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La Sindone di Torino:
metodi e prospettive
Gianfranco BERBENNI, già Direttore del Centro Romano di Sindonologia1,
docente di Storia della Chiesa
nel Pontificio Ateneo Antonianum [1990-1999] in Roma.
Articolo pubblicato in "La Sapiemza della Croce", 11/1 (gennaio-marzo 1996) 5-22. Disponibile anche in
lingua inglese.
Indice
Introduzione, 5-7
1. I percorsi delle scienze, 7-21. Le fotografie della Sindone, dal 1898 al 1988: occasione per una metodologia attenta, 8-11.
Le scienze storiche, 12.
Le scienze mediche, 13-15. Sulla metrologia anatomica, 13-14.
I dati dell'ematologia, 14.
Causa fisica della morte: emopericardio e/o asfissia, 15.
Sudario di Oviedo, 15.
Le scienze fisiche, 15-19.
Le scienze teologiche, 19-21. L'epistemologia e rapporto dogma-testimonianze storiche, 19.
Le strutture della cristologia, 19-20.
L'esegesi e i suoi metodi, 20.
La teologia della Pasqua, 20.
Liturgia e sacramenti, 20.
Le implicazioni nella spiritualità e nella vita mistica, 20-21.
La Sindone e la vita ecclesiale, 21.
2. Sulle questioni cardine della sindonologia, 21-22. L'Autenticità, 21.
L'Impronta: immagine e macchie, 21-22.
Ermeneutica, 22.
Conservazione, 22.
Conclusione, 22.
ABSTRACT
Il saggio intende, a un anno dalla morte di mons. Giulio Ricci (+ 6 febbraio 1995), fare il
punto della “questione Sindone” e, sulla scorta delle esperienze di un ventennio di vicende
1L‟A., dell‟Ordine dei Frai Minori Cappuccini (ofm cap), nato nel 1950, dopo i corsi universitari presso la Pontificia
Università Gregoriana in Roma, insegna Storia della Chiesa nel Pontificio Ateneo Antonianum (Roma), lavora presso
la Segreteria nazionale dei Frati Minori Cappuccini Italiani. Particolare attenzione, per le opzioni di austerità, viene
data alla analisi linguistica micro-testuale, all‟applicazione, su territorio marginali e su Centri storici minori, di alte
tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle piccole
aziende artigianali e micro-industriali (Progetto strategico “Cultura delle Civiltà Regionali”). Tra le sue opere: Il
Francescanesimo. Linee per un Programma formativo, Bologna, EDB, 1995.
scientifiche, indicare alcune opportunità di ulteriore lavoro. L‟A. propone di rivedere alcune
ipotesi - negativo fotografico, immagine causata da energia sconcosciuta - che si collocano al
limite della straordinarietà e invita ricondurle sul piano di spiegazioni verificabili. La ripresa
di esami scientifici sul sacro Tessuto dovrà tener conto dell‟intera „Proposta‟ che a suo
tempo, nel 1984, lo STRP presentò al Custode della Sindone.
0. Introduzione
Il presente studio è dedicato alla memoria di mons. Giulio Ricci (+ 6 febbraio 1995),
appassionato cultore e riconosciuto studioso della Santa Sindone, fondatore del Centro
Romano di Sindonologia (1975) e dei Catechisti della Passione (1976).
Venti anni di familiarità con i temi e le questioni relative alla Sindone di Torino e agli
argomenti di teologia della Pasqua ci conducono, quasi per obbligo morale, ad affrontare un
bilancio del settore. Nostro obiettivo è invitare studiosi ed enti ad una metodologia sempre
più esigente e ad un dialogo costruttivo. Per questo motivo avviciniamo il mondo sindonico e
sindonologico2 indicando possibili prospettive di ricerca.
0.1. Percorso tematico.
Il nostro contributo si articola in due parti: nella prima ci si accosta ai vari settori della
ricerca scientifica, partendo dalla scienza storica e giungendo alle scienze teologiche dopo
aver attraversato i settori delle scienze mediche e delle scienze fisiche. Nella seconda parte
illustreremo brevemente le principali aree della “questione Sindone”. L‟incompletezza dei
dati e delle documentazioni è determinata dal nostro obiettivo: offrire al lettore un breve
bilancio prospettico sui “nodi” della ricerca.
0.2. Il metodo nelle valutazioni.
Il nostro lavoro ritiene acquisite le informazioni di base sulla Sindone di Torino: di che cosa
sia composta, quali elementi emergano da una prima indagine storica e medico-legale. A tal
fine suggeriamo la lettura dei contributi di Baima Bollone, di Rodante, di Riggi di Numana3.
2Per chiarezza interpretativa gli aggettivi „sindonico‟ e „sindonologico‟ verranno usati, rispettivamente, per designare i
dati direttamente correlati al tessuto torinese (: sindonico) e le interpretazioni dei medesimi da parte di singoli
ricercatori o di „scuole‟ (: sindonologico).
3I tre autori esprimono autorevolmente le posizioni variegate del mondo sindonologico italiano. Le opere di cui si
consiglia un‟attenta lettura e, possibilmente, un raffronto critico, sono: BAIMA BOLLONE Pierluigi, Sindone o no,
Torino, SEI, 1990 (novembre), 331 pp., 66 fig. f.t.; RODANTE Sebastiano, Le realtà della Sindone nelle riflessioni di
un medico, Milano, Massimo, 1987 (settembre), 297 pp., 14 fig. f.t.; RIGGI DI NUMANA Giovanni, Rapporto
Sindone (1978/1987). Cronache e commenti dei fatti accaduti dal 1978 al 1987 intorno alle ricerche scientifiche
condotte sulla Sacra Sindone di Torino, Milano, 3M Edizioni, 1988 (giugno), 176 pp., ill. Altre segnalazioni: tra le
opere di mons. Ricci si suggerisce la lettura de L’Uomo della Sindone è Gesù, Roma - Milano, 19853. Per uno studio
del tessuto sindonico suggeriamo di iniziare con la lettura di VIAL Gabriel, Le Linceul de Turin, e TESTORE Franco,
Le Saint Suaire - Examen et prélévements effectués le 21 avril 1988. Données, observations et commentaires par un
expert textile, relazioni tenute al Symposium Scientifique international de Paris sur le Linceuil de Turin, 7-8 sept.
1989, 21 + 16 pp., datt., fig., 1989. Sui rappezzi e rammendi: DELORENZI E., Osservazioni sui rappezzi e rammendi
della S. Sindone, in La Santa Sindone. Ricerche e studi della COMMISSIONE DI ESPERTI nominata dall’Arcivescovo di
Torino, Card. Michele Pellegrino nel 1969, Supplemento “Rivista diocesana torinese”, gennaio 1976, pp. 107-120.
Sulla sovrabbondante presenza di materiale microscopico, iniziare da MARTINETTO P., RIGGI G., VALTZ A.,
La complessità e la vastità dei dati sindonici e, in modo quantitativamente evidente, dei dati
sindonologici4, esige di porre in primo piano le seguente indicazioni:
- occorre tenere sotto controllo il pericolo delle “accelerazioni valutative”: più la Sindone è
importante per la ricerca scientifica e teologica più queste devono saper controllare le proprie
„emozioni‟, ben sapendo che “la Sindone si difende da sola”;
- la quantità di analisi e interpretazioni non necessariamente, di per sé, è un fattore di
affidabilità: è sufficiente un dato incontrovertibile per mettere in crisi migliaia di ipotesi5;
- prima di avventurarsi nelle numerosissime varianti delle interpretazioni sindonologiche
secondarie e prima di studiare i particolari del sacro Lino torinese, occorre sempre partire
dall‟evidenza e dalla semplicità di molti dati, fondativi.
Ricordiamo pure che se grande è l‟arco delle indagini scientifiche realizzate fino ad oggi,
ancora ampio è l‟orizzonte della ricerca da attivare nel futuro prossimo. Tale situazione
dell‟esplorazione scientifica sulla Sindone comporta un atteggiamento fondamentalmente
aperto, e che rifugga da riduzionismi, pro o contro la Sindone. Le tipologie di indagine sul
sacro Telo sono ancora oggi tanto numerose da sconsigliare perdite di energie in dispute e
conflittualità negative, ad ogni livello6.
1. I percorsi delle scienze
La Sindone di Torino ha avuto due periodi storici nei quali la scienza le ha particolarmente
prestato attenzione: il periodo successivo al Concilio di Trento, dalla metà del XVI alla metà
del XVII secolo e il XX secolo.
La sensibilità cattolica controversistica, acuita dalle critiche dei riformati al culto delle
reliquie, ha prodotto contributi di un certo rilievo analitico e critico. Basti ricordare, in questa
CAVALLO G. P., Microbiological Research of Specimens (Dusts) drawn from the Holy Shroud, in Giornale di
Batteriologia, Virologia ed Immunologia, 74 (1981) 202-208.
Nel panorama degli oppositori suggeriamo di considerare, pur nella debolezza delle loro argomentazioni, le opere di
PESCE DELFINO V., E l’uomo creò la Sindone, Bari, Dedalo, 1982; GRAMAGLIA P. A., L’uomo della Sindone non è
Gesù Cristo, Torino, Claudiana, 1978; SOX H. D., The Shroud Unmasked, 1988, 156 pp.
4Il problema degli organizzatori del 2° Convegno Internazionale (1978) e dei vari Convegni nazionali è la selezione di
molti presunti esperti, più cultori di esoterismo che di umile scienza. Un difetto nella pubblicazione degli „Atti‟ è la
scelta quantitativa: è vero, sì, che i lettori si trovano di fronte a testi „ponderosi‟, ma se vi si scegliessero le relazioni
accettabili per i „referee‟ della ricerca seria, si ridurrebbero di molto.
5Vedi il caso delle interpretazioni circa l‟impronta superficiale sul telo sindonico, nella seconda metà degli anni „70: è
sufficiente una foto del lato nascosto del sacro lino torinese, realizzata con fibre ottiche dallo STRP nel 1978, per
rendere inutili tanti piccoli o grandi articoli e libri di „fanta-scienza‟ e di „pericoloso scivolamento nell‟inspiegabile‟.
6Come vedremo, la maggior parte dei problemi attuali e recenti sulla Sindone (dagli anni „70 in poi), derivano da un
coinvolgimento eccessivo delle parti, favorevoli o contrarie ad essa. La nostra opzione di fermarci, nel presente
contributo, a valutazioni „panoramiche‟ deve tener presente che un controllo adeguato di „tutte‟ le informazioni
riguardanti la Sindone sarà possibile dopo un decennio di raccolta computerizzata e di accessibilità „on line‟ dei
maggiori archivi di dati. Il lavoro è immane e costoso. al tempo degli entusiasmi che precedevano lo choc del „C14‟,
una multinazionale statunitense, nota nel settore delle bevande, aveva approvato il finanziamento per tale tipo di
servizio. A tutt‟oggi (1996) si sta iniziando il lavoro con parziali disponibilità documentali (negli USA) sulla rete
Internet.
sede i classici contributi di Jean-Jacques CHIFFLET, De Linteis sepulchralibus Christi
servatoris. Crisis historica (Antwerp, 1624, 240 pp.) e Hiérothonie de Jésus Christ, (Paris,
1631)7.
Dalla fine del secolo XIX ai nostri giorni, si estende il secolo propriamente scientifico per la
Sindone torinese, iniziato con l‟applicazione della tecnica fotografica nel 1898 e culminato
nel decennio 1972-1982, con le ricerche di Max Frei Sulzer e dello STRP statunitense. E
appunto per la celebrazione, nel 1998, sia del cinquecentesimo anniversario della
consacrazione della cattedrale sia del centesimo dalla prima fotografia, il cardinal Giovanni
Saldarini ha ufficialmente comunicato l‟ostensione sindonica8.
Nel nostro bilancio sindonico e sindonologico, percorriamo ora, con stile conciso9, i recenti
decenni di ricerca, evidenziando gli apporti più significativi e proponendo settori e metodi
per un‟ulteriore indagine.
1.1. Le fotografie della Sindone, dal 1898 al 1988: occasione per una metodologia
attenta.
Le prime foto, dell‟avv. Secondo Pia, nel 189810
, hanno lasciato una traccia sulle ricerche
sindoniche per perdura fino al presente. L‟emozione derivata dall‟osservare con maggiore
facilità i contorni e i contenuti del volto e del corpo straziato dell‟Uomo della Sindone, non
soltanto diede nuovo impulso alle osservazioni, specie da parte degli esperti nel settore
medico, ma iniziò pure un‟eccesso linguistico. Fino ad oggi, infatti, si definisce come
„straordinario‟ e sconfinante con il miracoloso, l‟effetto „negativo‟ dell‟impronta sindonica,
7L‟opera del Paleotti (Esplicatione del Sacro Lenzuolo ove fu involto il Signore, Bologna 1599, ristampa anastatica
1975, a cura di Luigi Fossati), è stata oggetto di ulteriore studio da parte di FANTI M., Genesi e vicende del libro di
Alfonso Paleotti sulla Sindone, in La Sindone, Scienza e Fede, Atti del II Convegno Nazionale di Sindonologia,
Bologna, 27-29 novembre 1981, a cura di COPPINI L. e CAVAZZUTI F., Bologna, CLUEB, 1983, pp. 369-379.
8Il primo comunicato stampa, datato 5 settembre 1995, inizia con le seguenti parole: “Con il pieno consenso del Santo
Padre Giovanni Paolo II, nel quadro del programma pastorale in preparazione all‟Anno Santo del 2000, abbiamo la
gioia di annunciare che si terranno a Torino due solenni ostensioni della Santa Sindone: nel tempo pasquale del 1998
e del 2000. I motivi che hanno consigliato la scelta di tali date sono, per il 1988, la ricorrenza del cinquecentesimo
anniversario della consacrazione della cattedrale di Torino, presso la quale è conservato il Santo lenzuolo, che
richiama con grande efficacia espressiva il mistero delle sofferenze del nostro dolce Redentore e inoltre il primo
centenario dell‟ostensione del 1898, in occasione della quale venne realizzata la prima fotografia, che contribuì in
modo determinante all‟avvio delle ricerche scientifiche sulla Sindone, contraddistinguendo il nostro secolo dai
precedenti. La ripetizione dell‟ostensione nell‟anno del giubileo vuole offrire una particolare occasione di
santificazione del giubileo con un pellegrinaggio penitenziale verso un segno eccezionalmente suggestivo della
Passione del Signore. In ambedue i casi, pur prevedendosi iniziative parallele di natura storica e scientifica, si vorrà
affermare in modo privilegiato il valore pastorale dell‟ostensione: a esso infatti si rivolge tutta l‟attenzione della
Chiesa”.
9Rinviamo il lettore alle documentazioni più esaustive che verranno rese disponibili per il biennio di sindonologia
previsto nell‟ambito del ciclo istituzionale dell‟istituto di scienze religiose “Mater Ecclesiae”, presso la Pontificia
Università Lateranense.
10
Sulle vicende dell‟ostensione e delle foto nel 1898 si parta dai contributi di FOSSATI L., Don Natale Noguier de
Malijay studioso della Sindone nel cinquantenario della morte (1930-1980), in “Salesianum” (1981) 341-388; IDEM,
Un oscuro promotere della ripresa fotografica della Sacra Sindone nel 1898: il Salesiano don Natale Noguier de
Malijay, in “Collegamento Pro Sindone” (luglio-agosto 1988) 8-41.
e questo ancor prima che la fotografia ne rivelasse le coordinate. Chi scrive pensa che si
debba essere molto calmi e rigorosi nel riconoscere come le variazioni tra sfumature di
grigio-bianco e grigio-nero (nel caso di foto in bianco/nero in negativo o in positivo,
rispettivamente) corrisponde, semplicemente, alla presenza più o meno intensa di impronta
materiale sul tessuto11
. Il fenomeno, dunque, è semplice e normale, pure nel nuovo tipo di
„negativo magnetico‟, realizzato nelle indagini del 198812
. Molto coinvolgente, in ogni
caso, rimane la „bellezza maestosa‟ del volto del suppliziato, e la „leggibilità‟ dei dati
sindonici nel negativo fotografico, iniziando, per esempio, dalle „pieghe‟13
.
Le foto di Enrie, nel 1931, ci offrono una tale intensità e nitidezza di contrasto, da renderle a
tutt‟oggi insostituibili per le indagini sulla Sindone14
. Molto interessanti, pure, le fotografie
1:1, su lastra di vetro, realizzate da Giuseppe Caselli15
.
Le foto di Judica Cordiglia nel 1969 e di Ghio nel 1972 hanno dato nuovi impulsi alla
ricerca. In breve possiamo affermare come siano di grande interesse le fotografie a luce
ultravioletta (UV) e le rare foto ad infrarosso16
. Da notare il valore del confronto tra i dati
11
Ancora di ricente si parla dell‟impronta sindonica che si “presenta come un negativo fotografico” (Odile CELIER,
Une énigme: le crucifié du Saint Suaire, in “Le Monde de la Bible”, n° 97 [marzo aprile 1996] pag. 9).
12
Riggi di Numana parla di “negativo magnetico” riferendosi alla ripresa video con possibilità di immediata visione e
registrazaione „in negativo‟, senza il processo di „inversione‟ dei dati. La difficoltà presunta di tali concetti, viene
superata facilmente con qualche minuto di „osservazione diretta‟ dei fenomeni fotografici e videografici o, in forma
ancor più elementare, con fotografie sindoniche in negativo e in trasparenza.
13
Mons. Giulio Ricci ricordava spesso che, con molta probabilità, i disturbi presenti nelle foto del 1898 potrebbero
indicare la presenza in maggiori quantità di polveri sulla superficie. Per questo motivo le prime fotografie
conserverebbero un certo interesse anche nel futuro.
14
Vedi ENRIE G., La Santa Sindone rivelata dalla Fotografia. Raccolta delle ultime fotografie ufficiali della Santa
Sindone con spiegazioni, dati tecnici, commenti, discussioni e sunto di notizie storiche, Torino, 1933. Giuseppe
Enrie (1886-1961) , all‟epoca era titolare di uno dei più avviati studi fotografici di Torino. Già direttore della rivista
“Vita fotografica Italiana”, redasse alcuni opuscoli sulla tecnica della fotografia tra cui Io vi insegno la fotografia,
1934 e Il Miracolo della fotografia, 1959.
15
La definizione molto nitida di tali foto 1:1 permetterà a mons. Ricci di analizzare in modo affidabile le direzioni
delle fuoruscite ematiche dalle ferite del carpo sinistro e destro, giungendo alla ricostruzione dei movimenti sulla
croce.
16
Siamo a conoscenza della disponibilità di tali foto del volto sindonico su fondo blu (mons. Ricci) e su fondo rosso
(p. Rinaldi). La tecnologia IR dà risalto ai contorni delle lesioni facciali nella zona della guacia destra e sulla punta
del naso. Altri particolari sono molto interessanti nelle ricostruzioni anatomo-patologiche e nel raffronto con altre
metodiche. Le foto IR sono fondamentali per un confronto scientifico e costruttivo tra le ricerche computerizzate del
compianto prof. Tamburelli, dello CSELT di Torino. Da tale raffronto si noterà immediatamente come le foto IR non
consentano le varie interpretazioni di Temburelli nel tentativo di spiegare, con foto „filtrate‟ al computer, contusioni
che l‟A. riporta alla narrazione evangelica. L‟IR permette l‟identificazione soltanto di due escoriazioni / piccole
piaghe, con esclusione delle ferite da spine acuminate. Offriamo al lettore l‟elenco completo dei contributi di
Tamburelli: TAMBURELLI G., GARIBOTTO G., Nuovi sviluppi nell’elaborazione dell’immagine sindonica, LSLS
1978, pp. 173-184 e pp. 354-362. TAMBURELLI G., La Sindone dopo l’elaborazione tridimensionale, in
“L‟Osservatore Romano” (11 luglio 1979) 6. TAMBURELLI G., Some results in the processing of the Holy Shroud of
Turin, in IEEE, Transactions on Pattern Analysis and Machine Intelligence, vol. PAMI-3, No. 6, Novembre 1981.
TAMBURELLI G., Reading the Shroud, called the fifth Gospel, with the aid of the computer, SSI 2, 1982, pp. 3-11.
TAMBURELLI G., Ricerca dell’impronta dell’ombelico nell’immagine sindonica, Sindon, quad. n. 29 (1980) 33-37.
TAMBURELLI G., La Sindone e l’informatica, Giornale dell‟Accademia della Medicina di Torino, gennaio 1983, pp.
240-253. TAMBURELLI G., Applicazione dell’elaborazione tridimensionale sindonica ad immagini ottenute per
contatto, LSSF 1981, pp. 285-292. TAMBURELLI G., Studio della Sindone mediante il calcolatore elettronico,
all‟ultravioletto del 1978 (STRP) e quello del 1969, generalmente trascurato dagli esperti17
.
Il professor Ghio, convocato con Max Frei nella sessione di autenticazione tenutasi il 4
ottobre 1973, realizzò splendide macrofotografie, da utilizzare, ancora oggi, in
contemporanea con le macrofotografie di Samuel Pellicori (1978) e di Riggi-Faia (1988).
Le foto scientifiche del team americano STRP, nel 1978, specialmente quelle realizzate da
Vernon Miller dell‟istituto specializzato in tecnica fotografica, con sede in Santa Barbara,
California, sono un primo passo nella registrazione scientifica dei dati colorimetrici18
.
Le foto dell‟aprile 1988, sono un patrimonio pressocché sconosciuto, „bloccato‟ dalle
comprensibili anche se biasimevoli polemiche che hanno accompagnato visceralmente gli
anni 1988-199519
.
Gli archivi fotografici e i numerosissimi dati ivi contenuti, sono almeno sette: l‟archivio Pia,
l‟archivio Enrie, l‟archivio Judica Cordiglia, l‟archivio Ghio, l‟archivio mons. Ricci,
l‟archivio Miller-STRP, l‟archivio Riggi-STRP20
. Il nostro positivo auspicio è che tale
ricchezza inizi ad essere attentamente valutata, conservata in ambiente scientifico, studiata
con rigore21
. Si impone ora una valutazione per il settore fotografico. Sull‟effetto scientifico
“L‟elettrotecnica”, dicembre 1983, pag. 1135-1149. TAMBURELLI G., OLIVERI F., Un nuovo processamento
dell’immagine Sindonica, LSNSR 1984, pp. 245-254. TAMBURELLI G., Storia di una ricerca informatica sulla
Sindone, in La Sindone. La storia. La Scienza, Leinì 1986, pp. 95-113. TAMBURELLI G., Analisi interpretativa di un
misterioso segno comparso sul volto sindonico tridimensionale ottenuto in Cselt, “Sindon” NS, quad. 1 (1989) 133-
136. TAMBURELLI G., e BALOSSINO N., Ulteriori sviluppi dell’elaborazione elettronica del volto sindonico,
“Sindon” NS, quad. 1 (1989) 137-143.
17
Le foto a luce Wood o UV, rivelano tracce di materiale sedimentato sul tessuto, non visibili a luce normale. Per
questo motivo sia mons. Ricci, nelle sue analisi di metrologia e di anatomo-patologia (1980), sia Don Lynn del JPL
di Pasadena (1976-1977), offrirono buone basi per il progresso delle indagini. Va qui notato che la tecnica
computerizzata dello „pseudo-colore‟ è soltanto un espediente interpretativo per facilitare la lettura dei dati: occorre
fare molta attenzione quando si è di fronte a tali foto, per non confondere il medesimo „grado‟ nella „scala dei grigi‟
certamente di natura ematica, con altri „gradi‟ simili, completamente estranei alle aree dell‟impronta.
18
Anche il nostro Centro Romano di Sindonologia partecipò, seppur in forma ridotta, alle riprese di dati fotografici.
Tali risultati attendono ancora di essere pubblicati. Su una colorimetria scientifica, che oltrepassi affermazioni
approssimate sul „colore della Sindone‟, vedi ARTOM M., SOARDO P., Caratteristiche fotometriche e colorimetriche
della S. Sindone, in La Sindone, Scienza e Fede, Atti del II Convegno Nazionale di Sindonologia, Bologna, 27-29
novembre 1981, a cura di COPPINI L. e CAVAZZUTI F., Bologna 1983, pp. 321-329. Vedi anche ARTOM M.,
SOARDO P., L’illuminazione della S. Sindone durante l’ostensione del 1978, in ibidem, pp. 331-335. Da parte nostra
è in campo un progetto di gestione obiettiva della colorimetria (progetto „Gestione controllata del colore‟).
19
Oltre alla documentazione video, disponibile nell‟Archivio Riggi, a tutt‟oggi sconosciuto e sottostimato, di difficile
accesso a causa di atteggiamenti di prepotenza da parte di alcuni richiedenti, ci si permetta di rilevare che, a
tutt‟oggi, la maggior parte dei critici delle operazioni del 21 aprile 1988 non conoscono neppure la semplice serie
degli interventi che, dalle ore 4,30 alle 19,30 del 21 aprile 1988, hanno scandito la giornata del Prelievo di piccoli
frammenti di tessuto dalla sacra Sindone.
20
Sta diventando di urgente necessità il problema della gestione di tali archivi. La santa Sede e la comunità scientifica
internazionale dovranno, penso, dedicarvi attenzione costruttiva. Da poco l‟Archivio di mons. Ricci è di proprietà
della diocesi di Roma e sta in fase di strutturazione finalizzata alla sua consultabilità.
21
Molte teorie come quella di p. Filas sulla moneta sugli occhi e di Marastoni sulle iscrizioni identificabili sul santo
Volto - per tralasciare le migliaria di altri fantasiosi contributi in tale campo -, hanno fondamenti molto deboli: in
genere si riferiscono soltanto ad una „fonte‟ di dati fotografici. Il nostro consiglio è di confrontare il più possibile tra
loro tutti gli Archivi fotografici e solamente dopo un tale lavoro, accompagnato dalla verifica diretta, sul tessuto
sindonico, di presenza residua di corrispondenti elementi fisico-chimici nelle aree interessate, concludere sulla
accettabilità o meno di tali ipotesi.
che le foto in negativo, da un secolo a questa parte, hanno avuto tutti sono concordi nel
rilevarne la grande importanza. Si invita, tuttavia, a ridimensionare la straordinarietà, solo
apparente, dell‟impronta sindonica come „negativo fotografico‟22
.
1.2. Le scienze storiche.
Da Ulysse Chevalier a Victor Saxer, un costante dubbio da parte di storici di riconosciuta
fama internazionale ha accompagnato la “questione Sindone”23
. Il risultato delle indagini al
radiocarbonio, pure se non dovrebbero condurre a „chiudere per principio il discorso‟ sulla
Sindone, ha dato ragione alle ipotesi di questi studiosi circa la medievalità del lino torinese.
Al contrario di questa posizione, si deve tener conto che i dati scientifici e storici sulla
Sindone sono ancora, in buona parte, da raccogliere e da valutare.
I progressi nell‟archeologia porteranno molta luce sulle tracce del paleocristianesimo nel
vicino Oriente24
. Le grandi riserve documentali della scienza archivistico-bibliologica e della
museologia, esigono strumenti e metodi adeguati per la raccolta e l‟analisi di enormi quantità
di dati relativi alla passione del Cristo e, in ogni caso, relativi alle prassi di esecuzione
capitale, di tortura, di sepoltura nell‟antichità. Non dobbiamo dimenticare, da ultimo, come
esempio di campo applicativo, il mondo delle raffigurazioni artistiche (pittura, scultura, ecc.)
che, da Vignon a Pfeiffer collocano al centro della loro ricerca il tema dell‟iconologia della
croce e della ritrattistica del Cristo25
. La seria metodologia storica invita tutti coloro che si
avvicinano al passato ad un costante atteggiamento di prudenza e di apertura. Conclusioni
affrettate e affermazioni apodittiche allontanano sempre da una dignitosa ricerca26
.
22
L‟analisi attenta della commistione “effetto di straordinaria leggibilità > fenomeno straordinario” è ancora oggi alla
base di tutto il dibattito sindonologico. Il ginepraio della cosiddetta questione “macchie / immagine”, “origine
dell‟impronta del corpo dell‟Uomo della Sindone” (con il problema della proiezione ortogonale di alcuni dati
anatomici che sarebbero distanti dal lino steso sul corpo) ha origini in questo settore „semplicemente‟ fotografico.
23
SAXER V., La Sindone di Torino e la Storia, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, 43/1 (1989) 50-79. L‟articolo
è apparso anche in lingua francese nell‟autorevole “Revue d‟Histoire de l‟Eglise en France” 76/1 (1990) 21-55. La
tesi, contraria all‟autenticità, continua a riferirsi alle ricerche di Ulysse CHEVALIER, del quale sono importanti le due
opere: Etude critique sur l’origine de Saint-Suaire de Lirey-Chambéry-Turin, in “Bulletin d‟Histoire Ecclésiastique
et d‟Archéologie religeuse des Diocèses de Valence, Gap, Grenoble & Vivers”, 20 (1900) 113-167, I-LX. Estratto,
Paris 1900, 59 + LV pp., e Autour des origines du Suaire de Lirey, avec documents inédits, in “Mémoires de
l‟Académie des sciences, Belles-lettres et Arts de Lyon”, III serie, t. VII (1903) 237-312. Estratto, Paris 1903, 53 pp.
24
Max Frei stesso, nella sua ricerca aveva in progetto di aprire cantieri di scavo in Palestina e in Siria per verificare la
presenza di pollini in strati di terreno, cronologicamente databili. Oltre ad un emergere quantitativo di reperti
archeologici per gli studiosi della Sindone hanno molta importanza le indagini microscopiche su materiali tra loro
correlabili.
25
PFEIFFER Heinrich, La Sindone di Torino e il volto di Cristo nell’arte paleocristiana, bizantina e medievale
occidentale, Roma, Quaderni Emmaus 2, [1982]. Trad. ingl. The Shroud of Turin and the Face of Christ in
Paleochristian Byzantine and Western Medieval Art, part I, SSI 2/9 (1983) 7-20; part 2, 3/10 (1984) 3-19.
26
Quanto affermato vale per ambedue i „fronti‟, per i favorevoli e per gli avversari della Sindone. Al posto delle
polemiche vanno realizzate indagini, raccolte di nuovi dati. Il nostro progetto di alta tecnologia „leggera‟, „MicroLab
DCRM, è scaturito da queste esigenze e si spera venga realizzato entro il 1998.
1.3. Le scienze mediche.
Il contributo della patologia medica e della medicina legale, dagli anni „30 in poi, ha
raggiunto il suo culmine nel ventennio 1950-197027
. Le ricerche pionieristiche di G. Judica
Cordiglia, di P. Barbet, di Hyneck hanno favorito il passaggio ad una „seconda generazione‟
di studiosi del dato medico-legale e anatomico. Tra questi, oltre a S. Rodante, a P. Baima
Bollone collochiamo in primo piano le ricerche anatomiche del prof. Lamberto Coppini28
.
Con una cosciente presa di posizione „sindonologica‟, va dato rilievo all‟opera analitica di
mons. Ricci: il suo contributo, nel campo della metrologia anatomica e delle conseguenti
ricostruzioni assonometriche e le conclusive sintesi pittoriche e scultoree29
, resta una delle
pagine più interessanti della sindonologia del XX secolo.
1.3.1. Sulla metrologia anatomica.
Il primo esame nei confronti del sacro tessuto funerario torinese da molti, paradossalmente, è
stato disatteso: un‟indagine scientifica deve tener conto dell‟intera Sindone, non soltanto
della parte frontale, o ancor meno, soltanto del sacro Volto. Da questo semplice e quasi
banale comportamento deriva la scelta per un‟accurata analisi delle misure anatomicamente
non omologabili. Per chiarezza si suggerisce di procedere dalle più evidenti: 1. il raffronto
tra le tibie dell‟impronta frontale e dorsale30
, 2. misurazione comparativa tra gli avambracci e
la zona delle spalle, 3. raffronto tra le falangi della mano sinistra e quelle della mano destra,
4. i percorsi „fuori linea‟ di molte colate ematiche, dagli avambracci ai piedi, ecc. Con
ulteriore facilitazione nelle analisi su fotografie UV e con foto elaborate elettronicamente,
sia già disponibili negli Archivi citati sia programmabili con nuove metodologie di
27
I dati medico-legali sono di una tale evidenza che il dott. Bucklin, dello STRP, ha dato spazio sintetico a tali risultati.
Trattandosi di uno studio facente parte di una metodologia di pubblicazione su periodici scientifici referenziati, ne
diamo gli estremi bibliografici: BUCKLIN R., The Shroud of Turin. A Pathologist’s Viewpoint, in Legal Medicine
Annual, 1981.
28
Esemplari le relazioni su „coronazione di spine‟, „crocifissione‟, „ferita al costato‟: COPPINI L. - BAIMA BOLLONE P.,
Rilievi anatomici per la valutazione delle lesioni da corona di spine, in La Sindone. Scienza e Fede, Bologna,
CLUEB, 1983, pp. 179-193. COPPINI L., Le lesioni da chiodo agli arti superiori del Crocifisso, in La Sindone. Nuovi
studi e ricerche, Atti del III Congresso Nazionale di Studi sulla Sindone, Trani, 13-14 ottobre 1985, a cura di P.
Coero-Borga e G. Intrigillo, Cinisello B., EP, 1986, pp. 175-190, 7 fig.. COPPINI L., Le lesioni da punta ed il colpo
di lancia visibili sulla Sindone. Rilievi di anatomia topografica e radiologica, in La Sindone. Indagini scientifiche.
Atti del IV Congresso Nazionale di Studi sulla Sindone, Siracusa 17-18 ottobre 1987, a cura di S. Rodante, Cinisello
B., EP, 1988, pp. 74-91, 12 fig.
29
Molti cultori della Sindone ritengono „fantasiose‟ le indagini di Ricci: al contrario di un giudizio così affrettato, si
invita questo tipo di lettore a ripercorrere le indagini ricciane, disponendo di una Sindone a grandezza naturale e
verificando direttamente misure e ipotesi. Credo che da parte di tutti si giungerà alla medesima conclusione del prof.
Enrico Medi che, nel 1969, convalidava tutte le misurazioni che mons. Ricci aveva proposto nelle sue pubblicazioni.
Resta il fatto che le ricerche ricciane hanno un doppio attuale handicap: sono in lingua italiana (almeno nelle sezioni
di migliore descrizione) e non sono state ancora „rivisitate‟ per una pubblicazione su riviste scientifiche
internazionali
30
Differenze metriche che giungono, in questo caso, sino ad uno scarto di 15 cm non possono che condurre chiunque
abbia un minimo di ragionevole attenzione ai fatti, a dare spiegazioni di tale difformità. Al termine di ogni indagine
ci si accorgerà dell‟ammirabile convergere logico di molte apparenti contraddizioni.
registrazione31
, la maggior parte delle intuizioni e delle dimostrazioni di mons. Ricci si
prevede saranno considerate basilari per la sindonologia.
1.3.2. I dati dell’ematologia.
Le indagini ematologiche, sono, comprensibilmente, di elevata importanza. Con le ricerche
scientifiche dello STRP, la comunità scientifica internazionale ha concluso, con forte
convincimento, sull‟autenticità e l‟antichità del sangue del „cruciario‟ della Sindone di
Torino32
. Le recenti indagini sul DNA, umano e di elevata antichità, oltre a promuovere un
organico coordinamento tra ricercatori e custodi della Sindone, rendono di grande utilità un
bilancio delle ricerche scientifico-ematologiche33
. Le ricerche sperimentali sui processi
fibrinolitici sono di grande importanza nella spiegazione sul decalco delle impronte
ematiche34
.
1.3.3. Causa fisica della morte: emopericardio e/o asfissia.
Sulla causa della morte in croce dell‟Uomo della Sindone, i medici dispongono di segnali
sindonici che hanno portato alla formazione di varie teorie: lo stato di elevato irrigidimento
delle fasce muscolari, molto evidente nella zona frontale pettorale, e la celebre abbondante
fuoruscita, dalla ferita del costato, di sangue „post-mortem‟, con separazione di parte sierosa
e parte corpuscolata. Una soluzione „salomonica‟ suggerirebbe di far coesistere ambedue le
ipotesi sulla causa fisica della morte dell‟Uomo della Sindone: ma, in molte di queste
dispute, sarebbe meglio auspicare che a „coesistere-nella-discussione-scientifica‟ dovrebbero
essere gli stessi ricercatori sulla Sindone35
.
31
Come già previsto nel 1984, sarà di grande utilità l‟uso di videocamere ad alta definizione, sia a colori (2032 x 2044
x 12 bit pixel) che in bianco/nero (410.000 pixel), con registrazione automatica e al massimo di accuratezza delle
distanze (vedi progetto MicroLab DCRM).
32
Le indagini di Heller e Adler sono magistralmente illustrate nel loro lavoro A Chemical Investigation of the Shroud
of Turin, in Canadian Society for Forensic Science Journal, 14 (1981) 81-103. Successivamente, tra il 1982 e il
1985 Heller ha ulteriormente perfezionato la ricerca sul sangue con lo studio sulla bilirubina, indicatore di presenza
di forti traumi nel cruciario. Le ricerche ematologiche di Pierluigi Baima Bollone, importanti per il settore
immunochimico, sono dal medesimo autore elencate nella nota 1, nell‟opera Sindone o no, Torino, SEI, 1990, pp.
194-195.
33
Le recenti polemiche circa il non riconoscimento dei materiali sindonici a disposizione dell‟University of Texas di
San Antonio (ricerche di Mattingly sulla presenza di microfunghi e di Tryon sul DNA) sono indicative del cammino
da percorrere nel positivo coordinamento tra i ricercatori e i Custodi della Sindone
34
Di sicuro interesse sono le sperimentazioni del dott. Sebastiano Rodante, in modo particolare per quanto concerne la
verifica sul processo di ammonrbidimento del sangue essicato. Il fenomeno consentì non soltanto il decalco diffuso
sul lino ma, in presenza di grande quantità ematiche, come nelle zone delle ferite (mani, piedi, fronte ecc.), la
sostanza ha intriso completamente le fibre sindoniche ed è visibile sul retro, come documentato nel 1978, tramite le
osservazioni dirette dalle scuciture laterali e con le osservazioni mediante fibre ottiche nei tratti liberati dalle
impunturazioni realizzate dalle Clarisse di Chambéry nel 1534. Una descrizione degli esperimenti la si può
consultare in RODANTE Sebastiano, Le realtà della Sindone nelle riflessioni di un medico, Milano, Massimo, 1987
(settembre), pp. 211-235. Grande cautela si suggerisce nel recepire le teorie sul „lampo fotoradiante‟.
35
Siamo in uno dei settore dove l‟effettiva multidisciplinarità è fondamentale per un dialogo scientifico dignitoso. Ad
esempio, i dati sulla „settimana lunga‟ della Passione sono da valutare nel campo della scienza patristica, orientata da
pochi anni a rivalutare le aree dell‟antica „letteratura cristiana‟ siriaca, arabo-cristiana, giudeo-cristiana. Sull‟ultimo
settore vedi il recente . TESTA E., La Settimana santa della Chiesa madre: le tre Cene, in ID., La fede della Chiesa
1.3.4. Sudario di Oviedo.
Il nesso tra Sindone di Torino e Sudario di Oviedo, riconosciuto a livello morfologico da
Ricci fin dagli anni „60, ha ottenuto conferme ematologiche36
. Oltre all‟interesse strettamente
scientifico, le indagini sul „Sagrado Rostro‟ mettono in campo il vasto e delicato settore della
ricerca sulle „reliquie della Passione‟37
.
1.4. Le scienze fisiche.
La palinologia e la Sindone iniziarono ad incontrarsi attraverso il lavoro di perizia di Max
Frei Sulzer nell‟ottobre 1973, con il merito di aver dato il via ad un periodo di intensa attività
scientifica e ad un vivo interesse da parte di persone di ogni Paese. Le posizioni sulla scienza
palinologica devono oggi superare una certa statica contrapposizione: un gruppo ne continua
a difendere la grande affidabilità, un altro gruppo ne pretende una valutazione statistica su
scansione completa dei dati palinologici38
.
Gli apporti dello STRP [Shroud of Turin Research Project] sono pure loro, come tutta la
materia sindonica e sindonologica, da analizzare con attenzione. Il punto di partenza e,
interpretativamente, anche d‟arrivo, li possiamo considerare negli Atti del „congresso di
Albuquerque‟39
. Vi ritroviamo infatti non soltanto il gruppo di chi, da varie angolazioni, è
madre di Gerusalemme, [ediz. originale The Faith of the Mother Church. An Essay on the Theology of the Judeo-
Christians, Jerusalem 1992], pp. 227-254. I cultori della Sindone dovranno riferirsi all‟articolo originale apparso nel
Liber Annuus 35 (1985) 163-202, dal momento che le pp. 191-202, contenenti dati interessanti la cronologia lunga
della Passione (pp. 198-202), sono stati tralasciati nell‟edizione 1995. Un testo patristico cardine si invita ad
accostarlo nel libro V delle „Costituzioni Apostoliche‟, raccolta del IV secolo ma con materiali anteriori. Vedi
l‟edizione critica Les Constitutions Apostoliques, II vol., a cura di Marcel METZGER, (Sources Chrétiennes 329),
Paris, Du Cerf, 1986, pp. 248-285.
36
Ci si riferisce alle ricerche del dott. Carlo Goldoni e del prof. Baima Bollone.
37
Scienza, teologia e pastorale saranno tre settori ineliminabili per un adeguato studio delle reliquie.
38
Si pensi che per realizzare un‟indagine sui pollini dell‟intera Sindone si è preventivato un lavoro di trecento anni,
con le consuete otto ore lavorative quotidiane.
39
Proceedings of the 1977 United States Conference of Research on the Shroud of Turin, Albuquerque, New Mexico,
23-24 March, New York, Holy Shroud Guild, 1977. Contributi: OTTERBEIN A. J., American conference of research
on the Shroud of Turin, pp. 3-9. RINALDI M. P., Turin and the holy Shroud, pp. 10-12. FILAS F. L., Ideal attitudes
concerning research on the Shroud of Turin, pp. 13-15. SOX H. D., Some ecumenical considerations concerning the
Turin relic, pp. 16-19. DINEGAR R. D., Pastoral aspects of scientific research on the Shroud of Turin, pp. 20-22.
ROBINSON J. A., The Shroud of Turin and the grave-clothes of the gospels, pp. 23-30. WILSON I., The Shroud’s
history before the 14th century, pp. 31-49. SAVA A., The holy Shroud on trial, pp. 50-57. RICCI G., Historical,
medical and physical study of the holy Shroud, pp. 58-73. JACKSON J. P., JUMPER E. J., MOTTERN B., STEVENSON
K. E., The three dimensional image on Jesus’ burial cloth, pp. 74-94. MCCOWN T. M., Cloth-body distance of the
holy Shroud of Turin, pp. 95-109. ACCETTA J. S., X-rayfluorescence analysis with applications to the Shroud of
Turin, pp. 110-117. ACCETTA J. S., Infrared thermography with appllcations to the Shroud of Turin, pp. 118-123.
MCCRONE W., Authentication of the Turin Shroud, pp. 124-130. ROGERS R. N., Chemical considerations
concerning the Shroud of Turin, pp. 131-135. DEVAN Don, Photography of the Turin Shroud for use in image
analysis experiments, pp. 136-145. JANNEY D. H., Computer-aided imaged enhancement and analysis, pp. 146-153.
LORRE J. J., LYNN D. J., Digital enhancement of images of the Shroud of Turin, pp. 154-181. JUMPER E. J.,
Considerations of molecular diffusion and radiation as an image formation process on the Shroud, pp. 182-189.
JACKSON J. P., Color analysis of the Turin Shroud: a preliminary study, pp. 190-196. JUMPER E., JACKSON J.,
divenuto contrario all‟autenticità della Sindone (McCrone, Sox), ma vi troviamo le due
posizioni sulla formazione dell‟immagine sindonica: Ricci con l‟ipotesi di una formazione
naturale, Jackson con l‟ipotesi dell‟ortogonalità e della distanza. Si offre ora un quadro
sintetico sulla complessa situazione interpretativa. a) Circa la tridimensionalità:
inequivocabile è il suo valore di esclusione dell‟ipotesi pittorica40
; sconsigliabili, invece,
sono altre amplificazioni interpretative. b) Circa la formazione dell‟impronta: riteniamo
urgente e indifferibile la realizzazione di uno dei 26 blocchi del “Formal Proposal 1984”,
vale a dire la verifica, su tutto il tessuto sindonico interessato all‟impronta corporea, del
grado di profondità di penetrazione della cosiddetta „immagine‟. Senza tale serie di dati
effettivi, tanto l‟ipotesi STRP sulla superficialità dell‟immagine, quanto la nostra ipotesi, più
semplice, di impronta corporea „a contatto‟ rischiano di confrontarsi senza riferimenti
concreti41
.
Ma il merito delle Ricerche STRP è, ulteriormente, di natura metodologica: le indagini del
gruppo sono state pubblicate su riviste referenziate. La scelta, ottimale, andrà sempre seguita,
in futuro, da parte di chi si dedica alla ricerca scientifica sulla Sindone42
.
DEVAN D., Computer related investigations of the holy Shroud, pp. 197-218. LA RUE R. D. Jr., Tonal distortions in
Shroud image photographs, pp. 219- 222. JACKSON J. P., A problem of resolution posed by the existence of a three
dimensional image on the Shroud, pp. 223-233. GERMAN J. D. Jr., An electronic technique for constructing an
accurate three-dimensional Shroud image, pp. 234-238. STEVENSON K. E., Editor’s notes, pp. 241-243.
40
Il tratto colorico lasciato da pennello o spatola o altro verrebbe evidenziato sull‟immagine computerizzata da picchi
lineari omogenei. La Sindone invece lascia traccie di „sfumato a zero‟. Per „amplificazioni‟ intendiamo la diffusa
voce sulla partecipazione della NASA, sulla straordinarietà del fenomeno della tridimensionalità VP-8.
41
Pressocché inutili sono stati i tentativi di Ricci di convincere, di persona, l‟amico Jackson sulla necessità di tener
conto di molti aspetti metrologicamente non omologabili con la normale anatomia. Per quanto più emozionante, la
teoria dell‟energia sconosciuta che ha prodotto l‟immagine, introduce nella scienza sindonica pericolosi elementi di
scientificità non verificabile, preda molto ghiotta per impostazioni esoteriche ed esasperate. La spiegazione più
articolata dell‟ipotesi-Jackson è, dal medesimo autore, spiegata nella relazione tenuta a Milano nel 1990, Is the
Image of the Shroud due to a Process Heretofore anknown to Modern Science?, dattiloscritto inglese di pp. 34,
comprese le figure, (traduzione italiana ing. Brunati).
42
Si suggerisce di studiare, a fondo e nei particolari anche linguistici, il contributo di sintesi: Un esame complessivo
delle varie macchie e immagini sulla Sindone di Torino, a cura di E. J. JUMPER, A. L. ADLER, J. P. JACKSON, S. F.
PELLICORI, J. H. HELLER, J. R. DRUZIK, trad. italiana dott. Stoppani, [ed. originale in ACS Advances in Chemistry,
205, Archeological Chemistry III, 1984], datt., Milano, Centro Studi sulla Sindone, 1989, con autorizzazione
dell‟editore. Data l‟importanza metodologica dei contributi STRP, ne diamo per intero l‟elenco, con
raggruppamento logico-contenutistico: a) un primo gruppo di testi è apparso su „Applied Optics‟ 19 (1980) e 23
(1984): JUMPER E. J., MOTTERN R. W., Scientific Investigation of the Shroud of Turin, col. 1909-12. PELLICORI S.
F., Spectral Properties of the Shroud of Turin, col. 1913-20. ACCETTA J. S., BAUMGART J. S., Infrared Reflectance
Spectroscopy and Thermography Investigation of the Shroud of Turin, col. 1921-29. GILBERT R. Jr, GILBERT M. M.,
Ultraviolet-Visible Reflectance and Fluorescence Spectra of the Shroud of Turin, col. 1930-36. HELLER J. H.,
ADLER A. D., Blood on the Shroud of Turin, col. 2742-44 [meglio però il contributo riportato tra poche righe].
JACKSON J. P., JUMPER E. J., ERCOLINE W. R., Correlation of Image Intensity on the Turin Shroud with the 3-D
Structure of a Human Body Shape, 23 (1984) col. 2244-69. b) Un secondo gruppo di dati furono presentati alla
IEEE International Conference on Cybernetics and Society, Seattle, WA, October 28-30, 1982, session 37-SA-5
“The Shroud of Turin”, chairman A. D. Allen, IEEE n. 0360-8913/82/0000-0535: JUMPER E. J., An Overview of the
Testing Performed by the Shroud of Turin Research Project with a Summary of Results, pp. 535-537. SCHWORTZ B.
M., Mapping of Research Test. Points Areas on the Shroud of Turin, 538-547 (fondamentale). DEVAN D., MILLER
V., Quantitative Photography of the Shroud of Turin, 548-553. AVIS C., LYNN D., LORRE J., LAVOIE S., CLARK J.,
ARMSTRONG E., ADDINGTON J., Image Processing of the Shroud of Turin, 554-558. JACKSON J. P., JUMPER E. J.,
ERCOLINE W. R., Three Dimensional Characteristics of the Shroud Image, 559-575. ERCOLINE W. R., JACKSON J.
P., Examinations of the Shroud of Turin for Image Distortions, 576-579 [importante punto di confronto, all‟esatto
Da ultimo non deve passare inosservato il periodo che va dal 1984, anno di presentazione del
„Formal Proposal for Performing Scientific Research on the Shroud of Turin‟, al 1988,
momento della prima datazione con il metodo del radiocarbonio. Se esiste un grande
rimprovero da presentare a tutti, scienziati e responsabili, cultori della Sindone e suoi nemici,
è il fatto di aver estrapolato dai 26 blocchi d‟indagine previsti soltanto la datazione con il
C1443
. Chi scrive ritiene che la scienza applicata alla Sindone, per superare positivamente
l‟attuale stasi, abbia estrema necessità di riprendere la strada dalle ricerche STRP proposte
nel 1984. Queste vanno evidentemente integrate nell‟odierno sviluppo dell‟alta tecnologia e
vanno promosse in un clima di maggiore comprensione “metodologica” tra le diverse
„scuole‟ o „linee interpretative‟, sia tra gli scienziati che tra i „cultori‟ della Sindone.
1.5. Le scienze teologiche.
A causa della pluridecennale ostilità di molti storici e della diffidenza di alcuni settori della
teologia, gli approfondimenti teologici e pastorali sulla Sindone non hanno ancora avuto lo
spazio al quale hanno diritto44
. Anche se le prossime righe risulteranno un poco ermetiche,
non abbandoniamo la scelta della sinteticità.
1.5.1. Epistemologia e rapporto dogma-testimonianze storiche.
opposto della lettura antropometrica - più che verificabile - di Ricci]. c) I contributi fotografici e microfotografici di
Pellicori costituiscono un terzo blocco di dati: PELLICORI S. F., EVANS M. S., The Shroud of Turin through the
Microscope, in Archaeology 34/1 (1981) 34-43. PELLICORI S. F., CHANDLOS R. A., Portable Unit Permits UV/vis
Study of “Shroud”, in Industrial Research and Development, 1981, Feb., pp. 186-189. MILLER V. D., PELLICORI S.
F., Ultraviolet Fluorescence Photography of the Shroud of Turin, in Journal of Biological Photography 49 (1981)
71-85. d) Gruppo di altri contributi sparsi: MORRIS R. A., SCHWALBE L. A., LONDON J. R., X - Ray Fluorescence
Investigation of the Shroud of Turin, in X-Ray Spectrometry, 9 (1980) 40-47. SCHWALBE L. A., ROGERS R. N.,
Physics and Chemistry of the Shroud of Turin. A Summary of the 1978 Investigation, in Analitica chimica Acta 135
(1982) 3-49 [special report]. HELLER J. H., ADLER A. D., A Chemical Investigation of the Shroud of Turin, in
Canadian Society for Forensic Science Journal, 14 (1981) 81-103. SHROUD OF TURIN RESEARCH PROJECT Inc.,
Formal Proposal for performing scientific Research on the Shroud of Turin, 1984 (fondamentale). MARTINETTO P.,
RIGGI G., VALTZ A., CAVALLO G. P., Microbiological Research of Specimens (Dusts) drawn from the Holy Shroud,
in Giornale di Batteriologia, Virologia ed Immunologia, 74 (1981) 202-208. e) Un gruppo di ricerche, contrarie alla
Sindone, metodologicamente da tener presenti, sono apparse sulla rivista “The Microscope” del Laboratorio di
McCrone: MCCRONE W., SKIRIUS C., Light Microscope Study of the Turin “Shroud”, I - The Microscope 28 (1980)
105-113. MCCRONE W., Light Microscope Study of the Turin “Shroud”, II - The Microscope 28 (1980) 115-128.
MCCRONE W., Light Microscope Study of the Turin “Shroud”, III - The Microscope 29 (1981) 19-38.
43
Il progetto fu consegnato all‟Arcivescovo di Torino, cardinale Anastasio Ballestrero, custode pontificio della sacra
reliquia, il 10 ottobre 1984. La sua importanza è tanto grande e influisce in modo così profondo sul successivo
decennio che risulta ultile per il nostro lettore conoscerne, pur in forma generica, gli ambiti analitici: irradiazione al
laser, ricostruzione della cronologia dei decalchi ematici, raccolta di materiale vario, tests per la conservazione,
datazione con radiocarbonio (C 14), medicina legale, infrarosso (fluorescenza), radioisotopia, fotogigantografia a
colori, videodocumentazione, microbiologia (ossido di ferro), analisi microbiologiche, microflora e microfauna,
microparticelle in zona piedi, elaborazione elettronica dei dati „On Site‟, radiografia a bassa energia, fotografia
scientifica, esperimenti di bruciatura, spettroscopia UV - IR, diffrazione a raggi X, Fluorescenza a raggi X.
44
La seconda parte della vita di mons. Ricci, dal 1975 al 1995, ha come obiettivo delle sue fatiche sindonologiche la
dimensione pastorale, la formazione spirituale, la comunione ecclesiale nella “questione-Sindone”.
Dovrebbe essere per tutti un fatto di elementare evidenza che i grandi eventi salvifici o verità
di fede non sono mai da collocare allo stesso livello delle testimonianze storiche45
.
L‟obiezione di molte persone alle quali „basta il Vangelo, l‟Eucaristia, il servizio ai poveri‟ è
come la scoperta dell‟acqua calda46
.
1.5.2. Le strutture della cristologia. Un altro settore importante per i contatti tra teologia e
Sindone lo ritroviamo nella necessità di essere fedeli alle due principali asserzioni della
cristologia: Gesù di Nazaret è vero e perfetto Dio ed è vero e perfetto uomo. Nelle
affermazioni sulla divinità e sull‟umanità apprenderemo ad utilizzare il classico modello
linguistico della „communicatio idiomatum‟ o „distinzione e scambio delle proprietà‟.
1.5.3. L‟esegesi e i suoi metodi.
Molti sostenitori o detrattori della Sindone dovranno impegnarsi a fondo nello studio
scientifico del testo biblico47
. In tal modo eviteranno innanzitutto generalizzazioni o banalità
che non appartengono alla saggezza di Dio e, in secondo luogo, si ammirerà sempre più la
scelta divina per la molteplicità dei linguaggi in unità di fede, si considererà la stratificazione
testuale (stile e citazioni) come esemplare rispetto per la „traditio‟ di chi ci ha preceduto.
1.5.4. La teologia della Pasqua.
L‟approfondimento delle questioni pasquali e dei tesori liturgici di Pesach/Kippur consente a
chi studia la Sindone di orientarsi nella complessità storica e rituale delle religioni ebraica,
islamica e cristiana, e delle correnti ecclesiali giudeo-cristiane, etnico-cristiane, agostiniste,
antropocentriche, cogliendone le specificità e valorizzandone le ricchezze.
1.5.5. La tipologia abramitica e la teologia trinitaria.
All‟origine della liturgia ebraica di Pesach e di Kippur sta l‟alleanza di JHVH con il patriarca
Abramo, rinnovata definitivamente con il sacrificio, da parte di Abramo, di se stesso nel
Figlio primogenito. Con il metodo patristico della tipologia / antitipologia, si costituisce la
base per la descrizione del dogma centrale della rivelazione cristiana: l‟unità e trinità di Dio
si è manifestata “nella” passione, morte e risurrezione di Nostro Signore, Gesù, il Cristo. 45
La creazione del mondo direttamente da parte di Dio Uno-trino o il sacramento/mistero dell‟Eucaristia, ad esempio,
non possono essere trattati con la medesima metodologia archeologica con la quale si possa analizzare la pietra che
chiudeva l‟imboccatura del santo Sepolcro. La valenza scientifica dell‟esistenza di Ponzio Pilato, con racchiude
l‟ulteriore valenza vitale che comporta l‟esistere reale dello Spirito Santo. Allo stesso modo, la ricerca scientifica
sulla Sindone possiede modalità che non intaccano la sostanza del mistero di Cristo e della Chiesa: nel medesimo
tempo una migliore comprensione storica della Terra di Palestina e delle tracce archeologiche lasciate da Gesù, ne
confermano la vera e perfetta umanità.
46
Il nucleo di verità contenuto in tale contestazione è dato dalla reazione ad eccessivi coinvolgimenti da parte di
alcuni sostenitori della Sindone.
47
Un esegeta con il quale entrare nel mondo della scienza biblica è il prof. Ghiberti, da anni impegnato nello studio
della Sindone. Diamo un elenco di suoi contributi: GHIBERTI Giuseppe, La sepoltura di Gesù. I Vangeli e la
Sindone, Roma, 1982; ID., Il modello del giusto sofferente nella passione di Gesù, in La storiografia della Bibbia,
Atti della 28a Settimana Biblica, Bologna, EDB, 1985, pp. 153-168. ID., “Lo avvolse in un candido lenzuolo”
(Matteo 27, 59), in La Sindone. Indagini scientifiche. Atti del IV Congresso Nazionale di Studi sulla Sindone,
Siracusa 17-18 ottobre 1987, a cura di S. RODANTE, Cinisello B., EP, 1988, pp. 370-380.
1.5.6. Liturgia e sacramenti.
La struttura celebrativa permette di costruire il ponte logico ed esperienziale tra passato e
presente, tra mondo interiore e incontro comunitario, tra vita ecclesiale e itineranza nel
mondo. La sindone ha lasciato tracce nella tradizione liturgica e, per questo, è un indicatore
di percorso formativo verso la vera e definitiva „terra promessa‟ che è Dio, tutto in tutti.
1.5.7. Le implicazioni nella spiritualità e nella vita mistica.
Lo studio attento della sindonologia comporta incontrare e valutare le fenomenologie della
vita spirituale e della vita mistica, evitandone gli estremismi. La crescita nel discernimento
sullo spirito cristiano autentico farà apprezzare le scelte costruttive di Paolo di Tarso (I
secolo), di Cornelio (III secolo), di Ambrogio (IV secolo) e di quant‟altri hanno seguito il
Cristo nel „compimento di ogni giustizia‟ (adattamento alle usanze di un popolo in una
determinata epoca storica).
1.5.8. La Sindone e la vita ecclesiale.
La Sindone possiede, nella civiltà del XXI secolo, sempre più relazionata all‟immagine, un
alto valore „iconico‟48
, gli è riconosciuto un eloquente rapporto con l‟esperienza del soffrire e
con il mondo della ricerca scientifica: saranno numerose le opportunità per un suo ponderato
uso pastorale.
1.5.9. Sindone: Ecumenismo e Dialogo interreligioso.
Alla conclusione di un iter formativo nella teologia si può comprendere appieno il valore
della Sindone, evitando esasperate sopravvalutazioni o sottovalutazioni che, molte volte,
conducono, oggi, a conflittualità di „scuola teologica‟ (nello stesso ambito cattolico), di
„appartenenza alla varie confessioni cristiane‟ (in ambito di ecumenismo cristiano), di
„adesione ad una specifica religione‟ (in ambito di dialogo tra le Religioni).
2. Sulle questioni-cardine della sindonologia
Prendiamo dalla metodologia STRP la suddivisione in quattro settori l‟insieme delle grandi
domande rivolte dalla scienza a questo sacro reperto.
2.1. L’Autenticità.
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Esemplare l‟apporto iconografico di Ricci nella sua ricostruzione della Passione, Morte e Sepoltura „secundum
sindonem‟. Per utilità di consultazione ne offriamo i dati bibliografici: La flagellazione: RICCI G., L’Uomo della
Sindone è Gesù, Roma - Milano, 19853, pp. 139-180. Coronazione con spine: ibidem, pp. 199-209. 314-318.
„Deductio‟ o „via crucis‟: ibidem, pp. 181-209. Crocifissione: ibidem, pp. 63-136. Causa fisica della morte in croce:
ibidem, pp. 431-476. Sepoltura e permanenza nel Sepolcro: ibidem, pp. 273-318. 247-270. Il Sudario di Oviedo,
Mandilion e la Sindone: ibidem, pp. 211-246. RICCI G., La Sindone contestata, difesa, spiegata, Roma, 1992, pp.
239-374.
Avvicinare e risolvere definitivamente il problema dell‟autenticità della Sindone di Torino è
il compito della ricerca scientifica nei prossimi anni. Le analisi sul radiocarbonio nel 1988
sono una prima applicazione delle metodiche di datazione su antichi oggetti49
.
2.2. L’Impronta: immagine e macchie.
La dicotomia STRP tra „immagine‟ (impronta superficiale omogenea) e macchie di sangue
(che imbevono il tessuto) è, a nostro parere, un problema inesistente. In ogni caso, uno tra i
primi esami futuri da realizzare sulla Sindone (già previsto nel „Formal Proposal‟ del 1984) è
la scansione definitiva del grando di penetrazione della cosiddetta „immagine‟ su tutta l‟area
tessuto sindonico recante i segni del corpo del cruciario.
2.3. Ermeneutica.
In questo settore occorrerà attivare grandi sforzi: a) per conservare tutta la produzione
libraria e giornalistica, anche se molte volte scientificamente inaccettabile, sulla Sindone; b)
per rendere consultabili banche-dati visual (con il massimo possibile di controllo „numerico‟
dei dati, in alta definizione, in bianco/nero e colore); c) per distinguere e unire i livelli
dell‟ermeneutica: fisico-chimica, storica, teologica.
2.4. Conservazione.
Uno studio approfondito delle ricerche STRP eviterà alcuni allarmismi inutili (caduta
dell‟impronta dal tessuto sindonico) e attiverà, invece, interventi urgenti come la
collocazione distesa del tessuto, per evitare le sempre più invadenti e immodificabili
„pieghe‟, provocate dal tradizionale arrotolamento ogni volta che la Sindone, dopo ostensioni
o analisi, viene ricollocata nell‟attuale Teca.
Conclusione
Al termine di questo breve viaggio valutativo nel „mondo Sindone‟ emerge una sensazione di
reale affaticamento, sia retrospettivo che prospettico. Complessa e a volte conflittuale è la
storia recente della Sindone; ancora molta è la strada scientifica da percorrere; diverse sono
le applicazioni scientifiche da porre in essere in auspicabili future ricerche. Resta in noi
un‟affidabile e attuale convinzione che la Sindone - documento di alto valore scientifico e di
singolare rilievo teologico-pastorale - è autentica.
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La controversa e conflittuale operazione del C14 offre molti insegnamenti per il futuro: a) oltre ai quattro tipi di
tessuto-campione usati nel 1988, andrebbero esaminati altri reperti (altri quattro frammenti omologhi ma sottoposti
all‟effetto-forno dell‟incendio 1532, un frammento del tessuto di supporto detto „Olandina‟); b) le procedure di
analisi dovranno far rispettare le formalità di rapporto tra committenza e laboratori, evitando fughe di notizie
indebite; c) da parte della Proprietà e della Custodia andranno rese quanto prima disponibili le documentazioni sulle
sessioni di analisi e di prelievo, accompagnate dalle consuete certificazioni notarili, onde evitare l‟incresciosa e
sofferta solitudine nella quale si è trovata, l‟équipe dei prelievi 1988, lasciata in balìa di notizie imprecise, sconfinate
a volte nella falsità e nella calunnia; d) altre indagini di datazione archeologica andranno studiate e realizzate in
parallelo nella eventuale prossima serie di ricerche.