la nad in piemonte: e’ un modello da imitare? qualità …appropriatezza degli interventi...
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LA NAD IN PIEMONTE: E’ UN
MODELLO DA IMITARE?
Qualità in Nutrizione Artificiale
Domiciliare: l’appropriatezza
prescrittiva
Federico D’AndreaS.C. Dietetica e Nutrizione Clinica
A.O.U. “Maggiore della Carità”
Novara
APPROPRIATEZZA - definizione
“…è appropriato ciò che risulta adeguato (ad esempio, una
circostanza), preciso (ad esempio, in risposta a determinati
bisogni), calzante (soprattutto con riferimento a espressioni
verbali o linguistiche), opportuno (aggiungendo ai significati
precedenti una sfumatura di buon senso o buon gusto).”
Zingarelli, 2012
“…nell’ambito dell’assistenza sanitaria… una cura può considerarsi appropriata quando
si associa a un beneficio netto o, più precisamente, quando è in grado di massimizzare il
beneficio e minimizzare il rischio ai quali un paziente va incontro quando accede a una, o
più, determinate prestazioni (o servizi).”
“…Non si tratta, in definitiva, di una dimensione semplice e riconducibile a un’unica
interpretazione, valida in assoluto; al contrario, indica condizioni complesse, contesto-
dipendenti, che devono essere di volta in volta collocate nel rispettivo ambito di
riferimento, definite e articolate in termini operativi, riferite ai soggetti coinvolti e
misurate con metodi specifici.”
Tratto da: A. Bonaldi et al. “Curare la qualità”. Guerini e associati 1994 (modificato)
Le dimensioni della qualità
Dimensioni Definizione
1. Efficacia attesa Capacità potenziale di un certo intervento di modificare in
modo favorevole le condizioni di salute delle persone a
cui è rivolta, quando esso venga applicato in condizioni
ottimali.
2. Efficacia pratica Risultati ottenuti dall’applicazione di routine dell’intervento.
3. Competenza tecnica Livello di applicazione delle conoscenze scientifiche, delle
abilità professionali e delle tecnologie disponibili.
4. Accettabilità Grado di apprezzamento del servizio da parte dell’utente.
5. Efficienza Capacità di raggiungere i risultati attesi con il minor costo
possibile.
6. Adeguatezza-accessibilità Capacità di assicurare le cure appropriate a tutti coloro che ne
hanno veramente bisogno.
7. Appropriatezza Grado di utilità della prestazione rispetto al problema clinico
e allo stato delle conoscenze.
Scopo Fare ciò che è utile nel modo migliore da chi eroga le cure per chi le
riceve, nel minor costo a chi ne ha bisogno e soltanto a loro
APPROPRIATEZZA degli interventi socio-sanitari
“Una revisione della letteratura pubblicata nel 2008 ed estesa a
un periodo di osservazione molto ampio, compreso tra il 1966
e il 2006 (Sanmartin et al., 2008), ha identificato 14 articoli
che proponevano una definizione di appropriatezza,
generalmente intesa in termini di effetti positivi per il
paziente.”
“…Secondo questa prospettiva, si definisce appropriata una procedura in cui il beneficio
atteso (ad esempio, un aumento della life expectancy, il sollievo dal dolore, la riduzione
dell’ansia, il miglioramento della capacità funzionale) supera le (eventuali) conseguenze
negative attese (ad esempio, mortalità, morbilità, ansietà, dolore, tempo lavorativo perso)
con margine sufficientemente ampio, tale da ritenere che valga la pena effettuarla (cfr.
Book et al., 1986; Park et al., 1986).”
VARIABILE “COSTI”
“…da un lato l’appropriatezza venne collocata nel contesto di una relazione costo-efficacia,
dall’altro l’offerta di servizi fu inquadrata in una serie di collegamenti condizionati da
risorse limitate.”
APPROPRIATEZZA in ITALIA
“Per quanto riguarda il nostro Paese, il termine “appropriatezza” ha
acquistato una rilevanza normativa con il Piano Sanitario Nazionale 1998-
2000, divenendo uno dei criteri per la definizione dei Livelli Essenziali di
Assistenza (LEA).”
SDNC: LEGISLAZIONE REGIONE PIEMONTE
1985-88: Progetto Sperimentazione NAD (NPD e NED)
1991: Legge Regionale NAD
PSR 1997-99: individuazione Rete Regionale SDNC con vari obiettivi:
Lotta alla malnutrizione
Individuazione e realizzazione di un sistema di indicatori di
attività e qualità
1997: Nomenclatore Tariffario Regionale
2004: Revisione Legge Regionale NAD
2007: (19/11): DRG n° 13-7456 con:
Aggiornamento dei nuovi centri prescrittori
Inserimento delle normative per NPD oncologica
2010: DGR Costituzione Rete dei Servizi di Dietetica e Nutrizione Clinica
2010: Istituzione Commissione di coordinamento della Rete delle SDNC.
SDNC: LEGISLAZIONE REGIONE PIEMONTE
2012: avvio revisione della normativa NAD al
fine di meglio definire le caratteristiche dei
centri prescrittori e di assicurare l’equità a
livello regionale.
2012: Aggiornamento nomenclatore tariffario.
• AOU San Giovanni Battista di Torino (S.C.)
• AOU Maggiore della Carità di Novara (S.C.)
• AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano (S.S.)
• ASO Santa Croce e Carle di Cuneo (S.C.)
• ASO Ordine Mauriziano di Torino (S.S.)
• ASO SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria (S.S.)
• ASL CN2 – Alba (SS)
• ASL TO2 – Ospedale San Giovanni Bosco di Torino (SSVD)
• ASL TO2 – Ospedale Maria Vittoria di Torino (S.S.)
• ASL TO4 – Ospedale Civile di Ivrea (S.S.)
• ASL BI – Ospedale degli Infermi di Biella (S.C.)
• ASL VCO – Ospedale San Biagio di Domodossola (S.S.)
• ASL AT – Ospedale Cardinal Massaia di Asti (S.C.)
• ASO OIRM - S. Anna di Torino (SSVD)
• ASO – SS. Antonio e Biagio di Alessandria (S.S.)
S.D.N.C Regione Piemonte
TESTO DELIBERA
“La nutrizione clinica è una specialità dell’area medica, finalizzata al
mantenimento, o al raggiungimento di un adeguato stato di nutrizione,
attraverso interventi preventivi, diagnostici e terapeutici.”
“L’attività di nutrizione clinica si basa su di un modello organizzativo (le
Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica – SODNC) che integra le attività
a livello ospedaliero, ambulatoriale e domiciliare, e che connette, in modo
organico, l’area di nutrizione clinica con le altre aree terapeutiche.”
[…]
“L’attività delle Strutture di Dietetica e Nutrizione clinica si esplica, dunque in
aree di intervento – in accordo con il modello organizzativo definito nel
Manuale di Accreditamento Professionale delle Strutture di Dietetica e
Nutrizione Clinica – e in aree di attività di ricerca.”
TESTO DELIBERA
“In considerazione di tutto quanto sopra esposto, risulta ora necessario istituire
la Rete Regionale delle Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica,
prevedendo, nell’ambito della Direzione sanità, la costituzione di una
commissione di coordinamento della Rete stessa, la cui composizione sia
rappresentativa delle figure professionali impegnate nel percorso
assistenziale di dietetica e nutrizione clinica ed, in considerazione di quanto
disposto dalle deliberazioni precedenti e di criteri di perequazione
territoriale, venga così definita:
- 6 medici nutrizionisti, responsabili di SODNC, di cui 1 pediatra;
- 2 dietisti, operanti in SODNC;
- 1 rappresentante della Direzione Sanità, referente per la Dietetica e
Nutrizione Clinica.”
TESTO DELIBERA
“Il coordinamento della Commissione suddetta spetta al Settore Promozione
della Salute e Interventi di Prevenzione Individuale e Collettiva della
Direzione Sanità.
[…]
I compiti della Commissione di Coordinamento suddetta, su mandato della
Direzione Sanità, sentiti i referenti della Rete regionale delle Strutture di
Dietetica e Nutrizione Clinica, sono dettagliati come segue:
- monitoraggio delle attività della Rete regionale delle strutture di Dietetica
e Nutrizione Clinica;
- elaborazione delle proposte, alla Direzione Sanità, di implementazione
delle attività e dei percorsi di soluzione delle criticità individuate;
- coordinamento delle attività di tutte le strutture della rete;
- elaborazione di rapporti annuali sulle attività della Rete.”
Manuale di accreditamento volontario delle Unità
Operative di Dietetica e Nutrizione Clinica
Struttura: Macroaree
Linee di gestione dell’organizzazione (1-11)
L’organizzazione per il cliente (12-21)
Risorse umane (22-43)
Procedure (44-51)
Documentazione e sistema informativo (52-57)
Valutazione e miglioramento (58-64)
Attrezzature e dotazioni (76-95)
Attività specifiche (96-104)
Il capitolo contiene 8 criteri
Tre criteri sono generali:
- Caratteristiche delle linee guida e degli altri documenti
Cinque sono specifici: esistenza di una procedura scritta,condivisa, attuata e aggiornata per
- Visita nutrizionale
- Monitoraggio nutrizionale
- Screening del rischio di malnutrizione
- Esecuzione delle nutrizione enterale domiciliare
- Esecuzione, ove praticata, della nutrizione parenteraledomiciliare
Manuale di accreditamento volontario delle Unità
Operative di Dietetica e Nutrizione Clinica
4. Procedure
La Nutrizione Clinica è una specialità dell’area medica
finalizzata al mantenimento o al raggiungimento di un adeguato
stato di nutrizione, attraverso interventi preventivi, diagnostici e
terapeutici. Lo stato di nutrizione di un soggetto è la risultante di
complessi processi metabolici che avvengono a livello
subcellulare, cellulare e d’organo…….
….L’attività di nutrizione clinica si basa su un modello
organizzativo (le Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica) che
integra le attività a livello ospedaliero, ambulatoriale e domiciliare,
e che connette in modo organico l’area di nutrizione clinica con le
altre aree terapeutiche…..
POSITION PAPER: RUOLO DELLE STRUTTURE DI DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA.
M. L. Amerio, D. Domeniconi
La “Mission” delle Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica è
quella di garantire ad ogni paziente un intervento adeguato dal
punto di vista nutrizionale, fornendo:
• Attività specialistiche volte a prevenire e curare situazioni
patologiche, anche gravi, legate allo stato di nutrizione, per le quali
sia stata dimostrata un’efficacia dell’intervento nutrizionale;
• Interventi riabilitativi in pazienti affetti da patologie croniche
miranti alla ripresa dell’alimentazione orale e alla sua integrazione o
sostituzione con nutrizione artificiale, in un’ottica di miglioramento
dello stato nutrizionale e/o della qualità di vita;
• Interventi nell’area della malnutrizione ospedaliera e territoriale
(sensibilizzazione alla sorveglianza nutrizionale degli operatori
sanitari e assistenziali, programmi di screening e protocolli di
trattamento)
• Azioni di “health promotion” mirate alla collettività o a gruppi
target.POSITION PAPER: RUOLO DELLE STRUTTURE DI DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA.
M. L. Amerio, D. Domeniconi
POSITION PAPER: RUOLO DELLE STRUTTURE DI DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA.
M. L. Amerio, D. Domeniconi
POSITION PAPER: RUOLO DELLE STRUTTURE DI DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA.
M. L. Amerio, D. Domeniconi
POSITION PAPER: RUOLO DELLE STRUTTURE DI DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA.
M. L. Amerio, D. Domeniconi
POSITION PAPER: RUOLO DELLE STRUTTURE DI DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA.
M. L. Amerio, D. Domeniconi
PROCEDURA DELLA VISITA
NUTRIZIONALE
PROCEDURA PER LO SCREENING DEL
RISCHIO NUTRIZIONALE
PROCEDURA PER LA NUTRIZIONE
ENTERALE DOMICILIARE (NED)
PROCEDURA PER LA NUTRIZIONE
PARENTERALE DOMICILIARE NEL
PAZIENTE ONCOLOGICO (NPD-Onco)
PROTOCOLLI PER IL TRATTAMENTO
INSULINICO INTENSIVO
DELL’IPERGLICEMIA NEI PAZIENTI IN
NUTRIZIONE ARTIFICIALE
Metodologia comune della prima visita dietologica
• Inquadramento clinico: definizione della patologia, terapie,
prognosi.
• Valutazione dello stato di nutrizione.
• Anamnesi alimentare.
• (Quando necessario), valutazione dell’indicazione alla N.A. e
tipologia di accesso.
• Formulazione dell’obiettivo dell’intervento nutrizionale.
• Calcolo dei fabbisogni teorici.
• Definizione del programma dietetico-nutrizionale: (energia, macro-
e micronutrienti)
• Stesura del piano dietetico-nutrizionale:
• Stesura eventuale piano terapeutico farmacologico
• Definizione del programma di monitorizzazione
• Compilazione della cartella
• Referto (reparto Ospedaliero o MMG)
• Referto
POSITION PAPER: RUOLO DELLE STRUTTURE DI DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA.
M. L. Amerio, D. Domeniconi
Metodologia comune della visita di monitoraggio:• Valutazione di eventuali variazioni del quadro clinico e delle prospettive
terapeutiche e nutrizionali
• Rivalutazione dello stato di nutrizione
• Valutazione della compliance e della tolleranza al programma dietetico-
nutrizionale
• Verifica del raggiungimento dell’obiettivo dietetico-nutrizionale
• Rivalutazione programma dietetico-nutrizionale e farmacologico
• Compilazione cartella
• Referto (reparto Ospedaliero o MMG) ADI MAGAZINE 1, 2008; 12 -
www.adiitalia.com 5
• Alimentazione per os: scelta del tipo di alimenti e loro consistenza
organizzazione dei pasti.
• N.A.: scelta delle formulazioni da utilizzare, modalità e tempi di
somministrazione.
• Alimentazione per os: stesura e gestione organizzativa della dieta e relatva
spiegazione al paziente.
• N.A.: stesura del programma e gestione organizzativa della N.A
Le procedure e il manuale servono anche a
ridurre l’ampia variabilità di comportamenti
prescrittivi degli eventuali utilizzatori.
LINEE GUIDA PER LA
RISTORAZIONE COLLETTIVA
SCOLASTICA (2002)
LINEE DI INDIRIZZO NAZIONALE
PER LA RISTORAZIONE
OSPEDALIERA ED ASSISTENZIALE
(2011)
PROPOSTE OPERATIVE PER
LA RISTORAZIONE
ASSISTENZIALE (2007)
PROPOSTE OPERATIVE
PER LA RISTORAZIONE
OSPEDALIERA (2007)
PROPOSTE OPERATIVE
PER LA RISTORAZIONE
SCOLASTICA (2007)
PDTA
PDTA – MALATTIA CELIACA
PDTA – DISFAGIA
PDTA – DISTURBI DEL COMPORTAMENTO
ALIMENTARE
LA NAD E LA RETE DI DIETETICA E
NUTRIZIONE CLINICA
RISULTATI: pazienti trattati *
NPD PER
INSUFFICIENZA INTESTINALE
(1985-2014)n 300 adulti/ n 62 bambini
n 362 pazienti
NPD per PAZIENTI
ONCOLOGICI
(2001-2014)
n 3000 pazienti
NUTRIZIONE ENTERALE (1988-2014)
n 13.268 adulti/ n 598 bambini
n 13.866 pazienti
TOTALE: 17.228
Dati elaborati da A. Lezo, Città SS
prevalenza della NED in Piemonte
Pazienti/milione abitanti
NE
D
1991
2011 44
378
Dati elaborati da A. Lezo, Città SS
INCIDENZA della NPD Oncologica
Pazienti nuovi/milione abitanti/anno
NE
D
2001
2011 9.8
81.7
Dati elaborati da A. Lezo, Città SS
Prevalenza della NPD in Piemonte
Pazienti/milione abitanti
NE
D
1991
2011 4
.7
22.2
Dati elaborati da A. Lezo, Città SS
LA NAD E LA RETE DI DIETETICA E
NUTRIZIONECLINICA
RISULTATI: prevalenza/incidenza
Tipologia
NAD
PrevalenzaPazienti in
trattamento/milione di
abitanti al 31.12.2012
Incidenza
Nuovi casi/milione di
abitanti nell’anno 2012
Enterale 388 292
Parenterale
paz oncologici 28 94
Parenterale per
insufficienza
intestinale
22 5.4
NUTRIZIONE PARENTERALE PER
INSUFFICIENZA INTESTINALE
Malattia Rara (Regione Piemonte)
Unico Centro Regionale di Riferimento (Citta SS Torino)
Maggiore Centro Italiano
Casistica
(1985-2014):
n 300 pazienti
Età: 60 (<1-89) anni
Pazienti/d in trattamento(31.12.2014):
n 112
Durata in trattamento:
2 anni (9 gg-28 anni)
Riabilitazione (“svezzamento
dalla NPD”)
39%
Costo: 120 €/d
NUTRIZIONE PARENTERALE PER
PAZIENTI ONCOLOGICI
Utilizzata per il 71% in corso di terapia oncologica
Migliora la tolleranza alla terapia oncologica, la qualità di vita, l’appetito
e lo stato di nutrizione
Casistica Regione Piemonte
(2001-2014)
n 3000 pazienti
Età: 65 (26-85) anni
Pazienti/d in trattamento Regione
Piemonte (31.12.2012)
n 122
Durata in trattamento (*)
6 mesi (7 gg-4.5 anni)
Riabilitazione nutrizionale (*)
16%
Costo: 40
€/d
(*) Casistica Città SS Torino: 1343 pazienti
NUTRIZIONE ENTERALE DOMICILIARE
Casistica Città SS
Torino:
n 4836 pazienti
Cerebro-
vasculopatie
Altre Patologie
neurologiche
Patologie
oncologiche (34% pazienti)
Durata trattamento
(media/range)
14 mesi(3 gg- 14 anni)
21 mesi(3 gg- 24 anni)
7 mesi(4 gg- 18 anni)
Percentuale di
riabilitazione
19% Esiti traumi: 14%
Demenze: 10%
SLA: 0%
Capo-collo: 25%
Esofago/
stomaco: 11%
Patologie neurologiche (58% pazienti):
CVD 62%; Demenze: 18%; SLA: 12%; Esiti di traumi: 6%; m Parkinson: 2%
Casistica Regione Piemonte (1988-2014): n 13.866 pazienti
Età: 64 ± 17 anni
Pazienti/d in trattamento (31.12.2012): 1708
Costo: 20
€/d
DATI REPORT 2014
DATI REPORT 2014
DATI REPORT 2014
DATI REPORT 2014
DATI REPORT 2014
DATI REPORT 2014
LA RETE PIEMONTESE E’ UN MODELLO
DA IMITARE?
• Chiara definizione di chi fa che cosa
• Strutture e personale dedicati e che possonolavorare in Rete
• Uniformità del trattamento su tutto il territorioregionale
• Maggiore facilità a raggiungere la qualità el’appropriatezza
• Maggiore facilità a raggiungere l’obiettivocosto-beneficio e costo-efficacia
MA CHE COS’E’ QUESTA RETE?