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RACHIALGIE Enorme diffusione dei dolori vertebrali. Il mal di schiena è la causa principale di astensione dal lavoro Dopo le malattie da raffreddamento è la causa più frequente di visite mediche E’ la causa più comune di disabilità lavorativa al di sotto dei 45 anni E’ la patologia benigna più costosa nei paesi industrializzati

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RACHIALGIE

Enorme diffusione dei dolori vertebrali.

Il mal di schiena è la causa principale di astensione dal lavoro

Dopo le malattie da raffreddamento è la causa più frequente divisite mediche

E’ la causa più comune di disabilità lavorativa al di sotto dei 45anni

E’ la patologia benigna più costosa nei paesi industrializzati

Cause delle algie vertebrali

• 20% cause specifiche

• 80% cause non specifiche

20

%

80

%

Cause

Specifiche 20%

• Deformità congenite: emispondilia, sinostosi, spondilolisi, spondilolistesi,

• Anomalie di sviluppo: scoliosi, ipercifosi, morbo di Scheuermann

• Infiammazioni acute: ernia discale, spondiloartrite, tumori vertebrali

• Infiammazioni degenerative: artrosi, osteoporosi

Non specifiche 80%

• Posizioni e movimenti scorretti

• Stress psicologici

• Forma fisica scadente, sovrappeso, obesità, fumo

Analisi delle cause

• Nei paesi

industrializzati mal

di schiena male del

secolo (75 -90%)

• Nei paesi in via di

sviluppo incidenza

molto minore (7 -

18%)

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Ovest 30,6 38,6 34,6 31,6

FUMO E LOMBALGIA

Recentemente il fumo è stato sempre più

considerato un possibile fattore di rischio.

Sono state ipotizzate alcune spiegazioni per

questa associazione.

Tosse (aumenta la pressione

endoaddominale)

Riduzione flusso sanguigno del corpo

vertebrale (rendendolo più fragile).

Ridotta ossigenazione del disco

intervertebrale (rendendolo più

fragile).

MALTEMPO E LOMBALGIA

Causa frequente di dolore lombare e/o cervicale sono le alterazioni del gradiente pressorio

tra atmosfera esterna e cavità articolare con conseguente

aumento della tensione della capsula articolare.

E’ osservazione banale che nei soggetti con dolore cronico

i dolori si riacutizzano nell’imminenzadel cattivo tempo,

quando la pressione barometrica cade.

Alcune attivita’ lavorative responsabili del mal di schiena

.

.

PRATICA DI ATT. SPORTIVE STRESSANTI PER LA

COLONNA VERTEBRALE

DOLORE

TENSIONE MUSCOLARE

ISCHEMIA

RITENZIONE DI SCORIE

EDEMA

COMPROMISSIONE FUNZIONALE•RIDOTTA ELASTICITA’

MUSCOLARE• INADEGUATA FUNZIONE

TENDINEA• ACCORCIAMENTO FASCIALE

TENSIONE EMOTIVA

ALTERAZIONI STRUTTURALI IMMOBILIZZAZIONETRAUMI FISICI

ALTERAZIONI POSTURALI

LIMITATA MOBILITA’ ARTICOLARE

DOLORE

Patogenesi ad innesco irritativo degli stati di sofferenza tensivo-miositica e limitazione funzionale

Alcuni metodi di trattamento

Cinesiterapia/Ginnastica

• Organizzazione della lezione

(lavoro individuale - individualizzato- in gruppo)

Informazione

Ginnastica antalgica

Presa di coscienza corporea /mobilizzazione

Stretching - tonificazione

Attivita’ motoria

1 - INFORMAZIONE

Le funzioni del rachide

Sostiene il tronco, il

capo e gli arti superiori

Protegge il midollo spinale che

passa nel canale vertebrale

MOVIMENTO

STRUTTURA DELLE VERTEBRE

1, Corpo vertebrale; 2, arco posteriore; 3 - 4, apofisi

articolari; 5 - 6, apofisi trasverse; 7, apofisi spinosa.

Nella

COLONNA LOMBARE

le Unità Funzionali hanno

Carattere “Idraulico”

Rappresentazione schematica

dell’unità funzionale lombare tipo.

A. L’unità funzionale vista di lato.

La linea rossa discontinua indica il

confine tra le sue due sezioni

operative; anteriore (di sostegno) e

posteriore di guida del movimento).

B. La pressione intradiscale serve a

mantenere separati i corpi vertebrali

contro le sollecitazioni compressive

assiali ed è in parte bilanciata dalla

tensione delle fibre dell’annulus e

dei legamenti longitudinali.

C. A livello lombare il piano

direzionale delle faccette è quasi

parallelo al piano sagittale.

La direzione dei movimenti del rachide

è condizionata, nei vari tratti,

dall’orientamento delle faccette delle

articolazioni posteriori.

A. Nel tratto lombare l’orientamento

verticale ed antero-posteriore delle

faccette consente la flesso-estensione,

mentre sono impossibili sia la latero-

flessione che la rotazione. Esattamente

il contrario avviene a livello dorsale,

dove l’orientamento pressoché

orizzontale delle superfici articolari

permette movimenti combinati di

latero-flessione/rotazione, mentre

impedisce la flesso-estensione. Il segno

+ indica movimenti possibili, il segno –

quelli impossibili.

B. Faccette del tratto lombare

A

Rotazione

Latero-flessione

Flesso-estensione

Flesso-estensione

Latero-flessione

Rotazione

⁺ ⁺⁻

⁻⁻⁺

Stabilizzazione passiva e attiva della c.v.

Angolo lombosacrale o sacrale (ALS) fisiologico, descritto

dall’intersezione di una linea parallela all’orizzonte con una

linea tracciata tangenzialmente e parallelamente alla base del

sacro. L’angolo lombo-sacrale ottimale è di circa 30°

30°

L’ESAME POSTURALE

ESAME CHINESIOLOGICO O POSTURALE

• L’esame chinesiologico precede sempre l’inizio del trattamento ed ha lo

scopo di conoscere il soggetto.

• Deve essere eseguito con scrupolo perché è l’esame che permette

di programmare un razionale piano di lavoro.

• L’esame inizia con un colloquio che permette oltre che a mettere a proprio

agio il soggetto anche di conoscerlo .

• L’esame non si identifica nella ricerca di una diagnosi,

ma permette la programmazione di un piano di lavoro personalizzato.

• Interpretazione della diagnosi medica che va assolutamente richiesta.

• Lettura del referto radiologico, in quanto permette di valutare dati

che in superficie non sono palesi.

Piano frontale Piano sagittale Piano orizzontale

36°

35°

40°/45°

0

30/40

0

30/40

0

Valutazioni CERTIFICAZ. MEDICA PER ATT. SPORTIVA NON AGONISTICA

Valutazione muscolare :

m. Ishio-crurali (cat.musc.posteriore)

“ psoas-iliaco

“ paravertebrali (test di Schober)

“ pettorali

Valutazione neurologica:

test di Romberg : equilibrio

test di Fukuda : deficit labirintico

SEZIONE ANTERIORE DELL’UNITA’ FUNZIONALE

Ha caratteristiche strutturali di

SOSTEGNO ED ASSORBIMENTO MECCANICO

Risulta composta da due robusti corpi vertebrali cilindrici

con limitanti piane, separate da un sistema idraulico

ammortizzante IL DISCO

Il disco intervertebrale è un organo fluido-elastico;

L’annulus fibrosus è la parete circolare del disco e consiste

in una maglia fibro-elastica deformabile che racchiude la

matrice discale;

La matrice o nucleo polposo è dunque incapsulata

concentricamente dalle fibre dell’annulus fra un

pavimento e un soffitto costituiti dalle limitanti vertebrali.

Il Gel del NUCLEO POLPOSO è un

mucopolisaccaride dotato di speciali proprietà

fisiche e chimiche.

E’ in grado di mantenere in equilibrio un suo

proprio bilancio idrico mediante l’assunzione

diretta di liquidi dall’esterno.

Mentre in un disco giovane ed integro il nucleo

polposo è molto ricco di acqua (80% a vent'anni),

con il progredire dell’età e con l’usura esso vede

ridursi la componente mucopolisaccaride e,

conseguentemente, la capacità del gel di assorbire i

liquidi, esso cioè, va incontro ad una parziale

disidratazione.

A. Disco normale in condizioni basali. La pressione interdiscale si esercita in tutte le

direzioni. Le fibre dell’annulus sono tese.

B. Disco compresso. Il liquido nucleare è incompressibile. L’aumento della pressione interna inflette e fa sporgere l’annulus.

C. Flessione del rachide. Con lo spostamento del liquido nucleare (il cui volume resta invariato) le fibre posteriori dell’annulus si distendono e quelle anteriori si detendono.

Meccanismo idraulico del disco intervertebrale

Il liquido nucleare – gel colloidale – obbedisce alle leggi fisiche dei liquidi sotto pressione:

Qualunque forza esterna applicata su una unità della sua superficie si trasmette immodificata ad ogni unità della superficie interna al “vaso”.

(legge di Pascal)

Conformazione del legamento

longitudinale posteriore lungo il

rachide lombare e possibili

implicazioni di ordine

patologico. Da L1 a L5

l’ampiezza di questo importante

legamento va riducendosi

gradualmente, sì che –

procedendo dall’alto verso il

basso – risultano via via più

estese le aree postero-laterali

dell’interspazio non protette. Il

rischio dell’erniazione discale

lungo queste direttrici di minore

resistenza (indicate dalle frecce

rosse nello schema di destra)

risulta pertanto più pesante nel

tratto lombare che in quelli

sovrastanti e, nell’ambito del

tratto lombare stesso, ai livelli

più bassi.

Pressione discale

Il grafico evidenzia come il disco intervertebrale vari il suo

spessore durante il giorno e la notte. Si nota come durante le

ore diurne, a causa del costante carico, lo spessore del disco si

riduce. Durante il riposo notturno avviene l’inverso.

chinesi antalgica

• Ricerca delle posizioni antalgiche

• Educazione respiratoria

• Decompressione discale

Educazione respiratoria

Respirazione toracica

Respirazione addominale

Presa di coscienza resp. diaframmatica

Combinazione resp. toracica -addominale

Ricerca delle posizioni antalgiche

Esercizi di decompressione discale

3- Percezione delle lordosi e delle asimmetrie (gibbi-salienze) attraverso il contatto con suolo

e con piccoli attrezzi

.

ANTERO-RETROVERSIONE DEL BACINO

La capacità di controllare il bacino è un obiettivo fondamentale da raggiungereperché su di esso è appoggiata la colonna e quando il bacino è in posizione corretta

anche la colonna lo è.

Ruotando il bacino in avanti lalordosi lombare aumenta.

Ruotando il bacino indietro la lordosilombare si riduce.

I muscoli antiversori:

- posteriormente: i muscoli

lombari

- anteriormente: il retto

femorale e lo psoas-iliaco.

I muscoli retroversori:

- posteriormente: il grande

gluteo, gli estensori della

coscia

- anteriormente: il retto

addominale.

4- ELASTICIZZAZIONE della catena muscolare POSTERIORE

.

4- Es. per migliorare la mobilizzazione dei singoli tratti della C.V.

• .

4- Es. per migliorare la mobilizzazione dei singoli tratti della C.V.

.

• .

Capacità di mantenere la lordosi in posizione seduta

La capacità di mantenere lafisiologica lordosi lombare èun obiettivo fondamentale perla Back School: permette dievitare i danni della posizioneseduta prolungata.Per ricercare la giusta lordosiè un buon accorgimentoforzare l’anteroversione e poirilasciarla leggermente.

Per rafforzare ulteriormente l’uso corretto del rachide si puòutilizzare il principio di Alexander.

Aver preso coscienza della colonnavertebrale, aver appreso il controllodel bacino, la capacità di acquisireuna base stabile, gli esercizi distabilizzazione e il principio diAlexander assicurano l’uso correttodel rachide nelle posture e nei

movimenti quotidiani.

Principio di Alexander

Verrouillage

Grounding

Al contrario, chi assume posizioni oesegue movimenti di estensione lombaretrae beneficio dall’eseguire esercizi eposture di compenso in flessione.

Esercizi di compenso

Normalmente, chi assumeposizioni o eseguemovimenti di flessionelombare trae beneficiodall’eseguire esercizi eposture di compenso inestensione.

Esercizi di compenso

5 – tonificazione dei principali muscoli stabilizzatori c.v.

• .

Per stabilizzare e proteggerela colonna vertebrale ènecessaria una sufficienteforza dei muscoli estensori delrachide e dei glutei.

Per stabilizzare e proteggere il rachide è necessaria una sufficiente forzadegli arti superiori.

Per stabilizzare e proteggere il rachide è necessaria unasufficiente forza degli arti inferiori.

6 – Ergonomia e att. motoria costante

• Camminare

• Nuotare

• Ballare

Consigli generaliSi:

• esercizi graduali ripetuti a più riprese, abbinati alla respirazione e alla distensione muscolare

• Al sapersi fermare quando si prova dolore, tenendo la posizione raggiunta per qualche secondo:gli esercizi sono per tutti, ma è giusto che ognuno li esegua fin

dove può

• Alla ginnastica fatta insieme come occasione di incontro e di stimolo reciproco al movimento e a concepire diversamente il rapporto con il proprio corpo

• All’attività continuativa che permette , con l’allenamento, il controllo del relativo aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, che è fisiologico

SI

• Allo sforzo eccessivo

• All’irrigidimento muscolare

• Al passaggio brusco da una posizione all’altra

NO

• All’attività fisica che provoca affanno

• Alle performance estemporanee

• All’attività concepita come lotta individuale

NO