la nostra voce - rivista aifi puglia n.39

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1 Periodico trimestrale di informazione e cultura dell’Associazione Italiana Fisioterapisti Regione Puglia n. 39 (4º Trimestre 2011) - Registrazione c/o il Tribunale di Taranto n 584 del 27.06.01- Spedizione in A.P.-45% art. 2 comma 20/B Legge 662/96 DC/DCI aut. N. 310 del 17.04.01 In allegato PROGETTO AIFI GROUP La La schiena schiena va a va a scuola scuola a cura di Michele Cannone, PT, PMP, MSc Giulio Conticelli, PT, MSc Maria Lucia De Nuzzo, PT, OMT Giuseppe Giovannico, PT, OMT Salvatore Guerrieri, PT, MSc Filippo Maselli, PT, OMT, MSc Mariangela Minervini, PT, MSc Denis Pennella, PT Raffaele Polito, PT Alessandro Rahinò, PT, MSc 24 GENNAIO 2012 GIORNATA REGIONALE GIORNATA REGIONALE DI EDUCAZIONE E PREVENZIONE DI EDUCAZIONE E PREVENZIONE

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Periodico dell'Associazione Italiana Fisiotrapisti

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Periodico trimestrale di informazione e cultura dell’Associazione Italiana FisioterapistiRegione Puglia n. 39 (4º Trimestre 2011) - Registrazione c/o il Tribunale di Taranto n 584 del 27.06.01- Spedizione in A.P.-45% art. 2 comma 20/B Legge 662/96 DC/DCI aut. N. 310 del 17.04.01

In allegato PROGETTO AIFI GROUP

LaLaschienaschienava ava ascuolascuola

a cura di Michele Cannone, PT, PMP, MSc

Giulio Conticelli, PT, MSc

Maria Lucia De Nuzzo, PT, OMT

Giuseppe Giovannico, PT, OMT

Salvatore Guerrieri, PT, MSc

Filippo Maselli, PT, OMT, MSc

Mariangela Minervini, PT, MSc

Denis Pennella, PT

Raffaele Polito, PT

Alessandro Rahinò, PT, MSc

24 GENNAIO 2012GIORNATA REGIONALEGIORNATA REGIONALE

DI EDUCAZIONE E PREVENZIONEDI EDUCAZIONE E PREVENZIONE

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Cari colleghi, amici, soci, l’anno appena fi nito si è concluso con

l’abrogazione dell’articolo 1 septies e con il congresso nazionale, che ha visto la rielezione di Antonio Bortone a Presidente Nazionale.Una rielezione all’insegna della conti-

nuità da un lato, e del rinnovamento dall’altro. “Nella continuità per quanto riguarda l’azione di pressione istituzionale per ottenere l’approvazione della legge che istituisce gli Ordini professionali per le professioni sanitarie, per il contrasto all’abusivismo e per la dife-sa della professionalità. Nel segno del rinnovamento per quanto riguarda il processo di riorganizzazione interna con la creazione di un sistema di servizi in sinergia con le sedi regionali e con l’inserimento negli organi decisionali interni di rappresentanti delle giovani generazioni di fi sioterapisti.” ha affermato il Presidente Bortone durante la conferenza stampa dopo il congresso.Molti problemi per la categoria, però, sono ancora in alto mare. Ovviamente il più importante è quello dell’ istituzione dell’ordine professionale, unico strumento che i cittadini hanno per evitare di incontrare abusivi che possano mettere a rischio la loro salute, oltre che truffarli, che ha subito un nuovo stop nell’iter parlamentare dopo l’approvazione in Commissione Sanità del Senato, anche se importanti rassicura-zioni sono giunte sul DDL 1142 dall’On. Martini e dal Dott. Leonardi. “Parole soltanto parole” diceva una canzone di Mina, e anche per noi restano tali. Chiediamo a tutte le forze politiche di passare dalle parole ai fatti e di porre fi ne a rinvii, ripensamenti e strumentalizzazioni di ogni genere.Oltre l’ordine, ci sono anche da affrontare altre que-stioni, come la riforma dell’università, la riforma del sistema ECM, la revisione dei LEA, l’accreditamento diretto del fi sioterapista, ecc.Anche a livello regionale, abbiamo problematiche da affrontare e da risolvere, dal momento che la politica regionale, come quella nazionale, dice, promette e poi non mantiene le promesse e non si assume la responsabilità delle norme emanate.Mi riferisco, in particolare, alla Deliberazione della Giunta Regionale n° 933 del 10 maggio 2011, con la quale il nostro governo regionale ha recepito l’accordo concernente il “piano di indirizzo per la riabilitazione” sancito in Conferenza Stato-Regioni e ha istituito il Coordinamento Regionale per la Rete della Riabilitazione, con il compito di predisporre e di coordinare tutte le iniziative per l’attuazione del “Piano di indirizzo per la riabilitazione”, nonché di programmare il fabbisogno delle principali tipologie

INSIEME PER CRESCEREdi servizi residenziali e semiresidenziali a carattere sanitario e sociosanitario, e nominato i componenti di questo organismo, composto prevalentemen-te da Dirigenti Medici specialisti in riabilitazione, senza prendere in considerazione, o coinvolgendo marginalmente, le altre competenze specialistiche dell’area della riabilitazione.Un ulteriore appello a noi tutti fi sioterapisti, che ab-biamo l’obbligo e la responsabilità di far crescere la professione, mantenendo comportamenti eticamente e deontologicamente corretti, garantendo qualità delle prestazioni erogate e denunciando eventuali abusi della professione.Alla crescita della professione si contribuisce anche aderendo all’associazione e contribuendo a deline-are l’azione politica istituzionale che l’associazione deve compiere. Come ha affermato il Presidente Bortone: “Chi ha voglia di contribuire a migliorare il panorama professionale, si faccia avanti, si offra e sia positivo portatore di interessi per la collettività. Venite nel nostro sistema associativo e caratterizza-telo con la forza delle vostre opinioni, con i desideri legittimi della nuova generazione, con la grinta e determinazione tratta dalla consapevolezza di essere una professione utile, essenziale, competente per la salute delle persone. Vogliamo essere al servizio della comunità, perché siamo professionisti che servono persone senza essere servi di nessuno”. Cari colleghi, cerchiamo di stare insieme per cresce-re come professionisti, per offrire un servizio migliore, competente e responsabile.Buon 2012 a tutti voi.

Dott. Ft. Fabio Domenico Mazzeo

Se gre te ria Redazionale:A.I.FI. - Puglia

Via Zanardelli, 79 - 70125- BARI

Direttore Re spon sa bi le: Vin cen zo Italiano

Comitato di Redazione: Denis Pennella Alessandro Stasi Concetta Pesce Alessandro Rahinò Redattore capo: Marco Cordella

Rappresentante Legale: Fabio Domenico Mazzeo

Stampa: Stampa Sud spa - Mottola (Ta)

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Nell’ambito del progetto nazionale dal titolo “La schiena va a scuola: prime regole per rispettarla”, l’AIFI Puglia, il 24 Gennaio 2012 è iniziata la campa-gna di informazione per promuovere il ‘rispetto’ per la schiena dei bambini.

L’obiettivo di questa campagna di prevenzione vuole essere quello di sensibilizzare e rendere consapevoli i genitori e gli insegnanti sulle problematiche che riguardano la schiena dei nostri bambini, fornendo semplici concetti su come cresce la schiena, quali sono i principali disagi in cui può incorrere, tra cui la scoliosi, dare consigli per una prima osservazione della schiena del nostro bambino per tenerla sotto controllo prima di rivolgersi ad uno specialista, ri-spondere ai principali quesiti di insegnanti e genitori.Gli incontri saranno proposti nei Circoli Didattici di ogni provincia della regione e in quell’occasione verrà distribuito un opuscolo guida, fatto di testi e fumetti, messo a punto da esperti AIFI. Il progetto prevede un incontro informativo-interattivo di circa due ore, tenuto da Fisioterapisti AIFI con gli inse-gnanti, genitori e bambini delle scuole aderenti. Verrà realizzata anche una conferenza stampa per divulgare la conoscenza di questo importante progetto. L’opuscolo, redatto in collaborazione con ISICO (Istituto Scientifi co Italiano Colonna verte-brale) e S.I.Fi.R. (Società Italiana Fisioterapia e Ri-abilitazione), è stato ideato per fornire informazioni e strumenti atti a promuovere comportamenti e stili di vita corretti, utili nella prevenzione delle malattie dell’apparato muscolo-scheletrico (in particolare a livello della colonna vertebrale) dei nostri bambini.Il vademecum, si può richiedere all’AIFI o scaricare direttamente dal sito www.aifi .net. “Siamo focalizzati sulla fascia d’età tra i sei e i dieci anni perchè è la più delicata per lo sviluppo dell’apparato scheletrico” spiega Antonio Bortone Presidente AIFI. “Una vertebra sottoposta a forti pressioni che agiscono solo su una parte di essa, tende ad assumere la forma di un cuneo, e più vertebre a cuneo danno luogo a un dismorfi smo, cioè a un’alterazione della forma della colonna”.

Questa eccessiva curvatura della colonna vertebrale non è scoliosi ma, se non si interviene, può essere causa di lombalgie oltre che aprire la porta a dolori cronici da adulto. “Tra i sei e i dieci anni - continua il dottor Bortone - merita un’attenzione particolare anche lo sviluppo psicomotorio del bambino. Più tempo passa a muoversi e maggiore sarà la sua elasticità da adulto, con un minore rischio di disturbi alla schiena. Questo perchè grazie al movimento si strutturano e si affi nano gli schemi che il bambino utilizzerà per tutta la vita”. A casa ben vengano le sedie ergonomiche e una scrivania proporzionata. Per essere certi di non sbagliare l’acquisto, sarebbe meglio far sedere il bambino e verifi care che i piedi siano ben appoggiati per terra. La cura deve essere massima anche a scuola. I fi sioterapisti dovrebbero osservare e valutare che gli arredi siano conformi alle norme Uni En 1729 per garantire una corretta postura: esistono prodotti che si adattano anche al grande aumento di statura del bambino in questi anni ed alla sua crescita. Massima cura merita la scelta dello zaino. “Sicuramente lo zaino non fa venire la scoliosi, come si diceva un tempo - sotto-linea Bortone - Di certo però se è inadeguato può accentuare le curve della colonna vertebrale e in generale scatenare dolorose lombalgie”. Com’è lo zaino ideale? Molto leggero quando è vuoto e senza aperture a soffi etto che incentivano a riempirlo di più. Deve avere bretelle ampie e imbottite e una cintura per fermarlo in vita. Quando il bimbo lo indossa non deve oltrepassare la linea delle anche, e deve avere la parte che appoggia alla schiena imbottita e ben sagomata, per aderire bene altrimenti quando si riempie si crea un effetto “sacco di patate” con un accumulo di peso squilibrato nella parte inferiore. Quanto deve pesare? Non più del 20 per cento del peso del bambino. Noi AIFI Puglia crediamo fortemente nell’ importan-za di coinvolgere bambini, famiglie e scuole nella promozione di comportamenti posturali e stili di vita corretti poiché la prevenzione, in questo caso, divie-ne davvero fondamentale a tutelare la salute che è “un bene prezioso da salvaguardare”.

Dott. Ft. Rosa Anna Fanelli - Resp.le Uffi cio Formazione

“La schiena va a scuola:prime regole per rispettarla”

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Una pioggia di nuovi serviziPer te, solo per te che tieni alla pro-

fessioneCaro collega,un nuovo anno è appena iniziato e qui in Aifi si respira aria di freschezza. Le vele sono spiegate ed il vento in poppa, siamo pronti a raggi-ungere nuovi orizzonti per la professione. Ecco solo alcune delle novità di quest’anno:

2 Corsi ECM gratuiti per i soli soci 2012;

Mentore: Un progetto destinato a supportare la crescita professionale di giovani e meno giovani;

Miglior Tesi: Premieremo la migliore tesi per l’anno accademico 2010-2011;

La schiena va a scuola: Promozione della preven-zione nelle scuole pilota delle 5 province pugliesi; Basta con il solito sito!

Nuovi servizi web arricchiranno il nostro portale giorno dopo giorno, eccone alcuni:

PER ISCRIVERSIcompilare il modulo in tutte le sue parti, effettuare il versamento di:

€ 100,00 soci ordinari € 50,00 soci ordinari neolaureati (sessione au-tunnale 2011 - sessione primaverile 2012)

€ 26,00 studenti€ 200,00 soci sostenitorisul conto corrente postale n. 43926948 intestato a A.I.FI. Puglia - Via Zanardelli, 79 - 70125 BARI

o bonifi co bancarioIBAN: IT92U0760115800000043926948Spedire il modulo

via fax al n. 080.2220978

via mail: info@aifi puglia.it

per posta (non raccomandata) corredato di:

fotocopia del versamento,

fotocopia autocertifi cata del titolo di studio,

fotocopia partita IVA (solo per i liberi professionisti)

certifi cato di frequenza (solo per gli studenti)

A tutti gli iscritti verrà offerta dal nostro sponsorMEDICAL TOOLSuna TAVOLA ANATOMICA

Tesseramento 2012 A.I.Fi – Tante novità per i soci

PROMEMORIA:Segreteria: 393 1039706(16,00 - 19,00 lunedì e venerdì)Fax: 080 2220978 (24 h.)e-mail: info@aifi puglia.it

Sede Aifi Puglia

Riferimenti dei RESPONSABILI PROVINCIALI:

Bari Angela AMODIO - Tel. 329.0552108 - e-mail: bari@aifi puglia.itBrindisi Piero ZACCARIA - Tel. 329.0552110 - e-mail: brindisi@aifi puglia.itFoggia Giulio CONTICELLI - Tel. 329.0552106 - e-mail: fogglia@aifi puglia.itLecce Claudia PATI - Tel. 329.0552109 - e-mail: lecce@aifi puglia.itTaranto Massimo MATERA - Tel. 329.0552107 - e-mail: taranto@aifi puglia.it

comunicazione

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e in più tante ottime convenzioni, come la polizza assicurativa pensata appostaper la tua serenità professionale! Che cosa aspetti?

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Un caloroso benvenuto ai neolaureatiSessione Novembre 2011

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Gruppo UniBAsezione di Taranto

Gruppo UniFG

Gruppo UniBAsezione di Brindisi

ezione d

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Bando di concorso“PREMIO MIGLIOR TESI IN FISIOTERAPIA

AIFI REGIONE PUGLIA” Edizione 2012

1. Finalità del concorso

La preparazione della tesi di laurea rappresenta per il giovane studente un momento di forte slancio e crescita professionale. Dal punto di vista sociale, la tesi di laurea assume un signifi cato profondo: segna il passaggio del laureando dallo status di studente a quello di membro della Comunità Scientifi ca.

Attraverso l’istituzione di questo premio si intende:

1. Stimolare gli studenti ad intraprendere percorsi di ricerca validi e di qualità

2. Favorire l’approfondimento delle best practice e della metodologia della ricerca in riabilitazione

3. Gratifi care i neolaureati e relatori delle tesi valutate come migliori

4. Favorire la costruzione di ponti sempre più solidi tra professione e ricerca scientifi ca

2. Destinatari e requisiti

Il concorso è aperto a tutti gli studenti in fi sioterapia che possiedono i seguenti due requisiti

1. Possesso di titolo di studio conseguito in Italia nell’anno accademico 2010-2011

2. Essere regolarmente iscritti ad Aifi Puglia per l’anno 2012

3. Modalità di partecipazione

Tutti coloro che risultano in possesso dei due requisiti specifi cati al punto 2 dovranno allegare ad una email indirizzata a info@aifi puglia.it i seguenti documenti entro e non oltre il 30 aprile 2012:

1. Domanda di partecipazione compilata in ogni sua parte

2. Abstract le cui caratteristiche sono specifi cate al punto 4

3. Fotocopia o scansione del frontespizio della tesi

4. Caratteristiche dell’abstract

Tutti coloro che risultano in possesso dei due requisiti specifi cati al punto 2 dovranno tener conto dei seguenti punti:

1. L’abstract dovrà contenere massimo 10.000 battute, inclusi gli spazi e la bibliografi a;

2. L’abstract dovrà rispettare la struttura IMRAD (Introduction, Materials and method, Results, Discussion);

3. La bibliografi a è obbligatoria, pena l’esclusione dal concorso;

4. Sarà possibile allegare max 3 immagini e 3 tabelle da allegare all’abstract;

5. Saranno accettati solo abstract in formato doc, docx, pdf;

5. Commissione giudicante

La commissione che giudicherà le tesi pervenute sarà composta da elementi scelti all’interno della direzione regionale. A.I.Fi si riserva di chiedere il parere di eventuali esperti nel settore specifi co di ciascuna tesi presentata.

6. Criteri di valutazione

Ogni membro della commissione giudicante valuta autonomamente ogni tesi secondo una scala da uno a 10 per ognuno dei seguenti criteri:

1. Originalità: può caratterizzare l’ambito dell’approfondimento o l’ipotesi di lavoro

2. Coerenza interna: prevede che lo sviluppo della tesi rispecchi la metodologia dichiarata e le ipotesi si vedano confermate o meno dalle conclusioni

3. Qualità del lavoro: Utilizzo degli strumenti di ricerca (strumenti statistici, questionari, tecniche di ricerca qualitativa); Metodo di lavoro (tipo di studio svolto); Disegno dello studio

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4. Pertinenza del lavoro (I): valore dello studio per lo sviluppo delle conoscenze della Scienza riabilitativa

5. Pertinenza del lavoro (II): valore dello studio per la ricaduta nella prassi riabilitativa

6. Chiarezza della stesura: leggibilità, logica, uso appropriato della terminologia, grafi ca

7. Pertinenza della bibliografi a: qualità delle fonti, pertinenza con lo studio svolto, modalità dei richiami bibliografi ci

7. Scadenze e pubblicazione risultatiIl termine ultimo per la presentazione delle tesi è il 30 aprile 2012. La commissione inserirà sul sito web www.aifi puglia.it i risultati del concorso annunciandone la tesi vincitrice.

8. PremiazioneLa premiazione avverrà durante il Convegno Regionale che si terrà presumibilmente fi ne maggio - inizio giugno 2012. La tesi vincitrice verrà pubblicata in un articolo sulla rivista regionale “Fisioterapisti:

La nostra voce”. Al vincitore sarà inoltre offerto un premio dal nostro sponsor “Medical Tools” del valore di 500,00 €.

9. Insindacabilità del giudizio della giuria e accettazione delle condizioniIl giudizio della commissione è insindacabile e inappellabile. Attraverso la partecipazione al concorso ciascun partecipante accetta, senza riserve, tutti i punti del presente bando ed autorizza A.I.Fi. Puglia all’uso degli abstracts ricevuti a fi ni promozionali e divulgativi dell’evento.

1 Corso Base Bobath2 L’approccio riabilitativo nel bambino con P.P.I.3 Terapia Manuale secondo il concetto Kaltenborn-Evjenth (5 Moduli)4 Fisioterapia dello sport5 Stabili o mobili? - La comprensione della fi sicità propria e del paziente6 La riabilitazione respiratoria7 Corso base di linfodrenaggio8 Specifi cità dell’intervento psicomotorio nella presa in carico multidisciplinare

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info: www.ecmservicesas.it - phone: 393.9504842iscrizioni: fax: 080.2145698

data inizio 17 aprile1º modulo dal 8 al 10 marzo 2012

dal 29 maggio al 2 giugno 2012 (1º Modulo)dal 9 al 13 dicembre 2012 (2º Modulo)25 e 26 febbraio 201219 e 29 maggio 2012

3 e 4 marzo 2012data inizio 17 marzo 201210-11 e 24-25 marzo 2012

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Info:La Schedadi Iscrizione“MIGLIOR TESI”è scaricabile dal sitowww.aifi puglia.it

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Per “cifosi ” si intendono le curvature concave anteriormente che, alternate alle curvature con-

vesse anteriormente o lordosi, rappresentano una parte delle fi siologiche curve che il rachide struttura durante la crescita, sul piano sagittale.Durante l’età dello sviluppo l’intervallo di valori, misurato in gradi Cobb, considerato fi siologico, è compreso tra 22,5°±2,5 e 42,5°±2,5; valori più bassi sono associati a “dorso piatto” mentre valori più alti a “ipercifosi”. Entrambe le situazioni richiedono valutazione e trattamento specifi ci. E’ importante intervenire precocemente in quanto la corretta tem-pistica di intervento è fattore prognostico positivo; Il rachide è abbastanza elastico fi no all’adolescenza, nel passaggio dal Risser 3 a 5, periodo in cui le curve si strutturano con successive scarse potenzialità di rimodellamento.Il dorso piatto ha una incidenza bassa sulla popola-zione, spesso è accompagnato da curve scoliotiche

oppure è di origine iatrogena (terapia sbagliata, scelta errata del corsetto o confezionamento errato dello stes-so). L’ipercifosi ha invece una più alta incidenza.In base alla localiz-zazione dell’apice della curva distin-guiamo una Iper-cifosi Dorsale, con più alta incidenza, ed una Ipercifosi Dorso-Lombare, od anche Ipercifosi Lunga o Ipercifosi Giunzionale. Tra le

cause più frequenti individuiamo l›Osteocondrosi di Sheuermann (1-8 % della popolazione). Questa patologia è caratterizzata da una cuneizza-zione anteriore dei corpi vertebrali, provocata da una alterazione istologica reversibile delle cartilagini di accrescimento, la quale determina uno svantaggio meccanico delle aree anteriori dei piatti vertebrali stessi con conseguente interdizione della crescita dei somi vertebrali e dolore associato. In merito all’e-ziologia sembra avere maggior peso la componente genetica rispetto alla componente ambientale, come

Il trattamento conservativo della Ipercifosi da Malattia di Scheuermann

evidenziato da uno studio retrospettivo di Damborg su 35.000 gemelli danesi.La Malattia di Sheuermann provoca dolore nella sede osteocondrosica ed una accentuazione importante della cifosi; il rachide appare molto rigido e senza possibilità di inversione della curva, spesso è pre-sente il segno della losanga. La radiografi a conferma la diagnosi di M. di Sheuermann:

- Cuneizzazione di tre vertebre adiacenti di almeno 5° ognuna;

- Restringimento dello spazio discale

- Irregolarità dei piatti terminali coinvolti

- Ernie di Shmorl, a volte presenti

- Aumento dei gradi Cobb della cifosi

Segni radiografi ci della M. di Sheuermann

Generalmente l’ipercifosi dorsale da M. di Sheuer-mann è defi nita lieve se minore di 50° Cobb, mo-derata se tra 50° e 70° Cobb e grave se maggiore

Dott. T.O. Tombolini Giuseppe - Dott. FT. Denis Pennella

di 75° Cobb. Per convenzione la misurazione dei gradi Cobb della cifosi dorsale viene effettuata tra la limitante somatica superiore di T4 e la limitante somatica inferiore di T12. Meno frequentemente si può riscontrare una Malattia di Sheuermann di Tipo II allorquando la sede osteocondrosica è alla giunzione dorso-lombare oppure squisitamente lombare; può in tali casi non essere molto estesa, coinvolgendo solo una o due vertebre, ma risultare causa di lombalgia in età adolescenziale. Il trattamento terapeutico si avvale di diversi stru-menti: esercizi specifi ci, corsetto rigido, corsetto gessato ed intervento chirurgico; e si rende sempre

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necessario per problemi legati al dolore (dura circa un anno o due in età adolescenziale ma recidiva in età adulta) e legati all’estetica. Nell’età adulta inoltre si assiste a limitazioni funzionali degli arti superiori. Gli esercizi specifi ci sono effi caci in caso di ipercifosi lieve. In caso di ipercifosi rigide di grado moderato fi no a 60°-65° Cobb si rende necessario l’utilizzo di un corsetto rigido in associazione agli esercizi spe-cifi ci; in questi casi il corsetto viene indossato circa 21/23 ore al giorno per poi diminuire progressiva-mente intensifi cando la fi sioterapia. Quando l’iper-cifosi si attesta tra i 65° ed i 75° è indicato l’utilizzo di un corsetto gessato che sarà poi sostituito con il corsetto rigido. Per le ipercifosi maggiori di 75° Cobb l’indicazione al trattamento chirurgico non trova ancora forti livelli di evidenza (sebbene l’approccio con viti peduncolari toraciche posteriori stia dando ottimi risultati); sarebbe utile approfondire lo studio della storia naturale e della eziologia della M. di Sheuermann per migliorare l’approccio terapeutico al paziente. Per limitazioni di spazio non è possibile descrivere il trattamento riabilitativo della ipercifosi da M. di Sheuermann come meriterebbe; basti tener conto che ogni esercizio:

- deve essere specifi co per le caratteristiche di tensione e forza muscolare del paziente;

- deve essere specifi co per le caratteristiche di rigidità e ampiezza della curva e degli adattamenti compensativi della stessa alla correzione;

- deve tener conto del grado Risser di matu-razione ossea;

- deve tener conto del tipo di corsetto utilizzato e delle ore di utilizzo;

- deve essere compliante per il paziente.

-

I CORSETTI PER L’IPERCIFOSIL’azione del corsetto per le ipercifosi può seguire diversi principi di correzione meccanica, che possono essere approfonditi in altra sede:

- concetto 3 punti: Lionese e Maguelone;

- concetto di spinta: Lapadula Modifi cato;

- concetto di trazione: Milwaukee.

• Corsetto Milwaukee

E’ un corsetto di elongazione che si avvale di una stimolazione propriocettiva. E’ formato da una presa di bacino stabile da cui dipartono due aste metalliche posteriori ed una anteriore; queste ultime si uniscono a livello cervicale con un anello che forma la mento-

niera inclinata di 30° ante-riormente per permettere i movimenti in sicurezza del capo. La mentoniera deve comunque esercita-re una pressione diretta sulla mandibola. Le aste posteriori e la pelotta dor-sale possono essere assi-curate con fi bbie in cuoio per evitare fenomeni di basculamento.

• Corsetto Antigravi-tario Maria Adelaide

Corsetto rigido in polietilene con rivestimento interno costruito su misura, con sistema CAD-CAM. Il cor-setto è costruito su un modello positivo realizzato dopo progettazio-ne computerizzata personalizzata per ogni paziente. La presa di bacino è simile a quel-la del corsetto Milwaukee: con appoggio addo-minale e sui glutei ma senza aste e collare. Si utilizza-no aste in acciaio con cremagliera regolabile e pelotta di spinta sternale per la corre-zione del dorso curvo. Posteriormente la presa di bacino è prolungata in alto, fi no sotto l’apice della curva cifotica.

• Corsetto di Lione

Corsetto rigido, in materiale trasparente ad alta resistenza e struttura in alluminio e acciaio, costruito su misura, con sistema CAD-CAM e mo-dello positivo. E’ formato da due aste, anteriore e posteriore, che si rac-cordano inferiormente alla presa di bacino e superiormente ad un anello formato dai due ascellari con il compito di controllare i cingoli scapolari. Una spinta delordosizzante sul sa-cro in associazione alla spinta sternale anteriore

e quella sull’apice della cifosi dorsale garantiscono una importante correzione.

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• Corsetto Maguelone

Corsetto bivalve per le ipercifosi pure con apice da D5-6 a D8-9. La correzione è assicurata dai due punti di spinta posteriore, sacrale e dorsale, collegati tra loro da tre barre metalliche che si raccordano anteriormente ad un pancino con funzione di spinta addominale in ipolordosi. Dal pancino dipartono inoltre due aste rigide per le spinte claveari.

• Corsetto Lapadula modifi cato (Sibilla)

Corsetto monovalva con apertura anterio-re; la presa di bacino molto alta impedisce la perdita dell’azione di correzione quando il paziente è in fles-sione anteriore. Vi si associano le spinte rigide claveari per il controllo dei cingoli e l’apertura delle spalle. E’ indicato per la corre-zioni di ipercifosi asso-ciate a scoliosi grazie all’utilizzo di drivers in

plastazote e barre a T.

Ognuno di questi corsetti pone il rachide nella mi-gliore correzione possibile e lo spinge ad accrescersi secondo questa direzione (Stokes et al., 2006). La scelta del corsetto è specifi ca per il paziente e per il momento storico della patologia; variabili importanti sono l’entità della ipercifosi ed il momento evolu-tivo della stessa. Occorre ovviamente tener conto di eventuali deformità del rachide anche sul piano frontale con la necessità di optare per un corsetto

che abbia capacità correttive anche in tal senso. Il corsetto è uno stimolatore meccanico che deve però entrare in sintonia col sistema di controllo della postu-ra e fornire informazioni ai centri superiori, generando quindi anche una risposta correttiva a livello centrale (Nachemson et al., 1995). Il trattamento riabilitativo del paziente in corsetto deve avere come obiettivo la presa di coscienza del rachide e delle sue curve, delle spinte correttive si modo che il corsetto statico diventi un “corsetto attivo”, implementandone note-volmente le potenzialità terapeutiche. Compito del fi sioterapista è anche fare in modo che il paziente ac-cetti appieno la terapia, generando alta compliance, insegnare al paziente ad utilizzare il corsetto durante la giornata, promuovere le giuste attività sportive con e senza il corsetto, essere parte attiva del team osservando e valutando il decorso e l’effi cacia della terapia nel tempo.

Bibliografi a1) F Zaina, S Atanasio, C Ferraro, C Fusco, A Negrini, M

Romano, S Negrini. European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine 2009. Review of rehabilitation and orthopedic conservative approach to sagittal plane diseases during growth: hyperkyphosis, junctional kyphosis, and Scheuermann disease.

2) TG Lowe et al (Wheat Ridge, CO, USA). Spine 2007. Evidence Based Medicine: Analysis of Scheuermann Kyphosis.

3) HR weiss et al (Gensingen, Germany). Scoliosis 2009. Brace treatment for patients with Scheuermann‘s dis-ease - a review of the literature and fi rst experiences with a new brace design.

4) JC de Mauroy et al (Lyon, France). Scoliosis 2010. Conservative treatment of idhiopatic hyperkyphosis and Sheuermann’s kyphosis (Consensus SOSORT: Lyon 2010)

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Lo scorso 9 dicembre si è svolta a Roma l’Assem-blea dei Soci S.I.Fi.R. (Società Italiana Fisiotera-

pia e Riabilitazione ) durante la quale si è proceduto al rinnovo delle cariche associative.All’unanimità sono stati riconfermati i precedenti componenti del Consiglio Direttivo, con alcuni avvi-cendamenti per quanto riguarda il Collegio dei Pro-bi Viri ed i Revisori dei Conti, per cui i nuovi Organi della S.I.Fi.R. sono i seguenti: Presidente: Paola Caruso, Segretario: Orazio Meli, Tesoriere Rosa Bolotta, Consigliere: Mariaconsiglia Calabrese, Consigliere: Maria Concetta De Marinis.A seguire si è svolto il primo Consiglio Direttivo che ha dato l’avvio alla programmazione delle attività per l’anno 2012.La S.I.Fi.R. ha lo scopo istituzionale di sviluppare le conoscenze e la ricerca nell’ambito della fi siote-rapia e in generale della riabilitazione e dall’imple-mentazione di queste nella pratica clinica. Diventa centrale costruire ed affermare una cultura ed una scienza della Riabilitazione che tenga conto della complessità della disciplina.E per fare ciò è necessario strutturare una meto-dologia di ricerca che faccia emergere, in maniera rigorosa, il ragionamento effettuato nell’intervento riabilitativo e delle modifi cazioni ottenute con il pa-ziente. E’ necessario lo sforzo di tutti professionisti per cre-scere dal punto di vista scientifi co e metodologico: studiando insieme e verifi cando nella pratica clinica si potrà riuscire a migliorare le conoscenze.A tal fi ne S.I.Fi.R. sta lavorando per defi nire le fasi propedeutiche all’avvio di alcuni progetti di ri-cerca multicentrici che saranno realizzati nel corso

dell’anno 2012 e la programmazione di eventi for-mativi di tipo metodologico al nord, al centro e al sud. È proprio a tal fi ne che l’anno scorso, insieme ad AIFI, è stato bandito il Concorso “Miglior Tesi”: l’iniziativa è stata rivolta ai neolaureati di tutta Ita-lia, che hanno candidato le proprie Tesi svolte nell’ Anno Accademico 2009/2010.Le Tesi rappresentano un momento importante nel-la vita dello studente ma anche del prossimo fi sio-terapista: infatti spesso rappresentano l’unico mo-mento in cui sia possibile approfondire tematiche specifi che ed anche, laddove le condizioni universi-tarie lo permettano, offre la possibilità di partecipa-re a progetti di ricerca anche molto intriganti ed è per questo che è importante cercare di valorizzarle.Il 17 marzo 2012 si terrà a Roma il Congresso “Mi-glior Tesi in Fisioterapia”, che concluderà il Con-corso promosso con AIFI ed è destinato quindi non solo alla presentazione e premiazione dei lavori mi-gliori, ma anche alla diffusione di esperienze che possano stimolare il progresso delle conoscenze scientifi che in riabilitazione. Anche per quest’anno la S.I.Fi.R. ha rinnovato la convenzione con la Rivista “Scienza della Riabilita-zione” edita dalla Società Editrice Universo (SEU) che offre l’abbonamento annuale per il 2012 al prezzo di € 20. La rivista ha al suo interno sezioni per pubblicazione di articoli a carattere scientifi co, abstracts di tesi di laurea particolarmente signifi -cative, case-report, proprio nell’ottica editoriale di stimolare lo scambio di esperienze ma anche il di-battito scientifi co.L’iscrizione alla S.I.Fi.R. per gli associati A.I.FI, che continua ad essere il nostro partner privilegiato, rappresentante della professione, resta per il 2012 di € 30 oppure di € 50 comprensivo dell’abbona-mento alla rivista Scienza della Riabilitazione.Particolare attenzione ai neolaureati iscritti all’AIFI e agli Studenti del C.dL in Fisioterapia che potran-no iscriversi al prezzo simbolico di € 10 oppure al costo di € 30 comprensivo dell’abbonamento alla rivista Scienza della Riabilitazione.

Per iscriversi scaricare il modulo dawww.sifi ronline.it

Per informazioni scrivere una mail ainfo@sifi ronline.it

Dott. Ft. Paola Caruso, Presidente SIFIR

Consolidare la culturascientifi ca in riabilitazione!

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IL SISTEMA DEINEURONI A SPECCHIO

Dott. Ft. A. Rahinò - Dott. Ft. D. Pennella - Dott. Ft. G. Giovannico - Dott. Ft. M. Cannone

“…se mentre si esibisce in pubblico un cantante diventa un po’ rauco, molti dei presenti, come mi ha assicurato una persona di cui ho piena fi ducia, tossiscono un pò come per liberarsi la gola,…. mi è stato raccontato anche che, durante le gare, quando un atleta spicca il salto, molti spettatori… muovono i piedi…”

(Darwin, 1872)

La scoperta dei Mirror Neurons (Neuroni Spec-chio), ha portato un’ondata di reinterpretazioni

e di rivisitazioni di vecchie e la nascita di nuove teorie su quello che è l’animale umano: un animale sociale che, per sua natura, ha bisogno della re-lazione con i propri simili, da quella fi sica a quella comunicativa. Uno dei meccanismi fondamentali dell’interazione sociale è dunque l’imitazione. Cosa c’è di più semplice della capacità di imitare una azione altrui? In realtà, come spesso ci capita, riu-sciamo a imitare certi gesti, ma non abbiamo idea di come sia possibile farlo, di cosa si debba sape-re per imitare. Una tra le scoperte neurologiche più importanti, appunto, di questi ultimi anni è quella dei cosiddetti Neuroni Specchio. Ma di che cosa si tratta? Quando osserviamo un nostro simile com-piere una certa azione si attiva-no, nel nostro cervello, gli stessi neuroni che si attivano quando siamo noi a compiere quella stessa azione. Per questo pos-siamo imitare l’azione altrui, perché il nostro cervello risuona assieme a quello della persona che stiamo osservando. Un sistema di questo genere, che ri-suona alla vista di gesti effettuati da altri, apre le porte ad applicazioni completamente nuove in campo neuroriabilitativo, di facile utilizzo e di semplice somministrazione che scavalca quell’e-norme barriera dell’interfaccia culturale, linguistica e cognitiva tra il riabilitatore ed il paziente, come, invece, molte tecniche comportano.Negli ultimi anni spesso abbiamo sentito parlare dei neuroni specchio e del suo sistema presente nel cervello dell’uomo e una mole di informazioni provenienti dalle più svariate fonti come tv, web, corsi e congressi o da semplici ed esplicativi ar-ticoli come questo. In realtà troppo si parla della

loro scoperta e poco del potenziale in riabilitazione che sia essa neurologica o puramente ortopedica. A quasi vent’anni (Rizzolatti ’94), la loro scoperta è considerata per le neuroscienze ciò che il DNA lo è stato per la biologia. Con questa frase Ramachan-dran, neurologo e psichiatra indiano, ci fa capire la grande importanza della scoperta di questa classe di neuroni, paragonandoli appunto alla scoperta del DNA. Essendo le neuroscienze una branca impli-cata in molte discipline, possiamo affermare con cognizione di causa di come la riabilitazione abbia giovato da una simile novità scientifi ca. Quando si parla di neuroni specchio ci si riferisce ad una par-

ticolare classe di neuroni con particolari pro-prietà visuo-motorie individuati dappri-

ma nel cervello di una scimmia e poi successivamente individuati anche

nell’uomo. Che cosa hanno di così sensazionale questi neu-roni e perché hanno fatto così clamore da una parte all’altra del globo? Per semplifi cazione diciamo che costituiscono la base neurologica di alcuni pro-

cessi imitativi direttamente impli-cati nell’apprendimento motorio e

nell’evoluzione del linguaggio e nel-lo sviluppo empatico di particolari stati

emotivi (Empatia) ed inoltre spiegherebbero il processo di holding primario e secondario che si instaura tra madre-bimbo o ancora altro come la teoria della mente, capacità di capire le intenzioni degli altri.I neuroni specchio sono stati individuati la pri-ma volta nell’area F5 (area di Broca, corrispettivo nell’uomo) di una specie di scimmia antropomorfa (Machachi); questi neuroni scaricavano quando la scimmia vedeva compiere, da parte di altri indivi-dui similari, alcune tipologie di azioni mano-buccali, come afferrare del cibo e portarlo alla bocca, ma la

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cosa sorprendente è che questi neuroni scaricano anche quando è la scimmia in prima persona a com-piere le stesse azioni, da qui in un primo momento fu dato a questi neuroni il nome “monkey see, mon-key do” ossia: scimmia vede, scimmia fa. Da ulte-riori studi è emerso che questa tipologia di neuroni non sono solo situati nell’area 44,45 Brodman ma sono presenti anche nel lobo parietale inferiore, e presentano connessioni con il lobo limbico e area motoria primaria e grazie alla loro spiccata capacità di rispecchiamento delle azioni altrui hanno dato il nome di “neuroni Specchio”. Parecchie parti di dati sperimentali dimostrano che il Sistema dei Neuroni Specchio deputati ad azio-ni di mano, bocca e piede sono presenti anche nell’uomo. Nel presente documento sono mostrate

le evidenze sperimentali del ruolo del Sistema dei Neuroni Specchio nel riconoscimento delle azioni, nell’apprendere tramite imitazione nuove azioni complesse, e nell’immagine motoria interna delle azioni (motor imagery). Per le caratteristiche base del Sistema dei Neuroni Specchio e il ruolo del rico-noscimento delle azioni e imitazione, è discusso il possibile uso dell’osservazione dell’azione e l’imita-zione come un approccio per un training sistemati-co nella riabilitazione di pazienti con danno motorio dopo cerebrolesione o dopo qualsiasi evento capa-ce di far perdere o distorcere lo schema motorio della funzione colpita. Nonostante la loro scoper-ta risalga al ventennio precedente solo negl’ultimi anni si sono succeduti numerosi approcci che van-no dalla “mirror box” ad opera di Ramachandran per la modulazione del dolore dell’arto fantasma alla action-observation therapy di Buccino, alla mir-ror therapy e mental therapy in cui il sud Italia, la puglia con l’Università di Bari in primis, sono stati presenti negli ultimi anni a numerosi eventi di gran-de rilevanza scientifi ca portando testimonianza di diversi casi clinici trattati sfruttando il sistema spec-chio costituendo uno stimolo prezioso per ulteriori approfondimenti in questa direzione.

References:1. Rizzolatti G, Fogassi L, Gallese V. Mirrors in the mind. Sci

Am. 2006;295(5):54-61.2. Rahinò A, Lavermicocca V, Dellomonaco A.R., Maselli F,

Cannone M, Scaramuzzi M, Giovannico G, Megna M.. THE UPPER LIMB RECOVERY: COMPARISON BE-TWEEN MIRROR THERAPY AND CONVENTIONAL THERAPY. European Journal Physical and Rehabilita-tion Medicine. Vol. 47 –suppl. 1 to No. 2 june 2011

3. Sciusco A, Ditrenta G., Rahinò A, Damiani S, Megna M., Ranieri M., Megna G. MIRROR THERAPY IN THE MO-TOR RECOVERY OF UPPER EXTREMITIES. Eur Med Phys 2008;44(Suppl. 1 to No. 3)

4. Iacobini M, Woods RP, Brass M, Bekkering H, Mazziotta JC, Rizzolatti G: Cortical mechanisms of human imitation. In Science, 1999

5. Rizzolatti G, Sinigaglia C: So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio. Raffaello Cortina Editore, Mi-lano, 2006

VIA FUMARULO, 270029 SANTERAMO IN COLLE - BA

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a cura di

Michele Cannone, PT, PMP, MScGiulio Conticelli, PT, MSc

Maria Lucia De Nuzzo, PT, OMTGiuseppe Giovannico, PT, OMT

Salvatore Guerrieri, PT, MScFilippo Maselli, PT, OMT, MSc

Mariangela Minervini, PT, MScDenis Pennella, PTRaff aele Polito, PT

Alessandro Rahinò, PT, MSc

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.2

Terra di sole, di mare e di vento, contesto ideale per lanciare suggestive regate in barca a vela, l’A.I.Fi. PUGLIA ha voluto cimentarsi in un viaggio “a gonfi e vele”, con un Team giovane e di rapido affi atamento e con uno “skipper” capace di pianifi care l’impossi-bile.La metafora della barca a vela è il miglior esempio per spiegare gli obiettivi del pro-getto implementato da AIFI GROUP; la vela entusiasma, è percepita come esperienza indelebile ma molto spesso ci si ferma a rifl ettere per paura di osare, di “sfi dare” il mare aperto senza motore, in balia del vento. Più si esce da una zona controllata, di comfort, più la percezione del timore sale; ma più forte sarà l’insegnamento del ricor-do e l’attività svolta risulterà davvero indelebile.La barca a vela riproduce, con buona approssimazione, le dinamiche che soventi ac-cadono in ogni organizzazione e, di conseguenza, anche nella nostra Associazione. Si può viaggiare ognuno per conto proprio ma qualora si decidesse di cooperare ed interagire, i problemi ordinari e straordinari di viaggio sarebbero meglio aff rontati, se non presto risolti, e si fi nirebbe per andare addirittura più veloci.

L’indagine introspettiva che AIFI GROUP ha compiuto con questo “viaggio” ha evidenziato aspetti non diversamente rilevabili ed ha soprattutto fatto risaltare la pericolosa dissintonia tra il fare del management associativo ed il dire della base professionale.

Avremmo certamente potuto evitare di “uscire in mare aperto”, avremmo sicuramente risparmiato energie psichiche e serenità d’ani-mo; avremmo però impoverito la spinta propulsiva che A.I.Fi. vuol dare per sviluppare il modello organizzativo interno, valorizzare tutte le potenzialità intrinseche e raggiungere l’attenzione di quanti più Colleghi possibili, per arrivare a meglio SERVIRE ALLA CAUSA DELLA CRESCITA CULTURALE E SOCIALE DEL FISIOTERAPISTA. Complimenti A.I.Fi. PUGLIA ed AIFI GROUP. Il vostro viaggio non fi nirà qui e soprattutto LO FAREMO INSIEME. Il meglio deve ancora venire: CAZZA LA RANDA E VIA A STRAMBARE PER ALTRI LIDI INESPLORATI.

Presidente Nazionale A.I.FI.Dr. Antonio Bortone

“Ci sono persone che si soff ermano sui dife� dei loro amici. Non serve.

Io ho sempre rivolto la mia a� enzione ai meri� dei miei avversari e ne ho tra� o

profi � o.”

“Niente ci informa meglio su noi stessi che vedere di nuovo davan� a noi

cose prodo� e da noi anni prima, per cui abbiamo la possibilita’ di osser-

varci come si osserva un ogge� o.”

Johann Wolfgang Goethe (1749-1833)

DALLA PUGLIA PARTE UN PROGETTO CAPACE DI SUSCITARE RIFLESSIONI E NUOVE INIZIATIVE.

DrDrDrrrDrrDrDrDrrDrrrrrDrDrDrrrrrrrrrDrrrrrrrDDrrDDDDDrDrDDDrrrrDDDrDDDrDDrDr. AnAAAnAAAAAAAnAnAAAAAAAAnnAAAAAAAAnnAAAAAAAAAnnAnAAAAnAAA tonininiiniiiiiiininiinniiniinniiinnnnnn o ooooooooooooooooooooo BoooBoBooBoooBoBooBooBooBoooooBoBooBBBoBoBooooooBBBBoBoooBBBooBBBooBoBBB rtrtrtrttrtrttrrrtrtrtrtttrtttrtrrtttrtttrtrrrttrrrrtrrrrrrr onoooooooooooooooo e

Sono orgoglioso di presentarvi i risultati del progetto “AIFI GROUP: insieme per crescere”, nato dalla necessità di conoscere meglio il volto dei fi sioterapisti pugliesi. Attraverso una migliore conoscenza dei protagonisti della nostra Associazione sarà per noi possibile impostare strategie effi caci al fi ne di favorire la crescita professionale dei singoli e della stessa comunità professionale che trova in A.I.Fi. la sua più naturale caratterizzazione. Dai dati emersi, grazie all’impegno di un team di alto profi lo, apriremo un’attenta rifl es-sione su alcuni argomenti molto interessanti. E’ tempo di entrare seriamente in gioco nella promozione di politiche socio-sanitarie per favorire l’innesto defi nitivo e concreto dell’approccio interdisciplinare. I fi sioterapisti, che rappresentano di fatto quel prezioso ponte tra il curare e il prendersi cura, hanno il diritto di rivestire un ruolo cardine nel team riabilitativo.Altro argomento interessante su cui rifl ettere è quello legato ad una aderenza solo parziale dei fi sioterapisti pugliesi ad A.I.Fi.. Infatti lo studio ha dimostrato che i professionisti pugliesi che non aderiscono all’associazione non lo fanno per questioni di economia ma perchè realmente non riconoscono nell’associazione un reale valore aggiunto professionale. D’altro canto, con un po’ di orgoglio, emerge che per taluni aspetti i nostri soci abbiano maggiore consapevolezza professionale. In futuro approfondiremo la nostra Root Causes Analysis per cercare di capire dove si interrompe il legame tra il fi sioterapista e A.I.Fi., o meglio se questo legame stenta a svilupparsi sin dal triennio universitario.La conduzione dello studio ha visto l’impegno di un team di 10 giovani fi sioterapisti fortemente motivati, fermamente convinti che senza scienza e metodo, applicati a tutto l’ambiente della professione, non si può garantire un futuro sempre migliore ed orientato alla crescita continua. Con grande piacere ed entusiasmo vi presento il gruppo di lavoro che è così costituito: Michele Cannone (responsabile del progetto), Giulio Conticelli e Salvatore Guerrieri (referenti provincia di Foggia/Bat), Filippo Maselli, Alessandro Rahinò e Mariangela Minervini (referenti provincia di Bari), Giuseppe Giovannico e Maria Lucia De Nuzzo (referenti provincia Lecce/Brindisi), Denis Pennella e Raff a-ele Polito (referenti provincia Taranto).Alla luce dei risultati ottenuti da questo studio, che ci ha permesso di conoscere meglio chi siamo e cosa vogliamo, l’A.I.Fi. PUGLIA intende lanciare nuove sfi de per il prossimo futuro. Questo studio rappresenta solo l’inizio della rivoluaiozne che il nuovo gruppo di giovani dirigenti ha l’ambizione di portare avanti nei prossimi anni, certi della forza che questo gruppo ha in sé, ma soprattutto motivati a far crescere la nostra associazione sia numericamente che qualitativamente. L’unione fa la forza!

Presidente Regionale A.I.Fi. PUGLIADr. Fabio Domenico Mazzeo

PRESENTAZIONE DEL TEAM DI PROGETTO

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.3

IntroduzioneDa un punto di vista giuridico, il profi lo professionale del fi sioterapista è noto grazie ai riferimenti normativi (Decreto Ministero Sa-nità 14 settembre 1994, n. 741) ma a tutt'oggi nella letteratura scientifi ca, grigia inclusa, c'è poca traccia di studi che mirano a tracciare un profi lo concreto del fi sioterapista operante sul territorio italiano ed in particolare non abbiamo parametri di confronto tra coloro che sono soci A.I.Fi. e coloro che non lo sono.Per approfondire la conoscenza del profi lo del fi sioterapista pugliese abbiamo pianifi cato uno studio cross-sectional servendoci di un questionario costruito ad hoc e somministrato ad un campione di 550 colleghi il cui 50% non iscritto ad A.I.Fi.Quest’attenta analisi tridimensionale del profi lo dei fi sioterapisti si è sviluppata su 3 domini di ricerca incentrati sulla percezione del professionista rispetto alla sua professione, alla sua associazione e alle altre fi gure professionali, associando una misurazione sogget-tiva della soddisfazione, aspettative e motivazione professionale.I risultati del questionario restituiscono una fotografi a del fi sioterapista in grado di mettere a fuoco alcuni elementi essenziali legati, ad esempio, agli elevati livelli di soddisfazioni dei colleghi che svolgono la propria attività in regime libero professionale rispetto agli altri, piuttosto che all’assenza pressoché totale di attività interdisciplinari su tutto il territorio regionale. Elementi, questi, essenziali per poter impostare la rotta da seguire per il prossimo futuro.Il progetto, fi nanziato da A.I.Fi. PUGLIA, nasce da un profondo ed autentico desiderio di crescita associativa e professionale. Il ter-mine stesso racchiude in sé la vision e la mission dell'iniziativa. Il termine inglese group, non a caso, è inteso come sincrasi del verbo grow-up (crescere), proprio in riferimento al processo di crescita indiviudale e collettivo di crescita che nel gruppo si attua. La conduzione del progetto ha visto l'impegno di un team di 10 giovani fi sioterapisti fortemente motivati, fermamente convinti che senza scienza e metodo, applicati a tutto l'ambito della professione, non si possa garantire un futuro sempre migliore ed orientato alla crescita continua.Nella speranza di aver contribuito, seppur in minima parte, alla nostra crescita restituiamo ai colleghi i frutti del nostro piccolo ma intenso slancio creativo, scientifi co-progettuale. Prima di lasciarvi immergere nella lettura del nostro lavoro sento di ringraziare i col-leghi del team, l’ex dirigenza A.I.Fi. PUGLIA ed in particolare Concetta Pesce, la quale, ha sin da subito accettato l’idea di un progetto fortemente innovativo, supportandolo fi no in fondo. Grazie!

Vice Presidente Regionale A.I.Fi.Project Manager AIFI GROUP

Dr. Michele CannoneDr.. Michele Canno

Analisi di contestoLa popolazione totale dei fi sioterapisti in Italia conta un universo che va dalle 40.000 alle 50.000 unità, di cui solo 6.000 sono iscritti all’Associazione Italiana Fisioterapisti con un rapporto di circa 1:8. Per l’anno 2010, in Puglia, il numero di iscritti appartenenti alla classe 20-30 anni è di circa il doppio rispetto alla decade successiva (31-40), stessa cosa accade per le classi 41-50 e 50+ rispetto alla classe 31-40. Queste stime indicano una considerazione poco rilevante della dimensione associativa della professione, soprattutto al crescere dell’anzianità e, di conseguenza, degli anni di servizio. E’ necessario iniziare a pianifi care delle soluzioni che puntino, alla luce delle possibili cause di tali problematiche, a migliorare la compliance del fi sioterapista nei confronti dell’A.I.Fi..La forte convinzione che l’A.I.Fi. stia al fi sioterapista come il fi sioterapista sta al suo assistito ci porta a pensare che la garanzia di outcome di qualità possa esser incentivata solo dalla presenza di una struttura organizzata, più rappresentativa possibile, che riesca a coordinare e scandire gli obiettivi, culturali e politici, che la professione deve raggiungere. Migliorando l’identità della professione si cresce di più come singoli, garantendo così degli standard di cura sempre elevatissimi; il futuro della professione dipende molto dalla capacità di riuscire a costituire un’identità professionale salda ma allo stesso tempo dinamica, slanciata verso il futuro e in grado di adattarsi al cambiamento.Come primo passaggio, ci siamo interrogati su quali elementi costituissero il contesto associativo, per poi decidere su quali di questi elementi iniziare ad agire. Lo schema che segue riassume schematicamente la nostra analisi di contesto. Il quadro ci fornisce una scomposizione semplifi cata dell’universo complesso nel quale gravita A.I.Fi. PUGLIA. Accanto all’analisi di ogni singolo elemento sarà poi indispensabile lavorare alla costruzione di una visione di insieme per rendere A.I.Fi. PUGLIA un’organizzazione che appren-de, anno dopo anno, obiettivo dopo obiettivo.

Metodologia e strumenti di lavoroIl progetto è stato sviluppato attraverso quattro fasi, per un totale di 12 mesi di lavoro. La metodologia di progettazione che ha gui-dato l’intero progetto è quella del Project Management.Per la realizzazione del progetto è stato necessario formare un team di lavoro composto da un coordinatore regionale e nove giovani e motivati fi sioterapisti preposti a coordinare le attività

progettuali per ciascuna provincia. Trattandosi di un virtual team si è ricorso all’utilizzo di soft ware di messagistica istantanea-Voip (Skype) e di una piattaforma di progetto in rete creata ad hoc, grazie alla quale è stato possibile comunicare con il team e gesti-re e monitorare tutte i processi necessari al completamento dello studio.

Dopo alcune sessioni di brainstorming sono stati sviluppati i domini su cui sviluppare lo studio:• Il fi sioterapista e la sua professione• Il fi sioterapista e la sua associazione• Il fi sioterapista e il team interprofessionale• Soddisfazione Aspettativa Motivazione

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.4

Il questionario, strutturato su scala Likert a 5 punti in maniera tale da essere comprensibile e di facile compilazione, è stato realizzato e tarato sulla base dei dati raccolti attraverso un’intervista preliminare a risposta aperta eff ettuata ad un campione di 60 fi sioterapisti (30 soci e 30 non soci).Il campione totale dello studio è stato di 550 fi sioterapisti pugliesi, tra soci A.I.Fi. per l’anno 2010 e 250 non-soci. Per facilitare i colleghi chiamati a partecipare allo studio, il team ha cercato di costruire il questionario in modo da non superare i 4 minuti come “tempo totale per la compilazione”. La premessa sulla rapidità del tempo è stata parte integrante del consenso informato comunicato a ciascun collega contattato per la somministrazione del questionario. Il reclutamento dei colleghi è avvenuto attraverso varie modalità:

• Somministrazione telefonica• Somministrazione via internet• Somministrazione sul luogo di lavoro• Somministrazione durante le assemblee provinciali e regionali A.I.Fi.

Accanto allo studio del contesto regionale, si è ritenuto necessario inserire un’attività di benchmarking rispetto alle altre realtà regio-nali. Le uniche fonti di “letteratura” percepibili circa le varie A.I.Fi. regionali sono state recuperate attraverso un’analisi dei rispettivi siti web attraverso una scheda standard che ci ha permesso di confrontare i vari siti regionali. Accanto alle schede di analisi di ciascun sito web abbiamo intervistato tutti i presidenti regionali, raccogliendo informazioni divise in 4 sezioni:

• L’A.I.Fi. E I SUOI ASSOCIATI• L’A.I.Fi. E I SUOI SERVIZI• L’A.I.Fi. E LE ISTITUZIONI• SODDISFAZIONE ASPETTATIVA E MOTIVAZIONE

Il monitoraggio e coordinamento dell’intero lavoro è stato eff ettuato, attraverso la piattaforma online, grazie ad un sistema di reporti-stica. Ciascun componente del gruppo di lavoro ha compilato dei report periodici in cui riferiva i risultati raggiunti. In questo modo, sono state monitorate le performance individuali di lavoro e quella globale sull’andamento di progetto. E’ stato inoltre possibile monitorare, attraverso le tecniche dell’Earned Value Management (EVM), le previsioni a fi nire di progetto, in base alla data fi nale di somministrazione.I dati sono stati analizzati attraverso vari strumenti di indagine statistica:• ANOVA e Bonferroni per il confronto tra gruppi• Pearson per le correlazioniIl livello di signifi catività preso in cosiderazione è pari a p ≤ α = 0,05.

Questo report fi nale rappresenterà uno strumento nelle mani di A.I.Fi. PUGLIA per poter impostare strategie gestionali dettate dal quadro esigenziale non solo degli associati ma anche di tutti i fi sioterapisti pugliesi.

FASE DESCRIZIONE

1. RACCOLTA INFORMAZIONI PRELIMINARI

Scelta argomenti dello studio. Compilazione e somministrazione di un’intervista ad un cam-pione di 30 soci e 30 non soci sulle tematiche prescelte. La raccolta delle informazioni fornite dai colleghi è servita come base per la costruzione del questionario e dell’intervista sul panorama nazionale.

2. LETTURA DEL TERRITORIO- Redazione e somministrazione di un questionario a 550 fi -sioterapisti pugliesi (ripartiti equamente tra soci e non soci).

3. PANORAMA NAZIONALE

- Intervista a tutti i presidenti regionali A.I.Fi. per avere una panoramica generale dell’andamento nazionale per poterlo confrontare alla realtà pugliese.- Studio della struttura del sito web di ciascuna regione.

4. PRODUZIONE REPORT REGIONALE

Produzione, stampa e distribuzione di un dossier riportante:RisultatiIndicazioni programmatiche per il futuroConclusioni

Tabella – FASI DEL PROGETTO AIFI GROUP

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.5

RISULTATI GRUPPO 1Il fisioterapista e la sua professione

1. Il raggiungimento degli obiettivi di salute verso gli assistiti2. Il rapporto con i miei pazienti3. Gli ambiti e le competenze professionali4. Il rapporto con i colleghi5. Il rapporto con le famiglie e i caregiver6. La posizione economica7. L’organizzazione del lavoro da responsabile di servizio8. L’autonomia professionale

1. Scarsa considerazione da parte delle altre professioni, famiglie, pazienti

2. Gli eccessivi carichi di lavoro in condi-zioni lavorative spesso precarie

3. La retribuzione economica4. Mansioni e responsabilità poco

defi nite5. Assenza del lavoro di equipe6. Mancanza di un albo (tutela profes-

sionale)

7. Scarso livello di comunicazione8. Abusivismo9. Sistemi di controllo, programmazione

e verifi ca10. Pazienti diffi cili da trattare (condizioni

cliniche, vita privata)11. Niente12. Mancanza di strumentazione per

fi sioterapia13. Sviluppo di carriera

1. Carenza di strumenti e/o ausili2. Assenza di un confronto di equipe3. Autonomia nel progetto riabilitativo 4. Cultura fi sioterapica inadeguata5. Empowerment professionale6. Prescizione di indagini strumentali7. Prescizione di farmaci8. Prescrizione del trattamento9. Mancanza di accesso diretto10. Ambienti non adeguati

11. Inadeguata formazione di base12. Mancaza di tempo dedicato allo studio

di casi clinici 13. Mancanza di continuità dalla presa in

carico alla dimissione14. Tempi di trattamento ristretti15. Poca chiarezza delle leggi16. Non essere continuamente aggiornata17. Scarso peso politico

RISULTATI DEL PROGETTO AIFI GROUPINDAGINE PRELIMINARE

IntroduzionePer evitare il rischio di strutturare un questionario basato sulla percezione del gruppo di ricerca, abbiamo realizzato una fase preli-minare caratterizzata da 50 interviste aperte tarate sulla stessa struttura questionario. Questa fase si è rivelata molto utile perchè ci ha permesso di testare vari aspetti del nostro studio come contenuti, linguaggio, meto-dologia, disponibilità, tempi.Partendo dai contenuti dell’intervista abbiamo ricavato gli argomenti più comuni e frequenti nelle risposte dei colleghi in modo che gli item del questionario potessero essere maggiormente associabili alla popolazione. Anche il linguaggio è stato impostato in base ai termini più comunemente utilizzati dai colleghi intervistati. Per quanto riguarda la metodologia, è stato importante capire quale fosse la modalità più effi cace (telefono, internet, faccia a faccia) e quale fosse la formula introduttiva più adeguata a catturare l’attenzione e l’interesse del collega (presentazione del progetto e dell’intervistatore). Infi ne ci siamo accorti che un’intervista aperta, per quanto arricchente e dettagliata, potesse essere di complessa gestione per via del prolungarsi del tempo necessario alla compilazione. I colle-ghi intervistati mediamente manifestavano una disponibilità di pochi minuti, da 3 a 5.

Le domande dell’intervista sono state strutturate secondo il seguente schema:

Gruppo 1 – Il fi sioterapista e la sua professione1. Cosa la soddisfa di più del suo lavoro di fi sioterapista?2. Cosa la soddisfa di meno del suo lavoro di fi sioterapista?3. Quali sono i limiti più importanti per il suo lavoro di fi sioterapista?

Gruppo 2 – Il fi sioterapista e la sua associazione1. Secondo lei, a prescindere che lei sia un so-cio o meno, quali sono i vantaggi dei servizi off erti da A.I.Fi. PUGLIA2. Secondo lei, a prescindere che sia un socio o meno, quali sono gli aspetti negativi sui quali A.I.Fi. dovrebbe assolutamente migliorare3. Descriva brevemente quali sono le sue aspet-tative rispetto ai servizi che A.I.Fi. PUGLIA dovrebbe off rirle

Gruppo 3 – Il fi sioterapista e le altre fi gure pro-fessionali1. Quali sono le fi gure con cui collabora di più nel suo lavoro di fi sioterapista?2. Descriva in che modo solitamente collabora con le altre fi gure medico-sanitarie3. Quale sarebbe secondo lei il modo migliore per lavorare in team?

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.6

1. Informazione (leggi, studi,corsi) 2. Sconti sui corsi 3. Associazione come punto di riferimento 4. Nessuno 5. Tutela professionale e legale 6. Scambio con i colleghi

7. Corsi gratis 8. Garanzia della qualità dei corsi 9. Consulenza assicurativa 10. Lotta l'abusivismo

RISULTATI GRUPPO 3Il fisioterapista e le altre figure professionali

1. Figure Mediche2. Non più di 2 fi gure professionali3. Con 3 o più fi gure professionali4. Fisioterapisti5. Logopedisti6. Infermieri

7. OSS E OTA8. Nessuna collaborazione9. Educatore10. Assistente Sociale11. Assitente Religioso

1. Colleghi che discutono dei casi clinici2. Riunione d'equipe regolari/frequenti3. Incontri informali4. Scarsa o nulla condivisione 5. Riunione alla prima visita / dimissione6. Riunione d'equipe sporadiche7. Rapporto verticale medico-fi sioterapista

1. Eseguire riunioni periodiche2. Lavorare con maggiore collaborazione3. Altro4. Essere aperti al confronto professionale5. Non esiste il modo migliore6. Va bene così

1. Incremento off erta formativa (corsi) 2. Istituire l´albo professionale 3. Maggiore tutela giuridica della professione 4. Maggiori informazioni circa l´associazione 5. Lotta all´abusivismo 6. Nessuna aspettativa

7. Fornire opportunita´ di lavoro 8. L´aifi soddisfa gia´ le aspettative 9. Migliorare la formazione universitaria 10. Ridurre sulla rivista gli articoli di natura

giuridica

1. Pochi corsi, costosi, pochi ECM 2. Lotta e rapporti politici per albo professiona-

le e lotta l'abusivismo 3. Maggiore informazione 4. Nessuno 5. Costi elevati 6. Maggiore partecipazione e scambio con i

soci 7. Iniziative sul territorio

8. Ineffi cienza della rivista(arrivi) 9. Sito non aggiornato 10. Non conosco l'associazione 11. Docenti più qualifi cati 12. Uffi cio di consulenza commercialistica 13. Sponsor per ricerca e lavori sperimentali 14. Più interesse verso l'università 15. Maggiore pubblicità

RISULTATI GRUPPO 2 Il fisioterapista e la sua associazione

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.7

PRESENTAZIONE DEL CAMPIONESono stati intervistati 550 fi sioterapisti pugliesi, equamente distribuiti tra soci e non soci. La popolazione per classe di età e per provincia segue, grosso modo, l’andamento generale degli iscritti in A.I.Fi. PUGLIA. Il 74% degli intervistati non possiede nessun secondo titolo mentre solo il 10% ha una laurea magistrale; il 60% possiede laurea triennale; il 50% degli intervistati svolge la propria attività presso una struttura ambulatoriale, mentre il 25% del campione lavora come libero professionista.

TOTALE INTERVISTATI550

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.8

1. Sono soddisfatto per i risultati raggiunti con i pazienti nella pratica professionaleCon questa domanda si è voluto verifi care il livello di soddisfazione rispetto agli out-come di salute e poi confrontare tale risultato tra le varie classi in esame. Come si evince dal grafi co il 46,5% riporta livelli di soddisfazioni suffi cienti, circa il 50% degli intervistati riporta livelli di soddisfazione molto alti e solo il 4% invece percepisce livelli negativi.Dal confronto tra gruppi emerge una diff erenza tra soci e non soci, i primi sembrano essere più soddisfatti dei risultati raggiunti con i pazienti, tale diff erenza è confermata dal test di correlazione. Non si registrano altre diff erenze signifi cative per questo item nel confronto tra gli altri gruppi.

3. Mi servo di scale e test e altri strumenti empirici per valutare i miei pa-zientiLa misurazione empirica è un argomento importante nel settore fi sioterapico e ria-bilitativo in genere. Il quesito era fi nalizzato a confermare la percezione diff usa che i fi sioterapisti facciano poco uso di scale e test. Emerge infatti che ⅓ della popolazione non si serva sistematicamente di strumenti empirici, mentre un altro terzo sostiene di farne un uso suffi ciente ed, infi ne, un restante terzo dichiara di servirsene molto. Tale risultato è abbastanza omogeneo tra tutti i gruppi a confronto per i quali non emergo-no diff erenze signifi cative.

2. Sono solito definire degli obiettivi chiari prima di iniziare un trattamen-to riabilitativoE’ stato interessante chiedere ai colleghi se fosse loro abitudine fi ssare degli obiettivi chiari ad inizio trattamento. Dallo studio emerge che solo il 4% non ha questa abitu-dine, mentre più del 50% risponde con entusiasmo sostenendo di aver molta cura di questo aspetto. Da questo item non emergono signifi cative diff erenze tra gruppi.

4. Sono solito impostare gli obiettivi di recupero anche in risposta a richie-ste concrete dei miei pazientiL’assistenza sanitaria non può nascere esclusivamente da protocolli standardizzati, ma piuttosto deve essere modellata con maestria sartoriale in modo da rispondere effi -cacemente alle richieste e ai bisogni di ciascun assistito. I fi sioterapisti pugliesi per-cepiscono questo aspetto della loro professione con grande maturità, lo conferma il dato relativo a questo item in cui solo il 10% degli intervistati sembra non cogliere questo aspetto nella propria pratica clinica. Dal confronto tra gruppi, non emergono diff erenze signifi cative. E’ riscontrabile, tuttavia, una correlazione positiva, per questo item, tra non soci e soci A.I.Fi., i quali sembrano essere più attenti a questo aspetto. Un altro indice signifi cativo di correlazione positiva è dato dal livello del titolo di studio: i colleghi più titolati sono più attenti a questi aspetti.

5. Sono soddisfatto del rapporto professionale con i miei pazientiCiascun fi sioterapista non può fare a meno della relazione d’aiuto, nella quale vi sia uno scambio reciproco al fi ne di raggiungere gli obiettivi assistenziali prefi ssati. Per questo, attraverso quest’item, abbiamo voluto misurare la soddisfazione dei colleghi ri-spetto al rapporto con i propri assistiti. I fi sioterapisti pugliesi si dichiarano soddisfatti della relazione professionale con i propri assistiti. Esiste una correlazione positiva tra soci e non soci e colleghi con primo titolo di più alto livello. I soci e coloro che sono in possesso di titoli maggiori risultano essere maggiormente soddisfatti.

IL FISIOTERAPISTA E LA SUA PROFESSIONE

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.9

6. Sono solito comunicare con chi ha cura dei miei pazientiLa comunicazione effi cace è una soft skill essenziale per il fi sioterapista. Dal confronto tra gruppi, emerge una diff erenza signifi cativa tra soci e non soci, risultando i primi più attenti alla comunicazione verso il caregiver. Altri due gruppi signifi cativamente diff erenti sono le due province di Foggia e di Bari, infatti, i fi sioterapisti del capoluo-go di regione registrano punteggi più alti rispetto ai foggiani; medesima diff erenza si registra tra i colleghi in possesso di titolo di Terapista della Riabilitazione per i quali si registra minore comunicazione rispetto ai colleghi in possesso di laurea triennale. Infi ne, risulta un indice di correlazione negativa tra classi di età: tra le classi più giovani si è più abituati a comunicare con i caregiver. 7. Sono soddisfatto dei margini di autonomia nel rispetto delle mie compe-tenze professionaliL’autonomia professionale, così come sancita dal profi lo professionale del fi sioterapista, è un argomento al quale tiene molto la professione. Spesso si ha la sensazione che tale autonomia non sia rispettata, tanto che frequentemente i colleghi lamentano insoddi-sfazione a riguardo. Sebbene questa fosse la percezione iniziale, il risultato dell’item di-mostra invece che circa l’80% dei fi sioterapisti pugliesi è soddisfatto dei propri margini di autonomia professionale. Si registra una correlazione positiva tra questo item e i soci che risultano essere maggiormente soddisfatti.

8. Ritengo che l'organizzazione del servizio in cui lavoro sia adeguata al bisogno di qualitàll clima organizzativo è un elemento fondamentale per comprendere il setting della riabilitazione pugliese. E’ signifi cativo come ⅓ della popolazione sia convinta che il proprio servizio non sia adeguato al bisogno di qualità.Dal confronto tra gruppi, emerge che, andando da nord a sud, ci sia una maggiore percezione della qualità dei servizi; è signifi cativa anche la maggiore percezione di qualità nelle classi più giovani. Infi ne risultano diff erenze signifi cative per tale item nei vari inquadramenti professionali. In particolare i liberi professionisti, la cui organizza-zione dipende spesso da se stessi, risultano percepire livelli più alti di qualità rispetto ai dipendenti del SSN e di strutture accreditate. 9. Ritengo sostenibile il mio carico di lavoro quotidianoTale quesito si pone l’obiettivo di indagare l’eff ettiva insoddisfazione del campione sul carico di lavoro al quale è quotidianamente sottoposto. L’item non sembra confermare il dato percettivo del gruppo di studio poiché più dei ¾ della popolazione intervistata aff erma di ritenere il proprio carico di lavoro sostenibile. In particolare, la percezione positiva è predominante per i soci e per i liberi professionisti, aventi maggiori discre-zionalità sull’impostazione del proprio lavoro. 10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità profes-sionaliQuesto item chiude la batteria di item del primo gruppo. Indagare sulla retribuzione è servito ad avere elementi per misurare la soddisfazione professionale dei colleghi pugliesi. Sebbene non abbiamo indagato sui livelli retributivi degli intervistati, risulta che circa il 65% degli intervistati ritienga inadeguata la propria retribuzione. I fi siotera-pisti della nuova provincia (Bat) risultano maggiormente soddisfatti rispetto ai colleghi della provincia di Brindisi, similmente accade tra i giovani colleghi della classe 20/30 anni rispetto a quelli della classe 41/50. E’ anche signifi cativa la diff erenza tra i colleghi in possesso di titolo magistrale rispetto a quelli in possesso di laurea triennale, i primi hanno livelli di soddisfazione molto inferiori rispetto agli ultimi.

1,90

2,40

2,90

3,40

3,90

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IL FISIOTERAPISTA E LA SUA PROFESSIONE Socio vs Non Socio

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.10

2,50

2,60

2,70

2,80

2,90

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3,10

3,20

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8. Ritengo che l'organizzazione del servizio in cui lavoro sia adeguata al bisogno di qualità (r**)

2,50 2,60 2,70 2,80 2,90 3,00 3,10 3,20

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8. Ritengo che l'organizzazione del servizio in cui lavoro sia adeguata al bisogno di qualità **

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2,20

2,30

2,40

2,50

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10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità professionali *

2,00

2,05

2,10

2,15

2,20

2,25

2,30

2,35

2,40

2,45

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10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità professionali*

1,80 1,90 2,00 2,10 2,20 2,30 2,40 2,50 2,60

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10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità professionali **

1,80

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2,20

2,30

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10. Ritengo la retribuzione mensile adeguata alle mie responsabilità professionali*

3,30

3,40

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3,60

3,70

3,80

3,90

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6. Sono solito comunicare con chi ha cura dei miei pazienti

3,20 3,40 3,60 3,80 4,00 4,20 4,40 4,60 4,80

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6. Sono solito comunicare con chi ha cura dei miei pazienti*

3,70

3,80

3,90

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4,10

4,20

4,30

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2. Sono soddisfatto dei margini di autonomia nel rispetto delle mie competenze professionali

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.11

IL FISIOTERAPISTA E LA SUA ASSOCIAZIONE1. Sono soddisfatto dei servizi offerti da a.i.fi pugliaPer valutare i livelli di gradimento dell’associazione, abbiamo chiesto ai fi sioterapisti intervistati se fossero soddisfatti dei servizi off erti da A.I.Fi. PUGLIA. Il 35% non sembra essere soddisfatto, mentre circa il 50% esprime un giudizio suffi ciente e solo il 15% dimostra entusiasmo. E’ chiaramente signifi cativa la diff erenza tra soci e non soci, i primi si esprimono con giudizi poco sopra la suffi cienza, mentre i secondi sotto la suffi cienza. Infi ne, vi è un signifi cativo indice di correlazione positiva tra soddi-sfazione e titolo di studio, per cui all’aumentare del livello accademico posseduto c’è maggiore soddisfazione rispetto ai servizi off erti da A.I.Fi. PUGLIA. 2. Il costo dell’iscrizione A.I.Fi. è adeguato ai servi offertiIl risultato di quest’item è sintomatico della compliance associativa. Il 44% degli in-tervistati è convinto che il costo associativo sia poco o per niente adeguato ai servizi off erti; un 45% lo ritiene suffi ciente adeguato ed infi ne, solo il 13% si dichiara sod-disfatto. Tra i soci si riscontra maggior fi ducia rispetto ai non soci. E’ signifi cativa anche la diff erenza tra colleghi appartenenti alla classe 31-40 che lamentano minore adeguatezza rispetto ai colleghi della classe 41-50 anni. Per quanto riguarda i titoli di studio risultano maggiormente soddisfatti, i colleghi che possiedono titoli di studio di livello più alto; analogamente più soddisfatti sono i colleghi che lavorano in regime libero professionale rispetto a quelli assunti in strutture accreditate. Infi ne, tra coloro che hanno interrotto il rapporto associativo per più di tre anni, emerge una signifi -cativa insoddisfazione per il costo rispetto ai colleghi che hanno interrotto per un anno o che non hanno interrotto aff atto. Quest’ultimo dato potrebbe confermare che il costo associativo rappresenta uno dei motivi per cui ad un certo punto s’interrompe l’affi liazione ad A.I.Fi..

3. Sono soddisfatto di come a.i.fi. mi tiene informato sulle questioni legate alla professioneL’informazione agli associati è importante. I 50% degli intervistati risulta mediamente soddisfatto mentre il restante 50% si divide tra punteggi sotto e sopra la suffi cienza. In particolare i soci risultano essere soddisfatti più della suffi cienza mentre i non soci meno della suffi cienza. Tra i giovani vi è maggiore soddisfazione così come, rispetto ai dipendenti di strutture accreditate, tra i liberi professionisti.

4. Ritengo utili gli strumenti offerti da A.I.Fi. PUGLIA (rivista “La nostra Voce” e sito internet)Circa il 23% degli intervistati ritiene inutili gli strumenti a disposizione oggi di A.I.Fi. PUGLIA, mentre il 30% giudica molto positivamente l’utilità di tali strumenti; infi -ne, un 48% dichiara che gli stessi sono suffi cientemente utili. Il campione è spaccato dalla signifi cativa diff erenza del giudizio dei soci e giudizio dei non soci: i primi con punteggi sopra la suffi cienza e i secondi sotto la suffi cienza. Vi è inoltre un indice di correlazione positivo tra primo e secondo titolo di studio: a maggiore titolo, corri-sponde maggiore percezione di utilità di tali strumenti. Quest’ultimo dato farebbe pensare che i fi sioterapisti che amano studiare di più sono più propensi alla lettura e consultazione di riviste e web.5. Sono soddisfatto degli aggiornamenti professionali proposti da A.I.Fi. PUGLIAL’item 5 è un item aperto. Non focalizza su uno strumento solo ma su tutti i canali che A.I.Fi. utilizza per l’aggiornamento professionale, a partire dai corsi fi no alla stessa rivista. Solo ⅓ dei colleghi risulta poco soddisfatto mentre, circa il 45% si mantiene nella suffi cienza e circa un 20% si dichiara molto soddisfatto. I soci sono signifi cativa-mente più soddisfatti dei non soci. Per quanto riguarda la struttura di appartenenza, si registra una diff erenza signifi cativa tra i colleghi non meglio inquadrabili sotto profi li noti e il resto degli intervistati.

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.12

6. Sono a conoscenza delle lotte di A.I.Fi. PUGLIA contro l’abusivismoAbbiamo spesso parlato di strategia di informazione e, a tale riguardo, abbiamo voluto verifi care se i fi sioterapisti pugliesi fossero a conoscenza o meno dell’operato di A.I.Fi. PUGLIA rispetto alla lotta contro l’abusivismo professionale. Con nostra grande sor-presa, solo un 22% dichiara di non essere a conoscenza di tali informazioni. Il resto risulta mediamente (non soci) o più che mediamente (soci) informato. E’ interessante notare che i colleghi liberi professionisti sono maggiormente informati rispetto ai col-leghi dipendenti di strutture pubbliche o accreditate. Tale diff erenza giustica il mag-gior bisogno di tutela da parte dei liberi professionisti rispetto ai dipendenti.

7. Sono soddisfatto della lotta all'abusivismo di A.I.Fi. PUGLIAQuesto item è sovrapponibile all’item precedente.Ciò sta a signifi care che coloro che sono meno informati sulle battaglie contro l’abusivismo da parte di A.I.Fi. PUGLIA sono i colleghi allo stesso tempo meno soddisfatti. Molto spesso si ha la percezione che l’informazione non penetri con la giusta intensità nella vita dei fi sioterapisti pugliesi. Se da un lato sembra naturale avere una diff erenza signifi cativa nella soddisfazione dei soci (più alta) rispetto a quella dei non soci, risulta invece interessante il confronto signifi cativo tra i giovani della classe 20-30 con gli adulti della classe 41-50, chiaro segno che con l’avanzare degli anni si diventa più esigenti rispetto a certe tematiche. Tra coloro che hanno interrotto la loro iscrizione ad A.I.Fi. per piu’ di tre anni emerge una signifi cativa caduta di soddisfazione rispetto a chi, invece ha interrotto per 1-2 anni. Ciò conferma che un’interruzione prolungata che va oltre i due anni signifi ca, nella maggior parte dei casi, che il collega abbandona defi nitivamente l’associazione perchè deluso.

8. Sono soddisfatto del servizio di tutela legale offerta da A.I.Fi. PUGLIALa tutela legale, oltre all’abusivismo, è uno dei pilastri delle garanzie associative. Que-sto item evidenzia che ci sia un buon livello di soddisfazione tra i colleghi pugliesi, in particolare tra i soci e tra i liberi professionisti. Vi è una signifi cativa correlazione tra la soddisfazione legata alla tutela legale ed il primo e secondo titolo posseduto: infatti a titoli più alti corrisponde soddisfazione maggiore. E’ signifi cativa anche la correlazio-ne negativa tra soddisfazione e anni di allontanamento dall’associazione.

9. Sono motivato a partecipare alle assemblee A.I.Fi. PUGLIALa percezione della dimensione partecipativa è data soprattutto dagli appuntamenti regionali. Dal nostro studio emerge che circa il 50% degli intervistati non è motivato a partecipare alle assemblee A.I.Fi. PUGLIA. Tra i non soci si registra una media molto al di sotto della suffi cienza, mentre i soci rispondono con una media poco sopra la suf-fi cienza. E’, inoltre, signifi cativa la maggiore motivazione tra la classe 51-60 e le due più giovani (31-40 e 41-50): questo dato conferma che tra coloro che restano in A.I.Fi. fi no alla pensione sono coloro che davvero ci credono! E’ signifi cativa anche la correlazione positiva tra possesso di titoli di studio di maggiore livello e la motivazione alla par-tecipazione, in particolare tra coloro che sono in possesso di seconda laurea rispetto agli osteopati e a coloro che non hanno un secondo titolo. Anche i liberi professionisti risultano maggiormente motivati rispetto ai dipendenti di strutture accreditate.

10. Essere socio A.I.Fi. rappresenta un valore aggiunto per la mia professio-neQuest’ultimo item è forse il più importante di tutto lo studio. Una domanda secca e chiara che ci ha permesso di dividere la popolazione in tre terzi. Un primo gruppo ignora le potenzialità di appartenere ad A.I.Fi., un secondo gruppo lo ritiene media-mente importante ed, infi ne, un gruppo di colleghi, i più convinti, per i quali A.I.Fi. è il valore aggiunto per la propria professione. Se da un lato è vero che la diff erenza tra soci e non soci è signifi cativo dall’altro, i risultati sono molto vicini tra loro. Il gruppo dei mediamente convinti è fatto di colleghi iscritti, ma anche di colleghi non iscritti ai quali, senz’altro, manca poco per realizzare l’alto valore di A.I.Fi.. La classe 51-60 si conferma estremamente convinta della propria scelta (spesso si tratta di coloro che non hanno mai smesso di crederci). Danno maggiore valore ad A.I.Fi. anche coloro che possiedono percorsi accademici molto alti, sia come primo che come secondo titolo. I liberi professionisti considerano maggiormente il valore di A.I.Fi. rispetto ai colleghi delle strutture accreditate, i quali risultano meno convinti anche dei dipen-denti di strutture del SSN.

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.13

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.14

IL FISIOTERAPISTA E LE ALTRE FIGURE PROFESSIONALI

1. Nella mia pratica professante collaboro con altre professioni sanitarie della riabilitazioneAbbiamo chiesto ai fi sioterapisti pugliesi se nella propria pratica professionale colla-borassero con altre fi gure riabilitative. Il campione si è diviso in 3 gruppi più o meno omogenei. Circa il 40% dichiara di collaborare in modo insuffi ciente, il 35% in ma-niera suffi ciente ed infi ne un 28% dichiara di collaborare in modo più che suffi ciente. Dal confronto tra gruppi emerge che i fi sioterapisti che prestano servizio domiciliare hanno livelli di collaborazione signifi cativamente inferiori rispetto a coloro che lavo-rano in ospedale o in Rsa.

2. Sono soddisfatto della collaborazione con le altre professioni sanitarie della riabilitazioneIn questo secondo item si specifi ca la qualità della collaborazione tra professionisti della riabilitazione. Circa il 42% dichiara di non essere aff atto soddisfatto, un altro 40% lo è suffi cientemente ed infi ne meno del 20% si ritiene più che soddisfatto. Questo dato è senza dubbio sintomatico di un malessere generalizzato in cui i bisogni non sono soddisfatti dal reale scenario interprofessionale. Non emergono diff erenza signifi cative tra gruppi.

3. Nella mia pratica professionale collaboro con figure mediche speciali-sticheDopo aver chiesto informazioni circa la collaborazione con i professionisti della riabi-litazione, ci si è soff ermati sulla dimensione collaborativa con fi gure medico-speciali-stiche. Confrontando questo item con l’item n.1, di questa sezione emerge che si tende a collaborare maggiormente con fi gure mediche che con fi gure sanitarie. Infatti solo il 25% dichiara di collaborare meno della suffi cienza a diff erenza del 40% che dichiara lo stesso rispetto alle fi gure sanitarie. Da nord a sud esiste un indice di correlazione positivo per cui, man mano che si scende, aumentano i livelli di collaborazione con fi gure mediche. E’ signifi cativa anche la correlazione tra livelli diff erenti di titolo di studio posseduto: la collaborazione con le fi gure mediche aumenta all’aumentare della titolarità accademica.4. Sono soddisfatto della collaborazione con figure mediche specialisticheAnche in questo item vince il confronto con il corrispettivo relativo alla collaborazione tra professionisti sanitari. Solo il 36%, rispetto al 42%, si dichiara insoddisfatto della collaborazione con medici. Il 25%, a diff erenza del 18% per le professioni sanitarie, si dichiara invece soddisfatto più della media. Da nord a sud il livello di soddisfazione aumenta in maniera signifi cativa e proporzionalmente a livello di collaborazione.

5. Nel mio ambiente di lavoro sono previste riunioni di equipe multidiscipli-nare per la gestione dei casi cliniciL’item 5 indaga a riguardo della cultura organizzativa verifi cando se nel proprio luogo di lavoro si eff ettuano oppure no incontri multidisciplinari relativi alla gestione di casi clinici. Il risultato è molto scoraggiante perché circa il 68% si dichiara insoddisfatto. Esiste una diff erenza signifi cativa tra i fi sioterapisti che lavorano presso RSA e quelli che lavorano al servizio domiciliare, per cui i primi riferiscono maggiore presenza di riunioni rispetti agli ultimi. Sembra scontato ma in realtà questo dato ci aiuta a capire che la categoria più sola è proprio quella che lavora sul territorio ma, non bisogna dimenticare che spesso il territorio è il luogo dove si esercita il minor controllo e per tanto il più delicato. Mancano reti e canali di comunicazione fra i vari attori della “do-mus riabilitativa” ovvero l’ambiente domestico concepito come luogo in cui riabilitarsi. Risulta, infi ne, che andando da nord a sud la situazione, seppur mal concia, migliori, in particolare è la provincia di Foggia a registrare livelli signifi cativamente più bassi rispetto a Bari e Lecce.

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.15

6. Sono coinvolto in riunioni di equipe multidisciplinare per la gestione dei casi cliniciAl di là del livello culturale ed organizzativo del proprio luogo di lavoro per il quale siano o meno previste riunioni di equipe, abbiamo voluto valutare la percezione del livello di coinvolgimento dei fi sioterapisti in tali incontri. Il risultato non è molto in-coraggiante circa il 67% riferisce un livello di coinvolgimento molto basso o del tutto assente, il restante 33% si concentra su livelli di coinvolgimento suffi cienti o poco più che suffi cienti. Si registra una diff erenza signifi cativa per provincia, in quanto i fi siote-rapisti di Foggia e Taranto sembrano esser meno coinvolti rispetto alle altre province.In generale passando da nord a sud i livelli di coinvolgimento aumentano.

7. Mi sforzo di promuovere eventuali confronti fra le figure coinvolte in un caso clinico Il 30% dei colleghi ammette di non essere promotore di collaborazione interprofessio-nale, mentre circa il 40% riferisce livelli suffi cienti di promozione. Dai risultati sembra che solo ⅓ dei fi sioterapisti pugliesi si caratterizzino per avere forte spinta propositiva verso un auspicato cambiamento culturale e organizzativo. La classi più giovani sono più propositive, lo dimostra l’indice di correlazione negativa per cui all’aumentare dell’età si riduce lo sforzo promozionale. I soci, così come i fi sioterapisti con livelli di istruzione più alti, sembrano essere più propositivi.

8. Ritengo importante collaborare con una equipe multidisciplinareSolo il 2% riferisce di non credere nella collaborazione interdisciplinare, mentre più dell’80% riferisce di crederci molto o moltissimo. E’ un segnale forte che posto a con-fronto con i risultati dell’item 6, ci aiuta a capire come nel sistema ci sia qualche altro attore ad impedire che si compia una defi nitivo passaggio culturale ed organizzati-vo all’insegna dell’interprofessionalità. Tra i soci vi è una maggiore consapevolezza sull’importanza della collaborazione in equipe. Esiste una diff erenza signifi cativa tra fi sioterapisti in possesso di Master di II livello, che prevede il possesso di laurea ma-gistrale, che risultno essere maggiormanete consapevoli rispetto ai colleghi che non possiedono un secondo titolo di studio.9. Ritengo che il mio parere professionale abbia peso nel confronto con le altre figureLa percezione dell’importanza del proprio ruolo all’interno del sistema salute si mani-festa bene in questo item per il quale risulta che più del 50% dei fi sioterapisti pugliesi ritiene di avere una buona infl uenza nel confronto con le altre fi gure medico-sanitarie. Solo un 10% non ritiene di aver suffi ciente peso nel confronto. Tra i soci si registra un punteggio maggiore rispetto ai non soci; inoltre è curioso l’indice di correlazione ne-gativa per classe di età per cui i più giovani ritengono di aver maggior peso rispetto ai meno giovani. Infi ne, anche i fi sioterapisti maggiormente titolati registrano punteggi più alti.10. Sono soddisfatto del livello di collaborazione in team nel mio ambiente di lavoroL’item fi nale misura la soddisfazione globale rispetto all’argomento in studio. In linea con i precedenti risultati, emergono alti livelli di insoddisfazione (45%) che ci spingo-no a credere che molto ancora resta da fare in questa direzione. E’ infatti urgente im-postare strategie per il cambiamento cogliendo le pressioni che arrivano da ogni parte, come ad esempio dall’OMS con il suo “Framework for Action on Interprofessional Education & Collaborative Practice (WHO/HRH/HPN/10.3)”. La provincia di Foggia registra livelli di soddisfazione signifi cativamente inferiori rispetto a Bari e Lecce.

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.16

Il dato più importante che emerge dal terzo gruppo di item ci aiuta a mettere in risalto il forte contrasto tra il bisogno di coinvolgimento in attività multidiscipli-nari e il vissuto quotidiano nel quale, in-vece, sembra non trovare spazio il lavoro in team.Il riconoscimento, da parte dei fi siote-rapisti pugliesi, dell’opportunità di pra-ticare nella propria organizzazione un approccio multidisciplinare è un segno di maturità. Il dato ci spinge a dover ap-profondire tali aspetti anche aprendo una rifl essione con le istituzioni politiche.

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.17

SAM: Soddisfazione, Motivazione, Aspettativa

DISCUSSIONE

Abbiamo chiesto ai fi sioterapisti pugliesi il loro grado di motivazione professionale. I risultati denotano una buon livello di soddisfazione generale. Infatti, il 65% si dichiara più che suffi cientemente soddisfatto e solo l’11% risulta essere poco o per niente sod-disfatto.Si registra anche un buon risultato rispetto al livello di aspettativa: più del 70% dichiara di avere livelli di aspettativa elevati o elevatissimi. Solo il 10% circa possiede livelli bassi o assenti di aspettativa. I punteggi migliori, infi ne, si registrano per la motivazione. Circa l’80% dei fi sioterapisti pugliesi si dichiara molto motivato e solo il 5%, invece, risulta essere poco o per niente motivato.

Dal confronto tra gruppi, emergono diff erenze signifi cative trai fi sioterapisti iscritti A.I.Fi., i quali registrano livelli motivazionali e di aspettativa pià elevati rispetto ai col-leghi non iscritti.

Per quanto riguarda le province, abbiamo una signifi cativa diff erenza tra i colleghi di Foggiaper i quali si evince minore aspettativa rispetto a quelli di Bari.

I colleghi più giovani, precisamente le classi 20-30 e 31-40, sono più motivati rispetto ai colleghi della classe 41-50. La maggiore motivazione dei 20-30 è riscontrabile anche nei livelli di aspettativa, contrariamente alla classe 31-40, del tutto simile nei risultati ai 41-50. Quest’ultimo dato ci può far pensare che mentre nel decennio 31-40 i livelli motivazionali si mantengono comunque alti, iniziano a sfumare le aspettative ed i sogni legati alla carriera professionale, i quali rimangono più vivi nei giovanissimi.

Per quanto concerne i titoli di studio, registriamo una maggiore aspettativa tra i colleghi in possesso di laurea triennale rispetto ai Terapisti della Riabilitazione e ai colleghi in possesso di Diploma Universitario. Esistono diff erenze anche rispetto ai livelli moti-vazionali: coloro che sono in possesso di laurea triennale sono più motivati rispetto a chi possiede un titolo di Terapista della Riabilitazione, un Diploma universitario o una Laurea magistrale.

Infi ne, interessanti diff erenze emergono tra i colleghi che lavorano come liberi profes-sionisti, più soddisfatti rispetto a coloro che lavorano presso il SSN e coloro che sono in cerca di occupazione. I colleghi del SSN sono signifi cativamente meno soddisfatti dei colleghi liberi professionisti e di coloro che lavorano in strutture accreditate. Anche l’aspettativa è maggiore nei liberi professionisti rispetto ai dipendenti del SSN, i quali hanno minore aspettative anche rispetto ai dipendenti di strutture accreditate. I livelli motivazionali sono più elevati nei liberi professionisti rispetto ai dipendenti di strutture accreditate e del SSN. Infi ne questi ultimi risultano meno motivati anche rispetto ai colleghi che lavorano in strutture accreditate e a coloro che sono impiegati in strutture private non accreditate.

Risulta che la categoria di lavoratori con più elevati livelli di soddisfazione, aspettativa e motivazione è quella dei liberi professionisti; al contrario, i dipendenti del SSN sono coloro che registrano i livelli più bassi su tutti e tre i domini.

La lettura e l’elaborazione di questi tre aspetti può rappresentare un indicatore del livello di salute del professionista, una sorta di sgabello a tre piedi per cui venga garantito un sano equilibrio professionale.

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PROGETTO AIFI GROUP Cannone M. et al.19

Dall’analisi dei dati emersi abbiamo tratto delle conclusioni molto interessanti, anche in virtù della dimensione del campione che ci permette di dare attendibilità ai risultati ottenuti.

Il primo gruppo ha messo in luce caratteristiche e attitudini dei fi sioterapisti pugliesi che non possono che onorare la nostra professione. La categoria si è mostrata, infatti, attenta ai bisogni dei propri assistiti attraverso una capacità di comunicare e di raccogliere informazioni, di impostare gli obiettivi terapeutici in maniera precisa ma anche e soprattutto in risposta alle loro concrete esigenze. Riabilitare signifi ca rispondere al bisogno di riappropriarsi del proprio quotidiano ed è per questo che, sappiamo bene, il fi sioterapista pone l’accento non solo sul curare ma anche sul ridare, a volte anche solo attraverso consulenza, la massima autonomia possibile. E’ forse per questo che lo studio ha registrato un’ ottima soddisfazione nel rapporto professionale professionista-assistito. Infi ne, siamo soddisfatti perchè per alcuni aspetti i fi sioterapisti che scelgono A.I.Fi. si sono dimostrati più attenti. Il secondo gruppo, a proposito di A.I.Fi., ha evidenziato che circa il 50% dei fi sioterapisti pugliesi si ritiene soddisfatto dei servizi off erti, in particolare rispetto a informazione e formazione professionale e questioni giuridiche. La stessa percentuale dichiara che la quota associa-tiva risponde in maniera proporzionale all’off erta. La lotta all’abusivismo e le questioni legate all’ordine professionale registrano un minor gradimento e maggior perplessità ma ovviamente a fare la diff erenza, rispetto a tali risultati, sono i fi sioterapisti non associati. Prendiamo atto di una scarsa motivazione a partecipare ai momenti assembleari che dovrebbero essere, invece, preziosi momenti di incontro e scambio. Tale risultato ci fornisce un input per iniziare ad analizzare quali modalità potrebbero stimolare una maggiore partecipazione. Se per molti è scontato che “appartenere” sia il valore aggiunto dell’essere professione, emerge, tuttavia, una netta divisione in tre terzi. Solo il 35% dei fi sioterapisti pugliesi non riconosce in A.I.Fi. il valore aggiunto alla propria professione.Il terzo gruppo ha messo in evidenzia uno scenario segnato da una diff usa incapacità sistemica di concepire la riabilitazione come un com-plesso processo di problem solving da fare necessariamente in team. Nonostante il bisogno percepito dei fi sioterapisti pugliesi, in Puglia sem-bra essere quasi del tutto assente l’approccio interdisiciplinare in riabilitazione. Sarà necessario avviare analisi più approfondite e poi provare a sviluppare strategie di cambiamento di concerto con le istituzioni politiche. L’approccio interdisciplinare non è solo un capriccio di A.I.Fi. PUGLIA ma è la risposta più effi cace, anche a detto di OMS, al bisogno di appropriatezza delle cure associato ad alta effi cacia ed effi cienza. Dall’indagine SAM, infi ne, emerge come il fi sioterapista libero professionista goda di uno status professionale assolutamente migliore rispet-to al fi sioterapista dipendente dal SSN. Questo risultato apre la strada a nuovi sviluppi di indagine tra le due categorie sia in relazione agli outcome di salute sia alla retribuzione e all’organizzazione dei servizi. L’utilità di tali dati è fondamentale per iniziare a ragionare in termini di legame tra salute professionale e professioni della salute.

Conclusioniil punto di vista dei dati

L’approccio scientifi co alla progettazione dimostra che è possibile realizzare progetti ambiziosi in condizioni di scarsità di risorse ed in as-senza di un team di lavoro dedicato e a tempo pieno. Il progetto AIFI GROUP ha fatto uso di strategie di management riconosciute in tutto il mondo e racchiuse nel Project Management Body Of Knowledge (PMBOK). In particolare è stato fondamentale lo studio ed applicazione dei principi di gestione di virtual team. Questo ha permesso di abbattere notevolmente i costi di progettazione e soprattutto di esecuzione. La fase di pianifi cazione è stata condivisa quanto più possibile per evitare difetti di comunicazione e riduzione di aderenza al progetto. Gli incontri del team in presenza sono stati ridotti a 4 in un anno di lavoro, questi momenti hanno sempre coinciso con le milestone di progetto per le quali era necessario un confronto in presenza. Il resto del fl usso di lavoro, compresa la somministrazione del questionario, è stato gestito online attraverso conference call, report online, grazie ai quali, tutti i componenti del team hanno avuto la possibilità di monitorare gli avanzamenti di progetto. Anche rispetto all’uso della piattaforma e degli strumenti per poter lavorare online, abbiamo abbattuto i costi, evitando costosi applicativi di project management. Gli strumenti più utilizzati sono stati forniti da google, come Google Docs e Calendar ed in aggiunta Skype, al quale è poi subentrato Google+. Il tutto è stato integrato in un sito web, gestito in Wordpress, dal quale il team poteva gestire l’intero fl usso di lavoro.Durante l’evolversi di progetto, sono sempre state calcolate le performance individuali e globali con annesse anche le stime a venire attraver-so la tecnica dell’Earned Value Management. Infi ne, è risultata vincente la scelta di adottare un sistema premiante, con il quale è stato riconosciuto il merito ai componenti del team che hanno garantito performance più alte. Quando un progetto si conclude nei limiti del budget, della timeline e della qualità può ritenersi riuscito, specialmente se accanto a questi elementi vi sono buoni punteggi di customer satisfaction interna ed esterna. Il team è cresciuto ed è molto soddisfatto di aver vissuto un’espe-rienza di questo livello; anche il gruppo dirigente A.I.Fi. PUGLIA è molto soddisfatto del lavoro portato a termine.Vogliamo sottolineare, infi ne, la sensazione che il raggiungimento di una certa maturità professionale, ci impone di iniziare a pensare all’eccellenza non solo in mabito clinico. Il Project Management in Sanità è un stella nascente il cui scopo, purtroppo, è ancora poco noto. Il bisogno di raggiungere obiettivi in un sistema di vincoli, spesso molto complesso, fa sì che il project manager sia e sarà un ruolo di cui non se ne potrà più fare a meno. Da appassionati ed orgogliosi esploratori della disciplina non ci resta che sperare in nuovi orizzonti da raggiungere e di riuscire a riportare risultati sempre migliori.

il punto di vista del management

LA VERSIONE INTEGRALE DEL REPORT SARA’ PRESTO DISPONIBILE AL SEGUENTE INDIRIZZO:

www.aifiPuglia.it/aifigroup

Per info e domande scrivi a info@aifi puglia.it

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Tiratura: 2.000 copie

Inserto speciale allegato al periodico trimestrale di informazione e cultura dell’Associazione Italiana Fisioterapisti Regione Puglia n. 38Registrazione c/o il Tribunale di Taranto n 584 del 27.06.01- Spedizione in A.P.-45% art. 2 comma 20/B Legge 662/96 DC/DCI aut. N. 310 del 17.04.01

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INTRODUZIONE

Locked in syndrome, sta a signifi care sindrome da chiavistello o dell’uomo incatenato defi nita anche

come disconnessione cerebromedullospinale , stato de-efferentato, pseudo coma oppure sindrome ven-trale pontina . I casi stimati in Italia sono uno ogni 100.000 abitanti , signifi ca che 600 persone vivono in una ‘‘corazza’’ e che molte potrebbero essere considerate , per errata diagnosi e per una non cono-scenza della malattia nelle cliniche , in coma, in stato vegetativo o di minima coscienza . I pazienti affetti da locked-in syndrome mantengono le funzioni mentali , sono pienamente coscienti , sanno esattamente dove si trovano le loro braccia e le loro gambe e a differenza dei pazienti paralizzati, possono ancora percepire sensazioni tattili e dolorifi che. Il quadro è spesso complicato dalla concomitanza di dispnea , disfagia ,alterazioni dei movimenti oculari, disturbi del sonno e del controllo sfi nterico .Il recupero non è mai completo .Per la locked-in non c’è nè cura e nè un trattamento standard, sembra essere miglio-re per le forme non vascolari . Accanto alle forme stabilizzate complete ci sono vari gradi di recupero motorio, relativamente frequente è il recupero di un certo controllo motorio delle dita che tende a miglio-rare in direzione disto-prossimale.

Metodi : Per quanto vorremmo spiegare con esattezza que-sta malattia , al momento non è possibile , perché

UNA SPERANZA VALIDA PER LA COMUNICAZIONE ATTRAVERSO TECNOLOGIEE PERCORSI RIABILITATIVI

non abbiamo i mezzi per stabilire l’entità del danno . Studi recenti rivelano un’ interessamento dell’arteria basilare , questo vuol dire che il danno è localizzato a livello del poligono di Willis . Esso rappresenta il “cuore” della nostra circolazione intracranica , quindi intervenire chirurgicamente in maniera immediata e repentina non sarebbe possibile perché l’emorragia , avviene tempestivamente .Essendo presente questo enorme problema , gli studi mirano a capire come è possibile intervenire e quindi evitare la LIS . Le manifestazioni cliniche sono la tetraplegia ,diplegia facciale ,paralisi labio-glosso-faringe , paralisi larin-gea , paralisi pseudo bulbare con conservazione della motilità oculare (almeno sul piano verticale) e dell’ammiccamento. Mentre vengono risparmiate le vie della sensibilità somatica , la formazione retico-lare tronco-encefalica responsabile della vigilanza e dello stato di allerta , diencefalo , emisferi cerebrali , sensibilità tattile , dolorifi ca, propriocettiva e alcuni raggruppamenti neuronali mesencefalici che permet-tono il sollevamento delle palpebre.Ci sono varie forme di l.i.s. e alquanto complicate da diagnosticare.Oltre alle metodiche d’urgenza in terapia intensiva , l’approccio successivo consiste nel riabilitare il pa-

Dott. Francesco Savino - Dott. Ferdinando Aquilino

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ziente e renderlo quanto più autonomo possibile . Per ogni “forma”, c’è un percorso assistenziale differente . Nella locked-in l’uso della parola viene a mancare, questo determina un riscontro psico-sociale molto forte da parte dei famigliari e dell’assistito. Perché si possa interagire con il paziente viene utilizzato quotidianamente , grazie a uno studio francese , un alfabeto nel quale mostra in ordine decrescente le vocali e le consonanti più usate nella lingua italiana: E I A O N T R L S C D U P M G V H F B Z Q W K Y X J Questo nuovo codice è molto semplice: un interlocu-tore legge l’alfabeto e il paziente chiude l’/gli occhio/i sulla lettera che vuole comunicare per iniziare una frase.Mentre per il si di solito chiediamo al paziente di bat-tere la palpebra una solo volta mentre per il no due volte . Inizialmente questo metodo verrà utilizzato in maniera molto lenta, ma con la pratica diviene un esercizio quasi automatico. La riabilitazione è quindi l’approccio che un fi sioterapista deve avere d’avanti a questi pazienti per lo più allettati, dovrà riguardare le corrette posizioni a letto e in carrozzina con varia-zioni di decubiti, evitando cosi ulcerazioni, le varie manovre lungo i distretti articolari , cercare di ridurre la spasticità attraverso applicazione di ghiaccio e pompa al baclofen, in fi ne renderlo autonomo (per quanto si possa) raggiungendo cosi degli obbiettivi prefissi inizialmente. Terminata la riabilitazione, dobbiamo valutare il recupero del paziente dopo i primi sei mesi dall’esordio del quadro clinico . Fa-cendo riferimento a Patterson e Grabois , potremmo verifi care se c’e stato un recupero assente, minimo, moderato , buono o totale.L’ultimo concetto che affronterò e che cercherò di dare , sarà il supporto che la tecnologia ha dispo-sizione per questi soggetti . Questo è un’enorme traguardo per la medicina perché dove non è possi-bile arrivare con la nostra diagnostica di base e con i mezzi a disposizione , c’è questa enorme branca

che aiuta sia noi sanitari che i pazienti a raggiungere risultati ottimali e di autonomia.

Risultato Studi recenti hanno portato a dei risvolti incredibili, infatti impiantando un elettrodo nel cervello, il sog-getto è in grado di produrre alcuni suoni vocalici tramite un sintetizzatore vocale. L’obbiettivo fi nale di questa ricerca consiste nel cercare magari un giorno, di restituire la voce a chi è affetto da gravi paralisi. Lo stesso dicasi per l’aspetto motorio , infatti un prototipo in fase di sperimentazione non ancora in commercio, sta dando buoni risultati ma non ancora del tutto ottimi .Tutto ciò è partito da un progetto europeo , chiamato TOBI , che ha prepo-sto tre aspetti interessanti: funzionalità , possibilità di indipendenza e facilità d’uso . Questo progetto si occupa di molteplici strumenti per diagnosticare e effettuare poi un approccio riabilitativo. L’argomento cardine si occupa dell’l’interfaccia cer-vello computer, dove L’U.E., ha voluto affermare che l’utilizzo di questi dispositivi non è assolutamente invasivo. I punti chiave su cui agisce questo progetto sono: la comunicazione e controllo , sostituto motorio , intrattenimento e ripresa motoria . Oltre a questo c’è un altro , introdotto da Veronique Blandin e dal Dott. Steven Laureys che utilizza l’interfaccia cervel-lo computer per la prima diagnosi o identifi cazione della coscienza e la comunicazione. Tra i prototipi abbiamo una sedia a rotelle con braccio robotico, questa è una sedia intelligente, (evita di urtare contro gli oggetti) che cattura attraverso un casco, onde cerebrali conosciute come P300 del soggetto e li converte in azioni. I ricercatori sostengono che il braccio robotico può essere controllato “senza che l’utente muovesse un muscolo”. Tutte queste tecnologie interagiscono grazie alla risposta P300, quest’ultima è ritenuta espressione di un processo cognitivo di discriminazione e categorizzazione degli stimoli che presuppone adeguati livelli di vigilanza, attenzione, memoria e motivazione . Ovviamente anche l’informatica ha dato i suoi risvolti nel campo medico , portando sul commercio numerosi hardware e software .Tra gli hardware troviamo l’eye tracker, una sorta di mouse oculare , che una volta tarati sulla singola persona , consentono a chi è costretto all’assoluta immobilità di comunicare solo con lo sguardo su di uno schermo. Altri come l’ headmouse, un sensore ottico wireless e click-N-Type , una tastiera virtuale su schermo. Mentre il software più utilizzato e l’eyeclick, utile per comunicare semplicemente attraverso il bat-tito delle ciglia . Non richiede di applicare sensori al corpo, ma analizza le immagini attraverso una comune webcam per PC, in modo da pilotare il cur-sore del mouse o per scrivere ; questo grazie ad

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effi cienti tecniche a scansione . Infi ne ci sono dei social network come il Twitter dove è stato creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco, fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo , con una lun-ghezza massima di 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere effettuati tramite il sito stesso, via SMS con programmi di messaggistica istantanea e e-mail .Il fi nanziamento per l’acquisto di questi pro-dotti , in Italia , è partita dalla regione Toscana, as-sessorato per il diritto alla salute, che ha deciso di mettere a disposizione 350.000 euro per ausili che hanno ciascuno un costo variabile tra i 13.000 e i 22.000 euro per persone affette da gravissime pa-tologie. L’obiettivo quindi, è quello di agevolare e incentivare la comunicazione interpersonale di questi pazienti è la possibilità di mantenere una certa vita di relazione anche nelle fasi più acute e invalidanti della patologia .

ConclusioniPrima di dare spazio alle conclusioni voglio accen-nare un’ultimissima cosa : lo specialista statuni-tense Bradley Greger facendo ripetere in maniera

continuativa dieci parole chiavi (sì, no, freddo, cal-do, fame, sete, ciao , arrivederci, di più e di meno) , ad un paziente , attraverso un apparecchio e degli elettrodi messi sul capo , ha ottenuto dei risultati fantastici . In defi nitiva è stato provato che l’appa-recchio è in grado di accoppiare gli imput cerebrali alle singole parole con una percentuale di riuscita fra il 76 e il 90% , cosi da permettere ai pazienti affetti da patologie come ictus o l.i.s., di poter co-municare.

Gli scienziati affermano, che “solo pensare una parola senza dirla produrrebbe lo stesso segnale cerebrale e questo potrebbe permettere di arrivare in tempi brevi ad un sistema di traduzione capace di ripetere le parole che stiamo pensando”. Con questo deduco che tutti questi esperimenti ,ci servi-ranno in futuro per una migliore diagnosi, un miglior recupero e forse anche a prevenire questa enorme patologia . In defi nitiva la l.i.s. è una patologia in-validante, aggressiva che ti colpisce all’improvviso senza nessun avvertimento e senza conoscerne la causa. Questi soggetti quindi hanno bisogno di as-sistenza continua da parte delle famiglie e del per-sonale medico.

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Nell’ultimo trimestre 2011 diverse iniziative hanno caratterizzato

l’impegno dell’A.I.FI. Puglia nella re-alizzazione di conferenze ed even-ti scientifi ci; nello specifi co anche quest’anno si è rinnovato l’appunta-mento con la Segreteria Provinciale

della Federazione Sindacati Indipendenti in colla-borazione con la ASL di Lecce ed il Collegio Ipasvi di Lecce per l’organizzazione della Conferenza su “L’organizzazione del lavoro nelle aziende sanita-rie”.Evento che si è svolto a Campi Salentina (LE) sud-diviso in due moduli (28/29 ottobre ed 18/19 no-vembre 2011) è risultato essere un’opportunità per gli oltre trecento partecipanti provenienti da tutta la Regione Puglia di confrontarsi sul tema della pro-grammazione e della pianifi cazione del lavoro all’in-terno delle Aziende Sanitarie.La Conferenza ha avuto lo scopo, non solo, di sen-sibilizzare gli operatori del Servizio Sanitario Nazio-nale sul tema dell’organizzazioni del lavoro nelle Aziende Sanitarie, ma soprattutto quello di focaliz-zare la missione e la visione dell’organizzazione, elaborandone i principi, i valori di riferimento, le li-nee strategiche e le azioni guida che ne sostengo-no l’attuazione attraverso azioni e comportamenti adeguati. Infatti, la realizzazione dei bisogni e delle aspettative dei clienti e delle altre parti interessa-te tiene conto sia del contesto in cui si opera sia delle strategie da attuare che necessitano, da par-

L’A.I.FI. Puglia e la formazioneDott.ssa Claudia Pati, Responsabile A.I.FI. Puglia prov. Lecce

te di tutti gli operatori, una cultura aperta, pronta a confrontarsi ed a imparare dagli errori, disponibile a superare le divisioni organizzative, ad integrare le discipline e le professionalità, a condividere gli strumenti di analisi, e trattamento.L’A.I.FI. ha preso parte alla tavola rotonda che ha caratterizzato il primo modulo riguardante gli aspet-ti generali dell’organizzazione del lavoro, dalla pro-grammazione alle norme contenute nei CC.NN.LL in Sanità, con la Dott.ssa Claudia Pati (responsa-bile A.I.FI. Puglia prov. Lecce) la quale ha defi nito il ruolo dell’associazione in Regione Puglia ed ha

Dott. Michele Fortuna, (Presidente Collegio IPAVI Lecce), Dott. Antonio Battista (Presidente ANMDO Regione Puglia), Dott.ssa Claudia Pati (Responsabile A.I.FI. Puglia prov. Lecce), Dott. Franco Greco (Responsabile Segreteria Scientica), Rag. Franco Perrone (Responsabile Segreteria Organizzativa F.S.I. Adass)

Cridi Nasci e a nienti cridiNu percè nu bbueiMa percè nu sai.Cchiù rranne te faci, crisci,mpari, a ncerte cose cridie sempre rittu annanti àisinu a quannu nu ttueppi e a nterra cadi.Ci sì forte e nu te ttacchi, te ausi,ci invece a nterra rimani,mangiare ddienti pe ttutte ddre urpica subbra se minanu comu cani.Perciò cridi, a quarche cosa cridi,e sacci ca, nne scuerpi nne petrete potenu fermare mai,puru ci nu bbidi.

Tratta da “Emozioni” di Franco Greco

Cridi L’uomo, nascendo, non ha “credo” alcuno; successivamente segue e persegue un suo ideale ma il cammino per il raggiungimento di quel fi ne non sempre è agevole, spesso è impervio e, se si è deboli, facilmente ci si può perdere.Se invece la volontà di arrivare al traguardo è ferrea, è forte, niente, nemmeno gli osta-coli più grandi possono fermarti e facilmente vengono superati.

Tratta da “Emozioni” di Franco Greco

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Norme per gli autori

L’accettazione degli articoli è subordina-ta al giudizio della redazione.I testi inviati per la pubblicazione devono essere inediti, con un numero massimo di 10.000 battute (spazi inclusi) e devono riportare i riferimenti bibliografi ci.Qualora nell’articolo l’Autore inserisca ci-tazioni tratte da testi scientifi ci o di altro tipo deve evidenziare il passo citato e se-gnalarne la fonteLa redazione si riserva di chiedere all’Au-tore eventuali modifi che o chiarimenti del testoGli articoli pubblicati impegnano esclusi-vamente la responsabilità dell’Autore.

riportato anche ciò che caratterizza il professioni-sta sanitario fi sioterapista in materia di organizza-zione del lavoro, il secondo modulo che prevedeva gli aspetti applicativi nonché i modelli organizzativi in ogni area sanitaria, quelli riguardanti la struttura di riabilitazione sono stati riportanti dalla Dott.ssa Rosa Anna Fanelli – Responsabile Uffi cio Forma-zione A.I.FI. Puglia. Al termine dei lavori il Responsabile della Segrete-ria Scientifi ca Dott. Franco Greco ha consegnato al responsabile A.I.FI. Puglia Lecce una poesia da lui redatta dedicandola a tutti i fi sioterapisti che quoti-dianamente sono impegnati nell’assistenza di una persona affi nché in loro ci sia sempre la consape-volezza che “prendersi cura” degli altri richiede in-nanzitutto prestare cura ed attenzioni a se stessi!!!

Il 25-26-27 novembre 2011 invece si è tenuta a Lecce la 1° edizione del Congresso Internazionale Ionico-Salentino di Ortopedia e Traumatologia dove si è affrontato il grande problema dell’Ortogeriatria, ossia della moderna strategia di cura del paziente anziano con patologia ortopedica e/o traumatologi-ca e delle problematiche correlate, che presuppo-ne un approccio integrato multidisciplinare con lo scopo di salvaguardare la salute dell’anziano e che prevede una scelta strategico-operativa nell’Azien-de Sanitarie ed una collaborazione fra medici spe-cialisti e varie fi gure professionali. L’evento scientifi co durante il Meeting Aggregato Interdisciplinare che si è svolto domenica 27 no-vembre ha previsto interventi di colleghi fi sioterapi-sti con argomenti quali il ruolo e i limiti della riabilita-zione nella patologia cognitiva (Dott. Antonio Augu-sti), la rieducazione alla deambulazione (Dott.ssa Maria Di Emidio) e il ruolo del fi sioterapista nella valutazione multidimensionale dell’anziano fragile (Dott.ssa Giovanna Coccioli), inoltre la discussione al termine di ogni sessione congressuale ha con-sentito ai moderatori fi sioterapisti Dott.ssa Marzia Di Giulio e Claudia Pati di confrontarsi con le altre

associazioni professio-nali e le rispettive fi gu-re professionali (infer-mieri, tecnici ortopedici, medici specialisti, ecc), che gravitano nell’or-bita dell’ortogeriatria, sulla complessità del paziente ortopedico con l’obbiettivo di arric-chirsi reciprocamente per migliorare la qualità dell’assistenza, la facili-

tà del percorso di cura e l’entità dei risultati fi nali, in defi nitiva il bene del paziente.

Dott.ssa Marzia Di Giulio (Probiviro A.I.FI. Puglia), Dott. Vin-cenzo Tanzarella (Dirigente Medico Fisiatra), Dott. M. Manna-rini Dirigente Medico Ortopedico)

Partecipanti Fisioterapisti Iscritti A.I.FI. Puglia

Dott.ssa Giovanna Coccioli

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Ingredienti fondamentali per la buona riuscita di un lavoro: qualità, passio-

ne, esperienza e conoscenza.La vetta si raggiunge con il sacrifi cio così come i risultati. Dopo qualche anno di lavoro in squadre di livello nazionale (B1 maschile) adulti, ho

pensato di prendere alla lettera il motto: prevenire è meglio che curare.La ragione? Molti atleti di alto livello, hanno traumi e lesioni pregressi da sovraccarico che è diffi cile eliminare o risolvere in modo effi cace ed effi ciente come lo sport vuole ed in poco tempo senza lasciare il campo.Ho voluto unire la mia conoscenza personale le-gata al gesto tecnico ed alla atletica del volley, alla consapevolezza che ridurre i rischi di lesione, nei giovani atleti avrebbe potuto in qualche modo, portare questi piccoli campioni all’età adulta per lo meno, con danni ridotti.Lesione della cuffi a, ginocchio del saltatore, distor-sioni, patologie congenite venute a galla grazie a screening ripetuti ogni sei mesi,con la collaborazione di osteopata, e medico dello sport, non hanno fatto altro che ridurre il costo delle spese mediche e ri-abilitative, e cosa più piacevole per me da scrivere oggi, in un solo anno…

FISIOTERAPIA DELLO SPORT:NUOVI ORIZZONTI

LA PALLAVOLO: DALLA CURA ALLA PREVENZIONEDott.ssa ft. A. Amodio

ed un bel terzo posto con la selezione regionale Puglia (CQR- Comitato Regionale Puglia) nel trofeo delle regioni 2011.

Abbiamo vinto il campionato europeo 2011 U18;

Conseguito il secondo posto alle fi nali nazionali 2011 U14;

Il 50 % di tutte le lesioni sportive sono provocate dall’effetto lesivo di microtraumatismi ripetuti cicli-camente per tempi molto prolungati o con intensità

elevata.

Cause e concause Nella genesi della patologia da sovraccarico funzionale intervengono diversi fattori:alcuni la cui presenza è indispensabile affi n-ché il fenomeno avvenga (cause); altri favo-renti od aggravanti la patologia già comparsa (concause)

Intrinseche Difetti di assialità: un arto (ginocchio varo o valgo) o un segmento scheletrico (cifosi o scoliosi del rachide, piede piatto o cavo) possono presentare alterazioni delle normali curve fi siologiche: questo può comportare una eccessiva distribuzione del carico solo su determinati segmenti.

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Estrinseche Allenamento non corretto: carichi non bilanciati, errata periodizzazione, periodi di recupero insuffi -cienti.

Materiali ed attrezzi non idonei: materiale di piste e palestre o troppo rigidi o troppo elastici, terreni dei campi di gioco troppo pesanti in inverno o troppo secchi in estate, attrezzi non adatti in assoluto o relativamente alla morfologia dell›atleta.

Squilibri muscolari tra gruppi fl essori ed esten-sori : Gesto atletico “non fi siologico” : l’atleta può ripetere un gesto atletico non corretto: o per errore (e questo accade spesso negli atleti amatoriali) o perché il gesto viene “estremizzato” alla ricerca della massima prestazione soprattutto nei “top level”. L’età: la comparsa dei fenomeni di sovraccarico è più frequente negli atleti “maturi” sia

per fenomeni di sommazione in relazione alla durata della carriera sportiva, sia perché con l’età le strutture inserzionali sono meno resistenti ai carichi ripetuti ed hanno una minore capacità di recupero. Il mio lavoro di ricerca non fa altro che eliminare per lo meno le maggior parte delle concause, abbassare il fenomeno delle cause, così da poter avere ritmi alti.

5-6 allenamenti a settimana più gara di 2,30 h e nei periodi vicini alle fi nali nazionali o trofei nazionali, si aggiungono doppie sedute di allenamento nei colle-giali e doppia gara al giorno durante le competizioni. Alimentazione, gesti corretti, buon riscaldamento e molta pazienza, fanno del lavoro di squadra un risultato.La cosa più diffi cile è prendere le decisioni giuste al momento giusto per ogni atleta vedendolo pri-ma di tutto dal punto di vista medico. E per questo fortunatamente, ho la collaborazione di un grande

medico dello sport, abituato a vedere la differenza sostanziale tra ADULTO E RAGAZZO IN ETA’ EVOLUTIVA. Le patologie congenite infatti, sono le prime che cerchiamo di mettere in evidenza per costruire al meglio il programma personale di ogni ragazzo. L’informazione ai genitori è altra cosa di prima necessità..In conclusione…Un buon allenamento, preceduto da una ottimale preparazione, riducono i rischi di infortuni sui principali traumi da sovraccarico.Ginocchia, spalle e colonna vertebrale, sono colpite da fenomeni che si possono prevedere… Ogni individuo (case report) è unico. L’allenamento di squadra deve portare gli atleti allo stesso livello tattico e fi sico. Come fare?

Bisogna tener conto dei problemi di base dell’atleta e di quelli che con il tempo, possono giungere.

Campionato U14, con gli stessi atleti campionato serie D; campionato U16 e con gli stessi serie C ed in fi ne cam-pionato U18 e con gli stessi serie B2 (nazionale)

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SANITÀ FOGGIANA:ecco tutti i problemi

*Conticelli G. - **Guerrieri S.

Il porsi costantemente dei problemi sta alla base della saggezza. Poiché attraverso il dubbio sia-mo portati all’indagine, e attraverso l’indagine arriviamo alla verità.

Pierre Abélard, Sic et non, XII sec.

Da anni la sanità è nell’occhio del ciclone e sem-pre più spesso i media e le associazioni di tutela

dei malati portano all’attenzione di cittadini ed utenti le croniche problematiche che investono il mondo della salute.Noi di A.I.FI. Puglia (sezione di Foggia) abbiamo cercato di capire quali fossero i problemi della fi sio-terapia e della riabilitazione e quanto siano presenti nella nostra provincia.Abbiamo individuato un fi sioterapista per ogni gran-de struttura presente nella nostra provincia al quale abbiamo chiesto quali fossero i problemi che riscon-trava nel suo luogo di lavoro. Abbiamo raccolto questi dati e li abbiamo analizzati. Eccone una sintesi:

- in primis l’annosa questione del management e coordinamento delle professioni sanitarie (Leg-ge 43/06), spesso tale fi gura non è contemplata o, se presente, non appartiene al profi lo profes-sionale della riabilitazione; la legge non obbliga le strutture sanitarie ad instituire la fi gura del coordinatore, ma qualora questo venga ritenuto necessario dal datore di lavoro la nomina dovrà essere fatta ad un appartenente alla categoria maggiormente rappresentativa che quasi sem-pre è quella dei fi sioterapisti. Una non chiara conoscenza delle attuali normative da parte dei datori di lavoro porta ad imbatterci ogni tanto in educatori professionali o psicologi che errone-amente svolgono le funzioni di coordinatori dei fi sioterapisti.

- in diverse strutture non esiste una equipe multidisciplinare e quindi vie-ne meno quella giusta interazione e collaborazione tra le varie fi gure professionali coinvolte nel processo riabilitativo; in altre strutture invece l’equipe multidisciplinare è presente ma solo sulla carta. Ciò porta ad una scarsa interazione tra le varie fi gure professionali che la compongono fi no ad arrivare ad una non comunicazione tra di loro. Si lavora spesso per com-partimenti stagni dove ognuno non sa cosa fa l’altro.

- altro neo è quello legato alla formazione che spesso è attuata dalle aziende con argomenti generici aperti a tutte le fi gure sanitarie e quindi poco professionalizzanti; le strutture per ab-battere i costi della formazione “obbligatoria” non organizzano quasi mai corsi su tematiche specifi che.

- altro neo è quello legato alla formazione che spesso è attuata dalle aziende con argomenti generici aperti a tutte le fi gure sanitarie e quindi poco professionalizzanti; in questo momento di forte crisi è un bel risparmio per le strutture sani-tarie organizzare un solo corso per tutte le fi gure professionali ma questo non può che andare a scapito della professionalità di noi fi sioterapisti.

- in alcune strutture vi è carenza di personale ausiliario e i luoghi di lavoro non sono propria-mente adeguati a pazienti e ai lavoratori stessi; in diverse strutture pubbliche si lavora in piani interrati spesso privi di luce naturale e di fi nestre.

- altro problema riscontrato, fortunatamente poco frequente, è la mancanza di adeguamento del contratto collettivo nazionale ed erogazione degli arretrati spettanti.

Da questa indagine emerge che per noi fi sioterapisti la struttura lavorativa con meno problemi e quindi meno lamentele da parte dei colleghi è risultata quella degli Ospedali Riuniti di Foggia. Tutti concordano nel richiedere alla Regione Puglia l’accreditamento diretto dei fi sioterapisti così come già fatto in altre regioni.

* Dott. FT, Responsabile Provinciale A.I.Fi. Foggia.** Dott. Mag.le in Scienze della Riabilitazione, Responsabile Libera Professione A.I.Fi. Puglia.

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LA SARCOPENIA:APPROCCIO RIABILITATIVO

Dott. Ft. Gaetano Massimo Matera, Dr. Mirko Parabita (Med. Spec.), Dott.sa Ft. Daniela Perrone

RiassuntoLa sarcopenia è la riduzione della massa del muscolo scheletrico come conseguenza dell’invecchiamento e può condurre ad inabilità fi sica e perdita di autonomia, tenendo conto che la massa muscolare inizia a ridursi dopo i 45 anni e che tale processo diviene molto rapido nei soggetti ultrasettuagenari con riduzione dell’attività motoria. Dato per assodato che il muscolo rappresenta l’unità funzionale, la cui progressiva perdita di attività, determina il quadro sarcopenico, indotto dalla riduzione della massa, diametro e forza e dalla infi ltrazione di adipociti (miosteatosi), ci si è concentrati sulle performance muscolari, ricercando le cause determinanti defi cit prestazionali. La fi siopatologia della sarcopenia è multifattoriale, comprendenti fattori intrinseci ed estrinseci che riducono la capacità rigenerativa delle fi bre muscolari danneggiate, ad opera delle cellule denominate satelliti; queste si attivano, proliferano, si differenziano e sostituiscono le cellule alterate. I meccanismi riparativi possono essere inibiti da situazioni patologiche e dai ROS (specie ossigeno reattive) prodotti dal muscolo invecchiato, soprattutto durante l’esercizio fi sico di elevata intensità.; sono state dimostrate strette relazioni con i processi infi ammatori cronici anche se di basso grado. Il quadro della sarcopenia è aggravato da una complessa interazione di diversi fattori tra i quali l’invecchiamento, il ridotto utilizzo, tipico dell’anziano, così come anche l’immobilizzazione,

nonché ulteriori comorbilità quali malattie e malnutrizione. L’allenamento di resistenza intensiva da svolgersi in maniera continuativa e costante, sembra essere l’intervento più effi ciente per contrastare la sarcopenia, soprattutto negli anziani.

IntroduzioneIl muscolo scheletrico è il tessuto più rappresentato nel corpo umano, organizzato come una serie di unità anatomiche, innervate da motoneuroni con corpo cellulare localizzato nelle

corna anteriori del midollo spinale. L’attività muscolare funzionale può essere compromessa con un defi cit di attivazione dell’unità motoria centrale o periferica, per variazione nel meccanismo eccitazione-contrazione (E-C) o per alterazione degli elementi contrattili delle cellule muscolari. Nell’anziano si riscontra una riduzione della massa muscolare (sarcopenia) del 20-30% fra i 20 e gli 80 anni, con punte del 70% in soggetti con attività fi sica costantemente ridotta.

La sarcopenia differisce dalla cachessia, legata alla presenza di alcune citochine, come nell’artrite reumatoide, nell’insuffi cienza cardiaca congestizia e nell’insuffi cienza renale; differisce inoltre dalla perdita di peso indotta da inadeguata alimentazione, malattia tumorale avanzata o sindrome di immunodefi cienza acquisita. La sarcopenia è causa di diminuzione della forza muscolare cui consegue riduzione dell’attività fi sica, condizione che è particolarmente manifesta nell’anziano, e di conseguenza la comparsa di una condizione di disabilità. E’ noto che per “disabilità” si intende una limitazione o perdita delle capacità di compiere un’attività nel modo o nei limiti considerati normali per un essere umano. Il compito precipuo della riabilitazione è quello di ridurre e/o emendare le disabilità.Gli obiettivi della riabilitazione comprendono sia gli interventi “sanitari”, precipui delle fasi acute e subacute dei processi patologici, sia quelli “sociali”,

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fi nalizzati al reinserimento della persona disabile nel pieno contesto relazionale e sociale.

L’esercizio riduce la perdita della massa magra corporea correlata all’età, contribuendo a ridurre l’incidenza di malattie croniche (coronaropatie, ipertensione, diabete mellito, depressione) . L’esercizio energico, intenso, determina invece un aumento dei ROS (specie ossigeno reattive), che consumano gli antiossidanti endogeni e danneggiano molecole biologiche e cellule. Negli ultimi due decenni è stato dimostrato che l’esercizio pesante aumenta la produzione di radicali liberi ed il danno ossidativo per il muscolo scheletrico. Nell’anziano i danni ossidativi da esercizio pesante si sommano all’aumento, dovuto all’età avanzata, della quota basale di ROS prodotta, all’aumento di prodotti dannosi ossidativi per i lipidi e per il DNA. Il defi cit nutrizionale ed una vita sedentaria causano una maggiore sensibilità allo stress ossidativo.

Approccio terapeuticoI muscoli più interessati dal processo sarcopenico sono i cosiddetti “muscoli posturali della catena cinetica inferiore”, ossia quadricipiti, glutei, gemelli, estensori del dorso, lombari ed addominali (> trasverso dell’addome); ciò può causare un aumento delle cadute e quindi un aumento delle fratture, causa di disabilità fi sica e perdita di autonomia. Il primo intervento terapeutico da considerare, consiste nell’introduzione di un corretto programma di allenamento, considerando che non tutte le forme di esercizio hanno la stessa effi cacia nel promuovere un aumento di forza muscolare. Per ottenere un miglioramento di forza, massa e performance muscolare, si rendono necessari protocolli che comprendano esercizi anaerobici di potenza (resistance), isometrici, dinamici isotonici e dinamici isocinetici. L’American College of Sport Medicine (ACSM) prevede un’ alternanza tra esercizi di endurance ed esercizi di resistance, nella popolazione anziana, che includano sia l’attività aerobica (passeggiate, jogging o cyclette), che esercizi di rinforzo muscolare, di equilibrio e di stabilità posturale . Secondo alcuni Autori si rendono necessari esercizi ad alta intensità, mentre programmi di lavoro a bassa intensità sono poco effi caci . Un altro lavoro ha evidenziato come due tipi di programma, ad alta e bassa intensità, ottengano un aumento della forza muscolare associato con ipertrofi a di fi bre di tipo I e II. Al pari di studi su soggetti giovani, anche in soggetti anziani, una o due sedute di allenamento alla settimana sono suffi cienti per mantenere gli incrementi di forza ottenuti in un training di rinforzo muscolare . L’esercizio dunque indurrebbe un effetto antiossidante che riduce il danno da stress

ossidativo nel muscolo dell’anziano. Numerosi studi pubblicati sottolineano come, un programma di esercizi ad alta intensità, se eseguito correttamente, induce numerosi benefi ci a livello della performance muscolare addirittura maggiori di quelli indotti in soggetti più giovani. La riabilitazione, quindi, è incentrata, non tanto sull’uso di tecniche ed “esercizi terapeutici”, ma nell’effettuazione e mantenimento di una regolare attività fi sica. Naturalmente l’ impegno fi sico e motorio deve essere consigliato e “dosato” considerando il quadro clinico globale della persona anziana. Gli obiettivi da raggiungere, soprattutto sul piano funzionale, devono essere stabiliti e discussi con il fi sioterapista che deve essere partecipe del progetto di cura e riabilitazione anche attraverso l’insegnamento di esercizi attivi e passivi per il miglioramento del controllo motorio, della fl essibilità articolare, della forza e resistenza e di eventuali modifi che ambientali.

Bibliografi a

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SEGNALAZIONE DI SOSPETTO ABUSIVISMO FISIOTERAPICO(art. 348 codice penale e Decreto Ministero Sanità nr. 741/1994)

AL COMANDO CARABINIERI NAS DI ............................................................via ……............................................................................................................……..

(competente per le province di ………………………)

Segnalo a codesto Comando NAS Carabinieri, per le opportune verifi che di competenza, tese a contrastare il dilagante fenomeno dell’abusivismo fi sioterapico nella Regione Puglia da parte di persone non abilitate alla professione di “Fisioterapista”, quanto segue:in ________________________________________________________________________

_______________________ (indicare indirizzo completo luogo di svolgimento dell’attività abusiva che si intende segnalare, precisando se si tratta di abitazione privata od altra tipologia di esercizio);

il ____________________________________________________________ (indicare i presumibili giorni della settimana ed orari nei quali il soggetto da segnalare eroga le prestazioni abusive);

tale ______________________________________________ (indicare nome e cognome della persona segnalata che procederebbe all’attività abusiva, con tutte le ulteriori informazioni utili ad individuarlo ed a comprendere se riveste un particolare ruolo all’interno ad esempio di una palestra, poliambulatorio, ecc.);

dalle informazioni raccolte e dalle verifi che eseguite sembrerebbe che eserciti abusivamente, in quanto, molto probabilmente, non in possesso di titolo abilitante – D.M. Sanità nr. 741 /1994 ed equipollenti) – le seguenti tipologie di prestazioni d’esclusiva competenza del Fisioterapista:

________________________________________________________________________(indicare se effettua terapie manuali, se usa particolari apparecchiature, farmaci, ecc.);

e le ha erogate anche nei confronti delle seguenti persone ________________________

________________________________________________________________________(inserire il nome e cognome dei soggetti che risulta che siano stati “trattati” dall’abusivo, indicando tutti i dati in possesso per poterli in qualche modo individuare, ovvero un numero di telefono oltre al nome e/o cognome, il luogo di residenza con l’eventuale presumibile età, ecc.).

che si erano rivolte al su indicato____________________________________________allo scopo di ottenere un intervento terapeutico rispetto ad una specifi ca patologia

N.B. - SENZA TALE INFORMAZIONE LA PRESENTE SEGNALAZIONE AVRA’ POCHE POSSIBILITA’ DIOTTENERE UN VALIDO RISULTATO DA PARTE DEI CARABINIERI. E’ inoltre utile indicare se il paziente ha ottenuto la prestazione in relazione ad una patologia specifi ca.

Segnalo anonimamente quanto sopra, affi nché venga comunque perseguito l’illecito esercizio abusivo di professione sanitaria, anche con grave rischio dei pazienti che ottengono tali prestazioni d’esclusiva competenza del “Fisioterapista” giuridicamente abilitato.

Luogo e data ______________________

SEGNALA DIRETTAMENTEL’ABUSO PROFESSIONALE

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