuariale

Il ministro

Elsa Fornero è il ministro del Welfare.Parteciperà insieme al premier, MarioMonti e al collega dello SviluppoEconomico, Corrado Passera, al tavolocon le parti sociali di lunedì prossimo

Le imprese

Emma Marcegaglia, presidente dellaConfindustria. L’Associazione degliimprenditori nei giorni scorsi ha affermatoche sulla questione dell’articolo 18 non cidevono essere tabù

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GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2012

la Repubblica

LA CRISI FINANZIARIA

Domani il consiglio dei ministrivarerà il decreto che cambia le regoleper artigiani, imprese e professioni

Novità per i medici, misure percalmierare i costi dei carburanti,sgravi su alcuni tipi di bolletta

Lo sviluppoIL DOSSIER. Le misure del governo

IL FRONTE più caldo, quello dei taxi, entra in bozzacon un grado massimo di “deregulation”. Ma le este-nuanti trattative tra Palazzo Chigi e le 23 sigle sinda-cali dei tassisti sono ancora in corso. Così come le pro-teste e la probabile precettazione dei taxi driver perevitare il blocco totale della circolazione nelle grandi

città dopo le avvisaglie di ieri a Roma,Bologna, Milano e Genova. Nell’ulti-mo testo del decreto si prevede l’at-tribuzione alla nuova “Autorità perle reti” del compito di fissare l’incre-mento del numero delle licenze, lapossibilità per i titolari di averne piùd’una, l’introduzione di nuove li-cenze part-time, orari e prezzi piùflessibili e pubblicizzati, il criteriodell’extraterritorialità, ovvero lapossibilità di operare anche al di fuo-ri dell’area della licenza, nuovi servi-zi come il taxi collettivo. Una rivolu-zione per il settore. Sul punto il go-verno potrebbe aprire uno spiraglio

concedendo ai sindaci, invece che al Garante, la fa-coltà di decidere. Per i tassisti, infatti, devono essere iComuni a decidere su numero di licenze e “territoria-lità” mentre sul raddoppio dei permessi c’è già un sec-co no. Oggi alle 12 le parti - che appaiono molto rigi-de su eventuali variazioni alle rispettive posizioni - siincontreranno a Palazzo Chigi.

Taxi

In arrivo licenze part-timedal Garante nuovi permessi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CAPITOLO dedicato alle farmacie si arricchisce diimportanti novità. A partire da orari e turni che di-ventano liberi. Così come gli sconti, praticabili su tut-ti i prodotti e i farmaci (anche di fascia A). I medici dibase avranno l’obbligo di inserire in ricetta il riferi-mento al medicinale equivalente, se ha un prezzo in-

feriore. I titolari di parafarmacieavranno un punteggio maggiorato(come per i farmacisti rurali) nei con-corsi per l’assegnazione delle nuovesedi (ribadito il “quorum” di 3 milaabitanti ogni farmacia che si tradurràin 5 mila nuove aperture). Concorsiai quali «i giovani laureati in farmaciain possesso dei requisiti di legge pos-sono concorrere per la gestione as-sociata, sommando i titoli possedu-ti». La liberalizzazione della venditadei farmaci di fascia C sarà infinepossibile solo se al primo marzo 2013non sarà assegnato l’80% delle far-macie messe a concorso. Tutte scon-

tente le associazioni di settore. A partire dai titolari diparafarmacie che chiedono una riserva nell’assegna-zione delle nuove licenze. Federfarma («Siamo pron-ti alla battaglia») convoca per oggi un’assemblea. Far-mindustria contesta la norma sui farmaci generici(«Crea confusione e non risparmi»), a braccetto deimedici di base («Una cosa senza senso»).

Farmacie

Obbligo di indicare in ricettail medicinale equivalente

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Polizze auto con lo scontoorari liberi per le farmacieseparate Eni e la rete gas Snam

Il pacchettodi misure sulleliberalizzazioni èpronto, assicura ilpremier Monti. Serviràa ridurre privilegi erendite di posizione e adistribuire i sacrifici peril rilancio economicodel Paese nella “fasedue”. Per il governo ilpacchetto vale l’1,4%di Pil all’anno, quasil’11% nel lungoperiodo. Con effettisul benessere dellefamiglie italiane“positivi e consistenti”

30 milaI TASSISTI

In Italialavorano 30mila tassisti

5 milaAPERTURE

Con la riforma5 mila nuovefarmacie

VALENTINA CONTE

Ecco il decreto liberalizzazioni. Oggi il nodo taxi

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la Repubblica PER SAPERNE DI PIÙ

www.sviluppoeconomico.gov.itwww.palazzochigi.it

LA RIFORMA delle professioni, almeno nell’ultima versione deldecreto, mantiene i cardini annunciati. Abolizione delle tariffeminime e massime (il ministro della Giustizia Paola Severino ha

tuttavia precisato che le tariffe potrebbero esse-re mantenute per le liquidazioni giudiziali e neirapporti tra professionisti e Pubblica Ammini-strazione). Obbligo per il professionista del pre-ventivo scritto che va concordato con il cliente(l’inottemperanza è illecito disciplinare) e cheindicherà anche l’esistenza di un’assicurazione

contro eventuali danni (esclusi medici e sanitari). Tirocini e pra-ticantati possibili (anche solo in parte) all’università nel bienniofinale. Per i notai, confermati 1.500 posti nei prossimi tre anni.

Professioni

Preventivo scritto al cliente1500 notai in più in tre anni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN ATTESA di capire se la benzina sarà meno cara, arriva unastretta ai costi dell’Rc auto e la liberalizzazione della distri-buzione dei carburanti. Dal 30 giugno prossimo, i contratti

di esclusiva tra gestori titolari e compagniesaranno nulli e i primi potranno approvvigio-narsi, «per la parte eccedente il 50% della for-nitura», liberamente da qualsiasi produttoreo rivenditore. I distributori avranno poi lapossibilità di vendere prodotti “non oil” (ali-menti, bevande, giornali, tabacchi) per arro-

tondare il fatturato. E non ci sarà alcun limite per i distribu-tori di benzina self-service fuori dai centri abitati. Il riscattodella proprietà degli impianti sarà possibile in ogni momen-to per il gestore, da solo o in cooperative, previo indennizzo.

Carburanti

Gestori dal miglior offerenteper comprare metà benzina

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LO CONFERMA anche Monti da Londra. La separazione pro-prietaria tra Snam rete gas ed Eni, definita «non prioritaria» dalsottosegretario Catricalà, alla fine ci sarà. «E’ il metodo ottimale

per attuare un effettivo mercato concorrenzialenel gas naturale», dice la relazione alla bozza didecreto. Non sarà breve, visto che entro 6 mesi cisarà un nuovo decreto che fisserà le regole per laseparazione entro ulteriori 24 mesi. Buone noti-zie, invece, per la bolletta. Un nuovo metodo peril calcolo delle tariffe del gas, decise ogni trime-

stre dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, dovrebbe con-sentire risparmi ai «clienti vulnerabili», a reddito basso, già a par-tire da quest’anno.

Energia

Bollette più leggere a scuolee clienti a basso consumo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA «via italiana» alle liberalizzazioni, ha spiegato ieri da Lon-dra il premier Monti, è percorribile solo fermando i privilegi edando più spazio a merito e giovani. Per loro è in arrivo la pos-

sibilità di aprire una società “semplificata” aresponsabilità limitata con un capitale mini-mo di un euro. Lo prevede l’articolo 4 dellabozza di decreto che agevola e incentiva l’ac-cesso dei giovani all’attività di impresa. I socidevono essere però tutti rigorosamente un-der 35 e questo requisito deve «permanere

per tutta la durata della società». Per la costituzione e le suc-cessive modifiche «non è richiesto l’atto pubblico». Basta «unacomunicazione unica telematica al registro delle imprese».

Giovani

Nasce la società semplificatabasterà un euro di capitale

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LOTTA dura all’evasione, ma anche mano più morbida con chiha pendenze fiscali. «In un momento in cui gli equilibri econo-mici di una miriade di aziende e famiglie sono in gioco - spiega

la relazione alla bozza di decreto - sembra op-portuno prevedere una rateazione con rateinizialmente più basse per poi crescere pro-gressivamente al compimento del primo an-no, divenendo costanti al raggiungimento delterzo». Chi ha dunque debiti con Equitalia po-trà contare su un piano di rientro più flessibi-

le. Sempre l’articolo 3 della bozza prevede che l’ipoteca sulla ca-sa scatti solo dopo due rate consecutive non pagate. I rischi perl’erario di privarsi della garanzia, assicura la relazione, «sareb-bero minimi», in cambio di un po’ di respiro per chi è in difficoltà.

Fisco

Lotta senza frontiere all’evasionema rateizzare sarà più semplice

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ASTA delle frequenze tv, il cosiddetto “beauty contest”, non en-trerà nel decreto sulla crescita. Tuttavia se ne discuterà domani inConsiglio dei ministri anche perché, come promesso dal ministro

Passera, la procedura di assegnazione non potràessere gratuita. Le frequenze «hanno un valorestrategico oltre che economico che va attenta-mente ponderato», ha spiegato ieri. Si procederàdunque in un secondo tempo solo dopo un’at-tenta disamina giuridica che chiarisca se l’astadeve essere riservata solo alle tv o aperta anche

alle tlc, o a un mix dei due. E solo dopo un sondaggio di mercato su-gli operatori disponibili, sentiti l’Authority di settore (Agcom) e laCommissione europea.

Tv

Asta obbligata sulle frequenzein gara anche le società di tlc

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA PROTESTA

Anche i farmacistisono scesi in piazzacontro leliberalizzazioni: nellafoto la protesta aPalazzo Chigi

Contratto verso il rinnovo: aumento di 170 euro

Banche, operazioni all’ora di cenasportelli aperti al cliente fino alla 22

Il caso

MILANO — Il nuovo contratto del setto-re bancario, alla firma nella notte, rivo-luziona e amplia gli orari di apertura de-gli sportelli. Finora vincolati da orari unpo’ ministeriali (circa 8,30-13,15 e14,45-16,00), presto potranno esten-dersi su tutta la fascia 8-20, dal lunedì alvenerdì, con punte fino alle 22 previoaccordo separato tra un istituto e i sin-dacati.

Nelle prossime settimane, quindi,sarà testata e pianificata la nuova aper-tura degli sportelli: basterà un confron-to di 10 giorni con i lavoratori, non vin-colante perché saranno le aziende, inbase ai flussi di attività e personale, astabilire dove e come ampliare gli orari,un po’ come avviene per le catene deisupermercati. Si tratta di un tentativo dirilanciare la produttività di un settoreche – anche per via delle nuove tecnolo-gie e dei nuovi costumi dei clienti – spe-

rimenta un calo del 50% dell’operativitàdi sportello nel quadriennio 2010-2013.

Il nuovo contratto, che riguarda340mila bancari, ha altri punti nodalicome l’aumento complessivo medio di170 euro (50 euro da giugno, altri 50 dalgiugno 2013, altri 70 dal giugno 2014), afronte del quale sono bloccati per un an-no e mezzo gli scatti di anzianità. Nasceinoltre il Fondo per l’occupazione ali-mentato da bancari, quadri e dirigenti,che leverà dalla precarietà 15mila gio-vani. Per loro tuttavia il compenso saràdel 20% inferiore, come per i lavoratoridi attività prima esternalizzate e in pro-cinto di tornare sotto l’ombrello azien-dale. Altro modo per dare nuove man-sioni a chi è stato “superato” da web ephone banking, e salvaguardare l’occu-pazione.

(a.gr.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sul sito gliaggiornamentisulle misuredel governo esull’andamentodei mercatifinanziari

REPUBBLICA.IT

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@GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2012

la Repubblica

LA CRISI FINANZIARIAPER SAPERNE DI PIÙ

www.agenziaentrate.itwww.finanze.gov.it

Le stime emerse dall’incrocio dei datidella Commissione Giovannini,della Corte dei Conti e della Uil

Il gettito sottratto sfiora il 30% dell’incasso reale. Irpef al primo postoma in percentuale l’Ires è in testa

IL DOSSIER.Le misure del governo

Così si rubano 120 miliardi l’annodall’Iva alla tv, ecco le 7 tasse più evaseMonti: “Staneremo chi non paga, dà ai figli pane avvelenato”

Il fisco

ROBERTO PETRINI

ROMA — «Chi evade offre ai proprifigli un pane avvelenato, conse-gnerà loro qualche euro in più, mali renderà cittadini di un paese nonvivibile». La nuova sferzata controgli evasori è giunta ieri da MarioMonti nel corso di una intervista al-la Radio Vaticana. Parole amarema dettate dall’entità di un feno-meno che assume caratteristichesempre più macroscopiche.

Il gettito evaso, cioè quantomanca alle casse dell’erario ognianno, è di 119,6 miliardi. La cifra,pari al 28 per cento del totale delleimposte pagate, risulta dalla som-ma dell’evasione delle 7 maggioritasse del paese, che rappresentanoda sole l’80 per cento del gettito tri-butario: Irpef, Iva, Irap, Ires, cano-ne Rai, bollo auto e imposta di regi-stro.

Le stime emergono dall’incrociodei dati della Commissione Gio-vannini, del Rapporto 2011 dellaCorte dei Conti sulla finanza pub-blica e dell’ indagine della Uil sul la-voro irregolare. In pratica è possi-bile mettere a confronto, relativa-mente al 2009, ultimo anno dispo-nibile, provincia per provincia, idati che provengono dall’econo-mia reale (dal Pil pro capite, ai red-diti, agli immobili e i consumi) conle dichiarazioni dei redditi e gli stu-di di settore. Emerge il cosiddettotax gap, cioè quello che manca traredditi guadagnati e redditi dichia-rati al fisco.

Per la prima volta si supera ilconcetto vago di economia som-mersa (che l’Istat valuta in 275 mi-liardi) e si aggiorna il vecchio datodell’amministrazione fiscale cheindicava in circa 100 miliardi il get-tito mancante all’appello.

Ma la vera novità è la dimensio-ne delle tasse evase, una per una.La tassa che toglie di più all’erario èl’Irpef: all’appello mancano 49,5miliardi (il 25,8 per cento del getti-to totale dell’imposta personalesul reddito), che rappresentano il41,4 per cento del totale del gettitoevaso. Dove si genera questa eva-sione? Le dichiarazioni infedeli so-no in parte l’effetto dell’evasioneIva che produce sottofatturazionee dunque erosione dei redditi suiquali si pagano le tasse. Ma a con-tribuire all’evasione dell’Irpef èanche soprattutto il lavoro nero oirregolare: solo per questo motivo,secondo il rapporto della Uil politi-che territoriali, mancano all’ap-pello 18 miliardi di Irpef.

Al secondo posto, per entità delgettito evaso, c’è l’Iva. Mancano44,7 miliardi, che rappresentano il31,5 per cento del gettito regolaredell’imposta e il 37,7 del totale delgettito evaso. Una evasione, quelladel cosiddetto Iva-gap, assai signi-ficativa: ogni euro di Iva evasa, in-fatti genera evasione di Irpef, Irap eIres.

Al terzo posto della classifica l’I-res (15,5 miliardi di evasione macon un tasso record del 32,6% ri-spetto al gettito incassato), al quar-to l’Irap con 7,1 miliardi di gettito infumo (per il solo lavoro irregolarequesta tassa perde circa 6 miliardi).

Non mancano, nelle posizioni dirincalzo, tasse minori ma non me-no evase. L’imposta di registro, re-lativa agli affitti in nero, segnalauna evasione di 1,6 miliardi; il ca-none Rai di 623,3 milioni e il bolloauto, al settimo e ultimo posto, di449,7 milioni.

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