la catarsi silenziosa del deserto del wadi …...avventure nel mondo 1 | 2020 - 37 alla cara memoria...

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Avventure nel mondo 1 | 2020 - 37 Alla cara memoria di Sergio Frasson Il Deserto è un luogo silenzioso dove senti scandire il battito del tuo cuore, e se ti concentri puoi ascoltare anche il rumore della tua anima. Quando la notte avvolge il giorno, la natura ti appare nell’immensità del cielo stellato, nelle ombre in lontananza di picchi altissimi a strapiombo, vette illuminate dalla luna che come un faro nel buio rende inutile accendere la tua torcia. Camminando sulla sabbia o arrampicandoti sui terreni rocciosi per poter ammirare l’assoluto, senti il peso della tua vita che si adagia sui tuoi passi dapprima indecisi poi sempre più coraggiosi, e in quell’immensità ti accorgi di quanto sia catartico assaporare il dilatare del tempo senza un orologio, senza un telefono, senza quelle sovrastrutture con le quali sei cresciuto e cui sei abituato. Piano piano il sole si riprende la scena, con la complicità dell’alba la luna va a riposare e il Wadi Rum ti appare nella sua magnificenza, in quel caleidoscopio di colori che non ti mollerà più finchè sei dentro, imprigionato in un incantesimo. Il Wadi Rum è uno spettacolo dove la natura si è divertita per millenni a giocare con l’acqua e con il vento, che danzando sinuosamente hanno modellato la pietra in vortici, trine, merletti, onde, ma anche pareti perfettamente perpendicolari al terreno. Famiglie di nomadi con le loro greggi di capre e cammelli e l’abbaiare in lontananza dei cani da guardia scandiscono un tempo che si è Testo di Veronica Parise – Fotografie di Veronica Parise e Sergio Frasson LA CATARSI SILENZIOSA DEL DESERTO DEL WADI RUM www.avventu.re/1565 RACCONTI DI VIAGGIO | Giordania da un Deserto Wadi Rum Gruppo Parise

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Page 1: LA CATARSI SILENZIOSA DEL DESERTO DEL WADI …...Avventure nel mondo 1 | 2020 - 37 Alla cara memoria di Sergio Frasson Il Deserto è un luogo silenzioso dove senti scandire il battito

Avventure nel mondo 1 | 2020 - 37

Alla cara memoria di Sergio Frasson Il Deserto è un luogo silenzioso dove senti scandire il battito del tuo cuore, e se ti concentri puoi ascoltare anche il rumore della tua anima. Quando la notte avvolge il giorno, la natura ti appare nell’immensità del cielo stellato, nelle ombre in lontananza di picchi altissimi a strapiombo, vette illuminate dalla luna che come un faro nel buio rende inutile accendere la tua torcia. Camminando sulla sabbia o arrampicandoti sui terreni rocciosi per poter ammirare l’assoluto, senti il peso della tua vita che si adagia sui tuoi passi dapprima indecisi poi sempre più coraggiosi, e in quell’immensità ti accorgi di quanto sia catartico assaporare il dilatare del tempo senza un orologio, senza un telefono, senza quelle sovrastrutture con le quali sei cresciuto e cui sei abituato. Piano piano il sole si riprende la scena, con la complicità dell’alba la luna va a riposare e il Wadi Rum ti appare nella sua magnificenza, in quel caleidoscopio di colori che non ti mollerà più finchè sei dentro, imprigionato in un incantesimo.Il Wadi Rum è uno spettacolo dove la natura si è divertita per millenni a giocare con l’acqua e con il vento, che danzando sinuosamente hanno modellato la pietra in vortici, trine, merletti, onde, ma anche pareti perfettamente perpendicolari al terreno. Famiglie di nomadi con le loro greggi di capre e cammelli e l’abbaiare in lontananza dei cani da guardia scandiscono un tempo che si è

Testo di Veronica Parise – Fotografie di Veronica Parise e Sergio Frasson

RACCONTI DI VIAGGIO | Iran

LA CATARSI SILENZIOSA DEL DESERTO DEL WADI RUM

www.avventu.re/1565 RACCONTI DI VIAGGIO | Giordania

da un Deserto Wadi Rum Gruppo Parise

02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 37 13/12/19 07:14

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cristallizzato.Un viaggio che supera ogni aspettativa perchè la ricchezza umana e la profondità che il deserto è in grado di restituire a ciascun individuo fungono da catalizzatori di un percorso che con le premesse giuste e la corretta predisposizione lasciano un segno positivo anche nel cuore del più diffidente viaggiatore. Restare indifferenti riuniti intorno ad un falò dove una teiera arrugginita scalda il tè è impossibile.Un viaggio che dovrebbero affrontare tutti una volta nella vita, per liberarsi del peso del superfluo e della cancrena della frenesia.

Veronica Parise

DIARIO GIORNALIERO

26 dicembre – ROMA/MILANO – Amman – MadabaIl giorno della partenza arriva dopo pochissime ma esaustive email scambiate da tutti i partecipanti. Gruppo unitissimo già dall’Italia, si rivelerà meraviglioso.Siamo 5 da Roma e 5 da Milano, ci incontreremo al Cairo per prendere quasi subito la coincidenza per Amman. Come arriviamo ci attende Alì, un rappresentante del corrispondente che raccoglie i passaporti di tutti i gruppi di AnM (parallelamente al mio c’è un Giordania Discovery e un Wadi Rum Trek).Purtroppo una valigia non arriva, salvo poi scoprire, dopo un’ora di attesa al nastro, che è stata trattenuta al Lost & Found perché al nastro sicurezza avevano individuato uno strano arnese (un piccolo binocolo). Arriviamo a Madaba alle 2:30am passate.

27 dicembre – Madaba- Wadi Rum - Campo tendato

Iniziamo il nostro viaggio raggiungendo la sommità del Monte Nebo (817 mt).La vista dalla sua cima, nei pressi del villaggio dovrebbe permettere una visione sulla Terra Santa e, a settentrione, una più limitata visuale della valle del Giordano. La città cisgiordanica di Gerico è normalmente

visibile dalla vetta, come pure Gerusalemme nelle giornate nitide, nel nostro caso purtroppo c’è molta foschia, ma riusciamo lo stesso a vedere la bellissima vista che si affaccia sulla Valle del Giordano. Dopo la visita al Memoriale di Mosè, (il santuario è una commemorazione, non il luogo in cui è sepolto) luogo di pellegrinaggio da Gerusalemme a Gerico, ci dirigiamo verso il centro di Madaba dove all’interno della chiesa di San Giorgio è possibile ammirare il mosaico della mappa della Terrasanta, che raffigura la strada per arrivare a Gerusalemme attraverso 150 località. Dopo la sosta nella piccola cittadina, ci incamminiamo sulla strada che unisce il nord al sud del paese. Dopo 250 km arriviamo verso le 17:30 al bivio verso il Wadi Rum, quando giungiamo al Village ormai è notte, ci attendono 2 pick up scoperti. Carichiamo i bagagli all’interno del pick up e partiamo, dopo un percorso sulla pista sterrata e sabbiosa arriviamo al Bedouin Meditation Camp (N29° 28.988’ E35° 23.579’ Quota 1026 m).

Non dimenticherò mai quel tragitto al buio assiepati e imbacuccati per il freddo: a pensarci bene dentro la nostra auto ci potevamo stare, Tommaso di Milano dice una delle sue battute fulminanti che ci accompagneranno per il resto del viaggio, scatenando l’ilarità generale: “a questi italiani cog……i piace così, facciamoli stare fuori…si sentono più avventurosi e fighi”.Sono le ore 18:05 ora locale, Mr. Zedane ci aspetta e ci invita per il tè, dopo aver sistemato i bagagli nei tendoni per la nostra unica notte nel campo tendato, avendo scelto la soluzione “nomadismo”, gli illustro il percorso,trekking e dove vorremmo fermarci a dormire, ma mi affido a lui e infatti ogni campeggio sarà in luoghi magnifici.Alle 19:00 siamo già a cena, seduti sui materassini, (munitevi di calzettoni) molti di noi tengono le gambe sotto il tavolino, al che io chiedo a Stefano se non mi stia per caso facendo piedino….Ovviamente no, mi risponde. Tutti ridono e mi sfottono dandomi della fifona…ma nell’aria ci sono dei presentimenti.Così mi avvio a fare la fila al buffet. In quel momento arriva verso di me Stefania con la macchina fotografica: ha appena fotografato uno scorpione grigio, anche abbastanza grande! Quindi era lui che

mi faceva piedino! Mostro immediatamente l’immagine a Zedane, che corre a prendere un secchiello e una pinza, solleviamo tutti i materassini e la bestiolina spunta fuori, dopo averlo preso lo porta fuori non so dove. Gli domando se non sia pericoloso, lui mi dice: “no, non credo, quelli gialli sono pericolosi….” Al nostro briefing mi avevano tutti preso in giro perché gli avevo detto di “scrollare” sempre le scarpe prima di rimetterle!Dopo cena qualcuno si attarda con l’applicazione sullo smartphone di Antonio per vedere le stelle, e mentre metà gruppo è alle prese con Orione (il vero protagonista del nostro viaggio, ci ha dato la buonanotte tutte le sere), l’altra metà è già nelle braccia di Morfeo, appisolata nei sacchi a pelo invernali.

28 dicembre – WADI RUM campeggio libero

Non esistono parole che possano descrivere la bellezza di un’alba sul paesaggio che si apre di fronte al campo di Zedane. Sarebbe riduttivo.Sembra di essere in un’altra dimensione, una dimensione di pace e benessere.Mi fermo a scattare qualche foto con Alessandra e Renata.In quel momento giunge il nostro autista/guida/cuciniere, si chiama Salem e starà con noi per tutta

RACCONTI DI VIAGGIO | Giordania

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RACCONTI DI VIAGGIO | Giordania

la durata del viaggio. E’ una persona meravigliosa, non conosce moltissime parole di inglese, tranne le solite di uso comune con i turisti, ma sia io che Antonio conosciamo qualche parola di arabo (anzi Antonio anche meglio di me, mi aiuterà tantissimo) e questo faciliterà la comunicazione rendendo il viaggio veramente unico.Salem non è come le altre simpaticissime guide che parlano italiano che incontriamo sul percorso. E’ un uomo giordano del deserto, perfettamente integrato nel suo ambiente. I suoi occhi dolci e buoni hanno fatto innamorare tutti.Dopo aver percorso appena 4 km arriviamo a Jebel El Qattar, dove Salem ci conduce a visitare una fonte naturale dove si abbeverano gli animali. Gli chiedo il nome e sul mio taccuino scriverà la prima di una lunga serie di annotazioni: Al Ashebi.E’ un luogo bellissimo, il silenzio inizia ad impadronirsi di noi, percorriamo altri 9 km e alle 10:30 ci fermiamo per un lungo trekking, ci arrampichiamo fino a quota 1150 mt e sbuchiamo dalla parte opposta.Siamo un gruppo che ha desiderato esattamente le stesse cose dall’inizio, nessuno si lamenta di nulla, c’è entusiasmo, voglia di stare insieme e voglia di stare soli allo stesso tempo. Non abbiamo fatto in tempo a riprenderci dall’emozione della lunga camminata che siamo ad Al Ghara, dove questa roccia che sembra un fungo ha assunto nei secoli questa forma così particolare per il lavorìo del vento e di altri agenti atmosferici. Si trova a circa 888 mt, quindi siamo scesi un pochino, noto una scritta che fotografo e che poi mi farò tradurre la sera da Zedane. Riprendiamo la strada e arriviamo ad Harab Am Taq

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Siamo un gruppo che ha desiderato esattamente le stesse cose dall’inizio, nessuno si lamenta di nulla, c’è entusiasmo, voglia di stare insieme e voglia di stare soli allo stesso tempo. Non abbiamo fatto in tempo a riprenderci dall’emozione della lunga camminata che siamo ad Al Ghara, dove questa roccia che sembra un fungo ha assunto nei secoli questa forma così particolare per il lavorìo del vento e di altri agenti atmosferici. Si trova a circa 888 mt, quindi siamo scesi un pochino, noto una scritta che fotografo e che poi mi farò tradurre la sera da Zedane.

Riprendiamo la strada e arriviamo ad Harab Am Taq بارھ قطلا dove visitiamo due caverne che si affacciamo su una bellissima distesa. Riprendiamo il nostro percorso e ci godiamo il paesaggio di Uadi Suibat

طبیؤس ئداو Alle 13 circa Salem ci propone un picnic a Am Qada ءاطقما , un posto bellissimo, dove stendiamo la grande stuoia e mentre il nostro amico giordano prepara il fuoco per il tè noi tiriamo fuori i primi rifornimenti portati dall’Italia: formaggi dalla Basilicata, salumi dalla Sardegna, dolcetti del settentrione, solo per citarne alcuni. Tutti i nostri pranzi saranno così, condivisi. Bello. Dopo una piccola pennichella stesi al sole, ripartiamo per il primo piccolo arco che incontreremo sulla nostra strada, Little Arch. Ci rimettiamo in viaggio, in tempo per arrivare con la luce del sole e montare le nostre tende in un posto protetto che Salem chiama “The Cave”. In realtà corrisponde all’incirca ad una zona a est di Al Warqa. E’ la nostra prima notte da nomadi. Ci mettiamo intorno al fuoco e verso le 17:30 arriva Zedane con la cena! Probabilmente deve sistemare i numerosissimi gruppi in arrivo, per cui non mi lamento, ma il giorno dopo chiedo con gentilezza di poter cenare almeno alle 18:30/19:00 e naturalmente verrò accontentata da quest’uomo così ospitale. La serata tanto scorre veloce intorno al fuoco, tra chiacchiere, riflessioni e risate, verso le 21:30 facciamo uno spuntino, con dolcetti lucani fatti in casa, cioccolata con le nocciole ed il buonissimo tè. 29 dicembre – WADI RUM campeggio libero Un vento fortissimo che ha ripetutamente scosso la tenda ci fa svegliare presto. Marilena, una delle mie due “coinquiline” di tenda, una vera forza della natura, mi confessa che ha avuto un po’ paura, come se gli scossoni venissero provocati da qualcuno. Come se non bastasse, i latrati dei cani sono stati una colonna sonora inquietante… Alcuni di noi salgono su un'altura per gustare il panorama, il sole ancora non è sorto, quando arrivano i primi raggi il paesaggio inizia ad assumere dei colori magnifici.

dove visitiamo due caverne che si affacciamo su una bellissima distesa.Riprendiamo il nostro percorso e ci godiamo il paesaggio di Uadi Suibat

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Siamo un gruppo che ha desiderato esattamente le stesse cose dall’inizio, nessuno si lamenta di nulla, c’è entusiasmo, voglia di stare insieme e voglia di stare soli allo stesso tempo. Non abbiamo fatto in tempo a riprenderci dall’emozione della lunga camminata che siamo ad Al Ghara, dove questa roccia che sembra un fungo ha assunto nei secoli questa forma così particolare per il lavorìo del vento e di altri agenti atmosferici. Si trova a circa 888 mt, quindi siamo scesi un pochino, noto una scritta che fotografo e che poi mi farò tradurre la sera da Zedane.

Riprendiamo la strada e arriviamo ad Harab Am Taq بارھ قطلا dove visitiamo due caverne che si affacciamo su una bellissima distesa. Riprendiamo il nostro percorso e ci godiamo il paesaggio di Uadi Suibat

طبیؤس ئداو Alle 13 circa Salem ci propone un picnic a Am Qada ءاطقما , un posto bellissimo, dove stendiamo la grande stuoia e mentre il nostro amico giordano prepara il fuoco per il tè noi tiriamo fuori i primi rifornimenti portati dall’Italia: formaggi dalla Basilicata, salumi dalla Sardegna, dolcetti del settentrione, solo per citarne alcuni. Tutti i nostri pranzi saranno così, condivisi. Bello. Dopo una piccola pennichella stesi al sole, ripartiamo per il primo piccolo arco che incontreremo sulla nostra strada, Little Arch. Ci rimettiamo in viaggio, in tempo per arrivare con la luce del sole e montare le nostre tende in un posto protetto che Salem chiama “The Cave”. In realtà corrisponde all’incirca ad una zona a est di Al Warqa. E’ la nostra prima notte da nomadi. Ci mettiamo intorno al fuoco e verso le 17:30 arriva Zedane con la cena! Probabilmente deve sistemare i numerosissimi gruppi in arrivo, per cui non mi lamento, ma il giorno dopo chiedo con gentilezza di poter cenare almeno alle 18:30/19:00 e naturalmente verrò accontentata da quest’uomo così ospitale. La serata tanto scorre veloce intorno al fuoco, tra chiacchiere, riflessioni e risate, verso le 21:30 facciamo uno spuntino, con dolcetti lucani fatti in casa, cioccolata con le nocciole ed il buonissimo tè. 29 dicembre – WADI RUM campeggio libero Un vento fortissimo che ha ripetutamente scosso la tenda ci fa svegliare presto. Marilena, una delle mie due “coinquiline” di tenda, una vera forza della natura, mi confessa che ha avuto un po’ paura, come se gli scossoni venissero provocati da qualcuno. Come se non bastasse, i latrati dei cani sono stati una colonna sonora inquietante… Alcuni di noi salgono su un'altura per gustare il panorama, il sole ancora non è sorto, quando arrivano i primi raggi il paesaggio inizia ad assumere dei colori magnifici.

Alle 13 circa Salem ci propone un picnic a Am Qada

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Siamo un gruppo che ha desiderato esattamente le stesse cose dall’inizio, nessuno si lamenta di nulla, c’è entusiasmo, voglia di stare insieme e voglia di stare soli allo stesso tempo. Non abbiamo fatto in tempo a riprenderci dall’emozione della lunga camminata che siamo ad Al Ghara, dove questa roccia che sembra un fungo ha assunto nei secoli questa forma così particolare per il lavorìo del vento e di altri agenti atmosferici. Si trova a circa 888 mt, quindi siamo scesi un pochino, noto una scritta che fotografo e che poi mi farò tradurre la sera da Zedane.

Riprendiamo la strada e arriviamo ad Harab Am Taq بارھ قطلا dove visitiamo due caverne che si affacciamo su una bellissima distesa. Riprendiamo il nostro percorso e ci godiamo il paesaggio di Uadi Suibat

طبیؤس ئداو Alle 13 circa Salem ci propone un picnic a Am Qada ءاطقما , un posto bellissimo, dove stendiamo la grande stuoia e mentre il nostro amico giordano prepara il fuoco per il tè noi tiriamo fuori i primi rifornimenti portati dall’Italia: formaggi dalla Basilicata, salumi dalla Sardegna, dolcetti del settentrione, solo per citarne alcuni. Tutti i nostri pranzi saranno così, condivisi. Bello. Dopo una piccola pennichella stesi al sole, ripartiamo per il primo piccolo arco che incontreremo sulla nostra strada, Little Arch. Ci rimettiamo in viaggio, in tempo per arrivare con la luce del sole e montare le nostre tende in un posto protetto che Salem chiama “The Cave”. In realtà corrisponde all’incirca ad una zona a est di Al Warqa. E’ la nostra prima notte da nomadi. Ci mettiamo intorno al fuoco e verso le 17:30 arriva Zedane con la cena! Probabilmente deve sistemare i numerosissimi gruppi in arrivo, per cui non mi lamento, ma il giorno dopo chiedo con gentilezza di poter cenare almeno alle 18:30/19:00 e naturalmente verrò accontentata da quest’uomo così ospitale. La serata tanto scorre veloce intorno al fuoco, tra chiacchiere, riflessioni e risate, verso le 21:30 facciamo uno spuntino, con dolcetti lucani fatti in casa, cioccolata con le nocciole ed il buonissimo tè. 29 dicembre – WADI RUM campeggio libero Un vento fortissimo che ha ripetutamente scosso la tenda ci fa svegliare presto. Marilena, una delle mie due “coinquiline” di tenda, una vera forza della natura, mi confessa che ha avuto un po’ paura, come se gli scossoni venissero provocati da qualcuno. Come se non bastasse, i latrati dei cani sono stati una colonna sonora inquietante… Alcuni di noi salgono su un'altura per gustare il panorama, il sole ancora non è sorto, quando arrivano i primi raggi il paesaggio inizia ad assumere dei colori magnifici.

, un posto bellissimo, dove stendiamo la grande stuoia e mentre il nostro amico giordano prepara il fuoco per il tè noi tiriamo fuori i primi rifornimenti portati dall’Italia: formaggi dalla Basilicata, salumi dalla Sardegna, dolcetti del settentrione, solo per citarne alcuni. Tutti i nostri pranzi saranno così, condivisi. Bello. Dopo una piccola pennichella stesi al sole, ripartiamo per il primo piccolo arco che incontreremo sulla nostra strada, Little Arch. Ci rimettiamo in viaggio, in tempo per arrivare con la luce del sole e montare le nostre tende in un posto protetto che Salem chiama “The Cave”.In realtà corrisponde all’incirca ad una zona a est di Al Warqa.E’ la nostra prima notte da nomadi.Ci mettiamo intorno al fuoco e verso le 17:30 arriva Zedane con la cena! Probabilmente deve sistemare i numerosissimi gruppi in arrivo, per cui non mi lamento, ma il giorno dopo chiedo con gentilezza di poter cenare almeno alle 18:30/19:00 e naturalmente verrò accontentata da quest’uomo così ospitale.La serata tanto scorre veloce intorno al fuoco, tra

chiacchiere, riflessioni e risate, verso le 21:30 facciamo uno spuntino, con dolcetti lucani fatti in casa, cioccolata con le nocciole ed il buonissimo tè.

29 dicembre – WADI RUM campeggio libero Un vento fortissimo che ha ripetutamente scosso la tenda ci fa svegliare presto. Marilena, una delle mie due “coinquiline” di tenda, una vera forza della natura, mi confessa che ha avuto un po’ paura, come se gli scossoni venissero provocati da qualcuno. Come se non bastasse, i latrati dei cani sono stati una colonna sonora inquietante… Alcuni di noi salgono su un’altura per gustare il panorama, il sole ancora non è sorto, quando arrivano i primi raggi il paesaggio inizia ad assumere dei colori magnifici. Memore dei consigli sulle relazioni partiamo presto, il nostro pick up passa tra strette e contorte piste, costeggiando l’imponente Al Qattar fino a giungere al Canyon Jebel Khazali

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Memore dei consigli sulle relazioni partiamo presto, il nostro pick up passa tra strette e contorte piste, costeggiando l’imponente Al Qattar fino a giungere al

Canyon Jebel Khazali يلعزاك لبج . Ci addentriamo nel siq, a tratti questa gola rocciosa è spettacolare, iniziamo a vedere le prime incisioni rupestri. Ci sono pozzi, tunnel, in alcuni punti ci dobbiamo davvero arrampicare per arrivare fino in fondo, la fortuna vuole che in questo gruppo ci siano Stefano e Sergio appassionati di montagna e scalate e Stefania, una siciliana sportivissima, che fa anche lei arrampicata e contagiano tutti gli altri! Incrociamo anche altri gruppi di AnM, ci soffermiamo un po’ nei dintorni per poi riprendere la strada verso le Sorgenti di Lawrence a quota 1072 mt. Ci arrampichiamo, la salita dura una ventina di minuti, la vista è stupenda, si vede tutta la vallata, ci sono anche degli alberi e delle acacie. Durante la scalata verso le fonti, abbiamo visto rettili, piccoli roditori e delle fantastiche capre equilibriste. Uno spettacolo. Ci rimettiamo in viaggio, ad un certo punto tra le vertiginose pareti di roccia

sbuca una rossissima duna di sabbia, siamo ad Am Ashrin ما نئرشع un ragazzo fa sand-board! Dopo esserci doverosamente rotolati e insabbiati per benino ci avviamo verso il prossimo sito dove altre incisioni rupestri ci attendono. Siamo ad An Fishiya

ان ھئشئف nei pressi di una parete di roccia perfettamente perpendicolare al terreno. Dopo qualche foto, ci rimettiamo in viaggio, costeggiamo Al Barrah fino a giungere a quel che resta della Lawrence House. La posizione mi sconvolge, il paesaggio è pazzesco. Non ci sono parole…….. In silenzio e senza neppure parlare tra di noi, con Anita iniziamo a raccogliere purtroppo tanta, tanta plastica, anche gli altri ci imitano. E’ un istinto naturale quello di preservare questi luoghi dalla contaminazione consumistica. Quanto durerà questa pace? Mentre questi pensieri mi avvolgono, è giunto uno dei momenti più belli della giornata: il pranzo!!! Ci fermiamo nei pressi del Jebel Al Mahama, la vallata è bellissima, facciamo il

nostro picnic, per ripartire quasi subito verso un Siq lì vicino قیس امحملا Salem ci lascia all’ingresso, ci incamminiamo tra le pareti, su sabbia rossissima, il paesaggio mi ricorda una scena di “Viaggio al centro della terra”. Il trekking dura una quarantina di minuti, quando sbuchiamo dalla parte opposta il nostro caro amico ci aspetta, è quasi il tramonto, raggiungiamo The Big Arch di Um Fruht. Ci rimettiamo in viaggio per allestire il nostro secondo free camp nella zona di Um Muqur. E’ un posto bellissimo, dopo cena ci divertiamo a “preparare” la foto copertina della vacanza, con l’esperto Sergio alla regia.

Ci addentriamo nel siq, a tratti questa gola rocciosa è spettacolare, iniziamo a vedere le prime incisioni rupestri. Ci sono pozzi, tunnel, in alcuni punti ci dobbiamo davvero arrampicare per arrivare fino in fondo, la fortuna vuole che in questo gruppo ci siano Stefano e Sergio appassionati di montagna e scalate e Stefania, una siciliana sportivissima, che fa anche lei arrampicata e contagiano tutti gli altri! Incrociamo anche altri gruppi di AnM, ci soffermiamo un po’ nei dintorni per poi riprendere la strada verso le Sorgenti di Lawrence a quota 1072 mt.Ci arrampichiamo, la salita dura una ventina di minuti, la vista è stupenda, si vede tutta la vallata, ci sono anche degli alberi e delle acacie. Durante la scalata verso le fonti, abbiamo visto rettili, piccoli roditori e delle fantastiche capre equilibriste. Uno spettacolo.Ci rimettiamo in viaggio, ad un certo punto tra le vertiginose pareti di roccia sbuca una rossissima duna di sabbia, siamo ad Am Ashrin

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Canyon Jebel Khazali يلعزاك لبج . Ci addentriamo nel siq, a tratti questa gola rocciosa è spettacolare, iniziamo a vedere le prime incisioni rupestri. Ci sono pozzi, tunnel, in alcuni punti ci dobbiamo davvero arrampicare per arrivare fino in fondo, la fortuna vuole che in questo gruppo ci siano Stefano e Sergio appassionati di montagna e scalate e Stefania, una siciliana sportivissima, che fa anche lei arrampicata e contagiano tutti gli altri! Incrociamo anche altri gruppi di AnM, ci soffermiamo un po’ nei dintorni per poi riprendere la strada verso le Sorgenti di Lawrence a quota 1072 mt. Ci arrampichiamo, la salita dura una ventina di minuti, la vista è stupenda, si vede tutta la vallata, ci sono anche degli alberi e delle acacie. Durante la scalata verso le fonti, abbiamo visto rettili, piccoli roditori e delle fantastiche capre equilibriste. Uno spettacolo. Ci rimettiamo in viaggio, ad un certo punto tra le vertiginose pareti di roccia

sbuca una rossissima duna di sabbia, siamo ad Am Ashrin ما نئرشع un ragazzo fa sand-board! Dopo esserci doverosamente rotolati e insabbiati per benino ci avviamo verso il prossimo sito dove altre incisioni rupestri ci attendono. Siamo ad An Fishiya

ان ھئشئف nei pressi di una parete di roccia perfettamente perpendicolare al terreno. Dopo qualche foto, ci rimettiamo in viaggio, costeggiamo Al Barrah fino a giungere a quel che resta della Lawrence House. La posizione mi sconvolge, il paesaggio è pazzesco. Non ci sono parole…….. In silenzio e senza neppure parlare tra di noi, con Anita iniziamo a raccogliere purtroppo tanta, tanta plastica, anche gli altri ci imitano. E’ un istinto naturale quello di preservare questi luoghi dalla contaminazione consumistica. Quanto durerà questa pace? Mentre questi pensieri mi avvolgono, è giunto uno dei momenti più belli della giornata: il pranzo!!! Ci fermiamo nei pressi del Jebel Al Mahama, la vallata è bellissima, facciamo il

nostro picnic, per ripartire quasi subito verso un Siq lì vicino قیس امحملا Salem ci lascia all’ingresso, ci incamminiamo tra le pareti, su sabbia rossissima, il paesaggio mi ricorda una scena di “Viaggio al centro della terra”. Il trekking dura una quarantina di minuti, quando sbuchiamo dalla parte opposta il nostro caro amico ci aspetta, è quasi il tramonto, raggiungiamo The Big Arch di Um Fruht. Ci rimettiamo in viaggio per allestire il nostro secondo free camp nella zona di Um Muqur. E’ un posto bellissimo, dopo cena ci divertiamo a “preparare” la foto copertina della vacanza, con l’esperto Sergio alla regia.

un ragazzo fa sand-board! Dopo esserci doverosamente rotolati e insabbiati per benino ci avviamo verso il prossimo sito dove altre incisioni rupestri ci attendono. Siamo ad An Fishiya

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Memore dei consigli sulle relazioni partiamo presto, il nostro pick up passa tra strette e contorte piste, costeggiando l’imponente Al Qattar fino a giungere al

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sbuca una rossissima duna di sabbia, siamo ad Am Ashrin ما نئرشع un ragazzo fa sand-board! Dopo esserci doverosamente rotolati e insabbiati per benino ci avviamo verso il prossimo sito dove altre incisioni rupestri ci attendono. Siamo ad An Fishiya

ان ھئشئف nei pressi di una parete di roccia perfettamente perpendicolare al terreno. Dopo qualche foto, ci rimettiamo in viaggio, costeggiamo Al Barrah fino a giungere a quel che resta della Lawrence House. La posizione mi sconvolge, il paesaggio è pazzesco. Non ci sono parole…….. In silenzio e senza neppure parlare tra di noi, con Anita iniziamo a raccogliere purtroppo tanta, tanta plastica, anche gli altri ci imitano. E’ un istinto naturale quello di preservare questi luoghi dalla contaminazione consumistica. Quanto durerà questa pace? Mentre questi pensieri mi avvolgono, è giunto uno dei momenti più belli della giornata: il pranzo!!! Ci fermiamo nei pressi del Jebel Al Mahama, la vallata è bellissima, facciamo il

nostro picnic, per ripartire quasi subito verso un Siq lì vicino قیس امحملا Salem ci lascia all’ingresso, ci incamminiamo tra le pareti, su sabbia rossissima, il paesaggio mi ricorda una scena di “Viaggio al centro della terra”. Il trekking dura una quarantina di minuti, quando sbuchiamo dalla parte opposta il nostro caro amico ci aspetta, è quasi il tramonto, raggiungiamo The Big Arch di Um Fruht. Ci rimettiamo in viaggio per allestire il nostro secondo free camp nella zona di Um Muqur. E’ un posto bellissimo, dopo cena ci divertiamo a “preparare” la foto copertina della vacanza, con l’esperto Sergio alla regia.

nei pressi di una parete di roccia perfettamente perpendicolare al terreno. Dopo qualche foto, ci rimettiamo in viaggio, costeggiamo Al Barrah fino a giungere a quel che resta della Lawrence House.La posizione mi sconvolge, il paesaggio è pazzesco. Non ci sono parole……..In silenzio e senza neppure parlare tra di noi, con Anita iniziamo a raccogliere purtroppo tanta, tanta plastica, anche gli altri ci imitano. E’ un istinto

naturale quello di preservare questi luoghi dalla contaminazione consumistica.

Quanto durerà questa pace? Mentre questi pensieri mi avvolgono, è giunto uno dei momenti più belli della giornata: il pranzo!!!Ci fermiamo nei pressi del Jebel Al Mahama, la vallata è bellissima, facciamo il nostro picnic, per ripartire quasi subito verso un Siq lì vicino

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Memore dei consigli sulle relazioni partiamo presto, il nostro pick up passa tra strette e contorte piste, costeggiando l’imponente Al Qattar fino a giungere al

Canyon Jebel Khazali يلعزاك لبج . Ci addentriamo nel siq, a tratti questa gola rocciosa è spettacolare, iniziamo a vedere le prime incisioni rupestri. Ci sono pozzi, tunnel, in alcuni punti ci dobbiamo davvero arrampicare per arrivare fino in fondo, la fortuna vuole che in questo gruppo ci siano Stefano e Sergio appassionati di montagna e scalate e Stefania, una siciliana sportivissima, che fa anche lei arrampicata e contagiano tutti gli altri! Incrociamo anche altri gruppi di AnM, ci soffermiamo un po’ nei dintorni per poi riprendere la strada verso le Sorgenti di Lawrence a quota 1072 mt. Ci arrampichiamo, la salita dura una ventina di minuti, la vista è stupenda, si vede tutta la vallata, ci sono anche degli alberi e delle acacie. Durante la scalata verso le fonti, abbiamo visto rettili, piccoli roditori e delle fantastiche capre equilibriste. Uno spettacolo. Ci rimettiamo in viaggio, ad un certo punto tra le vertiginose pareti di roccia

sbuca una rossissima duna di sabbia, siamo ad Am Ashrin ما نئرشع un ragazzo fa sand-board! Dopo esserci doverosamente rotolati e insabbiati per benino ci avviamo verso il prossimo sito dove altre incisioni rupestri ci attendono. Siamo ad An Fishiya

ان ھئشئف nei pressi di una parete di roccia perfettamente perpendicolare al terreno. Dopo qualche foto, ci rimettiamo in viaggio, costeggiamo Al Barrah fino a giungere a quel che resta della Lawrence House. La posizione mi sconvolge, il paesaggio è pazzesco. Non ci sono parole…….. In silenzio e senza neppure parlare tra di noi, con Anita iniziamo a raccogliere purtroppo tanta, tanta plastica, anche gli altri ci imitano. E’ un istinto naturale quello di preservare questi luoghi dalla contaminazione consumistica. Quanto durerà questa pace? Mentre questi pensieri mi avvolgono, è giunto uno dei momenti più belli della giornata: il pranzo!!! Ci fermiamo nei pressi del Jebel Al Mahama, la vallata è bellissima, facciamo il

nostro picnic, per ripartire quasi subito verso un Siq lì vicino قیس امحملا Salem ci lascia all’ingresso, ci incamminiamo tra le pareti, su sabbia rossissima, il paesaggio mi ricorda una scena di “Viaggio al centro della terra”. Il trekking dura una quarantina di minuti, quando sbuchiamo dalla parte opposta il nostro caro amico ci aspetta, è quasi il tramonto, raggiungiamo The Big Arch di Um Fruht. Ci rimettiamo in viaggio per allestire il nostro secondo free camp nella zona di Um Muqur. E’ un posto bellissimo, dopo cena ci divertiamo a “preparare” la foto copertina della vacanza, con l’esperto Sergio alla regia.

Salem ci lascia all’ingresso, ci incamminiamo tra le pareti, su sabbia rossissima, il paesaggio mi ricorda una scena di “Viaggio al centro della terra”.Il trekking dura una quarantina di minuti, quando sbuchiamo dalla parte opposta il nostro caro amico ci aspetta, è quasi il tramonto, raggiungiamo The Big Arch di Um Fruht. Ci rimettiamo in viaggio per allestire il nostro

secondo free camp nella zona di Um Muqur. E’ un posto bellissimo, dopo cena ci divertiamo a “preparare” la foto copertina della vacanza, con l’esperto Sergio alla regia.

30 dicembre – WADI RUM campeggio libero

La prima notte scorre tranquilla, non c’è quel vento furibondo della sera prima. Il gruppo sta metabolizzando la solitudine, come mi aspettavo, stanno assaporando con serenità, spirito di adattamento e gioia il disagio e la semplicità di un’esperienza che ci sta segnando.In lontananza vediamo il Jebel Burda, ma è pieno di gente e pur essendo la zona di Al Fattar suggestiva, il fungo non è un motivo sufficiente per sostare, il gruppo vuole stare da solo….. Incredibile!Ci incamminiamo a piedi nel Siq Al Barrah, il monte è imponente, ci fermiamo ad osservare due alpinisti che stanno attaccando una parete di 300 mt. (difficoltà 7/8 mi dicono le loro guide).Ho deciso, e questo grazie anche ai miei compagni di viaggio Sergio e Stefano, che tornando in Italia, farò un piccolo corso di climbing, ma non per arrivare chissà dove, solo per salire un po’ ed acquisire più sicurezza. Intorno alle 12:40 ci fermiamo per mangiare, un altro luogo stupendo, forse il più bello dove abbiamo fatto picnic.Intorno alle 14:00 riprendiamo la via per raggiungere i famosi Sette Pilastri della Saggezza che si trovano all’ingresso del parco a Rum, che noi arrivando di notte non avevamo notato.E’ l’ultima sera nel deserto verso le 15:00 ripartiamo per raggiungere dopo aver percorso 20 km il nostro punto di sosta.Siamo ad Am Sabata... in un altro luogo che Salem chiama The cave.

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30 dicembre – WADI RUM campeggio libero La prima notte scorre tranquilla, non c’è quel vento furibondo della sera prima. Il gruppo sta metabolizzando la solitudine, come mi aspettavo, stanno assaporando con serenità, spirito di adattamento e gioia il disagio e la semplicità di un’esperienza che ci sta segnando. In lontananza vediamo il Jebel Burda, ma è pieno di gente e pur essendo la zona di Al Fattar suggestiva, il fungo non è un motivo sufficiente per sostare, il gruppo vuole stare da solo….. Incredibile! Ci incamminiamo a piedi nel Siq Al Barrah, il monte è imponente, ci fermiamo ad osservare due alpinisti che stanno attaccando una parete di 300 mt. (difficoltà 7/8 mi dicono le loro guide). Ho deciso, e questo grazie anche ai miei compagni di viaggio Sergio e Stefano, che tornando in Italia, farò un piccolo corso di climbing, ma non per arrivare chissà dove, solo per salire un po’ ed acquisire più sicurezza. Intorno alle 12:40 ci fermiamo per mangiare, un altro luogo stupendo, forse il più bello dove abbiamo fatto picnic. Intorno alle 14:00 riprendiamo la via per raggiungere i famosi Sette Pilastri della Saggezza che si trovano all'ingresso del parco a Rum, che noi arrivando di notte non avevamo notato. E’ l’ultima sera nel deserto verso le 15:00 ripartiamo per raggiungere dopo aver percorso 20 km il nostro punto di sosta.

Siamo ad Am Sabata... ةطبص ما in un altro luogo che Salem chiama The cave. Il posto è talmente bello che non montiamo subito le tende, ma ci arrampichiamo per gustarci il panorama. Siamo appollaiati tutti insieme sulle rocce in attesa del tramonto che arriva esplosivo come sempre. Le tende vengono montate quasi al crepuscolo, il gruppo sembra ormai una piccola comunità, tutti aiutano sempre tutti tra tante risate. E’ bellissimo. La cena è luculliana, la notte stellata mozzafiato. La trascorreremo a fare prove di regia per la nostra foto in notturna. 31 dicembre – MATTINA WADI RUM – PM VERSO PETRA L’ultima alba nel deserto si rivela grandiosa, si sente nell’aria già un po’ di malinconia, nel pomeriggio saremo di nuovo nella normalità. Ma non ci pensiamo e riprendiamo la nostra traversata. Incontriamo dei cammelli al

pascolo nella zona di Sad Attagh دس اقطل A forza devo trascinare via il gruppo, meno male che ci pensano i camelidi, che dopo la curiosità iniziale, ci ignorano, allontanandosi. Molto vicino ci sono dei pozzi che servono per la raccolta dell’acqua. Le emozioni non sono finite, finalmente arriva un momento che desideravo: ci fermiamo a contemplare il suono del silenzio in quella che abbiamo definito la “Vallata del Silenzio” , facciamo zittire l’ultima chiacchierona rimasta. Non so

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Page 4: LA CATARSI SILENZIOSA DEL DESERTO DEL WADI …...Avventure nel mondo 1 | 2020 - 37 Alla cara memoria di Sergio Frasson Il Deserto è un luogo silenzioso dove senti scandire il battito

40 - Avventure nel mondo 1 | 2020

RACCONTI DI VIAGGIO | Giordania

Il posto è talmente bello che non montiamo subito le tende, ma ci arrampichiamo per gustarci il panorama. Siamo appollaiati tutti insieme sulle rocce in attesa del tramonto che arriva esplosivo come sempre. Le tende vengono montate quasi al crepuscolo, il gruppo sembra ormai una piccola comunità, tutti aiutano sempre tutti tra tante risate. E’ bellissimo.La cena è luculliana, la notte stellata mozzafiato. La trascorreremo a fare prove di regia per la nostra foto in notturna.

31 dicembre – MATTINA WADI RUM – PM VERSO PETRA

L’ultima alba nel deserto si rivela grandiosa, si sente nell’aria già un po’ di malinconia, nel pomeriggio saremo di nuovo nella normalità. Ma non ci pensiamo e riprendiamo la nostra traversata. Incontriamo dei cammelli al pascolo nella zona di Sad AttaghA forza devo trascinare via il gruppo, meno male che ci pensano i camelidi, che dopo la curiosità iniziale, ci ignorano, allontanandosi.Molto vicino ci sono dei pozzi che servono per la raccolta dell’acqua. Le emozioni non sono finite, finalmente arriva un momento che desideravo: ci fermiamo a contemplare il suono del silenzio in quella che abbiamo definito la “Vallata del Silenzio” , facciamo zittire l’ultima chiacchierona rimasta. Non so quando ci ricapiterà di ascoltare quel silenzio, restiamo a lungo in quello spazio/vuoto, chi si incammina, chi si siede, siamo proprio ipnotizzati.Salem mi ha trascritto quel punto: si chiama Al Kahsch sch

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quando ci ricapiterà di ascoltare quel silenzio, restiamo a lungo in quello spazio/vuoto, chi si incammina, chi si siede, siamo proprio ipnotizzati.

Salem mi ha trascritto quel punto: si chiama Al Kahsch sch اشخلا ةش Siamo in un’altra vallata “Al-Larg” e vediamo un altro arco nella roccia, dove ci arrampichiamo tutti. Visitiamo il Tempio Nabateo di Rum e ci avviamo verso il Villaggio, nell’ufficio di Zedane. E’ ora di partire. Saluto questo grande uomo, sono sicura che tornerò a trovarlo. Dal finestrino mi affaccio: ha inforcato gli occhiali da sole che ho trovato su una duna, è troppo figo. Arriviamo a Petra verso le 5 del pomeriggio, chi va ad un hammam chi a riposare. Ci rivedremo a cena dove apriamo finalmente la bottiglia di rosso. E’ la notte di Capodanno, ci siamo talmente trovati che non aspettiamo neppure mezzanotte, ce ne andiamo a letto dopo aver aperto una bottiglia di bollicine a bordo piscina. Siamo talmente stanchi che alle 23:30 abbiamo già festeggiato il nuovo anno. 1° gennaio – PETRA & PETRA BY NIGHT La sveglia è alle 5:30, vogliamo essere i primi ad entrare al sito. Alle 7.30 siamo già dentro, camminando scorgiamo a destra i Djinn e a sinistra la tomba dell’obelisco. Questa gola lunga più di un chilometro si allarga e si stringe di continuo. Le sue pareti che sembrano inghiottirti regalano un’emozione dopo l’altra, quei colori cangianti e sgargianti dalle mille sfumature sembrano uscite dal pennello di un pittore. Poi, ad un tratto, appare il Palazzo del Tesoro. Da togliere il respiro. Proseguiamo in discesa il Wadi Musa, troviamo il Viale delle Facciate, con le tombe, poi il Teatro Romano, l'unico al mondo scolpito nella roccia, le Tombe Reali che visiteremo al rientro con la luce del tramonto. Siamo nel "centro" di Petra. Percorriamo la Strada delle Colonne, il tempio Grande, la Porta del Temenos, il Castello della Ragazza (Qasr al-Bint). Ci incamminiamo a piedi verso il Monastero (un po’ troppe bancarelle ahimè). La sera alcuni di noi torneranno per assistere allo spettacolo del Petra by Night. E il Tesoro con le fiaccole regalerà altre sensazioni struggenti. 2 gennaio – PETRA - Sera ad AMMAN Oggi c’è una variazione di programma ed il gruppo si divide. Una parte andrà alla Tomba di Aronne e una parte approfondirà la visita a Petra e raggiungerà l’Altare del Sacrificio e la parte opposta per ammirare il Tesoro dall’alto. La vista è bellissima, si vedono il Teatro Romano e le Tombe Reali. Ad un tratto la gola si apre in cima al Jebel Madbah. Due obelischi a guardia sembrano indicare la via per l'Altare del Sacrificio.

Siamo in un’altra vallata “Al-Larg” e vediamo un altro arco nella roccia, dove ci arrampichiamo tutti. Visitiamo il Tempio Nabateo di Rum e ci avviamo verso il Villaggio, nell’ufficio di Zedane. E’ ora di partire.Saluto questo grande uomo, sono sicura che tornerò a trovarlo.Dal finestrino mi affaccio: ha inforcato gli occhiali da sole che ho trovato su una duna, è troppo figo.Arriviamo a Petra verso le 5 del pomeriggio, chi va ad un hammam chi a riposare. Ci rivedremo a cena

dove apriamo finalmente la bottiglia di rosso.E’ la notte di Capodanno, ci siamo talmente trovati che non aspettiamo neppure mezzanotte, ce ne andiamo a letto dopo aver aperto una bottiglia di bollicine a bordo piscina. Siamo talmente stanchi che alle 23:30 abbiamo già festeggiato il nuovo anno.

1° gennaio – PETRA & PETRA BY NIGHT

La sveglia è alle 5:30, vogliamo essere i primi ad entrare al sito. Alle 7.30 siamo già dentro, camminando scorgiamo a destra i Djinn e a sinistra la tomba dell’obelisco. Questa gola lunga più di un chilometro si allarga e si stringe di continuo. Le sue pareti che sembrano inghiottirti regalano un’emozione dopo l’altra, quei colori cangianti e sgargianti dalle mille sfumature sembrano uscite dal pennello di un pittore.Poi, ad un tratto, appare il Palazzo del Tesoro. Da togliere il respiro.Proseguiamo in discesa il Wadi Musa, troviamo il Viale delle Facciate, con le tombe, poi il Teatro Romano, l’unico al mondo scolpito nella roccia, le Tombe Reali che visiteremo al rientro con la luce del tramonto. Siamo nel “centro” di Petra. Percorriamo la Strada delle Colonne, il tempio Grande, la Porta del Temenos, il Castello della Ragazza (Qasr al-Bint). Ci incamminiamo a piedi verso il Monastero (un po’ troppe bancarelle ahimè). La sera alcuni di noi torneranno per assistere allo spettacolo del Petra by Night. E il Tesoro con le fiaccole regalerà altre sensazioni struggenti.

2 gennaio – PETRA - Sera ad AMMAN

Oggi c’è una variazione di programma ed il gruppo si divide. Una parte andrà alla Tomba di Aronne e una parte approfondirà la visita a Petra e raggiungerà l’Altare del Sacrificio e la parte opposta per ammirare il Tesoro dall’alto.La vista è bellissima, si vedono il Teatro Romano e

le Tombe Reali. Ad un tratto la gola si apre in cima al Jebel Madbah. Due obelischi a guardia sembrano indicare la via per l’Altare del Sacrificio. In direzione opposta dei due obelischi raggiungiamo una delle più belle viste di Petra. Ci fermiamo a lungo a contemplare il paesaggio.Sulla strada del ritorno, troviamo una guida che ci porterà ad ammirare il Tesoro dalla parte opposta: imperdibile.Rientrando vediamo la Fontana del Leone, la Tomba Giardino, la Tomba del Soldato, ci perdiamo dietro il Teatro Romano che è chiuso e non c’è accesso, così giriamo intorno per tornare alle Tombe Reali ove ci ricongiungiamo con il resto del gruppo.Mi raccontano che il trekking alla tomba di Aronne è stupendo, sono molto contenti della gita, hanno trovato un luogo molto più selvaggio, hanno preso il tè presso una famiglia, un’esperienza molto forte e mistica.Dobbiamo affrettarci, alle 16:00 ci aspetta il nuovo autista che dal Petra Palace ci porterà ad Amman. Dall’Italia abbiamo condiviso la modifica, preferendola all’alzataccia di percorrere 260 km con un volo alle 10:30 e decidendo di passare l’ultima sera nella capitale, scelta azzeccatissima.L’autista è molto gentile, mi siedo davanti perché lo vedo molto stanco e gli parlo in continuazione per non farlo addormentare, solo ad Amman scoprirò che è tutto il giorno che guida senza sosta.Arriviamo in un hotel nel nulla, molto distante dal centro, chiedo all’autista se se la sente e non mi fa problemi, anzi propone di portarci lui stesso in un locale tipico giordano, che si chiama Jafra Restaurant.Naturalmente lo invito a cenare con noi, accetta felice, e mi confessa che di solito li accompagna solo i turisti/viaggiatori, il che mi lascia un po’ basita. C’è musica dal vivo, solo un tavolo di occidentali, un gruppo di ragazze fuma narghilé, altre festeggiano un compleanno, il servizio è grandioso, la cena spettacolare, abbiamo ordinato i piatti principali della cucina locale, inforchettando tutti assaggini nei piatti di tutti, un passaggio di scodelle continuo, grazie ai preziosi suggerimenti dell’autista.Siamo veramente in visibilio, il giusto finale di un viaggio indimenticabile.

3 gennaio – RIENTRO

Arriviamo in aeroporto alle 8:30, siamo tutti sul volo per il Cairo, dove ci saluteremo dividendoci agli imbarchi per Roma e Milano con la promessa di non perderci di vista. Grazie ai miei meravigliosi compagni di viaggio: Alessandra, Anita, Antonio, Marilena, Renata, Sergio, Stefania, Stefano e Tommaso.

(Insciallah!)

Il viaggio della

meravigliaIn tenda con cassa cucina e un gruppo pronto a tutto

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In direzione opposta dei due obelischi raggiungiamo una delle più belle viste di Petra. Ci fermiamo a lungo a contemplare il paesaggio. Sulla strada del ritorno, troviamo una guida che ci porterà ad ammirare il Tesoro dalla parte opposta: imperdibile. Rientrando vediamo la Fontana del Leone, la Tomba Giardino, la Tomba del Soldato, ci perdiamo dietro il Teatro Romano che è chiuso e non c’è accesso, così giriamo intorno per tornare alle Tombe Reali ove ci ricongiungiamo con il resto del gruppo. Mi raccontano che il trekking alla tomba di Aronne è stupendo, sono molto contenti della gita, hanno trovato un luogo molto più selvaggio, hanno preso il tè presso una famiglia, un’esperienza molto forte e mistica. Dobbiamo affrettarci, alle 16:00 ci aspetta il nuovo autista che dal Petra Palace ci porterà ad Amman. Dall’Italia abbiamo condiviso la modifica, preferendola all’alzataccia di percorrere 260 km con un volo alle 10:30 e decidendo di passare l’ultima sera nella capitale, scelta azzeccatissima. L’autista è molto gentile, mi siedo davanti perché lo vedo molto stanco e gli parlo in continuazione per non farlo addormentare, solo ad Amman scoprirò che è tutto il giorno che guida senza sosta. Arriviamo in un hotel nel nulla, molto distante dal centro, chiedo all’autista se se la sente e non mi fa problemi, anzi propone di portarci lui stesso in un locale tipico giordano, che si chiama Jafra Restaurant. Naturalmente lo invito a cenare con noi, accetta felice, e mi confessa che di solito li accompagna solo i turisti/viaggiatori, il che mi lascia un po’ basita. C’è musica dal vivo, solo un tavolo di occidentali, un gruppo di ragazze fuma narghilé, altre festeggiano un compleanno, il servizio è grandioso, la cena spettacolare, abbiamo ordinato i piatti principali della cucina locale, inforchettando tutti assaggini nei piatti di tutti, un passaggio di scodelle continuo, grazie ai preziosi suggerimenti dell’autista. Siamo veramente in visibilio, il giusto finale di un viaggio indimenticabile. 3 gennaio – RIENTRO Arriviamo in aeroporto alle 8:30, siamo tutti sul volo per il Cairo, dove ci saluteremo dividendoci agli imbarchi per Roma e Milano con la promessa di non perderci di vista. Grazie ai miei meravigliosi compagni di viaggio: Alessandra, Anita, Antonio, Marilena, Renata, Sergio, Stefania, Stefano e Tommaso.

هللا ءاش نا (Insciallah!)

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30 dicembre – WADI RUM campeggio libero La prima notte scorre tranquilla, non c’è quel vento furibondo della sera prima. Il gruppo sta metabolizzando la solitudine, come mi aspettavo, stanno assaporando con serenità, spirito di adattamento e gioia il disagio e la semplicità di un’esperienza che ci sta segnando. In lontananza vediamo il Jebel Burda, ma è pieno di gente e pur essendo la zona di Al Fattar suggestiva, il fungo non è un motivo sufficiente per sostare, il gruppo vuole stare da solo….. Incredibile! Ci incamminiamo a piedi nel Siq Al Barrah, il monte è imponente, ci fermiamo ad osservare due alpinisti che stanno attaccando una parete di 300 mt. (difficoltà 7/8 mi dicono le loro guide). Ho deciso, e questo grazie anche ai miei compagni di viaggio Sergio e Stefano, che tornando in Italia, farò un piccolo corso di climbing, ma non per arrivare chissà dove, solo per salire un po’ ed acquisire più sicurezza. Intorno alle 12:40 ci fermiamo per mangiare, un altro luogo stupendo, forse il più bello dove abbiamo fatto picnic. Intorno alle 14:00 riprendiamo la via per raggiungere i famosi Sette Pilastri della Saggezza che si trovano all'ingresso del parco a Rum, che noi arrivando di notte non avevamo notato. E’ l’ultima sera nel deserto verso le 15:00 ripartiamo per raggiungere dopo aver percorso 20 km il nostro punto di sosta.

Siamo ad Am Sabata... ةطبص ما in un altro luogo che Salem chiama The cave. Il posto è talmente bello che non montiamo subito le tende, ma ci arrampichiamo per gustarci il panorama. Siamo appollaiati tutti insieme sulle rocce in attesa del tramonto che arriva esplosivo come sempre. Le tende vengono montate quasi al crepuscolo, il gruppo sembra ormai una piccola comunità, tutti aiutano sempre tutti tra tante risate. E’ bellissimo. La cena è luculliana, la notte stellata mozzafiato. La trascorreremo a fare prove di regia per la nostra foto in notturna. 31 dicembre – MATTINA WADI RUM – PM VERSO PETRA L’ultima alba nel deserto si rivela grandiosa, si sente nell’aria già un po’ di malinconia, nel pomeriggio saremo di nuovo nella normalità. Ma non ci pensiamo e riprendiamo la nostra traversata. Incontriamo dei cammelli al

pascolo nella zona di Sad Attagh دس اقطل A forza devo trascinare via il gruppo, meno male che ci pensano i camelidi, che dopo la curiosità iniziale, ci ignorano, allontanandosi. Molto vicino ci sono dei pozzi che servono per la raccolta dell’acqua. Le emozioni non sono finite, finalmente arriva un momento che desideravo: ci fermiamo a contemplare il suono del silenzio in quella che abbiamo definito la “Vallata del Silenzio” , facciamo zittire l’ultima chiacchierona rimasta. Non so

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