l'epoca...questo breve lasso gli avvenimenti che ci son giunti a cognizione, valgono bene...

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GIOVEDÌ ROMA I MARZO IJMO NUM. 284 PREZZI DI ASSOCIAZIONE SOMA IMI STATO rumi iTiTO Franco ai confine. Un anno . se. 10 IO Sul meli . » C to Tre mesi. » 2 HO Un mese. » | 00 m anno «e. 7 10 Sei mesi. » 3 HO 1 re IIIOBI. » 2 00 Uu mese u 70 l.'Assoclaznne si paga anticipata. !'n foglio separalo Daiorctil cinque fi, U. I Signori Associati di Roma eh* desiderano II giornale recato al domicilio pa cheranno in aumento di associazione ini |, ai mesa. l'EU LE ASSOCIAZIONI ItOMA alla direzione dell' KPOCA. STATO HO il AM) .. Presso gli Uffici Postali. HtlKNZK Gabinetto Vleusseux. TURIMI (iiamni o Hiure. GENOVA «lovonnl («rondoria. KAPOLI G. Nohtle. E Duiroant. L'EPOCA GIOITALE QUOTIDIANO AVVERTENZE La distribuzione ha luogo alla Direzione delt'Kl'OOV: l'uluzzo lluouuecuisl Vi» da Corso K. 21U. Pacch Iutiera e gruppi saranno iuviiu (iruui'hij. Nei gruppi si poterà II nomo di chi gl'In vi» Il priizzopvr gli annunzi semplici'BJI. 20 Le ilu ln.ii (i/iiiui aggiuutuW Ila), t pei «mil li nea. Per le iiiturzioui di Articoli da convunlitf Lettere e manoscritti presentati alla Ol ii K/lOMt non siiranuo la conto alcuno resti tuiti. Ili tuttocio che viene Inserito sotto la rutiric» ili AIUU'.OI.I ('.(IMrNIC. vii ed AN ^C.^/l tiuu iispoutiem verua mudo la DIUK IIONK, «*Ktfr££ VIVA LA 1 E P 11 li LI C A tt 01 A N A ìH& ROMA 28 FEBBRARO Siamo ben lieti di poter oggi confortare maggiormente i nostri lettori con interessanti notizie ; e smentire così quelle false voci prez zolale le quali si odono continuamente ripete re, che siamo alla vigilia della reazione, che il dispotismo trionfa in Italia e in Europa , che la causa dei re si consolida, che la caìisa dei popoli ra perdendo di vigore e di vita. Questo dicon essi ogni giorno, i fabbricatori famosi della paura e degl 1 interventi, senza che mai nemmeno una sillaba si sia verificata dei loro prognostici a detrimento del bene della società. Ma altro abbiam noi da riferire, e non ba cati già sulle semplici asserzioni taglie che cir colano, ma su istruzioni e comunicazioni posi tive e reali. E diciam da prima die se mai ebbe incre mento e slancio il principio democratico nelle nazioni più vaste d' Europa, lo ha oggi singo larmente a lai limite, che non dubitiamo di asserire essere vicina Torà dell'adempimento perfetto d'una parte del vaticinio di Napoleone : V Europa sarà tutta Itepublicana. E diciamo a conferma di questo, che non vi e palmo di terra che non sia in emozione o rivoluzione politica. Non svisiamo i termini, non esageriamo i fatti per nulla ; diciamo emo zione o rivoluzione, e intendiamo di dirlo nel più largo senso. Da jeri ad oggi non corrono nella ruota del tempo che sole ventiquattro ore, ma in questo breve lasso gli avvenimenti che ci son giunti a cognizione, valgono bene 1" importanza e il lavoro di mezzo secolo. Vienna, o cittadini, Vienna la città del più forte dispotismo austriaco, Vienna bombardala, assediala, saccheggiala, ed oppressa, rialza di nuovo furibonda ia lesta , e minaccia ai suoi oppressori, e spaventa lo sguardo dei suoi li ranni. Se un fato di transitoria sfortuna I' ha l'alia cedere e cadere , un allro falò di per manente valore, e di ferma idea della demo crazia, la fa risorgere più ardita che mai, più vogliosa di sciogliere 1" indegna catena e re spingere le violenze imperiali. In politica le rivoluzioni si rispondono, co me nella morale della libertà si rispondono sempre le idee e le opinioni ; quindi causa primaria di questa nuova e imponente solle vazione sono le brillanti vittorie riportale da gli Ungheresi sopra le armate di Jellachich e Windisgralz, e lo stendardo della libertà che sventola sulle trionfanti torri di Pesth e di Bu da, e di tulio Io Stato Ungarico. Simile insurrezione si vuole già portata a un compimento nelle provincic di Catalogna, do ve la Republica si vuol già proclamala , e mi nacciante il governo di Madrid odiato anco al l' interno, e però vacillante e \icino a perire. Usciranno così dalla mente della stolta regina, e dell' arislocralica sua corte, i ridicoli inter venti a favore del Papa, e l'aria grave e bur bera in diplomazia , che ai veri discendenti dei Don Chisciotte tanto si addice, quanto si addice la pietà mentita alla prostituita fami glia dei Borboni, regnante in Ispagna e Napoli. Son quindici anni che le bande repubblica ne percorrono dall' uno all' altro confine quel le agitale contrade, e forse era scrino nei vo leri e nei consigli d' Iddio che universale do vesse essere la vittoria, quando tanti sforzi e tanti sacrifizi dei precursori della nuova era di grandezza civile, fossero coronati di prospe ro successo. E noi stendiamo volontieri e fraternamen te la mano ai republicani della nazione spa gnola, come scagliammo la nostra maledizione sul capo di coloro che c'inviarono la minac cia d' invasione, ridicoli è vero, ma vili e scel lerati ad un tempo. A convalidare maggiormente la nostra fe de, riposta ancora negli avvenimenti, aggiun geremo che mai da Piemonte fu così viva l'op posizione a tutti gli sforzi della morente diplo mazia dell' opportunità , e mai così splendida e così elevala si presentò V occasione di rac cogliere il grande, frullo di tante speranze, di tanti dolori; il ricambio dovuto ai disinganni , ai tradimenti, alle aperte menzogne dei nobili e dei potenti. Genova lo dice nei suo forte linguaggio del le pubbliche dimostrazioni, e Torino ancor es so lo conferma La Toscana è con noi più n nila, più operosa, più compatta di quel che non spacciano i suoi e nostri nemici. E di più una parte delle truppe del re bombardatore stanziate ai nostri confini hanno deposto armi e bagagli, presentandosi ai nostri in via di fra lernizzarsi., e di liberarsi da un servizio di ti rannide, di sangue, e di rimorsi. Si aggiungo anzi che il Governo Bozzelli, intimidito da questo fallo, e sentendo nell'ani ma 1' atroce scoppio della vendetta d'Iddio , tremi dell 1 avvenire, ed abbia inlimalo il cam bio delle truppe. Ma non si cambiano con ciò le coscienze. Noi possiam credere che i satelliti, vili o demoralizzati, possano per un momento farsi freddi esecutori delle più empie operazioni militari Ma infine l" umanità giunge sempre e poi sempre a inorridire del delitto, e migliaja di uomini non si corrompono del tutto. Sarebbe quanto ammetterò potersi intieramente spe gnere nei cori gli affolli, e nelle anime uma ne la vita ! Chi lo dice bestemmia la filosofia e la sto ria! oltrecchò la ragione ripugna ad accettare questo orrendo discredilo degli uomini. Ponete di fronte a questi limpida e chiara come ai presenti la verità e la giustizia : aprile davanli ai loro passi il cammino lumi noso e lieto dell' onore ; educate alle grandi virtù, ai nobili falli ... e la vostra schiera si accrescerà come quella del Cristo, non ostatile la persecuzione. La lerra dei martiri verdeggia ormai delle sante palme della libertà. REPUBBLICA ROMANA In Nome di Dio e del Popolo L'ASSEMBLEA COST TOKISTB Considerando clic dispotica aminini4lrazii.ne improv vida d'ogni avvenire e solo intesa ad arricchire una ca sta privilegiala ha dilapidato le Finanze dello Stato. Considerando che se havvi tutta la certezza di ritor narle fiorenti, il riordinarle pei 6 non è opera del mo mento. Considerando clic gli urgenti e gravi bisogni dello Stato e precipuamente quello di mettere la miscelile Ile pubblica in grado di conveniente difesa, rendono indis pensabile di ricorrere a mezzi pronti e slraortlinarii, tra quali il più acconcio si è il prestito forzoso. Considerando che essa deve' avere per basi. 1. Pron tezza di operazioni. 2. Minore aggravio possibile nel momento. 3. Certezza al rimborso non lontano e senza aver danno. DECHETA 1. Sarà levato un prestito forzoso sulle famiglie di più elevale fortune, sui maggiori capitalisti e commer cianti e sulle società commerciali, e industriali di qua lunque specie. 2. Le persone o i corpi morali di qualsivoglia specie tengono reputali altrettante famiglie. 3. Più individui discendenti da comune stipite se hanno comunioni di beni verranno considerati come una sola famiglia. 4. La proporzione del prestilo è la seguente. Ogni fam'glia che abbia rendila di qualunque pro

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Page 1: L'EPOCA...questo breve lasso gli avvenimenti che ci son giunti a cognizione, valgono bene 1" importanza e il lavoro di mezzo secolo. Vienna, o cittadini, Vienna la città del più

GIOVEDÌ ROMA I MARZO IJMO NUM. 2 8 4

PREZZI DI ASSOCIAZIONE

SOMA I M I STATO

r u m i iTiTO Franco ai confine. Un anno . se. 1 0 IO Sul meli . » C t o Tre mesi. » 2 HO Un mese. » | 0 0

m anno «e. 7 10 Sei mesi. » 3 HO 1 re IIIOBI. » 2 00 Uu mese ■ u 70

l.'Assoclaznne si paga anticipata. !'n foglio separalo Daiorctil cinque fi, U. I Signori Associati di Roma eh*

desiderano II giornale recato al domicilio pa­cheranno in aumento di associazione ini | , ai mesa.

l'EU LE ASSOCIAZIONI ItOMA alla direzione dell' KPOCA. STATO HO il AM) . . Presso gli Uffici

Postali. HtlKNZK — Gabinetto Vleusseux. TURIMI — (iiamni o Hiure. GENOVA — «lovonnl («rondoria. KAPOLI — G. Nohtle. E Duiroant.

L'EPOCA GIOITALE QUOTIDIANO

AVVERTENZE

La distribuzione ha luogo alla Direzione delt'Kl'OOV: l'uluzzo lluouuecuisl Vi» da Corso K. 21U.

Pacch Iutiera e gruppi saranno iuviiu ( i r u u i ' h i j .

Nei gruppi si poterà II nomo di chi gl'In­vi»

Il priizzopvr gli annunzi semplici'BJI. 20­Le ilu ln.ii (i/iiiui aggiuutuW Ila), t pei «mil l i ­nea.

Per le iiiturzioui di Articoli da convunlitf

Lettere e manoscritti presentati alla Ol­ii K/lOMt non siiranuo la conto alcuno rest i ­tuiti.

Ili tuttocio che viene Inserito sotto la rutiric» ili AIUU'.OI.I ('.(IMrNIC. v i i ed AN­^C.^/l tiuu iispoutiem verua mudo la DIUK­IIONK,

«*Ktfr££ V I V A L A 1 E P 11 li L I C A tt 0 1 A N A ìH&

ROMA 28 FEBBRARO

Siamo ben lieti di poter oggi confortare maggiormente i nostri lettori con interessanti notizie ; e smentire così quelle false voci prez­zolale le quali si odono continuamente ripete­re, che siamo alla vigilia della reazione, che il dispotismo trionfa in Italia e in Europa , che la causa dei re si consolida, che la caìisa dei popoli ra perdendo di vigore e di vita.

Questo dicon essi ogni giorno, i fabbricatori famosi della paura e degl1 interventi, senza che mai nemmeno una sillaba si sia verificata dei loro prognostici a detrimento del bene della società.

Ma altro abbiam noi da riferire, e non ba­cati già sulle semplici asserzioni taglie che cir­colano, ma su istruzioni e comunicazioni posi­tive e reali.

E diciam da prima die se mai ebbe incre­mento e slancio il principio democratico nelle nazioni più vaste d' Europa, lo ha oggi singo­larmente a lai limite, che non dubitiamo di asserire essere vicina Torà dell'adempimento perfetto d'una parte del vaticinio di Napoleone : V Europa sarà tutta Itepublicana.

E diciamo a conferma di questo, che non vi e palmo di terra che non sia in emozione o rivoluzione politica. Non svisiamo i termini, non esageriamo i fatti per nulla ; diciamo emo­zione o rivoluzione, e intendiamo di dirlo nel più largo senso.

Da jeri ad oggi non corrono nella ruota del tempo che sole ventiquattro ore, ma in questo breve lasso gli avvenimenti che ci son giunti a cognizione, valgono bene 1" importanza e il lavoro di mezzo secolo.

Vienna, o cittadini, Vienna la città del più forte dispotismo austriaco, Vienna bombardala, assediala, saccheggiala, ed oppressa, rialza di nuovo furibonda ia lesta , e minaccia ai suoi oppressori, e spaventa lo sguardo dei suoi li­ranni. Se un fato di transitoria sfortuna I' ha l'alia cedere e cadere ­, un allro falò di per­manente valore, e di ferma idea della demo­crazia, la fa risorgere più ardita che mai, più vogliosa di sciogliere 1" indegna catena e re­spingere le violenze imperiali.

In politica le rivoluzioni si rispondono, co­me nella morale della libertà si rispondono sempre le idee e le opinioni ; quindi causa primaria di questa nuova e imponente solle­

vazione sono le brillanti vittorie riportale da­gli Ungheresi sopra le armate di Jellachich e Windisgralz, e lo stendardo della libertà che sventola sulle trionfanti torri di Pesth e di Bu­da, e di tulio Io Stato Ungarico.

Simile insurrezione si vuole già portata a un compimento nelle provincic di Catalogna, do­ve la Republica si vuol già proclamala , e mi­nacciante il governo di Madrid odiato anco al­l' interno, e però vacillante e \icino a perire. Usciranno così dalla mente della stolta regina, e dell' arislocralica sua corte, i ridicoli inter­venti a favore del Papa, e l'aria grave e bur­bera in diplomazia , che ai veri discendenti dei Don Chisciotte tanto si addice, quanto si addice la pietà mentita alla prostituita fami­glia dei Borboni, regnante in Ispagna e Napoli.

Son quindici anni che le bande repubblica­ne percorrono dall' uno all' altro confine quel­le agitale contrade, e forse era scrino nei vo­leri e nei consigli d' Iddio che universale do­vesse essere la vittoria, quando tanti sforzi e tanti sacrifizi dei precursori della nuova era di grandezza civile, fossero coronati di prospe­ro successo.

E noi stendiamo volontieri e fraternamen­te la mano ai republicani della nazione spa­gnola, come scagliammo la nostra maledizione sul capo di coloro che c'inviarono la minac­cia d' invasione, ridicoli è vero, ma vili e scel­lerati ad un tempo.

A convalidare maggiormente la nostra fe­de, riposta ancora negli avvenimenti, aggiun­geremo che mai da Piemonte fu così viva l'op­posizione a tutti gli sforzi della morente diplo­mazia dell' opportunità , e mai così splendida e così elevala si presentò V occasione di rac­cogliere il grande, frullo di tante speranze, di tanti dolori; il ricambio dovuto ai disinganni , ai tradimenti, alle aperte menzogne dei nobili e dei potenti.

Genova lo dice nei suo forte linguaggio del­le pubbliche dimostrazioni, e Torino ancor es­so lo conferma ­ La Toscana è con noi più n­nila, più operosa, più compatta di quel che non spacciano i suoi e nostri nemici. ­ E di più una parte delle truppe del re bombardatore stanziate ai nostri confini hanno deposto armi e bagagli, presentandosi ai nostri in via di fra­lernizzarsi., e di liberarsi da un servizio di ti­rannide, di sangue, e di rimorsi.

Si aggiungo anzi che il Governo Bozzelli, intimidito da questo fallo, e sentendo nell'ani­

ma 1' atroce scoppio della vendetta d'Iddio , tremi dell1 avvenire, ed abbia inlimalo il cam­bio delle truppe. ­ Ma non si cambiano con ciò le coscienze.

Noi possiam credere che i satelliti, vili o demoralizzati, possano per un momento farsi freddi esecutori delle più empie operazioni militari­

Ma infine l" umanità giunge sempre e poi sempre a inorridire del delitto, e migliaja di uomini non si corrompono del tutto. ­ Sarebbe quanto ammetterò potersi intieramente spe­gnere nei cori gli affolli, e nelle anime uma­ne la vita !

Chi lo dice bestemmia la filosofia e la sto­ria! oltrecchò la ragione ripugna ad accettare questo orrendo discredilo degli uomini.

Ponete di fronte a questi limpida e chiara come ai dì presenti la verità e la giustizia : aprile davanli ai loro passi il cammino lumi­noso e lieto dell' onore ; educate alle grandi virtù, ai nobili falli . . . e la vostra schiera si accrescerà come quella del Cristo, non ostatile la persecuzione. La lerra dei martiri verdeggia ormai delle sante palme della libertà.

REPUBBLICA ROMANA In Nome di Dio e del Popolo

L'ASSEMBLEA COST TOKISTB

Considerando clic dispotica aminini4lrazii.ne improv­

vida d'ogni avvenire e solo intesa ad arricchire una ca­

sta privilegiala ha dilapidato le Finanze dello Stato. Considerando che se havvi tutta la certezza di ritor­

narle fiorenti, il riordinarle pei 6 non è opera del mo­

mento. Considerando clic gli urgenti e gravi bisogni dello

Stato e precipuamente quello di mettere la miscelile Ile­

pubblica in grado di conveniente difesa, rendono indis­

pensabile di ricorrere a mezzi pronti e slraortlinarii, tra quali il più acconcio si è il prestito forzoso.

Considerando che essa deve' avere per basi. 1. Pron­

tezza di operazioni. 2. Minore aggravio possibile nel momento. 3. Certezza al rimborso non lontano e senza aver danno.

DECHETA

1. Sarà levato un prestito forzoso sulle famiglie di più elevale fortune, sui maggiori capitalisti e commer­

cianti e sulle società commerciali, e industriali di qua­

lunque specie. 2. Le persone o i corpi morali di qualsivoglia specie

tengono reputali altrettante famiglie. 3. Più individui discendenti da comune stipite se

hanno comunioni di beni verranno considerati come una sola famiglia.

4. La proporzione del prestilo è la seguente. Ogni fam'glia che abbia rendila di qualunque pro­

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vcnicnza non minore di annui scudi e dumila netti da ogni peso nò maggiori di r/uattro mila sarà tassala per una sola volta del quinto d'una annata di rendila.

Quella clic abbia rendita non minore di scudi quat-

tro mila, nò maggiore di scudi su' mila àara tassala di un quario.

Quella di rendita non minore di scudi sei mila nò maggioro di scudi ottomila sarà lassata di­un terzo.

Quella di rendita non minore di scudi ottomila nò maggiori di scudi dodici mila verrà tassata della metà:

Quella elio abbia rendita di scudi dodici mila o più vorrà lassata di due terii.

5. Il pagamento dovrà farsi solo in valori correnti, ovvero in oggetti di oro o d'argento.

0. Il pagamento può l'arsi in tre rate eguali a di­

verse scadenze. La prima rata sarà pagata entro 20. giorni dopo

la promulgazione dolla presento leggo, in ciascuna pro­

vincia. La seconda verrà pagata al più tardi alla Cno del

Luglio prossimo. L'ultima rata Io sarà al più lardi l'ultimo di Ottobre. 7. Quei clic pagassero anticipatamente tultoo parte

della sctonda e terza rata godranno del difalco di un ventesimo sulla somma anticipata col diritto bensì ad es­

sere reintegrati nell'intero. 8. In ogni Capo­luogo di Provincia il Preside com­

\ porrà una Commissiono centrale di tO. probi individui, e bene informati dello slato di fortuna degli abitanti, o dello possidenze nel luogo dì quei clic fossero domici­

liali altrove. La Commissiono verrà presieduta dal Preside con

voto deliberativo. 9. La medesima dopo avere ricevuto la spontanea

dichiarazione dallo persone soggette al prestito sull'am­

montare della rendita, o dopo averle inviate a dare ta­

le dichiarazione, definirà l'ammontare della rendila annua netta di pesi. La prima rala dovrà pagarsi nella quan­

tità stabilita, salto i reclami in devolutivo che potes­

sero dar luogo a compensazione o diminuzione per le rale successive.

10. Darà essa il giudizio prontamente Sui documen­

ti che potranno essere esibiti, ed anche per propria scien­

za e convinzione senza bisogno di ricorrere a prove e­

strinsecho ed altro indagini. IL Prima di darò il giudizio definitovo, polrà, se lo

stima opportuno, nominare delle Commissioni locali in altri lerrilorj, semplicemente consultive, per quegli schia­

rimenti di fallo di cui crederà aver bisogno. 12. Le Commissioni centrali daranno il loro giudizio

dentro quindici giorni dalla pubblicazione della presen­

te Leggo. 13. Le somme prestate saranno produttive dell'annuo

interesse del cinque per cento netto d'ogni ritentila, dal dì del veisameuto, e con lutti gli altri privilegi! del do­

luto pubblico. 14 II prestilo 6 garantito su lutti i beni nazionali. 15. Verrà rimborsato o con piccole cartello di ren­

dita pubblica negoziabili al portatore ed aniniorlizzabili entro un ttiennio, o con l'assegno do'fondi della Nazio­

ne, a prezzo di stima, ina colla diminuzione del quattro per conto della stima stessa.

16 La riscossione del prestito forzoso verrà falla eolle stesse misure coalive stabilite dalla Legge per la riscossione dello pubbliche tasse.

11 Ministro delle Finanze ò incaricato dell'esecuzio­

ne del presente decreto. Roma 25 Febbraro 1849.

Per L'Assemblea Costituente Il Presidente G. GALLETTI

Il Segretario A. FAURETTI

REPUBBLICA ROMANA. In Nome di Dio e del Popolo

Considerando che il numero de'solleoitalori d'impie­

ghi ò cresciuto per modo che, divenuto ostacolo ad una mediata scelta, ò cagione d'involontari errori, toglie un tempo prezioso al disbrigo de' più urgenti affari dello Stato:

IL COMITATO ESECUTIVO DECRETA 1. Una Commissione speciale ò istituita in Roma,

composta di selle persone, la quale, veriliculi i titoli,

L'EPOCA ■ * ■ ■ iHM^I »t»USI«' ■ * "

assunte le opportuno informazioni sul merito de'pcti/io­

nari d'impieghi civili, potrà ossero utilmente consultata e dal Comitato Esecutivo e d.ti Ministri, nello vacanze o creazioni d'impieghi ne'pnbblici dicasteri.

2. Una Commissione si comporrà de'Cittadini. Aw. Francesco Sturbinoti! Rappresentante del Po­

polo Presidente. Avv. Giuseppe Piacentini. Luigi Salvali Maggiore del Battaglione Monti. Doti. Giuseppe Meucoi Rappresentante del Popolo. Luigi Allocatili Rappresentante del Popolo. Alberico Spada Rappresentante del Popolo.

Alessandro Castellani Segretario. Roma 28 Febbrajo 1819.

I Memori del Comitato Esecutivo Carlo Armellini Aurelio Saliceti Mattia Montecchi

REPUBBLICA ROMANA

In Nome di Dio e del Popolo

La elezione del Consiglio Municipale di Roma desti­

nata pel giorno 11 del prossimo Marzo è differita al 25 dello stesso mese. Quindi per quel giorno saranno convocali i Collegi Elettorali di questa Cillà, ferma nel resto la Ordinanza del 10 corrente. Dal Ministero dell'Interno il 25 fehraio 1819.

Il Ministro AKftiaiO SAFFI

Crediamo di sapere da buona fonte che i Consoli Inglese e Francese hanno protestato nei termini i più vi­

vi e i più espliciti contro un qualsiasi intervento ne­

gli stati della repubblica Romani, dichiarando clic rico­

noscerebbero come un caso di guerra por i Governi lo­

ro questa consumazione di un alto ostilo ai diritti dei popoli.

Gì' impiegali civili, e militari a lieguono prestar giu­

ramento alla Repubblica. Rari di essi sonosj ■ ricusili. Ognuno conosca elio i Ricusanti non possono essere forniti di squisitezza morale, poiché l'uomo giusto, che presta con ogni fedeltà i servigi allo slato, non sgomenta doverla confermare con giuramento ; ma non conoscerà ognuno decisamente a quali elassi appartenga sì fatta genìa. Noi li distinguiamo in due e noi siamo pronti a giustificato le nostre distinzioni. La prima è di quei che consiii delle lorj imbecillità , e furfantoiia temono anzi sono certi di essere stacciati dal Governo e la­

sciano con apparenza di spontaneità quanto loro si to­

glierebbe con vergogna. La sjcontla ò di quei che pen­

sando essere vicino il tempo in <ui le Potenze ripor­

ranno nel trono di Roma il fuggitivo Pontefice, s; orano di ottener grazia presso di lui, e riavere molto più di quello clic perdono. A queste due elassi, e non ad al­

tre appartengono i Ricusandi. Qualcuno appartiene ad ambedue le classi.

La Repubblica e Dio sperde ranno i desiderii degli empii

CORRISPONDENZA DELL'EPOCA Abbiamo un' offerta di 4000 Greci disciplinati ar­

mati di tulio punto, che non aspettano se non la chia­

mala , e s' impronti la sposa di trasporto per venire ad assoldarsi , ed a far guerra tontro 1' Austriaco. Il ministro dello armi detc aver ricevute le memorie op­

portune, io ve no mando un brano. . . . , . I 4 000 Bersaglieri trovatisi nell' Epiro , i quali ver­

ranno nello Stato della Repubblica Romana lutti armati di proprio, Ognuno avrà il suo fucilo, due pistole, e sciabola secondo 1' armamento Greco , i suindicati sono pronti ad assoggettarsi in qualunque siasi modo per il benessere della Repubblica Romana, i militi Greci per­

cepiranno il medesimo soldo che percepiscono i Roma­

ni i quali combattono per la Causa della loro indipen­

denza , e nulla di più, i Greci verranno volontaria­

mente , combattere per i loro fratelli Italiani , poiché conoscono quanto cara e saera ò 1 Indipendenza. I sud­

detti Militi saranno nello Stato Romano, un mese dopo la risoluzione elio darà il Ministero, Null'oslante comu­

nicherai dove tu credi che lo sposo indisponsabili per i 4000 Bersaglieri non oltrepasseranno la somma di 28,000 scudi in questi si comprcuJercbbcro le speso di radu­

namento , viveri , equipaggio, nolo, e parecchio altro intlupensabili occorrenze (ino all' arrivo ncl.'punto elio ordinerà la Repubblica Romana, la surriferita somma il Governo la polrà consegnare ad una Commissione di sua piena fiducia che verrebbo con noi nel luogo di ra­

dunamento. So poi il Governo non si trovasse in istuto atteso e attuali circostanze , possiamo far venire per ora 2000 , ed anche 1000, i quali importerebbero il cesio raggucglialamcnto ai 4000.

I I IOIIVO FcIil>raro

La spedizione di truppa regolare, e di guardia na­

zionale fatta per i confini contro il Generalo Toscano Do Laugier, farà qui ritorno , giacché l'infamo do Lau­

gicr essendo stato abbandonalo dalla truppa che coman­

dava , è scomparso , e si credo elio siasi diretto per M o d c u a

­ (Corrisp. dell'Epoca.)

— ' . ' ^ ^ W P B a a W w a M -

Indizizzo n' popoli «l* I ta l i»

Popoli Italiani , già l'ora del vostro solenne riscat­

to è sonata ; la veneranda Roma macitra sempre dallo grandi imprese già si ò scossa dui suo antico letargo ed a novella vita ò risorta; ella di sua mano vi ha tracciata la gloriosa via , percorretela franchi , animosi da Eroi, da popolo. A voi soli natura ha posto in mano il freno delle belle contrade , da voi pende il supremo destino di voi medesimi , e dolla palria vostra; non più lentezza , non indugi, ma forza , coraggio, unione. Il porto di questo pelago tempestoso, elio ci mugghia d'in­

torno, il l'aro di luco risplendente, che ti scampi, l'an­

cora di salvezza è Itoma. Lungi , por Dio , da voi ogni bassa invidia, ogni gara me­iChina ; un sol pensiero c'in­

formi , il bene d'Italia. Liguri, Sardi, Piemontesi, Lom­

bardi , Veneti , Toscani , Romani , Napoletani , Siculi siam tulli fratelli , una è la patria comune ; dall' Alpi al mare uno il linguaggio , una la speranza , o la lede. Né temiate di restare assorbiti nella grande congrega ; il popolo giammai distrugge, sono i principi, the lutti­

si centro dello azioni di lui, lo ingojano, e gli fan per­

dere la particolare resistenza per vivere soli. Ogni por­

zione di questo gran Popolo conserverà sempre il suo distintivo carattere , la supremazia dolla sua pcculiaio virtù , ed intimamente cocimunicanJo cogli altri , gua­

dagnerà sempre, perder non mai. La nostra unione sa­

rà tremenda per lutti o nemici , o amici pur tìnti , o quindi sarà salvezza per noi.

Una sol volta la Provvidenza porgo la sua destra a sollevare un popolo per tanti secoli conculcalo ed op­

presso , o fatto quasi ludibrio delle Genti , ma guai a chi non I' afferra ; maledetto chi ricusa il grande ajuto, maledetto chi disperde la Patria. Ma deh ! non udite lo suo queruli voci , i suoi tremendi lamenti , i sospiri, i pianti , le supreme agonie ? I print ipi 1' bau tradita , derisa gli estranei , i nemici oppressa , i suoi slessi fi­

gliuoli lacerata, e voi invano cingerete al fianco la spa­

da a maggior onta di lei; a maggiore suo danno? E non ravvisiamo, meschini, che il nostro tetto rovina, se non ò ben saldo il fondamento? che la nostra casa ò in pre­

da di altrui, se non ò ben guardata la via? Che la no­

stra franchigia la nostra libeità svaniranno come baleno, so non sono distrutti i noslri comuni nemici ?

Ah ! si rannodino lo forzo ; qualunque vessillo d' I­

talia sia il nostro , una arma , un pane , una vesto, o­

vunque avvi affetto di Palria , non manchorà a chi a­

spira alla sublime gloria di combatter per lei ; agli c­

suli , agli Italiani d'ogni angolo Roma magnanima o re­

pubblicana aprirà volenterosa le braccia a raccoglierli, a guidarli al glorioso limento. Un sol colpo atterri il più accanito interno nemico , e sia ben degno della Palria chi lo vibrò e allora sì collegllino lo falangi , gli eser­

citi, si corra allo pianure Lombarde, si vendichi il sa­

cro suolo profanato dai barbari , le spogliate sostanze , il sangue doi tralilti fratelli , le onto di Luglio, l'assas­

sinio di Ferrara , si comballa , la vittoria non ò degli eserciti, ma dei Popoli. Sia il nostro grido Viva 1' Ita­

lia , Iddio ò con noi, — All'armi , all'armi. G. B. SICILIANO.

Leggiamo nella Corrospandance, di Parigi; « L'inviato d'Austria, conio di Collorcdo, è partito

dirottamento da Brussellos por Londra; ove egli dee prima conferirò con lord Palmcraton. Uu allro diplo­

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L>EI»0CA 1129

malico austri? co ò passato gli scorsi giorni a Pari­gi por informare il gabinetto francese di questo con­ferenze preparatorie elio si terranno al Foreign-of­fice, e nello quali nel gabinetto francese sarà, diecsi, rappresentalo dall'ammiraglio Cecilie.

NOTIZIE ITALIANE

BOLOGNA 25 f e l t r a t o ore 2 pom.

It Cittadino Ministro Campello ò arrivato oggi in Bologna ma inslancabilo come egli ò per la sicurezza, e la gloria futura d'Italia è volato a Ferrara per assi­curarsi dello spirito dì quella popolazione e preparare al tempo stesso tulli quei mezzi di difesa che la circo­stanza e l'onoro nazionale reclamano. Il medesimo ò ac-campagnato dal Tenente Colonnello Mezzacapa , e dal Colonnello Zarabeccari.

REGNO ITALICO

COMO, 12 febbraio. — L' incendio scoppialo nella Pieve di Dango la sera dell' otto andante febbraio in­dusse i popolani di Marlinico, frazione di Dnngo, a darò di piglio alle campane per incitare gli uomini Hi buo­na volontà, come è costumo, a soccorrersi vicendevol­mente. Eran le otto della sera ed il suono del sacro bronzo udivasi con forza noi paesi' circonvicini e fra questi in Gravedona , ove risiede una guarnigione dì olto Pollini e dudici Croati che ritenendo quel suono segno di rivolta, sortirono precipitosi dalla caserma gri­dando: brigatila, biiganta 'l'aliano1. Stretti in colonna , fallo senno, e formi nel proposito di dar battaglia ai rivoltosi della Piovo di Dango, si avvallarono minac­ciosi, guidati dal capo dolio ex-guardie di finanza, uo­mo commendabile pe' suoi principi! italiani e per le gloriose sue gesta nella guerra contro Cliiavcnna. For­mavano l'avanguardia di questo eletto corpo quattro Pollini con un caporale, tenevano il centro dicci Croati e quattro Pollini con due altri Croati erano di retroguardie, Con si l'atte guerresche disposizioni e eoa

un capo di esperimcntato valore marciavano questi eroi, certi di vincere, fidenti di rubare, incontro ai supposti rivoltosi. Ma qua! no fu la loro sorpresa allorché giunti nelle vicinanze di Barbignano s'avvi­dero dell'inganno! Sostarono e per soverchia cogni­zione di guerra sì mantennero sul silo sino al com­parire del giorno. Resta ora a commondarsi l'auto­rità localo clic si sforza di sapere chi primo desso di piglio alle campane, per slare in relaziono coli'ordi­ne superiore che proibisce il suono nelle ore notturno sotto pena d'immediata cattura.

Qui il processo per la moufrina del Gugia conti­nua, i capi furono consigliali a fuggire Lo autorità si affaeendano per poterne conseguire il loro scopo, cioè l'austriaco. In un giorno di festa la musica nel suo­nare detta monfrina fu accompagnata colie parole della canzone la Bolognese, che tutta la comitiva pronun­ciava, a chiara e forte voce, e questo bastò porche ad Istanza del degnissimo ex-capo della guardia uo fosso istituito regolare processo presso il giudiziario,

F I R E N Z E

Porto S. Stefano. La sera del 21 stante il vaporo inglese il Porcospi­

no abbandonò il Porto S Stefano con a bordo i Mini­stri di Spugna, Sardegna, e Prussia dirigendosi alla volta di Ponente. Il Ministro Romano era già paitito con Leopoldo d'Austria sul vaporo di Bul-Dogh. Nella sera surriferita la fregala inglese » la Tbctis e il va­poro Oregon salparono da quel porlo per incerta dire­ziono.

Il giorno 22 nel paese di S. Stefano alle oro 12 meridiane fu salutata la Repubblica e i componenti il Governo Provvisorio con 21 colpo di cannono, o con diverse salve di moscbctleria dolla Guardia Nazionale.

PITIGM.WO

Al suono di campane e (.imburri fu letto in Piti-gliano il proclama del Governo concernente il Generale Laugicr. Il Vescovo spontaneamente invitò il popolo a ringraziare l'Altissimo con solenne Te Deutu per aver salvala la palria nostra dal tradimento.

Lo spirito di tutta quella provincia ò animatissimo per la buona causa.

Italiani , qualunque possa essere, ncr Io recenti muta­zioni , fa forma de' loro governi; e che riconoscendo nei popoli il diritto di costituirsi, saprà opporsi e protesta­re , ove occorra , contro qualsivoglia intervento noli' I-tnlia centralo, ed ottenere da quello provincie che con­tribuiscano con ogni mezzo alla guerra nazionale.

Nel conquisto della nostra indipendenza saremo se­condati dallo simpatie delle nazioni civili. Il governo si adoprorà di stringere più inlimi legami con quelle cho sono ordinale a libertà , e specialmente collo due gran­di potenze che già ci hanno dato prove di amicizia e di affetto.

Stringiamoci alla generosa Ungheria che combatte u-na stessa guerra contro lo stesso nemico. E quando i vi­cini Slavi tenteranno levarsi a dignità di nazione, ab­biano da noi quegli aiuti cho la comunanza dcgl' inte­ressi richiede.

Rincorati dall'energico veto della nazione, la quale non può durare più oltre nella fatale incertezza, i de­putali del popolo vi confortano o Sjre , a romper gl'in­dugi e bandire la guerra. Sì, guerra e pronta. Noi con­fidiamo nelle nostro armi. Nello armi solo e nel nostro diritto abbiamo fiducia.

L'esercito, orgoglio nostro, speranza d'Italia, (or­ni sui campi elio furono lestimonii del suo valore , a con falli gloriosi ripari ai danni sofferti, e rivendichi 1' onoro dello armi nostre. La flotta che con eroica co­stanza tenne illesa Venezia dalle navi nemiche, aiuti po­tentemente i successi della guerra, e rinnovi sull'Adria­tico le prove che un tempo fecero famoso sui mari il valore italiano.

Voi, Sire , il diceste. Non ci tornino inutili le pri­mo prove . ci sia mao,lra l'esperienza. L'abilità de'capi , l'intelligenza degli amministratori raddoppi, colla fidu­cia , il voler dei soldati. Le riserve pronlo alla riscossa, 10 milizie mobili esci citate alle militari discipline , la guardia nazionale ordinata ed in armi, e dove stringa il pericolo, il popolo intero, assicurino la vittoria alle no­stre bandiere.

Liberiamo una volta dall' oppressione straniera (au­la parto del regno , e dall' iniquo martirio quei nostri fratelli, i quali, come furono costanti e magnanimi nel­la sventura , cosi saranno nel cimento forti e risoluti compagni. Affrettiamoci di dare la mano all'eroica Ve­nezia che dura incolume nella lotta ineguale.

La nazione ò pronta , per il grande conflitto, ad o-gni sacrifizio. Già troppo no abbiamo falli , ed inutil­mente , al desiderio della paco europea. Per la guerra ci saranno lievi anche gli estremi.

Commissi me dell' Indirizzo Gabella Relatore — Colla — Dcprctis — Mauri —

Mcllana — Montezcmolo — Reta. (Concordia)

AXESSASimU*. 22 Cc!(Ji:aJo

Domenica allo ore 10 del mat lino le compagnie de­gli Ungaresi che già si trovano organizzate portarousi a Marengo per la benedizione della loro bandiera a tre colori con in mezzo la stemma ungarico. A Marengo dopo alcune evoluzioni militari, venne imbandito in aperta campagna un' ottimo pranzo a tutti i soldati, e ciò senza disordine e colla massima regolarità ed alle­gria: Ufficiali Lombardi, Polacchi ed Ungheresi, ivi pu­re pran/.arono ravvivando di tanto in tanto la gioia l'arrivo dei curiosi circonvicini e di vari Alessandrini. 11 capo condottiero di queste, era il giovine Turr che sotlot^enenie al servizio austriaco passò alla nostra parlo col grido di viva l'Itali;!.

— L'arruolamento degli emigrati Lombardi ò mara-viglioso; se ne contano giornalmente da trenta a qua­ranta. È bello il vederli come sospirano la guerra: tra questi vi sono non semplici canipagnuoli ed artigiani, ma giovani di agiato famiglio o di elevala educazione immiseriti dagli assassini di Kndctzky. Persino dei proli seminaristi perseguitati da certi loro capi s'arruolarono noi giorni addietrol (Avvenire.)

GENOVA 23 f e l t r a i o lori sera verso lo 21 saputosi appena in Gonova la

caduta do! Ministro Gioberti, una folla di popolo si dio­do a percorrere lo vio della Città, plaudendo con alto grida al Governo Repubblicano e alla caduta di quel Ministro. Giunto il Popolo davanti al Consolato Genera­le Toscano foco alto, prorompendo in strepitosi evviva alla Toscana, al Governo Provvisorio, e segnalamento a

Montanelli e Guerrazzi. Uno studente presa allora la parola dichiarò a nomo di lutto il Popolo Genovese, elio

TORINO PROGETTO D' INDIRIZZO

IN RISPOSTA

Al discorso «iella Corona. Sire!

Chiamati a tutelare, in tempi difiìeilis'-.imi, gli in­teressi della nazione , ci confotta il pensiero dell' ac­cordo meraviglioso cho, per singolare privilegio, regna nel nostro stato fra principe e popolo : grande elemen­to di forza e principale fondamento delle nostre spe­ranze.

Questo accordo, o Sire , è dovuto alla lealtà che voi poneste nel riconoscere e mantenere intatti i diritti della nazione, e al generoso abbandono col quale consa­craste all' indipendenza italiana la vostra vita e quella dei vostri figli.

Le primo nostro parole devono perciò attestarvi la viva e profonda riconoscenza del popolo , il quale col suo amore , e col suo voto conferma e consolida la vo­stra corona. Nò vi sarà ingrata 1' Italia che vi dovrà tanta parlo della sua redenzione.

Il primo Parlamento si apriva nella gioia della re­centi istituzioni o nell' ebbrezza della vittoria. Soprag­giunta l'avversità, il vostro animo stette fermo nei ma­gnanimi disegni. Ed ora la nazione da voi interrogata, fatta anch' essa più forte nella sventura ; persiste nel vo­lere ad ogni costo la libertà e l'indipendenza. Noi sia­mo, o Sire , i rappresentanti di questi due principii.

Voi circondandovi dall' eletta del popolo, e conferen­do lo cariche al solo merito , noi rivolgendo Je nostro precipue cure all'ordinamento dello Finanze, del Muni­cipio, della Milizia Nazionale, dell' Istruzione pubblica 0 delle altro civili Istituzioni, daremo al principio de­mocratico quel maggiore sviluppo che nello stalo di guer­ra ci sarà consentito. Bla spio la Costituente del,Regno polrà metterò lo nostro istituzioni in perfetta armonia col genio 0 coi bisogni del secolo.

Il vostro Governo tentò con lodevole intendimento di stringere fra i diversi Stati d'Italia una potente con­federazione iniziatrice dei nostri futuri destini. Noi con­fidiamo cho esso vorrà promuovere l'unione do'popoli

AI PRODI SVIZZERI IL CincoLo NAZIONALE DI BOLOGNA

Uffiziali e Soldati Allorché divampava la sacra fiamma d'indipendenza,

con noi moveste ad assalire il nemico; con noi lo sape­ste vincerò valorosi. Il sangue, che per l'Italia avete sparso a Vicenza, suggellò il nostro palio di fratellanza, e cit­tadini vi salutammo.

Quante prove d amore non corsero, dopo quel gior­no, fra noi 1 La nostra Bologna vide sorgere tra le suo mura, egli è breve tempo, un fremilo, una dubbiezza, crudeli. Inique trame speravano di averci divisi, spera­vano di adescarvi ad una guerra nefanda. Ma la memo­ria dei sntrilìeii comuni, le nostre calde 0 risolute pa­rdo vi commossero l'anima, o prodi Svizzeri, e il por-lido invito cadde spregiato da Voi.

Ufficiali e Soldati, acconsentite, ve ne preghiamo, a rimanerci fratelli. Ogni vincolo, che vi legava è disciol-(0; ogni ostacolo, che ve l'impediva si è dileguato. Fin d'oggi vi e lecito rivedere l'eroica Terra, che vi produs­se, ma Voi potete fin d'qgyj, con sicurtà di coscienza, dedicare l'ingegno ed il braccio a questa palria adotti­va, rigeneiala.

Il vostro decidervi, o generosi, sia pronlo, sia nobi­le, sia quale noi lo invochiamo, ed il paese, con ansia, Io attende da Voi. La libertà, che da secoli rende invi­diala l'Elvezia, si asside trionfante e pura sul Campido­glio. Le file di quest' esercito, elio stiamo formando, si dischiudono onorevoli e liete dinnanzi a Voi : la perizia, die avete nell'armi, od il senno vi assicurano, in mezzo all'affetto dei nostri, un avvenire di fortuna odi gloria. Non isdegnalelo; pensale che uno splendido esempio può venire all'Europa da Voi. Per lunga stagione la Svizze­ra dava i suoi figli ai Tiranni; inaugurando un' epoca nuova, fato pei primi di consacrarvi alla causa sublime e giusta del Popolo.

Dalle Sale del Circolo Nazionale Bolognese. Proposto, e votato la sera del 23 febbraio 1849 in

generale adunanza. Per la Società e pel Presidente

Il Consigliere — G. N. Pepoli. La Commissione Redattrice

Ga«.'ano Doti. Girotti-Luigi Plotter-Benedetto Outm-Il Segr. onorario - Daniele Jiernaroli,

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le simpatìe che qui si nutrono per i Toscani e per il loro ordine di cose, sarebbero state dal Popolo molto prima d'allora esternate se però la presenza al Mini­stero dell'ora caduto Gioberti, non avesse trattenuto i patrioti! di Genova da tale dimostrazione. Comhiusc pregando il Console a farsi interprete presso il Govcr-uo Toscano della leale adesione ed attaccamento dei Ge­novesi all'alluale Regimo Toscano. Dopodiché la stessa riunione di popolo proseguendo il suo cammino o tran­sitando davanti alla Caserma della Guardi,i Civica, qui­vi rinnuovò le grida e gli applausi già emessi per via. Ma la Civica non rispose che col suono del tamburo. Allora la dimostrazione si sciolse, e quando più alcuno restava, uno di quei Civici armatosi di pistola, si avven­tò coraggiosamente, sopra un solo ed inerme individuo che portava una bandiera, e strappandogliela di mano, quale trofeo seco in trionfo portoselo.

Oggi temendo di qualche dimostrazione tendente a riprendere quell'insegna, la Guardia Civica è .avvertila di tenersi pronta alla prima chiamala. Nulla però an­cora si è verificalo. In un'avviso a slampa all'isso a qua­si tulle le conlrade leggonsi lo seguenti parole » Citta­dini! Chi non voleva la Costituente Montanelli tradiva la patria; il Ministero non la voleva: dunque ?

24 F c b l t r n j o

Recenti avvisi di Sarzana annunziano che Laugicr abbandonato dalle suo truppe, le quali passarono ai re ­pubblicani Toscani, riparò sul nostro tcrriiorio con tren­ta circa uomini che gli si serbarono fedeli. Guerrazzi s'impadronì di Pietrasanla.

S. A. il Granduca di Toscana abbandona S. Stefano per recarsi a Gaeta.

Possiamo annunciare oflìcialmcntc che a Gioberti | succede nel portafoglio degli Esteri il Sonatore Colli, rilenendo il generale Chiodo, ministro della guerra , la presidenza del Consiglio.

C i t t ad in i f

Già da duo giorni un piecìol numero di turbolenti va facendo schiamazzi e tumulti per le vie e spec'al-mento davanti al Quartiere della Guardia Nazionale. Non è giusto che pochi male intenzionati turbino la quie­te di una intera Città, e acorescano le fatiche, già di per sé molto gravi , dolla buona e zelante Guardia Nazionale.

Nel caso cho d'ora in poi tali scene si rinnovino i curiosi sono invitati a rimanersi alle case loro.

Genova 21 febbraio 1819. // Ministro

DOMENICI BUFFA

Ieri verso le 3 pomer. in Torino era finalmente compiuta ta sottoscrittone di una petizione ni Re per­chè richiamasse Gioberti al poterò, e fu presentata dal teologo Baracco.

Il Re rispose con fermezza rifiutando. Questo bastò: Ja folla si sciolse e tutto finì.

Ci vien rifcrilo che il Ro abbia fallo intendere a' capi dell'esercito e della Guardia Nazionale cho il mu­tamento avvonulo noi Ministero ebbe origino dal modo p i c i costituzionale con cui il Gioberti crasi condotto pigliando una sì grave deliberazione prima di par­larne con lui o col suo Consiglio.

MILANO 19 febbraio.

Si sa positivamente ch« Radeizky ha ricevuto r i ­petuti invili d'inviare nuove truppe in rinforzo dell'ar­mata imperiale pericolante in Ungheria, e che ultima­mente ebbe or line di marciare egli stesso a quella volta con tutto le forzo disponibili; In conseguenza di ciò tenne in Milano nel giorno 18 andante uu con­siglio dei generali o degli aiutanti; circa le decisioni di tale consiglio corrono diverse voti: la più proba­bile sarebbe quella di lasciare la Lombardia con pie-coli presidii nelle città, e coll'ordine ai medesimi di ritirarsi nello fortezze al primo sentore di ostilità qmlunquc. Dà appoggio a questa opinione la dichia-raziono fatta da p recchi militari austriaci a varie persone, cho ben presto debbono ritirarsi tutti alle foltezze

Si sa pure con tutta certezza, che anche attual­mente Radetzky, so venisse attaccato, non potrohho disporre di 40 m. uomini.

In questi giorni, allo stesso scopo di mandare o-

gni possibile rinfurio contro i Magiari; fece pubbli­care anche nelle altre provincie II barbaro dcerclo dì Ha) nati, in esecuzione, del quale si ranno di netto tempo catturando lutti quei pochi giova li che sono rimasti alle loro case, senza riguardo all'età, purché abbiano sembianza di essere atti a portare le anni , e si spediscono subito in Austria.

Molli proprietarii non pacarono le rato di gcn-nniu dell'ultima imposta straordinaria; colla line di feb­braio va a scadere un'altra rata, e con essa il ter­mine fissalo per l'esecuzione furiosa, per cui, se si dà tempo a Uadet/.ky, tutti quelli che per sentimen­to patrio ebbero il coraggio di rifiutarsi a! pagamen­to dell'imposta, dovranno inline pagarla, e dippiù su­bire il danno del capo-soldo e dell'esecuzione.

( t'o/icordltt )

VENEZIA 22 f e b b r a i o Al la E g r e t t a e l i t a r i l i i a T e r e s u M a n i n .

Signora ! Gli ulìiciali ed i militi di questa guarnigione, porta­

no p ine la loro pietra ai piedi del monumento, che a-vete in pensiero d'erigere ad onoro dei prodi, che pe­rii ono nella gloriosa sortita di Mestre Possa quell eroi­ca azione esser foriera di maggiori fatti; possano tutti gl'Italiani imitare l'esempio di quei valorosi, e l'Italia riderà de suoi nemici.

Alla tenue somma, da me raccolta, io aggiungo a nome di tutti una preghiera: che vogliale, cioè, aggra­dire e far aggradire alle gentili e pietose cittadine, che concorrono all'opera santa da voi ideala, il tributo della nostra ammirazione e riconoscenza. Non paghe di di­vider le gioie de fortunati guerrieri e d'accorrer solle­cite ad alleviare i mali dell'umanità sofferente, col cir­condar d'ogni cura gli ammalati ed i feriti, seguile al cielo del vostro sospiro e del prezioso amor vostro le

anime elette dei Martiri della palria, spargendo cosi di fiori ogni via che conduce alla gloria, ancorché s'apia fra i dolori e le tombe.

Degnatevi, o signora, d'accogliere i sensi dell'alta slima e del più profondo rispetto, con cui ho l'onore di rassegnarmi.

Tré-Porti il 10 febbraio 1849. l'ostro devotiss. ed osseq. servo

EUGENIO CALMI

maggiore, comandante il forte dei Tre-Porti. ( N. II. La somma inviata 6 di lire correnti 201.50.)

I t ì s p o s t a 20 Febbraio 1849

Egregio citta lino I Scusate se non risposi subito alla cortese vostra lette­

ra, e accettato, sebbene tardi, i ringraziamenti, che dob­biamo a voi e a cotesla generosa guarnigione per un'offer-(a, che è nuovo sacrificio alla palria. Noi siamo sicure di avere sodisfallo al comune desiderio, immaginando l'ere­zione del glorioso monumenta, da poi che veggiatno tulli, lieti e volenterosi, portarvi, come voi ben dite , la loro pietra. E come l'idea di quello, così riuscirà cara a cia­scuno la scelta dell'artefice, che dovrà porla in a t t o ; im­perciocché (ulti sanno in qual conto s'abbia a tenere Luigi Ferrari, e come l'opera eseguita da lui acquisterà doppio titolo all'ammirazione e alla reverenza universale. Egre­gio cittadino, non posso terminare la mia lettera senza parlarvi del tenero periodo , col quale finisce la vo,tra. Le donne di questa Venezia vanno meco altere delle lodi che voi loro prodigate; né sanno a parole significarvi la propria riconoscenza. Fortunate noi, che abbiamo trovato animi tanlo gentili, da saper apprezzare quel poco, che ci è dato di fare! Doppiamente fortunale, se la vita ar­dua di questi prodi , di questi martiri della patria, sap­piamo veramente spargere di qualche consolazione di qual­che conforto.

Vostra Obbligatissima TERESA MANIN.

PS. Acciò che conosciato voi, e tutti i contribuenti , la ragione per cui non è ancora incominciato il monumen­to, vi mando copia della lettera del professore Fe r r a r i :

Cittadina illustre ! Un artista che ama la patria non può ricusare di pro­

starsi in un lavoro, il quale devo servire a ricordare i no­mi dei volorosi nostri fratelli, periti inglorioso fatto, e che giustamente è desideralo da ogni buon cittadino.

Fino dal giorno in cui da lei, cittadina illustre, mi fu proposto il lavoro del nolo monumento, mi vi tanni im­pegnalo soriamento, e mi occupai nel pensare quale

espressione dovesse egli avere , e come ottenere un in­sieme di mole conveniente, malgrado la comandala ri­strettezza dei mezzi ; ma, se l'espressione del monumen­to era prestamente stabilita , perchè indicata pel fallo stesso, a perpetuare il quale lo si vuole innalzato , non così facilmente poteva scernere nella mia metile povera quella forma, che ne l'avesse resa con nitidezza. E as­sai difficile far dire al monumento: « Dal propugnacolo dell' italiana indipendenza e libertà, questi valorosi figli d'Italia ,-l'oppressore combattendo, eroicamente mori­rono ! » Tuttavia posso assicurare che qualche forma ii.-comincia a moslrarmisi alquanto distinta , e forse più presto di quello io stesso possa credere sarò in grado di fare un abbozzo, che talvolta la forma d'un tratto esce fuori evidentissima. Ad ogni modo, può dire liberamen­te alle sue collegllo che fra un dieci giorni, continuando ancora la mia difficoltà, l'abbozzo sarà fallo ostensibile. E si ricordino tulle , .cho il povero scultore ha bisogno di essere r iguardalo con indulgenza.

Salute e fratellanza. Suo devotissimo LllGI Ili 11 II A RI

Altra del 22. Martedì i nostri a Gallino, nei posti av-vanzati scopersero una barca sospetta, e dopo scambiate con essa alcune fucilate ci trovarono tre ingegneri e tic capomaslri mandali da Rovigo a fare scandagli. Si spera, che a codesti servitori del nemico si renda la dovuta giti-tizia.

STATI ESTERI GIUOI . tNIA

VIENNA, 13 Febbraio — Kronsladt fu occupato dai Szeklcri. Il generale Betn ha preso Ilermansladt in Tran-silvania. Il corpo del marese.illo Malkow>ki stanzionato a Czcrnowilz ha ricevuto l'ordino di portarsi in Tran-silvania.

La resa della fortezza di E«segg si confò rma. I Magiari hanno concentralo le loro forze a Oroiha-

za, To.ó'i e S. Miklos nella vicinanza di Sznlnock. La Gazzetta di Milano mena gran rumore d'una fa-

z;one eseguila sui confini di Transilvan'.a dal colonnello Urban, la quale non ha la minima importanza.

Crediamo poi di mollo buono augurio il silenzio che le gaz/ette austriache vanno ancora osservando sullo duo divisioni diJellacich e di Windìsh-Giiietz. Quanto a quel­la di Schlirki è certissimo che toccò una sconfida dal generalo ungherese Gorgey.

— L'imperalorc adottò per suo molto questo parola ì'irtbut unitis.

— La notizia della fuga del Granduca di Toscana, che fu conosciuta a Vienna col mezzo del telegrafo da Tri­este, produsse cattiva impressione alia borsa.

SP.&GN,»

Madrid, Sfebbralo. — La quist 'aie romana sembra avviarsi sulla buona strada ancho in Ispagna. E già un gran passo per gli Italiani l'aver oilcnuto colà il rico-no-cimento del loro buon diritto nell'ultima rivoluzione di Roma. Lo slesso giornale Eipana, organo moderalo, conviene con noi cho la religione cattolica non ha nulla che fare colla quislionc dell'Indipendenza d Italia, poco importando ai cattolici che il ponlelìco risieda corno so­vrano in Roma, o come semplice vescovo in Gerusalemme, in Antiochia od Avignone. La quistione di Roma, dice In Espana, è l'alto estrinseca al callolicismo. In Roma co­me in Gaeta, sovrano temporale o suddito, principe o cit­tadino. Pio IX sarà sempre per tutti il capo visibile del­la chiesa, il vicario di Cristo sulla terra. — A che si ap­poggia adunque il parlilo moderato per sostenere l'inter­vento spaglinolo negli affari di Roma? L'unico argomento che ci prese ita la Eipana per sostenere un tal princi­pio si è che: nello stalo attuale della civilizzazione non può convenirli alienazioni cattoliche che il poni ficaio sussista senti un governo proprio e mlipcn lente. Noi ci rallegria­mo intanto nel vedere scambiala una quistione di pi in­dino in una di semplice convenienza; ma ripeteremo col Siglo, non esservi ragione alcuna di convenienza, per ele­vala e forte che sia, la quale batti per violare i principi! del la giustizia-

ERRATA CORRIGE Nella rubrica degli Articoli Comunicati del Nume­

ro precedente 283, devo leggersi PETRITOLl invece di PETRI LATI paese nella Diocesi di Fermo.

F. CAOCCI Gerente. Direiiune nel Palano Buonacoorsi al Corso n. 219