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G. Fiorentino (Ed) – MoodleMoot Italia 2012 - Livorno – 2012 – ISBN 978-88-907493-0-8 LA FORMAZIONE E-LEARNING DEI FORMATORI: IL PROCESSO IN ATTO PRESSO LA SCUOLA SOTTUFFICIALI M.M. DI TARANTO Domenico RECCHIA Marina Militare – Scuola Sottufficiali – Direzione Studi – Progetto DIONE E-mail [email protected] FULL PAPER ARGOMENTO: E-learning in ambito difesa Abstract “Iniziate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile” (San Francesco d’Assisi). Le nuove modalità di approccio al sapere, stimolate dalla massiccia penetrazione degli strumenti offerti dalle attuali tecnologie informatiche, impongono una radicale revisione della formazione e, soprattutto, un cambio dell’attuale organizzazione della didattica. Così, prima di parlare di e-learning rivolto sostanzialmente agli studenti, è necessario analizzare e rivedere l’organizzazione della docenza. In questo contesto accenneremo alle soluzioni adottate da Mariscuola Taranto per la formazione dei propri istruttori, punto di forza della formazione del personale della Marina Militare, ripercorrendo brevemente le tappe che hanno portato questo istituto a sviluppare il progetto di FAD (Formazione A Distanza), sia dal punto di vista dei frequentatori che da quello dei docenti. Illustreremo, di massima, il progetto del “corso formatori”, in un contesto di e-learning 2.0. Ci soffermeremo sull’importanza fondamentale della “comunicazione” e delle “comunità informali di apprendimento”, veicolo strategico per la crescita delle competenze personali e di fondamentale importanza nella costruzione della “economia della conoscenza”. Keywords - Innovazione, tecnologia, progetti di ricerca, Formazione, Docenti, e-collaboration. 1 LA FORMAZIONE DEL PERSONALE Nella Marina Militare per “formazione” s’intende un binomio di fattori, strettamente correlati tra loro, costituiti da un’azione educativa, ossia la trasmissione di quei valori etici che costituiscono l’essenza stessa del militare, affiancati all’azione didattica (istruzione) volta alla trasmissione delle competenze professionali. Questo processo è trasfuso da ufficiali e sottufficiali anziani, esperti nel proprio campo ed appositamente individuati. L’azione sinergica dei due fattori agisce sul discente in modo tale da fornirgli un modello di riferimento a cui possa costantemente ispirarsi. Il modello, per sua natura deve essere valido, competente ed in grado di trasmettere, in campo pratico: fatti, concetti, principi, modelli, processi ed esperienze. A testimonianza che l’istituzione ha sempre attribuito grande importanza alla formazione del personale anche sul piano tecnologico, negli ultimi 25 anni, a supporto dell’attività tradizionale d’aula svolta in presenza, sono stati affiancati nel tempo, diversi strumenti volti all’integrazione ed impiego delle TIC quali: il programma “EUROFORMAZIONE DIFESA” (rilascio di certificazioni ECDL, ossia European Computer Driving Licence); il progetto ICAI (Intelligent Assisted Computer Instruction); i corsi in modalità CBT (Computer Based Training). 1.1 La formazione dei docenti (istruttori) Mariscuola Taranto ha assicurato la formazione degli Istruttori della Marina Militare, tramite l’erogazione di appositi corsi svolti in presenza, da docenti civili, validi e preparati ma soprattutto dotati

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La Formazione Dei Formatori

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Page 1: La Formazione Dei Formatori Con Le-learning Il Processo in Atto Presso La Scuola Sottufficiali Della M.M. Di Taranto

G. Fiorentino (Ed) – MoodleMoot Italia 2012 - Livorno – 2012 – ISBN 978-88-907493-0-8

LA FORMAZIONE E-LEARNING DEI FORMATORI: IL PROCESSO IN ATTO PRESSO LA SCUOLA SOTTUFFICIALI M.M. DI TARANTO

Domenico RECCHIA

Marina Militare – Scuola Sottufficiali – Direzione Studi – Progetto DIONE E-mail [email protected]

FULL PAPER

ARGOMENTO: E-learning in ambito difesa

Abstract

“Iniziate col fare ciò che è necessario, poi ciò ch e è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile” (San Francesco d’Assisi).

Le nuove modalità di approccio al sapere, stimolate dalla massiccia penetrazione degli strumenti offerti dalle attuali tecnologie informatiche, impongono una radicale revisione della formazione e, soprattutto, un cambio dell’attuale organizzazione della didattica.

Così, prima di parlare di e-learning rivolto sostanzialmente agli studenti, è necessario analizzare e rivedere l’organizzazione della docenza.

In questo contesto accenneremo alle soluzioni adottate da Mariscuola Taranto per la formazione dei propri istruttori, punto di forza della formazione del personale della Marina Militare, ripercorrendo brevemente le tappe che hanno portato questo istituto a sviluppare il progetto di FAD (Formazione A Distanza), sia dal punto di vista dei frequentatori che da quello dei docenti.

Illustreremo, di massima, il progetto del “corso formatori”, in un contesto di e-learning 2.0. Ci soffermeremo sull’importanza fondamentale della “comunicazione” e delle “comunità informali di apprendimento”, veicolo strategico per la crescita delle competenze personali e di fondamentale importanza nella costruzione della “economia della conoscenza”.

Keywords - Innovazione, tecnologia, progetti di ricerca, Formazione, Docenti, e-collaboration.

1 LA FORMAZIONE DEL PERSONALE

Nella Marina Militare per “formazione” s’intende un binomio di fattori, strettamente correlati tra loro, costituiti da un’azione educativa, ossia la trasmissione di quei valori etici che costituiscono l’essenza stessa del militare, affiancati all’azione didattica (istruzione) volta alla trasmissione delle competenze professionali. Questo processo è trasfuso da ufficiali e sottufficiali anziani, esperti nel proprio campo ed appositamente individuati. L’azione sinergica dei due fattori agisce sul discente in modo tale da fornirgli un modello di riferimento a cui possa costantemente ispirarsi. Il modello, per sua natura deve essere valido, competente ed in grado di trasmettere, in campo pratico: fatti, concetti, principi, modelli, processi ed esperienze.

A testimonianza che l’istituzione ha sempre attribuito grande importanza alla formazione del personale anche sul piano tecnologico, negli ultimi 25 anni, a supporto dell’attività tradizionale d’aula svolta in presenza, sono stati affiancati nel tempo, diversi strumenti volti all’integrazione ed impiego delle TIC quali: il programma “EUROFORMAZIONE DIFESA” (rilascio di certificazioni ECDL, ossia European Computer Driving Licence); il progetto ICAI (Intelligent Assisted Computer Instruction); i corsi in modalità CBT (Computer Based Training).

1.1 La formazione dei docenti (istruttori)

Mariscuola Taranto ha assicurato la formazione degli Istruttori della Marina Militare, tramite l’erogazione di appositi corsi svolti in presenza, da docenti civili, validi e preparati ma soprattutto dotati

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di un vasto patrimonio di esperienza e conoscenza dell’ambiente militare, con particolare riferimento alla Scuola Sottufficiali di Taranto.

Sono state erogati tutta una serie di elementi (es. cenni sulle teorie di Ausubel e Skinner, lo schema di Gagnè, la tassonomia di Bloom, gli obiettivi didattici di Mager) [Mariscuola Taranto, 1], integrati da elementi di comunicazione e leadership, che hanno consentito all’istruttore di creare, gestire ed analizzare (in modo basico) i risultati di un corso.

Al termine della frequenza e superata la prevista serie di esami, il soggetto classificato idoneo ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento in qualità di “istruttore”.

2 LA FORMAZIONE DEL PERSONALE

In ottemperanza a quanto stabilito dal progetto DIONE (Ispettorato Scuole direttive 2011 e 2012), la formazione a distanza deve conseguire i seguenti obiettivi:

- assicurare ed elevare la formazione e le competenze del personale

- velocizzare il passaggio e l’integrazione alla FAD (Formazione A Distanza)

- impiegare mezzi, strumenti e personale interno all’organizzazione (in-sourcing)

- creare e gestire un’unica banca dati di contenuti (SCORM = Sharable Contenent Object Reference Model)

- assicurare l’interoperabilità ed il riutilizzo dei contenuti (SCORM) tra FF.AA., Enti ed Organizzazioni.

2.1 Analisi sul macro-progetto di FAD

Dalle valutazioni preventive effettuate dal nucleo SISDTA, è emerso che:

- non tutti i corsi possono essere erogati in modalità e-learning, in quanto le attività professionali consistono in un elevato esercizio di attività pratiche (motori, generatori, impianti elettrici industriali, cucine, servizi di mensa, bar, ecc.);

- una parte significativa dei contenuti inseriti in determinate tipologie di corsi non è erogabile via e-learning a causa delle informazioni classificate (notizie tutelate dal segreto di stato) ivi contenute;

- nonostante i primi due punti, il numero dei corsi rimanenti atti al passaggio/trasformazione in FAD sono quantitativamente e qualitativamente significativi e, pertanto, necessitano di una struttura organizzativa di supporto e di docenti qualificati, in numero sufficientemente adeguato a sostenere il progetto ed il carico lavorativo;

- la caratteristica diffusione “a macchia di leopardo” delle competenze TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) in possesso del personale (in special modo docente) rende difficoltoso segnare il punto iniziale sul quale costruire e creare una classe di docenti capaci di sostenere la FAD;

- a tutto il personale docente, attualmente designato ai corsi in presenza, occorre comunque somministrare un corso ad hoc, ad integrazione dei metodi già acquisiti per la conduzione dei corsi d’aula (presenza), che gli consenta di operare in ambito e-learning, secondo il criterio di una curva dolce di apprendimento [8].

2.2 Sviluppo del macro-progetto di FAD

In esito alle considerazioni sopra esposte, il SISDTA (Sistema Informativo per il Supporto alla Didattica di Taranto) ha ritenuto opportuno di:

- suddividere gli obiettivi in breve, medio e lungo periodo, dando massima priorità al rapido ingresso della FAD e posponendo nel medio/lungo periodo gli interventi di “affinamento” (revisione e potenziamento) dei contenuti e delle tecnologie;

- creare una struttura organizzativa ibrida (rispetto alla classica organizzazione di FAD), piccola, modulare e flessibile, con una linea gerarchica quanto più orizzontale possibile, incentrata sul minor numero di nuove figure professionali;

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- sovrapporre, per quanto possibile, la linea di impiego (catena di comando) della FAD alla linea di impiego tradizionale, con lo scopo di mantenere gli attuali soggetti (istruttori e capi dipartimento) nelle responsabilità a loro assegnate dal sistema tradizionale;

- assegnare all’Instructional Designer d’Istituto dei compiti di: coordinamento, analisi, valutazione, consulenza e progettazione di template [Battistini et al - 3] con i docenti interessati alla FAD;

- strutturare la piattaforma LMS di Moodle, nell’ottica di una multidisciplinarietà di strumenti, strategie e metodologie disponibili (WBL, Web Based Learning orientate all’istruzione curriculare); WBT (Web Based Training, orientate allo scaffolding);

- filtrare ed assegnare ad ogni tipologia di corso in presenza idoneo al transito/supporto FAD, la relativa forma e modalità di erogazione;

- formare gli istruttori deputati alla FAD, sulla base di un corso “in presenza” supportato da una forma “marginale” di e-learning, per un totale di 64 periodi (50 ore), suddiviso in 2 moduli (entrambi per “argomento”);

- replicare, come primo passo di avvicinamento alla FAD, i corsi tradizionali sui corsi “a distanza”;

- avviare quanto prima in regime di FAD, tutti i corsi erogabili (sia dal punto di vista normativo, che didattico e dei contenuti) privilegiando le forme “marginali” (marginal) e “miste” (blended), con il fine di far acquisire all’istruttore una minima esperienza capace di sostenere successivamente la forma di FAD “pura” (pure e-learning) ;

- potenziare, gli aspetti positivi della FAD puntando ad una maggiore efficacia della comunicazione e dei contenuti, agevolando laddove possibile l’ingresso di forme di apprendimento improntate al “costruttivismo”;

- incentivare l’uso di dispostivi personali ed in genere dei notebook, attraverso la realizzazione di una capillare rete di campus, al fine di promuovere su vasta scala l’utilizzo di TIC, specie quelle destinate alla comunicazione e ricerca di materiali (mail, forum, navigazione);

- creare e mantenere (appena si riscontreranno le condizioni “minime”) una comunità informale di apprendimento (“e-collaboration”), possibilmente aperta verso l’esterno, tra istruttori in modo da garantire, da un lato l’accrescimento delle competenze in merito a Moodle ed agli authoring tool in uso presso l’Istituto e dall’altro, una forma “parallela” all’Help desk, di supporto/aiuto, prestato dalla “comunità” in merito alla risoluzione di problematiche non supportate dalle FAQ (Frequently Asked Question);

- eliminare (per quanto possibile), attraverso l’impiego della piattaforma SISDTA: la duplicazione dei contenuti; il consumo di supporti di massa, di carta e materiale di cancelleria; le spese derivanti dai consumi “passivi” (toner per fotocopiatrici, cartucce per stampanti, costi di smaltimento rifiuti speciali, ecc.); la veicolazione di contenuti su supporti fisici, fonti naturali di infezioni ai computer, intensificando ed ottimizzando con ciò l’uso della rete;

- avviare (obiettivo a medio termine) una sperimentazione di e-learning in forma pura (100% a distanza), da destinare sia in chiave propedeutica al personale in arrivo, che al “Long Life Learning” (Formazione Continua a Distanza);

- strutturare la piattaforma LMS in modo da assicurare la centralizzazione, scambio e riutilizzazione di SCORM o corsi.

2.3 Considerazioni sul macro-progetto di FAD

Non potendo contare sull’esternalizzazione del progetto (out-sourcing) presso ditte private, sia a causa degli elevati costi, sia per il tempo necessario allo sviluppo del modello, compresi i fattori potenzialmente “ostativi” [Ballor, 4], si è optato su una struttura interna (in regime di in-sourcing) che in pratica, a fronte di tempi di sviluppo ed erogazione rapida, fornisca un più basso valore (qualità) di contenuti e tecnologie, a costi irrisori.

Il triangolo fattoriale, immaginato e spiegato dall’Ammiraglio Bettini [5] è stato usato in chiave di macro-progettazione al fine di rendere rapida l’introduzione della FAD; compatibile e sostenibile almeno nel primo biennio (obiettivo a breve termine). Successivamente si sposterà il baricentro portando il fattore “contenuti” (obiettivo a medio termine) e “tecnologie” (obiettivo a lungo termine) ad un livello più equilibrato.

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Al fine di rendere attuabile l’esercizio del fattore “tempo” tutti i corsi, anche quelli di tipo tradizionale o strategico, saranno prodotti in regime di rapid e-learning, partendo dalla trasformazione (seppure revisionata secondo i canoni di FAD) dei contenuti creati in formato PPT (Power Point) in SCORM o in singoli LO da appositi “authoring tool” (siano essi di origine commerciale che open source), integrati all’occorrenza, da strumenti di conversione documenti in formato pdf e “screencast” (cattura schermo) che sappiano operare anche da simulatori. Video o audio lezioni potranno comunque essere inseriti nei corsi, in funzione delle conoscenze già acquisite dagli istruttori.

In ogni caso, specie sui corsi tradizionali e strategici (ossia di lunga durata), in attesa di ricevere le direttive ed i fondi, da parte delle Autorità Centrali, necessari all’acquisizione di authoring tool di alto spessore (e conseguente spesa), è previsto al momento il ricorso prevalente all’utilizzo dei moduli forniti da Moodle, per quanto concerne i Quiz, Sondaggi e Questionari. Tale scelta implica la rinuncia, nell’immediato, a quella forma di interoperabilità derivante dall’utilizzo intensivo degli SCORM (obiettivo a lungo termine).

Allo scopo di evitare l’insorgenza di fenomeni dovuti: all’iper-contenutismo (eccesso di contenuti rispetto agli obiettivi di un corso e-learning); “iper controllismo” (eccesso di controllo sulle attività e sul discente) [Jimenz, citato da Ballor - 6], è stato assegnato il compito all’instructional designer d’istituto di provvedere ad analizzare e coordinare gli interventi che si rendano necessari al fine di ristabilire le condizioni ottimali. L’azione si estenderà anche nei confronti di quei contenuti segnalati dai capi dipartimento a rischio di “rapid spazzatura” (di veloce produzione ma, al tempo stesso, vuoti di contenuto) [Bersin citato da Ballor - 7].

2.4 Sviluppo della struttura organizzativa del SISDTA

In considerazione della ristrettezza dei fondi, mezzi e figure professionali attualmente disponibili, si è optato per una struttura piccola, agile, flessibile e modulare capace di proiettarsi ed espandersi con rapidità, in funzione del verificarsi di determinate condizioni.

Il sistema attuale si basa sulle seguenti figure:

- Project Manager (Senior): Ufficiale superiore con funzioni di Responsabile del SISDTA. Rappresenta l’anello di congiunzione tra la Direzione Studi (area decisionale) ed il Nucleo SISDTA (area operativa), traduce le linee di indirizzo politiche in piani di attuazione pratica.

- Project Manager (Junior): Ufficiale inferiore con funzioni di Vice Responsabile del SISDTA. E’ a capo del nucleo operativo ed ha alle sue dipendenze le figure “chiavi” interne al SISDTA (amministratore e instructional designer). Rappresenta l’elemento di raccordo e mediazione in seno all’area operativa; supervisiona, analizza, sviluppa e coordina progetti, direttive e procedure d’ordine generale sui corsi. Ha una diretta influenza (area FAD) sugli Istruttori dei vari Dipartimenti che partecipano alla formazione a distanza. E’ deputato alla valutazione (sostenibilità, costi, benefici) dei corsi in compartecipazione con l’instructional design d’istituto;

- Administrator: Sottufficiale (o Ufficiale) dotato di ottime competenze/conoscenze TIC in relazione al sistema operativo impiegato (Linux oltre, ovviamente, al Windows); conoscenze basiche dei linguaggi in campo PHP, SQL, HTML/CSS; buone conoscenze della piattaforma Moodle, sul controllo e gestione degli accessi/intrusioni via cavo e WIFI; conoscenze di lingue straniere (almeno Inglese e di livello 2 o superiore) ;

- Instructional designer d’istituto: Sottufficiale (o Ufficiale) dotato di competenze/conoscenze ovvero di expertise, sia in campo TIC che in chiave metodologico-didattica, atte ad analizzare, progettare, sviluppare, implementare e valutare i corsi erogati in FAD, ed orientare / coordinare / assistere / supportare gli istruttori che creano i propri corsi e-learning. In particolare sviluppa template e tutorial standardizzati ed armonizzati secondo i canoni della FAD, fornisce consulenza e supporta nei casi limite “on-site” l’istruttore. E’ anche il formatore dei nuovi “docenti” e ne garantisce la formazione e l’aggiornamento. Conoscitore di lingue straniere (almeno Inglese, livello 2 o superiore);

- Docente con funzioni di Subject Matter Expert, Instructional Designer e Contenent Manager (a livello di corso): Sottufficiale (o Ufficiale) istruttore (o insegnante se Ufficiale), responsabile del corso assegnato, che progetta e sviluppa il proprio piano in ambito FAD. Impiega il Rapid E-learning per la produzione di LO (Learning Object). Riceve le direttive dal Project Manager Junior e dall’Instructional Designer d’Istituto per quanto concerne gli aspetti operativi. Effettua sistematicamente un’analisi ed una valutazione ricorsiva sui contenuti e, coadiuvato

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dall’Instructional Designer d’Istituto, procede all’analisi e valutazione finale del corso assegnatogli. Si avvale di tutor, qualora disponibili;

- Tutor (eventuale): Sottufficiale istruttore non titolare di corso. Supporta l’azione didattica a distanza per il corso (o i corsi) assegnati. Riceve direttive dal “Docente” e pone in atto i compiti di assistenza e supporto (scaffolding, coaching incluso).

3 LA FORMAZIONE DEL PERSONALE

Nel SISDTA l’istruttore rappresenta il punto nevralgico dell’organizzazione, essendo innanzitutto un “docente esperto della materia” (SME) dotato, in aggiunta, di conoscenze/competenze didattiche.

Attraverso il “piano studi”, analizza, progetta e costruisce il proprio corso; lo eroga e ne valuta costantemente (analisi ricorsiva) i contenuti ed i risultati.

Per formare un “istruttore 2.0”, si devono innanzitutto chiarire quali saranno le sue responsabilità ed i suoi compiti nel contesto della FAD. Per farlo, siamo partiti da un’analisi dei bisogni e da un sondaggio effettuato su un campione di candidati.

3.1 Analisi sul corso “formatori”

A. Contesto (e relativi risultati)

• Età degli studenti: 44 anni (media);

• quantità di istruttori da formare: 120 (compreso il personale civile “convenzionato”);

• grado di preparazione culturale: Medio – Medio/Alto (Diplomati - Laureati);

• grado di competenze TIC dichiarato: Adeguato (con riserva di accertamento);

• disponibilità al lavoro di gruppo: Media (con riserva di accertamento);

• motivazione e inclinazione ad apprendere/aggiornarsi: Buona (con riserva di accertamento);

• mezzi e strumenti disponibili per lo svolgimento del corso presso l’Istituto: Ottimi;

• tempi e modalità secondo le quali dovrebbe avvenire l’erogazione: 3 mesi (media);

• ambiente nel quale si dovrebbe svolgere il corso: in presenza (Molto favorevoli); a distanza (poco favorevoli, specie in ore extralavorative);

B. Bisogni dei learner (istruttori da formare)

• Nozioni di metodologia didattica che non stravolgano il paradigma tradizionale;

• possibilità di riutilizzare i contenuti sotto forma di LO, già erogati nei corsi in presenza;

• facilità di utilizzo di applicativi volti alla produzione di LO;

• facilità di comprensione delle nuove nozioni (fatti, concetti, principi, modelli e processi);

• facilità di utilizzo pratico della piattaforma;

• tempi di passaggio al nuovo sistema calibrati secondo le potenzialità del singolo istruttore;

• supporto ed assistenza costante;

• necessità di consultare /accedere a manuali, tutorial, simulazioni;

C. Rilievi negativi riscontrati in fase di analisi (sondaggio) ed osservazione dei candidati

• Avversione a qualsiasi ipotetica valutazione effettuabile da parte degli studenti;

• Scarsa propensione ad impiegare una comunicazione aperta e costruttiva (in FAD);

• Scarsa volontà di impiegare dispositivi personali;

• Serie difficoltà di collegamento alla piattaforma internet dai rispettivi uffici (collegamenti con dispositivi di “servizio”);

• Scarsa propensione a collegarsi in orari extra lavorativi;

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• Scarsa propensione all’uso di strumenti Web 2.0;

• Moderato deficit nelle conoscenze ed impiego di TIC necessarie alla produzione di LO;

4. OBIETTIVI DEL CORSO DI FORMAZIONE DEI FORMATORI

Il nodo principale è rappresentato dall’assicurare agli istruttori la continuità delle attuali prerogative derivanti dal corso tradizionale. Ciò consentirà al nuovo istruttore di mantenere quella autonomia e la rapidità di intervento, necessaria al conseguimento dei propri scopi (riferiti al suo corso).

Nella fase di macro-progettazione della FAD, il SISDTA ha cercato di ridurre per quanto possibile l’ingresso di nuove figure. L’intento è quello di replicare / ricalcare l’organizzazione tradizionale in modo da non creare due distinte linee di impiego, che spesso si traducono in due opposte “vision” che rallentano l’opera di progettazione, sviluppo e implementazione, ostacolandosi reciprocamente.

In funzione dell’analisi condotta sui candidati, si rende necessario far acquisire al nuovo istruttore delle precise e fondamentali conoscenze: su Moodle; sui contenuti; sulle modalità di creazione di LO centrati sul Rapid e-Learning; sulla comunicazione. Lo scopo è di consentire – appena possibile, ed in forma basica - lo “start up” dei corsi assegnati.

Sul versante dell’instructional system design, si è ritenuto opportuno di non intervenire pesantemente su ogni corso con azioni ricorsive e sistematiche di analisi e valutazione. Del resto, ogni docente ha già le competenze metodologico-didattiche in campo tradizionale, perciò si tratta “solo” di affinarle, ovvero di ri-adattarle in chiave “e-learning”. E’ prevista un’analisi (A.D.D.I.E., Analysis, Design, Developement, Implementation, Evaluation) da parte dell’instructional designer, alla fine di ogni corso finalizzata a valutarne (in concorso con il docente) le performance e, nell’eventualità, a suggerirne le azioni correttive.

Per questa serie di motivi, confortati peraltro dall’andamento effettivo su cui si muove la docenza civile nel contesto dell’e-learning (osservando le dinamiche di varie community, moodle inclusa), si è optato di assegnare all’istruttore quei ruoli chiave che, normalmente, dovrebbero essere profili professionali ben separati.

Sono sufficienti queste azioni a creare la figura dell’istruttore 2.0?

La comunicazione, sia essa rappresentata da un semplice feed-back o qualcosa di più complesso, è ritenuta ancora oggi (specie dalle vecchie generazioni di docenti) una qualità, piuttosto che un requisito fondamentale. E’ considerata, una dote caratteriale non modificabile e “non negoziabile”. Tuttavia, essa rappresenta il veicolo fondamentale nella costruzione delle “conoscenze”. Il Web 2.0 vive di comunicazione “sincrona” e “asincrona”.

Si è spesso avuto modo di notare, durante questo biennio, che l’importanza della comunicazione è un fattore modestamente avvertito (in ambito FAD) dai docenti. Oltre ai fattori soggettivi, si ritiene che la formalità dovuta all’ambiente militare (in osservanza alle norme) limita l’uso “didattico” estensivo, aperto e costruttivo dello strumento. Tuttavia, senza una valida ed efficace comunicazione, qualsiasi docente alle prese con un corso puro di e-learning (100% a distanza) è destinato ad incontrare severe difficoltà, che nel migliore dei casi limiteranno fortemente le performance dei discenti e del corso.

Moodle, come altre piattaforme LMS, impiega la comunicazione (nelle più svariate forme) in quanto essa rappresenta il “collante” (il cardine) sul quale poggia qualsiasi ambiente di apprendimento: la comunicazione può essere “dosata” (ridotta o allargata nei mezzi, nelle forme e modalità) ma costituisce sempre un requisito fondamentale, che: non deve mancare in assoluto (non può essere ripudiata); deve essere rapida, costante e coinvolgente; deve essere capillare (estesa a tutte le possibili forme di attività e risorse); deve essere esaustiva (chiara, sintetica e convincente); deve essere educata, codificata (accettata e comprensibile da tutti i soggetti) e regolamentata (osservanza alla “netetiquette”).

La comunicazione, se efficacemente impiegata, contribuisce in maniera inequivocabile ad innalzare le competenze di ogni singolo interlocutore, sia esso rappresentato dallo studente che dall’insegnante.

Se i docenti (e l’organizzazione nel suo complesso) capiranno il ruolo essenziale che svolge questo strumento e sapranno impiegarla con profitto, allora il progetto non solo si stabilizzerà ma tenderà a progredire. Aprire alla dimensione comunicativa significa anche creare nuovi spazi virtuali (comunità di apprendimento informali), che aumentino esponenzialmente le capacità di apprendere nuove conoscenze e contribuiscano precipuamente a consolidare il “l’economia della conoscenza” dell’intera

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organizzazione. Il vantaggio è indiscutibile, seppure limitato a taluni argomenti professionali realmente trattabili sulla rete internet.

Quali sono i compiti che dovrà affrontare un “istruttore 2.0”?

Per quanto concerne il “sapere”:

- rievocare, rappresentare, interpretare, stabilire le diverse forme di FAD;

- applicare le conseguenti regole;

- organizzare e sviluppare il progetto del proprio corso;

- analizzare, identificare e riconoscere i contenuti da modificare;

- proporre, formulare, produrre i contenuti in ordine alle strategie metodologico-didattiche prescelte;

- misurare, valutare, considerare, decidere le correzioni da apportare;

- misurare, valutare, considerare i risultati prodotti dal corso.

Dal punto di vista delle TIC, l’istruttore deve “saper fare”:

1º Modulo (totale 32 periodi, su 4 incontri settimanali da 2 periodi ciascuno):

- riconoscere, identificare ed azionare i comandi fondamentali per operare sulla piattaforma Moodle (conoscenza del blocco amministratore, partecipanti, calendario, forum, attiva modifica, icone di stato);

- definire / strutturare, la tipologia e caratteristica del proprio corso da creare, in ordine alle direttive ricevute;

- popolare il proprio corso in regime di FAD sulla piattaforma Moodle, attingendo le risorse ed attività dal corso in presenza;

- convertire gli LO (Learning Object) provenienti dal corso in presenza, in formati (swf, flv, pdf), utilizzando gli appositi authoring tool, in regime di Rapid e-Learning, messi a disposizione dall’istituto;

- impiegare le funzioni primarie di Moodle relative all’inserimento di risorse (swf, flv, html, pdf, doc, ppt, xls);

- impiegare le risorse quiz, lezioni, glossario e wiki di Moodle;

- produrre nuovi LO sulla base dei template forniti dall’Instructional designer, secondo le regole della FAD e comunque in osservanza alle disposizioni da esso suggerite;

- impiegare i mezzi di comunicazione fondamentali rappresentati da forum e messaggi (mail) di moodle (strumenti asincroni);

- utilizzare i mezzi di feed-back disponibili sulle attività e risorse di moodle;

- utilizzare i mezzi di comunicazione sincrona (on line), abilitando (se del caso) quelli che ritiene opportuni per il perseguimento dei propri obiettivi;

- riconoscere ed utilizzare il registro di valutazione;

- utilizzare l’attività di monitoraggio degli studenti.

2º Modulo (totale 32 periodi, su 4 incontri settimanali da 2 periodi ciascuno):

- impiegare il modulo dei sondaggi e questionari ed analizzarne a livello basico i risultati;

- impiegare lo strumento di consegna elaborati in modalità singola e multipla;

- affinare / potenziare il proprio corso attraverso l’inserzione di entry test, questionari, sondaggi;

- affinare / rimodulare i vecchi LO riconvertendoli ex novo secondo i template;

- creare, produrre banchi di domande personalizzati, tutoriali, simulazioni, video/audio lezioni;

- impiegare glossari, workshop e database in funzione della strategia prescelta;

- creare lezioni con diramazioni (storyboard) con il modulo di Moodle;

- impiegare il registro di valutazione (in forma avanzata);

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- analizzare e valutare i test dal punto di vista statistico.

5. LA STRATEGIA

In campo metodologico-didattico, i nuovi concetti non sostituiscono o alterano in modo significativo le basi delle conoscenze già acquisite in precedenza, quanto piuttosto si integrano su di esse per incrementarne l’efficacia. All’istruttore è richiesto di rielaborare queste conoscenze adeguandole alla nuova realtà. Come ben noto però, la formazione di un adulto è ben lungi dall’essere semplice. Età, esperienza ed altri fattori ambientali (ben presenti e pregnanti in questo caso), giocano decisamente a sfavore.

L’adulto tendenzialmente pone in atto delle difese che talvolta sfociano in conclamate disaffezioni per il “senso del nuovo”. L’esperienza finora racconta che, se l’individuo è sostenuto da una buona motivazione ed il corso tende più all’aspetto pratico che teorico, supportato da costanti azioni di “scaffolding” e “coaching”, che lo rendano, autonomo e sicuro (fiducioso) di se stesso, i risultati non tardano ad arrivare. Il sapersi “destreggiare” aumenta il senso di autostima che pone a sua volta le basi per acquisire nuove competenze.

Come efficacemente esposto da Renzi [8], fin dal 2006, la strategia “dei piccoli passi” (curva dolce di apprendimento) a fronte di un carico lavorativo inizialmente oneroso, permette al neo istruttore di affrontare il nuovo percorso in funzione delle proprie potenzialità, aumentando gradatamente le competenze con il progredire dell’esperienza maturata (acquisizione, stabilizzazione, padronanza, progressione).

L’utilizzo del corso di formazione per gli istruttori in regime di “presenza + supporto” è assolutamente necessario al neo istruttore, poiché con esso acquisisce quella conoscenza, familiarità ed una minima esperienza sui tre fronti salienti della FAD dettati da Moodle, dal Rapid e-learning e dalla comunicazione.

Per fare in modo che un istruttore tradizionale conosca realmente la portata e le dinamiche che muovono l’apprendimento veicolato dalla FAD nonché l’efficacia di tali azioni, è necessario fargli comprendere (per via pratica) l’estrema importanza che riveste la comunicazione. Con l’acquisizione dell’esperienza maturata in regime di FAD “a supporto” (marginale), ci saranno più possibilità di riuscire a gestire / sostenere un corso in regime di FAD pura.

Per favorire l’apprendimento il formatore dovrà di conseguenza:

- Facilitare, attraverso un iniziale regime d’aula (presenza) il processo di feed-back primario che consenta al neo istruttore di sentirsi a proprio agio.

- stimolare (in regime di presenza + LIM) la partecipazione della classe al dibattito, discussione dei contenuti proposti in FAD, per innescare nel singolo soggetto l’aspetto meta cognitivo (riflessione, autoregolazione);

- chiarire (in presenza + LIM) dubbi e critiche iniziali;

- indicare (in presenza + LIM) gli obiettivi, i diritti ed i doveri (formula di “contratto” con i learner);

- mostrare la piattaforma, il corso e gli argomenti da trattare (laboratorio + LIM);

- spiegare l’argomento in via di trattazione e passare subito all’aspetto pratico (laboratorio);

- mostrare per vie pratiche (laboratorio) la reale portata/effetto degli aspetti “social” e l’importanza dei feed-back, operando una sistematica lenta ma progressiva azione di sollecitazione (il formatore simula uno studente tipo). Questa continua azione verrà calibrata sui tempi di ciascun nuovo istruttore;

- effettuare (laboratorio + FAD) una serie di sondaggi nell’arco del corso e sulla base di questi, ovvero dei feed-back ricevuti e dei risultati ottenuti, procedere ad una sistematica opera di analisi e calibrazione dei contenuti, in maniera da rendere i soggetti “test evaluator”, forzandoli (implicitamente) al feed-back;

- impiegare lo scaffolding ed il coaching durante le sessioni di laboratorio, sulle lezioni oggetto del giorno;

- creare e rendere disponibile un corso “pilota” per ogni singolo neo istruttore;

- richiedere alla classe di progettare un proprio corso pilota;

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- disporre alla classe di popolare il proprio corso pilota attraverso l’inserimento di attività e risorse (a difficoltà incrementale);

- monitorare l’andamento delle attività testando, in qualità di studente, le risorse e rilasciando un feed-back;

- presenziare regolarmente il SISDTA in orari stabiliti (FAD);

- fornire tutoriali, assistenza e feed-back alla classe in un tempo max di 12 ore;

- incrementare gradualmente le sessioni di FAD;

- sollecitare la classe ad intervenire in sessioni di chat, videoconferenze (a distanza) impiegando come elemento aggregatore la discussione/dibattito di un tema particolarmente interessante;

- proporre, suggerire alla classe l’iscrizione, partecipazione alla comunità informale di apprendimento degli istruttori;

- proporsi (implicitamente) come valido modello.

5.1 Collaborare per crescere (e-collaboration)

Nei precedenti paragrafi abbiamo fatto spesso riferimento all’importanza della comunicazione. Il punto nevralgico dove essa manifesta tutte le sue potenzialità è dato dalla collaborazione / cooperazione.

Sancassani , Brambilla, Marenghi e Menon, definiscono la e-collaboration come: << stile di chi sfrutta le opportunità offerte dal web per raggiungere obiettivi e risolvere problemi insieme ad altri colleghi …. E’ il tratto distintivo di un nuovo modo di lavorare, studiare, gestire il tempo libero basato sul continuo scambio di ruoli tra emittente e ricevente consentito dalla rete…>> [Sancassani et al - 9]

La “e-collaboration”, nel contesto del corso formatori, è un prezioso strumento per ottenere quel salto qualitativo capace di generare competenza. Attraverso la collaborazione in rete, è possibile veicolare le conoscenze a beneficio di tutta la comunità. Il valore “aggiunto” della “e-collaboration”, è dato proprio da una continua iterazione e capovolgimento di fronte: un singolo docente può passare da uno stato “passivo” (chi richiede, ricerca un’informazione per la risoluzione di un dato problema) ad uno stato “proattivo” (chi partecipando attivamente, fornisce l’informazione contribuendo, di fatto, ad arricchire le conoscenze di tutti). In questo modo si innesca il processo virtuoso:

“conoscenza che supporta la formazione, la quale abilita l’apprendimento, che favorisce l’innovazione, che crea conoscenza”. [Anselmi, 10]

Per avviare una comunità di apprendimento informale è necessario che il gruppo primario (i più “esperti”) funga da “magnete”, attraendo attorno a se tutti i docenti che necessitano di aiuto. Con il trascorrere del tempo, i membri “proattivi” (in grado di fornire una risposta) cresceranno e, in funzione della disponibilità che intenderanno prestare, forniranno il supporto a tutti quei nuovi docenti in cerca di soluzioni a un dato problema.

L’obiettivo (desiderabile) è raggiunto quando i partecipanti alla comunità (vecchi o nuovi istruttori): saranno in grado di prestare la propria opera “proattiva”; quando un singolo istruttore è capace di essere un attore “passivo” o “attivo” in funzione di ciò che cerca o può suggerire; quando le soluzioni ai problemi sono realmente utili; quando uno strumento, una procedura è utilizzata in modo diverso da come era stata concepita originariamente; quando l’intervento è valorizzato dal gruppo primario (rinforzo positivo); ma soprattutto, quando la comunità è viva, attiva e partecipe [Sancassani e al, op. citata - 9].

Gli attori “proattivi”, assumono implicitamente il ruolo di “opinion leaders” (agenti del cambiamento) [Khan - 11] cioè di promotori della FAD. In questo senso, la strategia è mirata ad “attirare” e coinvolgere tutti i restanti docenti, soprattutto, quelli più restii al cambiamento.

Per questo motivo si ritiene di vitale importanza che, (almeno) il primo gruppo di neo istruttori, sia scelto tra coloro che risultino ben preparati (dal punto di vista delle TIC) e, soprattutto, motivati ad introdursi nella FAD. Saranno loro, infatti, ad innescare e potenziare l’effetto “palla di neve” [Sancassani et al - 12].

6. CONCLUSIONI

In attesa che siano realizzate e rese disponibili le strutture di networking (wireless) e stipula della convenzione con il nuovo provider (elevazione banda a 10-20 Megabit), si stanno conducendo test

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pilota, su un campione di 10 istruttori dotati di differenti caratteristiche (età, competenze TIC, motivazioni). I risultati, al momento sono buoni (per quanto concerne l’acquisizione di competenze minime sulla piattaforma) ma decisamente da migliorare sul piano della comunicazione.

I risultati finali saranno oggetto di ulteriore analisi e valutazione: ciò consentirà di affinare i contenuti da inserire nel corso “formatori” (alfa test). Nel frattempo, dovrebbero pervenire all’Istituto gli authoring tool commissionati è già posti in acquisto.

Per quanto concerne la “comunità” informale di apprendimento, in attesa che si determinino le condizioni minime per lo “start-up”, le funzioni di supporto, ricerca e contributo, saranno per il momento instradate sulla community di “moodle.org”.

Riferimenti bibliografici

[1] Vilmo Di Pietro, Dario Liguori: “Elementi di Metodologia dell’Istruzione”, 1999, Scuola Sottufficiali Marina Militare di Taranto;

[2] Paolo Renzi, MoodleMoot 2006, Alessandria, Moodle nell’Università: L’esperienza di Roma “La Sapienza”; http://www.moodlemoot.it/file.php/5/documenti/presentazioni/renzi.pdf ;

[3] Giovanna Battistini, Alessandra Becci, Carla Falsetti, Tommaso Leo, Flavio Manganello, Sulmana Ramazzotti, “Progettazione in Rapid e-Learning di contenuti didattici all’interno di un quadro unitario di Ateneo”, Atti Didamatica 2009, http://www.services.economia.unitn.it/didamatica2009/Atti/lavori/battistini.pdf , pag.3;

[4] Fabio Ballor in “Rapid e-Learning una strategia di produzione ed erogazione dei contenuti didattici” (in regime CC creative commons), http://www.slideshare.net/insegnalo/rapid-elearning-8544666 ;

[5] Ammiraglio di Squadra Cristiano Bettini, “Quale tecnologia per quale formazione: l’attenzione all’efficacia nelle scelte di supporto alla didattica per il futuro”, 2011, Periodico: Rivista Marittima. Vol - Num.: n. 1/2, p. 32-40;

[6] Jimenez, 2005, citato da Fabio Ballor in “Rapid e-Learning una strategia di produzione ed erogazione dei contenuti didattici” (in regime CC creative commons), http://www.slideshare.net/insegnalo/rapid-elearning-8544666 , pag.13;

[7] Bersin, 2004, citato da Fabio Ballor, “Rapid e-Learning una strategia di produzione ed erogazione dei contenuti didattici”, http://www.slideshare.net/insegnalo/rapid-elearning-8544666 - pag.25;

[8] Paolo Renzi, MoodleMoot 2006, Alessandria, Moodle nell’Università: L’esperienza di Roma “La Sapienza”; http://www.moodlemoot.it/file.php/5/documenti/presentazioni/renzi.pdf ;

[9] Sancassani, Brambilla, Marenghi, Menon, 2011, “e-Collaboration. Il senso della rete”, editore Apogeo;

[10] Anselmi Francesco Antonio,2008, “Conoscenza – formazione - apprendimento – innovazione: il circolo virtuoso per lo sviluppo di sistemi produttivi del ventunesimo secolo”, atti del XXIX conferenza italiana di scienze regionali (Bari), Progresso tecnico ed innovazione, http://www.inter-net.it/aisre/minisito/CD2008/cd_rom/Paper/Anselmi.pdf, – pag.11;

[11] Khan Badrul H., 2004, “e-Learning: progettazione e gestione”; editore Erickson, pag.41;

[12] Sancassani, Brambilla, Marenghi, Menon, 2011, “e-Collaboration. Il senso della rete”, editore Apogeo.