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. La Sindone di Torino: metodi e prospettive Gianfranco BERBENNI, già Direttore del Centro Romano di Sindonologia 1 , docente di Storia della Chiesa nel Pontificio Ateneo Antonianum [1990-1999] in Roma. Articolo pubblicato in "La Sapiemza della Croce", 11/1 (gennaio-marzo 1996) 5-22. Disponibile anche in lingua inglese. Indice Introduzione, 5-7 1. I percorsi delle scienze, 7-21. Le fotografie della Sindone, dal 1898 al 1988: occasione per una metodologia attenta, 8-11. Le scienze storiche, 12. Le scienze mediche, 13-15. Sulla metrologia anatomica, 13-14. I dati dell'ematologia, 14. Causa fisica della morte: emopericardio e/o asfissia, 15. Sudario di Oviedo, 15. Le scienze fisiche, 15-19. Le scienze teologiche, 19-21. L'epistemologia e rapporto dogma-testimonianze storiche, 19. Le strutture della cristologia, 19-20. L'esegesi e i suoi metodi, 20. La teologia della Pasqua, 20. Liturgia e sacramenti, 20. Le implicazioni nella spiritualità e nella vita mistica, 20-21. La Sindone e la vita ecclesiale, 21. 2. Sulle questioni cardine della sindonologia, 21-22. L'Autenticità, 21. L'Impronta: immagine e macchie, 21-22. Ermeneutica, 22. Conservazione, 22. Conclusione, 22. ABSTRACT Il saggio intende, a un anno dalla morte di mons. Giulio Ricci (+ 6 febbraio 1995), fare il punto della “questione Sindone” e, sulla scorta delle esperienze di un ventennio di vicende 1 L‟A., dell‟Ordine dei Frai Minori Cappuccini (ofm cap), nato nel 1950, dopo i corsi universitari presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma, insegna Storia della Chiesa nel Pontificio Ateneo Antonianum (Roma), lavora presso la Segreteria nazionale dei Frati Minori Cappuccini Italiani. Particolare attenzione, per le opzioni di austerità, viene data alla analisi linguistica micro-testuale, all‟applicazione, su territorio marginali e su Centri storici minori, di alte tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle piccole aziende artigianali e micro-industriali (Progetto strategico “Cultura delle Civiltà Regionali”). Tra le sue opere: Il Francescanesimo. Linee per un Programma formativo, Bologna, EDB, 1995.

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Page 1: La Sindone di Torino: metodi e prospettive - Metodi prospettive... · tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle

.

La Sindone di Torino:

metodi e prospettive

Gianfranco BERBENNI, già Direttore del Centro Romano di Sindonologia1,

docente di Storia della Chiesa

nel Pontificio Ateneo Antonianum [1990-1999] in Roma.

Articolo pubblicato in "La Sapiemza della Croce", 11/1 (gennaio-marzo 1996) 5-22. Disponibile anche in

lingua inglese.

Indice

Introduzione, 5-7

1. I percorsi delle scienze, 7-21. Le fotografie della Sindone, dal 1898 al 1988: occasione per una metodologia attenta, 8-11.

Le scienze storiche, 12.

Le scienze mediche, 13-15. Sulla metrologia anatomica, 13-14.

I dati dell'ematologia, 14.

Causa fisica della morte: emopericardio e/o asfissia, 15.

Sudario di Oviedo, 15.

Le scienze fisiche, 15-19.

Le scienze teologiche, 19-21. L'epistemologia e rapporto dogma-testimonianze storiche, 19.

Le strutture della cristologia, 19-20.

L'esegesi e i suoi metodi, 20.

La teologia della Pasqua, 20.

Liturgia e sacramenti, 20.

Le implicazioni nella spiritualità e nella vita mistica, 20-21.

La Sindone e la vita ecclesiale, 21.

2. Sulle questioni cardine della sindonologia, 21-22. L'Autenticità, 21.

L'Impronta: immagine e macchie, 21-22.

Ermeneutica, 22.

Conservazione, 22.

Conclusione, 22.

ABSTRACT

Il saggio intende, a un anno dalla morte di mons. Giulio Ricci (+ 6 febbraio 1995), fare il

punto della “questione Sindone” e, sulla scorta delle esperienze di un ventennio di vicende

1L‟A., dell‟Ordine dei Frai Minori Cappuccini (ofm cap), nato nel 1950, dopo i corsi universitari presso la Pontificia

Università Gregoriana in Roma, insegna Storia della Chiesa nel Pontificio Ateneo Antonianum (Roma), lavora presso

la Segreteria nazionale dei Frati Minori Cappuccini Italiani. Particolare attenzione, per le opzioni di austerità, viene

data alla analisi linguistica micro-testuale, all‟applicazione, su territorio marginali e su Centri storici minori, di alte

tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle piccole

aziende artigianali e micro-industriali (Progetto strategico “Cultura delle Civiltà Regionali”). Tra le sue opere: Il

Francescanesimo. Linee per un Programma formativo, Bologna, EDB, 1995.

Page 2: La Sindone di Torino: metodi e prospettive - Metodi prospettive... · tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle

scientifiche, indicare alcune opportunità di ulteriore lavoro. L‟A. propone di rivedere alcune

ipotesi - negativo fotografico, immagine causata da energia sconcosciuta - che si collocano al

limite della straordinarietà e invita ricondurle sul piano di spiegazioni verificabili. La ripresa

di esami scientifici sul sacro Tessuto dovrà tener conto dell‟intera „Proposta‟ che a suo

tempo, nel 1984, lo STRP presentò al Custode della Sindone.

0. Introduzione

Il presente studio è dedicato alla memoria di mons. Giulio Ricci (+ 6 febbraio 1995),

appassionato cultore e riconosciuto studioso della Santa Sindone, fondatore del Centro

Romano di Sindonologia (1975) e dei Catechisti della Passione (1976).

Venti anni di familiarità con i temi e le questioni relative alla Sindone di Torino e agli

argomenti di teologia della Pasqua ci conducono, quasi per obbligo morale, ad affrontare un

bilancio del settore. Nostro obiettivo è invitare studiosi ed enti ad una metodologia sempre

più esigente e ad un dialogo costruttivo. Per questo motivo avviciniamo il mondo sindonico e

sindonologico2 indicando possibili prospettive di ricerca.

0.1. Percorso tematico.

Il nostro contributo si articola in due parti: nella prima ci si accosta ai vari settori della

ricerca scientifica, partendo dalla scienza storica e giungendo alle scienze teologiche dopo

aver attraversato i settori delle scienze mediche e delle scienze fisiche. Nella seconda parte

illustreremo brevemente le principali aree della “questione Sindone”. L‟incompletezza dei

dati e delle documentazioni è determinata dal nostro obiettivo: offrire al lettore un breve

bilancio prospettico sui “nodi” della ricerca.

0.2. Il metodo nelle valutazioni.

Il nostro lavoro ritiene acquisite le informazioni di base sulla Sindone di Torino: di che cosa

sia composta, quali elementi emergano da una prima indagine storica e medico-legale. A tal

fine suggeriamo la lettura dei contributi di Baima Bollone, di Rodante, di Riggi di Numana3.

2Per chiarezza interpretativa gli aggettivi „sindonico‟ e „sindonologico‟ verranno usati, rispettivamente, per designare i

dati direttamente correlati al tessuto torinese (: sindonico) e le interpretazioni dei medesimi da parte di singoli

ricercatori o di „scuole‟ (: sindonologico).

3I tre autori esprimono autorevolmente le posizioni variegate del mondo sindonologico italiano. Le opere di cui si

consiglia un‟attenta lettura e, possibilmente, un raffronto critico, sono: BAIMA BOLLONE Pierluigi, Sindone o no,

Torino, SEI, 1990 (novembre), 331 pp., 66 fig. f.t.; RODANTE Sebastiano, Le realtà della Sindone nelle riflessioni di

un medico, Milano, Massimo, 1987 (settembre), 297 pp., 14 fig. f.t.; RIGGI DI NUMANA Giovanni, Rapporto

Sindone (1978/1987). Cronache e commenti dei fatti accaduti dal 1978 al 1987 intorno alle ricerche scientifiche

condotte sulla Sacra Sindone di Torino, Milano, 3M Edizioni, 1988 (giugno), 176 pp., ill. Altre segnalazioni: tra le

opere di mons. Ricci si suggerisce la lettura de L’Uomo della Sindone è Gesù, Roma - Milano, 19853. Per uno studio

del tessuto sindonico suggeriamo di iniziare con la lettura di VIAL Gabriel, Le Linceul de Turin, e TESTORE Franco,

Le Saint Suaire - Examen et prélévements effectués le 21 avril 1988. Données, observations et commentaires par un

expert textile, relazioni tenute al Symposium Scientifique international de Paris sur le Linceuil de Turin, 7-8 sept.

1989, 21 + 16 pp., datt., fig., 1989. Sui rappezzi e rammendi: DELORENZI E., Osservazioni sui rappezzi e rammendi

della S. Sindone, in La Santa Sindone. Ricerche e studi della COMMISSIONE DI ESPERTI nominata dall’Arcivescovo di

Torino, Card. Michele Pellegrino nel 1969, Supplemento “Rivista diocesana torinese”, gennaio 1976, pp. 107-120.

Sulla sovrabbondante presenza di materiale microscopico, iniziare da MARTINETTO P., RIGGI G., VALTZ A.,

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La complessità e la vastità dei dati sindonici e, in modo quantitativamente evidente, dei dati

sindonologici4, esige di porre in primo piano le seguente indicazioni:

- occorre tenere sotto controllo il pericolo delle “accelerazioni valutative”: più la Sindone è

importante per la ricerca scientifica e teologica più queste devono saper controllare le proprie

„emozioni‟, ben sapendo che “la Sindone si difende da sola”;

- la quantità di analisi e interpretazioni non necessariamente, di per sé, è un fattore di

affidabilità: è sufficiente un dato incontrovertibile per mettere in crisi migliaia di ipotesi5;

- prima di avventurarsi nelle numerosissime varianti delle interpretazioni sindonologiche

secondarie e prima di studiare i particolari del sacro Lino torinese, occorre sempre partire

dall‟evidenza e dalla semplicità di molti dati, fondativi.

Ricordiamo pure che se grande è l‟arco delle indagini scientifiche realizzate fino ad oggi,

ancora ampio è l‟orizzonte della ricerca da attivare nel futuro prossimo. Tale situazione

dell‟esplorazione scientifica sulla Sindone comporta un atteggiamento fondamentalmente

aperto, e che rifugga da riduzionismi, pro o contro la Sindone. Le tipologie di indagine sul

sacro Telo sono ancora oggi tanto numerose da sconsigliare perdite di energie in dispute e

conflittualità negative, ad ogni livello6.

1. I percorsi delle scienze

La Sindone di Torino ha avuto due periodi storici nei quali la scienza le ha particolarmente

prestato attenzione: il periodo successivo al Concilio di Trento, dalla metà del XVI alla metà

del XVII secolo e il XX secolo.

La sensibilità cattolica controversistica, acuita dalle critiche dei riformati al culto delle

reliquie, ha prodotto contributi di un certo rilievo analitico e critico. Basti ricordare, in questa

CAVALLO G. P., Microbiological Research of Specimens (Dusts) drawn from the Holy Shroud, in Giornale di

Batteriologia, Virologia ed Immunologia, 74 (1981) 202-208.

Nel panorama degli oppositori suggeriamo di considerare, pur nella debolezza delle loro argomentazioni, le opere di

PESCE DELFINO V., E l’uomo creò la Sindone, Bari, Dedalo, 1982; GRAMAGLIA P. A., L’uomo della Sindone non è

Gesù Cristo, Torino, Claudiana, 1978; SOX H. D., The Shroud Unmasked, 1988, 156 pp.

4Il problema degli organizzatori del 2° Convegno Internazionale (1978) e dei vari Convegni nazionali è la selezione di

molti presunti esperti, più cultori di esoterismo che di umile scienza. Un difetto nella pubblicazione degli „Atti‟ è la

scelta quantitativa: è vero, sì, che i lettori si trovano di fronte a testi „ponderosi‟, ma se vi si scegliessero le relazioni

accettabili per i „referee‟ della ricerca seria, si ridurrebbero di molto.

5Vedi il caso delle interpretazioni circa l‟impronta superficiale sul telo sindonico, nella seconda metà degli anni „70: è

sufficiente una foto del lato nascosto del sacro lino torinese, realizzata con fibre ottiche dallo STRP nel 1978, per

rendere inutili tanti piccoli o grandi articoli e libri di „fanta-scienza‟ e di „pericoloso scivolamento nell‟inspiegabile‟.

6Come vedremo, la maggior parte dei problemi attuali e recenti sulla Sindone (dagli anni „70 in poi), derivano da un

coinvolgimento eccessivo delle parti, favorevoli o contrarie ad essa. La nostra opzione di fermarci, nel presente

contributo, a valutazioni „panoramiche‟ deve tener presente che un controllo adeguato di „tutte‟ le informazioni

riguardanti la Sindone sarà possibile dopo un decennio di raccolta computerizzata e di accessibilità „on line‟ dei

maggiori archivi di dati. Il lavoro è immane e costoso. al tempo degli entusiasmi che precedevano lo choc del „C14‟,

una multinazionale statunitense, nota nel settore delle bevande, aveva approvato il finanziamento per tale tipo di

servizio. A tutt‟oggi (1996) si sta iniziando il lavoro con parziali disponibilità documentali (negli USA) sulla rete

Internet.

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sede i classici contributi di Jean-Jacques CHIFFLET, De Linteis sepulchralibus Christi

servatoris. Crisis historica (Antwerp, 1624, 240 pp.) e Hiérothonie de Jésus Christ, (Paris,

1631)7.

Dalla fine del secolo XIX ai nostri giorni, si estende il secolo propriamente scientifico per la

Sindone torinese, iniziato con l‟applicazione della tecnica fotografica nel 1898 e culminato

nel decennio 1972-1982, con le ricerche di Max Frei Sulzer e dello STRP statunitense. E

appunto per la celebrazione, nel 1998, sia del cinquecentesimo anniversario della

consacrazione della cattedrale sia del centesimo dalla prima fotografia, il cardinal Giovanni

Saldarini ha ufficialmente comunicato l‟ostensione sindonica8.

Nel nostro bilancio sindonico e sindonologico, percorriamo ora, con stile conciso9, i recenti

decenni di ricerca, evidenziando gli apporti più significativi e proponendo settori e metodi

per un‟ulteriore indagine.

1.1. Le fotografie della Sindone, dal 1898 al 1988: occasione per una metodologia

attenta.

Le prime foto, dell‟avv. Secondo Pia, nel 189810

, hanno lasciato una traccia sulle ricerche

sindoniche per perdura fino al presente. L‟emozione derivata dall‟osservare con maggiore

facilità i contorni e i contenuti del volto e del corpo straziato dell‟Uomo della Sindone, non

soltanto diede nuovo impulso alle osservazioni, specie da parte degli esperti nel settore

medico, ma iniziò pure un‟eccesso linguistico. Fino ad oggi, infatti, si definisce come

„straordinario‟ e sconfinante con il miracoloso, l‟effetto „negativo‟ dell‟impronta sindonica,

7L‟opera del Paleotti (Esplicatione del Sacro Lenzuolo ove fu involto il Signore, Bologna 1599, ristampa anastatica

1975, a cura di Luigi Fossati), è stata oggetto di ulteriore studio da parte di FANTI M., Genesi e vicende del libro di

Alfonso Paleotti sulla Sindone, in La Sindone, Scienza e Fede, Atti del II Convegno Nazionale di Sindonologia,

Bologna, 27-29 novembre 1981, a cura di COPPINI L. e CAVAZZUTI F., Bologna, CLUEB, 1983, pp. 369-379.

8Il primo comunicato stampa, datato 5 settembre 1995, inizia con le seguenti parole: “Con il pieno consenso del Santo

Padre Giovanni Paolo II, nel quadro del programma pastorale in preparazione all‟Anno Santo del 2000, abbiamo la

gioia di annunciare che si terranno a Torino due solenni ostensioni della Santa Sindone: nel tempo pasquale del 1998

e del 2000. I motivi che hanno consigliato la scelta di tali date sono, per il 1988, la ricorrenza del cinquecentesimo

anniversario della consacrazione della cattedrale di Torino, presso la quale è conservato il Santo lenzuolo, che

richiama con grande efficacia espressiva il mistero delle sofferenze del nostro dolce Redentore e inoltre il primo

centenario dell‟ostensione del 1898, in occasione della quale venne realizzata la prima fotografia, che contribuì in

modo determinante all‟avvio delle ricerche scientifiche sulla Sindone, contraddistinguendo il nostro secolo dai

precedenti. La ripetizione dell‟ostensione nell‟anno del giubileo vuole offrire una particolare occasione di

santificazione del giubileo con un pellegrinaggio penitenziale verso un segno eccezionalmente suggestivo della

Passione del Signore. In ambedue i casi, pur prevedendosi iniziative parallele di natura storica e scientifica, si vorrà

affermare in modo privilegiato il valore pastorale dell‟ostensione: a esso infatti si rivolge tutta l‟attenzione della

Chiesa”.

9Rinviamo il lettore alle documentazioni più esaustive che verranno rese disponibili per il biennio di sindonologia

previsto nell‟ambito del ciclo istituzionale dell‟istituto di scienze religiose “Mater Ecclesiae”, presso la Pontificia

Università Lateranense.

10

Sulle vicende dell‟ostensione e delle foto nel 1898 si parta dai contributi di FOSSATI L., Don Natale Noguier de

Malijay studioso della Sindone nel cinquantenario della morte (1930-1980), in “Salesianum” (1981) 341-388; IDEM,

Un oscuro promotere della ripresa fotografica della Sacra Sindone nel 1898: il Salesiano don Natale Noguier de

Malijay, in “Collegamento Pro Sindone” (luglio-agosto 1988) 8-41.

Page 5: La Sindone di Torino: metodi e prospettive - Metodi prospettive... · tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle

e questo ancor prima che la fotografia ne rivelasse le coordinate. Chi scrive pensa che si

debba essere molto calmi e rigorosi nel riconoscere come le variazioni tra sfumature di

grigio-bianco e grigio-nero (nel caso di foto in bianco/nero in negativo o in positivo,

rispettivamente) corrisponde, semplicemente, alla presenza più o meno intensa di impronta

materiale sul tessuto11

. Il fenomeno, dunque, è semplice e normale, pure nel nuovo tipo di

„negativo magnetico‟, realizzato nelle indagini del 198812

. Molto coinvolgente, in ogni

caso, rimane la „bellezza maestosa‟ del volto del suppliziato, e la „leggibilità‟ dei dati

sindonici nel negativo fotografico, iniziando, per esempio, dalle „pieghe‟13

.

Le foto di Enrie, nel 1931, ci offrono una tale intensità e nitidezza di contrasto, da renderle a

tutt‟oggi insostituibili per le indagini sulla Sindone14

. Molto interessanti, pure, le fotografie

1:1, su lastra di vetro, realizzate da Giuseppe Caselli15

.

Le foto di Judica Cordiglia nel 1969 e di Ghio nel 1972 hanno dato nuovi impulsi alla

ricerca. In breve possiamo affermare come siano di grande interesse le fotografie a luce

ultravioletta (UV) e le rare foto ad infrarosso16

. Da notare il valore del confronto tra i dati

11

Ancora di ricente si parla dell‟impronta sindonica che si “presenta come un negativo fotografico” (Odile CELIER,

Une énigme: le crucifié du Saint Suaire, in “Le Monde de la Bible”, n° 97 [marzo aprile 1996] pag. 9).

12

Riggi di Numana parla di “negativo magnetico” riferendosi alla ripresa video con possibilità di immediata visione e

registrazaione „in negativo‟, senza il processo di „inversione‟ dei dati. La difficoltà presunta di tali concetti, viene

superata facilmente con qualche minuto di „osservazione diretta‟ dei fenomeni fotografici e videografici o, in forma

ancor più elementare, con fotografie sindoniche in negativo e in trasparenza.

13

Mons. Giulio Ricci ricordava spesso che, con molta probabilità, i disturbi presenti nelle foto del 1898 potrebbero

indicare la presenza in maggiori quantità di polveri sulla superficie. Per questo motivo le prime fotografie

conserverebbero un certo interesse anche nel futuro.

14

Vedi ENRIE G., La Santa Sindone rivelata dalla Fotografia. Raccolta delle ultime fotografie ufficiali della Santa

Sindone con spiegazioni, dati tecnici, commenti, discussioni e sunto di notizie storiche, Torino, 1933. Giuseppe

Enrie (1886-1961) , all‟epoca era titolare di uno dei più avviati studi fotografici di Torino. Già direttore della rivista

“Vita fotografica Italiana”, redasse alcuni opuscoli sulla tecnica della fotografia tra cui Io vi insegno la fotografia,

1934 e Il Miracolo della fotografia, 1959.

15

La definizione molto nitida di tali foto 1:1 permetterà a mons. Ricci di analizzare in modo affidabile le direzioni

delle fuoruscite ematiche dalle ferite del carpo sinistro e destro, giungendo alla ricostruzione dei movimenti sulla

croce.

16

Siamo a conoscenza della disponibilità di tali foto del volto sindonico su fondo blu (mons. Ricci) e su fondo rosso

(p. Rinaldi). La tecnologia IR dà risalto ai contorni delle lesioni facciali nella zona della guacia destra e sulla punta

del naso. Altri particolari sono molto interessanti nelle ricostruzioni anatomo-patologiche e nel raffronto con altre

metodiche. Le foto IR sono fondamentali per un confronto scientifico e costruttivo tra le ricerche computerizzate del

compianto prof. Tamburelli, dello CSELT di Torino. Da tale raffronto si noterà immediatamente come le foto IR non

consentano le varie interpretazioni di Temburelli nel tentativo di spiegare, con foto „filtrate‟ al computer, contusioni

che l‟A. riporta alla narrazione evangelica. L‟IR permette l‟identificazione soltanto di due escoriazioni / piccole

piaghe, con esclusione delle ferite da spine acuminate. Offriamo al lettore l‟elenco completo dei contributi di

Tamburelli: TAMBURELLI G., GARIBOTTO G., Nuovi sviluppi nell’elaborazione dell’immagine sindonica, LSLS

1978, pp. 173-184 e pp. 354-362. TAMBURELLI G., La Sindone dopo l’elaborazione tridimensionale, in

“L‟Osservatore Romano” (11 luglio 1979) 6. TAMBURELLI G., Some results in the processing of the Holy Shroud of

Turin, in IEEE, Transactions on Pattern Analysis and Machine Intelligence, vol. PAMI-3, No. 6, Novembre 1981.

TAMBURELLI G., Reading the Shroud, called the fifth Gospel, with the aid of the computer, SSI 2, 1982, pp. 3-11.

TAMBURELLI G., Ricerca dell’impronta dell’ombelico nell’immagine sindonica, Sindon, quad. n. 29 (1980) 33-37.

TAMBURELLI G., La Sindone e l’informatica, Giornale dell‟Accademia della Medicina di Torino, gennaio 1983, pp.

240-253. TAMBURELLI G., Applicazione dell’elaborazione tridimensionale sindonica ad immagini ottenute per

contatto, LSSF 1981, pp. 285-292. TAMBURELLI G., Studio della Sindone mediante il calcolatore elettronico,

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all‟ultravioletto del 1978 (STRP) e quello del 1969, generalmente trascurato dagli esperti17

.

Il professor Ghio, convocato con Max Frei nella sessione di autenticazione tenutasi il 4

ottobre 1973, realizzò splendide macrofotografie, da utilizzare, ancora oggi, in

contemporanea con le macrofotografie di Samuel Pellicori (1978) e di Riggi-Faia (1988).

Le foto scientifiche del team americano STRP, nel 1978, specialmente quelle realizzate da

Vernon Miller dell‟istituto specializzato in tecnica fotografica, con sede in Santa Barbara,

California, sono un primo passo nella registrazione scientifica dei dati colorimetrici18

.

Le foto dell‟aprile 1988, sono un patrimonio pressocché sconosciuto, „bloccato‟ dalle

comprensibili anche se biasimevoli polemiche che hanno accompagnato visceralmente gli

anni 1988-199519

.

Gli archivi fotografici e i numerosissimi dati ivi contenuti, sono almeno sette: l‟archivio Pia,

l‟archivio Enrie, l‟archivio Judica Cordiglia, l‟archivio Ghio, l‟archivio mons. Ricci,

l‟archivio Miller-STRP, l‟archivio Riggi-STRP20

. Il nostro positivo auspicio è che tale

ricchezza inizi ad essere attentamente valutata, conservata in ambiente scientifico, studiata

con rigore21

. Si impone ora una valutazione per il settore fotografico. Sull‟effetto scientifico

“L‟elettrotecnica”, dicembre 1983, pag. 1135-1149. TAMBURELLI G., OLIVERI F., Un nuovo processamento

dell’immagine Sindonica, LSNSR 1984, pp. 245-254. TAMBURELLI G., Storia di una ricerca informatica sulla

Sindone, in La Sindone. La storia. La Scienza, Leinì 1986, pp. 95-113. TAMBURELLI G., Analisi interpretativa di un

misterioso segno comparso sul volto sindonico tridimensionale ottenuto in Cselt, “Sindon” NS, quad. 1 (1989) 133-

136. TAMBURELLI G., e BALOSSINO N., Ulteriori sviluppi dell’elaborazione elettronica del volto sindonico,

“Sindon” NS, quad. 1 (1989) 137-143.

17

Le foto a luce Wood o UV, rivelano tracce di materiale sedimentato sul tessuto, non visibili a luce normale. Per

questo motivo sia mons. Ricci, nelle sue analisi di metrologia e di anatomo-patologia (1980), sia Don Lynn del JPL

di Pasadena (1976-1977), offrirono buone basi per il progresso delle indagini. Va qui notato che la tecnica

computerizzata dello „pseudo-colore‟ è soltanto un espediente interpretativo per facilitare la lettura dei dati: occorre

fare molta attenzione quando si è di fronte a tali foto, per non confondere il medesimo „grado‟ nella „scala dei grigi‟

certamente di natura ematica, con altri „gradi‟ simili, completamente estranei alle aree dell‟impronta.

18

Anche il nostro Centro Romano di Sindonologia partecipò, seppur in forma ridotta, alle riprese di dati fotografici.

Tali risultati attendono ancora di essere pubblicati. Su una colorimetria scientifica, che oltrepassi affermazioni

approssimate sul „colore della Sindone‟, vedi ARTOM M., SOARDO P., Caratteristiche fotometriche e colorimetriche

della S. Sindone, in La Sindone, Scienza e Fede, Atti del II Convegno Nazionale di Sindonologia, Bologna, 27-29

novembre 1981, a cura di COPPINI L. e CAVAZZUTI F., Bologna 1983, pp. 321-329. Vedi anche ARTOM M.,

SOARDO P., L’illuminazione della S. Sindone durante l’ostensione del 1978, in ibidem, pp. 331-335. Da parte nostra

è in campo un progetto di gestione obiettiva della colorimetria (progetto „Gestione controllata del colore‟).

19

Oltre alla documentazione video, disponibile nell‟Archivio Riggi, a tutt‟oggi sconosciuto e sottostimato, di difficile

accesso a causa di atteggiamenti di prepotenza da parte di alcuni richiedenti, ci si permetta di rilevare che, a

tutt‟oggi, la maggior parte dei critici delle operazioni del 21 aprile 1988 non conoscono neppure la semplice serie

degli interventi che, dalle ore 4,30 alle 19,30 del 21 aprile 1988, hanno scandito la giornata del Prelievo di piccoli

frammenti di tessuto dalla sacra Sindone.

20

Sta diventando di urgente necessità il problema della gestione di tali archivi. La santa Sede e la comunità scientifica

internazionale dovranno, penso, dedicarvi attenzione costruttiva. Da poco l‟Archivio di mons. Ricci è di proprietà

della diocesi di Roma e sta in fase di strutturazione finalizzata alla sua consultabilità.

21

Molte teorie come quella di p. Filas sulla moneta sugli occhi e di Marastoni sulle iscrizioni identificabili sul santo

Volto - per tralasciare le migliaria di altri fantasiosi contributi in tale campo -, hanno fondamenti molto deboli: in

genere si riferiscono soltanto ad una „fonte‟ di dati fotografici. Il nostro consiglio è di confrontare il più possibile tra

loro tutti gli Archivi fotografici e solamente dopo un tale lavoro, accompagnato dalla verifica diretta, sul tessuto

sindonico, di presenza residua di corrispondenti elementi fisico-chimici nelle aree interessate, concludere sulla

accettabilità o meno di tali ipotesi.

Page 7: La Sindone di Torino: metodi e prospettive - Metodi prospettive... · tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle

che le foto in negativo, da un secolo a questa parte, hanno avuto tutti sono concordi nel

rilevarne la grande importanza. Si invita, tuttavia, a ridimensionare la straordinarietà, solo

apparente, dell‟impronta sindonica come „negativo fotografico‟22

.

1.2. Le scienze storiche.

Da Ulysse Chevalier a Victor Saxer, un costante dubbio da parte di storici di riconosciuta

fama internazionale ha accompagnato la “questione Sindone”23

. Il risultato delle indagini al

radiocarbonio, pure se non dovrebbero condurre a „chiudere per principio il discorso‟ sulla

Sindone, ha dato ragione alle ipotesi di questi studiosi circa la medievalità del lino torinese.

Al contrario di questa posizione, si deve tener conto che i dati scientifici e storici sulla

Sindone sono ancora, in buona parte, da raccogliere e da valutare.

I progressi nell‟archeologia porteranno molta luce sulle tracce del paleocristianesimo nel

vicino Oriente24

. Le grandi riserve documentali della scienza archivistico-bibliologica e della

museologia, esigono strumenti e metodi adeguati per la raccolta e l‟analisi di enormi quantità

di dati relativi alla passione del Cristo e, in ogni caso, relativi alle prassi di esecuzione

capitale, di tortura, di sepoltura nell‟antichità. Non dobbiamo dimenticare, da ultimo, come

esempio di campo applicativo, il mondo delle raffigurazioni artistiche (pittura, scultura, ecc.)

che, da Vignon a Pfeiffer collocano al centro della loro ricerca il tema dell‟iconologia della

croce e della ritrattistica del Cristo25

. La seria metodologia storica invita tutti coloro che si

avvicinano al passato ad un costante atteggiamento di prudenza e di apertura. Conclusioni

affrettate e affermazioni apodittiche allontanano sempre da una dignitosa ricerca26

.

22

L‟analisi attenta della commistione “effetto di straordinaria leggibilità > fenomeno straordinario” è ancora oggi alla

base di tutto il dibattito sindonologico. Il ginepraio della cosiddetta questione “macchie / immagine”, “origine

dell‟impronta del corpo dell‟Uomo della Sindone” (con il problema della proiezione ortogonale di alcuni dati

anatomici che sarebbero distanti dal lino steso sul corpo) ha origini in questo settore „semplicemente‟ fotografico.

23

SAXER V., La Sindone di Torino e la Storia, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, 43/1 (1989) 50-79. L‟articolo

è apparso anche in lingua francese nell‟autorevole “Revue d‟Histoire de l‟Eglise en France” 76/1 (1990) 21-55. La

tesi, contraria all‟autenticità, continua a riferirsi alle ricerche di Ulysse CHEVALIER, del quale sono importanti le due

opere: Etude critique sur l’origine de Saint-Suaire de Lirey-Chambéry-Turin, in “Bulletin d‟Histoire Ecclésiastique

et d‟Archéologie religeuse des Diocèses de Valence, Gap, Grenoble & Vivers”, 20 (1900) 113-167, I-LX. Estratto,

Paris 1900, 59 + LV pp., e Autour des origines du Suaire de Lirey, avec documents inédits, in “Mémoires de

l‟Académie des sciences, Belles-lettres et Arts de Lyon”, III serie, t. VII (1903) 237-312. Estratto, Paris 1903, 53 pp.

24

Max Frei stesso, nella sua ricerca aveva in progetto di aprire cantieri di scavo in Palestina e in Siria per verificare la

presenza di pollini in strati di terreno, cronologicamente databili. Oltre ad un emergere quantitativo di reperti

archeologici per gli studiosi della Sindone hanno molta importanza le indagini microscopiche su materiali tra loro

correlabili.

25

PFEIFFER Heinrich, La Sindone di Torino e il volto di Cristo nell’arte paleocristiana, bizantina e medievale

occidentale, Roma, Quaderni Emmaus 2, [1982]. Trad. ingl. The Shroud of Turin and the Face of Christ in

Paleochristian Byzantine and Western Medieval Art, part I, SSI 2/9 (1983) 7-20; part 2, 3/10 (1984) 3-19.

26

Quanto affermato vale per ambedue i „fronti‟, per i favorevoli e per gli avversari della Sindone. Al posto delle

polemiche vanno realizzate indagini, raccolte di nuovi dati. Il nostro progetto di alta tecnologia „leggera‟, „MicroLab

DCRM, è scaturito da queste esigenze e si spera venga realizzato entro il 1998.

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1.3. Le scienze mediche.

Il contributo della patologia medica e della medicina legale, dagli anni „30 in poi, ha

raggiunto il suo culmine nel ventennio 1950-197027

. Le ricerche pionieristiche di G. Judica

Cordiglia, di P. Barbet, di Hyneck hanno favorito il passaggio ad una „seconda generazione‟

di studiosi del dato medico-legale e anatomico. Tra questi, oltre a S. Rodante, a P. Baima

Bollone collochiamo in primo piano le ricerche anatomiche del prof. Lamberto Coppini28

.

Con una cosciente presa di posizione „sindonologica‟, va dato rilievo all‟opera analitica di

mons. Ricci: il suo contributo, nel campo della metrologia anatomica e delle conseguenti

ricostruzioni assonometriche e le conclusive sintesi pittoriche e scultoree29

, resta una delle

pagine più interessanti della sindonologia del XX secolo.

1.3.1. Sulla metrologia anatomica.

Il primo esame nei confronti del sacro tessuto funerario torinese da molti, paradossalmente, è

stato disatteso: un‟indagine scientifica deve tener conto dell‟intera Sindone, non soltanto

della parte frontale, o ancor meno, soltanto del sacro Volto. Da questo semplice e quasi

banale comportamento deriva la scelta per un‟accurata analisi delle misure anatomicamente

non omologabili. Per chiarezza si suggerisce di procedere dalle più evidenti: 1. il raffronto

tra le tibie dell‟impronta frontale e dorsale30

, 2. misurazione comparativa tra gli avambracci e

la zona delle spalle, 3. raffronto tra le falangi della mano sinistra e quelle della mano destra,

4. i percorsi „fuori linea‟ di molte colate ematiche, dagli avambracci ai piedi, ecc. Con

ulteriore facilitazione nelle analisi su fotografie UV e con foto elaborate elettronicamente,

sia già disponibili negli Archivi citati sia programmabili con nuove metodologie di

27

I dati medico-legali sono di una tale evidenza che il dott. Bucklin, dello STRP, ha dato spazio sintetico a tali risultati.

Trattandosi di uno studio facente parte di una metodologia di pubblicazione su periodici scientifici referenziati, ne

diamo gli estremi bibliografici: BUCKLIN R., The Shroud of Turin. A Pathologist’s Viewpoint, in Legal Medicine

Annual, 1981.

28

Esemplari le relazioni su „coronazione di spine‟, „crocifissione‟, „ferita al costato‟: COPPINI L. - BAIMA BOLLONE P.,

Rilievi anatomici per la valutazione delle lesioni da corona di spine, in La Sindone. Scienza e Fede, Bologna,

CLUEB, 1983, pp. 179-193. COPPINI L., Le lesioni da chiodo agli arti superiori del Crocifisso, in La Sindone. Nuovi

studi e ricerche, Atti del III Congresso Nazionale di Studi sulla Sindone, Trani, 13-14 ottobre 1985, a cura di P.

Coero-Borga e G. Intrigillo, Cinisello B., EP, 1986, pp. 175-190, 7 fig.. COPPINI L., Le lesioni da punta ed il colpo

di lancia visibili sulla Sindone. Rilievi di anatomia topografica e radiologica, in La Sindone. Indagini scientifiche.

Atti del IV Congresso Nazionale di Studi sulla Sindone, Siracusa 17-18 ottobre 1987, a cura di S. Rodante, Cinisello

B., EP, 1988, pp. 74-91, 12 fig.

29

Molti cultori della Sindone ritengono „fantasiose‟ le indagini di Ricci: al contrario di un giudizio così affrettato, si

invita questo tipo di lettore a ripercorrere le indagini ricciane, disponendo di una Sindone a grandezza naturale e

verificando direttamente misure e ipotesi. Credo che da parte di tutti si giungerà alla medesima conclusione del prof.

Enrico Medi che, nel 1969, convalidava tutte le misurazioni che mons. Ricci aveva proposto nelle sue pubblicazioni.

Resta il fatto che le ricerche ricciane hanno un doppio attuale handicap: sono in lingua italiana (almeno nelle sezioni

di migliore descrizione) e non sono state ancora „rivisitate‟ per una pubblicazione su riviste scientifiche

internazionali

30

Differenze metriche che giungono, in questo caso, sino ad uno scarto di 15 cm non possono che condurre chiunque

abbia un minimo di ragionevole attenzione ai fatti, a dare spiegazioni di tale difformità. Al termine di ogni indagine

ci si accorgerà dell‟ammirabile convergere logico di molte apparenti contraddizioni.

Page 9: La Sindone di Torino: metodi e prospettive - Metodi prospettive... · tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle

registrazione31

, la maggior parte delle intuizioni e delle dimostrazioni di mons. Ricci si

prevede saranno considerate basilari per la sindonologia.

1.3.2. I dati dell’ematologia.

Le indagini ematologiche, sono, comprensibilmente, di elevata importanza. Con le ricerche

scientifiche dello STRP, la comunità scientifica internazionale ha concluso, con forte

convincimento, sull‟autenticità e l‟antichità del sangue del „cruciario‟ della Sindone di

Torino32

. Le recenti indagini sul DNA, umano e di elevata antichità, oltre a promuovere un

organico coordinamento tra ricercatori e custodi della Sindone, rendono di grande utilità un

bilancio delle ricerche scientifico-ematologiche33

. Le ricerche sperimentali sui processi

fibrinolitici sono di grande importanza nella spiegazione sul decalco delle impronte

ematiche34

.

1.3.3. Causa fisica della morte: emopericardio e/o asfissia.

Sulla causa della morte in croce dell‟Uomo della Sindone, i medici dispongono di segnali

sindonici che hanno portato alla formazione di varie teorie: lo stato di elevato irrigidimento

delle fasce muscolari, molto evidente nella zona frontale pettorale, e la celebre abbondante

fuoruscita, dalla ferita del costato, di sangue „post-mortem‟, con separazione di parte sierosa

e parte corpuscolata. Una soluzione „salomonica‟ suggerirebbe di far coesistere ambedue le

ipotesi sulla causa fisica della morte dell‟Uomo della Sindone: ma, in molte di queste

dispute, sarebbe meglio auspicare che a „coesistere-nella-discussione-scientifica‟ dovrebbero

essere gli stessi ricercatori sulla Sindone35

.

31

Come già previsto nel 1984, sarà di grande utilità l‟uso di videocamere ad alta definizione, sia a colori (2032 x 2044

x 12 bit pixel) che in bianco/nero (410.000 pixel), con registrazione automatica e al massimo di accuratezza delle

distanze (vedi progetto MicroLab DCRM).

32

Le indagini di Heller e Adler sono magistralmente illustrate nel loro lavoro A Chemical Investigation of the Shroud

of Turin, in Canadian Society for Forensic Science Journal, 14 (1981) 81-103. Successivamente, tra il 1982 e il

1985 Heller ha ulteriormente perfezionato la ricerca sul sangue con lo studio sulla bilirubina, indicatore di presenza

di forti traumi nel cruciario. Le ricerche ematologiche di Pierluigi Baima Bollone, importanti per il settore

immunochimico, sono dal medesimo autore elencate nella nota 1, nell‟opera Sindone o no, Torino, SEI, 1990, pp.

194-195.

33

Le recenti polemiche circa il non riconoscimento dei materiali sindonici a disposizione dell‟University of Texas di

San Antonio (ricerche di Mattingly sulla presenza di microfunghi e di Tryon sul DNA) sono indicative del cammino

da percorrere nel positivo coordinamento tra i ricercatori e i Custodi della Sindone

34

Di sicuro interesse sono le sperimentazioni del dott. Sebastiano Rodante, in modo particolare per quanto concerne la

verifica sul processo di ammonrbidimento del sangue essicato. Il fenomeno consentì non soltanto il decalco diffuso

sul lino ma, in presenza di grande quantità ematiche, come nelle zone delle ferite (mani, piedi, fronte ecc.), la

sostanza ha intriso completamente le fibre sindoniche ed è visibile sul retro, come documentato nel 1978, tramite le

osservazioni dirette dalle scuciture laterali e con le osservazioni mediante fibre ottiche nei tratti liberati dalle

impunturazioni realizzate dalle Clarisse di Chambéry nel 1534. Una descrizione degli esperimenti la si può

consultare in RODANTE Sebastiano, Le realtà della Sindone nelle riflessioni di un medico, Milano, Massimo, 1987

(settembre), pp. 211-235. Grande cautela si suggerisce nel recepire le teorie sul „lampo fotoradiante‟.

35

Siamo in uno dei settore dove l‟effettiva multidisciplinarità è fondamentale per un dialogo scientifico dignitoso. Ad

esempio, i dati sulla „settimana lunga‟ della Passione sono da valutare nel campo della scienza patristica, orientata da

pochi anni a rivalutare le aree dell‟antica „letteratura cristiana‟ siriaca, arabo-cristiana, giudeo-cristiana. Sull‟ultimo

settore vedi il recente . TESTA E., La Settimana santa della Chiesa madre: le tre Cene, in ID., La fede della Chiesa

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1.3.4. Sudario di Oviedo.

Il nesso tra Sindone di Torino e Sudario di Oviedo, riconosciuto a livello morfologico da

Ricci fin dagli anni „60, ha ottenuto conferme ematologiche36

. Oltre all‟interesse strettamente

scientifico, le indagini sul „Sagrado Rostro‟ mettono in campo il vasto e delicato settore della

ricerca sulle „reliquie della Passione‟37

.

1.4. Le scienze fisiche.

La palinologia e la Sindone iniziarono ad incontrarsi attraverso il lavoro di perizia di Max

Frei Sulzer nell‟ottobre 1973, con il merito di aver dato il via ad un periodo di intensa attività

scientifica e ad un vivo interesse da parte di persone di ogni Paese. Le posizioni sulla scienza

palinologica devono oggi superare una certa statica contrapposizione: un gruppo ne continua

a difendere la grande affidabilità, un altro gruppo ne pretende una valutazione statistica su

scansione completa dei dati palinologici38

.

Gli apporti dello STRP [Shroud of Turin Research Project] sono pure loro, come tutta la

materia sindonica e sindonologica, da analizzare con attenzione. Il punto di partenza e,

interpretativamente, anche d‟arrivo, li possiamo considerare negli Atti del „congresso di

Albuquerque‟39

. Vi ritroviamo infatti non soltanto il gruppo di chi, da varie angolazioni, è

madre di Gerusalemme, [ediz. originale The Faith of the Mother Church. An Essay on the Theology of the Judeo-

Christians, Jerusalem 1992], pp. 227-254. I cultori della Sindone dovranno riferirsi all‟articolo originale apparso nel

Liber Annuus 35 (1985) 163-202, dal momento che le pp. 191-202, contenenti dati interessanti la cronologia lunga

della Passione (pp. 198-202), sono stati tralasciati nell‟edizione 1995. Un testo patristico cardine si invita ad

accostarlo nel libro V delle „Costituzioni Apostoliche‟, raccolta del IV secolo ma con materiali anteriori. Vedi

l‟edizione critica Les Constitutions Apostoliques, II vol., a cura di Marcel METZGER, (Sources Chrétiennes 329),

Paris, Du Cerf, 1986, pp. 248-285.

36

Ci si riferisce alle ricerche del dott. Carlo Goldoni e del prof. Baima Bollone.

37

Scienza, teologia e pastorale saranno tre settori ineliminabili per un adeguato studio delle reliquie.

38

Si pensi che per realizzare un‟indagine sui pollini dell‟intera Sindone si è preventivato un lavoro di trecento anni,

con le consuete otto ore lavorative quotidiane.

39

Proceedings of the 1977 United States Conference of Research on the Shroud of Turin, Albuquerque, New Mexico,

23-24 March, New York, Holy Shroud Guild, 1977. Contributi: OTTERBEIN A. J., American conference of research

on the Shroud of Turin, pp. 3-9. RINALDI M. P., Turin and the holy Shroud, pp. 10-12. FILAS F. L., Ideal attitudes

concerning research on the Shroud of Turin, pp. 13-15. SOX H. D., Some ecumenical considerations concerning the

Turin relic, pp. 16-19. DINEGAR R. D., Pastoral aspects of scientific research on the Shroud of Turin, pp. 20-22.

ROBINSON J. A., The Shroud of Turin and the grave-clothes of the gospels, pp. 23-30. WILSON I., The Shroud’s

history before the 14th century, pp. 31-49. SAVA A., The holy Shroud on trial, pp. 50-57. RICCI G., Historical,

medical and physical study of the holy Shroud, pp. 58-73. JACKSON J. P., JUMPER E. J., MOTTERN B., STEVENSON

K. E., The three dimensional image on Jesus’ burial cloth, pp. 74-94. MCCOWN T. M., Cloth-body distance of the

holy Shroud of Turin, pp. 95-109. ACCETTA J. S., X-rayfluorescence analysis with applications to the Shroud of

Turin, pp. 110-117. ACCETTA J. S., Infrared thermography with appllcations to the Shroud of Turin, pp. 118-123.

MCCRONE W., Authentication of the Turin Shroud, pp. 124-130. ROGERS R. N., Chemical considerations

concerning the Shroud of Turin, pp. 131-135. DEVAN Don, Photography of the Turin Shroud for use in image

analysis experiments, pp. 136-145. JANNEY D. H., Computer-aided imaged enhancement and analysis, pp. 146-153.

LORRE J. J., LYNN D. J., Digital enhancement of images of the Shroud of Turin, pp. 154-181. JUMPER E. J.,

Considerations of molecular diffusion and radiation as an image formation process on the Shroud, pp. 182-189.

JACKSON J. P., Color analysis of the Turin Shroud: a preliminary study, pp. 190-196. JUMPER E., JACKSON J.,

Page 11: La Sindone di Torino: metodi e prospettive - Metodi prospettive... · tecnologie, a fini di un recupero culturale, storico-artistico e per promuovere opportunità produttive nelle

divenuto contrario all‟autenticità della Sindone (McCrone, Sox), ma vi troviamo le due

posizioni sulla formazione dell‟immagine sindonica: Ricci con l‟ipotesi di una formazione

naturale, Jackson con l‟ipotesi dell‟ortogonalità e della distanza. Si offre ora un quadro

sintetico sulla complessa situazione interpretativa. a) Circa la tridimensionalità:

inequivocabile è il suo valore di esclusione dell‟ipotesi pittorica40

; sconsigliabili, invece,

sono altre amplificazioni interpretative. b) Circa la formazione dell‟impronta: riteniamo

urgente e indifferibile la realizzazione di uno dei 26 blocchi del “Formal Proposal 1984”,

vale a dire la verifica, su tutto il tessuto sindonico interessato all‟impronta corporea, del

grado di profondità di penetrazione della cosiddetta „immagine‟. Senza tale serie di dati

effettivi, tanto l‟ipotesi STRP sulla superficialità dell‟immagine, quanto la nostra ipotesi, più

semplice, di impronta corporea „a contatto‟ rischiano di confrontarsi senza riferimenti

concreti41

.

Ma il merito delle Ricerche STRP è, ulteriormente, di natura metodologica: le indagini del

gruppo sono state pubblicate su riviste referenziate. La scelta, ottimale, andrà sempre seguita,

in futuro, da parte di chi si dedica alla ricerca scientifica sulla Sindone42

.

DEVAN D., Computer related investigations of the holy Shroud, pp. 197-218. LA RUE R. D. Jr., Tonal distortions in

Shroud image photographs, pp. 219- 222. JACKSON J. P., A problem of resolution posed by the existence of a three

dimensional image on the Shroud, pp. 223-233. GERMAN J. D. Jr., An electronic technique for constructing an

accurate three-dimensional Shroud image, pp. 234-238. STEVENSON K. E., Editor’s notes, pp. 241-243.

40

Il tratto colorico lasciato da pennello o spatola o altro verrebbe evidenziato sull‟immagine computerizzata da picchi

lineari omogenei. La Sindone invece lascia traccie di „sfumato a zero‟. Per „amplificazioni‟ intendiamo la diffusa

voce sulla partecipazione della NASA, sulla straordinarietà del fenomeno della tridimensionalità VP-8.

41

Pressocché inutili sono stati i tentativi di Ricci di convincere, di persona, l‟amico Jackson sulla necessità di tener

conto di molti aspetti metrologicamente non omologabili con la normale anatomia. Per quanto più emozionante, la

teoria dell‟energia sconosciuta che ha prodotto l‟immagine, introduce nella scienza sindonica pericolosi elementi di

scientificità non verificabile, preda molto ghiotta per impostazioni esoteriche ed esasperate. La spiegazione più

articolata dell‟ipotesi-Jackson è, dal medesimo autore, spiegata nella relazione tenuta a Milano nel 1990, Is the

Image of the Shroud due to a Process Heretofore anknown to Modern Science?, dattiloscritto inglese di pp. 34,

comprese le figure, (traduzione italiana ing. Brunati).

42

Si suggerisce di studiare, a fondo e nei particolari anche linguistici, il contributo di sintesi: Un esame complessivo

delle varie macchie e immagini sulla Sindone di Torino, a cura di E. J. JUMPER, A. L. ADLER, J. P. JACKSON, S. F.

PELLICORI, J. H. HELLER, J. R. DRUZIK, trad. italiana dott. Stoppani, [ed. originale in ACS Advances in Chemistry,

205, Archeological Chemistry III, 1984], datt., Milano, Centro Studi sulla Sindone, 1989, con autorizzazione

dell‟editore. Data l‟importanza metodologica dei contributi STRP, ne diamo per intero l‟elenco, con

raggruppamento logico-contenutistico: a) un primo gruppo di testi è apparso su „Applied Optics‟ 19 (1980) e 23

(1984): JUMPER E. J., MOTTERN R. W., Scientific Investigation of the Shroud of Turin, col. 1909-12. PELLICORI S.

F., Spectral Properties of the Shroud of Turin, col. 1913-20. ACCETTA J. S., BAUMGART J. S., Infrared Reflectance

Spectroscopy and Thermography Investigation of the Shroud of Turin, col. 1921-29. GILBERT R. Jr, GILBERT M. M.,

Ultraviolet-Visible Reflectance and Fluorescence Spectra of the Shroud of Turin, col. 1930-36. HELLER J. H.,

ADLER A. D., Blood on the Shroud of Turin, col. 2742-44 [meglio però il contributo riportato tra poche righe].

JACKSON J. P., JUMPER E. J., ERCOLINE W. R., Correlation of Image Intensity on the Turin Shroud with the 3-D

Structure of a Human Body Shape, 23 (1984) col. 2244-69. b) Un secondo gruppo di dati furono presentati alla

IEEE International Conference on Cybernetics and Society, Seattle, WA, October 28-30, 1982, session 37-SA-5

“The Shroud of Turin”, chairman A. D. Allen, IEEE n. 0360-8913/82/0000-0535: JUMPER E. J., An Overview of the

Testing Performed by the Shroud of Turin Research Project with a Summary of Results, pp. 535-537. SCHWORTZ B.

M., Mapping of Research Test. Points Areas on the Shroud of Turin, 538-547 (fondamentale). DEVAN D., MILLER

V., Quantitative Photography of the Shroud of Turin, 548-553. AVIS C., LYNN D., LORRE J., LAVOIE S., CLARK J.,

ARMSTRONG E., ADDINGTON J., Image Processing of the Shroud of Turin, 554-558. JACKSON J. P., JUMPER E. J.,

ERCOLINE W. R., Three Dimensional Characteristics of the Shroud Image, 559-575. ERCOLINE W. R., JACKSON J.

P., Examinations of the Shroud of Turin for Image Distortions, 576-579 [importante punto di confronto, all‟esatto

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Da ultimo non deve passare inosservato il periodo che va dal 1984, anno di presentazione del

„Formal Proposal for Performing Scientific Research on the Shroud of Turin‟, al 1988,

momento della prima datazione con il metodo del radiocarbonio. Se esiste un grande

rimprovero da presentare a tutti, scienziati e responsabili, cultori della Sindone e suoi nemici,

è il fatto di aver estrapolato dai 26 blocchi d‟indagine previsti soltanto la datazione con il

C1443

. Chi scrive ritiene che la scienza applicata alla Sindone, per superare positivamente

l‟attuale stasi, abbia estrema necessità di riprendere la strada dalle ricerche STRP proposte

nel 1984. Queste vanno evidentemente integrate nell‟odierno sviluppo dell‟alta tecnologia e

vanno promosse in un clima di maggiore comprensione “metodologica” tra le diverse

„scuole‟ o „linee interpretative‟, sia tra gli scienziati che tra i „cultori‟ della Sindone.

1.5. Le scienze teologiche.

A causa della pluridecennale ostilità di molti storici e della diffidenza di alcuni settori della

teologia, gli approfondimenti teologici e pastorali sulla Sindone non hanno ancora avuto lo

spazio al quale hanno diritto44

. Anche se le prossime righe risulteranno un poco ermetiche,

non abbandoniamo la scelta della sinteticità.

1.5.1. Epistemologia e rapporto dogma-testimonianze storiche.

opposto della lettura antropometrica - più che verificabile - di Ricci]. c) I contributi fotografici e microfotografici di

Pellicori costituiscono un terzo blocco di dati: PELLICORI S. F., EVANS M. S., The Shroud of Turin through the

Microscope, in Archaeology 34/1 (1981) 34-43. PELLICORI S. F., CHANDLOS R. A., Portable Unit Permits UV/vis

Study of “Shroud”, in Industrial Research and Development, 1981, Feb., pp. 186-189. MILLER V. D., PELLICORI S.

F., Ultraviolet Fluorescence Photography of the Shroud of Turin, in Journal of Biological Photography 49 (1981)

71-85. d) Gruppo di altri contributi sparsi: MORRIS R. A., SCHWALBE L. A., LONDON J. R., X - Ray Fluorescence

Investigation of the Shroud of Turin, in X-Ray Spectrometry, 9 (1980) 40-47. SCHWALBE L. A., ROGERS R. N.,

Physics and Chemistry of the Shroud of Turin. A Summary of the 1978 Investigation, in Analitica chimica Acta 135

(1982) 3-49 [special report]. HELLER J. H., ADLER A. D., A Chemical Investigation of the Shroud of Turin, in

Canadian Society for Forensic Science Journal, 14 (1981) 81-103. SHROUD OF TURIN RESEARCH PROJECT Inc.,

Formal Proposal for performing scientific Research on the Shroud of Turin, 1984 (fondamentale). MARTINETTO P.,

RIGGI G., VALTZ A., CAVALLO G. P., Microbiological Research of Specimens (Dusts) drawn from the Holy Shroud,

in Giornale di Batteriologia, Virologia ed Immunologia, 74 (1981) 202-208. e) Un gruppo di ricerche, contrarie alla

Sindone, metodologicamente da tener presenti, sono apparse sulla rivista “The Microscope” del Laboratorio di

McCrone: MCCRONE W., SKIRIUS C., Light Microscope Study of the Turin “Shroud”, I - The Microscope 28 (1980)

105-113. MCCRONE W., Light Microscope Study of the Turin “Shroud”, II - The Microscope 28 (1980) 115-128.

MCCRONE W., Light Microscope Study of the Turin “Shroud”, III - The Microscope 29 (1981) 19-38.

43

Il progetto fu consegnato all‟Arcivescovo di Torino, cardinale Anastasio Ballestrero, custode pontificio della sacra

reliquia, il 10 ottobre 1984. La sua importanza è tanto grande e influisce in modo così profondo sul successivo

decennio che risulta ultile per il nostro lettore conoscerne, pur in forma generica, gli ambiti analitici: irradiazione al

laser, ricostruzione della cronologia dei decalchi ematici, raccolta di materiale vario, tests per la conservazione,

datazione con radiocarbonio (C 14), medicina legale, infrarosso (fluorescenza), radioisotopia, fotogigantografia a

colori, videodocumentazione, microbiologia (ossido di ferro), analisi microbiologiche, microflora e microfauna,

microparticelle in zona piedi, elaborazione elettronica dei dati „On Site‟, radiografia a bassa energia, fotografia

scientifica, esperimenti di bruciatura, spettroscopia UV - IR, diffrazione a raggi X, Fluorescenza a raggi X.

44

La seconda parte della vita di mons. Ricci, dal 1975 al 1995, ha come obiettivo delle sue fatiche sindonologiche la

dimensione pastorale, la formazione spirituale, la comunione ecclesiale nella “questione-Sindone”.

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Dovrebbe essere per tutti un fatto di elementare evidenza che i grandi eventi salvifici o verità

di fede non sono mai da collocare allo stesso livello delle testimonianze storiche45

.

L‟obiezione di molte persone alle quali „basta il Vangelo, l‟Eucaristia, il servizio ai poveri‟ è

come la scoperta dell‟acqua calda46

.

1.5.2. Le strutture della cristologia. Un altro settore importante per i contatti tra teologia e

Sindone lo ritroviamo nella necessità di essere fedeli alle due principali asserzioni della

cristologia: Gesù di Nazaret è vero e perfetto Dio ed è vero e perfetto uomo. Nelle

affermazioni sulla divinità e sull‟umanità apprenderemo ad utilizzare il classico modello

linguistico della „communicatio idiomatum‟ o „distinzione e scambio delle proprietà‟.

1.5.3. L‟esegesi e i suoi metodi.

Molti sostenitori o detrattori della Sindone dovranno impegnarsi a fondo nello studio

scientifico del testo biblico47

. In tal modo eviteranno innanzitutto generalizzazioni o banalità

che non appartengono alla saggezza di Dio e, in secondo luogo, si ammirerà sempre più la

scelta divina per la molteplicità dei linguaggi in unità di fede, si considererà la stratificazione

testuale (stile e citazioni) come esemplare rispetto per la „traditio‟ di chi ci ha preceduto.

1.5.4. La teologia della Pasqua.

L‟approfondimento delle questioni pasquali e dei tesori liturgici di Pesach/Kippur consente a

chi studia la Sindone di orientarsi nella complessità storica e rituale delle religioni ebraica,

islamica e cristiana, e delle correnti ecclesiali giudeo-cristiane, etnico-cristiane, agostiniste,

antropocentriche, cogliendone le specificità e valorizzandone le ricchezze.

1.5.5. La tipologia abramitica e la teologia trinitaria.

All‟origine della liturgia ebraica di Pesach e di Kippur sta l‟alleanza di JHVH con il patriarca

Abramo, rinnovata definitivamente con il sacrificio, da parte di Abramo, di se stesso nel

Figlio primogenito. Con il metodo patristico della tipologia / antitipologia, si costituisce la

base per la descrizione del dogma centrale della rivelazione cristiana: l‟unità e trinità di Dio

si è manifestata “nella” passione, morte e risurrezione di Nostro Signore, Gesù, il Cristo. 45

La creazione del mondo direttamente da parte di Dio Uno-trino o il sacramento/mistero dell‟Eucaristia, ad esempio,

non possono essere trattati con la medesima metodologia archeologica con la quale si possa analizzare la pietra che

chiudeva l‟imboccatura del santo Sepolcro. La valenza scientifica dell‟esistenza di Ponzio Pilato, con racchiude

l‟ulteriore valenza vitale che comporta l‟esistere reale dello Spirito Santo. Allo stesso modo, la ricerca scientifica

sulla Sindone possiede modalità che non intaccano la sostanza del mistero di Cristo e della Chiesa: nel medesimo

tempo una migliore comprensione storica della Terra di Palestina e delle tracce archeologiche lasciate da Gesù, ne

confermano la vera e perfetta umanità.

46

Il nucleo di verità contenuto in tale contestazione è dato dalla reazione ad eccessivi coinvolgimenti da parte di

alcuni sostenitori della Sindone.

47

Un esegeta con il quale entrare nel mondo della scienza biblica è il prof. Ghiberti, da anni impegnato nello studio

della Sindone. Diamo un elenco di suoi contributi: GHIBERTI Giuseppe, La sepoltura di Gesù. I Vangeli e la

Sindone, Roma, 1982; ID., Il modello del giusto sofferente nella passione di Gesù, in La storiografia della Bibbia,

Atti della 28a Settimana Biblica, Bologna, EDB, 1985, pp. 153-168. ID., “Lo avvolse in un candido lenzuolo”

(Matteo 27, 59), in La Sindone. Indagini scientifiche. Atti del IV Congresso Nazionale di Studi sulla Sindone,

Siracusa 17-18 ottobre 1987, a cura di S. RODANTE, Cinisello B., EP, 1988, pp. 370-380.

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1.5.6. Liturgia e sacramenti.

La struttura celebrativa permette di costruire il ponte logico ed esperienziale tra passato e

presente, tra mondo interiore e incontro comunitario, tra vita ecclesiale e itineranza nel

mondo. La sindone ha lasciato tracce nella tradizione liturgica e, per questo, è un indicatore

di percorso formativo verso la vera e definitiva „terra promessa‟ che è Dio, tutto in tutti.

1.5.7. Le implicazioni nella spiritualità e nella vita mistica.

Lo studio attento della sindonologia comporta incontrare e valutare le fenomenologie della

vita spirituale e della vita mistica, evitandone gli estremismi. La crescita nel discernimento

sullo spirito cristiano autentico farà apprezzare le scelte costruttive di Paolo di Tarso (I

secolo), di Cornelio (III secolo), di Ambrogio (IV secolo) e di quant‟altri hanno seguito il

Cristo nel „compimento di ogni giustizia‟ (adattamento alle usanze di un popolo in una

determinata epoca storica).

1.5.8. La Sindone e la vita ecclesiale.

La Sindone possiede, nella civiltà del XXI secolo, sempre più relazionata all‟immagine, un

alto valore „iconico‟48

, gli è riconosciuto un eloquente rapporto con l‟esperienza del soffrire e

con il mondo della ricerca scientifica: saranno numerose le opportunità per un suo ponderato

uso pastorale.

1.5.9. Sindone: Ecumenismo e Dialogo interreligioso.

Alla conclusione di un iter formativo nella teologia si può comprendere appieno il valore

della Sindone, evitando esasperate sopravvalutazioni o sottovalutazioni che, molte volte,

conducono, oggi, a conflittualità di „scuola teologica‟ (nello stesso ambito cattolico), di

„appartenenza alla varie confessioni cristiane‟ (in ambito di ecumenismo cristiano), di

„adesione ad una specifica religione‟ (in ambito di dialogo tra le Religioni).

2. Sulle questioni-cardine della sindonologia

Prendiamo dalla metodologia STRP la suddivisione in quattro settori l‟insieme delle grandi

domande rivolte dalla scienza a questo sacro reperto.

2.1. L’Autenticità.

48

Esemplare l‟apporto iconografico di Ricci nella sua ricostruzione della Passione, Morte e Sepoltura „secundum

sindonem‟. Per utilità di consultazione ne offriamo i dati bibliografici: La flagellazione: RICCI G., L’Uomo della

Sindone è Gesù, Roma - Milano, 19853, pp. 139-180. Coronazione con spine: ibidem, pp. 199-209. 314-318.

„Deductio‟ o „via crucis‟: ibidem, pp. 181-209. Crocifissione: ibidem, pp. 63-136. Causa fisica della morte in croce:

ibidem, pp. 431-476. Sepoltura e permanenza nel Sepolcro: ibidem, pp. 273-318. 247-270. Il Sudario di Oviedo,

Mandilion e la Sindone: ibidem, pp. 211-246. RICCI G., La Sindone contestata, difesa, spiegata, Roma, 1992, pp.

239-374.

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Avvicinare e risolvere definitivamente il problema dell‟autenticità della Sindone di Torino è

il compito della ricerca scientifica nei prossimi anni. Le analisi sul radiocarbonio nel 1988

sono una prima applicazione delle metodiche di datazione su antichi oggetti49

.

2.2. L’Impronta: immagine e macchie.

La dicotomia STRP tra „immagine‟ (impronta superficiale omogenea) e macchie di sangue

(che imbevono il tessuto) è, a nostro parere, un problema inesistente. In ogni caso, uno tra i

primi esami futuri da realizzare sulla Sindone (già previsto nel „Formal Proposal‟ del 1984) è

la scansione definitiva del grando di penetrazione della cosiddetta „immagine‟ su tutta l‟area

tessuto sindonico recante i segni del corpo del cruciario.

2.3. Ermeneutica.

In questo settore occorrerà attivare grandi sforzi: a) per conservare tutta la produzione

libraria e giornalistica, anche se molte volte scientificamente inaccettabile, sulla Sindone; b)

per rendere consultabili banche-dati visual (con il massimo possibile di controllo „numerico‟

dei dati, in alta definizione, in bianco/nero e colore); c) per distinguere e unire i livelli

dell‟ermeneutica: fisico-chimica, storica, teologica.

2.4. Conservazione.

Uno studio approfondito delle ricerche STRP eviterà alcuni allarmismi inutili (caduta

dell‟impronta dal tessuto sindonico) e attiverà, invece, interventi urgenti come la

collocazione distesa del tessuto, per evitare le sempre più invadenti e immodificabili

„pieghe‟, provocate dal tradizionale arrotolamento ogni volta che la Sindone, dopo ostensioni

o analisi, viene ricollocata nell‟attuale Teca.

Conclusione

Al termine di questo breve viaggio valutativo nel „mondo Sindone‟ emerge una sensazione di

reale affaticamento, sia retrospettivo che prospettico. Complessa e a volte conflittuale è la

storia recente della Sindone; ancora molta è la strada scientifica da percorrere; diverse sono

le applicazioni scientifiche da porre in essere in auspicabili future ricerche. Resta in noi

un‟affidabile e attuale convinzione che la Sindone - documento di alto valore scientifico e di

singolare rilievo teologico-pastorale - è autentica.

49

La controversa e conflittuale operazione del C14 offre molti insegnamenti per il futuro: a) oltre ai quattro tipi di

tessuto-campione usati nel 1988, andrebbero esaminati altri reperti (altri quattro frammenti omologhi ma sottoposti

all‟effetto-forno dell‟incendio 1532, un frammento del tessuto di supporto detto „Olandina‟); b) le procedure di

analisi dovranno far rispettare le formalità di rapporto tra committenza e laboratori, evitando fughe di notizie

indebite; c) da parte della Proprietà e della Custodia andranno rese quanto prima disponibili le documentazioni sulle

sessioni di analisi e di prelievo, accompagnate dalle consuete certificazioni notarili, onde evitare l‟incresciosa e

sofferta solitudine nella quale si è trovata, l‟équipe dei prelievi 1988, lasciata in balìa di notizie imprecise, sconfinate

a volte nella falsità e nella calunnia; d) altre indagini di datazione archeologica andranno studiate e realizzate in

parallelo nella eventuale prossima serie di ricerche.