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PRATO TOSCANA OGGI 26 ottobre 2014 VIII Gli alberi di don Pratesi lungo il cammino di chi cerca Dio LA RECENSIONE Uscito per le Dehoniane il nuovo libro del sacerdote pratese ominus vobiscum, porca miseria!» disse un vescovo appena rientrato dal Concilio Vaticano II. «Ma come Eccellenza?» chiesero stupiti i fedeli. «Eh si, mi han detto che devo dir la messa in volgare!». «Io non ci credo che è successo, ma se fosse vero non aveva capito che parlare in volgare significava usare un linguaggio vicino alla gente». Parole di mons. Luigi Bettazzi, protagonista della serata conclusiva del ciclo «Abbattere il tabù della morte», che di linguaggio semplice e immediato se ne intende. L’argomento poteva essere molto pesante da trattare; l’oratore è stato invece in grado di creare una serata leggera e al tempo stesso ricca di significato, in cui le barzellette sul Concilio Vaticano II (Bettazzi è uno dei pochi vescovi ancora viventi che vi hanno partecipato) hanno inframezzato il messaggio intenso e corposo, nascosto nell’allegria dei racconti delle sue esperienze di vita pastorale. Bettazzi, seguito con attenzione da mons. Franco Agostinelli che ha introdotto la serata, e da padre Guidalberto Bormolini, ideatore del progetto di «Abbattere il tabù», s’è soffermato sul concetto di «al di là». «Questo al di là, qualcosa in cui si va fuori di sé…in greco si dice estasi…è l’espressione vera dell’amore, che in nient’altro consiste se non nell’andare verso l’altro». Amore e morte inscindibilmente legati allora, un amore che ci conduce fuori di noi e ci fa entrare in un mondo diverso dove «non c’è più la temporalità. Santa Teresa quando era in estasi non guardava l’orologio!». «La morte è il momento in cui si passa da dentro al tempo all’eternità che è fuori dal tempo. In quel momento si va nell’eternità così come si è. Stavi amando? sarai amore; eri chiuso: entrerai chiuso…poi c’è la purificazione e la misericordia per fortuna..». Questa necessità d’amare per entrare nell’amore Infinto ce la insegna la Trinità: «essa non è 1 + 1 + 1, sarebbero tre in questo modo! Essa è invece 1 x 1 x 1, il cui prodotto fa sempre 1! Talmente l’uno per l’altro da essere una cosa sola». Matteo Pedrini D « IL RESOCONTO ......... PRATO E CESARE GUASTI, LE CONFERENZE ALLA RONCIONIANA resso la Biblioteca Roncioniana si sono tenute le ultime due conferenze del XIII Ciclo dedicate a «Cesare Guasti protagonista della cultura pratese». Un ciclo che ha messo in evidenza l’importanza del Guasti per la storia di Prato, attraverso i suoi studi, le sue pubblicazioni, i suoi rapporti con la cultura del tempo proiettata nella crescita civile e morale della città, di cui ancora oggi gli siamo debitori. Angiolo Buti, presidente dell’Associazione ha svolto il tema: «Cesare Guasti biografo di Giuseppe Silvestri “l’amico della studiosa gioventù” nel memoriale del senatore Guido Bisori». L’argomento è di particolare importanza per la storia culturale della nostra città. Si uniscono tre personaggi di diversa epoca e di diversa personalità accomunati da un grande amore per Prato. Il canonico Giuseppe Silvestri, rettore del Collegio Cicognini, mente aperta di grande cultura, filologo di fama e studioso dei classici e della Divina Commedia, dette un grande impulso all’educazione giovanile nella prima metà dell’Ottocento, e non solo a Prato. Fu maestro al Cicognini di Cesare Guasti, che riconobbe l’importanza fondamentale dei suoi insegnamenti nella propria formazione culturale ed umana scrivendone la biografia, che uscì in due volumi sotto il titolo «L’amico della studiosa gioventù», pubblicata nel 1875 in Prato nella stamperia di Ranieri Guasti. Il senatore Guido Bisori, per lunghi anni, in dieci governi del dopoguerra sottosegretario al Ministero degli Interni, oltre che politico che si interessò dei numerosi problemi di Prato riuscendo ad ottenere il riconoscimento delle esigenze che la Città e Diocesi di Prato manifestavano, era studioso attento della cultura e della storia del territorio pratese. Fu grande ammiratore di Cesare Guasti, che celebrò in varie circostanze civili e religiose insieme a mons. Francesco Piccardi e al canonico Enrico Mazzoni nella associazione Palestra di religione e cultura «Cesare Guasti» , che tanto operò per la conoscenza del nostro illustre cittadino. Maurizio Fara, studioso di storia pratese, ha svolto il tema: Gli studi di Cesare Guasti su S. Caterina de’ Ricci e il suo contributo alle celebrazioni del primo centenario della canonizzazione, seguendo testi dell’epoca accuratamente ricercati e studiati. Caterina de’ Ricci (1522-1590), chiamata la Santa di Prato, rivela aspetti mistici di grande intensità spirituale e aspetti umani di grande cultura e socialità. Governò per diversi anni il grande monastero di S.Vincenzo Ferreri, aperta all’esterno come rivelano le lettere, dal Guasti pazientemente ritrovate in archivi e presso privati, scritte ad ogni ceto di persone: ai familiari, ai governanti, ai principi, ai religiosi, all’umile gente. Lettere che ebbero l’attenzione di Giosuè Carducci anche per il suo valore di lingua. Merito di Cesare Guasti è l’avere raccolto le lettere in tre volumi, usciti nel tempo, ad iniziare da quello del 1846 pubblicato in occasione del primo centenario della canonizzazione di S. Caterina decretata da Benedetto XIV nel 1746. Giovanni Bensi P egli scritti di don Marco Pratesi, si trova sempre più di quanto si cerchi. La sua vastissima cultura e la conoscenza dei testi sacri offrono molti spunti al lettore. «I quattro alberi», appena pubblicato per le edizioni Dehoniane, è un bellissimo e straordinario libro che s’iscrive nella scia dei grandi classici di vita spirituale e della teologia patristica, da portare sempre e ovunque. È un libro di poche pagine, ma una miniera d’insegnamenti, che ci aiuta anzitutto a riscoprire la spiritualità, la vita spirituale, il cammino interiore verso la semplicità del cuore. Tutti oggi ci chiediamo cosa succede, perché non funziona la società, perché la fede del credente non risolve questi problemi, cosa ci aspetta domani e oltre questa vita...? Sulle strade dove corriamo in cerca di felicità e di risposte, siamo assaliti dalla paura e raccogliamo insuccessi e delusioni. La prima spiegazione di tanti nostri fallimenti è che non possiamo avventurarci sulle strade della vita senza aver prima percorso il sentiero interiore che dalla semplicità porta alla vera gioia, dolcezza e pace del cuore. Esperto di Patristica, don Marco Pratesi ha scelto alcuni dei testi biblici importanti (il Salmo 119…) e dei Santi che, oltre a essere dei modelli di vita, ci svelano qualche segreto per permettere anche a noi di raggiungere le cime. Testi sacri e Santi che ci dicono quello che siamo diventati, anche se continuiamo a credere di essere sempre come prima. C’è in noi una frattura profonda causata dal peccato, ma anche dal non sapere bene giudicare, amare e vivere. Una frattura tra mente e cuore alla base del grande dolore che ci assale e assilla. E se l’uomo N è distrutto dal dolore, perché lontano da Dio e sfiancato da un cammino senza idee chiare, cioè «a caso», lo richiama il Cristo, quel Dio cui non avrebbe dovuto separarsi e che ci propone di risorgere con lui. Cristo, ritmo della nostra glorificazione! Il cammino inizia con il «desiderare la vita», senza accontentarsi dei surrogati e delle false consolazioni e prosegue nella direzione dell’integrità e armonia. Presso l’albero della conoscenza, don Marco Pratesi ci porta a conoscere le nostre dinamiche delle affettività umane e, di conseguenza, a conoscere il nostro vero punto debole. Accanto all’amore disinteressato, in noi c’è anche un altro tipo di amore: l’amore di sé, ma questo non è ancora il punto debole anche se spesso finiamo per volerci male pensando di farci del bene. Il vero problema non è la nostra povertà e miseria, ma il rifiuto di pentirci. Il problema è che pensiamo di sapere cos’è il bene. Dio ci può dire tutto quello che vuole, ma noi seguiamo la nostra strada, il nostro giudizio, una nostra morale anche se vuota, perché pensiamo di sapere dove andiamo. In questo ci aiuta il Diabolos, il demonio, colui che opera la separazione tra Dio e l’uomo, tra il creato e l’uomo, che sovverte non solo l’ordine, ma anche la verità stessa ripetendoci che tutte le cose sono sullo stesso piano. Questo è il punto. Don Marco Pratesi mostra, infatti, che se l’uomo mette Dio sul proprio stesso piano, lo rinnega e disobbedire - tanto per fare un esempio - diventa un gioco da bambini. A forza di non volerci far trasformare da Dio, siamo contenti di non vivere e siamo convinti di essere furbi, cerchiamo di «impadronirci della condizione divina, di arraffare i suoi beni alle sue spalle». L’albero del giudizio. La perla preziosa che cerchiamo è vedere Dio. Avere la fede senza desiderare di vedere Dio non è una fede autentica. Nelle altre religioni, ci si muove per l’amore della verità e per trovare la pace interiore, noi cristiani ci muoviamo per cercare il volto di Dio. Un cristiano deve cercare il volto di Dio. E bisogna mettere tutta la nostra intelligenza, tutte le nostre forze per raggiungerlo. Se lasciamo la nostra anima in stato di peccato, essa diventa come una pietra che non ha nessun riflesso di luce. La ricetta è sempre la stessa: cercare la perfezione della carità ovunque, ispirandosi a Cristo e al Vangelo, vivere nella trasparenza. E soprattutto nella fiducia. Coloro che sono arrivati alla perfezione si sono sempre appoggiati non solo sull’entusiasmo personale, ma sulla fedeltà di Dio e la sua giustizia. Hanno lasciato che il loro cuore venga ritmato dai suggerimenti dello Spirito. Fondamento di ogni speranza è la Croce di Cristo. È ponendoci di fronte ad essa che troviamo la salvezza. Come dice il salmo, le nostre sorgenti sono in Lui, la nostra salvezza è Lui e non l’intelligenza, la forza, la bravura e tanto meno la nostra giustizia. Presso l’albero della sapienza, il segreto che ci viene rivelato è quello di diventare liberamente, per amore, ciò che siamo già a causa del peccato. A causa del peccato siamo paralizzati… ed ecco Dio ci propone di salire sul lettuccio e farci portare davanti a lui. A causa del peccato siamo senza scampo. Siamo come uccellini sorpresi nel nido da un gatto affamato. Noi ci ostiniamo a cercare la forza. Invece serve solamente la fame e la sete. Per cercare Dio, la sua mano, il pane di vita, ci dice don Marco, bisogna avere solo la fame e la sete di Lui. Bisogna portare la nostra povertà e per ricevere la sua ricchezza. Come dicevamo, leggendo questo libro si trovano molte più cose di quelle sperate, più di questo non diciamo per non togliere al lettore la gioia di gustarne personalmente la bellezza. Jean Jacques Ilunga Una conferenza su Fiordelli a 10 anni dalla morte a battaglia per la vita e la famiglia». È il titolo di una conferenza promossa in ricordo di mons. Pietro Fiordelli a dieci anni dalla morte, avvenuta il 23 dicembre 2004. L’occasione è anche l’uscita del libro di Giu- seppe Brienza intitolato: «La difesa sociale della famiglia. Diritto naturale e dottrina cristiana nella pastorale di Pietro Fiordelli, vescovo di Prato», con un invito alla lettura di Luigi Negri e una postfazione del teologo Antonio Livi. L’incontro si tiene venerdì 7 novembre alle 21,15 nella parrocchia di Ge- sù Divino Lavoratore in via Donizetti, 62. Interverranno l’autore e mons. Agostinelli. Introduce padre Giovanni Giannalia. L « MONS. BETTAZZI E GLI ANEDDOTI SUL CONCILIO UN AUGURIO SPECIALE A VIENNA! rande festa a San Quirico di Vernio per i cento anni di Vienna: lo scorso 9 ottobre, infatti, Vienna Pieraccini Maltinti ha compiuto un secolo d’età. Un traguardo festeggiato con entusiasmo non solo dai compaesani, ma anche dai figli Attilio e Giuseppina e dai numerosi nipoti. Tra questi Luigi, Claudio e don Andrea Cerretelli: medico il primo, direttore dei musei diocesani il secondo e neonominato parroco dell’Immacolata Concezione a Galcetello il terzo, figli della sorella di Vienna, nata e sempre vissuta nell’Alta valle del Bisenzio. Per l’occasione le è stato preparato un album fotografico che ripercorre i suoi cent’anni tra ritratti, immagini e i momenti importanti di una lunga vita. Anche da parte della redazione pratese di Toscana Oggi un grande augurio per questo felice momento! G CENTENARIO ......... Marco Giraldi laureato in Scienze Politiche omplimenti a Marco Giraldi, nostro affezionato lettore, che si è laureato in Sociologia e ricerca sociale all’Ateneo di Firenze, facoltà di Scienze Politiche, lo scorso 14 ottobre. Marco ha sostenuto una tesi intitolata «Prato negli anni del centrismo (1948-1958). Aspetti politici, economici e sociali», relatore il professor Fulvio Conti docente di Storia Sociale dell’età contemporanea. A Marco vanno le congratulazioni della redazione. C 25 OTTOBRE ......... IN BIBLIOTECA TORNA LA LANTERNA MAGICA uando ancora la televisione non era nemmeno un sogno, esisteva la lanterna magica, un proiettore speciale di immagini suggestive: proprio questo strumento sarà il protagonista di «Immagina un mondo senza tv», rassegna per bambini e famiglie organizzata alla biblioteca del seminario. Dopo il primo appuntamento del 4 ottobre, sabato 25 ottobre alle 10,30 ci sarà «Nuvole e fantasia», un appuntamento con la proiezione di una selezione di fiabe per lanterna magica. Al termine del racconto, i bambini, assieme ai loro genitori, potranno realizzare un simpatico elaborato da conservare come ricordo dell’esperienza. L’evento rientra nel circuito «Un autunno da sfogliare 2014» promosso dal Sistema bibliotecario pratese; i destinatari sono i bambini dai tre ai dieci anni. Prenotazione obbligatoria allo 0574/29339; costo 3,50 euro. Q L’ULTIMO INCONTRO DE «I TABÙ DELLA MORTE» .........

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PRATOTOSCANA OGGI26 ottobre 2014VIII

Gli alberi di don Pratesi lungoil cammino di chi cerca Dio

■ LA RECENSIONE Uscito per le Dehoniane il nuovo libro del sacerdote pratese

ominus vobiscum,porca miseria!»

disse un vescovoappena rientrato dalConcilio Vaticano II.«Ma come Eccellenza?»chiesero stupiti i fedeli.«Eh si, mi han detto chedevo dir la messa involgare!». «Io non cicredo che è successo,ma se fosse vero nonaveva capito che parlarein volgare significavausare un linguaggiovicino alla gente».Parole di mons. LuigiBettazzi, protagonistadella serata conclusivadel ciclo «Abbattere iltabù della morte», chedi linguaggio semplice eimmediato se neintende. L’argomentopoteva essere moltopesante da trattare;l’oratore è stato invecein grado di creare unaserata leggera e altempo stesso ricca disignificato, in cui lebarzellette sul ConcilioVaticano II (Bettazzi èuno dei pochi vescoviancora viventi che vihanno partecipato)hanno inframezzato ilmessaggio intenso ecorposo, nascosto

nell’allegria dei raccontidelle sue esperienze divita pastorale.Bettazzi, seguito conattenzione da mons.Franco Agostinelli cheha introdotto la serata,e da padre GuidalbertoBormolini, ideatore delprogetto di «Abbattere iltabù», s’è soffermato sulconcetto di «al di là».«Questo al di là,qualcosa in cui si vafuori di sé…in greco sidice estasi…èl’espressione veradell’amore, che innient’altro consiste senon nell’andare versol’altro». Amore e morteinscindibilmente legatiallora, un amore che ciconduce fuori di noi e cifa entrare in un mondodiverso dove «non c’èpiù la temporalità.

Santa Teresa quando erain estasi non guardaval’orologio!». «La morteè il momento in cui sipassa da dentro altempo all’eternità che èfuori dal tempo. In quelmomento si vanell’eternità così comesi è. Stavi amando? saraiamore; eri chiuso:entrerai chiuso…poi c’èla purificazione e lamisericordia perfortuna..». Questanecessità d’amare perentrare nell’amoreInfinto ce la insegna laTrinità: «essa non è 1 +1 + 1, sarebbero tre inquesto modo! Essa èinvece 1 x 1 x 1, il cuiprodotto fa sempre 1!Talmente l’uno perl’altro da essere unacosa sola».

Matteo Pedrini

IL RESOCONTO.........

PRATO E CESARE GUASTI,LE CONFERENZEALLA RONCIONIANA

resso la Biblioteca Roncioniana si sono tenute le ultimedue conferenze del XIII Ciclo dedicate a «Cesare Guasti

protagonista della cultura pratese». Un ciclo che ha messoin evidenza l’importanza del Guasti per la storia di Prato,attraverso i suoi studi, le sue pubblicazioni, i suoi rapporticon la cultura del tempo proiettata nella crescita civile emorale della città, di cui ancora oggi gli siamo debitori.Angiolo Buti, presidente dell’Associazione ha svolto iltema: «Cesare Guasti biografo di Giuseppe Silvestri“l’amico della studiosa gioventù”nel memoriale delsenatore Guido Bisori». L’argomento è di particolareimportanza per la storia culturale della nostra città. Siuniscono tre personaggi di diversa epoca e di diversapersonalità accomunati da un grande amore per Prato. Ilcanonico Giuseppe Silvestri, rettore del Collegio Cicognini,mente aperta di grande cultura, filologo di fama estudioso dei classici e della Divina Commedia, dette ungrande impulso all’educazione giovanile nella prima metàdell’Ottocento, e non solo a Prato. Fu maestro al Cicogninidi Cesare Guasti, che riconobbe l’importanzafondamentale dei suoi insegnamenti nella propriaformazione culturale ed umana scrivendone la biografia,che uscì in due volumi sotto il titolo «L’amico dellastudiosa gioventù», pubblicata nel 1875 in Prato nellastamperia di Ranieri Guasti. Il senatore Guido Bisori, perlunghi anni, in dieci governi del dopoguerrasottosegretario al Ministero degli Interni, oltre che politicoche si interessò dei numerosi problemi di Prato riuscendoad ottenere il riconoscimento delle esigenze che la Città eDiocesi di Prato manifestavano, era studioso attento dellacultura e della storia del territorio pratese. Fu grandeammiratore di Cesare Guasti, che celebrò in variecircostanze civili e religiose insieme a mons. FrancescoPiccardi e al canonico Enrico Mazzoni nella associazionePalestra di religione e cultura «Cesare Guasti» , che tantooperò per la conoscenza del nostro illustre cittadino.Maurizio Fara, studioso di storia pratese, ha svolto il tema:Gli studi di Cesare Guasti su S. Caterina de’Ricci e il suocontributo alle celebrazioni del primo centenario dellacanonizzazione, seguendo testi dell’epoca accuratamentericercati e studiati. Caterina de’Ricci (1522-1590),chiamata la Santa di Prato, rivela aspetti mistici di grandeintensità spirituale e aspetti umani di grande cultura esocialità. Governò per diversi anni il grande monastero diS.Vincenzo Ferreri, aperta all’esterno come rivelano lelettere, dal Guasti pazientemente ritrovate in archivi epresso privati, scritte ad ogni ceto di persone: ai familiari,ai governanti, ai principi, ai religiosi, all’umile gente.Lettere che ebbero l’attenzione di Giosuè Carducci ancheper il suo valore di lingua. Merito di Cesare Guasti èl’avere raccolto le lettere in tre volumi, usciti nel tempo,ad iniziare da quello del 1846 pubblicato in occasione delprimo centenario della canonizzazione di S. Caterinadecretata da Benedetto XIV nel 1746.

Giovanni Bensi

P

egli scritti di donMarco Pratesi, si trovasempre più di quantosi cerchi. La sua

vastissima cultura e laconoscenza dei testi sacrioffrono molti spunti al lettore. «Iquattro alberi», appenapubblicato per le edizioniDehoniane, è un bellissimo estraordinario libro che s’iscrivenella scia dei grandi classici divita spirituale e della teologiapatristica, da portare sempre eovunque. È un libro di pochepagine, ma una minierad’insegnamenti, che ci aiutaanzitutto a riscoprire laspiritualità, la vita spirituale, ilcammino interiore verso lasemplicità del cuore. Tutti oggi cichiediamo cosa succede, perchénon funziona la società, perchéla fede del credente non risolvequesti problemi, cosa ci aspettadomani e oltre questa vita...?Sulle strade dove corriamo incerca di felicità e di risposte,siamo assaliti dalla paura eraccogliamo insuccessi edelusioni. La prima spiegazionedi tanti nostri fallimenti è chenon possiamo avventurarci sullestrade della vita senza aver primapercorso il sentiero interiore chedalla semplicità porta alla veragioia, dolcezza e pace del cuore.Esperto di Patristica, don MarcoPratesi ha scelto alcuni dei testibiblici importanti (il Salmo119…) e dei Santi che, oltre aessere dei modelli di vita, cisvelano qualche segreto perpermettere anche a noi diraggiungere le cime. Testi sacri eSanti che ci dicono quello chesiamo diventati, anche secontinuiamo a credere di esseresempre come prima. C’è in noiuna frattura profonda causatadal peccato, ma anche dal nonsapere bene giudicare, amare evivere. Una frattura tra mente ecuore alla base del grande doloreche ci assale e assilla. E se l’uomo

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è distrutto dal dolore, perchélontano da Dio e sfiancato da uncammino senza idee chiare, cioè«a caso», lo richiama il Cristo,quel Dio cui non avrebbedovuto separarsi e che cipropone di risorgere con lui.Cristo, ritmo della nostraglorificazione! Il camminoinizia con il «desiderare la vita»,senza accontentarsi dei surrogatie delle false consolazioni eprosegue nella direzionedell’integrità e armonia. Pressol’albero della conoscenza, donMarco Pratesi ci porta aconoscere le nostre dinamichedelle affettività umane e, diconseguenza, a conoscere ilnostro vero punto debole.Accanto all’amore disinteressato,in noi c’è anche un altro tipo diamore: l’amore di sé, ma questonon è ancora il punto deboleanche se spesso finiamo pervolerci male pensando di farcidel bene. Il vero problema non èla nostra povertà e miseria, ma ilrifiuto di pentirci. Il problema èche pensiamo di sapere cos’è ilbene. Dio ci può dire tuttoquello che vuole, ma noiseguiamo la nostra strada, il

nostro giudizio, una nostramorale anche se vuota, perchépensiamo di sapere doveandiamo. In questo ci aiuta ilDiabolos, il demonio, colui cheopera la separazione tra Dio el’uomo, tra il creato e l’uomo,che sovverte non solo l’ordine,ma anche la verità stessaripetendoci che tutte le cosesono sullo stesso piano. Questoè il punto. Don Marco Pratesimostra, infatti, che se l’uomomette Dio sul proprio stessopiano, lo rinnega e disobbedire -tanto per fare un esempio -diventa un gioco da bambini. Aforza di non volerci fartrasformare da Dio, siamocontenti di non vivere e siamoconvinti di essere furbi,cerchiamo di «impadronircidella condizione divina, diarraffare i suoi beni alle suespalle». L’albero del giudizio. Laperla preziosa che cerchiamo èvedere Dio. Avere la fede senzadesiderare di vedere Dio non èuna fede autentica. Nelle altrereligioni, ci si muove per l’amoredella verità e per trovare la paceinteriore, noi cristiani cimuoviamo per cercare il volto diDio. Un cristiano deve cercare ilvolto di Dio. E bisogna metteretutta la nostra intelligenza, tuttele nostre forze per raggiungerlo.Se lasciamo la nostra anima instato di peccato, essa diventacome una pietra che non hanessun riflesso di luce. La ricettaè sempre la stessa: cercare laperfezione della carità ovunque,ispirandosi a Cristo e al Vangelo,vivere nella trasparenza. Esoprattutto nella fiducia. Coloroche sono arrivati alla perfezionesi sono sempre appoggiati nonsolo sull’entusiasmo personale,ma sulla fedeltà di Dio e la suagiustizia. Hanno lasciato che illoro cuore venga ritmato daisuggerimenti dello Spirito.Fondamento di ogni speranza èla Croce di Cristo. È ponendoci

di fronte ad essa che troviamo lasalvezza. Come dice il salmo, lenostre sorgenti sono in Lui, lanostra salvezza è Lui e nonl’intelligenza, la forza, la bravurae tanto meno la nostra giustizia.Presso l’albero della sapienza, ilsegreto che ci viene rivelato èquello di diventare liberamente,per amore, ciò che siamo già acausa del peccato. A causa delpeccato siamo paralizzati… edecco Dio ci propone di salire sullettuccio e farci portare davanti alui. A causa del peccato siamosenza scampo. Siamo comeuccellini sorpresi nel nido da ungatto affamato. Noi ci ostiniamoa cercare la forza. Invece servesolamente la fame e la sete. Percercare Dio, la sua mano, il panedi vita, ci dice don Marco,bisogna avere solo la fame e lasete di Lui. Bisogna portare lanostra povertà e per ricevere lasua ricchezza. Come dicevamo,leggendo questo libro si trovanomolte più cose di quelle sperate,più di questo non diciamo pernon togliere al lettore la gioia digustarne personalmente labellezza.

Jean Jacques Ilunga

Una conferenza su Fiordellia 10 anni dalla morte

a battaglia per la vita e la famiglia». È iltitolo di una conferenza promossa in

ricordo di mons. Pietro Fiordelli a dieci annidalla morte, avvenuta il 23 dicembre 2004.L’occasione è anche l’uscita del libro di Giu-seppe Brienza intitolato: «La difesa socialedella famiglia. Diritto naturale e dottrinacristiana nella pastorale di Pietro Fiordelli,vescovo di Prato», con un invito alla letturadi Luigi Negri e una postfazione del teologoAntonio Livi. L’incontro si tiene venerdì 7novembre alle 21,15 nella parrocchia di Ge-sù Divino Lavoratore in via Donizetti, 62.Interverranno l’autore e mons. Agostinelli.Introduce padre Giovanni Giannalia.

L«MONS.BETTAZZI E GLIANEDDOTI SUL CONCILIO

UN AUGURIO SPECIALEA VIENNA!

rande festa a San Quirico di Vernio per icento anni di Vienna: lo scorso 9 ottobre,

infatti, Vienna Pieraccini Maltinti hacompiuto un secolo d’età. Un traguardofesteggiato con entusiasmo non solo daicompaesani, ma anche dai figli Attilio eGiuseppina e dai numerosi nipoti. Tra questiLuigi, Claudio e don Andrea Cerretelli:medico il primo, direttore dei museidiocesani il secondo e neonominato parrocodell’Immacolata Concezione a Galcetello ilterzo, figli della sorella di Vienna, nata esempre vissuta nell’Alta valle del Bisenzio.Per l’occasione le è stato preparato un albumfotografico che ripercorre i suoi cent’anni traritratti, immagini e i momenti importanti diuna lunga vita. Anche da parte dellaredazione pratese di Toscana Oggi un grandeaugurio per questo felice momento!

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CENTENARIO.........

Marco Giraldi laureatoin Scienze Politiche

omplimenti a Marco Giraldi,nostro affezionato lettore, che si è

laureato in Sociologia e ricerca socialeall’Ateneo di Firenze, facoltà diScienze Politiche, lo scorso 14ottobre. Marco ha sostenuto una tesiintitolata «Prato negli anni delcentrismo (1948-1958). Aspettipolitici, economici e sociali», relatoreil professor Fulvio Conti docente diStoria Sociale dell’etàcontemporanea.A Marco vanno le congratulazionidella redazione.

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25 OTTOBRE.........

IN BIBLIOTECA TORNALA LANTERNA MAGICA

uando ancora la televisione non eranemmeno un sogno, esisteva la lanterna

magica, un proiettore speciale di immaginisuggestive: proprio questo strumento sarà ilprotagonista di «Immagina un mondo senzatv», rassegna per bambini e famiglieorganizzata alla biblioteca del seminario.Dopo il primo appuntamento del 4 ottobre,sabato 25 ottobre alle 10,30 ci sarà «Nuvole efantasia», un appuntamento con laproiezione di una selezione di fiabe perlanterna magica. Al termine del racconto, ibambini, assieme ai loro genitori, potrannorealizzare un simpatico elaborato daconservare come ricordo dell’esperienza.L’evento rientra nel circuito «Un autunno dasfogliare 2014» promosso dal Sistemabibliotecario pratese; i destinatari sono ibambini dai tre ai dieci anni.Prenotazione obbligatoria allo 0574/29339;costo 3,50 euro.

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L’ULTIMO INCONTRO DE «I TABÙ DELLA MORTE».........