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1 UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA Laboratorio di Psicologia Cognitiva La donazione di organi: che modello mentale è implicito? Proposta di uno strumento di rilevazione Background Un vasto corpo di ricerche ha messo in luce che buona parte dei nostri comportamenti dipende dal modo in cui ci rappresentiamo la realtà, in particolare dai modelli mentali che elaboriamo rispetto ad essa. I modelli mentali sono specie di micro-teorie che gli individui si costruiscono circa aspetti del mondo in cui vivono. Si parla infatti al riguardo anche di “teorie ingenue” — perché affiorano in modo spontaneo dall’esperienza personale, al di fuori della trasmissione culturale delle nozioni e dell’expertise o di “teorie alternative” — in quanto costituiscono spiegazioni differenti, rispetto a quelle “scientifiche”, dei fenomeni. Un modello mentale è un’organizzazione cognitiva strutturata, un insieme integrato di elementi tra loro altamente coesi, un’interpretazione a suo modo coerente dell a realtà cui facciamo riferimento per comprendere la realtà e per compiere anticipazioni, avanzare ipotesi, risolvere problemi, prendere decisioni. In genere un modello mentale riesce a “salvare i fenomeni”, ossia ci porta a concepire i fenomeni in un modo che si accorda con le nostre esperienze, con i dati di cui disponiamo e anche con i presupposti che usualmente condividiamo. Ciò spiega perché le persone sono in genere riluttanti a rinunciare ai propri modelli mentali in favore di altri, anche se questi ultimi vengono presentati come culturalmente più accreditati. Si può ritenere che anche rispetto alla donazione di organi le scelte degli individui siano orientate dal loro modello mentale. Le persone cioè potrebbero essere indotte ad astenersi dal sottoscrivere l’adesione alla proposta di permette l’espianto di propri organi dopo la morte perché, al di là delle informazioni che hanno recepito e al di là della propria sensibilità sociale o altruismo, hanno una concezione del proprio corpo, della morte biologica e dell’espianto di organi che induce a percepire la privazione di uno o più organi come una “violenza” alla propria identità. Diventa allora importante cercare di comprendere qual è il modello mentale del processo in questione che le persone elaborano, al fine di mirare meglio la comunicazione (sia attraverso i mass media che il rapporto personale diretto) per aiutarle a mutare le proprie convinzioni e il proprio atteggiamento rispetto alla donazione di organi. Lo strumento qui presentato ha proprio l’obiettivo di permettere di identificare il modello mentale della donazione posseduto da chi lo compila e su questa base giungere a una profilatura dei target della comunicazione per poterla diversificare.

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UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE

DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA

Laboratorio di Psicologia Cognitiva

La donazione di organi: che modello mentale è implicito?

Proposta di uno strumento di rilevazione

Background

Un vasto corpo di ricerche ha messo in luce che buona parte dei nostri comportamenti dipende dal

modo in cui ci rappresentiamo la realtà, in particolare dai modelli mentali che elaboriamo rispetto

ad essa. I modelli mentali sono specie di micro-teorie che gli individui si costruiscono circa aspetti

del mondo in cui vivono. Si parla infatti al riguardo anche di “teorie ingenue” — perché affiorano in

modo spontaneo dall’esperienza personale, al di fuori della trasmissione culturale delle nozioni e

dell’expertise o di “teorie alternative” — in quanto costituiscono spiegazioni differenti, rispetto a

quelle “scientifiche”, dei fenomeni.

Un modello mentale è un’organizzazione cognitiva strutturata, un insieme integrato di elementi tra

loro altamente coesi, un’interpretazione a suo modo coerente della realtà cui facciamo riferimento

per comprendere la realtà e per compiere anticipazioni, avanzare ipotesi, risolvere problemi,

prendere decisioni. In genere un modello mentale riesce a “salvare i fenomeni”, ossia ci porta a

concepire i fenomeni in un modo che si accorda con le nostre esperienze, con i dati di cui

disponiamo e anche con i presupposti che usualmente condividiamo. Ciò spiega perché le persone

sono in genere riluttanti a rinunciare ai propri modelli mentali in favore di altri, anche se questi

ultimi vengono presentati come culturalmente più accreditati.

Si può ritenere che anche rispetto alla donazione di organi le scelte degli individui siano orientate

dal loro modello mentale. Le persone cioè potrebbero essere indotte ad astenersi dal sottoscrivere

l’adesione alla proposta di permette l’espianto di propri organi dopo la morte perché, al di là delle

informazioni che hanno recepito e al di là della propria sensibilità sociale o altruismo, hanno una

concezione del proprio corpo, della morte biologica e dell’espianto di organi che induce a percepire

la privazione di uno o più organi come una “violenza” alla propria identità. Diventa allora

importante cercare di comprendere qual è il modello mentale del processo in questione che le

persone elaborano, al fine di mirare meglio la comunicazione (sia attraverso i mass media che il

rapporto personale diretto) per aiutarle a mutare le proprie convinzioni e il proprio atteggiamento

rispetto alla donazione di organi. Lo strumento qui presentato ha proprio l’obiettivo di permettere di

identificare il modello mentale della donazione posseduto da chi lo compila e su questa base

giungere a una profilatura dei target della comunicazione per poterla diversificare.

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Descrizione dello strumento

Il questionario sulla donazione degli organi è stato messo a punto da alcuni studenti di Psicologia

Cognitiva Applicata (Stefano Cesana, Eliseo di Lecce, Elena Miani, Sofia Pergami Feroldi e

Desirèe Rega) con la supervisione del Prof. Alessandro Antonietti e della tutor Dott.ssa Valentina

Rita Andolfi.

Lo strumento si propone diversi obiettivi:

1. Far emergere gli assunti impliciti che intervengono nella non-donazione: molto spesso infatti

l’atteggiamento delle persone nei confronti di uno specifico argomento non è dovuto solamente a

motivazioni esplicite (ossia quelle di cui il soggetto è consapevole), ma può anche essere guidato da

pensieri inconsapevoli. Questi ultimi inoltre possono avere un peso pari, se non superiore, a quelli

espliciti nel determinare un atteggiamento. Per questa ragione, attraverso alcune affermazioni su cui

il soggetto doveva dare un grado di accordo da 1 (assolutamente no) a 5 (assolutamente sì), si è

cercato di fare emergere quali potessero essere quelli maggiormente implicati nella decisione di non

donare i propri organi. Tra quelli che sono stati individuati figurano:

- L’idea della sacralità del corpo.

- L’idea dell’unione inscindibile tra corpo e mente/anima/spirito.

- L’idea della personalità come risultante di corpo e mente.

- L’idea dell’unicità del proprio corpo data da ogni singola componente di esso.

- L’idea del corpo come “macchina” (o meno).

2. Indagare alcuni degli assunti espliciti che intervengono nella non donazione per capire quanto

peso abbiano. Tra questi ci sono:

- La sfiducia nelle istituzioni/ medici pensare che dietro alla donazione ci sia un commercio

illegale di organi / che la donazione sia per i medici un mezzo per arricchirsi

- Le motivazioni politiche/ religiose non voler donare un proprio organo pensando che potrebbe

riceverlo qualcuno con idee politiche/fede diversa dalla propria

- L’idea dell’iniquità dello scambio tra donatore e ricevente non voler essere generosi senza

ricevere nulla in cambio

3. Indagare il livello di conoscenza dell’argomento sulla donazione per cercare di capire quanto

esso incida sulla disponibilità a donare (livello di expertise percepito)

4. Indagare se i seguenti assunti (che possono essere espliciti o impliciti per il soggetto) influenzano

la propensione a donare:

- La profondità del rapporto con l’organo alcuni organi potrebbero essere maggiormente

percepiti come più “propri” rispetto ad altri, e per questo si potrebbe essere meno reticenti a donarli.

- il tipo di dichiarazione di morte gli organi vitali possono sono tenuti in vita artificialmente

durante il trapianto e questo potrebbe portare il soggetto a pensare che la morte cerebrale sia meno

“morte” rispetto a quella cardiaca.

- La distanza temporale se il soggetto potesse decidere di donare gli organi non immediatamente

dopo il decesso, ma a distanza di più tempo, potrebbe essere che questo gli darebbe la certezza di

essere morto “veramente”.

- Dimensione estetica del cadavere una delle cause di resistenza potrebbe essere l’immagine del

proprio corpo “deturpato” in seguito all’intervento.

- Il coinvolgimento personale il coinvolgimento affettivo con il donatore potrebbe risultare una

forte spinta alla donazione.

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Il questionario

LE MIE IDEE

CIRCA LA DONAZIONI DI ORGANI Il presente questionario, che ha come obiettivo quello di rilevare che cosa le persone pensano circa la donazione di

organi, è stato messo a punto dagli studenti del corso di Psicologia cognitiva applicata dell'Università Cattolica di

Milano (Stefano Cesana, Eliseo Di Lecce, Elena Miani, Sofia Pergami Feroldi e Desirèe Rega) con la supervisione del

docente (Prof. Alessandro Antonietti) e della tutor (Dott.ssa Valentina Rita Andolfi).

Il questionario è anonimo (sono richiesti solo alcuni dati socio-anagrafici). Le risposte raccolte saranno utili per avere

un quadro delle opinioni del pubblico italiano e per migliorare la comunicazione circa la donazione di organi.

Si ringrazia chi vorrà dedicare 10 minuti del proprio tempo per compilare il questionario.

PREMESSA: COME FUNZIONA IL PROCESSO DI DONAZIONE DEGLI ORGANI

Con "morte cerebrale" si intende la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello. Questo equivale alla

cessazione definitiva delle funzioni psicologiche coscienti e della regolazione di della respirazione, della circolazione

cardiaca e del metabolismo, senza le quali non è possibile vivere.

La "morte cardiaca" invece corrisponde all’arresto della circolazione del sangue e della respirazione.

Il trapianto degli organi dal donatore al ricevente viene effettuato solamente nel momento in cui sia accertata, con

opportune procedure, la morte celebrale. In questo caso, infatti, l’attività cardiaca e la circolazione sanguigna possono

essere mantenute artificialmente in vita e gli organi al di fuori del cervello restano momentaneamente vitali, in quanto

continuano a ricevere i necessari nutrimenti. Questa condizione non è duratura poiché la mancanza di coordinamento

cerebrale ne causa inevitabilmente il danno progressivo.

1. Età: *

o 14-18

o 18-25

o 25-35

o 35-50

o 50-65

o maggiore di 65

2. Genere *

o Maschio

o Femmina 3. Luogo di nascita *

o Nord

o Centro

o Sud

o Altro:

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4. Luogo di residenza attuale: *

o Nord

o Centro

o Sud

o Altro: 5. Da quanto tempo vive nel suo luogo di residenza attuale? *

6. Elenchi i luoghi dove ha vissuto e specifichi per quanto tempo ha vissuto in ognuno di essi*

7. Livello di istruzione *

o Scuola elementare

o Scuola media

o Scuola superiore

o Laurea 8. Orientamento religioso *

o Cristiano

o Musulmano

o Ebreo

o Buddista

o Induista

o Ateo

o Altro: 9. Lei è praticante?

o Sì

o No 10. Professione *

o Studente

o Lavoratore dipendente (operaio,impiegato,insegnante,militare..)

o Artigiano,agricoltore

o Commerciante,imprenditore,libero professionista

o Né studente, né lavoratore (casalinga,disoccupato,pensionato)

o Altro:

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11. Ha già dichiarato la volontà di donare i suoi organi dopo la morte attraverso una delle modalità messe a disposizione del Ministero della Salute (es. registrazione presso la propria ASL di riferimento, compilazione di un tesserino di una delle associazioni che si occupano di donazione ecc.) ? *

o Sì

o No 12. Supponendo che le situazioni sotto descritte possano sempre permettere la donazione da un punto di vista tecnico, indichi quanto è d’accordo con le affermazioni che seguono assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5 (1=assolutamente no; 5=assolutamente sì). *

1 2 3 4 5

Immagini che venga dichiarata la sua morte

cardiaca. Se potesse decidere,

sarebbe disposto a donare un suo organo a una persona che

ne ha bisogno?

Immagini che venga

dichiarata la sua morte cerebrale. Se potesse

decidere, sarebbe disposto a

donare un suo organo a una persona che ne ha bisogno?

Immagini che venga accertato

che ogni processo biologico si è definitivamente arrestato

all’interno del suo corpo

(anche quelli che proseguono dopo la morte, come la

crescita dei peli e dei capelli).

Se potesse decidere, sarebbe disposto a donare un suo

organo a una persona che ne

ha bisogno?

13. Supponendo che le situazioni sotto descritte siano realizzabili da un punto di vista tecnico ed etico, indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5 (1= per niente; 5 = assolutamente sì). Immagini di essere gravemente malato; la situazione è cronica e non esistono cure. Le resta ancora poco tempo da vivere.

1 2 3 4 5

E' invitato a firmare un documento per donare i suoi

organi una settimana dopo il

decesso. E' disposto a donare l’organo a una persona che ne

ha bisogno?

E' invitato a firmare un documento per donare i suoi

organi immediatamente dopo il

decesso. E' disposto a donare l’organo a una persona che ne

ha bisogno?

E' invitato a firmare un

documento per donare i suoi organi qualche mese dopo il

decesso. E' disposto a donare

l’organo a una persona che ne ha bisogno?

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14. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5 (1=assolutamente no; 5=assolutamente sì). Immagini che *

1 2 3 4 5

un grave incidente stradale

abbia fortemente

compromesso la salute di un noto attore che lei ama. Lei è

gravemente malato; la sua

situazione è cronica e non esistono cure. Le resta ancora

poco tempo da vivere. E'

disponibile a donare, una volta morto, un suo organo

per salvarlo?

un grave incidente stradale

abbia fortemente compromesso la salute di una

persona che non conosce. Lei

è gravemente malato; la sua

situazione è cronica e non

esistono cure. Le resta ancora

poco tempo da vivere. E' disponibile a donare, una

volta morto, un suo organo

per salvarlo?

un grave incidente stradale

abbia fortemente

compromesso la salute di un suo amico. Lei è gravemente

malato; la sua situazione è

cronica e non esistono cure. Le resta ancora poco tempo

da vivere. E' disponibile a

donare, una volta morto, un suo organo per salvarlo?

un grave incidente stradale

abbia fortemente

compromesso la salute di un suo congiunto (figlio,

genitore, coniuge). Lei è

gravemente malato; la sua situazione è cronica e non

esistono cure. Le resta ancora

poco tempo da vivere. E' disponibile a donare, una

volta morto, un suo organo

per salvarlo?

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15. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5 (1=assolutamente no; 5=assolutamente sì). Immagini di aver urgentemente bisogno di una donazione. Quanto sarebbe disposto a ricevere un organo sapendo che è appartenuto a: *

1 2 3 4 5

Un premio Nobel

Un criminale

Un politico di un

partito che detesta

Una persona povera e

senza fissa dimora

Un campione sportivo

Una persona con una

fede religiosa diversa

dalla sua

16. Supponendo che le situazioni sotto descritte possano sempre permettere da un punto di vista tecnico la donazione una volta morto, indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5 (1=assolutamente no; 5=assolutamente sì) *

1 2 3 4 5

Sono disposto a donare

il naso

Sono disposto a donare

un labbro

Sono disposto a donare

il lobo dell’orecchio

Sono disposto a donare

le corde vocali

Sono disposto a donare

il condotto interno

dell’orecchio

Sono disposto a donare

la lingua

17. Immagini che ci sia la possibilità di esportare gli organi tramite una nuova tecnologia che permette di evitare segni visibili sul corpo dopo l'operazione. Questo modificherebbe le sue risposte alla domanda precedente? *

o No

o Sì, mi renderebbe più disponibile a donare

o Sì, mi renderebbe meno disponibile a donare

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18. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5 (1=assolutamente no; 5=assolutamente sì) *

1 2 3 4 5

Donando un organo si dona

parte della propria personalità

Anima/mente/spirito, da un

lato, e corpo, dall'altro lato,

sono inseparabili

Non mi sembra giusto donare

senza ricevere nulla in cambio

Il corpo è fatto anche di

pensieri e sentimenti

Il mio corpo mi è stato donato

Mi fa piacere che un’altra

persona possa vivere grazie ad

un mio organo

Non esiste nessun corpo

uguale al mio

Dovrebbe donare chi nella vita

è stato aiutato dagli altri

Il corpo continua ad avere la

mia impronta anche dopo la

morte

Il corpo è inviolabile sempre,

anche dopo la morte

Io sono me stesso in ogni parte

del mio corpo

Non tutte le persone sono

degne di ricevere un mio

organo

Ricevendo un organo da un

altro prenderei in parte la sua

personalità

Il corpo è solo una macchina

Nella sfortuna della morte

donare è un modo per rendere

fortunato qualcun altro

Togliendogli un organo,

l’individuo, anche morto, non

è più il medesimo

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19. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5 (1=assolutamente no; 5=assolutamente sì) *

1 2 3 4 5

I miei organi, una volta

donati, sono sempre

dati alla persona che ne

ha più bisogno

I medici hanno

interesse a trapiantare

gli organi perché ci

guadagnano

C'è la possibilità di

risvegliarsi anche dopo

la diagnosi di morte

I miei organi, una volta

donati, possono essere

impiegati per un

commercio illegale

I medici possono

dichiararmi morto

quando non lo sono

ancora davvero

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20. Indichi quanto è d’accordo con le seguenti affermazioni assegnando un punteggio compreso tra 1 e 5 (1=assolutamente no; 5=assolutamente sì) *

1 2 3 4 5

Ho riflettuto riguardo

all'argomento della

donazione

Ho affrontato in

famiglia il discorso

sulla donazione

Il tema della donazione

è un tipo di argomento

a cui non voglio

pensare

Ho affrontato

l'argomento della

donazione con i miei

amici

Ho affrontato il tema

della donazione a

scuola

Mi imbarazza parlare

della donazione

Ho informazioni

riguardo il tema della

donazione

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Risultati dell’applicazione-pilota

Il questionario precedentemente riportato è stato reso compilabile online tramite Google Drive nel

periodo settembre-dicembre 2013 dandone diffusione tramite contatti personali.

Sono state raccolte le risposte di un campione-pilota, qui analizzate al fine di comprendere le

potenzialità dello strumento.

Alcune possibili indicazioni per l’intervento che paiono scaturire dai dati sono evidenziate in rosso

nei riquadri.

Campione

Il questionario è stato compilato da 93 soggetti (60 femmine e 33 maschi) di età compresa tra i 18 e

i 65 anni. La maggior parte dei rispondenti (72%) si colloca nella fascia di età 18-25 anni ed è

studente.

La quasi totalità del campione è nata (86%) e risiede (97%) in Italia settentrionale.

Il 57% dei rispondenti è in possesso di diploma di scuola superiore e il 42% è laureato.

Il 37% si dichiara cristiano e il 15% ateo. I restanti soggetti non dichiarano la propria professione

religiosa. Coloro che si dichiarano praticanti sono il 17% del campione.

Soltanto l’8,5% ha ufficialmente espresso la propria volontà di donare organi dopo la propria morte.

In sintesi, il campione è composto prevalentemente da giovani studenti settentrionali, di genere

femminile e con formazione – pregressa o in corso – a livello universitario. Il campione mostra

un’appartenenza religiosa “debole” ed è riluttante a donare.

Occasioni di informazione e riflessione

Soltanto il 32% del campione riferisce di essere adeguatamente informato (scelta dei valori 4 e 5

della scala di risposta nelle corrispondenti domande) circa la donazione di organi, anche se è solo il

2% a dichiararsi imbarazzato dal tema e il 65% riconosce di avervi riflettuto.

I luoghi/occasioni in cui l’argomento è stato affrontato sono, nell’ordine, la famiglia (42%), la

conversazione con gli amici (33%) e la scuola (24%). Necessità di maggiore informazione, soprattutto a scuola.

“Pregiudizi”

Rispetto alle false convinzioni riguardo la donazione di organi, appaiono avere poco credito il

sospetto che i medici ne traggano vantaggi (3%) e che vi sia un commercio illegale di organi (6%).

Sussiste invece il dubbio che l’organo donato non venga destinato a chi più ne ha bisogno (73%).

Sono scarsamente condivisi timori legati al fatto che l’espianto avvenga quando non si è “ancora

veramente morti” (11%) o che ci si possa risvegliare dopo la morte dichiarata (10%). Maggiore trasparenza circa i criteri di assegnazione dell’organo donato.

Modello mentale dell’identità personale corporea

Sono sotto riportate le percentuali di convinto endorsement (scelta dei valori 4 e 5 della scala di

risposta) della serie di affermazioni riguardanti la visione del corpo in relazione all’identità

personale incluse nel questionario.

Il corpo è solo una macchina = 19%

Il corpo è fatto anche di pensieri e sentimenti = 25%

Anima/mente/spirito, da un lato, e corpo, dall'altro lato, sono inseparabili = 13%

Il corpo è inviolabile sempre, anche dopo la morte = 6%

Non esiste nessun corpo uguale al mio = 56%

Io sono me stesso in ogni parte del mio corpo = 39%

Il corpo continua ad avere la mia impronta anche dopo la morte = 14%

Togliendogli un organo, l’individuo, anche morto, non è più il medesimo = 4%

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Donando un organo si dona parte della propria personalità = 9%

Ricevendo un organo da un altro prenderei in parte la sua personalità = 3%

Il mio corpo mi è stato donato = 34%

Mi fa piacere che un’altra persona possa vivere grazie ad un mio organo = 92%

Nella sfortuna della morte donare è un modo per rendere fortunato qualcun altro = 85%

Non mi sembra giusto donare senza ricevere nulla in cambio = 3%

Dovrebbe donare chi nella vita è stato aiutato dagli altri = 8%

Non tutte le persone sono degne di ricevere un mio organo = 4%

Circa la visione “ontologica” che si ha del rapporto corpo-mente, il campione mostra di rifuggire sia

da una visione meccanicista (riconoscendo in certa misura che il corpo è portatore di stati psichici),

sia da una olistica-panpsichistica.

Non appare condivisa l’idea della “sacralità” del corpo.

Il corpo è percepito come collegato all’identità personale, ma questo legame si rompe dopo la

morte.

Ciò è coerente con la collegata idea secondo cui la donazione post-mortem di un organo non

implica una “trasmigrazione” di elementi personali.

Con più preciso riferimento agli aspetti socio-morali della donazione, i rispondenti paiono collocare

quest’ultima nella sfera della gratuità, sottraendola alle regole dello scambio sociale.

Come era da aspettarsi, i soggetti hanno, rispetto alla visione del rapporto mente-corpo, posizioni

differenziate e collocabili in uno spazio intermedio tra teorie antropologiche estremizzate. Hanno

invece una rappresentazione discretamente precisa riguardo al rapporto tra identità personale e

corpo: tale rapporto esiste in vita ma cessa dopo la morte.

Questo non dovrebbe creare resistenze alla donazione, che infatti è vista come atto gratuito a

beneficio dell’altro senza che siano necessarie garanzie di reciprocità e di merito. Non insistere, nella comunicazione circa la donazione di organi, su aspetti di “prolungamento/trasmissione” dell’ego e

sull’equità sociale. Stressare gli aspetti di dono gratuito.

Modello mentale della morte biologica

Passando agli item del questionario che indagano gli aspetti impliciti della rappresentazione

mentale, ossia quelli che propongono non delle affermazioni in cui riconoscersi ma delle situazioni

concrete in cui prendere una decisione, appare che alcuni aspetti prima emersi vengano di fatto poi

negati.

Per esempio, quanto maggiore è il grado di certezza riguardo alla cessazione delle attività vitali

(item 12), maggiore è la disponibilità alla donazione: a seguito della dichiarazione di morte cardiaca

è disponibile il 75% dei rispondenti e questa percentuale sale all’85% nel caso della morte cerebrale

e al 90% a seguito della sicurezza che ogni processo biologico si è arrestato nel corpo. Quindi,

l’idea che un corpo comunque destinato alla morte definitiva non sia ancora “disponibile” alla

donazione poiché alcune funzioni sono ancora attive sembra annidarsi nella mente delle persone.

Anche gli aspetti temporali (item 13) rivestono un ruolo: la disponibilità alla donazione a distanza

di una settimana (90%) o un mese (89%) dalla morte è maggiore che subito dopo (82%), come se il

tempo trascorso dal decesso garantisse la definitività dell’interruzione della vita. Insistere, nella comunicazione, sulla nozione che i processi biologici del corpo dopo la morte cardiaca non hanno

rilevanza.

Modello mentale della donazione

La gratuità incondizionata della donazione entra in conflitto con i pattern di risposta rilevati quando

si chiede di immaginare concretamente il beneficiario della donazione.

La disponibilità a donare è maggiore se il beneficiario è un congiunto (97%) o un amico (92%)

rispetto ad un estraneo (82%) (item 14) e se il beneficiario è persona di prestigio con un potenziale

ruolo sociale da svolgere (Premio Nobel: 96%, campione sportivo: 94%) rispetto a chi è emarginato

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(84%) o reietto (73%) (item 15).

L’appartenenza politica sembra influire sulla disponibilità alla donazione (81% donerebbe un

organo a un avversario politico), mentre non influisce l’appartenenza religiosa (95% donerebbe a un

beneficiario di religione diversa dalla propria) (item 15). L’ultimo dato è verosimile in un campione

“religiosamente tiepido”. Sfruttare meccanismi persuasivi basati sulla vicinanza affettiva ed empatica.

Infine, la visibilità dell’amputazione incide: la disponibilità a donare parti del corpo nascoste

(orecchio interno: 89%; lingua: 84%) o parzialmente occultate/bili (lobo dell’orecchio: 87%) è

maggiore rispetto a parti più esposte (naso: 76%; labbro: 77%) (item 16), anche se, direttamente

interrogati su questo punto (item 17), soltanto il 18% dei soggetti dichiara che accorgimenti volti a

salvaguardare l’aspetto esteriore del cadavere aumenterebbero la disponibilità a donare (item 17). Tenere presenti gli aspetti estetici.

Conclusioni

Sul piano scientifico la micro-ricerca compiuta ha messo in luce che, rispetto alla donazione di

organi, esiste, come per altri temi, una parziale scissione tra le convinzioni esplicitate dai soggetti e

i latenti modelli mentali. Mentre quando si tratta di riconoscersi in affermazioni generali ed astratte

i rispondenti hanno messo in luce una visione sostanzialmente “razionale” del corpo (corpo privo di

elementi “psicologici”/spirituali e personali dopo la morte), della morte (“quando si è morti si è

morti”) e della donazione (dono di cui tutti devono beneficiare), quando sono chiamati a

confrontarsi con casi particolari e concreti emergono aspetti di “irrazionalità”: la disponibilità alla

donazione richiede una certezza ulteriore, rispetto a quella dichiarata dagli esperti, circa l’effettiva

cessazione della vita; la vicinanza, l’affinità e il valore del beneficiario aumentano la disponibilità

alla donazione; gli aspetti “estetici” hanno la loro importanza. E’ interessare rilevare che questa

discrepanza si sia manifestata in soggetti acculturati e poco esposti (per luogo di residenza e non-

appartenenza religiosa) a influenzamenti “mistici”.

Sul piano metodologico la rilevazione ha messo in luce l’adeguatezza dello strumento, provata dalla

dissociazione prima commentata tra il piano implicito ed esplicito delle convinzioni, dalla coerenza

delle risposte entro il medesimo piano e dalle distribuzioni delle risposte, che tranne in pochi casi, si

sono distribuite lungo tutta la gamma dei valori possibili senza addensamenti esclusivi verso uno

dei due poli del continuum di risposta.

Sul piano dell’intervento lo strumento si segnala per la possibile applicazione in due direzioni: a)

per rilevare le rappresentazioni dominanti in una popolazione; b) per individuare dei profili di

rispondenti. Nel primo caso ciò potrebbe essere utile per calibrare gli obiettivi e i contenuti delle

campagne di comunicazione sociale, nel secondo caso per avere una preliminare caratterizzazione

dell’interlocutore cui rivolgersi per indurlo alla donazione di organi (sapendo preliminarmente qual

è la sua rappresentazione, nell’interazione con lui/lei insisterò su certi punti ecc.).