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Loperazione di "voluntary disclosure" Marco Piazza - Studio Associato Piazza

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Page 1: L operazione di voluntary disclosure

L’operazione di "voluntary disclosure" Marco Piazza - Studio Associato Piazza

Page 2: L operazione di voluntary disclosure

Sommario - Quadro normativo di riferimento - Differenze con scudo fiscale e condono - Soggetti ammessi alla regolarizzazione - Attività comprese: conti correnti e titoli, contratti e polizze, case gioielli e barche - Il nuovo quadro RW

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Quadro di riferimento normativo La voluntary disclosure disciplinata dagli articoli 5 quater e seguenti del Dl.

167 del 1990 come modificato dal Dl. 4 del 2014, è una procedura di collaborazione spontanea posta in atto dal contribuente basata sulla denuncia da parte di questo ultimo di tutti gli investimenti e le attività di natura finanziaria costituiti o detenuti all’estero anche indirettamente o per interposta persona

La denuncia è svolta fornendo all’Amministrazione finanziaria tutti i documenti e le informazioni necessarie per la ricostruzione dei redditi per tutti i periodi di imposta per i quali – alla data di presentazione della richiesta – non sono scaduti i termini di accertamento o la contestazione degli obblighi di dichiarazione ai fini di monitoraggio fiscale

SI TRATTA DI UNA VERA E PROPRIA “AUTODENUNCIA”

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Quadro di riferimento normativo La procedura si inserisce in un contesto internazionale in rapida

evoluzione. E’ la stessa OCSE (“Tackling aggressive tax planning through improved

transparency and disclosure” - febbraio del 2011) che ha esortato gli Stati ad introdurre disposizioni che prevedessero riduzioni delle sanzioni in presenza di comportamenti collaborativi del contribuente

Nel febbraio 2012, il il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale ha modificato le proprie raccomandazioni inserendo i reati tributari fra quelli prodromici al riciclaggio. Poiché secondo la Raccomandazione 3.6 la normativa deve essere applicata anche alle condotte che sono considerate reati in altri Stati, anche le legislazioni antiriciclaggio degli Stati che non considerano “reato” l’evasione tributaria è in corso di modifica. Viene quindi chiesto agli intermediari di contrastare il riciclaggio dei proventi da reati tributari commessi in altri Paesi.

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Quadro di riferimento normativo

Bermuda; Cayman Cook Islands; Cipro Gibilterra Guernsey

Hong Kong Isola di Man Jersey Libia Malta Mauritius

Panama Russia San Marino Singapore

Molti paesi non white list (non collaborativi) hanno firmato con l’Italia accordi per lo scambio d’informazioni TIEA, muniti della clausola rafforzata contenuta nella nuova versione dell’articolo 26 del modello OCSE, clausola che consente di superare gli ostacoli derivanti dal segreto bancario. Si tratta di:

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Quadro di riferimento normativo A livello europeo, la collaborazione amministrativa in materia

fiscale è stata rafforzata con la direttiva 2011/16/UE del 15 febbraio 2011 che prevede lo scambio automatico d’informazioni su redditi da lavoro; compensi d’amministrazione; prodotti di assicurazione sulla vita; pensioni e proprietà e redditi immobiliari. La Commissione ha proposto (COM 348 2013) l’estensione dello scambio automatico a dividendi; plusvalenze; qualsiasi altro reddito generato da attività detenute in un conto finanziario; qualsiasi importo rispetto al quale l'istituto finanziario è l'obbligato o il debitore, inclusi i pagamenti di rimborso e ai saldi conto (queste informazioni saranno scambiate con riferimento al periodo d’imposta 2014 e seguenti).

L’assistenza in materia di riscossione è stata rafforzata con la direttiva 2010/24/UE

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Quadro di riferimento normativo

Il 13 febbraio scorso l’OCSE ha emanato uno Standard di scambio di automatico di informazioni sui saldi dei conti e depositi, sugli interessi e sui dividendi e altri redditi destinato ad essere applicato nell’area OCSE (“Standard for Automatic Exchange of Financial Account Information”).

In pratica: l’occultamento di redditi non dichiarati all’estero richiederà la complicità di intermediari, consulenti, fiduciari ecc. poco propensi al rispetto delle leggi.

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Differenze rispetto allo scudo fiscale Non consente l’anonimato; non è previsto il regime di segretazione Riguarda tutte le attività detenute illecitamente all’estero Non prevede forfettizzazioni per quanto riguarda la determinazione delle

imposte sui redditi, dell’Iva delle imposte di successione e donazione, dell’Irap dell’IVIE ed IVAFE e di eventuali altri tributi dovuti

Prevede l’applicazione delle sanzioni vigenti, anche se nelle misure minime consentite dalla legge

Prevede la non applicabilità delle sanzioni penali per omessa e infedele dichiarazione e il dimezzamento di quelle per frode fiscale, senza effetti su eventuali altri reati che dovessero emergere anche in capo a terzi (ad esempio, societari)

Non è agganciata a possibili procedure di regolarizzazione a favore di eventuali società di cui il “collaboratore” sia dominus; ricordare che dal 2007 è prevista la confisca per equivalente in presenza di reati tributari, non prescritti (articolo all’art. 1, comma 143, della legge n. 244 del 2007).

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Differenze rispetto allo scudo fiscale Non è previsto che le informazioni emerse in occasione della procedura non

siano utilizzabili dal fisco “contro” il contribuente o terzi. Nei limiti di cui all’articolo 32 del Dpr. 600/73 può avere risvolti “delatori”, con l’ulteriore inconveniente che la formulazione della norma lascia intendere che i terzi denunciati dal contribuente non possano più accedere alla procedura

Coinvolge, eventualmente, il professionista incaricato di assistere il cliente nella procedura il quale deve mettersi il cappello del “finanziere”

Interferisce con lo scudo fiscale; il contribuente potrebbe essere indotto ad esibirlo all’Ufficio per giustificare alcune entrate o uscite, previo esame a posteriori sulla sua conformità alla legge

Non è previsto un regime interinale per la dichiarazione dei redditi e il quadro RW dal 1° gennaio 2013 alla data del rimpatrio (sarà necessario compilare il quadro RW e i vari quadri reddituali della dichiarazione per il 2013 e il 2014.

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Soggetti interessati dalla procedura • Chi riguarda: i soggetti tenuti alla dichiarazione delle attività detenute

all’estero, ai sensi dell’art. 4 del DL 167/1990, ovvero: - le persone fisiche; - le società semplici e ad esse equiparate; - gli enti non commerciali compresi i trust. Purché gli investimenti non siano detenuti per il tramite di intermediari

residenti e per i contratti comunque conclusi attraverso il loro intervento, qualora i flussi finanziari e i redditi derivanti da tali attività e contratti siano riscossi attraverso l’intervento degli intermediari stessi (esonero ex art. 4, co. 3, L. 97/2013)

Sono esclusi, dunque, le società e gli enti commerciali.

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Le attività di natura finanziaria costituite o detenute all’estero (Circolare AdE n. 38/2013)

• Attività i cui redditi sono corrisposti da soggetti non residenti: partecipazioni al capitale o al patrimonio di soggetti non residenti, obbligazioni estere e titoli similari, titoli pubblici italiani e titoli equiparati emessi all’estero, le quote di OICR esteri, valute estere, depositi e conti correnti bancari

• Contratti di natura finanziaria stipulati con controparti non residenti, tra cui, finanziamenti, riporti, pronti contro termine e prestito titoli, nonché polizze di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione stipulate con compagnie di assicurazione estere

• Contratti derivati e altri rapporti finanziari stipulati al di fuori del territorio dello Stato • Metalli preziosi allo stato grezzo o monetato detenuti all’estero; • Diritti all’acquisto o alla sottoscrizione di azioni estere o strumenti finanziari

assimilati • Forme di previdenza complementare organizzate o gestite da società ed enti di

diritto estero

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Gli investimenti costituiti o detenuti all’estero (Circolare AdE n. 38/2013)

• Gli immobili “che si trovano fuori dal territorio dello Stato” • I preziosi e le opere d’arte che si trovano (anche in custodia) fuori dal territorio

dello Stato • Gli yacht e le imbarcazioni o le navi da diporto “esteri” • Altri beni mobili detenuti e/o iscritti nei pubblici registri esteri, nonché quelli che

pur non essendo iscritti nei predetti registri avrebbero i requisiti per essere iscritti in Italia

• I beni immateriali (marchi, brevetti, ecc.) • Gli oggetti di antiquariato (cfr. Videoforum Italia Oggi del 21.01.2014) • Non rileva se il possesso è detenuto a titolo di proprietà o altro diritto reale • Non rileva la modalità di acquisizione delle attività (rilevano anche eredità o

donazioni)

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I periodi d’imposta coinvolti RW Paesi black list

• Stati e territori a regime fiscale privilegiato (DM 4 maggio 1999 e DM 21 novembre 2001) – dal 2003 al 2012 (art. 12 comma 2 ter DL 78/2009) – dal 2005 al 2012, in caso di dichiarazione presentata, secondo l’interpretazione

dell’articolo 20 del D. Lgs. 472 del 1997 data dalla Cassazione 24009/2013 – v. slide 47 - e implicitamente dalla Cass. pen., n. 19660/2012).

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• Stati e territori non black list:

– dal 2008 al 2012 – dal 2009 al 2012

in caso di dichiarazione presentata, aderendo all’interpretazione della Cassazione 24009/2013

I periodi d’imposta coinvolti RW Paesi non black list

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• In caso di presunzione art. 12 DL 78/2009: Stati e territori a regime fiscale privilegiato (DM 4 maggio 1999 e DM 21 novembre 2001): dal 2005 al 2012 (dal 2003 al 2012 in caso di dichiarazione omessa).

I periodi d’imposta coinvolti Imposte sui redditi. Paesi black list

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• In assenza di presunzione art. 12 DL 78/2009 - Stati e territori non black list: dal 2009 al 2012 (dal 2008 al 2012 in caso di dichiarazione omessa).

I periodi d’imposta coinvolti RW Paesi black non list in assenza di reati

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• In caso di raddoppio termini ai sensi del comma 3 dell’art. 43 del DPR 600/1973: (tutti gli Stati) dal 2005 al 2012 (dal 2003 al 2012 in caso di dichiarazione omessa)

I periodi d’imposta coinvolti RW Paesi non black list in presenza di reati

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Termini accertamento – redditi (Art. 43, comma 3 DPR 600/1973)

• Ambito di applicazione del raddoppio dei termini: – Imposte dirette (IRPEF-IRES): ai sensi del co. 3, art. 43, Dpr. 600/73 – IVA: ai sensi del co. 3, art. 57, d.p.r. 633/72 – Il raddoppio dei termini non è applicabile all ’ IRAP (cfr. Corte di

Cassazione n. 11147 del 22/3/2012)

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Prescrizione penale • Dopo le modifiche apportate dalla legge Cirielli (l’art. 6 della legge n.

251/2005), tutti i reati tributari, essendo delitti, si prescrivevano nel termine di sei anni che, a seguito dell’interruzione causata da verbale di constatazione o dall’atto di accertamento delle violazioni, diventavano sette e mezzo

• Dal 17 settembre 2011 (conversione del DL n. 138/2011) è stato aggiunto all’art. 17 del D.Lgs. n. 74/2000 il comma 1-bis, il quale prescrive che: «I termini di prescrizione per i delitti previsti dagli articoli da 2 a 10 del presente decreto sono elevati di un terzo» . Si passa ad 8 anni oppure 10 anni

• Dubbi per i reati prescritti (cfr. slide successiva)

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• Giurisprudenza di merito: 1. CTP Ancona del 10 aprile 2013, n. 102 2. CTP Macerata del 12 febbraio 2013, n. 47 3. CTP Reggio Emilia del 19 settembre 2012, n. 115 4. CTP Reggio Emilia del 19 settembre 2012, n. 114 5. CTP Lecco del 19 giugno 2012, n. 74 6. CTP Lecco del 28 maggio 2012, n. 61 7. CTP Vicenza del 14 marzo 2012, n. 34 8. CTR Perugia del 25 novembre 2011, n. 237 9. CTP Treviso del 18 dicembre 2012, n. 89

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Cenni sulla procedura •Che cosa riguarda: - le violazioni commesse sul modulo RW entro il 31 dicembre 2013 con riferimento ai periodi d’imposta 2012 e precedenti per i quali non sono ancora scaduti i termini di accertamento o la contestazione della violazione degli obblighi sull’RW (art. 20 del Dlgs 472/1997) - le relative evasioni reddituali

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Cenni sulla procedura • Quando deve essere effettuata la procedura: Entro e non oltre il 30 settembre 2015 • Quando è esclusa la procedura: La procedura è esclusa quando la denuncia da parte dell ’ autore della

violazione avviene dopo che sono iniziati accessi, ispezioni e verifiche nei propri confronti,

- sia quando ne abbia avuta conoscenza formale il soggetto interessato, - sia quando la conoscenza giunga a soggetti solidamente obbligati in via

tributaria o concorrenti nel reato

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Cenni sulla procedura Le fasi 1. Presentazione della richiesta di disclosure sulla base di moduli formulati

dall’Agenzia delle Entrate con l’indicazione di tutti gli investimenti e le attività di natura finanziaria costituiti o detenuti all’estero.

2. Produzione della documentazione necessaria ai fini della ricostruzione dei redditi prodotti all’estero con riferimento a ciascun periodo d’imposta.

3. Emanazione da parte dell’Agenzia delle Entrate degli avvisi di accertamento relativi alle eventuali maggiori imposte e sanzioni di infedele dichiarazione e degli atti di contestazioni di sanzioni per le violazioni RW.

4. Versamento in unica soluzione da parte del contribuente di tutte le imposte e delle sanzioni.

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Nuovi obblighi di monitoraggio fiscale

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Soggetti obbligati a compilare il nuovo Quadro RW • Persone fisiche, enti non commerciali, società semplici ed associazioni

artistiche e professionali equiparate residenti in Italia. • Sono esclusi gli enti commerciali, le società di capitali, le snc e sas, gli

OICR, compresi i fondi immobiliari, e i fondi pensione. • Il requisito della residenza va determinato alla fine dell’anno, con effetto

dall’inizio del periodo d’imposta. • Norme particolari sono previste per i frontalieri e i dipendenti pubblici.

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Attività da indicare nel quadro RW

• Le attività estere di natura finanziaria: – sono le e attività da cui derivano redditi di capitale o redditi diversi di

natura finanziaria di fonte estera; • Le attività finanziarie italiane detenute all’estero, anche attraverso

fiduciarie non residenti o altri interposti non residenti; • Le attività di natura patrimoniale detenute all’estero (anche in

cassette di sicurezza), suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia.

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Attività da indicare nel quadro RW • Devono essere indicate anche le attività detenute per interposta persona. Es:

trust interposti (circolare n. 61/E del 27 dicembre 2010); fiduciarie estere o altri soggetti esteri fittiziamente interposti (cfr. risoluzione n. 134/E del 30 aprile 2002).

• Anche i “diritti reali” (come ad esempio, l’usufrutto) su attività all’estero devono essere segnalati. Pertanto, gli usufruttuari sono tenuti ad indicare nel modulo RW la quota parte di competenza come riportata nell’atto di acquisto del diritto. Non è chiaro se sia confermato che non sussista alcun obbligo di aggiornamento del valore nel tempo in funzione dell’età dell’usufruttuario (ris. 142/E del 2010), dato che il valore da indicare non è più il “costo storico” ma il valore IVIE o IVAFE (che per i titoli quotati è il valore corrente).

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Attività da indicare nel quadro RW • Le attività detenute in comunione vanno indicate per intero con

specificazione della percentuale di possesso. • I delegati devono indicare l ’ intero ammontare delle attività detenute

all’estero, ma solo in caso di delega al prelievo e non solo di operare sul conto. Gli amministratori di società con la firma sul conto non sono obbligati alla compilazione del modulo RW (circolare 28/E del 2011, risposta 5.2).

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Gli obblighi dei titolari effettivi I soggetti obbligati a compilare RW devono includere nel quadro anche: • le partecipazioni in società estere localizzate in “Paesi non collaborativi” di cui siano, anche indirettamente “titolari effettivi”; le partecipazioni detenute attraverso società italiane vanno indicate solo nel caso in cui unitamente a quelle detenute direttamente o per il tramite di entità giuridiche estere, servano ad integrare la titolarità effettiva; • gli investimenti all’estero e le attività finanziarie estere detenute da società localizzate in “Paesi non collaborativi” o entità giuridiche (trust, fondazioni, ecc.) ovunque localizzate di cui siano “titolari effettivi”. Tale criterio deve essere adottato fino a quando nella catena partecipativa sia presente una società localizzata nei suddetti Paesi e semprechè risulti integrato il controllo secondo la normativa antiriciclaggio.

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Gli obblighi dei titolari effettivi La nozione di “titolare effettivo” prende spunto dalla normativa antiriciclaggio: è il soggetto che in ultima istanza possiede o controlla almeno il 25% di una società o di un’entità giuridica, con la particolarità che nel calcolo si computano anche le posizioni dei familiari di cui all’articolo 5, comma 5 del Testo unico e si tiene conto, nel caso di possesso o controllo indiretto, dell’eventuale effetto demoltiplicativo. Lo status di “titolare effettivo” è riferibile anche ai soggetti tenuti al quadro RW diversi dalle persone fisiche e cioè agli enti non commerciali e alle società semplici ed equiparate, residenti in Italia.

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Gli obblighi dei titolari effettivi – Paesi collaborativi

• Il riferimento alla Jugoslavia serve a includere nella lista la Serbia e il Montenegro (risoluzione 99/E del 2013);

• Manca la Libia

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Gli obblighi dei titolari effettivi • In caso di partecipazione in un OICR di diritto estero, il partecipante è

tenuto ad indicare nel quadro RW il valore della quota di partecipazione da esso detenuta, indipendentemente dall’entità della stessa.

• Tuttavia qualora il contribuente sia “ titolare effettivo” di un organismo istituito in Stati o territori non collaborativi in luogo del valore della quota, deve indicare il valore complessivo degli investimenti e delle attività estere detenuti direttamente dall’organismo stesso e per il tramite di altri soggetti esteri situati in Paesi non collaborativi e fintantoché si configuri la titolarità effettiva degli investimenti

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Gli obblighi dei titolari effettivi • Lo status di “titolare effettivo” potrebbe verificarsi anche nell’ipotesi in cui il

contribuente abbia sottoscritto una polizza con una compagnia di assicurazione estera in cui le attività sottostanti siano rappresentate da partecipazioni rilevanti in società residenti o localizzate in Paesi non collaborativi. Verificandosi tali condizioni, devono essere riportati nel quadro RW anche il valore complessivo degli investimenti e delle attività estere intestate alla società estera di cui il contribuente risulti “titolare effettivo”

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Esoneri oggettivi • Gli obblighi di monitoraggio non sussistono per le attività finanziarie e

patrimoniali affidate in gestione o in amministrazione agli intermediari residenti e per i contratti comunque conclusi attraverso il loro intervento, a condizione che i flussi finanziari e redditi derivanti da tali attività siano stati assoggettati a ritenuta o imposta sostitutiva dagli intermediari stessi (articolo 4, comma 3, Dl. 167 del 1990)

• Per le attività finanziarie e patrimoniali che nel periodo d’imposta non hanno prodotto reddito, l ’ esonero compete sempreché affidate in amministrazione o gestione presso un intermediario residente, anche in assenza di opzione per i regimi del risparmio amministrato o gestito, che ha l ’ incarico di regolare tutti i flussi connessi con l ’ investimento, il disinvestimento ed il pagamento dei relativi proventi.

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Dati richiesti • Nel quadro RW devono essere riportate le consistenze degli investimenti e

delle attività valorizzate all’inizio di ciascun periodo d’imposta ovvero al primo giorno di detenzione (“valore iniziale”) e al termine dello stesso ovvero al termine del periodo di detenzione nello stesso (di seguito, “valore finale”), nonché il periodo di possesso.

• La valorizzazione avviene con gli stessi criteri validi per l’IVIE o l’IVAFE. I soggetti non tenuti al pagamento dell’IVIE e dell’IVAFE dovranno utilizzare i medesimi criteri di valorizzazione delle attività esclusivamente ai fini del monitoraggio fiscale.

• Il cambio applicabile è quello medio mensile determinato con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate.

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Sanzioni sull’RW • Sanzioni dal 6 al 30% degli importi non dichiarati se le attività sono detenute

in Paesi black list (fra i quali, secondo l’Agenzia, il Lussemburgo); dal 3% al 15% negli altri casi.

• Si applica il favor rei e il principio di legalità • In caso di voluntary disclosure, la sanzione minima può essere ridotta fino

al metà

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Regime sanzionatorio ordinario Modello RW

• In seguito alla procedura precontenziosa avviata dalla Commissione l’Italia con la Legge 6 agosto 2013, n. 97 ha modificato il regime sanzionatorio relativo alle violazioni degli obblighi di compilazione del modulo RW come segue (nuovo articolo 5, comma 2, Dl. 167 del 1990):

«La violazione dell'obbligo di dichiarazione previsto nell'articolo 4, comma 1, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria dal 3 al 15 per cento dell'ammontare degli importi non dichiarati. La violazione di cui al periodo precedente relativa alla detenzione di investimenti all'estero ovvero di attività̀ estere di natura finanziaria negli Stati o territori a regime fiscale privilegiato di cui al decreto del Ministro delle finanze 4 maggio 1999 (…) e al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 21 novembre 2001 (…) è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria dal 6 al 30 per cento dell'ammontare degli importi non dichiarati. Nel caso in cui la dichiarazione prevista dall'articolo 4, comma 1, sia presentata entro novanta giorni dal termine, si applica la sanzione di euro 258»

In precedenza le sanzioni andavano dal 10 al 50 per cento indipendentemente dal paese in cui erano detenuti gli investimenti e le attività finanziarie.

Page 43: L operazione di voluntary disclosure

Regime sanzionatorio ordinario Modello RW

• La modifica al regime sanzionatorio è entrata in vigore 4 settembre 2013 • Tuttavia trova applicazione il principio del favor rei di cui all’articolo 3, comma

3, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, secondo cui «Se la legge in vigore al momento in cui è stata commessa la violazione e le leggi posteriori stabiliscono sanzioni di entità diversa, si applica la legge più favorevole, salvo che il provvedimento di irrogazione sia divenuto definitivo»

• Quindi le violazioni relative all’omessa o infedele compilazione della Sezione II del modulo RW, commesse e non ancora definite alla data di entrata in vigore della legge europea 2013 (4 settembre 2013), sono soggette alla sanzione amministrativa pecuniaria nella misura compresa tra il 3 e il 15 per cento degli importi non dichiarati e tra il 6 e il 30 per cento in caso di detenzione negli predetti Stati o territori a regime fiscale privilegiato. (Cfr. Circolare AdE n.38/2013)

• Si deve peraltro tenere conto che fino al 1° luglio 2009 (DL 78/2009) le sanzioni andavano dal 5 al 25 per cento (periodi di imposta fino al 2007 / 2008 se la dichiarazione era stata presentata prima del 1° luglio 2009)

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Regime sanzionatorio ordinario Modello RW

• Paesi con regimi fiscali privilegiati – Periodo di imposta 2003 – 2004 – 2005 – 2006 – 2007: dal 5% al 25% – Periodo di imposta 2008 – 2009 – 2010 – 2011 e 2012: dal 6% al 30%

• Paesi diversi dai precedenti (non black list) senza raddoppio dei termini – Periodo di imposta 2008 - 2009 – 2010 – 2011 e 2012: dal 3% al 15%

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Sanzioni RW senza autodenuncia Sanzioni

irrogabili Minimi edittali

2003 Sezione II 1.000.000 100.000 50.000

sanzione irrogabile

fra 5% e 25% 10% 5%

2004 Sezione II 1.000.000 100.000 50.000 Cumulo giuridico

sanzione irrogabile

fra 5% e 25% 10% 5%

2005 Sezione II 1.000.000 100.000 50.000 Sanzione irrogabile 300.000

sanzione irrogabile

fra 5% e 25% 10% 5%

maggiorazione art. 12, co. 1, Dlgs n. 471/1997 (da 25% a 200%) 0% -

2006 Sezione II 1.000.000 100.000 50.000 Sanzione base 300.000

sanzione irrogabile

fra 5% e 25% 10% 5%

maggiorazione art. 12, co. 5, DLgs n. 472/1997 (da 50% a 300%) 300% 900.000

2007 Sezione II 1.000.000 100.000 50.000 Totale sanzioni determinate con cumulo giuridico 1.200.000

sanzione irrogabile

fra 5% e 25% 10% 5%

2008 Sezione II 1.000.000 300.000 60.000 Sanzione irrogata 1.200.000

sanzione irrogabile

fra 6% e 30% 30% 6%

Si assume il minore fra il cumulo materiale e il cumulo giuridico

2009 Sezione II 1.000.000 300.000 60.000

sanzione irrogabile

fra 6% e 30% 30% 6%

Minimo edittale: somma delle sanzioni minime più elevate per ciascun anno 550.000

2010 Sezione II 1.000.000 300.000 60.000

sanzione irrogabile

fra 6% e 30% 30% 6% Costo della definizione dell'atto di contestazione (1/3 del

maggiore fra minimo edittale e irrogata)

2011 Sezione II 1.000.000 300.000 60.000 400.000

sanzione irrogabile

fra 6% e 30% 30% 6%

2012 Sezione II 1.000.000 300.000 60.000

sanzione irrogabile

fra 6% e 30% 30% 6%

Totale sanzioni irrogabili con cumulo materiale 2.000.000

Somma minimi edittali 550.000

Page 46: L operazione di voluntary disclosure

Sanzioni ancora illegittime

Page 47: L operazione di voluntary disclosure

Sanzioni sull’RW • Contrariamente alla più recente prassi degli Uffici, la Cassazione 24009 del

2013 afferma che il termine di decadenza per l'irrogazione della sanzione sul Modulo RW «va individuato, tra quelli indicati dal D. Lgs. 18 dicembre 1997, n. 472, art. 20, non nel termine che fa riferimento al tempo della commissione della violazione, bensì in quello maggiore previsto per l'accertamento del tributo dovuto».

• «A tanto induce - per vero - la considerazione della menzionata presunzione legale di fruttuosità̀ delle somme e degli altri strumenti finanziari trasferiti o costituiti all'estero e, quindi, di redditività̀ fiscale degli stessi prevista dall'art. 6 della legge succitata, che evidenzia l'indissolubile collegamento genetico e funzionale esistente tra la sanzione irrogata per la disponibilità̀ di capitali all'estero e l'imponibilità fiscale dei redditi presuntivamente tratti da quella disponibilità̀ (Cass. 17051/10)».

Page 48: L operazione di voluntary disclosure

Sanzioni sull’RW • Cassazione n. 22508 del 2 ottobre 2013: «…la sentenza impugnata ha ritenuto, con accertamento di fatto insindacabile in

questa sede, che la mera detenzione di estratti conto intestati ad altri soggetti, seppure con nomi di fantasia, non consentisse di ricondurre, in mancanza di altri elementi, alla detentrice dei documenti la titolarità dei conti correnti bancari. I Giudici di appello hanno, altresì, accertato che non vi era "diversa documentazione" dalla quale emergessero in capo all'appellante disponibilità finanziarie all'estero.

La sufficienza e correttezza logico-giuridica di tale motivazione non appare scalfita dalle deduzioni svolte dall'Agenzia dell'Entrate con il primo motivo di ricorso, laddove la ricorrente si limita genericamente a sostenere che la Commissione Tributaria Regionale non avrebbe tenuto conto di tutta un'ulteriore serie di numerosi elementi accertati dai verbalizzanti, aventi i caratteri della gravità, precisione e concordanza, che, però, non vengono indicati specificamente in ricorso».