la figura della donna dal risorgimento ai nostri giorni
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Lavoro realizzato dai ragazzi di 3H della sms Merliano-Tansillo Nola in occasione dei 150 anni dell'Unità d'ItaliaTRANSCRIPT
LA FIGURA DELLA DONNA
Dal Risorgimento ai nostri giorni
Classe 3H
BUON COMPLEANNO
ITALIA !
LE DONNE DEL RISORGIMENTO
Il contributo dato dalle donne al risorgimento
è stato frequentemente sottovalutato.In realtà loro hanno avuto un ruolo da protagoniste in diversi campi,chi madre di patrioti,chi esponendo le sue opinioni e
partecipando attivamente.
In particolare ricordiamo:
Cristina Trivulzio BelgioiosoContessa di Castiglione (Virginia
Oldoini)Anita Garibaldi
CRISTINA TRIVULZIO BELGIOIOSO
Cristina Trivulzio Belgiojoso (Milano, 28 giugno 1808 – Milano, 5 luglio 1871) fu una patriota italiana che partecipò attivamente al Risorgimento italiano. Fu editrice di giornali rivoluzionari, scrittrice e giornalista.
Fu a contatto con tutti i maggiori protagonisti dell’epoca e sovvenzionò molte insurrezioni.
La sua fu una vita ricca di avventure. Organizzò le truppe a Napoli per contribuire alle Cinque Giornate di Milano, diresse gli ospedali a Roma durante gli scontri del 1849, ebbe contatti con Carlo Alberto e con Napoleone III . Tenne anche salotti a Parigi, le vennero attribuiti flirts con poeti, storici e musicisti, si avventurò da sola in oriente in esilio dove organizzò una comunità agricola partendo dal nulla. Poi tornò nel paese natio, Locate, alle porte di Milano, dove iniziò a costruire asili e scuole, rivoluzionò il paese portandolo ad un livello sociale molto al di sopra della situazione normale di quel periodo.
ANITA GARIBALDI
Ana Maria de Jesus Ribeiro da
Silva, meglio conosciuta come Anita Garibaldi (Morrinhos, 30 agosto 1821 – Mandriole di Ravenna, 4 agosto 1849), fu moglie di Giuseppe Garibaldi; è conosciuta universalmente come l'Eroina dei Due Mondi.
La moglie di Giuseppe Garibaldi diventò quasi una leggenda nel Risorgimento italiano e incarnò l'ideale di donna-guerriero che combatteva per i diritti dei popoli e per l'eguaglianza dei cittadini.
Proveniva da una famiglia molto modesta, discendente da portoghesi delle Azzorre che nel Settecento erano emigrati in Brasile, prendendo sistemazione nella provincia di Santa Catarina.
Virginia Oldoini, nota come la contessa di Castiglione,è stata una nobildonna italiana.
Considerate la sua intraprendenza e le sue doti di fascino, il cugino Cavour nel 1855 la inviò in missione alla corte francese di Napoleone III per perorare presso l'imperatore l'alleanza franco-piemontese, importante per attuare il progetto di unificazione italiana.
La gran presenza mondana e seduttiva della contessa diede i risultati attesi: ospitata lussuosamente a Compiègne, la contessa fu per un anno l'amante pressoché ufficiale dell'imperatore.
L'intrigo diede comunque i suoi buoni frutti, con l'appoggio francese alla partecipazione italiana alla Guerra di Crimea, ma la fortuna della contessa cominciò ad appannarsi.
Si narra che conservò fino a vecchiaia avanzata, a mo’ di gelosa reliquia, all'interno di una piccola teca sferica di cristallo, la vestaglia di seta verde con cui, secondo lei, durante la notte passata con Napoleone III di Francia, cambiò la storia d'Italia.
CONTESSA DI CASTIGLIONE: VIRGINIA OLDOINI
La donna : Accessorio dell’uomo
Nell’ Ottocento la donna :
È subordinata al capofamiglia ( padre o marito )
Non può amministrare il patrimonio o la sua dote
Non può vendere o comprare case e terreni
VERSO LA METÀ DELL’ ‘800…
Iniziarono i primi movimenti femministi per ottenere :
Diritto al voto
Uguaglianza tra uomo e donna
Possibilità di frequentare tutti i tipi di scuola e le università
Accedere alle professioni come notaio, avvocato, medico
Tra ‘800 e ‘900 si impegnano in campo sociale e politico :
Maria MontessoriAnna Kuliscioff
Anna Maria Mozzoni
ANNA MARIA MOZZONI Anna Maria Mozzoni è stata una
pioniera italiana del femminismo. Nacque da Giuseppe, architetto e ingegnere, e da Delfina Piantanida, di famiglia appartenente all'alta borghesia milanese. Fu educata nel Collegio delle fanciulle di Milano, ma approfondì i suoi studi da autodidatta attraverso le letture compiute grazie alla ricca biblioteca paterna. Ebbe in giovane età una figlia, di cui non rivelò mai la paternità. A 39 anni sposò il conte Malatesta Covo Simoni, più giovane di dieci anni. Fu un matrimonio che durò solo sette anni ed ebbe effetti molto negativi sulla personalità della Mozzoni, soprattutto a causa degli strascichi giudiziari.
Scrisse numerosi libri e opuscoli sulla condizione femminile e si batté per tutta la vita per la concessione del voto alle donne, presentando mozioni al Parlamento italiano nel 1877 e nel 1906. Nel 1878 rappresentò l'Italia al Congresso internazionale per i diritti delle donne di Parigi. L'anno seguente fondò a Milano la "Lega promotrice degli interessi femminili”.
Morì a 83 anni nel 1920.
MARIA MONTESSORI
Maria Montessori era di Chiaravalle, un paese nella provincia di Ancona, dove nacque il 31 Agosto 1870 da Alessandro Montessori, ufficiale, e Renilde Stoppani. I suoi genitori erano di buona cultura, ma non particolarmente benestanti. Maria studió presso l’Università di Roma, dove nel 1896 le fu affidato il reparto psichiatrico dei bambini subnormali, che normalmente venivano tenuti chiusi in delle stanze, senza attenzione o stimolazioni. Con la Montessori le regole cambiarono: si doveva parlare a questi bambini con rispetto, organizzare per loro delle attività didattiche, fra cui quella di prendersi cura di se stessi ed altre nozioni di cultura generale.
ANNA KULISCIOFF
Nei primi anni del Novecento c’è una donna che lavora per le donne:Anna Kuliscioff.
D’origine russa, nel 1888 fonda la prima lega femminista milanese e nel 1892, con la nascita a Genova del Partito dei Lavoratori, assume un ruolo determinante per il movimento delle donne.
Molte cose cambiarono con l’ arrivo della Prima Guerra Mondiale.
Il ruolo della donna è fondamentale: è chiamata a sostituire i soldati sia in campagna che in città, in più è impegnata come crocerossina e ausiliaria. Così tra il 1914 e il 1918 acquisisce sempre più importanza nella società.
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
IL PRIMO DOPOGUERRA
Nel 1919 la legge Sacchi afferma che le donne possono esercitare tutte le professioni e coprire gran parte degli incarichi pubblici. Ma la conquista del voto è molto più amara e difficile. Fin dall’ inizio del secolo si parlava di voto alle donne, ma solo i socialisti erano a favore. Con l’ arrivo del fascismo, però, si perse ogni speranza perché dal 1925 al 1945 il voto fu tolto sia agli uomini che alle donne. Nel 1927 nacquero numerose associazioni a favore delle donne e delle lavoratrici e infine con il codice Rocco alle donne viene riconosciuto il diritto d’onore, la potestà maritale e la patria podestà.
LA DONNA TRA LE DUE GUERRE
LA DONNA IDEALE?CHE LA PIASA, CHE LA
TASA E CHE LA STAGA A CASA!
(CHE PIACCIA, CHE TACCIA E CHE STIA A CASA)proverbio veneto
LA DONNA DURANTE IL FASCISMO
DONNA = MADRE
Le donne dovevano procreare e governare la casa. Solo il 25% lavorava.
Anche se negli anni ‘30 si moltiplicano le organizzazioni femminili, il Fascismo non le portò mai all’emancipazione, all’autonomia, ma soltanto a nuovi doveri nei confronti della famiglia e dello stato e all’obbedienza.
Il PROGRAMMA-STATUTO del “Gruppo femminile romano dei Fasci Femminili” così recitava:
“ 4 dicembre 1921. La donna fascista, pur preparandosi per ogni eventualità a dare al Fascismo tutto quanto è nei limiti delle sue possibilità femminili e anche più eviterà, quando non sia richiesto da una assoluta necessità, di assumere atteggiamenti maschili e di invadere il campo dell’azione maschile, perché sa che la donna può molto giovare all’ideale per cui lavora se cerca di sviluppare in bene le sue attitudini, anziché cimentarsi nel campo dell’azione maschile, dove riuscirebbe sempre imperfetta e non riscuoterebbe la fiducia necessaria allo svolgimento della sua propaganda.”
Anche con la seconda Guerra Mondiale si ebbe un miglioramento della vita delle donne. Venne approvato un disegno di legge per sostituire nel lavoro il personale maschile con quello femminile. In mancanza degli uomini, le donne divennero capofamiglia parteciparono attivamente alla resistenza. Prima ancora della fine della Guerra, nel 1945 venne riconosciuto il diritto di voto anche alle donne.
Donne al lavoro
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Nel 1945 le donne ottengono il diritto di voto ma non quello di essere elette.
L’ anno successivo ci fu un decreto che affiancò l’elettorato attivo e quello passivo.
Dobbiamo, inoltre, ricordare nell’ Assemblea costituente fecero parte anche quattro donne: Maria Federici, la socialista Lina Merlin e le comuniste Teresa Noce e Nilde Jotti.
IL SECONDO DOPOGUERRA
LA DONNA E LA RESISTENZA
Nella Resistenza la donna portava, assieme agli aiuti in viveri e indumenti, le notizie da casa e le informazioni sui movimenti del nemico. Questo lavoro diventò organizzato e si formarono le staffette, le quali costituirono una parte importante nell’esercito partigiano. Il loro lavoro era duro e delicato e spesso dovevano precedere i fascisti che salivano, per avvertire in tempo “i ribelli”. Se c’era un ferito da nascondere rimaneva la staffetta a vegliarlo, a prestargli le cure necessarie, a cercargli un medico e organizzare il suo ricovero in clinica.Un altro dei ruoli più significativi svolto dalla donna durante la Resistenza fu quello di porta ordini, attraverso i quali i partigiani tessevano la fitta rete di intrecci politici, che portarono l’Italia alla liberazione dall’occupazione nazi-fascista.Numerose staffette caddero in combattimento o nell’adempimento delle loro pericolose missioni.
LE QUATTRO DONNE DELL’ ASSEMBLEA
COSTITUENTE
Maria Federici
Nilde Jotti
Teresa Noce
Lina Merlin
A 17 anni prende parte attivamente alla Resistenza e diventa staffetta della brigata Cesare Battisti. Nel 1944 s'iscrive alla Democrazia cristiana, e partecipa attivamente alla vita del partito.
Laureatasi in lettere all’Università Cattolica di Milano, diviene insegnante nella scuola elementare. E’ poi dirigente del sindacato dei tessili e del sindacato delle maestre. Viene eletta membro del comitato direttivo dell’Unione europea femminile, di cui diventa vice-presidente nello stesso anno.
Nel 1959 entra nel consiglio nazionale dello Scudo Crociato ed è deputata dal 1968 al 1992. Nel corso del suo lungo mandato parlamentare ha fatto parte delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupa molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità.
Per tre volte sottosegretaria al ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, dal 29 luglio 1976 occupò il dicastero del Lavoro nel governo Andreotti III: ciò fu un fatto storico, perché l'Anselmi diventò la prima donna ministro in Italia. Dopo quest'esperienza è stata anche ministro della Sanità nei governi Andreotti IV e V È fra i principali autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale.
LA PRIMA DONNA MINISTRO IN ITALIA :
TINA ANSELMI
LA SITUAZIONE DELLA DONNA NEGLI ANNI 50
A partire dal secondo dopoguerra la società italiana è oggetto di profonde trasformazioni, che porteranno a progressivi cambiamenti nella costruzione dell’identità femminile, anche se in realtà fino agli anni ’70 non si verificheranno grandi mutamenti per quel che riguarda il ruolo della donna nella famiglia .In questi anni, grazie al fiorente sviluppo della tecnologia che facilita il lavoro domestico, all’aumento dei salari che permetterà a molte donne di dedicarsi alla propria casa, alla valorizzazione del ruolo materno, si afferma la divisione sessuale dei ruoli, con la conseguente nascita della figura della casalinga “tout court”. Il regime patriarcale vigente in questo periodo, però, si affievolirà soltanto a partire dagli anni ’70. In questo periodo le donne arrivano in fabbrica soprattutto dalla campagna sia al seguito dei mariti immigrati sia per sfuggire ai ritmi massacranti del lavoro agricolo.
LA DONNA DEL 1950MODA}
La moda si ispira all’ America allora simbolo di prosperità e speranza. Vestiti stile rockabilly, popolarissimo. Vestiti in stile marinaro, acconciature voluminose e fiocchi appariscenti nei capelli, tessuti a pois e rossetto rigorosamente rosso.
LA TIPICA DONNA ANNI 60
Negli anni ’60 la donna si trova in un periodo di transizione infatti è ancora a metà tra il forte conservatorismo e la rivoluzione e l’innovazione della sua figura. E’ innegabile il fatto che ora le donne vengono prese in considerazione, si chiede loro un parere e le si riconosce il ruolo di lavoratrici. E‘ l'anno in cui si avvertono le prime avvisaglie di rivolte sociali che preparano il terreno alle contestazioni del '68.La maggior parte delle donne sogna il vestito bianco, lo stato di moglie è agognato e invidiato ma nel caso in cui gli sposi non andassero d’accordo non erano preparate ad affrontare lo scandalo del divorzio, che sarebbe stata l'ammissione del loro fallimento e mentre le loro famiglie crescevano, esse stavano tristemente insieme per amore dei figli. L'importanza della famiglia rimane quindi salda ed indiscutibile, ci si sposa di più e non ci si separa più. • Prima del matrimonio il rapporto sessuale è proibito, in seguito si può praticare ma non può in ogni caso diventare motivo di conversazione.
LA DONNA DEL 1960MODA}
E’ un anno di grandi novità nel costume e nella moda: nasce la minigonna, creazione della geniale disegnatrice di moda Mary Quant, che avrebbe rivoluzionato completamente il modo di vestire delle donne, segno inconfutabile dell'esigenza da parte del gentil sesso di esprimersi in maniera più autonoma e indipendente. Si consolida la beat generation, nascono nuovi gruppi e i capelloni, che disturbano la vista dei benpensanti delle famiglie borghesi. I blue jeans trovano la prima grande diffusione tra i giovani. Gli Hippies prendono maggiore coscienza di sé, dando vita ad una cultura alternativa che si esprime essenzialmente attraverso il dissenso e la contestazione .
LA DONNA NEGLI ANNI 70
In questi anni si ottengono importanti traguardi per l’ emancipazione femminile: 1970 : Referendum sul divorzio
1975 : Riforma del diritto di famiglia che elimina la concezione della famiglia patriarcale negatrice dell’autonomia e dell’ autorità femminile.
1978 : Legge sull’ aborto.
LA DONNA NEL 1970MODA}
La moda degli anni 70 puo’ essere definita come un vero e proprio movimento, nato dalle idee innovative che si diffondono alla fine degli anni ‘60. Gli anni ‘70 si contraddistinguono per accessori e capi di abbigliamento in fiore, per l’utilizzo dei colori sgargianti, di forme e figure grandi, e degli immancabili disegni geometrici. La moda di quegli anni non coinvolse solo l’abbigliamento ma anche la vita quotidiana: tant’è vero che sia l’arredamento che le automobili furono letteralmente trasformate per dare vita a tipi di modelli che ancora oggi rientrano tra i must have dei più grandi amanti di quell’epoca.
PUNTI CHIAVE ANNI ’80 - ’90LE DONNE FANNO I CONTI CON NUOVE
DIFFICOLTA’
Le donne con i figli trovano meno facilmente lavoro di quelle senza prole.
Grande difficoltà: conciliare lavoro e famiglia.
CONSEGUENZA:
Allungamento dell’età media nella quale si fa il primo figlio e quindi basso tasso di fertilità.
LA TIPICA DONNA DEGLI ANNI 80-90
Prima tra tante, la donna ha la difficoltà di conciliare carriera e famiglia. La divisione dei compiti in famiglia segue ancora la tradizione e alle donne compete la maggior parte degli impegni familiari, dei lavori domestici così come la cura dei figli. Il lavoro part-time è utilizzato infatti soprattutto dalle donne.
LA DONNA NEL 1980MODA}
Gli anni 80 furono quelli del suo grande esordio: trucco forte e fluorescente con le nuances lilla, rosa shocking, verde smeraldo, celeste acceso. I pantaloni sono a sigaretta, strettissimi su tutta la gamba fino alla caviglia, e per le più audaci può starci anche un bel risvolto. Tornano anche i mini abiti. Ideali con calze spesse nere e mini abito rosso. Torna infatti l'accostamento rosso e nero o bianco nero. Protagoniste indiscusse rimangono le maniche a pipistrello: sono già in giro da diversi mesi e spopolano quelle che lasciano una spalla scoperta. Elementi da riprendere: le cinture, sempre enormi, orecchini e bracciali coloratissimi, anche di plastica, per dare un tocco frizzante anche ai look più sobri.
LA DONNA ANNI 90MODA}
Durante gli anni ’90 si verificano dei mutamenti rivoluzionari: diviene disponibile una gamma di stili assai più vasta di quanto sia mai accaduto in passato. Vengono ripresi stili anni ’60 e ’70 ( minigonne, pantaloni a zampa d’elefante, abiti hippy, zeppe e vestiario punk), mentre si vanno manifestando una serie di altre tendenze, da quella cyberpunk alle mode ecologiche, agli stili etnici, al grunge, al recupero delle uniformi scolastiche e dei capi per lo sport.
LA TIPICA DONNA ANNI 2000 La donna sente di dover compiere
determinati doveri come ad esempio quello di diventare madre e sacrificarsi per i propri figli; diventare moglie e sacrificarsi per il proprio marito spinta da una servilita' che non le appartiene ma le e' imposta; sentire la casa come il suo regno quando invece e' solo la sua prigione. Ma anche una donna che riesce a scavalcare tutto questo si trova giudicata e considerata secondo parametri maschili. Infatti la "natura" e i comportamenti delle donne hanno sempre come parametro di confronto l'uomo!!! E cio' e' assurdo perche' si basa sul concetto di "natura femminile" e "natura maschile" che non esistono e non hanno nessun significato concreto. soltanto dopo aver distrutto ruoli fissi, canoni, stereotipi di una societa' basata sulla supremazia dell'uomo sull'uomo e in particolare dell'uomo sulla donna si potra' parlare di emancipazione.
LA DONNA DEI GIORNI NOSTRI MODA}
Il 2000: passaggio epocale al nuovo millennio, tra mille congetture, superstizioni e scongiuri! Come affrontare dunque con la giusta grinta la nuova sfida? La moda ha scelto gli stivali. Tutti gli stilisti si sbizzarriscono, tutte li vogliono. Alti, decorati, preziosi e unici, gli stivali diventano così il migliore accessorio per sfidare la nuova era con passo sicuro.
COMODA
LA VITA !DAL ‘900
L’ELETTRICITÀ AL SERVIZIO DELLA
DONNA
L'introduzione degli elettodomestici ha reso più agevole la vita della casalinga e ha consentito alla donna, un tempo relegata per ovvi motivi al solo impegno domestico, di lavorare anche fuori casa e dunque di esprimersi in altre direzioni.
La nascita degli elettrodomestici è piuttosto recente: il Novecento, secolo di grandiose innovazioni e di rapidissimo progresso, ha gradualmente portato in ogni casa questi preziosi accessori: cucine a gas o metano, ferri da stiro a vapore, frigoriferi, aspirapolveri, lavatrici, lavastoviglie, robot da cucina sempre più sofisticati rendono più facile la vita delle donne permettendo loro di svolgere nello stesso momento tanti impegni, senza stancarsi troppo.
La televisione, entrata poi nelle case degli italiani subito dopo il secondo dopoguerra, ma già da qualche tempo presente nelle case di pochi privilegiati o in locali pubblici, ha rappresentato inizialmente un elemento di trasmissione di valori e di una nuova cultura, ma anche un veicolo di conoscenza della lingua italiana e delle sue evoluzioni, in un'Italia che faceva ancora fatica ad amalgamarsi e a condividere comuni ideali.
VIVAL’ITALIA
un riconoscimento particolare va agli alunni:Alessandra Sbarra--Giuseppe Miele
Mariangela Pecoraro--Mariaelisa Nappi
Mariafrancesca Nunziata--Rosaria Galatolo
Rossella Sannino--Sabrina Taulario
Valerio Zuccaro
A CURA DELLA III H
COORDINAMENTO A CURA DELLE PROFESSORESSE
CROCCO CLEMENTINAGIROLAMO DONATELLA
MUSICHE DI:
Himno de Italia-Italy National AntHemDonne-ZuccheroLa forza delle donne-Gigi D’AlessioQuello che le donne non dicono-Fiorella MannoiaViva l’Italia-Francesco De Gregori a.s. 2010/2011