la settimana - n. 14 del 10 aprile 2011

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 10 aprile 2011 Dentro di me c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente essa è coperta da pietre e sabbia: allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo. (E. HILLESUM) L a nostra parte è creare le condizioni perché Dio parli alla nostra vita. Troppo spesso ci sono cose, situazioni, persone che possono distrarci da questo ascolto. Rientrare in se stessi, riscoprire il valore del silenzio in- teriore non è un’operazione intimistica, di ripiegamento su di sé: è invece permettere a quella sorgente d’acqua viva, che il Signore ha posto nel profondo del nostro cuore, di irrorare di vita tutto il nostro essere e opera- re, il nostro esistere e relazionarci con gli altri. Dall’econo-mia all’econo-nostra DI LUCA LISCHI l Progetto Culturale della Diocesi con il patrocinio della Provincia e del Comune di Livorno e la collaborazione del Movimento dei Focolari ha offerto alla città una giornata di studio con il professor Luigino Bruni e alcuni imprenditori che aderiscono all’Economia di Comunione. Sono stati coinvolti giovani studenti e adulti in modo da lasciare un messaggio a tutte le generazioni. Sono stati scelti due luoghi di «sapienza», l’Istituto Vespucci e la Facoltà di Economia e Legislazione dei Sistemi Logistici a Villa Letizia con l’obiettivo di coinvolgere gli studenti. Al Vespucci hanno partecipato anche due classi dell’Isis Niccolini-Palli. Interessanti e ricchi di stimoli di riflessione i contributi, capaci di far pensare, di andare in profondità e di smuovere le coscienze. Utili per riflettere sui nostri modi di vita, troppo frenetici e incentrati più sull’io che sul noi. Ancora più utili per comprendere che è urgente rivedere i nostri stili di vita per riconquistare tempi e spazi vitali. Per riallacciare relazioni solide con noi stessi, con gli altri e con i beni, che non sono illimitati. Dall’econo-mia all’econo –nostra. Dall’io al noi. Dalla I cultura centrata sul mio alla cultura del noi, del dare. Perché la vera felicità non è nell’avere più ricchezza in termini di Pil, ma nell’avere relazioni sociali, nel donarsi, nel volere bene all’altro! Tutto sta nel trovare rapporti umani «nuovi» se vogliamo che l’economia cambi altrimenti «se ciascuno segue i propri interessi rischia di tagliare il ramo su cui siamo seduti». Questo significa che occorre ripensare all’economia alimentandola soprattutto di «spirituale», non possiamo ritenere che noi abbiamo bisogno solamente di tv, di internet, di gratta e vinci e di pacchi! Senza vita interiore e spiritualità non c’è speranza: resta solo il consumismo. Ecco allora l’importanza di investire in relazioni. Si sta meglio quando si alimentano le relazioni con gli altri. I beni relazionali sono beni che hanno come radice la gratuità e quindi mettono al primo posto il rispetto dell’altro, nelle sue differenze e anche nelle sofferenze che procura l’altro (la ferita dell’altro). Questo nostro mondo (e quindi noi) però ama più le merci delle persone. Il nichilismo oggi è nel presentare tutto come beni di consumo e basta, mettendo sempre in secondo piano il valore dell’uomo. L’imprenditore nell’economia di comunione desidera mettere al centro le relazioni, i rapporti umani e fare di questi i fondamenti per raggiungere la bellezza della felicità, più facile da conquistare quando la ricchezza si condivide, si dona agli altri! IL PROGETTO CULTURALE A SCUOLA DI NICOLA SANGIACOMO n approccio nuovo all’economia, non ancora molto conosciuto, ma già sperimentato da tante aziende nel mondo, e anche nel nostro Paese. Un’economia che misura la ricchezza non attraverso la crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) ma anche attraverso la felicità che sanno procurare la bellezza dei luoghi e la fecondità delle relazioni umane. E’ questa l’Economia di Comunione. Destinata probabilmente a rimanere un fenome- no di minoranza, ma autorevoli studiosi hanno già parlato di minoranza profetica che, con le sue logiche controcorrente, potrebbe influenzare la trasformazione dei modelli economici capita- listici, quelli che hanno dimostrato, in questi an- ni, di non reggere alla prova della storia. Nata venti anni fa su ispirazione di Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari, l’Econo- mia di Comunione è stata citata anche da Bene- detto XVI nella sua recente enciclica sociale Cari- tas in Veritate. Inclusione dei più deboli, cooperazione con aziende dei Paesi del Terzo Mondo, destinazione vincolata di parte dei profitti (che devono co- munque esserci) alla solidarietà nei confronti dei più poveri, sono queste alcune delle caratte- ristiche fondamentali di questa visione econo- mica che punta a creare un modello di sviluppo del mondo sostenibile. Nella giornata di studio, promossa dal Progetto Culturale nelle scuole cittadine, sono stati lan- ciati dei messaggi alla città che era rappresentata dalle sue Istituzioni politiche: non sostituiamo le vecchie ideologie con quella nuova del consu- mismo, investiamo nella famiglia, nelle relazio- ni sociali, nella bellezza per far crescere la felicità dei cittadini, quello a cui deve mirare chunque abbia a cuore il bene di tutta la città Gli studenti delle scuole superiori Vespucci e Pal- li e quelli universitari della Facoltà di Logistica hanno vissuto la singolare esperienza di ascolta- re un professore universitario parlare di Econo- mia con le categorie della felicità, della bellezza, delle relazioni umane, delle virtù civili. Qualcu- no ha già detto che non lo dimenticherà, il mio augurio è quello di farne davvero tesoro per di- ventare un giorno parte di quelle minoranze profetiche che, nella storia, hanno saputo cam- biare il mondo. U QUANDO L’ECONOMIA SI MISURA CON L’AUMENTO DELLA FELICITÀ l Presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà, al termine della conferenza “Economia di comunione” che si è svolta all’Istitu- to Tecnico Commerciale Vespucci di Livorno, ha così commentato: «In un mondo di economia globalizzata diventa indispensabi- le mantenere la coesione sociale. E’ una competizione cui si deve partecipare tutti, senza lasciare nessuno indietro.» «In questa interessante iniziativa con gli studenti del Vespucci che hanno incontrato esperti del settore abbiamo constatato, numeri ed esempi alla mano, che ciò è possibile.» «Dobbiamo continuare a lavorare per porre la persona al cen- tro ed allontanare quei processi economici che disumanizzano e sostituiscono la finanza al lavoro, la ricchezza per il lusso di pochi alla crescita per la valorizzazione di molti.» «Come ha detto il prof. Luigino Bruni, dobbiamo passare da una econo-mia ad una econo-nostra.» I Le parole del Presidente KUTUFÀ La persona al centro di tutto «Perché la vera felicità non è nell’avere più ricchezza in termini di Pil, ma nell’avere relazioni sociali» PROGETTO CULTURALE DIOCESANO IL GRANELLO di senape di Eleazar

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana - n. 14 del 10 aprile 2011

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

10 aprile 2011

Dentro di me c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’èDio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente essa è coperta da pietree sabbia: allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo.

(E. HILLESUM)

La nostra parte è creare le condizioni perché Dio parli alla nostra vita.Troppo spesso ci sono cose, situazioni, persone che possono distrarci

da questo ascolto. Rientrare in se stessi, riscoprire il valore del silenzio in-teriore non è un’operazione intimistica, di ripiegamento su di sé: è invecepermettere a quella sorgente d’acqua viva, che il Signore ha posto nelprofondo del nostro cuore, di irrorare di vita tutto il nostro essere e opera-re, il nostro esistere e relazionarci con gli altri.

Dall’econo-miaall’econo-nostra

DI LUCA LISCHI

l Progetto Culturale dellaDiocesi con il patrociniodella Provincia e delComune di Livorno e la

collaborazione del Movimentodei Focolari ha offerto allacittà una giornata di studiocon il professor Luigino Brunie alcuni imprenditori cheaderiscono all’Economia diComunione. Sono staticoinvolti giovani studenti eadulti in modo da lasciare unmessaggio a tutte legenerazioni. Sono stati sceltidue luoghi di «sapienza»,l’Istituto Vespucci e la Facoltàdi Economia e Legislazione deiSistemi Logistici a Villa Letiziacon l’obiettivo di coinvolgeregli studenti. Al Vespucci hannopartecipato anche due classidell’Isis Niccolini-Palli.Interessanti e ricchi di stimolidi riflessione i contributi,capaci di far pensare, di andarein profondità e di smuovere lecoscienze. Utili per rifletteresui nostri modi di vita, troppofrenetici e incentrati più sull’ioche sul noi. Ancora più utiliper comprendere che è urgenterivedere i nostri stili di vita perriconquistare tempi e spazivitali. Per riallacciare relazionisolide con noi stessi, con glialtri e con i beni, che non sonoillimitati.Dall’econo-mia all’econo–nostra. Dall’io al noi. Dalla

I

cultura centrata sul mio allacultura del noi, del dare.Perché la vera felicità non ènell’avere più ricchezza intermini di Pil, ma nell’avererelazioni sociali, nel donarsi,nel volere bene all’altro! Tutto

sta nel trovare rapporti umani«nuovi» se vogliamo chel’economia cambi altrimenti«se ciascuno segue i propriinteressi rischia di tagliare ilramo su cui siamo seduti».Questo significa che occorre

ripensare all’economiaalimentandola soprattutto di«spirituale», non possiamoritenere che noi abbiamobisogno solamente di tv, diinternet, di gratta e vinci e dipacchi! Senza vita interiore espiritualità non c’è speranza:resta solo il consumismo.Ecco allora l’importanza diinvestire in relazioni. Si stameglio quando si alimentanole relazioni con gli altri. I benirelazionali sono beni chehanno come radice la gratuitàe quindi mettono al primoposto il rispetto dell’altro,nelle sue differenze e anchenelle sofferenze che procural’altro (la ferita dell’altro).Questo nostro mondo (equindi noi) però ama più lemerci delle persone. Ilnichilismo oggi è nelpresentare tutto come beni diconsumo e basta, mettendosempre in secondo piano ilvalore dell’uomo.L’imprenditore nell’economiadi comunione desideramettere al centro le relazioni, irapporti umani e fare di questii fondamenti per raggiungerela bellezza della felicità, piùfacile da conquistare quandola ricchezza si condivide, sidona agli altri!

IL PROGETTO CULTURALE A SCUOLA

DI NICOLA SANGIACOMO

n approccio nuovo all’economia, non ancoramolto conosciuto, ma già sperimentato da

tante aziende nel mondo, e anche nel nostroPaese. Un’economia che misura la ricchezza nonattraverso la crescita del PIL (Prodotto InternoLordo) ma anche attraverso la felicità che sannoprocurare la bellezza dei luoghi e la feconditàdelle relazioni umane. E’ questa l’Economia diComunione. Destinata probabilmente a rimanere un fenome-no di minoranza, ma autorevoli studiosi hannogià parlato di minoranza profetica che, con lesue logiche controcorrente, potrebbe influenzarela trasformazione dei modelli economici capita-listici, quelli che hanno dimostrato, in questi an-ni, di non reggere alla prova della storia. Nataventi anni fa su ispirazione di Chiara Lubich, lafondatrice del Movimento dei Focolari, l’Econo-mia di Comunione è stata citata anche da Bene-detto XVI nella sua recente enciclica sociale Cari-tas in Veritate.Inclusione dei più deboli, cooperazione conaziende dei Paesi del Terzo Mondo, destinazionevincolata di parte dei profitti (che devono co-munque esserci) alla solidarietà nei confrontidei più poveri, sono queste alcune delle caratte-ristiche fondamentali di questa visione econo-mica che punta a creare un modello di sviluppodel mondo sostenibile.Nella giornata di studio, promossa dal ProgettoCulturale nelle scuole cittadine, sono stati lan-ciati dei messaggi alla città che era rappresentatadalle sue Istituzioni politiche: non sostituiamole vecchie ideologie con quella nuova del consu-mismo, investiamo nella famiglia, nelle relazio-ni sociali, nella bellezza per far crescere la felicitàdei cittadini, quello a cui deve mirare chunqueabbia a cuore il bene di tutta la cittàGli studenti delle scuole superiori Vespucci e Pal-li e quelli universitari della Facoltà di Logisticahanno vissuto la singolare esperienza di ascolta-re un professore universitario parlare di Econo-mia con le categorie della felicità, della bellezza,delle relazioni umane, delle virtù civili. Qualcu-no ha già detto che non lo dimenticherà, il mioaugurio è quello di farne davvero tesoro per di-ventare un giorno parte di quelle minoranzeprofetiche che, nella storia, hanno saputo cam-biare il mondo.

U

QUANDO L’ECONOMIASI MISURACON L’AUMENTODELLA FELICITÀ

l Presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà, al terminedella conferenza “Economia di comunione” che si è svolta all’Istitu-

to Tecnico Commerciale Vespucci di Livorno, ha così commentato:

«In un mondo di economia globalizzata diventa indispensabi-le mantenere la coesione sociale. E’ una competizione cui sideve partecipare tutti, senza lasciare nessuno indietro.»

«In questa interessante iniziativa con gli studenti del Vespucciche hanno incontrato esperti del settore abbiamo constatato,numeri ed esempi alla mano, che ciò è possibile.»

«Dobbiamo continuare a lavorare per porre la persona al cen-tro ed allontanare quei processi economici che disumanizzanoe sostituiscono la finanza al lavoro, la ricchezza per il lusso dipochi alla crescita per la valorizzazione di molti.»

«Come ha detto il prof. Luigino Bruni, dobbiamo passare dauna econo-mia ad una econo-nostra.»

I

Le parole del Presidente KUTUFÀ

La persona al centro di tutto

«Perché la verafelicità non ènell’avere piùricchezza in

termini di Pil, manell’avere relazioni

sociali»

PROGETTOCULTURALEDIOCESANO

IL GRANELLOdi senape

di Eleazar

Page 2: La Settimana - n. 14 del 10 aprile 2011

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 aprile 2011II

La parola alla.... CARITAS

Sostieni la FondazioneCaritas con il 5 per mille

nche quest’anno,con ladichiarazione deiredditi, si ha la

possibilità di destinare ilcinque per mille ad Entied Associazioni cheoperano nell’ambitodella solidarietà.Anche la FondazioneCaritas di Livorno puòessere beneficiaria delcinque per mille: da anniCaritas, nel territoriolivornese, si occupa dipersone che vivono inuna situazione di estremapovertà, ai margini dellasocietà. Scegliere di dareil 5 mille è unopportunità persostenere i numerosiservizi che la Caritasoffre a queste persone:centri d’ascolto, lamensa,il centro d’aiutoper la vita,oltre che per larealizzazione di progettiin numerosi ambiti(tossicodipendenza,carcere, disabilità,immigrazione, famiglie).Destinare il 5 per millealla Caritas è moltosemplice: nell’appositoriquadro del CUD 2011,del modello 730/1redditi 2010, o delModello Unico PersoneFisiche 2011 bastariportare il codice fiscaledell’organizzazionescelta nel riquadro dove èscritto «Sostegno delvolontariato, delleorganizzazioni nonlucrative di utilitàsociale, delle associazionidi promozione sociale,delle associazioni efondazioni» e firmare.

Il codice fiscaleFondazione Caritas è92089340498

Le scelte di destinazionedell’8 per mille e del 5per mille dell’IRPEF nonsono in alcun modoalternative fra loro.Pertanto possono essereespresse entrambe nellastessa dichiarazione.Destinare il 5 per millenon comporta alcunaspesa per il contribuente:infatti questa è una quotad’imposta a cui lo Statorinuncia. Se non verràeffettuata, alcuna scelta,la quota resterà alloStato.

Carolina Fornaro

A’azione della Caritas CaritasItaliana continua a monitorarel’evolversi della situazione aLampedusa e le operazioni di

accoglienza e trasferimento deimigranti.In particolare continua a sostenere laCaritas di Agrigento che:• ha attivato un presidio fisso aLampedusa volto alla promozione diservizi di orientamento e attività diinterpretariato per i cittadini stranierigiunti via mare;• distribuisce vestiario e beni diconforto, ha allestito delle doccedestinate soprattutto a chi è costrettoa vivere all’aperto;• in accordo con la Prefetturaassicura servizi nella ex base Loran,dove ci sono circa 400 persone:famiglie con minori al di sotto di 14anni, donne e richiedenti asilo;• svolge servizio diaccompagnamento e assistenza nellaCasa della fraternità, dove sonoospitati circa 100 minori stranieri nonaccompagnati tra i 14 e i 18 anni;• prosegue l’attività di monitoraggionella zona degli sbarchi, incollegamento con gli altri organismipresenti sull’isola.

Alcune delle Caritas diocesane cheavevano risposto al monitoraggio deiposti disponibili nelle varie diocesihanno cominciato a metterli adisposizione in base a richieste eaccordi con le Prefetture. Si stacercando di monitorare anche lesituazioni alle frontiere terrestri,soprattutto verso la Francia.Il Vescovo di Oria, Mons. VincenzoPisanello, insieme al vicario generale,

al direttore della Caritas diocesana eal delegato delle Caritas della Pugliaha visitato la tendopoli installata trale campagne di Manduria e Oria. LaChiesa di Oria è stata subito presentenel campo e sta avviando unaraccolta di biancheria. La situazioneresta difficile anche perché latendopoli è stata allestita in unaspianata senza vegetazione e letemperature iniziano ad aumentare.Accoglie al momento tutti uominitunisini. Molti tentano la fuga. I pastifinora sono arrivati dall’esterno, masi sta allestendo una cucina dacampo. La situazione Mentre le navicivili hanno iniziato ad imbarcare gliextracomunitari presenti sull’isola pertrasferirli verso altri centri in tutta lapenisola, in particolare nelletendopoli allestite a Manduria e inaltre che si stanno allestendo,continuano gli sbarchi a Lampedusa,ma anche in altre località siciliane,come Pozzallo e Marina di Modica.Sono cominciati anche gli arrivi dallaLibia.Molto dipenderà dalla costanza delpiano di trasferimento e dall’entitàdei nuovi arrivi. Quando gli accordiper i rimpatri con il governo tunisinoprodurranno effetti, questi sarannolimitati agli stessi tunisini. Per gliarrivi dalla Libia, trattandosi dirichiedenti asilo, bisognerà verificaretempi e modalità di trasferimentopresso i Centri di Accoglienza perRichiedenti Asilo.

L

NEI PAESI DEL NORD AFRICA

In aiuto delle popolazioni dei paesi in guerraa presenza Caritas nella crisi delNord Africa continua sui vari fronti. • Al confine tunisino l’afflusso dipersone è al momento diminuito ed

è di circa 2000/3500 rifugiati al giorno:vi è una discreta assistenza, anche se restadifficile il trasferimento di alcunemigliaia di bengalesi, trecento fra eritrei esomali e altri ancora. Lo staff Caritasoffre un servizio di informazione e aiutoper le pratiche legali per il rimpatrio,cura dei casi più vulnerabili (bambini,ammalati), offre sostegno per larisoluzione dei conflitti che nascono fra irifugiati stessi.• La Caritas Tunisia sta cercando dipotenziare la distribuzione di viveri,medicine e prodotti igienici che finora hariguardato circa tremila persone, siatunisini rientrati in patria, che immigratidi altre nazionalità.• Al confine egiziano la Caritas, incoordinamento con le autorità, è

Lcoinvolta nella distribuzione di viveri e diacqua per 2000/2500 persone al giorno.• Al confine con il Niger azione un teamCaritas assicura un servizio di primaassistenza (problemi legali per irichiedenti asilo, viveri,accompagnamento ai villaggi di origine)a circa 4500 persone.• La preoccupazione maggiore è nellaLibia stessa. A Tripoli ora è diminuitol’afflusso degli emigrati che richiedevanoaiuto, proprio perché molti sono fuggiti.Continua il lavoro della Chiesa locale infavore soprattutto dei migranti graziesoprattutto alle religiose rimaste nelPaese. Purtroppo i viveri cominciano ascarseggiare, come pure la benzina. Sivive – e si aiuta – misurando le scorte. Dinotte non si dorme a causa deibombardamenti. Anche a Bengasiprosegue il lavoro delle suore e deglioperatori pastorali, ma restano difficili icontatti e le comunicazioni.

LA SITUAZIONELa situazione in Libia e l’interventointernazionale in atto accrescono leapprensioni per la sorte degli sfollati, diquanti fuggono e di quanti restano. IlPresidente della CEI, cardinale AngeloBagnasco, in apertura dei lavori delConsiglio Permanente, unendosiall’appello del Santo Padre, ha auspicatoche «si fermino le armi, e che vengapreservata soprattutto l’incolumità e lasicurezza dei cittadini garantendo l’accessoagli indispensabili soccorsi umanitari, inun quadro di giustizia». Ed ha poiaggiunto che a noi italiani «non ci èconsentito di disinteressarci di quel cheavviene fuori di noi, nelle coste nonlontane dalle nostre. È un’illusionepensare di vivere in pace, tenendo adistanza popoli giovani, stremati dalleprivazioni, e in cerca di unsoddisfacimento legittimo per la propriafame».

La Caritas nazionale e l’emergenza profughi

Accoglienzanelle diocesi

a Caritas, in collaborazione con A.S.P.I.CLivorno (associazione per lo sviluppo

psicologico dell’individuo e della comunità),promuove la realizzazione di due incontri equattro laboratori formativi diapprofondimento per la sensibilizzazione delruolo del volontario e per la valorizzazionedelle competenze di base nell’ambito dellarelazione d’aiuto.

Gli incontri saranno così articolati:13 APRILE ORE 17-19 «Il dono dell’ascoltoempatico come strumento di promozione delbenessere e di cura del disagio»27 APRILE ORE 17-19 «La rete sociale comestrumento di promozione del ben-essere e diprevenzione del mal-essere».

I laboratori formativi verranno svolti tramaggio e giugno.Le tematiche affrontate riguarderanno lecaratteristiche e le condizioni facilitanti dellarelazione d’aiuto,la gestione delle emozioni ele tecniche comunicative per facilitare larelazione. Gli incontri si svolgeranno presso la sede dellaFondazione Caritas -via delle Cateratte,13/15.Per ulteriori informazioni contattare Caritastel.0586-884693 mail: [email protected]

L

Aiutare la Caritas è possibile anche attraverso il volontariato: la maggior parte dei servizi che Caritas offre si basa

su questo importantissimo contributo della comunità.Per questo motivo la Caritas diocesana sta cercando giovani

volontari che siano disponibili a dedicare qualche oradel loro tempo libero al servizio degli altri.

Per ulteriori informazioni contattare La Caritas Via delle Cateratte 13/15, tel. 0586 884693

mail: [email protected]

I SEMINARI DI APRILEper i volontari

Page 3: La Settimana - n. 14 del 10 aprile 2011

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 aprile 2011 III

Con le manirivolteverso il Signore

AdP, al di là delle atti-vità e degli impegni chei singoli gruppi portanoavanti a livello parroc-

chiale, si ritrova, come gruppodiocesano, tre volte l’anno pergiornate di ritiro e preghiera: du-rante l’Avvento, durante la Qua-resima e al termine delle attivitàannuali, a maggio al santuariodi Montenero. Per quest’ultimoincontro, infatti, l’appuntamen-to è per lunedì 30 maggio.La settimana scorsa si è invecesvolto il nostro incontro di qua-resima e siamo stati ospitati, perla prima volta, nella chiesa diSan Matteo; a questo propositovogliamo ringraziare il parrocoe la comunità per l’accoglienza,la disponibilità dei locali e l’otti-mo pranzo che abbiamo potutogustare. Anche il momento dellatavola è occasione di amicizia,incontro, dialogo, condivisionedelle esperienze, momento verodi convivialità.Certo la parte più importante èquella che passiamo in preghie-ra, adorazione e meditazione;abbiamo infatti cominciato conla recita delle Lodi, guidata dadon Willy, nostro Direttore; poila Messa; nel pomeriggio adora-zione eucaristica, recita dellaCoroncina per la salvezza e lasantificazione dei sacerdoti, infi-ne il Rosario. Ma il momentopiù particolare è stato quello

’Ldella meditazione che ci è stataofferta da padre Maurizio DeSanctis (nella foto) parroco diSanta Rosa.Frate passionista, riconoscibile,al di là delle sue ultrafamosescarpe da tennis (nike), dalla ve-ste nera, legata in vita da unacintura, con un disegno biancosul petto dalla parte sinistra: uncuore sormontato da una crocecon la scritta: IESU CHRISTIPASSIO (Passione di Gesù Cri-sto). Se uno pensa che frate pas-sionista voglia dire muso lungo,animo addolorato, con padreMaurizio si sbaglia di grosso,perché sprizza gioia da tutte leparti, a cominciare dal modocon cui ha inteso comunicare ilsuo messaggio a oltre 150 perso-ne più che mature. È stato unmessaggio di gioia quello che hacomunicato, come si conviene apersone che nutrono un grandeamore a Gesù, perché sono con-vinte, come dice padre Mauri-zio, che «Dio ci vuole un macel-lo di bene». Chi ha scoperto

questo non può avere il musolungo: San Filippo Neri è statodefinito il santo della gioia, per-ché era pazzo per il Signore, paz-zo di gioia, pazzo di amore. Delresto Vangelo vuol dire notiziabuona: in greco l’aggettivo nonvuol dire soltanto buona, maanche bella e anche vera; alloratutto ciò che è buono, è anchebello ed è anche vero e di frontea questo non c’è posto per la tri-stezza e la malinconia.Per convincerci di questo bastaguardare la Croce; un innamo-rato, cotto della sua ragazza,spesso incide sul tronco di unalbero un cuore con il suo nomee quello di lei. Bene! La Croce èil segno del grande amore cheDio ha per l’uomo, è il segnodell’innamoramento di Dio pernoi.Se ancora ci sono tante personeche non credono e rifiutano Dioè perché di Dio hanno un’ideasbagliata. Tocca a noi, in quantocristiani e quindi missionari, farscoprire la bellezza e la gioia di

un Dio che ci ama; certo va fattocon un linguaggio adatto all’u-ditorio: ecco perché padre Mau-rizio può annunciare il vangeloai giovani nelle discoteche atempo di rap. Importante chel’annuncio arrivi a tutti!Padre Maurizio ha fatto espe-rienza dell’amore di Dio, quan-do a Medjugorie, di fronte all’e-stasi di una veggente, cade in gi-nocchio, scopre che Dio è la co-sa più bella che esista sulla terra,e la sua vita intera viene trasfor-mata: da ballerino in frate pas-sionista e prete.Al termine, un bellissimo spun-to per noi: di fronte ai mali, allesofferenze, ai conflitti a cui quo-tidianamente assistiamo, l’AdPdeve mettersi davanti al Signoree davanti al mondo con le maniaperte e rivolte verso l’alto: nelladestra tutti i fatti che succedono,nella sinistra la Bibbia, la Paroladi Dio. Unendo le mani, ognifatto di cronaca nera, alla lucedella Parola di Dio, diventa fattodi speranza. Volete più gioia diquesta?Padre Maurizio ci ha salutatocome avrebbe salutato unostuolo di giovani in Piazza At-tias: »Chi non salta peccatoreè…è»!Non so quante signore abbianosaltato...ma senz’altro l’hannofatto col cuore!

Ottavia Margotta

Padre Maurizio De Sanctis, ospite del ritiro di Quaresima del gruppo dell’Apostolato della preghiera ha invitato a gioire dell’amoredel Signore: la croce è il segno dell’amore immenso per gli uomini

A PROPOSITO DEI PROFUGHI A COLTANO«È una questione di pace la qualecoinvolge tutta l’Europa.Lasciamo alle istituzioni competentivalutare l’idoneità del sito di Coltano,alla Chiesa preme sottolineare lostretto legame esistente questa volta traimmigrazione, pace ed accoglienza.Sono problemi che risultanostrettamente collegati. Ci si apreall’una solo se si è aperti anche all’altrapertanto per prima cosa chiediamo lafine della guerra e una conciliazionefra le fazioni in lotta in Libia.Affermata questa imprescindibileprioritaria esigenza, vogliamo ribadireche gli immigrati sono persone conprecisi diritti e doveri e per l’Italia manon solo, è necessaria una nuovastagione di inclusione sociale che portial riconoscimento degli immigraticome cittadini, soggetti di diritti e didoveri, è questo un obiettivo che nonpotrà essere ulteriormente dilazionato,è necessario però quanto primaadottare, per quanti sbarcano aLampedusa un ’provvedimentostraordinario di accoglienzatemporanea’ in base all’art. 20 deldecreto legislativo 286 del 1998 e’obbligare’ l’Europa a farsi carico diquesta accoglienza, chiedendo alConsiglio europeo di assumere ladecisione presa il 21 luglio 2001 conl’art.5 della direttiva 2001/55/Ce, cheriguardava la concessione dellaprotezione temporanea in caso diafflusso massiccio di sfollati.L’Europa non può essere latitantenell’accoglienza!»

SULL’ATTENTATOAL COMANDO FOLGORE«Un atto di barbarie che offendel’intera città. Spero che questo episodionon apra una strada di violenza cieca.Sono vicino all’ufficiale colpito e allasua famiglia e a tutto il comando dellaBrigata Folgore per questo attaccocrudele e vigliacco ad uno dei suoiufficiali»

Siamo in prima linea tutti i giorniun periodo diemergenza:migliaia di personechiedono aiuto al

nostro paese e le agenzieal servizio dei più poverisono interpellate per farfronte a servizi diaccoglienza straordinari.Anche la Caritasdiocesana è interessatada questa emergenza,abbiamo incontrato ildiacono Sassano,direttore dell’ufficiodiocesano per lapastorale della Caritàche opera attraverso laFondazione Caritas.

Come risponde laCaritas a questaemergenza?«Davanti a quantoaccade non possiamonon riaffermare, senzaallarmismi di cui nonc’è proprio il bisogno,che, se la situazione lorichiederà, non verràmeno la disponibilitàad accogliere esostenere la gente checerca scampo dallaguerra e rifugio dalleviolenze subite. Ilnostro territorio stasubendo una crisiacutissima; le rispostesono sempre parziali:si cerca di aumentare iservizi di sostegno

Èalimentare e di mettereinsieme una rete dipiccoli alloggi perl’emergenza abitativalocale già forte.Nonostante questo laCaritas diocesana havoluto offrire da subitoun piccolo segno diattenzione a questepersone che chiedonoaiuto, mettendo adisposizione di CaritasItaliana tre posti lettoqualora ce ne fossenecessità. È moltopoco ma è un segno diaccoglienza e diincoraggiamento percoloro che hannomaggiori possibilità eun modo per ricordaree ricordarci che nonabbiamo paura diquanto sta accadendo.D’altra parte c’è da direche né dalla prefetturané dal Comune sonoarrivate richiestespecifiche di mettere adisposizione le nostrestrutture per questaemergenza. Siamo inattesa, maevidentemente inquesto momento nonè necessario, perché leistituzioni riescono adoperare in modoautonomo e questosecondo me è un fattopositivo. Mentre in

altre occasioni è statorichiesto l’interventoimmediato di Caritas,qui non è avvenuto.La Caritas comunque è

a disposizione ancheper tutti quei serviziche sono di contornoall’emergenzaprofughi: docce, pasti,

vestiario, ecc. Sonovenuti già da noi 8tunisini, provenientida Mineo (FG) e direttia Milano; sicuramentesono alcuni di quelliscappati dal campo: cihanno chiesto dimangiare, di lavarsi, liabbiamo aiutati. Nonsaranno sicuramentegli ultimi».

In questo periodo si èdibattuto molto anchesul temadell’accoglienza ingenere…«Come capita di solitoin casi come questi! LaCaritas ha nel suo dnadi essere dalla partedell’accoglienza ai piùpoveri e di voleroperare un’accoglienzache sia un atto diumanità e non unasoluzione temporaneadi reclusione in zonerecintate. Ma anchesulla questione diColtano non siamointervenuti perchéc’era già unmovimento politico ecivile impegnato suquesto fronte. LaCaritas, ma direi laChiesa, perché laCaritas ne èl’espressione.

c.d.

Né dalla prefettura né dal Comune sono arrivate

richieste di metterea disposizione le strutture

per questa emergenza.Abbiamo però già aiutato

un gruppo di tunisiniche avevano bisognodi lavarsi e mangiare

Monsignor Giusti inquesti giorni è intervenutosu alcuni fatti di cronaca:sul problema dei profughiin arrivo in città e sul grave attentatoche ha colpito l’ufficialedella Brigata Folgorealla caserma Ruspolidi Livorno.I quotidiani e le televisionihanno ripreso le sue parole.Pubblichiamo i testiintegrali dei suoiinterventi

GIORNO per giorno

Venerdì 8 aprile chiesaS. Benedetto ore 21.00

VIA CRUCISSULLE ORMEDI DON QUILICI

n occasione del 220° Anniversario dellanascita di Don Giovanni Battista Quilici(26 aprile 1791 - 10 giugno 1844) ilgruppo degli Amici di don Quilici

insieme all’istituto S. Maria Maddalena delleFiglie del Crocifisso, ha preparato per

VENERDÌ 8 APRILEuna via Crucis cheattraversa i luoghidove svolse la suamissione ilsacerdotelivornese.QUESTOL’ITINERARIO «sulleorme di DonQuilici»: ritrovoalle 21.00 allaChiesa sanBenedetto; Casa

natale Don Quilici – Via dei Mulini; PiazzaG. Caproni; Chiesa della Misericordia – viaVerdi; Chiesa santi Pietro e Paolo; Piazza ss.Pietro e Paolo (casa canonica); Istituto SantaMaria Maddalena.

I

Il diacono Sassano, della pastorale della Carità, sull'emergenza profughi

APOSTOLATOdella preghiera

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 aprile 2011IV

VENERDÌ 8 APRILE- Nella mattina udienze dei laici invescovado- 17.00 accoglienza e saluto al corpodiplomatico della Santa Sede in ve-scovado (vedi pag III)- 21.00 Via Crucis del IV vicariato aCastell’Anselmo

SABATO 9 APRILE- 12.00 S.Messa con gli ambasciato-ri della Santa Sede a Montenero- 17.00 a Quercianella, incontrocon le coppie vincenziane- 19.00 S. Messa e incontro con legiovani coppie in vescovado

DOMENICA 10 APRILE- 10.00 S. Messa e saluto nel XX an-niversario della strage del MobyPrince in cattedrale- 11.00 S. Messa e incontro con lacomunità eucaristica di SS. Pietro ePaolo- 16.00 Ritiro di Quaresima deglioperatori pastorali diocesani a Cote-to (vedi box)

LUNEDÌ 11 E MARTEDÌ 12 APRILEConferenza Episcopale Toscana aCetona

MARTEDÌ 12 E MERCOLEDÌ 13APRILEA Roma per i beni culturali CEI

GIOVEDÌ 14 APRILE- 9.30 in vescovado, meditazioneper i seminaristi di Pisa- 16.00 S. Messa alla casa peranziani «La Provvidenza» in viaBaciocchi

VENERDÌ 15 APRILE- 9.00 alla chiesa La Madonnaprecetto pasquale per la Polizia- 10.30 udienze laici- 16.30 S. Messa in viadell’Ambrogiana per le suoreMantellate- 21.00 via Crucis cittadina

SABATO 16 APRILE- 8.00 pellegrinaggio mensile aMontenero-10.00 ritiro di quaresima per icattolici impegnati in politica aMontenero (progr in questa pagina)- 21.00 ritiro con i gruppi famigliadella parrocchia di Cecina (chiesa S.Francesco)

DOMENICA 17 APRILE- 10.30 S. Messa delle palme incattedrale- 15.30 giornata giovani(programma in ultima pagina)

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESILibri da LEGGERE

di M.C.

Corini G.- Educare all’amore, Itinerarriobiblico.- Ed. Paoline, pp.174, €12,50

Gabriele Corini, sacerdote della Diocesi diAlbenga-Imperia, riprendendo l’aforisma delnoto teologo Hans Urs von Balthasar: “Solol’amore è credibile”, ci fa riscoprire il nucleofondamentale della fede cristiana che vienevissuta nell’amore per una persona: Gesù diNazaret. Naturalmente il punto di riferimen-to a cui riferirsi è la Scrittura nella quale l’uo-mo ha la possibilità di fare esperienza di checosa sia l’amore di Dio. L’autore fa compiereun itinerario biblico secondo il metodo dellalectio divina. Ricalcando le tappe presentinell’Enciclica di Benedetto XVI Deus CaritasEst, articola la lettura dei brani biblici in duemomenti: una prima parte dedicata all’amo-re umano nelle sue componenti fondamen-tali ( amicizia, eros, filantropia, volontaria-to); una seconda parte inerente alla possibileconoscenza dell’amore divino come fonte ealimento dall’amore umano ( amore comeagape, perdono, come frutto dello Spirito,come relazione con Dio). Il testo è arricchitoda alcune domande conclusive, per indurre illettore a riflettere sulla Parola e portarla neltessuto della propria esperienza quotidiana.

Ce.Do.MEI e SAEMARTEDÌ 12 APRILE ALLE 16,00Presso il salone del Vescovado, si svolge un semina-rio sul sinodo delle chiese orientali; interviene ilprof. Germano Marani.A seguire, alle ore 17,45, (sempre nella stessa sede enon dai Valdesi), incontro SAE sul Documento lute-rano-cattolico riguardo all’apostolicità della Chiesa.Relatori, il pastore Klaus Langeneck e la prof: MariaEnrica Senesi

Incontro DiaconiSABATO 16 APRILE ALLE 16.30Presso il Salone della Parrocchia SS. Annunziata deiGreci, presentazione e discussione sulla secondascheda del progetto educativo a cura del diaconoGiovanni Visconti

Corale Del CoronaSABATO 16 APRILE ALLE 21.15Presso la chiesa di San Sebastiano, concerto di Pa-squa della corale Del Corona (vd. pag7)

DOMENICA 10 APRILE 2011CHIESA S. GIOVANNI BOSCO - COTETO - ORE 16

L’Amore folle di Gesù di NazarethOre 16,00 Celebrazione dell’ora media .Ore 16,15 MeditazioneOre 17.00 adorazione eucaristica ,spazio perla riflessione personale , tempo per le confes-sioni.Ore 18,15 Collatio e conclusioni

Ritiro di QUARESIMA

Per tuttigli operatoripastorali

Venerdì 15 Aprile alle 21.00l ritrovo è pressola cappella

dell’Ospedale diLivorno dove ci saràun primo momentodi preghiera.A seguire laprocessione lungola quale sonopreviste le sosteaccompagnate dariflessioni attraversol’Aurelia,ViaBadaloni,VialeRisorgimento finoad arrivare allaChiesa dei Salesianidove si terrà laconclusione.

I

Via Crucis cittadina col Vescovo

Diocesi informa

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 aprile 2011 V

GIULIA SARTI

on Fabio Menicagli,quest’anno accompagnerài ragazzi della nostradiocesi a Madrid. Per lui

la Gmg di un po’ di tempo fa èstata l’inizio di un cammino chelo ha portato a diventaresacerdote. Gli abbiamo chiestoqualcosa di questa sua esperienza.

MADRID SARÀ LA GMGNUMERO?«Tre: prima c’è stata Parigi eSidney».

TRA QUESTE, CE NE È STATAUNA CHE HA SEGNATO IN MODOPARTICOLARE LA TUA VITA.DICCI QUALCOSA.«In quel viaggio a Parigi nel’97, prima di partecipare allaGiornata vera e propria,sostammo nella comunità diTaizè. Per me fu un momentomolto bello. Facevo parte dellaPastorale Giovanile, erocatechista e seguivo il gruppodei ministrati alla parrocchiadi Shangay e diciamo che nonero mai stato chiuso all’idea didiventare sacerdote. In uno diquegli incontri a Taizè, mentreun ragazzo diceva di essere unaspirante seminarista pensai“Perché io no?” e in queigiorni iniziò un po’ di crisi».

C’È STATO QUALCHE “SEGNO”INQUELL’OCCASIONE CHE TI FECEPENSARE CHE FORSE ILSACERDOZIO POTEVA ESSEREDAVVERO LA TUA STRADA?«Sì, due in particolare. Avevocon me un walkman e dentrouna cassetta di cantiprotestanti. Ce ne era uno sullavocazione di Isaia che mirimase in testa: “Chimanderò…manda me, mandame, Signor..”, diceva cosìall’incirca. Se questo nonbastava ancora a farmi capire,fui colpito da un’omelia diquei giorni in cui siparagonava il rapportod’amore tra due sposi a quelloche si vive con Cristonell’Eucarestia. Mi sembravaquasi un messaggio recapitatoper me».

LA GMG È FINITA.SEI TORNATOA CASA E POI?«E poi…ho iniziato a seguiredegli incontri in seminario,fino a decidere di entrarcinell’ottobre del ‘98».

ALLORA POSSIAMO DIRE CHE“GALEOTTA FU”QUELLA GMGDEL ’97?«Diciamo che è stato quelviaggio a “dare il LA” alla miavocazione. Credo che ogniGiornata mondiale possaessere potenzialmenteoccasione di riflessione e crisi,quella che ti fa mettere indiscussione e pensare. E perchéno, può diventare fonte divocazioni».

QUINDI IL FORMAT DELLE GMGTI PIACE?«Deve essere ben organizzata,l’evento in sé deve essereaccompagnato da un percorsodi preparazione per chi andrà,altrimenti il rischio è di farsiun bel viaggio turistico. Eproprio per questo forse

Dandrebbe rivisto il target a cuici si rivolge, non che ci sidebba chiudere, perché magaripuò servire ad avvicinare ungiovane che si è allontanatodalla chiesa, ma mi piacerebbeche fosse un momento dicoinvolgimento eapprofondimento maggioreper tutti gli animatori o iragazzi attivi nelle parrocchie,magari dividendocompletamente il momentodella festa da quello dellapreghiera. Al ritorno daMadrid vi racconteremo comeè andata».Allora a noi non resta cheaugurare buon viaggio!

Quello che non ti aspetti dalle GMG...

IN CAMMINO ....VERSO LA GMG DI MADRID.........

è un passo di Giovanni Paolo II che ab-biamo voluto inserire per intero nel no-

stro libretto del matrimonio:

«Questa sera vi consegnerò il Vangelo. E’ il donoche il Papa vi lascia in questa veglia indimenti-cabile. La parola contenuta in esso è la parola diGesù. Se l’ascolterete nel silenzio, nella preghie-ra, facendovi aiutare a comprenderla per la vo-stra vita dal consiglio saggio dei vostri sacerdotied educatori, allora incontrerete Cristo e lo segui-rete, impegnando giorno dopo giorno la vita perLui! In realtà, è Gesù che cercate quando sogna-te la felicità; è Lui che vi aspetta quando nientevi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezzache tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quel-la sete di radica-lità che non vi per-mette di adattarvial compromesso; èLui che vi spinge adeporre le masche-re che rendono fal-sa la vita; è Luiche vi legge nelcuore le decisionipiù vere che altrivorrebbero soffoca-re. E’ Gesù che su-scita in voi il desi-derio di fare dellavostra vita qualco-sa di grande, la vo-lontà di seguire unideale, il rifiuto dilasciarvi inghiotti-re dalla medio-crità, il coraggio diimpegnarvi con umiltà e perseveranza per mi-gliorare voi stessi e la società, rendendola piùumana e fraterna. Carissimi giovani, in questinobili compiti non siete soli. Con voi ci sono levostre famiglie, ci sono le vostre comunità, ci so-no i vostri sacerdoti ed educatori, ci sono tanti divoi che nel nascondimento non si stancano diamare Cristo e di credere in Lui. Cari amici, ve-do in voi le “sentinelle del mattino” in quest’albadel terzo millennio».

Una scelta per niente casuale, viste che quel-le parole così incisive le avevamo sentite in-sieme dalla viva voce del Papa durante laGmg del 2000 di Roma in quella veglia diTor Vergata del 19 agosto per noi davvero«indimenticabile». Quella sera avevamo pre-so con noi il lumino dalla nostra “sacca delpellegrino” e staccandoci dal gruppone dei101 giovani livornesi, eravamo andati insie-me allo scoperta dei mille silenzi e delle mil-le luci di quella notte incredibile: quasi duemilione di lumini accesi in quella immensa

spianata di preghiera, la voce calda e vera diGiovanni Paolo II, le note dell’Emmanuel,un po’ la sensazione di trovarsi al centro delmondo. «Siamo qui, sotto la stessa luce, sot-to la sua croce, cantando ad una voce. Èl’Emmanuel, l’Emmanuel, l’Emmanuel».Già, succede anche questo durante una Gior-nata mondiale della gioventù: parole, mo-menti, incontri, atmosfere, gesti, preghiere tisi imprimono nella mente e nel cuore e… ca-pita che sentimenti e sensazioni di quelleore diventino preziose micce per infiammareuna storia di amore: come è successo a noi.Durante la preparazione al matrimonio, a 10anni esatti da quei momenti, ci siamo ritro-vati a rileggere le parole di Giovanni Paolo II

pronunciate inquella veglia: unbrivido lungo laschiena, com-mozione e gioiache salgono agliocchi e al cuore.Soprattutto peròla sensazione diaver percorso in-sieme un cam-mino che inquelle parole hatrovato una bus-sola, la certezzadi aver ricevutoquella sera dav-vero un «dono»prezioso dal Pa-pa che ha orien-tato i nostri passisuccessivi e ci ha

caricato di una responsabilità per il nostrofuturo: «E’ Gesù che suscita in voi il deside-rio di fare della vostra vita qualcosa di gran-de, la volontà di seguire un ideale, il rifiutodi lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, ilcoraggio di impegnarvi con umiltà e perseve-ranza per migliorare voi stessi e la società,rendendola più umana e fraterna». Il Papanell’omelia conclusiva della Gmg, congedòpoi noi giovani con le parole di Santa Cateri-na da Siena: «Se sarete quello che dovete es-sere, metterete fuoco in tutto il mondo!».Oggi ci tornano alla mente i mille dibattitiche seguono ogni Gmg: in tanti che cosa so-no venuti a fare? È una bella manifestazionedi massa, ma dopo? A che serve se spesso alritorno tutto rimane come prima? Certo,non esistono risposte univoche, ma per noila risposta sta in quel lumino acceso il 19agosto 2000 che insieme abbiamo portatoall’altare durante l’offertorio del nostro ma-trimonio…

Elena e Gianluca della Maggiore

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I frutti di una Gmg, 10 ANNI DOPO...«Al nostro matrimonio abbiamo portato in offertail lumino della veglia di Tor Vergata»

GIO

VA

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 aprile 2011VI

PERCORSIECUMENICIUn gruppo di personeimpegnate nelle attivitàecumeniche in Diocesi haseguito don Piotr Kownacki a Bose, nel monasterofondato da don Enzo Bianchi.Ecco il raccontodel loro viaggio.Prossimo pellegrinaggio:in Romania

n’esperienzada nondimenticarequella vissuta

al monastero di Bosedal gruppo guidato dadon Piotr Kownacki,direttore del CeDoMEI.Credo che molticonoscano la comunitàfondata da EnzoBianchi in quell’oasi dipace appena sopra ilpiccolo paese diMagnano tra Ivrea eBiella. Sono tanti, là, ifratelli e le sorelle,quasi tutti giovani, egià questo è unparticolare da nonsottovalutare; cinquedi loro sono anchesacerdoti, gli altrisemplici monaci, di cuialcuni evangeliciperché lì si vive il verocristianesimo cheprescinde dalledivisioni confessionali.Abbiamo preso parte alloro ufficio ecumeniconella chiesa semplice edisadorna e siamorimasti affascinatidalla bellezza delluogo, dal grandesilenzio,dall’accoglienzacordiale e serena deimonaci, che ci hannofatto ritrovare ciò checercavamo: noi stessi.In un primo momentosembrava una realtà unpo’ fuori dal mondo,

Uma subito abbiamocapito che lì si fa ungrande servizio diamore verso gli ospiti,che a loro voltapotranno trasmetterlonelle proprie realtà.La preghiera dellacomunità, fondatasulla Parola, laprofondità e lasapienza dellemeditazioni e dellaLectio divina ci hannofatto gustare la paroladi Dio offerta con certiaspetti di novità che cihanno vitalizzati.Ancora una voltaabbiamo avuto laconferma che ogniiniziativa ecumenicadeve nascere dallapreghiera, dal silenzio,dal discernimentospirituale. Luoghicome Bose sono pernoi che facciamoattività ecumenicapunti essenziali diriferimento.Dovremmo ripeterespesso questaesperienza dicomunione e inseriredi più questo elementospirituale nel nostroabituale percorso.Ci auguriamo diritrovarci là il prossimoanno, portando connoi altri amici, ancheortodossi edevangelici.

Mirella Raugi

ei giorni scorsi si è svolto,presso la parrocchia di San

Luca evangelista a Stagno, il 3°Convegno Diocesano perAnimatori Musicali della Liturgia.Nel pomeriggio, dopo la preghierae l’introduzione di don PiotrGrajper, direttore dell’UfficioLiturgico diocesano, il Maestrodon Franco Pagano, sacerdotedella Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato e relatore invitato per ilConvegno, ha tenuto la primarelazione intorno al profilo storicoe teologico dei canti dell’Ordinariodella Messa.Grazie al tema scelto quest’anno,di particolare interesse per la suaimmediata applicazione pastorale,si è inteso approfondire aspettiimportanti e particolari riguardantila Santa Messa, culmine e fontedella nostra vita cristiana.Il relatore ha illustrato con cura ilprofilo teologico e storicocontenuto nei cinque canti definititradizionalmente dell’Ordinario:Kyrie, Gloria, Credo, Santo,Agnello di Dio.Hanno seguito la prima relazione isecondi Vespri presieduti dalvescovo Giusti, accompagnati dauna piccola ensemble di giovanimaestri strumentisti (ai qualidesideriamo rivolgere i nostri piùcari ringraziamenti per avercisostenuto e aiutato nellapreghiera), oltre al suonodell’organo.Nella serata, dopo il buffet, haavuto luogo la seconda relazionetenuta dal seminarista SimoneBarbieri. Anch’essa, improntatasullo stesso tema, è stata invecerivolta ad aspetti più particolari etecnici riguardanti i cantidell’Ordinario; si è voluto in talmodo offrire ai convegnisti unapanoramica completa, inserendogli aspetti riguardanti i generimusicali, le forme e le funzionispecifiche in rapporto ai vari canti.La giornata di studi si è conclusacon il Canto della Compieta.Concludendo infine: unparticolare ringraziamento per lacollaborazioneall’Arciconfraternita dellaMisericordia di Livorno.

S.B.

N

Il significatodei cantidella Messa

gli incontri del SERRA CLUB

I sacerdoti nella storia di Livornostato quanto mai prezioso ilcontributo che il professor Andrea

Zargani, ospite del Serra, ha volutodare, per valorizzare le figure disacerdoti che hanno lasciato unatraccia profonda nel tessuto socialedella città.Anche se non abbiamo una raccoltasistematica di notizie, da una primalettura dei documenti d’archiviosparsi tra i vari Ordini Religiosi e diquelli in possesso in Vescovado,emerge un numero ricchissimo direligiosi e anche di religiose chehanno influito sullo sviluppo socialedella nostra città, basti pensare alperiodo che va dalla fine dell’800agli inizi del ’900 dove le religiosehanno formato le numerose maestrecattoliche.Pur avendo Livorno come datafondamentale per la suacostitutuzione a città il 1606, laChiesa gli è antecedente. Infatti giànel XIII secolo aveva la Pieve diS.Giulia che dipendeva da S.Stefanoai Lupi. Questa Pieve si estendevatra Piazza della Repubblica fino allacosta al mare.Venuta a decadere perla struttura fu poi sostituita dallaChiesa di S. Maria nell’attuale Piazzadel Pamiglione. Non era una Chiesaqualunque, aveva ben 12 altaricurati dai maestri delle varie arti.Nella zona della pievania ci saràanche il fututro Santuario diMontenero la cui icona già nel ’400dava l’indulgenza a chi si recava avenerare la scara immagine. Con iMedici, soprattutto con Cosimo che

È vede Livorno come luogo privilegiatoper il Granducato, inizia lo sviluppoda piccolo porto di 750 anime, acittà con una crescita numericaesponenziale e la Pieve di S. Mariain Giulia ha il ruolo principale finoad arrivare al 1595 con la posa dellaprima pietra per la futura Chiesamatrice che sarà poi il Duomo. Di lì apoco ci saranno le Leggi Livornine,con l’arrivo di stranieri. I grecifurono sistemati a S. Jacopo, e gliAgostiniani che stavano lì furonotrasferiti all’oratorio di S. Antonio.Gli Agostiniani coadiuvavano laPieve. Padre Nicola Magni,agostiniano, scrisse una storia diLivorno molto bella ed è stato unparroco molto attivo. Come giàdetto, il 1606 è una datafondamentale in quantocontemporaneamente allaconsacrazione dell’attuale Duomo, S.Francesco, Livorno diventa città. S.Francesco, divenuta Chiesa Matrice,sostituisce S. Antonio; tutti i livornesisi battezzeranno lì e l’Arcivescovo diPisa invita nuovi ordini religiosi qualii Barnabiti, i Cappuccini e i fratiMinori e d’ora in avanti spiccherannofigure esemplari che hanno lasciatoun segno nella storia della Chiesalivornese.Tra questi ricordiamo FrateMichelangelo che si dedicò congrande passione ai diseredati. Nascenel 1576 e nel 1591 era giàreligioso. Il suo compito fu quello difare il padre spirituale nel Bagno deiforzati e volle rimanere a Livornoanche nell’anno 1630 durante la

famosa peste che seminò numerosemorti; unitamente ad altri confratelliprestò aiuto agli innumerevolimalati. Morì nel 1631 per la peste.L’Arcivescovo di Pisa a ricordo diquanti aveva beneficato nella cittàlabronica, concederà ad un religiosodei cappuccini di far parte delCollegio dei Canonici. Frate Gineproda Barga, altro cappuccino nato nel1630, anche lui si dedicò al Bagnodei forzati. Molti musulmani ciparlano della santità di questo frate.Le attuali statue di cartapesta ora aS. Caterina, furono fatte dai forzatidel bagno penale. Frate Ginepromuore nel 1709 e viene seppellitonella Chiesa della S.S.Trinità.Abbiamo avuto anche la presenzadei Domenicani voluta da Roma persorvegliare sull’ortodossia cattolica,perchè molte erano le presenze diprotestanti a Livorno. La formaottagonale della Chiesa di S.Caterina, rappresentava il faro dellafede per chi veniva dal porto.Il Servo di Dio Giovan BattistaQuilici, il don Bosco livornese (1791- 1844) visse nel periodoturbolento della RivoluzioneFrancese e dilagante era ilGiansenismo anche a Livorno. Il suoimpegno pastorale, sociale e politico,portò ad avere un lascito da unanobildonna che gli permise di farnascere le Figlie del Crocifisso perl’educazione delle giovani a rischio.Crea anche la congregazione deipadri di famiglia che vivevanotroppo soli, gli spaccapietre. Favorì

anche il culto di Maria Ausiliatrice ecostituì pure la Pia Unione SacerdotiEvangelici, per evitare l’isolamentodei sacerdoti. Si deve anche a lui lacostruzione di una parte delseminario Gavi, costruito su unvecchio cimitero. Monsignor PioAlberto del Corona, nato nel 1837,domenicano. Consacrato vescovo nel1875, coadiuvò il vescovo di SanMiniato; favorì, fra le tante iniziative,il Congresso Mariano Internazionalea Livorno nel 1875. Fu precursoredell’ecumenismo e dette moltospazio alle donne e alle religiose.Morì nel 1912 come vescovo di SanMiniato e Arcivescovo di Sardica.Frate Alessandro Baroni, nato aLivorno nel 1919 fu appassionato difilosofia, amò Rosmini e Gioberti. Fudefinito incitatore della fede e perquesto fu allontanato dal suoministero perchè il suo stile avevairritato alcune persone del poterecostituito. Fu poi reintegrato e sidedicò alla predicazione. Era anchescienziato e vide nella materialitàsegni della presenza di Dio.Molti sarebbero ancora da ricordare:Padre Raffaele Mecchi, PadreMoltevo, Francesco Lunardi ecc.,tutte figure di sacerdoti dalle qualiemerge una modernità sulla qualesarebbe assai utile soffermarsi perfavorire le scarse vocazioni attuali.La loro fede ha fatto storia, unastoria che mai si è staccata dalvissuto e della quale dobbiamo farmemoria per rinvigorire il presente.

Monica Cuzzocrea

Il convegno MUSICALE

Kyrie, Gloria, Credo, Santo, Agnello di Dio

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 aprile 2011 VII

Concerto di PASQUA

A San Sebastianola corale Del Corona

a parrocchia di San Sebastiano invita ifedeli a partecipare al «Concerto di

Pasqua» che si terrà in chiesa Sabato 16aprile alle 21.15.Il periodo quaresimale è tempo diriflessione e di preghiera, occasione peraccostarsi al sacrificio di Gesù Cristo.Per questo motivo il Coro Rodolfo DelCorona presenterà un programma chealla lettura del Vangelo (e meditazione)contrapporrà l’esecuzione a cappella dibrani musicali attinti ad un vastorepertorio di musica sacra.Tre saranno le parti che comporrano ilconcerto. La prima è collocabile intornoalla liturgia del giovedì Santo:l’istituzione dell’Eucaristia come ritomemoriale della «nuova ed eternaalleanza». La seconda parte corrispondeal venerdì Santo: la croce comemanifestazione luminosa dell’amoredivino, la croce che lascia spazio solo alsilenzio e alla contemplazione. L’ultimaparte celebra la resurrezione di Gesù. IlSignore «è passato» per salvare e liberareil suo popolo oppresso dalla schiavitù,Cristo «è passato» alla vita vincendo lagrande nemica dell’uomo, la morte.Il Coro «Rodolfo Del Corona», giàospite nella nostra comunità neldicembre dello scorso anno con il«Concerto di Natale», si forma a Livornonel 1984 e prende il nome delcompositore livornese (1900-1978). IlCoro si distingue per la capacità dicimentarsi in numerosi generi e stili,sacro e profano, colto e popolare in unampio panorama storico che va dalMedioevo ai giorni nostri, anche fuoridalla tradizione europea, come nello«spiritual» o nel «barbershop style».Dirigerà il Maestro Luca Stornello.Il programma della serata sarà a brevedisponibile online accedendo allahomepage del sito parrocchiale:www.sebastianodicatum.it.

Gaetano Mastrorilli

L

Novità all’acquario

UN PERCORSORINNOVATO E LA NUOVA MASCOTTE

al 1° aprile, l’Acquario di Livorno,gestito da Costa Edutainment, è

aperto al pubblico tutti i giorni con unpercorso di visita rinnovato, nuove spe-cie ospiti delle vasche (una di questenella foto), una simpatica mascotte (ilpolpo «Otto»), la terrazza panoramicaed un piano di iniziative, promozioni eattività pensate per la nuova stagione.L’arricchimento del percorso espositivooffre ai visitatori un’occasione di visitasempre nuova, coinvolgente e capacedi parlare ai diversi target unendo i te-mi di natura, arte e scienza che con-traddistinguono la proposta integratadella strutturaIn questa primavera al secondo piano èin esposizione la mostra sul telescopiodi Galileo..

D

Illusione e bellezzaoglie diacanto?» «Si,sono quellegrandi e

arricciolate, venivanoutilizzate per ledecorazioni in stileneoclassico e qui ce nesono diverse, restaurateda poco, vedi questipunti di luce piùbianchi?»Ci sono tanti «tesori»all’interno della Chiesadi Santa Caterina, operainiziata dall’architettoGiovanni Del Fantasianel XVIII sec., ma ogginon ci soffermiamo sulprogetto a piantaottagonale o sui vetripolicromi o sugliottocenteschi affreschidella volta, o sulfamoso dipinto delVasari, o sul coroligneo, o sulle statue inlegno e in cartapesta:oggi parliamo deiparticolari più discreti,quelli in tinta pastelloche circondandoletteralmentel’osservatore e che inalcuni casi ingannanoletteralmente l’occhio.Insieme ad un’amicadecoratrice, SaraBaldinotti, imparo asoffermarmi suiparticolari del «trompel’oeil», sui giochivisividi questo luogo.«Anche i marmi sonofinti?».«Si - conferma Sara -Tutti, anche quelli dellecolonne e forse proprioperchè sono solodipinti sembrano menofreddi di quelli veri!»E allora comincio aguardare con gli occhidi chi cerca e vedo icapitelli disegnati, le

grottesche e tutte lecolonne anche quellepiù nascoste, i capitellicorinzi, il tamburodella cupola dellacappella dedicata aSanta Caterina e le fintestatue nelle nicchie: lerappresentazioni diFede, Speranza, Carità eSapienza.«La Carità - spiega –l’amore per Dio, unamore di tale portata,viene rappresentato conla figura allegorica delladonna-madre con ibambini. In mano tieneil Sacro Cuore, il grandeamore che Gesù ha

avuto per gli uominifino alla morte».«La Speranza, la fiducianella vita eterna datadalla resurrezione diGesù, viene

rappresentata con lafigura allegorica di unadonna con in mano ilcartiglio: promessa divita eterna»«La Fede, il dono di

credere inDio e viverein Lui, vienerappresentatoda unadonna con inmano ilcalice, chericorda,infatti, lacelebrazioneeucaristica»«La Sapienza,laconoscenzadi Dio, vienemostrata conla figura diuna donnache in unamano tienelo scettro enell’altra unlibro e

sembra mostrare ad unbambino la verità».Spostiamo poi la nostraattenzione alla cappelladi San Giuseppe, dovesembra di stare in unvero labirinto dicolonne: gli spazi siallargano e sembra chel’aria entri anche daimuri, in un gioco diprospettiva che ingannagli occhi più esperti.«È come se da unmomento all’altroqualcuno aprisse peruscire o entrare,scendesse dalle altescale in pietra e siappoggiasse allebalaustre». Si notano glispazi dove mancano ledecorazioni, come se cifosse un vuoto, come seinaspettatamenteuscissimo dall’illusione.Ma questo è solol’inizio: la chiesa di S.Caterina ci aspettaancora per raccontarealtre meraviglie.

PICCOLI Tesori

di Angela Blanco

Una scelta di SOLIDARIETÀ

Associazione onlus “UNA ROSAPER IL CAMEROUN”

i può sostenere l’Associazione di volontariato anchedonando il 5 per mille attraverso la dichiarazione dei

redditi. Questo il codice:

C.F.92090560498L’Associazione opera per il Cameroun in modo particolarecon la Congregazione delle Maestre Pie Venerini. Inoltre siimpegna per il Ciad e adesso anche per Haiti.

S

Le pitture murali a Santa Caterina

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 aprile 2011VIII