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dott.ssa Libera Cappabianca La Scuola e l'intercultura ISTITUTO BENALBA per l’aggiornamento e la formazione Napoli

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dott.ssa Libera Cappabianca

La Scuola e l'intercultura

ISTITUTO BENALBA!per l’aggiornamento e la formazione!

Napoli

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dott.ssa Libera Cappabianca

Struttura del Corso

• I numeri che aiutano a riflettere!

• I concetti fondamentali della pedagogia interculturale!

• Le competenze interculturali dell'alunno!

STEP 3STEP 1 STEP 2

• Gli aspetti normativi dell'intercultura a scuola!

• Linee guida e buone prassi!

• Intercultura e nuove figure di supporto!

• Idee pratiche e strumenti laboratoriali per una scuola multiculturale dell'interculturalità!

Test di fine corso

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Secondo STEP

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dott.ssa Libera Cappabianca

A quale normativa e a quali linee guida possiamo far riferimento?

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Premessa

Come abbiamo visto nel primo step, la scuola italiana ha scelto di adottare una prospettiva interculturale, che si basa sulla promozione del dialogo e del confronto tra le culture per tutti gli alunni e a tutti i livelli. !

Scegliere l’ottica interculturale non significa limitarsi a strategie di integrazione degli alunni stranieri, né limitarsi ad applicare misure compensatorie di carattere speciale, si tratta, bensì, di assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola, come occasione per aprire l’intero sistema a tutti i tipi di differenze: di provenienza, di genere, di livello sociale e di storia scolastica.

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Concezione dinamicaTale approccio si basa su una concezione dinamica della cultura, che evita sia la chiusura degli alunni in una prigione culturale, sia gli stereotipi o la folklorizzazione. !

Prendere coscienza della relatività delle culture, infatti, non significa approdare ad un relativismo assoluto, che postula la neutralità nei loro confronti e ne impedisce, quindi, le relazioni. !

Le strategie interculturali evitano di separare gli individui in mondi culturali autonomi ed impermeabili gli uni agli altri, e si propongono di promuovere invece il confronto, il dialogo ed anche la reciproca trasformazione, per rendere possibile la convivenza ed affrontare anche gli eventuali conflitti che ne possono derivare.

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a quali principi si ispira?

La normativa italiana in tal senso si ispira prioritariamente a quattro principi generali, espressione delle molteplici dimensioni (personale, relazionale, culturale, socio-economica, organizzativa) che la questione migratoria pone nel suo impatto con la scuola:!

L’Universalismo!

La Scuola Comune!

La Centralità della persona!

L’interculturalità

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UniversalismoL’assunzione di criteri universalistici per il riconoscimento dei diritti dei minori è stata introdotta fin dagli anni Novanta a partire da due elementi valoriali forti:!

•L’applicazione alla realtà italiana delle norme previste dalla Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia, approvata in sede ONU nel 1989, ratificata dall’Italia nel 1991 e confermata nelle normative di quegli anni sulla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza;!

•La tradizione della scuola italiana messa a punto già negli anni Settanta nei confronti delle varie forme di diversità.!

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Bisogna riconoscere cheL’istruzione è un diritto di ogni bambino, anche di quello straniero o senza cittadinanza italiana. !

Ogni bambino è considerato portatore di diritti non solo come “figlio”, data la sua minore età, ma anche come individuo in sé, indipendentemente dalla posizione dei genitori e anche indipendentemente dalla presenza dei genitori sul nostro territorio; !

L’istruzione scolastica è un dovere che gli adulti devono rispettare e tutelare, in particolare per quanto riguarda la scuola dell’obbligo. Tutti devono poter contare su pari opportunità in materia di accesso, di riuscita scolastica e di orientamento.

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Dall’Art. 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948)

“Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.”!

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e ancora…

“Gli Stati parte si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione ed a garantirli ad ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione pubblica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza”!

Si tratta di Dichiarazioni che l’Italia ha fatto proprie, e che quindi valgono su tutto il nostro territorio e costituiscono un punto fermo per le politiche e gli interventi che sono rivolti o che coinvolgono bambini, ragazzi, adolescenti di ogni provenienza.

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Una Scuola ComuneLa scuola italiana fin da subito si è orientata verso l’inserimento degli alunni stranieri nella scuola comune, ossia all’interno delle normali classi scolastiche, evitando la costruzione di luoghi di apprendimento separati, differentemente da quanto previsto in altri Paesi e in continuità con precedenti scelte della scuola italiana per l’accoglienza di varie forme di diversità (differenze di genere, diversamente abili, eterogeneità di provenienza sociale). !

Si tratta dell’applicazione concreta del più generale principio dell’Universalismo, ma anche del riconoscimento di una valenza positiva alla socializzazione tra pari e al confronto quotidiano con la diversità.!

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nota bene

Tale scelta non è messa in discussione da pratiche concrete di divisione in gruppi, in genere per brevi periodi e per specifici apprendimenti, principalmente legati allo studio della lingua italiana.

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centralità della personaLa pedagogia a cui ci ispiriamo è orientata alla valorizzazione della persona e alla costruzione di progetti educativi che si fondino sull’unicità biografica e relazionale dello studente. !

Si tratta di un principio valido per tutti gli alunni, che diviene particolarmente significativo nel caso dei minori di origine straniera, in quanto rende centrale l’attenzione alla diversità e riduce i rischi di omologazione e assimilazione. Contemporaneamente, l’attenzione al carattere relazionale della persona può evitare le derive d’impostazione individualistica e aiutare la scuola a riconoscere il contesto di vita dello studente, la sua biografia familiare e sociale.

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InterculturalitàDi approccio interculturale abbiamo già molto parlato, riportiamo qui una frase esemplificativa tratta dal documento denominato “La Via Italiana per la Scuola Interculturale e l’integrazione degli alunni Stranieri” (2007) Promosso dall’Osservatorio Nazionale per l’Integrazione degli stranieri e per l’educazione interculturale:!

“La via italiana all’intercultura unisce alla capacità di conoscere ed apprezzare le differenze la ricerca della coesione sociale, in una nuova visione di cittadinanza adatta al pluralismo attuale, in cui si dia particolare attenzione a costruire la convergenza verso valori comuni.”

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La normativa come risorsa

Nel tempo sono state emanate diverse norme alle quali è importante e necessario far riferimento per andare incontro alle necessità degli alunni stranieri e delle loro famiglie con l’obiettivo di individuare strategie operative comuni in collaborazione con le diverse istituzioni, associazioni e agenzie educative del territorio.!

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Legge sull’immigrazioneLa tutela del diritto di accesso a scuola del minore straniero trova la sua principale fonte normativa nella legge sull’immigrazione, ossia la n. 40 del 6 marzo 1998 e nel decreto legislativo del 25 luglio 1998 intitolato “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”, che riunisce e coordina gli interventi in favore dell’accoglienza e integrazione degli immigrati, ponendo particolare attenzione all’integrazione scolastica. !

La legge n. 189 del 30 luglio 2002, più recentemente, ha poi confermato le procedure di accoglienza degli alunni stranieri a scuola.

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Lo strumento principale

Attualmente il quadro normativo, imperniato sull’autonomia delle istituzioni scolastiche, con D.P.R. n. 275/99, rappresenta lo strumento principale per affrontare tutti gli aspetti, come quello dell’integrazione degli stranieri, che richiedono la costruzione di appropriate e specifiche soluzioni. !

La legge di riforma dell’ordinamento scolastico, n. 53/2003, contiene elementi idonei allo sviluppo delle potenzialità di tutti gli allievi attraverso il concetto di personalizzazione dei piani di studio per la costruzione di percorsi educativi e didattici appropriati a ciascuno studente.!

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Il decreto legislativo n.76/2005

Sottolinea il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, al Comma 6 dell’art. 1, e allo stesso tempo riprende ed amplia il concetto di obbligo formativo (Art. 68 Legge 144/99), individuando i destinatari in !

“…tutti, ivi compresi i minori stranieri presenti nel territorio dello Stato”.

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Un’attenzione particolare

Va posta alla Circolare Ministeriale n. 2 del 8 gennaio 2010 che ha per oggetto le “Indicazioni e Raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana”, e che propone un’attenta analisi della questione, mettendo in evidenza alcune possibili criticità che nel documento vengono così riassunte:

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Criticità

•La significativa incidenza di dispersioni, abbandoni e di ritardi che caratterizza l’itinerario scolastico degli alunni provenienti da un contesto migratorio; !

•La loro conoscenza della lingua italiana, talora assente o padroneggiata a livelli di competenza notevolmente differenti.!

•Il possesso della “nuova” lingua più come spontaneo registro utile alla “comunicazione” quotidiana che non come strumento per lo studio nell’ambito di dell’itinerario scolastico; !

•La necessità di prevedere, al di là di ogni semplicistica separatezza, anche moduli di apprendimento e percorsi formativi differenziati, soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado; !

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B.E.S. Dm del 2012Ultimamente si parla sempre più spesso di B.E.S., una Direttiva Ministeriale denominata “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“, in cui viene specificato che:!

“L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.

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quali alunni?L’utilizzo dell’acronimo BES (Bisogni Educativi Speciali) sta quindi ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio della personalizzazione dell’insegnamento, sancito già dalla Legge 53/2003, va applicato con particolari accentuazioni in quanto a peculiarità, intensità e durata delle modificazioni.!

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Secondo questa prospettiva

Il ruolo del Consiglio di Classe (Cdc) nella scuola secondaria / team docenti nella scuola primaria assume una rilevanza ancora più marcata in quanto ha la funzione di individuare i casi riconducibili ad una definizione di B.E.S., e di adottare le conseguenti strategie didattiche (Piano Didattico Personalizzato). Ogni docente del Cdc / Team docenti è corresponsabile del PDP; ciò significa che questo documento è il risultato di una progettualità condivisa a livello di consiglio di classe. !

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Quali sono i compiti del CdC

•Verificare il bisogno di un intervento didattico fortemente personalizzato per l’alunno straniero; !

•Esaminare qualsiasi altro documento, se esiste (ad esempio relazione dei servizi sociali, lettere di segnalazione di disagio provenienti da chiunque purché verificata);!

•Prendere in considerazione ogni situazione che necessita di un possibile intervento di tipo pedagogico-didattico e che, pur in assenza di documentazione clinica o diagnosi, motiva l’assunzione delle stesse.

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Didattica personalizzata

I docenti, quindi, sulla base dell’osservazione e della conoscenza che hanno dell’alunno, possono decidere di implementare strategie didattiche personalizzate al fine di favorire lo sviluppo di abilità, adottando modalità di insegnamento inclusive, disponendo l’applicazione di misure dispensative, ed inoltre stabilire l’uso di strumenti compensativi da parte di questi studenti. !

Rispetto alle misure che è possibile mettere in atto, si raccomanda di elaborare collegialmente e corresponsabilmente il PDP, puntando non sulla quantità di dispense e di compensazioni, ma sulla loro effettiva pertinenza ed efficacia nel processo di apprendimento di ciascun studente e su criteri d’azione e di valutazione condivisi fattivamente dai docenti. !

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Il PDP in 4 step!

Le informazioni basilari che devono essere contenute in un PDP riguarda principalmente 4 aree:!

•I dati anagrafici dell’alunno;!

•I dati che descrivono la difficoltà oggetto dell’intervento didattico (dedotto dall’osservazione dei docenti o su base di relazioni prodotte da altre figure professionali, se vi sono);!

•La descrizione dell’intervento didattico in termini anche di misure compensative e dispensative adottate, di tempi e di obiettivi da raggiungere;!

•Termini e modalità di valutazione dei risultati ottenuti.!

!

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PDP e presa in carico

Il PDP è un documento ufficiale, un patto didattico ed educativo che viene stabilito tra la scuola e la famiglia e da entrambi dev’essere rispettato. Per quanto riguarda gli stranieri, tale percorso può essere pensato a priori come temporaneo, ossia fino a quando le difficoltà e i bisogni educativi speciali non siano risolti o attenuati. !

In altri casi, il PDP può essere modificato nel corso del percorso scolastico in base ai cambiamenti e ai bisogni dell’alunno in difficoltà.!

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Unità di apprendimento

Tale delicato compito consiste concretamente nell’individuazione di unità di apprendimento relative ai nuclei tematici fondanti di ogni disciplina per gli studenti stranieri; su tali nuclei si potrà poi articolare la programmazione personalizzata utilizzando testi facilitati e individuando obiettivi minimi. !

La finalità generale è ovviamente quella di facilitare l’apprendimento e/o consolidamento della lingua italiana e, pertanto, la normativa riconosce anche ad ogni istituzione scolastica, per il tramite dell’organo collegiale preposto alla cura della didattica, la facoltà di attivare corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti.

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Lingua italianaTali attività possono essere svolte anche nell’ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per l’arricchimento dell’offerta formativa, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola. !

Gli eventuali interventi di educazione linguistica, quali i corsi di alfabetizzazione o di sostegno linguistico, concorreranno alla valutazione formativa degli alunni stranieri.!

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Interventi

Ogni Consiglio di Classe, per poter valutare l’alunno straniero non alfabetizzato in lingua italiana, dovrà pertanto programmare interventi di educazione linguistica e percorsi disciplinari appropriati, anche avvalendosi delle competenze del Referente di settore, sulla base della storia scolastica precedente dell’alunno e ogni altra informazione. !

Ogni scelta effettuata dal Consiglio di Classe deve essere contenuta nel PDP che sarà punto di riferimento essenziale per la valutazione dell’alunno straniero.

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La famiglia

Per quanto possibile, la famiglia, dovrebbe essere invitata a collaborare con la scuola al fine di perseguire il positivo sviluppo del figlio, attraverso l’individuazione di questo percorso. !

Essa quindi è chiamata a:!

•! Condividere il PDP elaborato dal Consiglio di Classe;!

•! Mantenere i contatti con gli insegnanti, al fine di monitorare l’andamento scolastico dell’alunno;!

•! Verificare la regolarità della frequenza e gli esiti conseguiti;!

•! Supportare il figlio nel superamento delle difficoltà, incoraggiandolo nell’impegno e sostenendolo nella motivazione.

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lingua italiana

Gli studenti, specialmente quelli con difficoltà nella conoscenza e nell’uso della lingua italiana, hanno diritto a ricevere un insegnamento personalizzato, a usufruire di strumenti e sussidi didattici idonei a facilitare il percorso di apprendimento (come ad esempio glossari e testi semplificati).!

Se di prima alfabetizzazione hanno diritto a un sostegno linguistico predisposto dalla scuola, sia mattutino, da tenersi nel primo periodo di inserimento, sia pomeridiano che si configuri come luogo per acquisire, perfezionare, rafforzare gli strumenti linguistici necessari per un proficuo iter scolastico.!

Al riguardo, è tuttavia indubitabile che la conoscenza e la pratica della lingua italiana rappresentano non solo una base sicura per il successo scolastico, ma anche uno degli strumenti indispensabili per costruire una armoniosa coesione sociale.

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Studenti facilitatori

Per facilitare l’inserimento dei ragazzi stranieri con difficoltà linguistiche è possibile anche ricorrere ad una metodologia di supporto che vede come protagonisti altri studenti che parlino la stessa lingua di origine, e che diano disponibilità a collaborare all’accoglienza degli studenti bisognosi di supporto linguistico, erogando così un servizio HELP.

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didattica

Alla stesura del PDP, tutti i docenti sono chiamati, nell’ambito della propria disciplina, a selezionare i contenuti individuando i nuclei tematici fondamentali, al fine di permettere il raggiungimento almeno degli obiettivi minimi. !

L’individuazione dei nuclei concettuali imprescindibili di ogni disciplina suggerisce non di fissare alcuni argomenti, quanto di concentrare l’insegnamento/apprendimento sui concetti chiave delle discipline, chiedendosi che cosa devono sapere e che cosa devono saper fare gli studenti alla fine di un determinato percorso scolastico.!

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valutazione!

In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella “sommativa”, i Consigli di Classe, possono prendere in considerazione, tutti o solo in parte, i seguenti indicatori:!

• il percorso scolastico pregresso;!

• gli obiettivi possibili, rispetto alla situazione di partenza;!

• i risultati ottenuti nell’apprendimento dell’italiano L2;!

• i risultati ottenuti nei percorsi disciplinari programmati;!

• la motivazione;!

• la partecipazione;!

• l’impegno;!

• la progressione e le potenzialità d’apprendimento.

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Linee di azione

Sia il documento denominato “Linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”, che il documento di indirizzo già citato in precedenza, dal titolo “La Via Italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri”, che la Circolare Ministeriale del 2010, che ha per oggetto “Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana”, delineano alcune azioni ed indicazioni operative che tengono conto, da un lato, delle molteplici esperienze condotte in questi anni e, dall’altro lato, delle necessità evidenziate da una situazione in forte cambiamento che chiede di procedere con lungimiranza, qualità ed efficacia.

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Indicazioni

Sopratutto nei territori con elevata concentrazione di studenti con cittadinanza straniera, si ritiene che una equilibrata distribuzione della loro presenza possa giovare alla buona riuscita degli interventi messi in atto.!

Per fare ciò sarebbe auspicabile un’intesa tra le scuole e le reti di scuole del territorio ed una mirata collaborazione con egli enti locali.

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territorio

La costruzione di una rete sul territorio non è solo importante ai fini della distribuzione di questi studenti, ma anche ai fini della costruzione di un’offerta formativa che riduca le disuguaglianze e i rischi di esclusione sociale. Nell’ambito delle singole scuole, infatti, l’orientamento dovrebbe essere quello di favorire l’eterogeneità delle cittadinanze nella composizione delle classi.

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come accogliere

Con il termine accoglienza ci riferiamo ad un insieme di adempimenti e provvedimenti attraverso il quale prende forma il rapporto dell’alunno con la scuola.!

Possiamo distinguere tre aree dell’accoglienza:!

•Area Amministrativa;!

•Area comunicativo-relazionale;!

•Area educativo-didattica.

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Amministrativa!

L’area amministrativa racchiude in sè molti aspetti, da quelli relativi all’iscrizione fino a quelli relativi alla documentazione dell’alunno. L’obbligo scolastico concerne i minori stranieri, indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al soggiorno in Italia. Essi possono essere iscritti in qualsiasi momento dell’anno e, se privi di documentazione anagrafica o in posizione di irregolarità, vengono iscritti con riserva in attesa della regolarizzazione.!

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iscrizione

L'iscrizione con riserva non pregiudica comunque il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e grado. !

In mancanza dei documenti, la scuola iscrive il minore straniero poiché la posizione di irregolarità non influisce sull’esercizio di un diritto-dovere riconosciuto, ossia quello all’istruzione. !

Il contenuto delle norme citate esclude che vi sia un obbligo da parte degli operatori scolastici di denunciare la condizione di soggiorno irregolare degli alunni che stanno frequentando la scuola, quindi essi, iscrivendo l’alunno a scuola, esercitano un diritto riconosciuto dalla legge.

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non accompagnatiQualora la scuola riscontri il caso di minori stranieri “non accompagnati” (ossia che risultino abbandonati o privi di genitori o di altri adulti legalmente responsabili della loro tutela) deve darne subito segnalazione all’autorità pubblica competente per le procedure di accoglienza e affido, o di rimpatrio assistito!

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Area comunicativo-relazionale

Di particolare importanza risulta la capacità della scuola di facilitare la comunicazione con la famiglia dell’alunno, facendo ricorso, ove possibile a mediatori culturali o ad interpreti (risorse interne o esterne), per superare le difficoltà linguistiche ed anche per facilitare la comprensione delle scelte educative della scuola. Utile a tal proposito potrebbe essere un foglio informativo, tradotto nelle diverse lingue, che spieghi l’organizzazione della scuola, le diverse opzioni educative, che riporti il calendario degli incontri scuola-famiglia ed una breve sintesi delle modalità di valutazione delle competenze.!

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Tre Macro-areeSono state individuate nella pratica educativo didattica dieci principali linee di azione per quanto riguarda l’accoglienza degli alunni stranieri, essi sono riconducibili a tre macro-aree:!

•Azioni per l’integrazione;!

•Azioni per l’interazione interculturale;!

•Gli attori e le risorse.!!

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integrazione

Si tratta di strategie che vedono come destinatari diretti o comunque privilegiati gli alunni di cittadinanza non italiana e le loro famiglie. Sono rivolte in modo particolare a garantire agli studenti le risorse per il diritto allo studio, la parità nei percorsi di istruzione, la partecipazione alla vita scolastica. Sono riconducibili a questa area le pratiche di accoglienza, di inserimento nella scuola, l’apprendimento dell’italiano come seconda lingua, la valorizzazione del plurilinguismo, le relazione con le famiglie straniere e l’orientamento.

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Integrazione Culturale

Si tratta di linee di intervento che hanno a che fare con le gestione pedagogica e didattica dei cambiamenti in atto nella scuola e nella società, con i processi di incontro, le sfide della coesione sociale, le condizioni dello scambio interculturale e le relazioni tra uguali e differenti. In altre parole, prevedono come destinatari tutti gli attori che operano sulla scena educativa. Sono riconducibili a questa area gli interventi relativi alle relazioni a scuola e nel tempo extrascolastico, alle discriminazioni e i pregiudizi, alle prospettive interculturali nei saperi e nelle competenze.!

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Attori e RisorseSi tratta di linee di intervento che hanno a che fare con gli aspetti organizzativi, gli attori dentro e fuori la scuola, le forme e i modi della collaborazione tra scuola e società civile, le specificità territoriali, a partire dalla consapevolezza che l’integrazione si costruisce insieme, a scuola e fuori dalla scuola. !

Le figure professionali esterne e il territorio rappresentano per la scuola che voglia aprirsi a tematiche tanto complesse, quale quella dell’interculturalità (e non solo), una risorsa necessaria e preziosa. !

Ma quali professionalità, in particolare, possono supportare l’istituzione in questo delicato compito?

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Figure professionaliI mediatori linguistici forniscono un servizio di supporto complementare alle attività di insegnamento, principalmente utilizzando la lingua madre o una comunicazione bilingue. Essi collaborano con la classe e con gli insegnanti per l'inserimento degli allievi bilingui.!

Spesso, mediatore linguistico e culturale è un madrelingua straniero già inserito in Italia (mediatore naturale), o un italiano con una adeguata conoscenza di una delle lingue e culture di “migrazione” (mediatore professionale) e che, a differenza del facilitatore linguistico, non necessariamente dispone di una formazione glottodidattica e pedagogica.!

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figure professionali

Il facilitatore linguistico è un professionista esperto nella didattica dell’italiano lingua seconda. Sono quindi insegnanti ed educatori, di madrelingua italiana, con una adeguata formazione didattica, glottodidattica e pedagogico-interculturale.!

Solitamente, questo professionista è chiamato a svolgere il ruolo di figura ponte tra l’alunno straniero e la classe, gli insegnanti e la scuola.!