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LA PROGRAMMAZIONE COMUNALE: IL BILANCIO E LA NUOVA CONTABILITÀ Andrea Taddei, Ph.D. Firenze, 5 aprile 2016

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LA PROGRAMMAZIONE

COMUNALE: IL BILANCIO E LA

NUOVA CONTABILITÀ

Andrea Taddei, Ph.D.

Firenze, 5 aprile 2016

La grande rivoluzione contabile

Gli ultimi anni hanno segnato l’entrata in vigore di provvedimenti normativi che hanno profondamente mutato la contabilità e la gestione finanziaria degli enti locali

NUOVA CONTABILITA' ARMONIZZATA

RAFFORZARE LA PROGRAMMAZIONE DI BILANCIO; CONOSCERE I DEBITI EFFETTIVI DELLE PA; EVITARE L’IMPUTAZIONE CONTABILE DI ENTRATE FUTURE E

DI IMPEGNI INESISTENTI; FAVORIRE LA MODULAZIONE DEI DEBITI SECONDO GLI

EFFETTIVI FABBISOGNI.

L’esigibilità e il FPV

La competenza finanziaria, cd. potenziata, prevede che le obbligazioni siano registrate quando l’obbligazione attiva o passiva sorge, con

esigibile. Nel vecchio ordinamento le obbligazioni venivano imputate nell’esercizio finanziario in cui le obbligazioni sorgevano.

Il fondo pluriennale vincolato: nasce dall’esigenza di applicare il principio della competenza finanziaria potenziata; costituito da risorse accertate destinate al finanziamento di obbligazioni passive dell’ente impegnate, ed esigibili in esercizi successivi a accertata l’entrata. rende evidente la correlazione con i finanziamenti.

Il fondo crediti dubbia esigibilità

Per le entrate di dubbia e difficile esazione è obbligatorio effettuare un accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità nel bilancio di previsione e vincolare una quota del risultato di amministrazione in sede di rendiconto. Non richiedono l’accantonamento al fondo i crediti da altre amministrazioni pubbliche; i crediti assistiti da fidejussione; le entrate tributarie accertate per cassa; le entrate riscosse per conto di altro ente da versare al beneficiario. La percentuale di accantonamento dell’entrata di dubbia esigibilità prevede un progressivo aumento fino ad arrivare a regime (100%) nel 2019: Anno 2016: almeno il 55%; Anno 2017: almeno il 70%; Anno 2018: almeno l’85%; Anno 2019: 100%

La transizione tra vecchia e nuova contabilità

• Difficoltà degli uffici e della macchina comunale nel comprendere inizialmente il concetto di esigibilità e della necessità di far avvicinare il più possibile la competenza e la cassa

• Problematiche rispetto al “vecchio modo” di pensare con i residui nonché di utilizzare variazioni di bilancio anche additive

• Sovrastimare entrata può portare ad un incremento dell’FCDE e quindi ad un’immobilizzazione di risorse (ma utile con PSI e Saldo). Parimenti, una differenza importante tra impegnato e pagato porta a un residuo che potrà essere svincolato solo dopo il consuntivo con un prelievo dall’avanzo (limitato dal saldo) • La gestione dell’entrata troppo poco considerata rispetto all’uscita. Il miglior motore parco nei consumi e tecnicamente efficiente non si muove senza benzina.

• Importanza approvazione bilancio previsione entro il 31/12

La programmazione

I documenti principali della programmazione con la nuova contabilità sono:

DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE (DUP)

PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE (PEG)

un allegato del bilancio e costituisce presupposto indispensabile per l’approvazione del BPF.

• nel DUP che l’ente deve definire le linee strategiche su cui si basano le previsioni

finanziarie contenute nel BPF. Conseguentemente, anche il contenuto del PEG deve essere coerente con il DUP oltre che con il BPF.

• Il DUP, sviluppa e concretizza le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato presentate al Consiglio dal Sindaco ai sensi dell’art. 46, comma 3 del TUEL.

• “Le linee programmatiche” sono l’unico documento di indirizzo strategico a monte del DUP.

Il DUP

Il DUP raccoglie in un unico strumento una pluralità di documenti di programmazione settoriale con orizzonte temporale triennale, previsti dalla normativa: - programma triennale dei lavori pubblici; - programmazione triennale del fabbisogno di personale; - piano delle alienazioni e valorizzazioni dei beni patrimoniali;

- eventuali altri documenti.

La nota di aggiornamento

Arconet “chiarisce” che la nota di aggiornamento al Dup eventuale, in quanto può non essere presentata se sono verificate entrambe le seguenti condizioni: - il Dup già stato approvato in quanto rappresentativo degli indirizzi strategici e operativi del consiglio; - non sono intervenuti eventi da rendere necessario l’aggiornamento del Dup già

approvato;

Lo schema di nota di aggiornamento al Dup e lo schema di bilancio di previsione sono presentati contestualmente entro il 15 novembre, unitamente alla relazione dell’organo di revisione, secondo le modalita previste dal regolamento dell’ente;

oggetto di approvazione da parte del Consiglio. In quanto presentati contestualmente, la nota di aggiornamento al Dup e il bilancio di previsione possono essere approvati contestualmente, o nell’ordine indicato. In questa prospettiva, pare quindi possibile anche approvare contestualmente Dup e preventivo. In altri termini, riteniamo che il Dup, presentato nei termini possa in ogni caso essere approvato successivamente dal consiglio unitamente al preventivo, purche sia fatto salvo il principio per cui il bilancio discende dal Dup e quest’ultimo non costituisce un mero allegato del primo.

Incidenza del DUP nell’iter di approvazione del bilancio

• Nel corso della seduta della Conferenza Stato-Città del 18 febbraio 2016 è stato altresì ulteriormente chiarito che il termine di scadenza della nota di aggiornamento del Documento Unico di Programmazione (DUP), fissato al 29 febbraio 2016 (DM Interno 28 ottobre 2015), riveste carattere ordinatorio.

• La Conferenza ha quindi formalmente riaffermato l’orientamento già espresso dall’ANCI e dal Ministero dell’Interno, che consente agli enti di far confluire il percorso di formale approvazione del DUP nel percorso di approvazione del bilancio, evitando di dover affrontare due sessioni di bilancio nel giro di pochissimo tempo.

• Va altresì segnalata la disponibilità espressa dai rappresentanti del Governo circa la richiesta dell’Anci di semplificazione degli adempimenti formali contenuti nel Documento di Programmazione, che rischiano di essere replicati in altri allegati obbligatori al bilancio di previsione, e di abolizione del DUP per i Comuni di minore dimensione demografica.

Il PEG

IL PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE

• I nuovi principi contabili non modifica la funzione assegnata al PEG che

rimane lo strumento nel quale si sostanzia la relazione tra organo esecutivo e responsabili dei servizi.

• Il PEG mantiene il compito di porre in termini espliciti e diretti il legame tra obiettivi di gestione, dotazioni di risorse e responsabilità gestionali correlative.

• Pur non avendo una struttura predefinita, il PEG copre tutta l’attività dell’ente, includendo tutte le entrate e le spese comprese nel BPF.

Il principio detta alcune significative che discendono direttamente dalle innovazioni profonde introdotte in materia di bilancio e che, inevitabilmente, si riflettono sul contenuto contabile del PEG.

redatto: per competenza con riferimento a tutti gli esercizi considerati nel BPF; per cassa con riferimento al primo esercizio considerato nel BPF.

La timeline della programmazione

I nuovi schemi di bilancio: i titoli delle entrate

5.700 5.700

I nuovi schemi di bilancio: i titoli delle uscite

Il Piano dei Conti

Esempio disaggregazione entrata piano conti fino al V livello

Il Piano dei Conti

Esempio disaggregazione uscita piano conti fino al V livello

L’articolazione della spesa

Missioni da 1 a 19 : Missioni rappresentative delle politiche strategiche dell’ente e delle attività trasversali a supporto Missione 20: Fondi ed accantonamenti Programma Fondo di Riserva Fondo riserva spese correnti Fondo riserva di cassa spese finali Programma Fondo Crediti dubbia esigibilità per entrate correnti di dubbia esigibilità

per entrate in conto capitale di dubbia esigibilità Programma Altri Fondi Fondo rischi per spese potenziali di natura corrente Fondo rischi per spese potenziali di conto capitale Missione 50: Debito pubblico Missione 60: Anticipazioni finanziarie

La struttura

Per ogni Entrata/Tipologia Per ogni Missione/Programma/titolo di Spesa: Residui presunti al 31/12/x-1 (2015) Previsioni di competenza definitive (assestate) dell’esercizio x-1 (2015) Previsioni di competenza e cassa dell’esercizio x (2016) Previsioni di competenza esercizi x+1 ed x+2 (2017/2018)

Per ogni Missione/Programma/titolo di Spesa Delle previsioni di competenza esercizi 2016-2017-2018 viene specificato: di cui già impegnato di cui Fondo pluriennale vincolato finale

Il saldo di competenza 2016

Il saldo di competenza 2016

Nessuna limitazione sull’uso del fondo cassa, mentre per avanzi e debito lo sblocco è parziale. Da notare che tale meccanismo, si applicherà anche ai comuni al di sotto dei 1000 abitanti, finora sempre esclusi dal Patto. Lo si evince dal richiamo che la norma sul pareggio opera all’art. 9, comma 1, della L. 243/2012, che a sua volta menziona espressamente, oltre a regioni, province e città metropolitane, anche tutti i comuni. A questo proposito, merita anche segnalare la necessità di chiarire un altro aspetto fondamentale. Finora, la dicotomia fra enti soggetti e enti non soggetti al Patto è stata utilizzata anche per differenziare il regime di limiti alla spesa di personale ed al turn-over, nel primo caso disciplinato dal comma 557 e nel secondo dal comma 562 della L. 296/2006.

Le interconnessioni dei territori

Le misure più significative sono: Le entrate finali che rilevano ai fini del saldo sono quelle ascrivibili ai Titoli da 1 a 5, mentre tra le spese finali sono considerate quelle dei Titoli da 1 a 3 del bilancio armonizzato. Limitatamente all’anno 2016 (Legge di Stabilità 2016), nelle entrate e nelle spese finali è considerato il fondo pluriennale vincolato, di entrata e di spesa, al netto della quota rinveniente dal ricorso all’indebitamento. Il Fondo crediti di dubbia esigibilità è escluso dal saldo (e i fondi rischi) Il saldo può essere modificato a seguito delle forme di redistribuzione di spazi finanziari su scala regionale

Saldi positivi e negativi in Toscana

Questa è la situazione

ipotetica del rispetto del

saldo di competenza

finale 2016 per i Comuni

toscani.

Alcuni Comuni con saldo

negativo giungono a tale

risultato anche in virtù

dell’utilizzo di parti

importanti di avanzo di

amministrazione

Schema del saldo finale di competenza

Entrate Uscite

Titolo I – Entrate di natura tributaria, contributiva e

perequativa

Titolo II – Trasferimenti correnti

Titolo III – Entrate extratributarie

Titolo IV – Entrate in conto capitale

Titolo V – Entrate da riduzione di attività finanziarie

FPV per spese correnti e in conto capitale al netto di risorse

derivanti dall’indebitamento

FPV per spese correnti e in conto capitale al netto di risorse

derivanti dall’indebitamento

Titolo I – Spese correnti

Titolo II – Spese in conto capitale

Titolo III – Spese per incremento di attività finanziarie

+ +

=

Le L’uso dell’avanzo ai fini del saldo

Entrate Uscite

Titolo I – Entrate di natura tributaria, contributiva e

perequativa

Titolo II – Trasferimenti correnti

Titolo III – Entrate extratributarie

Titolo IV – Entrate in conto capitale

Titolo V – Entrate da riduzione di attività finanziarie

FPV per spese correnti e in conto capitale al netto di risorse

derivanti dall’indebitamento

FPV per spese correnti e in conto capitale al netto di risorse

derivanti dall’indebitamento

Titolo I – Spese correnti

Titolo II – Spese in conto capitale

Titolo III – Spese per incremento di attività finanziarie

+ +

Casistica utilizzo avanzo di amministrazione

L’uso dell’indebitamento ai fini del saldo

Entrate Uscite

Titolo I – Entrate di natura tributaria, contributiva e

perequativa

Titolo II – Trasferimenti correnti

Titolo III – Entrate extratributarie

Titolo IV – Entrate in conto capitale

Titolo V – Entrate da riduzione di attività finanziarie

FPV per spese correnti e in conto capitale al netto di risorse

derivanti dall’indebitamento

FPV per spese correnti e in conto capitale al netto di risorse

derivanti dall’indebitamento

Titolo I – Spese correnti

Titolo II – Spese in conto capitale

Titolo III – Spese per incremento di attività finanziarie

+ +

Casistica indebitamento per spese in conto capitale

L’effetto dell’indebitamento

Entrate Uscite

Titolo I – Entrate di natura tributaria, contributiva e

perequativa

Titolo II – Trasferimenti correnti

Titolo III – Entrate extratributarie

Titolo IV – Entrate in conto capitale

Titolo V – Entrate da riduzione di attività finanziarie

FPV per spese correnti e in conto capitale al netto di risorse

derivanti dall’indebitamento

FPV per spese correnti e in conto capitale al netto di risorse

derivanti dall’indebitamento

Titolo I – Spese correnti

Titolo II – Spese in conto capitale

Titolo III – Spese per incremento di attività finanziarie

+ +

Effetto positivo ammortamento prestiti e FCDE

L’esclusione dal Saldo delle spese per edilizia scolastica

Le esclusioni dal saldo non riguardano la dimensione dell’Ente (tutti i

Comuni saranno soggetti al Saldo finale di competenza), ma per precise

tipologie di spesa:

• Le spese sostenute dagli enti locali per interventi di bonifica ambientale

“conseguenti ad attivita minerarie”, effettuati a valere sull’avanzo di

amministrazione e su risorse rivenienti dal ricorso al debito (20 milioni)

Ma soprattutto

• le spese sostenute dagli enti locali per interventi di edilizia scolastica

effettuati a valere sull’avanzo di amministrazione e su risorse rinvenienti

dal ricorso al debito (480 milioni).

Le sanzioni del non rispetto del Saldo

Il comma 723, riprendendo gran parte delle sanzioni gia(co. 26, art. 31, della legge 183/2011), prevede le seguenti sanzioni in caso di inadempienza del saldo: - il taglio delle risorse (fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo di solidarieta comunale) in

misura pari allo scostamento (lett. a)

- il divieto di impegnare spese correnti in misura superiore all’importo dei corrispondenti impegni effettuati nell’anno precedente (nel Patto era rispetto all’importo annuale medio dell’ultimo triennio) (lett. c)

- il divieto di ricorrere all’indebitamento per gli investimenti; pertanto, i mutui e i prestiti obbligazionari posti in essere con istituzioni creditizie o finanziarie devono essere corredati da apposita attestazione, da cui risulti il conseguimento del Patto nell’anno precedente. In assenza della predetta attestazione, l’istituto finanziatore o l’intermediario finanziario non puo procedere al finanziamento o al collocamento del prestito (lett. d)

- il blocco delle assunzioni di personale. Il divieto di assunzioni abbraccia il personale assunto a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale. Sono inoltre vietati i contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi di tale blocco (lett. e)

- la riduzione del 30% delle indennita di funzione e dei gettoni di presenza rispetto all’importo risultante al 30 giugno 2014 (lett. f).

La transizione 2015-2016 e le possibilità pre-saldo

Come utilizzare l’avanzo?

• Implicitamente e tacitamente, la struttura del saldo porta verso quello che lo Stato richiede ovvero diminuire il proprio debito residuo:

• Il solo modo di non inficiare il pareggio di bilancio è quello di destinare le due tipologie

di entrata che non compaiono nel saldo (avanzo e titolo VI – Entrate da accensione di prestiti) alle voci di uscita che, parimenti, non rientrano nel saldo (titolo V - spesa per rimborso prestiti e titolo VI – spesa per chiusura anticipazioni ricevute da istituto tesoriere/cassiere).

• Tra il 2015 e il 2016 vi è stata la possibilità di sbloccare i propri avanzi senza che nel 2016

questi rilevassero nel saldo: • Sarebbe stato possibile bandire delle gare di appalto, utilizzare l’avanzo per il loro

finanziamento e accantonare il tutto al FPV per il 2016, anno dove sarebbero stati esigibili i primi stato avanzamento lavori. Nel 2016 le risorse sarebbero state già nei FPV senza peggiorare il saldo. Si ricorda che nel 2016 vigeva il PSI e quindi gli impegni in conto capitale non rilevavano ai fini del patto ma solo i pagamenti.

La precarietà delle disposizioni

• Le “concessioni” ottenute con la Legge di Stabilità 2016 riguardanti l’inclusione dei FPV in entrata e uscita e l’utilizzo del solo saldo di competenza finale ≥0 come parametro di concorso al contenimento dell’indebitamento della PA sono temporanee.

• IFEL rassicura circa il procrastinare tali regole per gli anni futuri • Cosa succederebbe se tali provvedimenti non fossero più validi per gli anni 2017 e seguenti?

Parametri Legge 243/2012

La Legge 243/2012

•Il recepimento del “fiscal compact” in Italia è avvenuto attraverso la riforma Costituzionale che ha inserito in Costituzione il pareggio di bilancio modificando l’art. 81. Da tale modifica è poi derivata la Legge 243/2012.

• Vi sono 3 fondamentali elementi che la Legge introduce:

Gli 8 saldi da rispettare per gli enti territoriali (art. 9) La nuova disciplina dell’indebitamento (art. 10) Il nuovo sistema di perequazione/concorso alla riduzione del debito nazionale (artt. 11 e 12)

• Le disposizioni appena citate potrebbero potenzialmente causare difficoltà ai Comuni sotto vari aspetti, vediamo il perché…

I saldi della L. 243/2012

Nell’art. 9, si prevede che le Regioni, le Province, le Città Metropolitane, le Province Autonome e i Comuni debbano rispettare in sede di bilancio di previsione e di bilancio consuntivo: a)un saldo non negativo in termini di competenza tra entrate finali e spese finali; a1) un saldo non negativo in termini di cassa tra entrate finali e spese finali;

a)un saldo non negativo in termini di competenza tra le entrate correnti e le spese correnti, incluse tra queste ultime le quote di capitale delle rate di ammortamento dei prestiti; b1) un saldo non negativo in termini di cassa tra le entrate correnti e le spese correnti, incluse tra queste ultime le quote di capitale delle rate di ammortamento dei prestiti.

L’equilibrio della L. 243/2012

Il principio dell’equilibrio dei bilanci per le Regioni e gli Enti locali è declinato nella regola del conseguimento di un saldo non negativo:

a) tra le entrate finali e le spese finali; b) tra le entrate correnti e le spese correnti, incluse le quote di capitale delle rate di ammortamento dei prestiti. Il vincolo si pone: 1) in termini nominali e non strutturali, cioè tenendo conto degli effetti del ciclo e al netto delle misure una tantum, ma vedi dopo meccanismo di trasferimenti statali a compensazione degli effetti del ciclo

1) sia in termini di competenza che di cassa. 2) Eventuali saldi positivi sono destinati all'estinzione del debito maturato dall'ente. Nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea e dell'equilibrio dei bilanci, i saldi positivi di cui al primo periodo possono essere destinati anche al finanziamento di spese di investimento con le modalità previste dall'articolo 10 (indebitamento). Vi sono chiare implicazioni su quello che potrà essere il sistema dei patti di solidarietà (che vedremo più avanti).

I pericoli della Legge 243/2012

• Una prima difficoltà che i Comuni potrebbero incontrare risiede nei saldi di cassa: Solo il 56,8% delle Amministrazioni comunali toscane rispetterebbero il saldo di cassa corrente e solo il 66,7% quello finale (dati su CCB 2014) rispetto alle percentuali intorno al 90% dei saldi di competenza.

Perché?

In molti casi i comuni non riescono ad incassare le risorse riferite all’anno per motivi insiti nei servizi offerti (incasso proventi da tariffe) o per ritardi nella bollettazione o per dilazioni di pagamento concesse

Anche il fenomeno dell’evasione incide e pregiudica i pagamenti dal lato delle spese. Una bassa velocità di riscossione potrebbe causare all’ente una situazione molto simile a quella patita con il PSI per i pagamenti in conto capitale. •Nel saldo finale della 243 non sono contemplati i FPV, così come non è contabilizzato l’avanzo di amministrazione

La stima dei Saldi sui consuntivi 2014

Saldo corrente L. 243/2012

(Limitatamente alle quote mutui)

Saldo finale L. 243/2012

Differenze nei saldi D.Lgs. 183/2011 e L. 243/2012

Gli equilibri di bilancio definiti dalla L. 243/2012 NON corrispondono a quelli previsti dal D. Lgs. 118/2011

1) l’equilibrio corrente del 118 NON corrisponde al saldo corrente della 243; 2) la 243 (a differenza del 118) NON prevede l’equilibrio in conto capitale; 3) l’equilibrio finale del 118 NON corrisponde al saldo finale della 243 (soprattutto perché il primo include anche il titolo VI – accensione prestiti); 4) nel saldo finale della 243 NON rientrano né il fondo cassa né l’avanzo di amministrazione; 5) Il 118 considera solo gli equilibri di competenza.

L’indebitamento secondo la L. 243/2012

Alla golden rule dell’art. 119 Cost. (solo spese di investimento) si affianca l’obbligo di contestuale definizione dei piani di ammortamento di durata di durata non superiore alla vita utile dell'investimento. Il ricorso all’indebitamento potrà essere effettuato sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale che garantiscano, per l’anno di riferimento, l’equilibrio della gestione di cassa finale del complesso degli enti della Regione interessata, compresa la medesima Regione. Ciascun ente territoriale può in ogni caso ricorrere all'indebitamento nel limite delle spese per rimborsi di prestiti risultanti dal proprio bilancio di previsione. In caso di complessivo scostamento dall’equilibrio, il disavanzo concorre alla determinazione dell’equilibrio di cassa dell’esercizio successivo ed è ripartito tra gli enti che non hanno rispettato il saldo previsto. Sarà quindi possibile solo per singoli enti finanziare con debito gli investimenti, mentre a livello del complesso degli enti del territorio regionale sarà richiesto il pareggio di bilancio.

Risultati di saldo nella L. 243/2012

Se un ente ha saldo positivo: 1) deve destinare il surplus ad estinzione del debito; 2) può destinarlo a spese di investimento se è rispettata la condizione aggregata dell’art. 10 Se un ente ha saldo negativo: 1) può indebitarsi solo se acquisisce spazi attraverso l’art. 10 In ogni caso, però, è consentito ricorrere all'indebitamento nel limite delle spese per rimborsi di prestiti risultanti dal proprio bilancio di previsione

Cosa ci attende con la L. 243/2012

• Il sistema previsto appare più macchinoso rispetto ai vecchi patti di solidarietà e sicuramente basato su previsioni e stime di programmazione finanziaria che annualmente vengono influenzate da un contesto normativo in cambiamento. • Diversa dimensionalità degli Enti e degli ammontare richiesti. Un grande Comune, ad esempio, potrebbe richiedere uno spazio di indebitamento per opere strategiche di importo rilevante: da un lato la riduzione proporzionale dell’importo in base ai richiedenti potrebbe comportare l’impossibilità di compiere l’opera, dall’altro, nel caso della concessione completa dello spazio, per quell’anno si ridurrebbe la possibilità per altri Enti di accedere al mercato dei capitali. Le priorità che saranno scelte nella concessione degli spazi saranno determinanti per il buon funzionamento di questo sistema. • L’eventuale saldo di cassa finale negativo in sede di rendiconto sarà riportato l’anno successivo a valere sul nuovo saldo e ripartito tra gli Enti che non hanno rispettato il saldo previsto. • In caso di saldi positivi, questi devono essere destinati all'estinzione del debito maturato dall'ente o al finanziamento di spese di investimento. Ne consegue che un’eventuale entrata in vigore di questa disposizione di fatto non renderebbe più sensato un sistema di patti di solidarietà come quello vigente.

Art. 11 - Concorso dello Stato al finanziamento dei livelli essenziali e delle

funzioni fondamentali nelle fasi avverse del ciclo o al verificarsi di eventi eccezionali

E’ istituito un Fondo straordinario per il concorso dello Stato al finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali inerenti ai diritti civili e sociali, alimentato da quota parte delle risorse derivanti dal ricorso all'indebitamento consentito dalla correzione per gli effetti del ciclo economico del saldo del conto consolidato. L'ammontare della dotazione del Fondo è determinato sulla base della stima degli effetti dell'andamento del ciclo economico, tenendo conto della quota di entrate proprie degli enti influenzata dall'andamento del ciclo economico.

Il Fondo è ripartito tra gli enti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentita la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, tenendo conto della quota di entrate proprie di ciascun ente influenzata dall'andamento del ciclo

La perequazione Statale: il Fondo Straordinario

Il concorso degli Enti alla diminuzione del debito nazionale: il

Fondo ammortamento titoli

Art. 12 - Concorso delle regioni e degli enti locali alla sostenibilità del debito pubblico

Nelle fasi favorevoli del ciclo economico tenendo conto della quota di entrate proprie degli enti influenzata dall'andamento del ciclo economico, determinano la misura del contributo del complesso dei medesimi enti al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato. Tale contributo è incluso nelle spese dei saldi di competenza e cassa finali

Il contributo è ripartito tra gli enti di cui con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentita la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, tenendo conto della quota di entrate proprie di ciascun ente influenzata dall'andamento del ciclo economico.

I nuovi fondi perequativi e di ammortamento titoli di Stato:

Considerazioni

Per la prima volta si introduce un nuovo concetto nella valutazione delle relazioni finanziarie tra Unione Europea, Stato ed Enti Territoriali: il ciclo economico. L’impegno degli Enti nel concorrere a raggiungere gli obiettivi fissati in sede europea non è più unico e dato, come avveniva nel PSI, da un obiettivo per Ente da rispettare, ma varia in base alla congiuntura economica. (Mentre il saldo rimane nominale) Volontà sembra essere quella di creare uno stabilizzatore automatico che intervenga a seconda della congiuntura economica e che vada perciò a sottrarre risorse agli Enti in situazioni di espansione economica e aumenti i trasferimenti erariali nelle congiunture negative. Nel medio-lungo periodo questo impianto dovrebbe essere sostanzialmente a somma zero dello Stato e portare gli Enti Territoriali a contribuire proporzionalmente di più rispetto allo Stato visto che l’impianto potrebbe iniziare a produrre i suoi effetti dal 2017, mentre già per il 2018 è atteso l’inizio di una ripresa economica nazionale di medio periodo. Il meccanismo non permette di poter distinguere tra i singoli Enti che, ragionevolmente, potrebbero avere situazioni di bilancio positive in cicli negativi e viceversa. Lo stesso vale per l’impossibilità di frazionare l’anno in base all’andamento economico

Non viene esplicitato niente, poi, riguardo al Fondo di solidarietà comunale che dovrebbe quindi continuare a produrre i suoi effetti di perequazione delle entrate standard.

Cosa attende i Comuni nel 2017: il nuovo DDL

Alcuni giorni fa il Consiglio dei ministri ha annunciato la redazione di un disegno di

Legge che dovrebbe portare ad una modifica della Legge 243/2012. Tale modifica

dovrebbe avere portata costituzionale e, quindi, prevedere un iter parlamentare più

gravoso.

Quello che dovrebbe essere previsto dal DDL è:

• il procrastinare anche per gli esercizi futuri un solo saldo di competenza finale

come parametro di concorso al risanamento della finanza pubblica, modificando

l’impianto dell’art. 9 della Legge 243/2012. L’FPV dovrebbe rientrare in tale

saldo senza più l’esclusione della parte finanziata a debito. Tuttavia dovrebbero

essere le varie Leggi di Stabilità future a indicare in dettaglio quali quote di

Fondo rientrano o meno nel saldo.

• La disciplina dell’utilizzo dell’avanzo e delle operazioni di indebitamento. Nel

primo caso ci si attende la possibilità di far sì che o l’avanzo dia considerato

nella parte di entrata del saldo o che si sterilizzino le uscite finanziate con

l’avanzo stesso. Nel secondo caso, vista la politica di disincentivo

all’indebitamento degli Enti Locali, appare poco probabile che ci si discosti

dall’impianto dell’art. 10 della Legge 243/2012.

• Infine, sembrerebbero confermati gli artt. 11 e 12 della Legge 243

Il Recupero fiscale: possibili implementazioni

• Quello che si prospetta alle Amministrazioni comunali nel prossimo futuro è un cumularsi di contenimenti e tagli riguardo la spesa corrente e di una restrizione al loro indebitamento. Nei cicli positivi addirittura potrebbero sobbarcarsi l’onere del debito statale. • In questo contesto di incertezza e di riduzione delle risorse, risulta sempre più importante rendere più efficiente l’accertamento, la riscossione e il recupero delle entrate. • Ciò assume ancor più rilevanza nei momenti in cui l’ingerenza statale porta a non permettere la manovrabilità dei tributi locali. • Ogni Ente dispone di gestionali delle entrate (ad es. IMU e TASI), tuttavia raramente si riesce a livello comunale ad integrare le banche dati presenti e/o acquistate dall’Ente. • Prescindendo da questo tutti i Comuni hanno a disposizione, oltre alla loro anagrafe demografica e tributaria e al catasto, anche lo strumento del SIATEL (Sistema Interscambio Anagrafe Tributaria Enti Locali) (previa sottoscrizione di una convenzione)

Le interconnessioni dei territori

METTI SCREEN SHOT SIATEL

Le interconnessioni dei territori

• Il punto di forza del SIATEL è quello di avere dati sempre molto aggiornati e che hanno medesime chiavi di incrocio (Codice Fiscale).

• Le tipologie di dato sono molte e vanno dagli F24 dei tributi, alle utenze di acqua, elettricità e gas, ai contratti di locazione, ai bonifici per le ristrutturazioni ecc.

• A questo è agganciabile il dataset comunale del bollo auto che la Regione Toscana concede su richiesta

• Potenzialmente è possibile la creazione di un database che per ogni contribuente riesca a collegare più informazioni e renda immediatamente comparabile una situazione tributaria con quella catastale, con quella della manifestazione mediata della ricchezza e del patrimonio (auto e veicoli, ammontare utenze ecc.)

• E’ un lavoro che se bene impostato, con un aiuto statistico esterno, può rendere un sistema molto efficiente, sia su cittadini che già pagano ma anche su posizioni fantasma.

Evasione

• Molto spesso avviene che gli accertamenti fiscali vengano effettuati non basandosi sulle fattispecie ma andando per data da quelli che riguardano anni meno recenti e a rischio prescrizione in poi.

• Non dimenticando che il soggetto passivo debba pagare quando accertato, la percezione su date molto indietro nel tempo o riferite a soggetti già in difficoltà non è quella dell’efficienza e della legalità, quanto quella della percussione dell’Ente e della sua “sete” di entrate.

• Vi è la necessità anche per la cassa dell’Ente di dare priorità a evasioni di ammontare rilevante e che, spesso, possono essere oggetto di ricorsi come le aree fabbricabili.

• Questa fattispecie presuppone che ufficio tributi e ufficio tecnico facciano un grande gioco di squadra e che l’accertamento sia supportato da relazioni tecniche di valore. Le commissioni tributarie tendono a porre maggior rilievo a documenti tecnici a supporto più che a calcoli o relazioni di tipo tributario.

• Ulteriore fattispecie è quella degli altri immobili di categoria F che spesso rimangono in tale situazione per mesi ed anni senza che vi sia un accatastamento in una categoria definitiva.

• Problema accertato e incassato e “performance” di Equitalia…

Manovra tributaria

• L’incertezza che pervade gli Enti dal lato delle entrate proprie è da almeno un decennio altissima e pregiudica la possibilità di operare un’efficace programmazione • La Legge di Stabilità 2016 ha inoltre assestato un’ulteriore colpo all’autonomia finanziaria e amministrativa dei Comuni inibendo la possibilità di variare le aliquote dei propri tributi ad eccezione della TARI (necessità sostenibilità delle partecipate)

• Fino al 2015 e speriamo a partire dal 2017 i Comuni hanno avuto/avranno la possibilità di manipolare le aliquote dei “propri” tributi.

• Necessità per molti di variare il peso fiscale a gettito invariato per non segnare un aumento della pressione tributaria e fiscale complessiva

• Carenza nei Comuni di manovre tributarie progressive ma volte ad assicurare cassa o a ribaltare vecchie previsioni

La manovra IUC del Comune di Empoli (50 mila ab. circa, Città Metropolitana Firenze) ha seguito tre principi fondamentali:

Redistribuzione

Equità

Invarianza del gettito

TASI •No imposizione su altri immobili (per evitare imposizione sui locatari), imprese (già gravate da 4 diversi tributi e dalla crisi) e attività commerciali

•Abitazione principale aliquota 3,3‰ (ad esclusione case lusso A/1; A/8; A/9)

0,8‰ totalmente redistribuito 1.350.550 euro

Comune di Empoli

Detrazioni Esenzioni

TASI

Comune di Empoli

DETRAZIONI

1.Rendita catastale

65% delle abitazioni dei cittadini equivalenti al 66% del totale redistribuito

2. Nucleo familiare Figlio convivente < 26 anni 25 euro

Figlio disabile ulteriori 25 euro

in base alla L. 104/92 (50 euro totali)

Valore rendita catastale

Detrazione €

Fino a 400 200

da 401 a 500 150

da 501 a 600 100

da 601 a 700 50

Oltre 700 0

Detrazioni TASI

equivalenti al 12% del totale

redistribuito

Comune di Empoli

ESENZIONI TOTALI Questa fattispecie distacca Empoli come il primo Comune in Italia a prevedere nel 2014 delle esenzioni totali TASI basate sulle condizioni economico-lavorative delle famiglie.

L’esenzione totale della TASI è prevista per: 1. Le famiglie di pensionati ultrasessantacinquenni, che siano proprietari e/o usufruttuari di un unico immobile sul territorio nazionale, con trattamento minimo INPS per ciascuno e che non abbiano altri redditi di qualsiasi natura. Il reddito precedentemente indicato deve essere aumentato di € 2.500,00 annuo per ogni ulteriore componente oltre i due occupanti e, comunque, con un ISEE familiare non superiore ai 15.000 euro

1. Le famiglie monoreddito, nelle quali il soggetto, unico produttore di reddito, sia proprietario di un unico immobile sul territorio nazionale soggetto all’applicazione del tributo, e si trovi in stato di cassa integrazione, mobilità o disoccupazione, e con un reddito imponibile dichiarato ai fini IRPEF dell’anno precedente inferiore ad € 7.500,00 euro. Per godere dell’esenzione il soggetto non deve aver intrattenuto alcun rapporto lavorativo o di apprendistato nei 12 mesi dell’anno di riferimento dell’imposta.

Esenzioni TASI

Tali misure hanno assorbito il rimanente 22% del gettito redistribuito

•Invariata l’aliquota dell’8,7‰ per categorie C e D e dell’8,25 ‰ per le aree fabbricabili •Invariata l’aliquota agevolata del 7,6‰ per le locazioni a canone concordato e per i comodati dei residenti , quest’ultima tipologia con limitazioni (solo parentela in linea retta di 1° grado con ISEE familiare sotto 15.000 euro e non intestatari o cointestatari di uno o più beni mobili quali autoveicoli di cilindrata pari o superiore a 2500 cc di recente immatricolazione ecc.); •Abitazioni principali di lusso (A/1; A/8; A/9) aliquota massima 6‰; •Un prelievo maggiore per la categoria catastale D/5 (Istituto di credito, cambio e assicurazione con fine di lucro) attraverso l’aliquota dell’10,6‰; •Altri immobili aliquota pari al 9,9‰. L’incremento sugli altri immobili, istituti bancari e case di lusso sono andati a compensare lo squilibrio causato dall’introduzione della TASI (- 1 mln. di euro rispetto al valore dell’IMU prima casa)

Comune di Empoli IMU

Sia per la TASI che per l’IMU è stato predisposto uno sportello presso l’ufficio tributi per il calcolo gratuito del dovuto e l’immediata stampa dell’F24 per tutti i giorni infrasettimanali nel mese precedente il primo acconto TASI e il saldo IMU

Comune di Empoli La metodologia e le fonti dati

Al fine di operare una microsimulazione sui contraenti è stato utilizzato il database del catasto su cui sono state fatte le stime di gettito e si è simulato la capienza delle forme di detrazione basate sulla rendita catastale. La validazione del gettito stimato è stata svolta attraverso i dati del portale del federalismo di fonte ministeriale e dal sistema “TOSCA” (Regione Toscana-ANCI Toscana);

Per le detrazioni sul figlio < 26 anni è stata utilizzata la base dati dell’anagrafe comunale;

Per le detrazioni sul figlio disabile ci si è avvalsi del database dell’ASL empolese;

I dati per le esenzioni sui cassaintegrati, disoccupati e in mobilità sono stati forniti dal Centro per l’impiego;

Il numero dei pensionati con la minima è stato stimato su dati Istat e Inps.

Comune di Empoli TARI

Per quanto riguarda il servizio dell’asporto dei rifiuti, opera da alcuni anni il sistema “porta a porta” che contribuisce a far raggiungere oltre il 90% di riciclo dei rifiuti solidi urbani.

TARI

Per le utenze domestiche sono state previste riduzioni nella misura massima del 30% in base al conferimento di rifiuti indifferenziati , conferimento gratuito di pannolini fino al 3° anno di età e dei presidi medici prodotti da persone affette da patologie riconosciute da SSNN. Esenzioni totali per ISEE al di sotto dei 5.000 euro e del 50% per ISEE fino a 10.000 euro.

Per le utenze non domestiche le riduzioni vanno in base alla percentuale di indifferenziato prodotto sul totale e per categoria merceologica. In quest’ultimo caso vi sono punte di forte riduzione su alcune categorie di utenze non domestiche come ristoranti, bar e altri esercizi commerciali particolarmente vessate dalla TARES.

Le possibilità “interne”

La possibilità di creare delle simulazioni con buona

approssimazione non passa necessariamente

attraverso complesse operazioni statistiche o costosi

incarichi esterni.

Un buono strumento per IMU, TASI e addizionale

comunale è il portale del federalismo che assicura

un’alta accuratezza della stima

Possibilità di variare detrazioni, aliquote ed esenzioni

Il portale del federalismo

Il portale del federalismo

LA PROGRAMMAZIONE

COMUNALE: IL BILANCIO E LA

NUOVA CONTABILITÀ

Andrea Taddei, Ph.D.

Firenze, 5 aprile 2016

Le interconnessioni dei territori