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Mario Gallo Corso di perfezionamento in gestione delle risorse umane Anno Accademico 2015/2016 Cassino, 28 gennaio 2016 Modulo La sicurezza sul lavoro Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale Dipartimento di Economia e di Giurisprudenza Mario GALLO Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale Collaboratore delle riviste Guida al lavoro e Tecnici24 de Il Sole 24 Ore [email protected] Mario Gallo 2 L’agenda L’obbligazione di sicurezza Il regime di tutela del D.Lgs. n.81/2008 e gli adempimenti gestionali del datore di lavoro L’esercizio del potere disciplinare Procedimenti ispettivi e sospensione dell’attività d’impresa Le funzioni professionali del consulente Il sistema sanzionatorio e le responsabilità del consulente Mario Gallo 3 1. Considerazioni introduttive e evoluzione della disciplina in materia di salute e di sicurezza sul lavoro

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Mario Gallo

1

Corso di perfezionamento in gestione delle risorse umaneAnno Accademico 2015/2016

Cassino, 28 gennaio 2016

Modulo

La sicurezza sul lavoro

Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale

Dipartimento di Economia e di Giurisprudenza

Mario GALLOUniversità degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale

Collaboratore delle riviste Guida al lavoro e Tecnici24 de Il Sole 24 Ore

[email protected]

Mario Gallo

2

L’agenda

L’obbligazione di sicurezza

Il regime di tutela del D.Lgs. n.81/2008 e gli adempimentigestionali del datore di lavoro

L’esercizio del potere disciplinare

Procedimenti ispettivi e sospensione dell’attività d’impresa

Le funzioni professionali del consulente

Il sistema sanzionatorio e le responsabilità del consulente

Mario Gallo

3

1. Considerazioni introduttive e evoluzione della disciplina in materia di salute e di sicurezza sul

lavoro

Mario Gallo

4

Instabilità della disciplina in materia di sicurezza sul lavoro

• La disciplina in materia di sicurezza sul lavoro si caratterizza, in primo luogo, per la sua evidente «sismicità» dovuta ad una notevole instabilitànormativa derivante dalla sussistenza di diverse zone critiche che il legislatore cerca da tempo risolvere

• Si tratta, quindi, di una materia in continua evoluzione, non facile da maneggiare «senza danno» che presenta anche notevoli zone d’ombra tale da rappresentarne profili problematici nella gestione delle risorse umane

Mario Gallo

5

Principi costituzionali : i cardini del sistema di tutela del diritto alla salute del lavoratore

•Art. 32 – La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo

e interesse della collettività………

•Art. 41, c.2 – L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in

contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla

libertà, alla dignità umana......

Mario Gallo

6

•Art. 35 – La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni(quindi anche negli appalti – n.d.a.)

• Art. 36 – La durata massima della giornata è stabilita dalla legge.

• Art. 37 – La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.• Art. 38 – Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. ………………….• Art. 46 - Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.

Principi costituzionali : i cardini del sistema di tutela del diritto alla salute del lavoratore

Mario Gallo

7

Il modello civilistico: un sempreverde di riferimento europeo

Art. 2087 cod. civ.

L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio

dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del

lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a

tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei

prestatori di lavoro.

Valutazione

Formazione Adeguamenti

Vigilanza

Mario Gallo

8

Il datore di lavoro deve adoperarsi, nello svolgimento di quella che è una specifica attività professionale, con una diligenza particolare, in base alla quale deve adottare tutte le misure dettate:

1) dalla particolarità del lavoro, in base alla quale devono essere individuati i rischi e nocività specifiche;2) dall'esperienza, in base alla quale devono essere previste le conseguenze dannose, sulla scorta di eventi già verificatisi e di pericoli già valutati in precedenza;3) dalla tecnica, in base alle nuove conoscenze in materia di sicurezza messe a disposizione dal progresso tecnico-scientifico.

È questo il fondamentale principio della massima sicurezza tecnologicamente fattibile, di cui all'’art. 2087 C.C., e che esprime l’obbligazione fondamentale del datore di lavoro, in quanto primo garante dell’obbligo di sicurezza verso i lavoratori dipendenti (od equiparati) di perseguire costantemente la massima sicurezza tecnica, organizzativa o procedurale fattibile.

L’obbligazione di sicurezza - art. 2087 cod. civ.

Mario Gallo

9

Se il lavoratore è esposto a rischi sotto il profilo della sicurezza e/o igiene del lavoro, a causa di inadempienze del datore di lavoro (es. utilizza macchinari privi delle protezioni degli organi

mobili o impiega sostanze vietate), è consentito allo stesso di rifiutare la prestazione in via di eccezione di inadempimento, conservando il diritto al rapporto ad al relativo reddito (cd principio di autotutela del lavoratore) (*)

(*) - Cfr. Cass. sez. Lav. 5 novembre 2012, n. 18921

Il principio di autotutela del lavoratore

Mario Gallo

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Evoluzione normativa

Orientamentotecnicistico -punitivo

Anni ’50 – Anni ‘80

D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547 “Norme per la prevenzione degli infortuni “ -D.P.R. 19 marzo 1956, n.303 “Norme generali per l'igiene del lavoro”, D.P.R.

164/1956 etc.

1. APPROCCIO ALLA SICUREZZA DI TIPO ESCLUSIVAMENTE TECNICO

2. SISTEMA PUNITIVO3. RUOLO PASSIVO LAVORATORE4. RUOLO SECONDARIO DELLA

FORMAZIONE5. ASSENZA ORGANIZZAZIONE

SICUREZZA

Mario Gallo

11

Orientamentocooperativo

Anni ‘90

D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE,

90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE,99/38/CE, 2001/45/CE e 99/92/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute

dei lavoratori durante il lavoro

1. COOPERAZIONE DATORE/LAVORATORI/ SINDACATI/ALTRE FIGURE DELLA PREVENZIONE

2. RUOLO ATTIVO LAVORATORE3. RUOLO PRIORITARIO

INFORMAZIONE E FORMAZIONE4. PROCESSO SISTEMATICO DI

VALUTAZIONE DEI RISCHI E ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA

Evoluzione normativa

Mario Gallo

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Orientamentocooperativo con

vigilanza rafforzata

2008

Legge 3 agosto 2007, n. 123 - D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81

Legge 88/2009 - D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106

1. COOPERAZIONE TRA LE DIVERSE FIGURE DELLA PREVENZIONE

2. VIGILANZA PIU’ INTENSA NELL’IMPRESA

Evoluzione normativa

Mario Gallo

Si compone di oltre 300 articoli, suddivisi in 13 titoli, con 51 allegati:

Titolo I: Disposizioni generali - Sanzioni Titolo I: da art. 1 a 61Titolo II: Luoghi di lavoro - Sanzioni Titolo II - da art. 62 a 68Titolo III: Attrezzature e DPI - Sanzioni Titolo III - da art. 69 a 87Titolo IV: Cantieri temporanei e mobili - Sanzioni Titolo IV - da art. 88 a 160Titolo V: Segnaletica - Sanzioni Titolo V - da art. 161 a 166Titolo VI: Movimentazione manuale dei carichi - Sanzioni Titolo VI - da art. 167 a 171Titolo VII: Videoterminali - Sanzioni Titolo VII - da art. 172 a 179Titolo VIII: Agenti fisici - Sanzioni Titolo VII - da art. 180 a 220 (rumore, ultrasuoni,

infrasuoni, vibrazioni meccaniche, campi elettromagnetici, radiazioni ottiche, atmosfere iperbariche)

Titolo IX: sostanze pericolose - Sanzioni Titolo IX - da art. 180 a 265 (Agenti chimici, cancerogeni/mutageni e amianto)

Titolo X: Agenti Biologici - Sanzioni Titolo X - da art. 266 a 286Titolo XI: Atmosfere esplosive - Sanzioni Titolo XI - da art. 287 a 297Titoli XII e XIII: Disposizioni transitorie e finali - da art. 298 a 306 - Modifiche al

D.Lgs. 231/2001, art. 25-septies e abrogazioni norme precedenti

Sono abrogati il DLgs. 626/94, il DPR 547/55, il DPR 303/1956, il DPR 164/1956, il D.Lgs. 494/1996 etc.

13

La struttura generale del D.Lgs. 81/2008

Mario Gallo

14

2. L’ambito applicativo del D.Lgs. 81/2008, i soggetti e

gli obblighi gestionali fondamentali del datore di

lavoro

Mario Gallo

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Obbligazione di sicurezza e soggetti tutelati

Mario Gallo

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Datore di lavoro

Dirigente

Preposto

Lavoratori

Servizio di Prevenzione e

Protezione

Medico competente

Squadre emergenza

Sorveglianza sanitaria

RESPONSABILITA’ - VIGILANZA

RLS Interno Controllo esterno RLST

Il sistema di sicurezza aziendale e il ruolo del MC

Rischi

Mario Gallo

17

Datore di lavoroRSPP – ASPP – MC – RLS

Ripartizione generale delle responsabilità

Valutazione di tutti i rischi

Vigilanza

Dirigente

Preposto

Lavoratori

AdeguamentiFormazione

Datore di lavoroDirigente

Datore di lavoroDirigente

Mario Gallo

Compiti, obblighi, responsabilità e soggetti del sistema aziendale di prevenzione

Soggetto Ruolo Principali compiti/responsabilità

Principali rif. normativi D.lgs 81/08

Datore di lavoro

Titolare del rapporto di lavorocon il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilitàdell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.

• Decide la politica e l’organizzazione aziendale Nomina il RSPPValuta i rischi e redige il DVRVigila sull’attivitàd’impresaAdempie a obblighi gestionali specifici (es. formazione, sorveglianza sanitaria, etc.)

Art. 2, c.1, lett. a (nozione)Art. 17 (obblighi indelegabili)Art. 18 (principali obblighi)Art. 26 (appalti)Art. 28 -29 (valutazione dei rischi e DVR)Art.37 (formazione)Art. 55 (sanzioni)

Dirigente In ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attivitàlavorativa e vigilando su di essa.

Attua le direttive del DLOrganizza l’attivitàlavorativaVigila

Art. 2, c.1, lett. d (nozione)Art. 18 (principali obblighi)Art. 26 (appalti)Art.37 (formazione)Art. 55 (sanzioni)

18

Mario Gallo

Soggetto Ruolo Principali compiti/

responsabilità

Principali rif. normativi D.lgs 81/08

Preposto In ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa

VigilaEsercita un funzionale potere d’iniziativaReporting al superiore

Art. 2, c.1, lett. e (nozione)Art. 19 (obblighi)Art.37 (formazione)Art. 56 (sanzioni)

Lavoratore Contribuisce all’ adempimento degli obblighi di sicurezza, segnala le situazioni di pericolo e attua diligentemente le direttive impartite

Collabora attivamente con il DL, dirigente e prepostoAttua gli ordini ricevutiUtilizza correttamente le attrezzature, Dpi e sostanze

Art. 2, c.1, lett. a (nozione)Art. 20 (obblighi)Art.37 (formazione)Art. 59 (sanzioni)

19

Compiti, obblighi, responsabilità e soggetti del sistema aziendale di prevenzione

Mario Gallo

Soggetto Ruolo Principali compiti/

responsabilità

Principali rif. normativi D.lgs 81/08

Medico competente

Collabora con il datore di lavoro nella valutazione dei rischi ed effettua la sorveglianza sanitariaesprimendo il giudizio d’idoneità specifica alla mansione di ogni lavoratore.

Collabora con il datore di lavoro nella valutazione dei rischiEffettua la sorveglianza sanitaria

Art. 2, c.1, lett. h (nozione)Art. 25 (obblighi)Art.41 (sorveglianza sanitariaArt. 55 (sanzioni)

Responsabile del SPP

Coordina il Servizio di Prevenzione, ossia l’insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interniall’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali previste dall’art. 33 D.Lgs. 81/01

Coordina il SPPAssiste il datore di lavoro nella valutazione dei rischi e l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione

Art. 2, c.1, lett. f (nozione)Art. 31 - 35 (servizio di prevenzione e protezione)

Addetto SPP Componente del SPP concompiti specifici di prevenzione e protezione

Assiste il RSPP/DL nelle attivitàprevenzione e prot.

Art. 2, c.1, lett. g (nozione)Art. 31 - 35 (servizio di prevenzione e protezione)

20

Compiti, obblighi, responsabilità e soggetti del sistema aziendale di prevenzione

Mario Gallo

Soggetto Ruolo Principali compiti/

responsabilità

Principali rif. normativi D.lgs 81/08

Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Rappresenta i lavoratori in materia di salute e della sicurezza durante il lavoro, con compiticonsultivi, di cooperazione e di controllo

Rappresentanza dei lavoratoriCooperazione con il DL e le altre figureControllo sulle scelte gestionali in materia di sicurezza

Art. 2, c.1, lett. i (nozione)Art.47 – 50 (elezione e attribuzioni)

Addetti alle emergenze

Lavoratori incaricati per le attività di gestione delleemergenze aziendali conseguenti a incendi, interventi di primo soccorso (malore, infortunio, etc.),esodo, etc. e disupporto a quelle diprevenzione

Azioni operative in caso di emergenzaUtilizzo delle dotazioni specifiche (es. mezzi estinzione)Supporto alle attività di prevenzione

Art. 18, c.1, lett. b)Art. 43 (Disposizioni generali)Art. 44 (Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato)Art. 45 - (Primo soccorso)Art. 46 (Prevenzione incendi) 21

Compiti, obblighi, responsabilità e soggetti del sistema aziendale di prevenzione

Mario Gallo

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Ambito applicativo del D.Lgs. n.81/2008

L’obbligazione di sicurezza grava su ogni datore di lavoro, pubblico o privato, che nell’esercizio di una qualsiasi attività -anche non avente fine di luco - impiega

lavoratori e equiparati (art. 2, c.1 lett. a, D.Lgs. 81/08) nell’unità produttiva

Mario Gallo

Lavoratori tutelati

Sono tutelati dal D.Lgs. 81/2008 tutti i lavoratori ed equiparati secondo la definizione dell’art.2, c.1, lett. a) dello stesso decreto, ossia “Persona che, 

indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari”. Pertanto, vi 

rientrano :

23

Mario Gallo

Lavoro accessorio

• Sono tutelati dal D.Lgs. 81/2008 anche i prestatori di lavoro accessorio che sono equiparati ai lavoratori subordinati qualora la prestazione sia resa a favore di un’impresa o professionista (art. 3, c.8)• Negli altri casi (non definiti) si applica il regime di tutela piùlimitata prevista dall’art. 21 del D.lgs. 81/2008, per i lavoratori autonomi e alcuni altri soggetti (es. collaboratori dell’impresa familiare)• Sono esclusi dal D.Lgs. 81/2008, i piccoli lavori domestici a carattere straordinario, l'insegnamento privato supplementare e l'assistenza domiciliare ai bambini, agli anziani, agli ammalati e ai disabili. 24

Mario Gallo

Obbligo Rif. Normativo

Note

Nomina del responsabile del S.P.P. o svolgimento diretto dei

compiti da parte del D.L.

Artt. 17, 34

Nomina del medico competente Art. 18, 41 Nei casi in cui la sorveglianza sanitaria

è obbligatoria

Informazione ai lavoratori circa l’elezione del RLS e delle

attribuzioni

Art. 36 -47 ss.

L’art. 50 attribuisce al RLS importanti

compiti consultivi in materia di sicurezza

Valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza

Artt. 17, 28, 29 ss.

Gli obblighi gestionali fondamentali del datore di lavoro del D.Lgs.81/2008: profili generali

Mario Gallo

Obbligo Rif. Normativo NoteConvocazione della riunione

periodica di prevenzioneArtt. 35

Redazione del documento di valutazione dei rischi (DVR)

Artt. 17, 28, 29 ss. Fino al 31/05/13 era possibile

ancora ricorrere all’autocertificazione (art. 29, c. 5)

Adozione e attuazione delle misure di prevenzione e protezione

Art. 28D.M. 10/03/98 (prev.incendi)D.M. 388/03 (primo soccorso

Tra le misure ècompresa la nomina e la

formazione degli addetti alle emergenze

Fornitura ai lavoratori dei D.P.I. Art. 18 Sentito il medico competente, il

RSSP e RLS

Gli obblighi gestionali fondamentali del datore di lavoro del D.Lgs.81/2008: profili generali

Mario Gallo

Obbligo Rif. Normativo Note

Convocazione delle riunione periodica di

prevenzione

Artt. 35

Informazione, formazione e

addestramento dei lavoratori, dirigenti e

preposti

Artt. 36, 37Accordo Stato –Regioni 21/12/2011

Norme speciali sono per quanto riguarda

l’utilizzo di particolari attrezzature di lavoro

Formazione iniziale e aggiornamento del RSPP, ASPP, RLS

Art. 32 (RSPP) Art. 34 (DLSPP)Art. 37 (RLS)

Formazione iniziale e aggiornamento

addetti antincendio, primo soccorso e

evacuazione

Art. 37D.M. 10/03/98 (prev.incendi)D.M. 388/03 (primo soccorso

Gli obblighi gestionali fondamentali del datore di lavoro del D.Lgs.81/2008: profili generali

Mario Gallo

Obbligo Rif. Normativo Note

Dovere di vigilanza sul comportamento dei soggetti del sistema di prevenzione aziendale

Artt. 18; 28 Lavoratori, preposti, medico

competente, etc.

Aggiornamento della valutazione dei rischi e del DVR

Artt. 29

Accertamento dell’idoneitàtecnico – professionale e

promozione della cooperazione e coordinamento in caso di

appalto, contratto d’opera e somministrazione

Art. 26

Osservanza degli altri obblighi gestionali (es. manutenzione,

verifiche obbligatorie impianti e attrezzature di lavoro, tenuta

registro infortuni, etc.)

Art. 18 ss.

Gli obblighi gestionali fondamentali del datore di lavoro del D.Lgs.81/2008: profili generali

Mario Gallo

29

• RSPP - ASPP

• Lavoratori

• Dirigenti

• Preposti

• RLS

Art. 32 DLgs. 81/08Acc.Stato Reg. 26.01.06

La disciplina

Informazione e formazione

Art. 36–37 e ss. DLgs. 81/08 Accordo S-R 21.12.11

Art. 15 - 37 DLgs. 81/08 Accordo S-R 21.12.11

Art. 37 DLgs. 81/08Accordo S-R 21.12.11

Art. 37 - CCNL

Mario Gallo

30

• Addetti antincendio

• Add.primo soccorso

• Datore di lavoro-RSPP

• Addetti ai ponteggi

Art. 37 DLgs. 81/08DM 10.03.98

Art. 37 DLgs. 81/08 DM 388/2003

Art. 34 DLgs. 81/08Accordo S-R 21.12.11

Art. 136, c.5, e all. XXI DLgs. 81/08

La disciplina

Informazione e formazione

Mario Gallo

31

Art. 37 D.Lgs. 81/2008

La formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire, in

collaborazione con gli organismi paritetici, ove presenti nel settore e nel territorio in cui

si svolge l’attività del datore di lavoro, durante l’orario di lavoro e non può

comportare oneri economici a carico dei lavoratori

(in edilizia tramite i CPT)

Informazione e formazione

Mario Gallo

Gli Accordi Stato-Regioni sulla formazione del 21.12.2011

Art. 34 DLgs. 81/08Formazione e aggiornamento

Datori di lavoro-RSPP

Art. 37 DLgs. 81/08

Formazione e aggiornamento•Lavoratori•Dirigenti •Preposti

v. anche Accordo integrativo del 25 luglio 2012

in Gazzetta Ufficiale – Serie generale – 11 gennaio 2012, n. 8

Mario Gallo

Formazione dei lavoratori, preposti e dirigenti ex art. 37 D. Lgs. 81/08

Esclusioni:

• Formazione specifica contenuta nei titoli successivi al I (cfr. ex 73 D.Lgs. 81/2008 in materia di attrezzature) o in norme speciali

• Formazione addetti alle emergenze• Formazione addetti ai ponteggi

• Addestramento• Formazione lavoratori occupati in luoghi confinati o ambienti sospetti

d’inquinamento ex DPR 177/2011

6. Ambito oggettivo

Ambito applicativo dell’Accordo per i lavoratori, dirigenti e preposti

Gli Accordi Stato-Regioni sulla formazione del 21.12.2011

Mario Gallo

34

• L’Accordo SR individua contenuti minimi della formazione e addossa al datore di lavoro la responsabilità della taratura degli interventi.

• Principio di proporzionalità tra sforzo formativo minimo e entitàdel rischio dell’attività svolta dal soggetto da formare, quest’ultimo parametrizzato, per esigenze di semplificazione, in base ai codici ATECO che, tuttavia, essendo nati con finalità ben diverse in diversi casi determinano situazioni anomale

• Obbligo di frequenza: viene stabilita nella misura del 90 % ma in realtà ciò è in contrasto con l’art. 37 del D.Lgs. 81/2008 (se il lavoratore si assenta ad una lezione in cui viene trattato un rischio che successivamente ne causa l’infortunio si può affermare che la formazione stessa è stata adeguata e sufficiente ?

9. Contenuti della formazioneGli Accordi Stato-Regioni sulla formazione del 21.12.2011

Mario Gallo

La formazione e l’aggiornamento dei lavoratori

Tabella 1

IL NUOVO REGIME DELLA FORMAZIONE DEI LAVORATORI IN SINTESI

• Moduli • Formazione generale (*)

• Formazione specifica

• Durata • Formazione generale: almeno 4 ore qualunque sia il codice ATECO

• Formazione specifica: devono essere svolte per le attività

a) A rischio basso (uffici, servizi, commercio, turismo, etc) almeno 4 ore

b) A rischio medio (agricoltura, pesca, istruzione, trasporti, etc.) almeno 8 ore

c) A rischio elevato (costruzioni, industria alimentare, manifatturiero, etc.) almeno 12 ore

• Aggiornamento • quinquennale

• durata: 6 ore per tutti i macrosettori di rischio ATECO (*)

• Obbligatorietàdell’Accordo

• Si

(*) – Può essere svolto anche in modalità e-learning.

Mario Gallo

Tabella 2

IL NUOVO REGIME DELLA FORMAZIONE DEI PREPOSTI IN SINTESI

• Articolazione dell’obbligo

• Il  preposto  (capo  reparto,  capo  squadra,  etc.)  oltre  a  dover frequentare  il  corso  di  formazione  per  lavoratori  deve  anche ricevere  una  formazione  particolare  aggiuntiva  (art.  37,  c.7  D.Lgs. 81/2008)

• Durata del modulo di formazione aggiuntiva

• Almeno 8 ore qualunque sia il codice ATECO (*)

• Aggiornamento • quinquennale 

• durata: almeno 6 ore per tutti i macrosettori di rischio ATECO (**)

• Obbligatorietàdell’Accordo

• Facoltativo,  ma  in  caso  di  applicazione  è riconosciuta  una presunzione  di  conformità all’art.  37,  c.7,  del  D.Lgs. 81/2008  dei corsi in termini di adeguatezza e specificità

(*) – Può essere svolto anche in modalità e-learning per gli argomenti riportati ai numeri da 1 a 5 del punto 5 dell’Accordo.

(**) - Può essere svolto anche in modalità e-learning.

La formazione e l’aggiornamento dei preposti

Mario Gallo

Tabella 3

IL NUOVO REGIME DELLA FORMAZIONE DEI DIRIGENTI IN SINTESI

• Durata • Almeno 16 ore per tutti i macrosettori di rischio ATECO

• Moduli • 1 – giuridico – normativo (*)

• 2 – gestione ed organizzazione della sicurezza (*)

• 3 – individuazione e valutazione dei rischi (*)

• 4 – comunicazione, formazione e consultazione dei lavoratori (*)

• Aggiornamento • quinquennale

• durata: almeno 6 ore per tutti i macrosettori di rischio ATECO (*)

• Obbligatorietàdell’Accordo

• Facoltativo, ma in caso di applicazione è riconosciuta una presunzione di conformità all’art. 37, c.7, del D.Lgs. 81/2008 dei corsi in termini di adeguatezza e specificità

(*) – Può essere svolto anche in modalità e-learning.

La formazione e l’aggiornamento dei dirigenti

Mario Gallo

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• Il 22 febbraio 2012 la Conferenza Stato – Regioni ha completato la riforma con l’approvazione dell’Accordo sulla formazione /abilitazione (aggiuntiva) relativa adalcune attrezzature di lavoro considerate più pericolose, secondo quanto previsto dall’art. 73, c. 5, del D.Lgs. 81/2008. Rientrano nel suo campo applicativo:

a. Piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE)b. Gru a torrec. Gru mobiled. Gru per autocarroe. Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo (a braccio telescopico, industriali semoventi, sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi), tra cui, quindi, anche i c. d. mulettif. Trattori agricoli o forestalig. Macchine movimento terra (escavatori idraulici, a fune, pale caricatrici frontali, terne, autoribaltabile a cingoli)h. Pompe per calcestruzzo

•L’Accordo prevede che l’abilitazione sia rinnovata ogni 5 anni dalla data di rilascio dell’attestazione (di abilitazione) a condizione che sia svolto un corso di aggiornamento della durata minima di 4 ore di cui almeno 3 ore relative agli argomenti previsti dai moduli pratici

11. Disposizioni transitorie e riconoscimento della formazione pregressaGli Accordi Stato-Regioni sulla formazione del 21.12.2011 e l’Accordo

del 22.02.2012 sulla formazione per le attrezzature

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39

3. La delega di funzioni

Mario Gallo

40

La delega di funzione - Nozione

La delega di funzione consiste in un atto mediante il quale si

realizza l’espressa attribuzione di compiti e di attribuzioni gravanti sul soggetto a cui spettano per legge (solitamente il datore di lavoro) ad un altro soggetto

specificamente individuato (in genere il dirigente)

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41

Il risultato al quale si vuole pervenire èquello della rilevanza esterna della

delega, ossia la sua idoneità a provocare l’effetto traslativo sul soggetto delegato

anche delle responsabilità penalieventualmente connesse all’esercizio

delle funzioni delegate.

Tuttavia occorre tener presente anche il fondamentale principio di effettività consacrato nell’art. 299 D.lgs.

81/08

La delega di funzione - Finalità

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42

I principi codificati dall’art. 16 del D.Lgs. 81/2008 per la delega da parte del datore di lavoro

1. Principio della forma scritta; 2. Principio della “certezza”; 3. Principio della “specificità” della delega; 4. Principio della “assenza di culpa in eligendo”; 5. Principio di “effettiva titolarità del potere”; 6. Principio della “autonomia patrimoniale”; 7. Principio di “consapevolezza” in capo al soggetto

delegato; 8. Principio della “assenza di culpa in vigilando”.9. Principio della pubblicità della delega.

La delega di funzione – Condizioni di efficacia

Tali principi sono stati richiamati anche dalla Cassazione Pen. 19 ottobre 2012, n. 41063

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I principi codificati dall’art. 16 del D.lgs. 81/08

•Principio della forma scritta La delega deve risultare da atto scritto. Pertanto, èinefficace la delega conferita verbalmente (comma 1, lett. a).

•Principio della “certezza”L’atto deve avere data certa (comma 1, lett. a).

•Principio della “specificità” della delega

L’atto deve indicare specificamente le funzioni da delegare (comma 1, lett. b).

•Principio della “assenza di culpa in eligendo”

Il delegato deve possedere tutti i requisiti di professionalità ed esperienza richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate (comma 1, lett. b).

•Principio di “effettiva titolaritàdel potere”

Il delegato deve disporre di tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate (comma 1, lett. c). In tal senso appare fondamentale la posizione che lo stesso assume nell’organigramma aziendale.

•Principio della “autonomia patrimoniale”

Il delegato deve avere l’autonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle funzioni delegate (comma 1, lett. d).

La delega di funzione – Condizioni di efficacia

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44

•Principio di “consapevolezza” in capo al soggetto delegato

La delega deve essere accettata dal delegato per iscritto (comma 1, lett. e).

•Principio della “assenza di culpa in vigilando”

La delega di funzioni non esclude l’obbligo di vigilanza in capo al datore di lavoro in ordine al corretto espletamento da parte del delegato delle funzioni trasferite. La vigilanza si esplica anche attraverso i sistemi di verifica e controllo di cui all’articolo 30, comma 4 (comma 3).

•Principio della pubblicitàAlla delega di cui al comma 1 deve essere data adeguata e tempestiva pubblicità(comma 2).

La delega di funzione – Condizioni di efficacia

I principi codificati dall’art. 16 del D.lgs. 81/08

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45

Gli obblighi indelegabili dell’art. 17 D.lgs. 81/08

Il datore di lavoro non può delegare a terzi:

a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento(DVR) previsto dall’articolo 28; b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi.

La delega di funzione – Obblighi indelegabili

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1.Viene riconosciuta una maggiore valenzarelativa ai modelli organizzativi e di gestione (MOG) previsti dall’art. 30 del D.Lgs. 81/2008 in ordine alla vigilanza sul delegato;

2.E’ ammessa la subdelega secondo le condizioni dell’art. 16, previo consenso del datore di lavoro delegante

3.Il soggetto al quale sia stata conferita la delega non può, a sua volta, delegare le funzioni ad esso trasferite (principio dello sbarramento)

La delega di funzione: i MOG e la delega di 2° livello

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Amministratore unico

Direttore generale

Direttore lavori nord Italia

Preposti - Lavoratori

1° livello

sbarramento

2° livello

No delegaobblighi Art. 17

Delegaobblighi Art. 18

La delega di funzione – delega di 2° livello

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48

4. Vigilanza, esercizio del potere disciplinare e licenziamento per violazione delle norme di

sicurezza

48

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“ occorre….controllo continuo, pressante, per imporre che i lavoratori rispettino quelle norme, si adeguino alla

misure in esse previste e sfuggano alla superficiale tentazione di trascurarle. Il responsabile della sicurezza, sia egli o meno l'imprenditore, deve avere la cultura e la "forma mentis" del garante del bene costituzionalmente rilevante costituito dalla integrità del lavoratore ed ha perciò il preciso dovere non di limitarsi ad assolvere

normalmente il compito di informare i lavoratori sulle norme antinfortunistiche previste, ma deve attivarsi e controllare sino alla pedanteria, che tali norme siano

assimilate dai lavoratori nella ordinaria prassi di lavoro”.Obbligo di più intensa vigilanza sui giovani e neo assunti

Cass. Sez. IV pen. 3 giugno 1995 n. 6486

Il dovere di vigilanza in generale

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Persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa (art.2,c.1,lett.e)

Ruolo del preposto

La definizione di preposto del D.Lgs. 81/2008

Per le attività estrattive è previsto il sorvegliante: persona, in possesso delle capacità e delle competenze necessarie, designato dal titolare per la sorveglianza sul luogo di lavoro occupato da lavoratori (art. 2, c.1, lett.c DLgs. 624/96)

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Preposto ReportingCapacità d’individuare

e gestire le condizioni di pericolo

Vigilanza attivaIntervento

Sovrintende al lavoro altruiimpartendo ordini, disposizioni,

etc.

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Il nuovo ruolo strategico del preposto

Conoscenza delle norme, disposizioni e procedure aziendali

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• Anche il preposto come il dirigente è unobbligato a titolo originario, iure proprio, e risponde nell’ambito delle sue attribuzioni e competenze

• La qualifica attribuita contrattualmente ha una valenza positiva ma non esclude che un determinato lavoratore possa ricoprire la posizione di preposto di fatto in virtù del principio di effettività ora accolto nell’art. 299 del D.Lgs. 81/2008

La posizione di garanzia del preposto

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Orientamenti giurisprudenziali sul preposto

Il preposto non è chiamato a rispondere in quanto delegato dal datore di lavoro,ma bensì a titolo diretto e personale per l’inosservanza di obblighi che allo stesso

direttamente fanno capo.

Cass. Pen.,sez. IV, 14 gennaio 2010, n. 1502

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Il conferimento della qualifica di preposto in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro deve essere

attribuito facendo riferimento alle mansioni effettivamente svolte nell'azienda più che in base a

formali qualificazioni giuridiche; pertanto, ne consegue che chiunque in una azienda assuma, in qualsiasi modo, una posizione di preminenza rispetto agli altri lavoratori, così da poter loro impartire ordini, istruzioni o direttive

sul lavoro da eseguire, deve essere per ciò stesso, a norma delle disposizioni di legge, considerato tenuto

all'osservanza dell'attuazione delle prescritte misure di sicurezza ed al controllo che i lavoratori le rispettino

Cass. pen. sez. III, 3 giugno 2008, n. 22118

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Orientamenti giurisprudenziali sul preposto

Mario Gallo

Chiunque assuma una posizione di preminenza rispetto agli altri lavoratori così da poter impartire ordini o direttive sul lavoro da eseguire

deve essere considerato tenuto, per ciò stesso, alla applicazione ed al controllo delle misure di sicurezza. Tale principio di effettività è stato

nuovamente ribadito dalla S.C. Nel caso esaminato il Tribunale prima e la Corte di Appello successivamente avevano condannato per imputazione

di cui all'art. 589 cod. pen. il marito della titolare di una impresa alla quale erano stati affidati dei lavori di rifacimento di una conduttura

sotterranea per lo scarico di acque piovane, in quanto durante i lavori un operaio dell’impresa medesima che si era introdotto all'interno di una

trincea lunga circa dieci metri, larga metri uno e trenta, profonda metri tre e sessanta circa realizzata dall’imputato a mezzo di una macchina

escavatrice, era rimasto schiacciato dalla intervenuta frana del terreno circostante particolarmente friabile. La S.C. nel confermare la correttezza

delle decisioni dei giudici di merito ha evidenziato che l’assenza di una qualificazione formale di preposto non esclude la responsabilità penale di

chi, di fatto, ne esercita le prerogative..

Cass. pen. sez. IV, 13 marzo 2009, n. 11216

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Orientamenti giurisprudenziali sul preposto

Mario Gallo

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L’esercizio del potere disciplinare,

in caso di violazione da parte

del lavoratore delle norme/

disposizioni aziendali in

materia di sicurezza del lavoro,

è un dovere per il datore di lavoro per evitare

o aggravare la propriaresponsabilità nei

confronti dei soggetti danneggiati

(Art. 2087, 1228, 2049 c.c.)

Il potere disciplinare

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- Per giurisprudenza costante costituisce circostanza aggravante della responsabilità del datore di lavoro l’aver tollerato (inerzia) i comportamenti del lavoratore che violano le norme/disposizioni aziendali di sicurezza

- L’esercizio del potere disciplinare è considerata manifestazione tipica dell’effettiva vigilanza (e, in tal senso, è indice anche dell’effettiva applicazione del modello di organizzazione ex art. 30 D.Lgs.81/08 – D.lgs. 231/2001 in materia di responsabilità amministrativa dell’impresa

Il potere disciplinare

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1. sussistenza ed imputabilità del fattoaddebitato (art. 2106 c.c.)

2. proporzionalità tra infrazione e sanzione (art. 2106 c.c.)

3. immediatezza della contestazione (non rispetto al momento dell’infrazione bensì al momento in cui il datore di lavoro ne è venuto a conoscenza)

Il potere disciplinare: i principi fondamentali

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Principio nullum crimen, nulla poena sine lege

Le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali ciascuna di esse può essere applicata ed alle procedure di contestazione delle stesse, devono essere pubblicizzate, ossia portate a conoscenza dei

lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti

(Necessità della predeterminazione del codice disciplinare aziendale)

La procedura disciplinare – art. 7 legge 300/70

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60

Il datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti

del lavoratore senza avergli preventivamente contestato

(specificamente) l'addebito e senza averlo sentito a sua difesa. Il lavoratore potrà

farsi assistere da un rappresentante dell'associazione sindacale cui aderisce o

conferisce mandato (quindi non da un avvocato).

La procedura disciplinare – art. 7 legge 300/70

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61

Il fatto deve essere immediatamente contestato ed è immutabile, salvo la

possibilità di contestazioni integrative.

Nel giudizio d’impugnazione della sanzione si può tener conto anche di fatti non contestati se sono semplicemente di

contorno o confermativi

(Cfr. Cass. 6 ottobre 1997, n. 9713, Cass. 17 gennaio 1998, n. 414)

La procedura disciplinare – art. 7 legge 300/70

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Fermo restando quanto disposto dalla legge 15 luglio 1966, n. 604, non possono essere disposte sanzioni disciplinari che comportino mutamenti definitivi del

rapporto di lavoro (es. modifica delle mansioni o trasferimento-art. 2103 c.1 c.c.) ma:

• Rimprovero verbale

• Richiamo scritto

• Multa (non può essere disposta per un importo superiore a quattro ore della retribuzione base)

• Sospensione dal servizio e dalla retribuzione (per non più di dieci giorni)

Sanzioni conservative – art. 7 legge 300/70

Mario Gallo

63

Non può tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi due anni dalla

loro applicazione .

Pertanto l’art. 7 Stat. pone un limite breve biennale per la recidiva

Recidiva – art. 7 legge 300/70

Mario Gallo

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Requisiti sostanziali(art. 2106 c.c.)

Requisiti procedimentali(art. 7 St. lav.)

-sussistenza ed imputabilità del fatto addebitato-proporzionalità tra infrazione e sanzione (cfr. Cass. Sez. Lav. n. 22129 del 25 ottobre 2011)

-predeterminazione ed affissione del codice-contestazione immediata dell’addebito-difesa del lavoratore (con eventuale

assistenza sindacale)-applicazione della sanzione, che il lavoratore

può impugnare: 1. In via giudiziale2. In via arbitrale (con sospensione della

sanzione)

Sanzioni ex art. 7 St. lav. Sanzioni ammesse o vietate dalla giurisprudenza

Sanzioni ammesse: rimprovero verbale; rimprovero scritto; multa (max 4 ore); sospensione (max 10 gg.)Sanzioni vietate: mutamenti definitivi del rapportoRecidiva: 2 anni

Sanzioni ammesse: licenziamento disciplinare, trasferimento giustificato da tensione ambientale e incompatibilitàcon i colleghi determinata da una condotta disciplinarmente rilevanteSanzioni vietate: mutamenti di mansioni; trasferimento

Riepilogo

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65

La casistica delle violazioni gravi da parte del lavoratore

Nei casi più gravi il comportamento del lavoratore può comportare il licenziamento ai sensi dell’art.2119 cod.civ. come per esempio:1. Mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuali (DPI), ossia scarpe antinfortunistiche, guanti protettivi, elmetto, mascherina, etc.;2. Rimozione di protezioni da un macchinario;3. Errata manutenzione di un impianto;4. Inosservanza al divieto di fumare dove ciò può provocare pregiudizio all’incolumità delle persone o alla sicurezza degli impianti;5. Rifiuto a sottoporsi a visita del medico competente;6. Rimozione di presidi antincendio (es. rimozione di un estintore).

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66

Cass.sent.n.774 del 26-01-1994, NGL, 202 (rifiuto del lavoratore di indossare una maschera protettiva); Cass.Pen., Sez.IV,sent.n. 441 del 15-05-1998 (condotta volontaria del lavoratore che deliberatamente contravviene alle disposizioni dell’imprenditore); Cass.Pen., Sez.IV, sent.n. 2806 del 02-03-1999 (lavoratore che trasgredisce le disposizioni del datore); Cass.Pen., Sez.III, sent. n.6695 del 28-05-1999 (obbligo di esigere dal lavoratore il rispetto delle norme di sicurezza); Cassazione, sezione lavoro 16 aprile 2004, n. 7291; Cassazione, Sezione Lavoro, sentenza del 19 febbraio 2007, n.3790.

La casistica delle violazioni gravi da parte del lavoratore

Giurisprudenza

66

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5. Organi di vigilanza e procedure ispettive

67

Mario Gallo

68

Il modello di vigilanza dell’art. 13 del D.Lgs. 81/08

Mario Gallo

69

• Aziende sanitarie localiL’art. 13 del D.Lgs. n. 81/2008 riconosce alle aziende sanitarie locali la competenza primaria generale in materia di vigilanza sulla sicurezza e igiene del lavoro.Il personale degli organi di vigilanza riveste la qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria.

• Vigili del fuoco Competenza specifica di vigilanza in materia di prevenzione incendiConsulenza, assistenza, informazione e formazione in materia di prevenzione incendi

I compiti e le competenze degli enti di vigilanza in materia di sicurezza

Mario Gallo

7070

• Direzioni territoriali del lavoro

Il personale ispettivo, che riveste la qualifica di ufficiale di Polizia Giudiziaria, ha il compito di vigilare:a) sull’esecuzione di tutte le leggi in materia di tutela dei rapporti di lavoro e di legislazione sociale nonché assistenziale e previdenziale;b) sulla corretta applicazione dei contratti e accordi collettivi di lavoro;c) in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, limitatamente ad alcune attività come l’edilizia (cfr. art. 13, comma 2 D.Lgs. n. 81/2008)

Svolge l’attività di prevenzione e promozione presso i datori di lavoro su questioni d’ordine generale ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs.n. 124/2004.

I compiti e le competenze degli enti di vigilanza in materia di sicurezza

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7171

• Comando carabinieri per la tutela del lavoro

Al personale del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro sono attribuiti i compiti di controllo e verifica affidati al Ministero del Lavoro su tutto il territorio nazionale ed estero.

Aree specifiche di vigilanza riguardano l’attività di contrasto dei fenomeni che sfociano in illeciti di rilevanza penale quali, per esempio, la sicurezza sul lavoro, l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento del lavoro minorile.

I compiti e le competenze degli enti di vigilanza in materia di sicurezza

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7272

• Personale ispettivo del Ministero Sviluppo economico

Agli ispettori del Ministero dello Sviluppo Economico competono i compiti di polizia mineraria nelle attivitàestrattive (art. 4 DPR 128/59).

La vigilanza sull'applicazione delle disposizioni in materia di sicurezza nelle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi nel mare territoriale e nella piattaforma continentale e in altre aree sottomarine comunque soggette ai poteri dello Stato, secondo l’art.3 del DPR 886/79, spettano al Ministero dello Sviluppo Economico che la esercita a mezzo dell'Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi (U.N.M.I.)

I compiti e le competenze degli enti di vigilanza in materia di sicurezza

Mario Gallo

7373

• INAIL

Il personale ispettivo dell’INAIL provvede:– alla verifica della regolarità contributiva e della regolaritàdelle registrazioni a libro paga e matricola;– alla verifica della regolarità assicurativa:a) classificazione e tassazione delle attività lavorative;b) cause e circostanze degli eventi infortunistici ed eventuali responsabilità.Il personale ispettivo dell’INAIL non ha funzioni di vigilanza in materia di salute e sicurezza lavoro.All’INAIL sono riconosciute le funzioni di consulenza, assistenza, informazione e formazione in materia di sicurezza (art. 10, D.Lgs. n. 81/2008). Al personale non è riconosciuta la qualifica di agente o ufficiale di P.G.

I compiti e le competenze degli enti di vigilanza in materia di sicurezza

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7474

Il nuovo modello di vigilanza previsto dal D.Lgs. 149/2015

Ispettorato Nazionale del Lavoro

Art.2 • Prevista l’istituzione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) avente natura di Agenzia unica per le ispezioni.

• L’ISL esercita e coordina su tutto il territorio nazionale, sulla base di direttive emanate dal Ministro del lavoro e P.S., la vigilanza in materia di:

- Lavoro;

- Contribuzione e assicurazione obbligatoria;

- Legislazione sociale;

- Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nei limiti delle competenze già attribuite al personale ispettivo del Ministero del lavoro e P.S. previste dal D.Lgs.n.81/2008.

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7575

Il nuovo modello di vigilanza previsto dal D.Lgs. 149/2015

Ispettorato Nazionale del Lavoro

Art.2 • L’INL si coordina con i servizi ispettivi delle ASL e delle agenzie regionali per la protezione ambientale, fermo restando le rispettive competenze, al fine di assicurare l'uniformità di comportamento ed una maggiore efficacia degli accertamenti ispettivi, evitando la sovrapposizione degli interventi.

• Emana circolari in materia ispettiva .

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7676Sono ispezionabili i luoghi adibiti all’esercizio dell’impresa, compresi i cantieri, e i locali adibiti

a servizi accessori (refettori, locali macchine, etc.)

La procedura ispettiva

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Contravvenzione punita con la pena alternativa dell’arresto o ammenda, o solo ammenda (art. 301 TULS)

La sanzione amministrativa non è rateizzabile

L’istituto della prescrizione obbligatoria – D.Lgs. 758/1994

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78

Inosservanza degli obblighi previsti dal TULS puniti con sanzione pecuniaria amministrativa

Contestazione ASL/DPL/Vigili del fuoco

Regolarizzazione dell’illecito entro il termine del PVC

Pagamento di una somma pari alla misura minima prevista dalla legge

La regolarizzazione amministrativa dell’art. 301-bis DLgs. 81/2008

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79

Art. 302- bis DLgs. 81/08Gli organi di vigilanza impartiscono disposizioni esecutive ai fini dell’applicazione delle norme

tecniche e delle buone prassi, laddove volontariamente adottate dal datore di lavoro e da

questiespressamente richiamate in sede ispettiva, qualora

ne riscontrino la non corretta adozione, e salvoche il fatto non costituisca reato.

Ricorso1. Entro 30 giorni, con eventuale richiesta di sospensione dell’esecutività dei provvedimenti, all’autorità gerarchicamente sovraordinata nell’ambito dei rispettivi organi di vigilanza, che decide il ricorso entro 15 giorni.2. Decorso inutilmente il termine previsto per la decisione il ricorso si intende respinto.

Sono da ritenersi ancora efficaci le norme contenute nel D.P.R. 520/1955

Il potere di disposizione degli organi di vigilanza

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8080

• La legge n.68/2015, nell’introdurre nuove ipotesi di reato in materia di ambiente nel codice penale ha previsto all’art. 452-septies c.p. il reato d’impedimento di controllo

• L’art. 452-septies c.p., infatti, stabilisce che “Salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, chiunque, negando l'accesso, predisponendo ostacoli o mutando artificiosamente lo stato dei luoghi, impedisce, intralcia o elude l'attività di vigilanza e controllo ambientali e di sicurezza e igiene del lavoro, ovvero ne compromette gli esiti, e' punito con la reclusione da sei mesi a tre anni

Il nuovo reato d’impedimento di controllo

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6. La sospensione dell’attivitàd’impresa

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Art. 14 D.Lgs. n. 81/2008

Ipotesi

• Impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20 per cento del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro

• Gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro

I casi di sospensione

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LA SOSPENSIONE DELL’ATTIVITA’ D’IMPRESAART. 14 D.Lgs. 81/2008

Natura del provvedimento

Provvedimento amministrativo di tipo sanzionatorio/interdittivo discrezionale e con finalitàcautelari (Cfr. C.M. Lavoro 10.11.2009, n. 33)

Oggetto Sospensione dell’attività imprenditoriale limitatamente alla parte di essa interessata dalle violazioni

Sanzione accessoria

Provvedimento interdittivo alla contrattazione con le pubbliche amministrazioni ed alla partecipazione a gare pubbliche entro il limite massimo di due anni

Destinatari •Datori di lavoro, pubblici o privati, aventi la qualifica d’imprenditori. L’istituto si applica anche in edilizia.

Soggetti esclusi

•Sindacati, Associazioni riconosciute e non, Professionisti, Studi associati, Comitati, Enti pubblici

Profili del regime della sospensione dell’attività d’impresa

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Condizioni per la sospensione

•Impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20 per cento del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro•Gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro

Nozione di grave violazione

Qualora siano commessi illeciti rientranti nell’allegato I del D.Lgs. n. 81/2008. Successivamente sarà un apposito decreto ministeriale a regolare la materia.

Nozione di reiterazione

Deve trattarsi della c.d. recidiva aggravata. Pertanto si ha reiterazione quando, nei cinque anni successivi alla commissione di una violazione oggetto di prescrizione dell’organo di vigilanza ottemperata dal contravventore (D.Lgs. 758/1994) o di una violazione accertata con sentenza definitiva, lo stesso soggetto commette più violazioni della stessa indole.•Si considerano della stessa indole le violazioni della medesima disposizione e quelle di disposizioni diverse individuate provvisoriamente nell’Allegato I del D.Lgs. 81/2008

Profili del regime della sospensione dell’attività d’impresa

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Organi titolari del potere di sospensione

Personale ispettivo delle Direzioni Provinciali del Lavoro (DPL)•Personale ispettivo delle ASL limitatamente all’ipotesi di gravi e reiterate violazioni alle normativa in materia di sicurezza•Comando provinciale dei Vigili del Fuoco per le violazioni in materia prevenzione incendi

Imprese con unico occupato irregolare

Il provvedimento di sospensione nelle ipotesi di lavoro irregolare non si applica nel caso in cui il lavoratore irregolare risulti l’unico occupato dall’impresa

Effetti della sospensione per lavoro irregolare

Gli effetti della sospensione possono essere fatti decorrere dalle ore dodici del giorno lavorativo successivo ovvero dalla cessazione dell’attività lavorativa in corso che non può essere interrotta, salvo che non si riscontrino situazioni di pericolo imminente o di grave rischio per la salute dei lavoratori o dei terzi.

Autorità di controllo sull’osservanza del provvedimento

Presidio territoriale dell’Arma dei Carabinieri, Questura, Comune

Sanzione penale per l’inosservanza del provvedimento

Il datore di lavoro che non ottempera al provvedimento di sospensione è punito con:a) - l’arresto fino a sei mesi nelle ipotesi di sospensione per gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro;b) - l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro nelle ipotesi di sospensione per lavoro irregolare

Condizioni per la revoca •Regolarizzazione dei lavoratori non risultanti dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria o accertamento del ripristino delle regolari condizioni di lavoro nelle ipotesi di gravi e reiterate violazioni della disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro•Pagamento di una somma aggiuntiva (rispetto alle sanzioni penali, civili e amministrative già previste da altre norme) pari a 1.500 euro nelle ipotesi di sospensione per lavoro irregolare e a 2.500 euro nelle ipotesi di sospensione per gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro (tali importi sono incrementanti del 30% a decorrere dal 24/12/2013 per effetto del D.L. 145/2013

Ricorsi amministrativi •Impugnazione del provvedimento entro 30 giorni, proponendo ricorso rispettivamente alla Direzione regionale del lavoro territorialmente competente, se la sospensione è stata disposta dalla DPL, o al Presidente della Giunta regionale, se adottato dall’ASLLa Direzione regionale del lavoro o il Presidente della Giunta regionale dovranno pronunciarsi entro 15 giorni dalla notifica del ricorsoDecorso inutilmente il termine dei 15 giorni il provvedimento di sospensione perde efficaciaNon trovano applicazione le disposizioni previste dalla legge 241/1990

Profili del regime della sospensione dell’attività d’impresa

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La sospensione dell’attività – allegato IViolazioni qualificate come gravi

a) Violazioni che espongono a rischi di carattere generale- Mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi;- Mancata elaborazione del Piano di emergenza ed evacuazione;- Mancata formazione ed addestramento;- Mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativoresponsabile;- Mancata elaborazione piano operativo di sicurezza (POS);b) Violazioni che espongono al rischio di caduta dall'alto- Mancanza di protezioni verso il vuoto.c) Violazioni che espongono al rischio di seppellimento- Mancata applicazione delle armature di sostegno, fatte salve le prescrizionidesumibili dalla relazione tecnica di consistenza del terreno.d) Violazioni che espongono al rischio di elettrocuzione- Lavori in prossimità di linee elettriche in assenza di disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi;- Presenza di conduttori nudi in tensione in assenza di disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi;- Mancanza protezione contro i contatti diretti ed indiretti (impianto di terra, interruttore magnetotermico, interruttore differenziale).e) Violazioni che espongono al rischio d'amianto- Mancata notifica all'organo di vigilanza prima dell'inizio dei lavori che possono comportare il rischio di esposizione ad amianto.

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Nozione di reiterazione

Si ha reiterazione degli illeciti in materia di sicurezza quando, nei cinque anni successivi alla commissione di una violazione oggetto di prescrizione

dell’organo di vigilanza ottemperata dal contravventore (D.Lgs.758/1994) o di una violazione accertata con sentenza definitiva, lo

stesso soggetto commette più violazioni della stessa indole (recidiva aggravata).

Si considerano della stessa indole le violazioni della medesima disposizione e quelle di disposizioni diverse individuate provvisoriamente

nell’Allegato I del D.Lgs. 81/2008 (art. 14, comma 1).

La sospensione dell’attività – la reiterazione

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7. Il sistema sanzionatorio: cenni sulla responsabilità civile

e penale

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IMPRESASanzioni

Sospensione

Diniego del DURC

Resp.amm.

Regresso INAIL Costit.parte civile

Fronti di esposizione del datore e dell’impresa

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Gli effetti della violazione degli obblighi di sicurezza

1. Responsabilità penale

2. Responsabilità civile

3. Responsabilità amministrativa

4. Responsabilità amministrativa per le società ed enti ex DLgs. 231/2001

5. Sanzioni indirette

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La responsabilità penale

Tutela penalistica generale

- art. 437: rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro punendo “ chiunque ometta di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia;-art. 451: omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro punendo “ chiunque, per colpa, ometta di collocare, ovvero rimuove o rende inservibili apparecchi o altri mezzi destinati all’estinzione di un incendio, o al salvataggio o la pronto soccorso contro disastri o infortuni sul lavoro”;- art. 589: fattispecie dell’omicidio colposo;- art. 590: lesioni colpose.

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LE PRINCIPALI SANZIONI A CARICO DEL DATORE DI LAVORO E DEL DIRIGENTE (dal 01/07/2013 gli importi sono rivalutati dal 9,60% - DL 76/2013)

Illecito Sanzione

Omessa valutazione dei rischi (art. 29, comma 1)•Omessa redazione del documento di valutazione dei rischi (art. 29, comma 1)•Valutazione dei rischi o redazione del documento senza la collaborazione del RSPP e del medico competente nei casi in cui la sorveglianza sanitaria sia obbligatoria ai sensi dell’art. 41 (art. 29, comma 1)

Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da euro 2.740

a 7.014,40 (1)

Omessa nomina del RSPP (art. 17, comma 1, lett. b) Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da euro 2.740

a 7.014,40 (1)

Mancata frequenza ad un apposito corso di formazione in materia di sicurezza da parte del datore che intende svolgere direttamente i compiti di responsabile del servizio di prevenzione e protezione (art. 34, comma 2)

Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da euro 2.740

a 7.014,40 (1)

NOTE: 1. Sanzione a carico del solo datore di lavoro;Si applica la pena dell’arresto da quattro a otto mesi se la violazione è commessa:a) nelle aziende a maggior rischio di cui all’articolo 31, comma 6, lettere a), b), c), d), f) e g);b) in aziende in cui si svolgono attività che espongono i lavoratori a rischi biologici di cuiall’articolo 268, comma 1, lettere c) e d), da atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni, e daattività di manutenzione, rimozione smaltimento e bonifica di amianto;c) per le attività in edilizia disciplinate dal Titolo IV caratterizzate dalla compresenza di più imprese e la cuientità presunta di lavoro non sia inferiore a 200 uomini-giorno.

Le principali sanzioni previste dall’art. 55 del D.Lgs. 81/2008

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LE PRINCIPALI SANZIONI A CARICO DEL DATORE DI LAVORO E DEL DIRIGENTE

Illecito Sanzione

Redazione incompleta del documento di valutazione dei rischi, per l’assenza degli elementi indicati all’articolo 28, comma 2, lettere b), c) o d), ossia:b) – misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati a seguito della valutazione;c) – programma di miglioramento;d) – procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonchédei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere.

Ammenda da euro 2.192 a

4.384 (1)

Valutazione dei rischi e redazione del documento senza la preventiva consultazione del rappresentante dei lavoratori (art. 29, comma 2)

Ammenda da euro 2.192 a

4.384 (1)

Mancata revisione della valutazione dei rischi nelle ipotesi previste (art. 29, comma 3)•Mancato aggiornamento del documento di valutazione entro 30 giorni (art. 29, comma 3)

Ammenda da euro 2.192 a

4.384 (1)

Le principali sanzioni previste dall’art. 55 del D.Lgs. 81/2008

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LE PRINCIPALI SANZIONI A CARICO DEL DATORE DI LAVORO E DEL DIRIGENTE

Illecito Sanzione

•Omessa informazione dei lavoratori (art. 36, commi 1 e 2)

Arresto da due a quattro mesi o ammenda da euro 1.315,20 a 5.699,20 (*)

•Omessa formazione dei lavoratori (art. 37, comma 1)

Arresto da due a quattro mesi o ammenda da euro 1.315,20 a 5.699,20 (*)

•Omessa formazione del dirigente e del preposto (art. 37, comma 7)

Arresto da due a quattro mesi o ammenda da euro 1.315,20 a 5.699,20 (*)

Le principali sanzioni previste dall’art. 55 del D.Lgs. 81/2008

(*) - Se la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori gli importi della sanzione sono raddoppiati mentre se si riferisce a più di dieci lavoratori gli importi della sanzione sono triplicati (art. 55, c.6-bis D.Lgs. n.81/2015, aggiunto dal D.Lgs. n.151/2015, con decorrenza 24 settembre 2015).

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LE SANZIONI A CARICO DEL DATORE DI LAVORO E DEL DIRIGENTE

Illecito Sanzione

Omessa formazione e aggiornamento periodico dei lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza (art. 37, comma 9)

Arresto da due a quattro mesi o ammenda da euro 1.315,20 a 5.699,20 (*)

•Omessa formazione del RLS (art. 37, comma 10)Arresto da due a quattro mesi o ammenda da euro 1.315,20 a 5.699,20 (*)

•Omessa nomina medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti (art. 18, comma 1, lett. a)

Arresto da due a quattro mesi o ammenda da euro

1.644 a 6.576

•Omessa fornitura ai lavoratori dei dispositivi di protezione individuali, sentito il RSPP e il medico competente ((art. 18, comma 1, lett. d)

Arresto da due a quattro mesi o ammenda da euro

1.644 a 6.576

1) A carico del solo datore di lavoro

Le principali sanzioni previste dall’art. 55 del D.Lgs. 81/2008

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LE SANZIONI A CARICO DEL DATORE DI LAVORO E DEL DIRIGENTE

Illecito Sanzione

Omessa effettuazione delle visite mediche periodiche (art. 18, comma 1, lett. g)

Ammenda da 2.192,00 a 4.384,00 euro (*)

Le principali sanzioni previste dall’art. 55 del D.Lgs. 81/2008

(*) - Se la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori gli importi della sanzione sono raddoppiati mentre se si riferisce a più di dieci lavoratori gli importi della sanzione sono triplicati (art. 55, c.6-bis D.Lgs. n.81/2015, aggiunto dal D.Lgs. n.151/2015, con decorrenza 24 settembre 2015).

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LE SANZIONI A CARICO DEL LAVORATORE(dal 01/07/2013 gli importi sono rivalutati dal 9,60% - DL 76/2013)

Illecito Sanzione

Violazione dei seguenti obblighi previsti dall’art. 20, comma 2, del D.Lgs.81/2008:b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale;c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza;d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvo l’obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro;i) sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunque disposti dal medico competente.

Arresto fino ad un mese o

ammenda da 219,20 a 657,60

euro

Le sanzioni previste dall’art. 59 del D.Lgs. 81/2008

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LE SANZIONI A CARICO DEL LAVORATORE(dal 01/07/2013 gli importi sono rivalutati dal 9,60% - DL 76/2013)

Illecito Sanzione

Rifiuto da parte del lavoratore della designazione di addetto antincendio, primo soccorso, evacuazione, etc. salvo giustificato motivo (art. 43, comma 3, primo periodo)

Arresto fino ad un mese o

ammenda da 219,20 a 657,60

euro

Omessa esposizione della tessera di riconoscimento nei lavori in appalto e subappalto (art. 20, comma 3)

Sanzione amministrativa pecuniaria da

54,80 a 328,80 euro

Le sanzioni previste dall’art. 59 del D.Lgs. 81/2008

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LE SANZIONI A CARICO DEL PREPOSTO(dal 01/07/2013 gli importi sono rivalutati dal 9,60% - DL 76/2013)

Illecito Sanzione

Violazione dei seguenti obblighi generali previsti dall’art. 19:a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti;c) richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa;e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato;f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta;

Arresto fino a due mesi o ammenda da 438,40 a

1.315,20 euro

Violazione dei seguenti obblighi generali previsti dall’art. 19:b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’articolo 37.

Arresto fino a un mese o ammenda

da 219,20 a 876,80 euro

Le sanzioni previste dall’art. 56 del D.Lgs. 81/2008

Mario Gallo

100

8. Le funzioni professionali di consulenza e assistenza

100

Mario Gallo

Consulente del lavoro,

Dottore comm.

Consulenza di tipo tecnico(es. redazione del DVR, del POS,etc.)

Assistenza generaleInformazione

Quale consulenza ?

NO

SI

Mario Gallo

1. Promozione della cultura della sicurezza mediante azioni di sensibilizzazione e promozione;

2. Orientamento nella fase di prima assunzione (ceck-upiniziale della sussistenza delle condizioni di legge per procedere all’assunzione)

3. Assistenza di primo livello sui problemi giuridici attraverso un’attenta azione di informazione in ogni fase della gestione del processo di management della sicurezza;

4. Assistenza a seguito di ispezioni da parte di ASL, Ispettorato del Lavoro, etc. (istanze, chiarimenti, etc.);

5. Consulenza sulle problematiche di organizzazione aziendale (qualifiche, mansioni, organigramma aziendale, delega di funzioni, etc.)

6. Assistenza nei processi formativi delle risorse umane;

Le funzioni professionali

Mario Gallo

1. Assistenza alla programmazione delle misure di prevenzione in armonia con gli altri investimenti produttivi dell’impresa

2. Assistenza nei rapporti con l’INAIL (es. riduzione premio)3. Gestione del Registro Infortuni, dei registri facoltativi e di altri

registri obbligatori4. Consulenza nella stesura dei contratti di lavoro, di locazione

(es. per la ripartizione delle spese) e d’appalto (es. per i documenti da richiedere all’appaltatore ai fini della valutazione della sua qualificazione)

5. Consulenza economica-finanziaria finalizzata all’analisi dei costi di prevenzione, la loro incidenza sull’equilibrio d’impresa, la realizzazione del Piano degli Investimenti, lo studio delle fonti di finanziamento interne e esterne, la risoluzione dei problemi di accesso al credito, l’elaborazione di relazioni, etc.;

6. Consulenza per l’accesso al sistema delle incentivazioni statali ( di tipo fiscale previdenziale e finanziario)

Le funzioni professionali

Mario Gallo

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Banche dati consigliate per l’aggiornamento professionale

Unico Lavoro – Il Sole 24 Ore

http://www.unicolavoro.ilsole24ore.com

http://tecnici24.ilsole24ore.com

Edilizia e territorio – Il Sole 24 Ore

Mario Gallo

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Grazie, ho finito !

Info docente

[email protected]