la morte di gesu- estratti - carmichael joel

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  • 7/30/2019 La Morte Di Gesu- Estratti - Carmichael Joel

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    Che successe in Palestina nel 33 d.C.?CACCIARE I MERCANTIDAL TEMPIOLa verit su Ges nelle ipotesi di Joel Carmichael,

    uno storico laico contemporaneoLa morte di Ges il giallo pi intricato della Storia. Generazioni di fedeli, di scettici, distorici e di teologi han cercato di capire cosa sia successo in quel tempo in Palestina, spintida una versione ufficiale che fa acqua da tutte le parti. Le contraddizioni tra i racconti deglievangelisti, le epistole di Paolo e i pochi altri documenti che ci son restati, son cos evidentida costituire un irrefrenabile stimolo alla ricerca della verit, ma questa cos ben celata darisultare tuttora un mistero. Ad esempio il processo a Cristo, svoltosi tutto in una notte, congrandi sacerdoti e altezzosi procuratori romani tirati gi dal letto, e una procedura giuridicacos astrusa e senza precedenti in Israele, da risultare del tutto inconsistente. Di sicuro cuna morte in croce, un tipo di esecuzione assolutamente vergognosa per un ebreo. Solo iRomani crocefiggevano, e allora perch la colpa venne fatta ricadere sugli Ebrei? Che

    rapporti cerano tra Ges e gli oppressori romani?In Palestina non si parlava che di come scacciare i Romani, le rivolte contro gli oppressori sisuccedevano luna allaltra, ma Ges non pare minimamente interessato alla questione.Lunica volta che la gente incastra Cristo chiedendogli di pronunciarsi sullatteggiamento datenere con i Romani, la risposta di Ges totalmente non credibile. Per poter dire il celebre:"Date a Cesare quel che di Cesare", Ges si fa mostrare una moneta romana con il voltodell'imperatore. una narrazione credibile?No, un'immagine che raffigurasse un uomo era considerate blasfema dagli Ebrei, tipo per noidelle sputacchiere con sopra un crocefisso. In Palestina circolavano esclusivamente monetecon solo la cifra e le scritte. La famosa moneta col volto di Cesare non poteva essere quellacitata da Cristo.Un altro esempio: secondo i Vangeli Ges liber un indemoniato dai diavoli che lopossedevano, e gli spiriti si incarnarono in un branco di duemila porci. un episodiostoricamente attendibile? No, perch era considerato immondo e recante impurit un interazona, nessuno si sarebbe sognato di allevarne o macellarne uno, peggio delle vacche sacrein India.Il fatto che la versione ufficiale della vicenda umana di Ges fu costretta ad adattarsi anchealle stesse variazioni della versione ufficiale. Ad esempio gli evangelisti sprecano righe erighe per elencare tutti gli antenati di suo padre Giuseppe, il che aveva un senso nei primianni, quando era essenziale che Cristo risultasse discendente di David, perch il Messiadoveva essere tale. Quando, uno o due secoli, dopo si dovette giustificare la nascita

    verginale del Cristo, ecco che il sapere gli antenati di Giuseppe diventava totalmentepleonastico. Chi avesse sostenuto che Ges era figlio e dello stesso ceppo genetico diGiuseppe veniva considerato un eretico.Se facile elencare le contraddizioni una ad una, invece difficile anche solo immaginarecosa ci sia sotto tutto questo lavoro degli esegeti ufficiali. A questo punto lipotesi prospettatada Joel Carmichael nel suo La morte di Ges (Ubaldini editore) merita quanto meno unprofondo rispetto per il suo tentativo, secondo noi riuscito, di tentare di spiegare tutto, dicostruire una controstoria credibile.Il nucleo del lavoro di Carmichael la celebre cacciata dei mercanti dal Tempio.

    Ammettere che un tizio qualsiasi, da solo, potesse scacciare degli onesti mercantirovesciando tavoli e frustando chi voleva cos debole che o la si interpreta - da un punto di

    vista ufficiale - come una pia metafora, oppure necessita di una spiegazione alternativa il cuitotale discostarsi da ci che abbiamo sempre creduto, non deve atterrire pi di tanto. Certo, ilCristo che ne esce fuori non lo stesso spiegato a Messa la domenica, ma la verit storica

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    vale pi di una tradizione consolante, e dato che le contraddizioni ufficiali son cos lampantida oggettivamente impedire di credere alla tradizione, ecco che lipotesi che andiamo apresentare, riassumendo un bel libro di 300 pagine in una decina, diventa senzaltro picredibile.Ma andiamo per ordine, iniziamo a tuffarci nellatmosfera della Palestina di quel tempo, dove

    di nientaltro si parlava se non di come cacciare i romani dalle terre dIsraele.LE RIVOLTENel periodo tra il 70 d.C. e l80 a. C. - 150 anni - ci furono 62 rivolte ebraiche contro i romani,alcune grandi, altre minori, fino allultima del 66 che fu sanguinosissima. Lo stesso Barabbastava per essere crocefisso per aver ucciso qualcuno durante una sommossa. La Galilea, laregione ebraica da cui venivano Ges il Galileo e i suoi seguaci, aveva fama di essere unaregione di anarchici e ribelli. Bastava parlare con un accento galileo per destare sospetti. Su62 insurrezioni ebraiche contro i Romani nell'arco di 150 anni, 61 erano nate in Galilea.La data di nascita di Ges, tra lo O e il 6 d.C., segna anche la nascita del partito degli Zeloti,

    gli integralisti che invitavano alla lotta, naturalmente armata, per l'indipendenza contro ilcolonialismo romano. I Romani chiamavano gli zeloti col termine spregiativo di ladroni, ecco

    spiegati chi erano i due ladroni crocefissi con Ges. Ges aveva zeloti tra i suoi apostoli. Ilvangelo parla di un Simone lo Zelota come uno dei Dodici Apostoli. La presenza di unozelota manifesto tra i discepoli di Ges illuminante. Nel movimento di Ges doveva esserviqualcosa che attirava l'ala estremista dell'opposizione a Roma.Del resto per l'opinione pubblica pagana a chi erano assimilabili i Cristiani? Tacito li chiama

    "gente odiata per i loro crimini,'. "L'esecrabile superstizione,"scrive lo storico, .'domata per ilmomento con l'esecuzione di Cristo, scoppiava pero' nuovamente, non solo in Palestina mapure in Roma dove tutte le brutture e le vergogne convergono e vi fanno scuola".Gli zeloti organizzavano continue sommosse. Una convenzionale usanza militare del tempoconsisteva nel nascondere dei pugnali o delle corte spade sotto gli ampi mantelli orientali, perpoi tirarli fuori, brandirli a un segnale e aggredire chiunque. Nelle circostanze della festa dellaPasqua, questa pratica richiedeva naturalmente una speciale sorveglianza da parte dellapolizia filoromana che presidiava il Tempio. Ad esempio la Pasqua della successione diArchelao fu celebrata in Gerusalemme con un grande eccidio di pellegrini. Quando Quirinio,governatore della Siria (6-7 D.C.), introdusse il censimento menzionato in Luca, che essendoun sistema per accrescere il peso delle tasse da pagare allo straniero esasper ulteriormentei giudei, Giuda il Galileo si mise alla testa degli insorti e inizi ad attaccare lo stesso potereromano, con decine di morti da ambo le parti.Non fu il solo ribelle di rilievo: a Perea venne fuori un uomo di nome Simone, che era statoschiavo di Erode ed era famoso per la sua bellezza e la sua forza fisica, come pure unpastore dallo strano nome di Athrongas, celebre anche lui per la sua gigantesca statura e la

    straordinaria forza fisica. Entrambi questi uomini avanzarono le loro pretese a governare laGiudea. Furono entrambi giustiziati e migliaia di insorti furono crocifissi.Mentre l'oppressione romana cresceva, un intransigente dopo l'altro si presentava come ilMessia promesso da Yaw al suo popolo tormentato.Ges fu un capo nazionale, uno dei molti che vennero fuori tra i Giudeo sottoposti a Roma.Quando lui e i suoi seguaci entrarono in Gerusalemme, le folle gridavano. Figlio di Davide,liberaci!Nessuno conosce la storia precisa di tutte le 62 insurrezioni ebraiche. Di alcune sappiamosolo il nome del leader, di altre ancor meno. Sul capo di una di queste ribellioni - Ges - nata una grande leggenda che si modificata con lallontanarsi della data dellevento,quando la religione riformata da Paolo prese ad adorare non pi un essere umano, un ebreo,

    ma una metafora, in cui, comunque, milioni di persone a quel tempo e poi nei secoli, sisarebbero riconosciute.

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    Come vissero i contemporanei la scesa in campo di Ges, la sua entrata in Gerusalemme, lacacciata dei mercanti dal Tempio e la sua cattura? Dopo la crocefissione, due discepoli cosraccontano la storia del loro gruppo religioso: ...sei forestiero in Gerusalemme da ignorare lecose avvenute in questi giorni? '. Egli disse loro: ' Quali? '. Essi gli risposero: ' Ci che accaduto a Ges di Nazareth, il quale era un profeta, potente in opere e in parole davanti a

    Dio e a tutto il popolo, come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati l'hanno consegnatoperch fosse condannato a morte e l'hanno crocifisso. Noi speravamo che egli sarebbestato quello che avrebbe liberato Israele...'"Gli ebrei, tutti gli ebrei e specie i pi pii,volevano solo che qualcuno liberasse Israele.GIOVANNI BATTISTADobbiamo adesso parlare di Giovanni Battista, la cui figura resta essenziale per capire chi sivolle, almeno in un primo tempo, autoconsiderare il successore e il continuatore dellopera diGiovanni. Giuseppe Flavio che descrive come i Romani domarono la rivolta ebraica del 66-70in Palestina, nomina Ges o i suoi seguaci?No, ed molto strano: gi a quel tempo i cristiani erano famosi. Gi nel 49 erano statisegnalati dei seguaci del Galileo a Roma. Svetonio scrive che limperatore Claudio scacci

    gli ebrei dalla capitale poich, istigati da un certo Chrestus [Cristo] creavano ovunquedisordini". Probabilmente ci che diceva Giuseppe Flavio stato epurato e ormai non pidisponibile, come ci che avveniva durante i Misteri Eleusini, la pi importante cerimoniareligiosa della paganit, un dato assolutamente non pi ricuperabile.Giuseppe Flavio parla invece di Giovanni il Battista, cio il Battezzatore, ma ne duninterpretazione tutta spirituale, come se il messaggio di Giovanni fosse di totale eindiscusso pacifismo. Tenendo invece conto della fine violenta del Battista - che findecapitato dal re Erode, un fidato esecutore dei voleri romani - del tutto improbabile che ilmessaggio del Battista possa essere stato capito dai contemporanei come una sempliceesortazione alla virt personale, un ammonizione ad attendere un miracolo divino. Cisarebbe stato senza dubbio accolto assai bene dalle odiate autorit, come una forma di pioquietismo: il contentino in cielo. Ci che molto pi probabile, che Giovanni Battista fosseconsiderato un pericoloso agitatore e che la fine che gli tocc fu appropriata. Una volta che si accettata l'idea che Giovanni Battista fece la fine che fece per una buonissima ragione - dalpunto di vista di chi lo giustizi - possibile afferrare il significato di queste parole altrimentioscure, con cui il Vangelo presenta Giovanni: "La legge e i profeti furono fino a Giovanni, daallora evangelizzato il regno di Dio e ognuno gli fa violenza". chiara l'implicazione cheprima del Battista la gente si accontentava di parlare; il Battista fu il primo a fare qualcosa. Leautorit erano sul chi vive per qualsiasi atto che avesse potuto sembrar loro sedizioso, appena concepibile che un predicatore puramente astratto, possa per prima cosa esserevenuto fuori, o che, se fosse venuto fuori, le autorit locali non sarebbero state pi che

    contente dell'aggiunta di un unguento lenitivo per le turbolente agitazioni popolari chestavano cercando di calmare. Se le astrazioni di Giovanni fossero state cos innocue comesembrano, sarebbero state senza dubbio bene accolte dal potere e dai Romani.Si dice che Ges abbia istituito il Battesimo, ebbene nei Vangeli non mai raccontato cheGes abbia battezzato qualcuno. Per fare un esempio: Pietro mai stato battezzato daGes? No, ed strano, necessita di una spiegazione. Il battesimo praticato per immersioneuna e una volta soltanto, fu istituito da Giovanni. Era diretto agli intransigenti antiromani, edera inteso come il rito di iniziazione in un nuovo Israele. per questo che quando lemoltitudini'venivano a lui per il battesimo, egli non prendeva in considerazione il loro statoprecedente di Ebrei gi in alleanza con Dio, non dando loro nessuna priorit nel Regno delfuturo Messia. Il peccato del servire i Romani adoratori di idoli, aveva ridotto i Giudei al livello

    dei pagani; il battesimo del Battista era inteso per purificarli da questo peccato cardinale estabilirli nel nuovo Israele. Questo il significato sostanziale e particolare - non generico -della frase: battesimo nel "nome del Signore". Giovanni chiamava a riconoscere Yaw come

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    il vero e solo sovrano del mondo, e a riconoscere il re nazionale, il Messia. A parere diGiovanni Battista, i giudei potevano essere governati solo dall'Onnipotente, che lo avevainviato come Araldo, per questo gridava alle folle: Pentitevi! Il giorno del giudizio vicino!Quando Ges abbandon il Battista, ne abbandon il movimento e il rituale, compreso ilbattesimo. Da allora in poi non battezz pi. Stava lanciando un'impresa completamente

    indipendente, in cui il battesimo come segno di secessione e di re-iniziazione non aveva piun ruolo da rappresentare.Se Ges e Giovanni erano collaboratori in un movimento religioso-militare, quando Geslasci la Giudea per competere col Battista, deve averlo fatto come conseguenza di unasostanziale divergenza di opinione, si deve essere staccato da Giovanni, dopo la loro inizialecollaborazione, perch non condivideva pi le sue opinioni sul battesimo.Il battesimo era dunque un rito di iniziazione in un gruppo religioso organizzato - i seguaci delBattista - che predicava il rifugiarsi nel deserto per opporsi alle autorit attraverso laseparazione fisica dalla loro giurisdizione territoriale. Secondo Giovanni nel deserto il popolodi Israele torna libero, le sabbie aride non erano territorio romano, ma la sede di un primonucleo di forze ebraiche indipendentiste. Quindi una discussione sul battesimo non era

    soltanto una questione dottrinale; deve aver rappresentato un certo tipo di strategia inconsiderazione del compito primario di combattere gli odiati oppressori. Ges invece neldeserto ci rest solo 40 giorni, poi si mise a predicare nelle citt. Il Battista al contrariorimase 'al di fuori', nel deserto, predicando il suo tipo di secessione sediziosa. Ges ritornalle citt, alla civilt, si un ai "pubblicani e peccatori" e incit il popolo nelle zone abitatedella Galilea e della Giudea.Giovanni viveva nel deserto e si nutriva di cavallette, e comunque si diceva di lui che "nonmangia e non beve". Di Ges invece si diceva: " uno che mangia e beve", e venivadenigrato come un mangione e un beone. Ad esempio il miracolo delle nozze di Canariguard ben 600 litri di vino, e il Vangelo sottolinea che si trattava di un vino eccellente.Sbaglia chi sottovaluta il ruolo del Vino nel cristianesimo degli inizi. Paolo rimprovera iCristiani che durante i banchetti commemorativi di Ges cera gente che si ubriacava a forzadi bere, e li redarguisce in quanto non distribuiscono equamente cibo e bevande: "Uno hafame l'altro ubriaco". L'ubriachezza deve essere stato un motivo non infrequente della vitaassociativa dei primi cristiani. Pietro costretto a specificare che i primi cristiani che parlanolingue straniere o incomprensibili non erano ubriachi, situazione come l'ubriachezza potevanoessere frequenti nelle comunit. Alcuni secoli dopo il valore liturgico e conviviale, sacro maanche fortemente profano (in fondo sarebbe bastato amministrare il pane come ricordo diGes, laggiunta di una bevanda alcoolica deve aver avuto un qualche senso) del vino, totalmente misconosciuto. Nel 400 a San Macario fu offerto un bicchiere di vino che eglitramut in acqua prima di berlo.

    IL TEMPIOSecondo Carmichael il nucleo essenziale del racconto evangelico il seguente: Ges entrin Gerusalemme alla testa di un gruppo di uomini; occup il Tempio per un certo tempo; futradito; quindi fu processato, condannato e giustiziato su un'accusa di sedizione.Ges occup il Tempio? Come pot essere possibile?Secondo i vangeli: Ges entr nel tempio e scacci tutti coloro che vendevano ecompravano nel tempio, rovesciando i tavoli dei cambiavalute e i banchi di quelli chevendevano le colombe" . E anche "[Ges] trov nel tempio venditori di buoi, di pecore ecolombe e, seduti, i cambiavalute. Fattasi una sferza di funicelle, cacci tutti dal tempio:pecore e buoi, e rovesci a terra le monete dei cambiavalute e i loro banchi".Ma cosera il Tempio? Il santuario di Gerusalemme non era soltanto enorme come

    estensione; aveva anche un numero straordinario di dipendenti, calcolato a ben ventimila,addetti a una gran variet di funzioni. Oltre a essere il centro attivo della vita giudea, ilTempio era un mercato pubblico. Era anche una grande tesoreria pubblica; come altri

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    santuari del mondo orientale del tempo, e anche pi, equivaleva a una banca nazionale.Conteneva immense ricchezze sotto forma di metalli preziosi lavorati, come pure grandisomme di denaro e ingenti depositi fatti da singoli creditori, non solo dalle vedove e dagliorfani, ma anche dai ricchi. Questi depositi non potevano rimanere inutilizzati: il santuario nonera un magazzino, il denaro veniva continuamente reimpiegato. Gli Ebrei, insieme con il resto

    del mondo ellenistico, avevano ereditato da Babilonia tutto il sistema di biglietti di scambio,obbligazioni e assegni personali, inventato molto tempo prima dai babilonesi; e l'enormericchezza del Tempio era costantemente impiegata in trasferimenti di denaro in tutto ilmondo. Aveva inoltre una guarnigione romana di 500 legionari. Come mai tanti soldati?Perch il santuario era il centro dIsraele, il palcoscenico ideale per presentarsi alla folla. Adesempio, verso la fine della vita di Erode, questultimo ordin una grande aquila doro daporre sullingresso principale del Tempio in modo tale che risplendesse luminosa ai raggi delsole. Ci incontr la violenta opposizione di due maestri della Legge, Giuda ben Sarifai eMatteo ben Margaloth, che esortarono i loro seguaci a mettere fine a ci. Insieme conquaranta giovani buttarono gi lacquila: morirono tutti bruciati sul rogo.E ovvio che impadronirsi del tempio sarebbe stato possibile solo con un atto di violenza.

    Ges deve aver avuto sotto di se una forza armata sufficientemente potente da permetterglidi impadronirsi di quel vasto edificio e tenerlo per qualche tempo, a giudicare dal suoriferimento al fatto che "ogni giorno"era stato a "insegnare" nel Tempio, quando risponde aisuoi catturatori biasimando il fatto che siano venuti a prenderlo con le armi.Del resto - anche se nei catechismi il dato non mai evidenziato - alcuni apostoli giravanoarmati. Nei Vangeli abbiamo testimonianze dirette di armi realmente portate dai seguaci diGes. Ecco il racconto sinottico del suo arresto:" Ma uno dei presenti, sguainata la spada,colp il servo del capo del sacerdotevenuto a catturare Ges, e gli port via lorecchio. EGes, rispondendo, disse loro: Siete venuti come contro un ladro con spade e bastoni acatturarmi. Il noto persecutore dei cristiani Sossiano Ierocle (citato dal padre della Chiesa Lattanzio), chefu governatore della Fenicia e prefetto d'Egitto sotto Diocleziano, e quindi in certo modo unsuccessore di Ponzio Pilato, dice semplicemente che Ges era il capo di una banda dibriganti da stradail cui numero era di pi di novecento uomini. Una copia ebraicamedioevale di un'opera perduta di Giuseppe Flavio riporta inoltre che Ges aveva con s pidi duemila seguaci armati sul Monte degli Olivi.Si dovrebbe osservare che nella citazione che abbiamo tratto da Lattanzio la parola usata perbriganti da strada, che nella traduzione suona spregiativa, era semplicemente una parolacorrente per indicare le bande di insorti che erano attivi contro Roma sia prima che dopoGes, quello che i traduttori ufficiali hanno reso come ladroni.Quando le forze di Ges presero e tennero il Tempio, entrarono in contrasto con l'aristocrazia

    e la classe sacerdotale giudea, perch nel suo movimento c'era indubbiamente un elementodi protesta sociale. All'interno del Giudaismo egli era dalla parte degli oppressi. Quindi piche probabile che il suo attacco al Tempio avesse l'ulteriore motivazione della protesta control'ingiustizia sociale. In Giuseppe Flavio abbiamo un passo che ci d un quadrodell'oppressione dei poveri a opera dei ricchi, tramite il Tempio: Giuseppe Flavio riferisce chegli insorti volevano "distruggere i registri degli usuraiconservati nel Santuario, e impedirel'esazione dei debiti, per guadagnarsi il favore di una schiera di grati debitori e per sollevareimpunemente i poveri contro i ricchi. La pressione sulle classi deve aver contribuito alcarattere esplosivo di un movimento destinato a coinvolgere Ges in uno scontro non solocon i romani ma anche con l'aristocrazia giudea. Il popolo era sfruttato dal Tempio non soloattraverso varie esazioni, ma anche attraverso espedienti come una scala di pagamenti

    elastica, in cui le bestie che i pellegrini acquistavano dai sacerdoti erano sempre valutate aun prezzo massimo, mentre coloro che vendevano animali per il Tempio si sarebbero sempresentiti dire che i loro animali avevano ogni sorta di difetti rituali (macchie sulla pelle, ecc.) che

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    li rendevano scadenti per l'uso sacrificale e quindi pagabili poco. Il Tempio, l'inattaccabile eincrollabile sede dell'autorit socioreligiosa, deve aver fornito a preti e mediatori parassitiuna vera e propria difesa contro qualsiasi protesta popolare non violenta. Il tentativo di Gesfu di sfondare questo scudo, in quanto ci faceva parte della sue pi ampia impresa diistituire il Regno di Dio in sfida al potere romano. Ci mise in moto gli avvenimenti che

    condussero alla sue fine.Se Giovanni and incontro alla morte per aver coinvolto i suoi seguaci in una massicciasecessione dallo Stato, Ges fu crocifisso per aver voluto portare con la violenza il Regno diDio in Gerusalemme, la fortezza e la capitale del regime secolare e sede del governatoreromano.Il Battista esortava i giudei a rinunciare alla vita sotto un sovrano pagano, e a esserebattezzati nel Nuovo Israele di coloro che attendevano il Messia; Ges, dopo aver collaboratocon lui per un certo tempo, alla fine cambi opinione e and a cercare una soluzione nellacitt sacra che era il solo luogo dove tale soluzione potesse manifestarsi. In tal caso,dovremmo attribuire le sue affermazioni quietistiche, come sono conservate nei Vangeli, alperiodo in cui probabilmente Ges ancora raccoglieva sostegno per la sua nuova impresa;

    ci spiegherebbe anche la curiosa ambiguit o segretezza circa le sue intenzioni: le sueammonizioni ai discepoli di non dire nulla del suo speciale stato, il suo parlare per parabole,cio allusioni, e il suo vagare per il paese come se fuggisse, cose tutte che sembrano riferirsia qualcuno che, almeno in un primo tempo, cerchi di evitare di richiamare attenzione.Il suo atteggiamento per, ad un tratto, sembra cambiare bruscamente: "Quello che dico avoi nelle tenebre, ditelo nella luce e quello che udite all'orecchio, predicatelo sui tetti...Cisuona come se significasse che tutto il progetto era allo scoperto, e che Ges era adesso ilcapo pubblicamente proclamato di un movimento di sedizione. Avendo incominciato colpredicare la migliore giustizia, a un certo punto cambi opinione e si diresse versoGerusalemme e verso la morte, non solo in quanto Araldo del Regno, ma anche comel'Araldo del Regno che veniva con la forza. Un passo che sembra riassumere il momento ditransizione, il seguente:" [Ges disse ai discepoli]: 'Quando vi mandai senza borsa, senzabisaccia, senza sandali, vi manc mai nulla?'. Essi risposero: ' Nulla '. ' Ma ora ', disse loro, 'chi .. . non ha una spade venda il suo mantello e la comperi.Questo " ma ora" sembrapregno di capovolgimento.La ricerca dell'occasione che lo condusse al suo cambiamento di opinione tentatrice;

    possiamo trovarla in una situazione testimoniata fuori dei Vangeli. Giuseppe Flavio ci narrache Pilato tent di far innalzare gli stendardi delle legioni romane nell'area del Tempio. Questistendardi portavano dei medaglioni contenenti ritratti degli imperatori ma i giudei reagironoviolentemente all' esposizione di quelle immagini profane. Giuseppe Flavio ci d un raccontoimpressionante della loro costernazione e della loro furia: erano decisi a lasciarsi uccidere da

    Pilato purch gli stendardi che portavano l'immagine di Cesare fossero rimossi. Pilato,sconcertato da quello che deve aver considerato un incomprensibile fanatismo, alla fine siarrese.Il punto che i Giudei consideravano l'innalzamento nell'area del Tempio di immagini daadorare come l'adempimento della profezia che si trova in Daniele, quella de:L'abominazione della desolazione posta l dove non deve stare". In Daniele questaprofanazione del santuario doveva annunciare gli "ultimi giorni", che si calcolava dovesseroestendersi lungo un periodo di circa tre anni e mezzo; alla fine di questo periodo si dovevaaspettare la morte del Messia , cos come la devastazione della Citt Santa nella guerramessianica. Ci sarebbe continuato fino alla "fine dei giorni"e terminato con l'annichilimentodell'avversario di Dio, il Principe di questo mondo, e degli empi in generale, mediante un altro

    diluvio simile a quello che aveva spazzato via la razza umana al tempo di No.Molti giudei interpretarono l'azione di Pilato come la profanazione del santuario prevista inDaniele; gli stessi vangeli citano lepisodio, ecco in proposito l'apocalittico discorso di Ges:

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    Quando poi vedrete l'abominazione della desolazione posta l dove non deve stare... alloraquelli che sono nella Giudea fuggano verso i monti, chi sul terrazzo non scenda e non entriper prendere alcunch dalla sua casa e chi nel campo non torni indietro per prendere il suomantello. Ma guai alle donne incinta e a quelle che allattano in quei giorni".Ges e molti dei suoi contemporanei sembrano aver aspettato che il diluvio distruttore

    dovesse seguire questa profanazione, conformemente alla profezia in Daniele. Questo cisuggerisce molte cose; pu farci vedere l'occasione specifica che avvi Ges nella suacarriera e, individuando il suo cambiamento di opinione nell'ambito della sua generaleopposizione all'ordine sociale contemporaneo, fare un po' di luce sulle ragioni che ebbe perimboccare la via della violenza, per mettersi a capo delle folle ebraiche e opporsi ai romani eallordine costituito.Del resto Ges pensava che il ''Regno dei Cieli" si sarebbe avverato pochissimo tempo dopola sua predicazione. Nel Vangelo si pu trovare scritto che: "Non passera' questagenerazione prima che tutto ci sia avvenuto", oppure: "Non avrete finito di percorrere le cittd'Israele prima che venga il Signore."Nei giorni che occup il Tempio, Ges fu effettivamente Re degli Ebrei. II significato

    nazionale di questo titolo messo in risalto in maniera rivelatrice in una piccola scenesecondaria tra Pilato e i "Pontefici dei Giudei", riportata nel Quarto Vangelo:" Pilato scrisseanche un cartello e lo pose sulla croce. E vi era scritto: ' Ges Nazareno re dei Giudei '. . .Dicevano dunque a Pilato i pontefici dei Giudei: 'Non scrivere: Re dei Giudei, ma che egli hadetto: Sono re dei Giudei '. Pilato rispose: ' Quel che ho scritto ho scritto'". La posizione diPilato chiara: quando le autorit del Tempio cercavano di scagionare i Giudei dall'accusa dinon amare i Romani dando al solo Ges la colpa dell'insurrezione, Pilato ricord loro che lapresa del potere da parte di Ges non era stata semplicemente uno scoppio di fanatismoindividuale, ma aveva anche avuto un carattere collettivo. Ges era stato acclamato re daisuoi seguaci e da una parte del popolo mentre aveva governato il Tempio. Al procuratoreromano la brevit del suo regno non interessava dal punto di vista legale: il fatto che i Giudeiavessero avuto un re autonominatosi, era motivo sufficiente per l'intervento romano. Dalpunto di vista romano, il fatto che Ges sulla croce fosse stato descritto come "Re dei giudei"era una semplice affermazione di fatto; per i romani non cera assolutamente nulla diultraterreno in ci; si riferiva a un sostanziale atto di insurrezione, che era punito come tale.Quando i successivi seguaci dimenticarono che cera stata una ribellione armata?La devozione per Ges dei suoi fedeli fu sufficiente per generare la loro fede nella sua

    Resurrezione e nella sua natura messianica; inconcepibile che essi non abbiano potutoconservare un ricordo vivido anche se naturalmente doloroso della settimana cruciale dellasua tragica carriera. Proprio questa lacuna nel ricordo la prova pi drammatica del

    processo di trasformazione di tutta la concezione della carriera di Ges a opera dellaprospettiva della sua trionfante Glorificazione, che port all'obliterazione di fatti essenzialiriguardanti la sua attivit in Gerusalemme, comprese le sue ragioni per recarvisi.LA SCONFITTAMa Ges, dopo pochi giorni di occupazione militare, dovette fuggire dal Tempio. Dopo questofallimento abbiamo un esempio dell'alone di profondo sconforto del tutto terreno di Ges, chedeve essere stato ricordato dai pi antichi testimoni: " E, presi con s Pietro e i due figli diZebedeo, [Ges] cominci a rattristarsi e ad essere angosciato. Allora dice loro: ' L'animamia triste fino alla morte...'. E, avanzatosi un poco, si prostr con la faccia a terra,pregando e dicendo: ' Padre mio, se possibile che si allontani questo calice " Essendo inagonia, pregava pi intensamente e il suo sudore divent come gocce di sangue che

    scendevano a terra"In questi passi e in altri paralleli c' una tristezza che evoca lo stato mentale dei compagni diGes al tempo del tragico epilogo. Il fallimento della carriera dellAraldo di Dio finito sulla

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    croce, non potrebbe essere riassunto pi acutamente che nei due primi Vangeli, in cui la puradisperazione messa direttamente ed evidentemente sulla bocca stessa di Ges, nelmomento in cui sta per morire: "Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato?"Questo grido di disperazione deve essere di carattere storico: in entrambi i Vangeli riportatonel nativo linguaggio aramaico di Ges, che il pi antico strato della tradizione palestinese

    ed presumibilmente usato ogni volta che per qualche ragione reali parole o frammenti didiscorsi sono diventati cos consacrati da essere ricordati nella loro forma originale. inflagrante e irrimediabile contraddizione con la sistematica tendenza degli autori dei Vangeli apresentare invariabilmente Ges in tranquilla comunione con la volont divina e sempresereno davanti alla sofferenza.Vediamo di riassumere i risultati dei precedenti capitoli.Ges si sentiva l'Araldo del Regno di Dio, e aveva cercato di prenderlo con la forza.Nei ricordi stranamente offuscati e mutilati della sua carriera possiamo distinguereimperfettamente i lineamenti di un visionario che fu anche un uomo di azione e chetent di mettere in moto il meccanismo della volont di Dio. Era direttamente inseritonella tradizione dei patrioti religiosi giudei, tormentati dallo schiacciante peso

    dell'impero romano; egli oper in Palestina e aggred il potere romano e i suoi vassalli.Vediamo la sua impresa frustrata e lui stesso eliminato; i suoi seguaci dispersi e il suomovimento, senza dubbio, soffocato nel sangue. Fin come molti altri capi nazionalidegli insorti dIsraele: nell'agonia e nella morte, vittima dei poteri di questo mondo.Ma questa non fu la fine; il suo ricordo doveva alimentare una nuova religione, e il suo nomedoveva venir serbato come il punto focale di un movimento completamente differente a cuiegli non aveva mai pensato. L'idea di questa nuova religione con lui stesso come sua divinit,era una cosa di cui non pot mai avere il minimo sospetto. Come dice Charles Guignebert, "Non gli pass mai per la mente", e non seppe mai di essere risorto.LA RESURREZIONE UNAPPARIZIONEPer capire la Resurrezione bisogna prima comprendere cosera per lEbraismo laresurrezione dei morti. Mos - che del 1300 a.C. circa - non credeva all'Inferno. La vitaultraterrena un'innovazione recente nel culto di Yaw. Nasce nel 150 a.C sotto l'influssodella religione persiana di Zoroastro, durante la rivolta dei Maccabei - integralisti ebrei checombattevano per lindipendenza dal re di Siria - che promettevano il Paradiso a chi moriva inbattaglia. Per i seguaci dei Maccabei, come poi per gli Islamici, il Paradiso era unaricompensa per i pi zelanti. L'idea del premio per chi perde la vita nella guerra santafudeterminante durante linsurrezione ebraica contro i Romani del 66-70 d.C., che provoc pidi un milione di morti. Tacito mette in evidenza il nesso tra fede nella vita ultraterrena eguerra, caratteristico degli ebrei di quell'epoca. "Gli ebrei credono che le anime dei periti inbattaglia o per supplizi, vivano eterne, di qui il disprezzo della morte. Secondo lo storico

    romano, gli ebrei furono sottoposti ad ogni genere di prove: "stirati, contorti, bruciati,fratturati, fatti passare sotto ogni strumento di tortura, affinch bestemmiassero oppuremangiassero alcunch di illecito. Un milione di palestinesi non tollerarono di sottostare anessuna delle due ingiunzioni, ma neppure d'adulare giammai i tormentatori o di piangere:che anzi, sorridendo tra gli spasimi e trattando ironicamente coloro che eseguivano le torture,rendevano serenamente lo spirito come persone che stiano per riceverlo nuovamente".In Palestina esistevano due partiti politico-religiosi, i Sadducei e i Farisei, la cui differenza piprofonda era proprio il credere o no alla Resurrezione dei Corpi, il che implicava la necessitdi un Paradiso per i giusti. Questa aggiunta fatta dai Maccabei alla fede ebraica tradizionale,apr un intenso dibattito durato due secoli, che coinvolgeva tutti, con discussioni al mercato,nelle piazze e nelle sinagoghe. Il partito dei Sadducei - conservatori e filoromani guidati

    dallalto clero del Tempio di Gerusalemme - sosteneva che Mos non aveva mai parlato diResurrezione dei morti, e dunque i Sadducei credevano che le anime andassero in un Ade -un Limbo grigio e senza gloria - tutte indistintamente, buone e cattive. Laltro partito - i Farisei

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    - era formato da innovatori che si richiamavano ai Maccabei; erano intransigenti, osservantifino al fanatismo, ostili ai Romani e favorevoli ad un Oltretomba con ruoli gloriosi per i pi pii(cio per gli zelanti come loro stessi). Saranno i Farisei a guidare sia le rivolte principali chepoi lintero Ebraismo della Diaspora. Oggi lintero Ebraismo fariseo, tanto che laResurrezione dei corpi ormai accettata da tutti gli Ebrei.

    Ges dunque concordava con i Farisei. Lui e i suoi seguaci consideravano normale che ilcorpo risorgesse il Giorno del giudizio. Quindi annunciare: Cristo torner nellimminenteresurrezione dei corpi era un concetto accettabile da tutti gli ebrei filo-farisei. E infatti ceranoFarisei tra i primi seguaci di Ges risorto. Cristo, che noi ricordiamo come nemico dei Fariseisepolcri imbiancati, esortava: Fate quello che i Farisei dicono, non quello che fanno.Secondo lui, per quel che riguardava la teoria i Farisei erano nel giusto, che poi sicomportassero male (altezzosi, superbi, rispettosissimi di tutti i cavilli del rituale ebraico,fanatici del Sabato solo per potersi mostrare zelanti) era un difetto umano, non della loroconcezione che era corretta. Secondo Ges i suoi seguaci dovevano accettare i consiglireligiosi dei Farisei, ma non il loro cattivo esempio.Veniamo adesso al nostro problema.

    E indubitabile che lo spirito di Ges sia risorto, come testimoniano le innumerevoli visioniavute da generazioni di suoi seguaci, ma il corpo materiale di Ges si alz resuscitato dallatomba rimasta vuota, oppure il suo teschio ancora tra la terra del Golgota (che in ebraicosignifica teschio)?La Resurrezione ha riguardato, come ci racconta la tradizione, sia il suo spirito che il suo

    corpo, oppure era una metafora?Domande difficili, a cui per c una risposta parziale ma indiscutibile: i primissimi cristianinon avevano nessun bisogno di una resurrezione corporea, per loro le visioni di Ges, le sueapparizioni erano pi che sufficienti per gridare al miracolo. In effetti aver avuto una visione ocredere di averla avuta in realt la stessa cosa. I discepoli non vollero accettare la suascomparsa, continuarono a pensare a lui, e questo era gi un miracolo, il suo spirito erarisorto anche se la sua resurrezione venne intesa allinizio solo come Glorificazione.Del resto, in Palestina si parlava di Giovanni Battista anche dopo la sua esecuzione. Sichiedeva a Ges: Tu sei Giovanni risuscitato?oppure: Tu sei lo spirito del profeta Elia? Odi Geremia?La resurrezione dello spirito di un leader giustiziato dagli odiati romani, erainsieme una notizia credibilissima ma anche scandalosa per le autorit filo-romane. Bastdire che si vedeva Cristo seduto alla destra del Signore per essere lapidato come capita Stefano.Riassumendo: se Ges fosse apparso una notte ad un apostolo, per quel seguace il Cristonon era morto invano. Ricordarlo era gi gridare a chi laveva crocefisso: Non avete vintovoi! Il messaggio di Ges era ancora vivo, bastava che qualcuno andasse per piazze e

    sinagoghe a ripeterlo alla gente. Le bocche dei fedeli avrebbero rimpiazzato quella di Gesnellannunciare che: Il Regno di Dio vicino! Sta per arrivare insieme al ritorno di NostroSignore Ges Cristo!Inoltre Paolo - il primo in ordine di tempo a scrivere di Ges, e quindi il testimone pi anticoche abbiamo - non dice mai che Ges abbia fatto miracoli, non vi accenna minimamente; perlui era solo importante che fosse resuscitato. Ecco quindi che, per tutto ci che riguardalaspetto corporale della resurrezione -la voce di Cristo risorto non poteva essere incisa da un registratore, e in ci concordano

    anche alcuni teologi contemporanei. La resurrezione non va intesa come la rianimazione diuna salma. Secondo Bultmann: "Se Dio il Dio che sempre viene, allora la nostra fede lafede in quel Dio che nella morte viene a noi. Dio il Dio che si presenter a noi al momento

    della morte a chiederci il conto di come abbiamo trascorso la vita, se nell'amore e nellacrescita dei talenti o nell'odio verso i fratelli.

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    Infatti Paolo sembra ignorare tutte le leggende riguardanti la tomba di Ges. Egli non avevamotivo di dubitare che, seppellito dentro una tomba del Golgota, ci fosse ancora il cadaveredi Ges: del corpo materiale di Ges egli non sapeva che farsene. I primissimi Cristianicredevano che sarebbe tornato in vita alla Resurrezione dei morti, il giorno del Giudizio, cheper gli Ebrei era sempre e soltanto quello dellinstaurazione del Regno sulla terra tramite il

    Messia. Prima si credeva che il corpo di Ges giacesse ancora sottoterra da qualche partedel Golgota, solo dopo si credette in un corpo risorto e asceso al cielo. Dice S. Paolo nellesue lettere: Ci che tu semini non prende vita se prima non muore ...si semina un corpomateriale, risorge un corpo spirituale". Secondo i primi cristiani, la morte, la resurrezione elascensione di Ges avvennero nello stesso istante. Egli, al momento della morte, divenneimmediatamentecolui che siede alla destra del Padre. Lascensione una leggendasecondaria nata in un periodo tardo. Il Risorto non asceso via, ma piuttosto diventatocolui che definitivamente vicino.La Resurrezione raccontata dalla tradizione oscura i reali avvenimenti di Ges. Egliproclamava larrivo del Regno e ci che venne fu la Chiesa. I primi seguaci fecero unospostamento: non aspettavano pi il Regno ma il Ritorno, mentre la resurrezione dello spirito

    di Ges divenne sempre pi una resurrezione - anticipata rispetto a quella di tutti gli altri ebreiche sarebbe avvenuta il Giorno del giudizio - anche del corpo, un ingombrante fardello chepoi il miracolo dellAscensione avrebbe provveduto a far sparire dalla Terra.IL CRISTIANESIMO DI STEFANOI seguaci di Ges, capeggiati da suo fratello Giacomo, erano assidui adoratori nel Tempio diGerusalemme, dove si erano riuniti a vivere dopo la crocifissione del loro capo:" Allora essi...stavano continuamente nel Tempio lodando e benedicendo Dio.""... E tutti quelli cheavevano creduto stavano insieme e avevano tutto in comune. Vendevano poi le propriet e ibeni e ne distribuivano il ricavato a tutti, secondo che ognuno ne aveva bisogno. Ed eranoassidui nel frequentare ogni giorno tutti insieme il Tempio e, spezzando il pane nelle case,prendevano il cibo insieme con gioia e semplicit di cuoreQuesti passi che abbiamo citato sono sorprendenti: indicano che per tutta una generazionedopo la morte di Ges i suoi seguaci furono pii giudei e ne erano orgogliosi, e non deviavanonemmeno dalle gravose leggi cerimoniali.Lo spirito della primitiva comunit di Gerusalemme, era che Ges, scelto da Dio come suoMessia, doveva ritornare ancora una volta. Questo fu il primo spostamento, per cos dire, o laprima trasformazione della originaria speranza di Ges: adesso i suoi seguaci aspettavano ilritorno del Messia in gloria invece del Regno di Dio soltanto. O piuttosto, questo gloriosoritorno doveva annunciare l'instaurazione del Regno; quindi, mentre per ogni scopo pratico siconcentravano ancora sulla stessa cosa, si era ci nonostante manifestata una profonda

    differenza.Ma tutto ci ebbe luogo pi tardi. Nella prima comunit di coloro che ancora aspettavano ilsuo ritorno, abbiamo ancora a che fare con un gruppo di pii giudei che non avevano affattopensato a mettere in moto una nuova religione, ma che si erano considerati membri fedeli diun pio ambiente ebraico, condividendo una pia speranza che non poteva aver significato pernessuno tranne che per i GiudeiLa 'Madre Chiesa ' non era affatto una Chiesa: non era altro che un gruppo che operavaall'interno della legge ebraica e che la accettava in tutti i suoi dettami. Se la nuova religionefosse stata limitata alla comunit giudea di Gerusalemme, probabilmente non se ne sarebbemai sentito parlare. Con la Seconda Venuta rimandata indefinitamente, e con nessunapossibilit di mutamento entro la struttura del monoteismo ebraico, la fede nella singolarit di

    Ges l'uomo sarebbe stata riassorbita dalla principale corrente della religione di cui i suoiimmediati seguaci si sentivano in ogni caso parte.

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    Presto tra i pii giudei guidati da Giacomo, il fratello di Ges, e i nuovi fedeli appena convertiti,che venivano da fuori ed erano portatori di una cultura pi pagana che ebraica, scoppiaronodei dissidi. Quali erano queste diversit?" Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano aifratelli: ' Se non siete circoncisi secondo il costume di Mos non potete essere salvi ' ". Vierano anche dei farisei membri del piccolo gruppo:" Allora si alzarono alcuni convertiti della

    setta dei farisei, dicendo che bisognava circoncideretutti i neofiti e prescrivere loro diosservare la legge di Mos".Questa battaglia, vinta da Paolo giacch il Cristianesimo diventato ' paolino ', vertevaessenzialmente intorno al problema di come si potevano ammettere i pagani in seno a unasetta giudea senza far loro accettare le regole del Giudaismo. Queste regole comprendevanotutti i vari comandamenti e riti, come la circoncisione, l'apparato cerimoniale (purificazionerituale, prescrizioni alimentari), e tutto il resto, indicato come il "giogo della Tor". Dice Paolo:Se la giustizia - la salvezza - si ha attraverso la Legge giudea, allora Ges morto senzamotivo.Bisogna quindi ammettere che la comunit di Gerusalemme si sia trovata, dopo un certotempo, costituita di due elementi i quali non debbono aver tardato a dissociarsi. Vi sono

    discordie in mezzo a voiCiascuno di voi dice: Io sono di Paolo. Io sono di Apollo: Io diCefa. Io di Cristo.Gli Ellenisti per loro natura erano portati ad amplificare la concezione diGes. Quando iniziarono a diffondere questa nuova versione, Gli Ellenisti cominciarono amormorare contro gli Ebrei, esplicitarono la loro concezione nelle sinagoghe e ci fu unagrande persecuzione. Tutti si dispersero, fatta eccezione per gli apostoliche non volevanomodificare la Tor. I credenti ellenizzanti formarono un gruppo a s, con propri capi: i settediaconi. Infatti, soltanto questo gruppo, compromesso dall'iniziativa di uno dei suoi capi,Stefano, dovette poi disperdersi; e fu per opera dei suoi membri che il cristianesimo comincia diffondersi fuori della Giudea. Il grande sviluppo della predicazione evangelica al di l deiconfini della Palestina, e forse anche nella stessa Palestina, non fu infatti opera dei Dodici edel gruppo ebraizzante. Stefano e poi Paolo fondarono una nuova religione. Lelaborazionenacque presso i cristiani Ellenisti e conquisto subito Antiochia. Stefano, animato da uno zeloparticolarmente efficace nell'opera di predicazione, si fece coinvolgere in discussionipubbliche in alcune sinagoghe che i Giudei di lingua greca avevano a Gerusalemme.Non dimentichiamo che la propaganda piena di discrezione dei discepoli galilaici si era potutasvolgere, e continu lo stesso a svolgersi per alcuni anni dopo la morte di Stefano, senzaessere seriamente ostacolata. Se quella di Stefano provoc presto una violenta reazione, cidovette accadere in conseguenza del carattere pubblico e, con ogni probabilit, delcontenuto del suo insegnamento, che differiva, in taluni punti, da quello dei pi antichidiscepoli di Ges. Questi annunciavano il prossimo avvento, con il regno di Dio, di Gesrisorto come Cristo; ma, al pari del loro Maestro, non discutevano sulla futura economia del

    Regno e sui cambiamenti che essa avrebbe potuto introdurre nel regime del culto. Sembrache Stefano sia stato meno riservato. I testimoni che lo accusarono davanti al Sinedrioavrebbero detto: Quest'uomo non cessa di proferir parole contro il luogo santo e contro lalegge: infatti, gli abbiam sentito dire che quel Ges il Nazoreo distrugger questo luogo emuter le usanze che Mos ci ha tramandate.Si ha il diritto di pensare che egli non si sia peritato di affermare che il Tempio, i sacrifici

    cruenti, le prescrizioni legali e quello che c'era di specificamente giudaico nel culto sarebberoscomparsi con l'avvento del Cristo. Egli avrebbe interpretato in questo modo le parole diGes sul tempio che avrebbe distrutto e ricostruito.Del resto, la distruzione di Gerusalemme e del Tempio dopo la rivolta antiromana del 66-70,

    non tard a giustificare, in una certa misura, tali pratiche e tali dottrine, in quanto si vide in

    essa la prova che Dio aveva rinnegato l'economia esteriore e tutta materiale del cultogiudaico. La distruzione della Giudea fu totale. Un milione e quattrocentomila morti, quasimet della popolazione. Almeno centomila morti tra i Romani, cosa che rese odiosi gli Ebrei

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    allopinione pubblica dellimpero, ostile a chi non rispettava la pax romana. Dopo il 70 fuimpossibile essere insieme Ebrei e Cristiani. Le due religioni si erano troppo diversificate..I MISTERIPer capire come il Cristianesimo fece proseliti tra i Pagani, bisogna immergersi nellatmosfera

    religiosa dellepoca in cui si svilupp. Ad esempio: sapete indicare il nome del Dio, moltopopolare durante l'impero romano, che nacque il 25 Dicembre? Per aiutarvi vi diciamo che iprimi ad adorarlo furono dei pastori. Dopo aver fatto molte opere buone per i suoi seguaci,questo Dio celebr con loro un ultimo pasto e poi ascese in Cielo. Torner alla fine dei tempiper giudicare gli uomini e condurr gli eletti alla vita eterna.Si sta parlando di Mitra, il Dio persiano che, in quanto a popolarit, fu il pi temibileconcorrente del Cristianesimo. Il Mitraesimo molto pi antico di Cristo. Dice il teologocristiano Giustino per giustificare le somiglianze tra i due culti: "se Ges lascio' un tale legato:preso un pane e rese grazie egli disse loro: Fate ci in memoria di me; questo il mio corpo;e preso similmente il calice e rese grazie, disse: "Questo il mio sangue. Ora i funestidemoni ricopiarono un tale atto, introducendolo anche nei mistericio nelle cerimonie, di

    Mitra.Le religioni orientali, nate in origine come un insieme di riti designati per dare aiuto al Sole eal mondo delle piante nel fornire cibo, si erano gradualmente trasformate in un metodo perpreparare la gente alla vita che il cibo era destinato a sostenere, tentando di venire incontroal diffuso desiderio di spiritualit e di immortalit personale.Anche lEbraismo aveva avuto unevoluzione in tal senso. Mos infatti non credevaall'Inferno. La vita ultraterrena un'innovazione recente nel culto di Yaweh. Nasce nel 150a.C. sotto l'influsso della religione persiana di Zoroastro: il paradiso viene riservato a chimuore combattendo per la fede, una ricompensa per gli integralisti religiosi ebraici.Descrivendo l'insurrezione zelota contro i Romani del 66-70 d.C., Tacito mette in evidenza ilnesso tra la fede nella vita ultraterrena e la guerra, caratteristico degli israeliti di quell'epoca."Gli ebrei credono che le anime dei periti in battaglia o per supplizi, vivano eterne, di qui ildisprezzo della morte. Secondo lo storico romano, gli ebrei furono sottoposti ad ogni generedi prove: "stirati, contorti, bruciati, fratturati, fatti passare sotto ogni strumento di tortura,affinch bestemmiassero oppure mangiassero alcunch di illecito.Un milione di palestinesinon tollerarono di sottostare a nessuna delle due ingiunzioni, ma neppure d'adularegiammai i tormentatori o di piangere: che anzi, sorridendo tra gli spasimi e trattandoironicamente coloro che eseguivano le torture, rendevano serenamente lo spirito comepersone che stiano per riceverlo nuovamente".

    Le religioni classiche infatti non prestavano alcuna attenzione ai desideri e ai destinidellindividuo isolato, caso mai alla citt o al clan, o allo stato. N lEbraismo classico n la

    religione pagana classica si interessavano molto di ci che accadeva allindividuo dopo lamorte.Tanto il Cristianesimo quanto i Misteri erano invece credenze basate sul concettodell'indispensabile mediazione tra il devoto e Dio stesso a opera di un divino Intercessoredegnatosi di vivere come uomo e di patire una morte umana per mettere l'individuo, altrimentiimpossibilitato a salvarsi, in grado di raggiungere la salvezza identificandosi con lui.Lindividuo era considerato incapace di assicurarsi la propria salvezza, che doveva essergliaccordata dalla grazia del suo Dio.Il modello di salvezza dei culti orientali era che un essere divino aveva vissuto nella realtlesperienza che liniziato desiderava di aver per proprio conto: il Salvatore doveva esservissuto, aver sofferto, essere morto ed essere risorto. Un mistero non escludeva laltro. La

    divinit non dava la sua vita per compensare i difetti dei suoi devoti, ma semplicemente sisacrificava davanti a loro come un esempio edificante.

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    Il paolinismo su questo punto non fece altro che accrescere l'intensit mitica di questo ritoarricchendolo con il concetto del devoto crocifisso insieme con il suo Signore. Questoconcetto estese e intensific la forza mistica di quella che nel Mistero era semplicemente unametafora.PAOLO

    Ecco dunque l'anatomia della teoria paolina della salvezza:Un essere divino, esistito in forma simile a quella divina fin da prima della creazione delCosmo, era disceso sulla terra, dove si era incarnato in Ges, un uomo fisicamente normaleche apparteneva a un certo popolo; quest'uomo quindi muore sulla croce. Questo sacrificio compiuto in accordo con la volont eterna di Dio ed inteso per riconciliare il Cosmo con ilPadre celeste crocifiggendo il peccato con il corpo stesso di Ges, annullandolo cos insiemecon lui stesso, e quindi aprire a tutti gli uomini la sola vera via della salvezza. In breve: "parola di fede che: Se noi siamo morti con lui, vivremo pure con lui".Per contenuto e struttura questa teoria ovviamente un mito. La sua concezione delsignificato dell'espiazione non ha nulla in comune con l'antica idea ebraica del valore moraledella riparazione; ruota intorno alla mistica e magica efficacia che appartiene alla natura

    stessa della morte di un essere simultaneamente divino e umano; la sua morte, poich egli un simile essere, che ha la capacit di portare con s la morte del peccato, e inconseguenza la redenzione e la finale glorificazione dellindividuo.Il Vangelo paolino presentato esplicitamente come un Mistero. Paolo us costantemente laparola 'Mistero' per designare il nucleo della sua rivelazione. Concepiva apparentemente lamissione e il ruolo del Signore Ges come analoghi all'effetto salutare degli dei vari cultimistici: "Bens parliamo di una sapienza di Dio avvolta nel mistero, che stata nascosta, cheDio predestin, prima dei secoli, per la nostra gloria."La versione paolina della fede in Ges Cristo, inoltre il mezzo con cui rivelare quel Mistero,dal momento che Paolo si preoccupa non solo della persona di Ges, del significato dellasua venuta e del ruolo che. egli interpret, allinterno di una teologia generale, ma esponespecificamente il metodo che il devoto deve seguire per trarre beneficio da questa teologia,vale a dire, per ottenere la salvezza.Questo soltanto ne fa un Mistero. Perch l'essenza di un Mistero che sia una via checonduce alla salvezza: il particolare metodo scelto per il raggiungimento della salvezza unaquestione tecnica.Il Cristianesimo differisce, naturalmente, dai Misteri prevalenti nel mondo pagano. Sebbene iMisteri orientali vertessero intorno alla storia di una divinit e della sua passione eresurrezione, e garantissero l'immortalit dei loro devoti interpretando questa storia come viadella salvezza, non avevano una dottrina, non erano teologizzati. II contenuto della lororivelazione consisteva in un apparato di riti e formule designato per consentire al devoto di

    fondersi con la divinit. Questa fusione, mescolando i destini del devoto e della divinit,garantiva l'immortalit di cui la divinit era il modello. Cosa pi importante di tutte, nessunodei Misteri raccontava la storia della passione della divinit come se avesse un valore diredenzione: la divinit non moriva per compensare i difetti o i peccati dei suoi fedeli, comeinvece Paolo credeva che Ges avesse fatto.Ma chi erano i primi seguaci del Cristianesimo? Gli "Atti degli apostoli" parlano di molti che

    avevano abbracciato la nuova fede bruciando in pubblico i loro libri di magia, testi conformule magiche incomprensibili, con lunghe serie di parole misteriose, era gente gipermeata delle idee dei Misteri.IL MISTERO DELLA CROCESebbene il Cristianesimo differisse dai Misteri a somiglianza dei quali era modellato, ci che

    lo distingueva non era una novit strutturale, n emozionale, n ritualistica; la sua distinzioneunica era la crocifissione. "Il linguaggio della croce stoltezza per quelli che si perdono, ma

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    per noi che ci salviamo potenza di Dio... Noi predichiamo Cristo crocifisso: scandalo [pietrad'inciampo] per i Giudei, stoltezza per i Gentili."Questo tema del non predicare altro che Cristo crocifisso menzionato diverse volte daPaolo. Il suo significato chiaro: per i giudei era una pietra d'inciampo in virt dell'aspettogrottesco della nozione che il Messia, il Benedetto da Yaw, potesse realmente essere

    torturato a morte dai malvagi, quando il vero problema della sua esistenza consistevanell'annullare la loro malvagit. Per gli Ebrei un Messia che fallisce era una contraddizione.Questo punto di vista era rafforzato dall'esplicita maledizione posta da Yaw su chiunque "appeso a un legno".La crocifissione fu debitrice del suo grande potere perch non poteva essere spiegata, vale adire "digerita". Fu l'oltraggiosa impossibilit della croce, la sua repulsivit, la perfezionestessa della sua contraddizione, a creare una potente spinta a trasformarla nel punto dipartenza del Cristianesimo. Un fatto che non poteva essere spiegato dovette esserespiegato: la contraddizione dovette essere risolta. La compressione causata da questeimpossibilit proruppe in una potente esplosione.La preparazione a questa esplosione finale ebbe luogo in due momenti: nell'ambiente ebraico

    la fede in Ges come il Messia, dipendeva da una visione di lui stesso risorto in gloria cheappariva ai suoi discepoli in attesa; il secondo momento si produsse quando la speranzaapportata dalla sua presunta riapparizione fu spostata su terreno ellenistico, dove divenneindispensabile una seconda e ben pi profonda trasformazione, dal momento che sul terrenopagano la speranza messianica degli ebrei non significava nulla per nessuno. Cosi, mentretra gli ebrei l'umiliante tragedia della croce era giustificata dalla resurrezione di Ges in gloria,l'esaltazione di Ges lanciata nel mondo pagano esigeva una nuova e ben pi ricca teoria.LA SOLUZIONE DEL MISTEROI1 paolinismo era fondamentalmente un antico Mistero pagano; affinato, democraticizzato,elevato, approfondito e drammatizzato. Era la crema, per cos dire, dei Misteri: un super-Mistero. Avendo assorbito i loro aspetti principali, dava uno speciale potere mistico al simbolocos drammatico della crocifissione redentiva, localizzandola nel tempo e nello spazio. InPaolo c una suprema tensione tra il suo monoteismo ebraico e la spinta emotiva dei Misteripagani. La sua iniziale ostilit verso un culto che adorava come Salvatore un uomo come luideve essere interpretata come il riflesso di un'inconfessata attrazione in virt della sua stessaesagerazione. L'intollerabile tensione tra le due deve essere stata risolta in modo esplosivoquando Paolo improvvisamente percep la possibilit di conciliare i due elementi: conservare,cio, il fascino del processo della fusione mistica con una divinit tangibile e nello stessotempo non infrangere le prerogative di Yaw, il Solo Dio.I1 tormento del suo spirito indusse Paolo a risolvere la sua tensione personale mediante unaconcezione nello stesso tempo originale e sorprendentemente semplice: Il Signore era

    morto perch aveva voluto morire, e aveva voluto morire a causa del Piano Divino esistitofin dal principio del tempo.Se la dottrina paolina conserva la struttura caratteristica di altri Misteri correnti, con cui Paoloe i suoi seguaci si sentirono in competizione, vi apport un elemento di genuina originalit,perch nella logica delle circostanze l'assimilazione della crocifissione imponeva unasoluzione esplosiva per il problema altrimenti insolubile della iniziale fede ebraica in unMessia il cui scopo era fallito.GESU AVREBBE SCONFESSATO PAOLOSiamo lontani da Ges tutto un universo.Se Ges venne "solo per completare"la Legge e i Profeti; se pens che "uno iota solo o unsolo apice non passer dalla Legge", che il comandamento fondamentale fosse: "Ascolta,

    Israele, il Signore nostro Dio l'unico Signore", e che "Dio uno e non c' altro all'infuori diLui"; se egli davvero riteneva di non essere "stato mandato se non alle pecore perdute dellacase d'Israele", e pensava non fosse giusto "prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini";

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    se disperando dell'instaurazione del Regno di Dio per solo intervento divino ricorse all'azione,e assal con la violenza i signori di questo mondo; se la sua impresa fu frustrata ed egli fugiustiziato come ribelle contro lo stato: che cosa avrebbe pensato dellopera di Paolo!Il trionfo di Paolo significava la finale obliterazione del Ges storico; egli ci pervenutoimbalsamato nel Cristianesimo come una farfalla nell'ambra.

    LE DIFFERENZE CON LEBRAISMOLa nuova fede, portata in alto dalla riuscita sintesi del paolinismo, incominci rapidamente adivergere dalla religione del suo supposto fondatore. Ma sebbene fosse pagana in essenza,conserv tre tratti ebraici che accrebbero il suo impeto.Il primo era il monoteismo tipico dellebraismo. Mentre tra i fedeli Ges sostitu Yahweh comeoggetto di adorazione, non lo sostitu mai realmente nella teologia di Paolo, il quale in unsenso confuso e inesplicabile (che doveva essere pi tardi risolto dalla dottrina della Trinit)mantenne Ges in posizione leggermente subordinata. D'altra parte, il fatto stessodell'elevazione di Ges verso Dio, implicava che mentre nei Misteri un iniziato diventava unAttis o un Osiride, e cos via, il fedele cristiano, dopo aver compiuto i riti magici dellacomunione, non poteva mai diventare lui stesso un Cristo. Nei Misteri la sostanza della

    divinit mangiata dal fedele, che quindi diventa la divinit in quel momento; nel caso delCristianesimo il fedele a essere assorbito dalla divinit: il fedele "si riveste di Cristo ". I1Cristianesimo effettu un compromesso tra le supreme prerogative dellantico Yawincorporeo e la desiderabile accessibilit delle divinit pagane.I1 pensiero paolino estese alla nuova fede anche il contenuto socio-etico dell'Ebraismo;Paolo insist sulla costituzione di un corpo dei fedeli molto pi di quanto facessero i Misteri,con le loro confraternite di devoti. Per Paolo la Chiesa aveva un'esistenza reale; era un'entitgenuina, stabilita misticamente dalla comunione dei fedeli 'nel Signore '.L'etica ebraica sopravvive inoltre perch, a differenza dei Misteri, il nuovo culto insistevasull'istituzione di una vita personale interamente nuova in armonia con la vita dell'umanit edi tutto il Cosmo. Nei Misteri il fedele poteva davvero considerarsi libero dalle limitazioni cheancora incombevano sui non iniziati. Nel Cristianesimo paolino, al contrario, la nuova vita delfedele 'nel Signore' comportava tutto un regime di rigidi requisiti morali al di l della portatadegli estranei.IL RAPPORTO CON LA STORIAMa il tratto ebraico che pi favor le conversioni era lintolleranza caratteristica di unmonoteismo. Normalmente, i Misteri si accontentavano tranquillamente di vivere a fianco gliuni degli altri, nonostante le reciproche affermazioni esclusive che, da un punto di vistapuramente logico, avrebbero implicato la pericolosit dei Misteri rivali. Ma nel caso delCristianesimo, coloro che propagandavano la nuova fede erano tenuti a insistere sulla totaleeliminazione di tutti i 'falsi Misteri' affermando che derivavano dal Diavolo.

    Ma ci che era pi ebraico di tutto, non tanto nella struttura della nuova fede quanto in quelliche possono essere detti i suoi ancoraggi, era la sua storicit. La rivelazione ebraica, adifferenza delle fantasie senza tempo del Paganesimo, essenzialmente una riflessionesulla Storia. Le varie alleanze tra il popolo giudeo e Yaw, furono concepite comeavvenimenti della vita reale, che ebbero luogo in certi momenti tra certi individui e un Diomanifestatosi nel mondo reale in una maniera reale. La Storia stessa aveva significato soloperch era la volont divina che si manifestava: fu questo, in effetti, che rese la Bibbia unaStoria e non una cronaca locale, un insieme di notizie di poco conto.Partendo dalla mentalit storica del Giudaismo, Paolo intensific il fremito della comunionecon la divinit risorta affermando che la Redenzione dalla morte - la Resurrezione - avevatanta realt quanto la Crocifissione, che le due cose erano, in effetti, l'identico atto.

    Non soltanto rafforz le fluide speculazioni dei culti pagani mediante questo rito intensificato,ma, affermando che il dramma divino aveva veramente avuto luogo in un dato punto ditempo e spazio, attribu al nuovo culto l'incontestabile superiorit di un avvenimento

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  • 7/30/2019 La Morte Di Gesu- Estratti - Carmichael Joel

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    autentico. In questo modo, tra le altre cose, il paolinismo capovolse l'esperienza religiosagiudea. I1 Giudaismo prese qualcosa che era accaduto nella storia - l'evoluzione delmonoteismo ebraico - e lo rese mitico, personalizzandone il significato simbolico nel raccontobiblico. I1 Cristianesimo fece l'opposto: si impadron di un mito e sostenne che esso avevarealmente avuto luogo. Costretto a digerire l'indigeribile morte di Ges, costretto ad

    assimilare questo fatto della vita, il Cristianesimo, sostenendo nello stesso tempo che ci eraaccaduto, diede al mito l'elemento pi importante che un mito possa avere: la certezza chesia un fatto.COSA RESTA DEL MESSAGGIO DI GESU?Ges ha compiuto guarigioni di malati di mente, gli antichi indemoniati. I1 fatto va inquadratoin cosa i rabbini giudicavano essere le cause delle malattie: erano punizioni divine per i propripeccati. Secondo il rabbino Jochanan (270 d.C.) ci sono sette cose che provocano la lebbra:calunnia, spargimento di sangue, spergiuro, fornicazione, superbia, rapina e gelosia. Altrirabbini sostengono: "Chi ha rapporti sessuali senza spegnere la lampada avr figli epilettici."Oppure: "Perch nascono figli sordi? Perch i genitori han parlato durante il rapportosessuale". I farisei chiedono a Ges: "Chi ha peccato lui o i suoi genitori perch nascesse

    cieco? Cristo risponde: N lui ha peccato, n i suoi genitori". Ges perdona i peccati,tranquillizza i disperati, dona piet. In un Israele legalista e legato allosservanza scrupolosadel rituale, egli accetta tra le sue fila prostitute e peccatori; libera dalloppressione del Sabatoe dal rimorso per i propri, veri o presunti, peccati; con i poveri; contro il potere. Il potere louccise, i suoi seguaci ne mistificarono lopera, ma nei secoli individui dalla grande personalitcome Francesco dAssisi, ne rintracciarono ci che neppure la tradizione pi ortodossa avevaosato negare circa il messaggio di Cristo, propagandando temi quali la povert o lamore.

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