la prima legge di ohm verifica sperimentale della i legge di ohm a cura di sellaroli giuseppe,...
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LA PRIMA LEGGE DI OHMLA PRIMA LEGGE DI OHM
Verifica sperimentale della I legge di Verifica sperimentale della I legge di OhmOhm
A cura diA cura di
Sellaroli Giuseppe, Mirengo Ciro, Di Giacomo Chiara, De Sellaroli Giuseppe, Mirengo Ciro, Di Giacomo Chiara, De Simone Valentina, Pes Francesco, Coppola Sabatino e Volpe Simone Valentina, Pes Francesco, Coppola Sabatino e Volpe
LidiaLidia
Liceo Ettore Majorana
Indirizzo scientifico
Progetto lauree Scientifiche 2006\2007Progetto lauree Scientifiche 2006\2007
INDICEINDICEGLI SCOPI CHE CI SIAMO PROPOSTI
LA STRUMENTAZIONE UTILIZZATA
STRUTTURAZIONE DEL CIRCUITO
PARTE I DELL’ESPERIMENTO
PARTE II DELL’ESPERIMENTO
PARTE III DELL’ESPERIMENTO
PARTE IV DELL’ESPERIMENTO
Gli scopi che ci siamo Gli scopi che ci siamo propostiproposti
L’obiettivo che ci siamo proposti è quello di verificare sperimentalmente la prima legge di
Ohm, ossia che:
Fra l’intensità i di corrente che fluisce in un conduttore e la d.d.p. esistente agli estremi di un suo tratto AB, vi è una relazione di proporzionalità
diretta, esprimibile mediante la relazione: iRV
La strumentazione La strumentazione utilizzatautilizzata
1 Generatore di corrente1 Sensore per la misurazione della d.d.p;1 Sensore per la misurazione dell’intensità di corrente;1 Resistenza di 100 Ohm;2 TesterTester;Software (Logger pro) per l’elaborazione dei dati ottenuti dalle misurazioni;1 Trasduttore per la lettura, la registrazione, e il controllo delle grandezze rilevate;Fili conduttori per creare il circuito elettrico.
La strutturazione del La strutturazione del circuitocircuito
Il circuito che abbiamo creato è strutturato come quello nella figura accanto. Avevamo un generatore di corrente G collegato a un amperometro A, con resistenza interna molto piccola, e a un voltmetro V, con resistenza interna molto grande, (A in serie rispetto a alla resistenza R, mentre V in parallelo). Voltmetro e amperometro sono stati poi connessi al trasduttore, a sua volta collegato al PC, che ci forniva i risultati delle misurazioni.
Parte Parte II dell’esperimento dell’esperimentoDopo aver posto una d.d.p. di circa 2.9V agli estremi del circuito, abbiamo ottenuto due grafici, i\ t e d.d.p.\ t: posto il tempo sull’asse orizzontale, si otteneva in entrambi i casi una retta parallela all’asse orizzontale, segno che la corrente circolante nel circuito era costante. Facendo il rapporto d.d.p\ i fra i valori corrispondenti, avevamo un risultato di all’incirca 100 Ohm.
GraficoI
GraficoI
Per avere una visione migliore dei risultati, abbiamo modificato la scala della d.d.p. considerando un intervallo minore, e abbiamo notato che il grafico, in realtà, non risultava una retta parallela all’asse x.
GraficoII
GraficoII
Parte Parte IIII dell’esperimento dell’esperimentoNella seconda parte abbiamo voluto dimostrare che quelli visti nell’ultimo grafico d.d.p\t, che potevano sembrare a prima vista punti angolosi, non lo erano poiché, se così fosse stato, significava ammettere l’esistenza di punti di non derivabilità per la funzione, cosa assurda dal momento che stavamo lavorando con un generatore a tensione costante. Quindi abbiamo dilatato l’asse del tempo .
GraficoIII
GraficoIII
Dal grafico si evinceva chiaramente che quelli individuati non fossero punti angolosi, dal momento che il loro andamento era curvilineo. Questo si spiegava col fatto che il generatore non produceva una corrente a regime perfettamente costante.
Parte Parte IIIIII dell’esperimento dell’esperimentoNella terza parte dell’esperimento abbiamo variato la d.d.p. che il generatore determinava agli estremi del circuito da 2.9V a circa 5.1V, e poi abbiamo controllato come variasse il rapporto d.d.p\ i fra i valori corrispondenti ottenuti. I grafici che risultavano, dopo questa variazione, erano di nuovo due rette parallele all’asse x, come in precedenza. Andando a fare i rapporti tra i valori corrispondenti avevamo di nuovo un quoziente di circa 100 Ohm.
GraficoIV
GraficoIV
Questo dimostrava chiaramente che d.d.p. e i erano direttamente proporzionali, e che la costante di proporzionalità era la resistenza R, la quale appunto, durante le fasi dell’esperimento, non era stata cambiata. Dilatando di nuovo la scala della d.d.p.(Grafico V) e, in seguito, quella del tempo (Grafico VIGrafico VI), abbiamo ottenuto i medesimi risultati precedentemente osservati.
Parte Parte IVIV dell’esperimento dell’esperimentoIn ultima analisi abbiamo voluto ripetere l’esperienza, effettuando però le misure con 2 tester al posto dei due sensori; uno l’abbiamo utilizzato per la misurazione dell’intensità di corrente, l’altro per misurare la tensione. Ovviamente, li abbiamo posti in modo da rispettare la strutturazione del nostro circuito di partenza. Le misurazioni effettuate ci hanno dato di nuovo gli stessi esiti di prima, infatti il rapporto d.d.p\i risultava essere di nuovo all’incirca 100 Ohm.
LA RESISTENZALA RESISTENZA
Logger proLogger pro
TESTERTESTER
FINEFINE