la questione dell’ospedale “angelo celli” di cagli · pronto soccorso), superando i tempi...
TRANSCRIPT
2
Contesto demografico ed orografico Il territorio di riferimento del polo ospedaliero "A:Celli" di Cagli, come documentato dalle tabelle seguenti, presenta le seguenti caratteristiche:
bassa densità di popolazione in parte concentrata in Comuni di media dimensione ed in parte in piccoli nuclei abitativi ed abitazioni uniche sparse
popolazione con alto indice di invecchiamento
nuclei familiari con basso numero di componenti
complessità orografica del territorio, prevalentemente montano, con viabilità difficoltosa
scarsità di servizi pubblici di mobilità
SASSOCORVARO abitanti kmq
FANO abitanti kmq
Auditore 1.604 20,64
Barchi 979 17,26
Belforte all'Isauro 765 12,29
Fano 61.192 121,84
Carpegna 1.682 28,94
Fratte Rosa 977 15,63
Frontino 295 10,37
Mondavio 3.859 29,64
Lunano 1.529 15,01
Mondolfo 14.465 22,82
Macerata Feltria 2.030 40,07
Monte Porzio 2.835 18,29
Mercatino Conca 1.089 13,95
Orciano di Pesaro 2.050 23,79
Monte Cerignone 683 18,24
Pergola 6.396 112,4
Monte Grimano Terme 1.134 23,97
Piagge 1.035 9,92
Montecopiolo 1.122 35,81
San Costanzo 4.856 40,89
Piandimeleto 2.155 39,9
San Giorgio di Pesaro 1.400 19,4
Pietrarubbia 673 13,29
San Lorenzo in Campo 3.431 28,8
Sassocorvaro 3.487 66,91
Tot. 103475 460,68
Sassofeltrio 1.425 21,08
28,48% 17,94%
Tavoleto 864 12,41
Tot. 20.537 372,88
CAGLI abitanti kmq
5,65% 14,52%
Acqualagna 4.473 50,69
URBINO abitanti kmq
Apecchio 1.929 103,11
Borgo Pace 623 56,22
Cagli 8.785 226,46
Fermignano 8.680 43,7
Cantiano 2.269 83,25
Mercatello sul Metauro 1.401 68,36
Frontone 1.313 36,08
Montecalvo in Foglia 2.727 18,25
Piobbico 2.070 48,2
Peglio 692 21,36
Serra Sant'Abbondio 1.049 32,8
Petriano 2.841 11,27
Tot. 21.888 580,59
Sant'Angelo in Vado 4.155 67,34
6,02% 22,61%
Urbania 7.082 77,53
Urbino 15.176 226,5
Tot. 43377 590,53
11,94% 23,00%
FOSSOMBRONE abitanti kmq
PESARO abitanti kmq
Fossombrone 9.674 106,88
Gabicce Mare 5.811 4,94
Isola del Piano 595 23,3
Gradara 4.862 17,53
Serrungarina 2.629 22,87
Mombaroccio 2.143 28,21
Cartoceto 7.993 23,2
Monteciccardo 1.724 26,04
Montefelcino 2.696 39,01
Montelabbate 6.848 19,57
Montemaggiore al M. 2.907 13,31
Pesaro 94.604 126,77
Saltara 6.932 9,99
Tavullia 8.033 42,07
Sant'Ippolito 1.596 19,88
Vallefoglia 15.029 39,57
Tot. 35.022
258,44
Tot. 139.054 304,7
9,64% 10,06%
38,27% 11,87%
3
- 21188 ABITANTI - 22,61% DEL TERRITORIO - CONFINANTE CON L’UMBRIA
IN ALCUNI COMUNI PER PIU’ DEL 50% DEL CONFINE
- A DUE PASSI DA PRESIDI OSPEDALIERI DI GUBBIO O CITTA’ DI CASTELLO (IN ALCUNI CASI MENO DI 20 KM)
Area Pesaro: 1 OSPEDALE, 139054 ABITANTI, 304.7 KMQ Area Urbino: 1 OSPEDALE, 43377 ABITANTI, 590,53 KMQ Area Fano: 2 OSPEDALI, 103475 ABITANTI, 460,68 KMQ Area Cagli: 0 OSPEDALI, 21888 ABITANTI, 580,59 KMQ Area Fossombrone: 0 OSPEDALI, 35022 ABITANTI , 258,44 KMQ Area Sassocorvaro: 0 OSPEDALI, 20537 ABITANTI, 372,88 KMQ
OSPEDALE
CASA DELLA SALUTE
4
Tempi di percorrenza
Nelle tabelle seguenti vengono riportati alcuni esempi delle distanze tra alcuni comuni ed alcuni ospedali per acuti di
riferimento, l'Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord di Pesaro e l'ospedale di rete di Urbino sede del pronto soccorso più vicino.
6
Nelle stesse tabelle, come evidenziato dalle frecce rosse, vengono riportati i tempi di percorrenza con i servizi pubblici (attivi solo nei giorni feriali) che vanno da un'ora e mezza a due ore e mezza, con evidente conseguente disagio per i familiari dei ricoverati che non utilizzano auto propria. Il calcolo non tiene conto della condizione pessima delle strade e soprattutto del tempo necessario all’ambulanza
per raggiungere i territori dalla POTES più vicina, tempo medio che varia da 20 a 45 minuti, a seconda se
l’ambulanza della postazione piu’ vicina sia in loco o fuori per altro intervento , per cui calcoleremo una media di 30
minuti per alcuni Comuni più decentrati (tra chiamata, arrivo e presa in carico del paziente per la partenza) da
sommare al tempo di percorrenza per raggiungere l'ospedale .
7
Quindi se aggiungiamo questo tempo a quello di percorrenza del tragitto, nei casi di trasporto ocn ambulanza per l'urgenza-emergenza, avremo i seguenti tempi:
- Apecchio= 103 minuti per Pesaro e 79 minuti per Urbino - Cantiano= 96 minuti per Pesaro e 72 minuti per Urbino - Serra Sant’Abbondio= 101 minuti per Pesaro e 81 per Urbino
Contesto normativo
- Legge 135 del 7/8/2012
l'art. 15 comma 13 lettera c del D.L. 95/2012, convertito con Legge 135 del 7/8/2012 concernente le
Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini dispone
che le regioni:
“.. adottano.. provvedimenti di riduzione dello standard dei posti letto ospedalieri accreditati ed
effettivamente a carico del servizio sanitario regionale, ad un livello non superiore a 3,7 posti letto
per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la
lungodegenza post-acuzie”;
- DGRM 1696 del 3/12/2012
la Giunta Regionale delle Marche con Delibera 1696 del 3/12/2012 ha approvato una Direttiva per
l'attuazione del D.L. 95/2012, convertito con Legge 135 del 7 agosto 2012 concernente le disposizioni
urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini;
- DGRM 735 del 20/5/2013
la Giunta Regionale delle Marche, con Delibera 735 del 20/5/2013 (in attuazione della suddetta DGR
1696/2012) "Riduzione della frammentazione della Rete Ospedaliera, Riconversione delle piccole
strutture ospedaliere e Riorganizzazione della Rete Territoriale della Emergenza-Urgenza della Regione
Marche" riduce di 550 il numero di posti letto ospedalieri, portando il tasso regionale di posti letto per
1000 abitanti da 3,99 a 3,64, e trasforma 13 poli ospedalieri per acuti in Case della Salute, tra cui quello
di Cagli.
In particolare dalla lettura della suddetta DGRM si evidenzia quanto segue:
- non sono facilmente evidenziabili i criteri (territorio di riferimento, altre motivazioni tecnico-
organizzative) per cui i poli ospedalieri di Amandola e Pergola non sono stati compresi tra i poli
ospedalieri per acuti trasformati in "Casa della Salute"
- la nuova ripartizione dei posti letto penalizza inspiegabilmente i territori interessati dalla più alta
mobilità passiva extra regionale come quelli dell'Area Vasta 1 (provincia di Pesaro e Urbino) che nel
2011 è costata 30,56 milioni di euro, la cifra più alta tra tutte le aree vaste e che dalle ultime stime
sembra ulteriormente salita
- la dotazione dei posti letto, come si illustra nelle tabella seguente, penalizza, rispetto alla media regionale l'Area Vasta 1, tanto da risultare, dopo l'Area Vasta 4, quella con il minor numero di posti letto
8
P.L. per 1000 abitanti Regione Marche AV1
Acuti 2,90 2,22
Lungodegenza/riabilitazione 0,74 0,52
Totale acuti LD/riabilitazione 3,64 2,73
Mobilità 0,06 0,29
Cure intermedie 0,12 0,14
Totale complessivo 3,82 3,16
Si sottolinea come il decreto Balduzzi (02/04/2015), indica quanto segue: “con successivo provvedimento programmatico regionale saranno adottate disposizioni dirette ad assicurare, nell'ulteriore processo di riassetto delle reti ospedaliere, il raggiungimento di 3,7 posti letto per mille abitanti in ciascuna regione, fermo restando il rispetto di tale parametro a livello nazionale. “
- Decreto Ministero, Salute 02/04/2015 n° 70, G.U. 04/06/2015, (Decreto Balduzzi)
Recita al punto 9.2.2 “Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate Le regioni e le provincie autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti piu' di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace. I tempi devono essere definiti sulla base di oggettive tecniche di misurazione o di formale documentazione tecnica disponibile. Per centri hub and spoke si intendono anche quelli di regioni confinanti sulla base di accordi interregionali da sottoscriversi secondo le indicazioni contenute nel nuovo patto per la salute 2014-2016. Tali situazioni esistono in molte regioni italiane per presidi situati in aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi, oppure in ambiente insulare. Nella definizione di tali aree deve essere tenuto conto della presenza o meno di elisoccorso e di elisuperfici dedicate. In tali presidi ospedalieri occorre garantire una attivita' di pronto soccorso con la conseguente disponibilita' dei necessari servizi di supporto, attivita' di medicina interna e di chirurgia generale ridotta. Essi sono strutture a basso volume di attivita', con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza delle prestazioni, il mantenimento delle competenze professionali e gli investimenti richiesti da una sanita' moderna. Tali strutture devono essere integrate nella rete ospedaliera di area disagiata e devono essere dotate indicativamente di: - un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri; - una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilita' di appoggio nei letti di medicina (obiettivo massimo di 70% di occupazione dei posti letto per avere disponibilita' dei casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilita', per il restante orario, da parte dell'equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco; - un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all'Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica cosi' come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l'aggiornamento relativo. E' organizzata in particolare la possibilita' di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro hub o spoke piu' vicino, indagini laboratoristiche in pronto soccorso. E' predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall'Ospedale di zona particolarmente disagiata al centro
9
spoke o hub. E' prevista la presenza di una emoteca. Il personale deve essere assicurato a rotazione dall'ospedale hub o spoke piu' vicino.”
Progetto Aree Interne "Appennino basso pesarese e anconetano": Il polo spedaliero "Angelo Celli" di Cagli, è nelle condizioni di poter avere una deroga alla Delibera di Giunta regionale delle Marche n. 735 del 20/5/2013, che possa permettere il mantenimento di determinati servizi che non saranno previsti applicando la normativa alla lettera, visto che il progetto “Aree Interne” prevede deroghe per i territori svantaggiati e che l'ospedale di Cagli ha il bacino più grande nel territorio sede di tale progetto considerando che è la struttura di riferimento di sette comuni su dieci totali (Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Frontone, Piobbico e Serra Sant’Abbondio). In particolare nella DGRM n.1126 del 06.10.2014 "Aree interne - modalità di attuazione strategia nazionale nella programmazione Marche ed individuazione area pilota si evince quanto segue:
"....di individuare quale area pilota per la strategia per le aree interne nella Regione Marche l'area "Appennino basso pesarese e anconetano (Comuni di Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Piobbico, Frontone, Pergola, Serra S.Abbondio, Arcevia, Sassoferrato).....”.
“....il Ministero dello Sviluppo Economico ha definito la strategia delle "Aree interne" per individuare una larga parte del territorio nazionale, caratterizzata da perifericità rispetto ai principali poli dello sviluppo economico, con problemi di spopolamento, invecchiamento della popolazione residua, declino delle attività economiche, ma anche con alcune potenzialità di sviluppo......”
“.....la riuscita della strategia si fonderà sul concomitante intervento delle amministrazioni centrali che si impegnano a rafforzare nel riequilibrare nelle aree pilota i servizi essenziali di cittadinanza per le popolazioni residenti in particolare in materia di salute, istruzione ed accessibilità; a tal fine la legge di stabilità per il 2014 (G.U.n.302 del 27.12.2013 - suppl. ordinario n.87 commi da 13 a 17) ha stanziato risorse nazionali per la strategia. gli stessi interventi sui servizi essenziali rappresentano una parte fondamentale del progetto di ciascuna area.... “
Leggiamo, nella bozza dello schema/progetto del TAVOLO TECNICO SULLA SALUTE DELLE AREE INTERNE
progetto pilota appennino basso pesarese e anconetano, una sintesi del contesto in cui si inserisce
l’operazione di intervento del progetto aree interne, che sottolinea in modo inequivocabile:
“Nella zona di interesse i dati ISTAT al 2013 indicano un 27,8% dei residenti che ha più di 65 anni, mentre a
livello nazionale gli ultrasessantacinquenni erano il 21,18%”
“La mobilità passiva interregionale media per le regioni italiane nel 2013 è stata di 7,6% per i ricoveri
ordinari; la regione Marche ha un livello più alto con il 12% ricoveri ordinari; nella zona di interesse la
percentuale si attesta intorno al 17%, il doppio della media nazionale e un terzo di più della media
regionale…”
“Spiccano in particolare i comuni di Cantiano (mobilità al 34%) e di Apecchio (mobilità al 40%)”, che fanno
da cornice agli altri comuni come Acqualagna, Cagli, Piobbico, Serra Sant’Abbondio, Frontone, che fanno
parte del bacino del nosocomio A. Celli di Cagli.
“Tali valori” sostiene il documento istruttorio “sono dovuti alla posizione geografica di confine aggravata
da una incapacità dei servizi sanitari locali di soddisfare la domanda. Da tutto ciò si desume che le
caratteristiche socio demografiche dell’area di interesse rendono inadeguate ed inefficaci le normali
modalità erogative dell’assistenza”… “con conseguente aumento dei ricoveri ospedalieri evitabili anche
fuori regione e diminuzione della qualità e dell’appropriatezza dell’assistenza erogata”.
10
Dibattito in corso in altre Regioni - Regione Emilia-Romagna La risoluzione 827 dell'Assemblea Legislativa (26/06/2015), presentata da consiglieri di maggioranza e di opposizione, impegna la Giunta “a coinvolgere gli enti locali e le realtà territoriali nella definizione dei contenuti del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in modo che si giunga a soluzioni condivise, che tengano conto dei bisogni diversificati dei territori, delle criticità emerse e della necessaria sicurezza delle prestazioni erogate” e “a valutare nei territori maggiormente decentrati e con condizioni di criticità orografiche, come ad esempio quelli montani, l’attuazione di soluzioni organizzative adeguate a garantire il mantenimento e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate, con particolare riferimento a quelle dei servizi sanitari legati alla nascita”.
- Via libera dell’Assemblea legislativa, con voto unanime, alla risoluzione presentata da Pd e Sel (primo firmatario Yuri Torri di Sel), e sottoscritta anche da Ln, M5s, Fdi e AltraER, che impegna la Giunta a “coinvolgere gli enti locali nella definizione dei contenuti del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, in modo che si giunga a soluzioni condivise, che tengano conto dei bisogni diversificati dei territori, delle criticità emerse e della necessaria sicurezza delle prestazioni erogate”. L'esecutivo regionale dovrà inoltre “valutare, nei territori maggiormente decentrati e con condizioni di criticità orografiche, come ad esempio quelli montani, l’attuazione di soluzioni organizzative adeguate a garantire il mantenimento e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate, con particolare riferimento a quelle dei servizi sanitari legati alla nascita”. Particolare attenzione, infatti, andrà appunto posta "ai punti nascita".“La Regione Emilia-Romagna- si legge in una nota dell’Assemblea che cita l’atto d’indirizzo- grazie all’opera di riorganizzazione avviata già nella scorsa legislatura e alla ridefinizione del sistema di erogazione delle prestazioni sanitarie attraverso una sempre maggiore integrazione fra rete ospedaliera e servizi territoriali, può ottemperare all’accordo senza che siano necessari ulteriori ridimensionamenti dei presidi ospedalieri, salvaguardando così le diversificate esigenze di tutti i territori, a partire da quelli più disagiati della montagna”."Con l’approvazione della risoluzione- ha sottolineato Yuri Torri (Sel)- abbiamo fissato tre principi: confronto aperto con le realtà territoriali e gli enti locali; salvaguardia delle diverse esigenze di tutti i territori, a partire da quelli della montagna; attuazione di soluzioni organizzative adeguate a garantire il mantenimento e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate, con particolare riferimento a quelle dei servizi sanitari legati alla nascita”. Paolo Zoffoli e Luciana Serri (Pd) hanno confermato l’impegno della Regione a valutare singolarmente le differenti situazioni territoriali: “È importante fotografare globalmente il sistema sanitario del nostro territorio, c’è la volontà di fermare l’esecutività di qualsiasi atto che riguardi i piccoli ospedali, in attesa della discussione delle linee guida sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, che dovranno tenere conto dei bisogni del territorio. Analizzeremo situazione per situazione, con l’obiettivo di investire maggiori risorse per dare risposte ai nostri cittadini”. Per Marcella Zappaterra (Pd),“il Pd non condivide ragionamenti legati a singoli presidi, c’è tutto lo spazio per il confronto, al fine di garantire la sicurezza sanitaria”.
FONTI: http://wwwservizi.regione.emilia-romagna.it/oggetti/doc//X/OGAL2015026985.pdf http://www.quotidianosanita.it/emilia_romagna/articolo.php?articolo_id=29371 - Regione Toscana
Ampia relazione del presidente in Consiglio regionale sulla riforma della sanità (03/03/2015). "Non so come faranno le altre regioni perché a tagli di questa entità si può far fronte solo con determinazione e coraggio. Non vorrei che alla fine venga fuori che, poiché è fallita la sanità pubblica, ci si debba inventare la sanità privata".
I costi dei servizi offerti ai cittadini toscani e il loro livello di qualità “non sono compatibili con la manovra prevista dal disegno di legge stabilità 2015” che prevede “complessivamente 441 milioni di risorse in meno”. In particolare per la sanità “la manovra vale 210 milioni che diventano circa 250 tenuto conto che dovrà coprire ulteriori costi crescenti, per esempio per farmaci anti epatite , stimati in circa 40 milioni per il 2015”. Sono le valutazioni espresse dal governatore, Enrico Rossi, nel corso della sua comunicazione in Consiglio regionale su ‘Il sistema sanitario toscano: un sistema sanitario pubblico, di qualità, per tutti”. Per Rossi esistono margini “di ulteriore efficienza e di lotta agli sprechi anche nel Sistema Sanitario Toscano”, soprattutto per quanto concerne “farmaceutica, dispositivi medici e nuove tecnologie”. Si tratta di ambiti in cui è quindi possibile risparmiare, come anche “le innovazioni organizzative e gestionali nell’offerta dei servizi e il
11
ridisegno dei sistemi macro organizzativi”. Tuttavia essi producono “un risultato solo parziale rispetto agli oltre 250 milioni previsti a carico del bilancio sanitario della Toscana”......... Per sbrogliare questa intricata matassa un’opzione potrebbe essere quella di “ridisegnare e ristrutturare l’offerta ospedaliera, con la chiusura dei piccoli ospedali”. Una possibilità che Rossi non vede però di buon occhio, in quanto determinerebbe “una separazione nella comunità toscana, incrinando la sua equità territoriale, con un centro ricco di salute e una periferia povera di cure”. E’ per questo che, ragiona il governatore, “altre devono essere le strade da percorrere”. Piuttosto è preferibile puntare su “un coerente ridisegno territoriale della disponibilità delle competenze e delle tecnologie necessarie”........... "Non so come faranno le altre regioni - ha concluso Rossi - perché a tagli di questa entità si può far fronte solo con determinazione e coraggio. Non vorrei che alla fine venga fuori che, poiché è fallita la sanità pubblica, ci si debba inventare la sanità privata. Al contrario, io sono convinto che il servizio sanitario pubblico, un servizio di qualità, per tutti i cittadini, debba essere salvaguardato. E si può farlo solo riorganizzandolo in profondità".
Fonti http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=26360 http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato4713090.pdf http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?approfondimento_id=4524
Conclusioni: Per le motivazioni esposte sopra chiediamo la deroga alla DGRM 735 per il polo ospedaliero "A.Celli" di Cagli. Le normative si possono modificare basta volerlo ed in questo documento ci sono elementi che giustificano le modifiche che chiediamo. Come Aree Interne Disagiate abbiamo DIRITTO ad avere investimenti in servizi, ulteriori ai fondi che arriveranno da Roma; il fine di tale progetto dovrebbe essere quello di creare “disuguaglianza per creare uguaglianza”, ossia investire nei territori dove finora non si è speso un centesimo più di quanto si investe negli altri per riequilibrare il livello dei servizi. Ora è solo la volontà politica che ci deve essere, dire no ad una deroga alla delibera 735 del 2013 per l’ospedale "A. Celli" di Cagli, significa dire no ad un territorio e condannarlo ad essere sempre più area interna e sempre più disagiato. Si chiede, inoltre una maggiore condivisione con gli enti locali e le realtà territoriali nella definizione dei contenuti del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in modo che si giunga a soluzioni condivise. Infine, si chiede di conoscere in tempi rapidi un progetto complessivo, condiviso con gli enti locali e la popolazione, per il nostro polo ospedaliero (organizzazione, tempi e risorse investite).
Al Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica
Al Presidente della Regione Marche
Alla Giunta Regionale delle Marche
All’Assessore alla Sanità della Regione Marche
Al Presidente e ad i membri della V Commissione Regione Marche
Al Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino
Al Consiglio Provinciale di Pesaro e Urbino
Al Direttore dell’Area Vasta 1
Al Direttore dell’ASUR Marche
MOZIONE OSPEDALE “A.CELLI” DI CAGLI (PU)
PRESO ATTO CHE
i recenti risultati ottenuti dalla riconversione del sistema socio sanitario marchigiano hanno
totalmente disatteso gli obiettivi preposti tra cui la riduzione della mobilità passiva e delle
liste d’attesa, il potenziamento dell’assistenza distrettuale, la costruzione dell’Ospedale
Unico Marche Nord e la rimodulazione degli ospedali di polo.
Il mancato coinvolgimento delle amministrazioni locali nei processi decisionali ha
provocato una conflittualità nei territori ed ha portato ad uno sbilanciamento dei servizi a
favore della costa e a discapito delle zone interne, contribuendo ad aumentare un divario
che ormai sta diventando incolmabile
PREMESSO CHE:
la Giunta regionale delle Marche con Delibera 1696 del 3/12/2012 ha approvato una
Direttiva per l'attuazione del D.L. 95/2012, convertito con Legge 135 del 7 agosto 2012
concernente le disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei
servizi ai cittadini;
l'art. 15 comma 13 lettera c del D.L. 95/2012, convertito con Legge 135 del 7/8/2012
concernente le Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei
servizi ai cittadini dispone che le regioni:
“.. adottano.. provvedimenti di riduzione dello standard dei posti letto ospedalieri accreditati
ed effettivamente a carico del servizio sanitario regionale, ad un livello non superiore a 3,7
posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la
riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie”;
la Giunta regionale delle Marche, con Delibera 735 del 20/5/2013 (in attuazione della
suddetta DGR 1696/2012) ha approvato la Riduzione della frammentazione della Rete
Ospedaliera, Riconversione delle piccole strutture ospedaliere e Riorganizzazione della
Rete Territoriale della Emergenza-Urgenza della Regione Marche che, tra l’altro, riduce di -
550 il numero di posti letto ospedalieri, portando il tasso regionale di posti letto per 1000
abitanti da 3,99 a 3,64 e trasforma 13 piccole strutture ospedaliere in Case della Salute tra
cui quella di Cagli
che la nuova ripartizione dei posti letto disposta dalla Delibera 735 del 20/5/2013 penalizza
inspiegabilmente i territori interessati dalla più alta mobilità passiva extra regionale come
quelli dell'Area Vasta 1 (provincia di Pesaro e Urbino) che nel 2011 è costata 30,56 milioni
di euro, la cifra più alta tra tutte le aree vaste e che dalle ultime stime sembra ulteriormente
salita.
l'Area Vasta 1, ovvero il territorio con il più alto costo di mobilità passiva causato
presumibilmente anche dal suo basso standard di posti letto, è stato ulteriormente
penalizzata con la riduzione dello standard da 2,92 a 2,73 posti letto per 1000 abitanti
RITENUTO CHE:
il diritto alla salute debba essere considerato da tutti i legislatori come diritto prioritario.
la revisione della spesa pubblica “con invarianza dei servizi ai cittadini” dovrebbe
realizzarsi attraverso la riduzione dei costi e degli eventuali sprechi e non attraverso la
riduzione dei servizi ai cittadini
la diminuzione dei posti letto ospedalieri a carico dell’Area Vasta 1, oltre a ridurre i servizi
sanitari rischia di aggravare i costi già alti di mobilità passiva extraregionale
il nostro territorio, oltre ad essere uno tra i più vasti e più complessi dal punto di vista
orografico a livello regionale, è stato oltretutto scelto come progetto pilota per le “Aree
interne” in quanto ritenuto in una situazione di squilibrio di servizi, subirà un ulteriore
depotenziamento con l’applicazione in toto della delibera suindicata
IMPEGNA IL CONSIGLIO COMUNALE:
I. a richiedere per l’ospedale "Angelo Celli" di Cagli, una deroga alla Delibera di Giunta
regionale delle Marche n. 735 del 20/5/2013, che possa permettere il mantenimento di
determinati servizi che non saranno previsti applicando la normativa alla lettera, visto che il
progetto “Aree Interne” prevede deroghe per i territori svantaggiati e che l'ospedale di Cagli
ha il bacino più grande nel territorio sede di tale progetto considerando che è la struttura di
riferimento di sette comuni su dieci totali (Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Frontone,
Piobbico e Serra Sant’Abbondio). In particolare nella DGR n.1126 del 06.10.2014 "Aree
interne - modalità di attuazione strategia nazionale nella programmazione Marche ed
individuazione area pilota si evince quanto segue:
"....di individuare quale area pilota per la strategia per le aree interne nella Regione
Marche l'area "Appennino basso pesarese e anconetano (Comuni di Acqualagna, Apecchio,
Cagli, Cantiano, Piobbico, Frontone, Pergola, Serra S.Abbondio, Arcevia,
Sassoferrato).....”.
“....il Ministero dello Sviluppo Economico ha definito la strategia delle "Aree interne" per
individuare una larga parte del territorio nazionale, caratterizzata da perifericità rispetto
ai principali poli dello sviluppo economico, con problemi di spopolamento, invecchiamento
della popolazione residua, declino delle attività economiche, ma anche con alcune
potenzialità di sviluppo......”
“.....la riuscita della strategia si fonderà sul concomitante intervento delle amministrazioni
centrali che si impegnano a rafforzare nel riequilibrare nelle aree pilota i servizi essenziali
di cittadinanza per le popolazioni residenti in particolare in materia di salute, istruzione
ed accessibilità; a tal fine la legge di stabilità per il 2014 (G.U.n.302 del 27.12.2013 -
suppl. ordinario n.87 commi da 13 a 17) ha stanziato risorse nazionali per la strategia. gli
stessi interventi sui servizi essenziali rappresentano una parte fondamentale del progetto di
ciascuna area.... “
II. a proporre delle soluzioni di cui sotto, per cercare quantomeno di garantire il livello minimo
indispensabile per la salute dei cittadini di questo territorio:
AREA OSPEDALIERA
Visto l’alto tasso di invecchiamento della popolazione di riferimento e la crescente presenza di
patologie croniche degenerative nel territorio di riferimento, riteniamo sia necessaria:
- il ripristino dei posti letto di medicina per acuti;
- un’attività ospedaliera di geriatria ed un incremento dei posti letto di lungodegenza post-
acuzie;
- il mantenimento dell’attività chirurgica in day surgery in particolare Senologia, Ortopedia,
Oculistica;
- nello specifico, per la Senologia, si richiedono posti letto di degenza e un’assistenza
anestesiologica adeguata e continuativa;
- il mantenimento della piena funzionalità del PPI con personale medico dipendente (H24)
- il mantenimento di emergenza territoriale con POTES medicalizzata (H24)
- il ripristino dell’attività di emergenza (H24) di laboratorio analisi con personale e/o
attrezzature dedicate;
- aggiornamento e potenziamento tecnologie di diagnostica per immagini;
- il mantenimento e potenziamento dell'attività ospedaliera di riabilitazione intensiva;
- il mantenimento dell'attività di emodialisi.
AREA TERRITORIALE
- potenziamento dell’assistenza domiciliare infermieristica, medica e riabilitativa nell’ottica
anche del recente ampliamento dell’ambito territoriale con estensione ai comuni di Serra
Sant’Abbondio e Frontone;
- il mantenimento e/ o potenziamento dell’attività e dell’assetto della continuità assistenziale
(guardia medica) per i motivi sopra citati inerenti i nuovi comuni annessi;
- il potenziamento della attività diagnostica ambulatoriale di base specialistica (ospedaliera e
distrettuale) onde abbattere le lunghe liste di attesa esistenti;
- potenziamento e sostituzione tecnologie di diagnostica ambulatoriale.
III. A richiedere costantemente di essere coinvolti come amministrazioni locali quando si parla
della salute dei nostri cittadini, su tutte le questioni anche sull' Ospedale Unico dell'Azienda
Ospedaliera Marche Nord, dalla scelta di una localizzazione baricentrica fino ai metodi di
finanziamento della stessa. Vogliamo essere attori protagonisti nel processo decisionale che
porterà questo riassetto nella Sanità della nostra Area Vasta e che (ci teniamo a sottolineare)
va di pari passo con il potenziamento dei servizi nelle piccole strutture come quella di Cagli
che devono fungere da filtro per evitare il congestionamento (come sta già succedendo) degli
ospedali principali del nostro territorio, con il rischio, ancora una volta, che venga disatteso
l’obiettivo di creare una struttura ospedaliera provinciale di eccellenza, di fatto assente nel
nostro territorio.