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MOVIMENTI DEMOGRAFICI • Demografia = studio dei fenomeni che
riguardano la popolazione.
• Censimento: raccoglie di dati sulla popolazione. In Italia il primo fu nel 1861, poi ogni 10 anni. Dati pubblicati dall’ISTAT.
• Saldo naturale = differenza tra numero dei nati e numero dei morti. È positivo se le nascite sono superiori ai decessi.
• Saldo migratorio: differenza tra numero degli immigrati e numero degli emigrati. È positivo se gli immigrati superano gli emigrati.
CRESCITA DELLA POPOLAZIONE EUROPEA • 2000 anni fa: 30 milioni di abitanti in Europa. Si
concentravano nelle zone bagnate dal Mediterraneo (clima favorevole e Impero Romano).
• Medioevo ed Età Moderna: lenta crescita della popolazione. 140 milioni alla metà del ‘700.
• Dall’ ‘800: aumento considerevole. 270 milioni nel 1850, 400 milioni nel 1900.
• Nonostante l’emigrazione di molti europei verso l’America, la popolazione aumenta ancora nel ‘900.
• 2000: 728 milioni di abitanti. • Cause di questo aumento: rivoluzione industriale miglioramento delle condizioni di vita, diffusione
di norme igieniche e scoperte nella medicina vita più lunga, meno mortalità infantile.
ATTUALE SITUAZIONE DEMOGRAFICA
• In Europa e in tutti i paesi ricchi (America, Australia, Giappone), crescita zero: il numero dei nati è pari o inferiore a quello dei morti.
• Cause: più donne lavorano fuori casa, le coppie non vogliono mettere a rischio il loro tenore di vita generando troppi figli, matrimoni posticipati (i giovani studiano più a lungo e quindi si sposano più tardi).
• Nei paesi sottosviluppati, invece, il numero di nascite è molto elevato.
DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE
• Fattori che determinano la distribuzione della popolazione: caratteristiche del territorio (le coste e le pianure sono più abitate), clima, fattori storici ed economici (disponibilità di industrie, risorse …)
• L’Europa centrale è più popolata (Germania, Boemia, Polonia meridionale, Benelux, alcune zone di Gran Bretagna e Italia). Popolate anche le aree attorno al Danubio e le coste della Penisola Iberica.
• Bassa densità di popolazione in Europa settentrionale e orientale (Scandinavia, Scozia, Islanda, Russia)
MIGRAZIONI • Cause: povertà e ricerca di lavoro, guerra,
persecuzioni politiche, religiose o razziali, dittature (studiare carta a pag. 112)
• Europa occidentale meta di molte migrazioni: è una zona ricca e in pace da molti decenni.
• Germania, Francia e Regno Unito ospitano la maggior parte degli immigrati: società multietniche.
• Difficile stabilire il numero esatto degli immigrati perché molti sono clandestini e talvolta svolgono attività illegali. Ma l’immigrazione è anche una risorsa e un rimedio alla diminuzione demografica europea.
LA POPOLAZIONE IN ITALIA • Rapida crescita della popolazione dopo l’Unità d’Italia. • 3 cause: alto numero di nascite, mortalità infantile
diminuita, allungamento della vita media. • Rallentamento demografico a partire dal 1965. • Oggi: crescita zero (il numero dei morti supera quello dei
nati). Ma la popolazione non diminuisce grazie agli immigrati.
• Per molti anni l’Italia è stato il paese col tasso di natalità più basso del mondo. Lo stato fornisce pochissimi aiuti alle famiglie, a differenza di altri paesi.
• Aree più popolate: - nord: alta Pianura Padana e coste liguri (zone di più antica
industrializzazione) - centro-sud: Emilia Romagna, Toscana, coste di Lazio,
Campania, Puglia e Sicilia settentrionale e orientale. - Regione più popolata: Campania. Regione meno popolata:
Valle d’Aosta.
ANZIANI E MIGRAZIONI • In Italia nel 1861 il 13,6 % della popolazione era composta da
bambini di età inferiore a 4 anni, lo 0,4 % era composta da ultraottantenni (grafico delle età a forma di piramide, pag. 116).
• Ora invece in tutti i paesi sviluppati la popolazione invecchia perché diminuiscono le nascite e la vita media si allunga. Problemi: organizzare assistenza agli anziani e pagare le pensioni.
• Fine ‘800 - inizio ‘900: molti italiani emigrarono in Francia, Germania, America del nord o del sud alla ricerca di un lavoro.
• Metà del ‘900: migrazioni interne (dal sud Italia al nord Italia, più industrializzato soprattutto tra Torino, Genova, Milano).
• Dagli anni ‘80: rovesciamento della situazione. Ora in Italia arrivano molti immigrati (necessario il permesso di soggiorno). Diverse industrie o settori agricoli sopravvivono grazie agli immigrati che fanno lavori faticosi, disprezzati dagli italiani.
LE LINGUE EUROPEE • Molto più numerose degli stati. • Quasi tutte di origine indoeuropea (derivano da un’antica lingua parlata tra l’Europa e l’India).
• Le lingue indeuropee possono essere: - neolatine: portoghese, spagnolo, francese, italiano,
rumeno. - germaniche: inglese, olandese, tedesco, lingue
scandinave. - slave: russo, ucraino, polacco, ceco, slovacco, lingue
dei Balcani. - minoranze linguistiche: lingue celtiche, lingue
baltiche (lettone e lituano), greco, albanese. • Lingue uralo-altaiche (non sono indoeuropee):
estone, ungherese, turco.
LE MINORANZE LINGUISTICHE • Si tratta di gruppi che parlano una lingua diversa
da quella dello stato in cui vivono. • Alcune sono comunità piuttosto numerose
(catalani in Spagna), altre molto piccole (walser in Piemonte e Valle d’Aosta).
• Sono un prodotto della storia e una ricchezza per i loro paesi, sono tutelate dalla legge.
• In Italia vivono soprattutto ai confini e praticano il bilinguismo.
• Cause: spostamento dei confini, antiche migrazioni, predominio di una lingua sulle altre.
LE MINORANZE LINGUISTICHE IN ITALIA
• Tedesco in Alto Adige (zona italiana solo dal 1918).
• Greco e albanese nelle regioni meridionali, serbo-croato in Molise, catalano ad Alghero (per antiche migrazioni).
• Francese e provenzale in Valle d’Aosta e sloveno in Friuli (Zone di confine).
• Ladino sulle Dolomiti • Tedesco, ladino e sloveno sono lingue ufficiali
insieme all’italiano nelle regioni in cui sono parlate (cartelli stradali e programmi tv bilingui).
I DIALETTI ITALIANI • Sono lingue locali che risalgono ai diversi popoli che
hanno occupato l’Italia. • Il 60% degli italiani conosce un dialetto. • 1400 a.C: arrivo in Italia di popolazioni indoeuropee
come Celti, Latini, Umbri e Siculi, che impongono le loro lingue alle popolazioni preesistenti.
• Diffusione del latino grazie all’Impero Romano. Ma il latino stesso si trasforma a contatto con le lingue dei popoli conquistati.
• Caduta dell’Impero Romano d’Occidente: il latino si mescola alle lingue dei vari popoli che conquistano l’Italia. Nascono le lingue volgari (= parlate dal popolo, vulgus in latino).
Carta dei dialetti d’Italia
La carta mostra, con diversi colori, i dialetti e le minoranze linguistiche presenti in Italia.
Le parlate alloglotte sono le lingue che provengono da altri paesi (Germania, Francia, Slovenia) e che sono parlate anche dentro ai confini italiani, per ragioni storiche.
LE ORIGINI DELL’ITALIANO • Deriva dal fiorentino, che si afferma a partire dal
1300 grazie a Dante, Petrarca e Boccaccio. Nasce perciò come lingua letteraria, la maggior parte della popolazione parla i vari dialetti.
• Dopo l’unificazione italiana (1861) c’è bisogno di una lingua nazionale. Alessandro Manzoni individua nel fiorentino il modello della lingua italiana.
• Diffusione dell’italiano grazie alla scuola, ai giornali, ai contatti tra persone di regioni diverse. Dal ‘900 ruolo fondamentale di cinema, radio e tv.
Dante Alighieri
Botticelli
1495
Questo celebre dipinto raffigura il poeta Dante Alighieri, conosciuto soprattutto come autore della Divina Commedia.
Dante, vissuto tra il XIII e il XIV secolo, è considerato uno dei padri della lingua italiana.
LE RELIGIONI IN EUROPA • Religione più diffusa: cristianesimo (cattolicesimo,
protestantesimo e rito ortodosso). • Altre religioni: - Islam, soprattutto nella Penisola Balcanica perché
sottomessa per secoli ai Turchi, popolo musulmano. In aumento a causa delle migrazioni.
- Ebraismo (circa 3 milioni e mezzo)
• In Italia: maggioranza di cattolici, con minoranze di protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani e Testimoni di Geova.