la stagione della spigola

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La stagione della spigola “Mi sa che qualcuno ha finalmente ingranato con la spigola!” “Eh… speriamo!”. Rispose Cisko mentre teneva in mano una bella regina di scogliera, e io di fronte che scattavo la foto-ricordo.

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La stagione della spigola

“Mi sa che qualcuno ha finalmente ingranato con la spigola!” “Eh… speriamo!”.

Rispose Cisko mentre teneva in mano una bella regina di scogliera, e io di fronte

che scattavo la foto-ricordo.

stefano pisuLa stagione della spigola

i solito quando uno entra in sintonia con questo pesce assume una nuova visione, una rinnovata prospettiva da cui guardare il mare, e la ricerca del più classico dei nostri predatori diventa più selettiva, mentre le

catture aumentano tutte d’un tratto e diventano più re-golari. Si inizia a diventare “spigolari” insomma, e quando la buona sorte ci sorride possono capitarci periodi magici contrassegnati da serie strepitose di belle emozioni. Forse non spigolari come i puristi che si dedicano solo a questa preda tutto l’anno, ma pur sempre spinner capaci di ca-varsela bene con lei come con tutte le altre specie che completano il quadro di una pesca all around. Questo stava finalmente succedendo al caro compagno di pe-sca, che con la spigola ancora non viveva un idillio, e ci sarebbe stato da scommettere che sarebbe stato il suo anno, visto l’accanimento con cui ci si stava dedicando e l’aridità del suo inverno precedente, quando gli girò tutto male. Era il 12 novembre e la Stagione sempre più prossima, gran parte degli spinner si stavano preparando da tempo per il periodo della frega, con il pezzo grosso, quello dai 3 kg in su, in cima ai desideri. Si ripetono le stes-se situazioni ogni anno: c’è chi accumula durante i mesi precedenti un’arsenale di Seabass Lures da far paura, chi inizia a organizzarsi il filo da 10 lbs e la cannetta capace di lanciare pochi grammi, chi arriva sempre in ritardo e si compra i waders a fine dicembre, dopo aver rosicato da paura vedendo gli amici che entravano in acqua e se la spassavano nelle piane sommerse.

Le spigole, chi più chi meno, si catturano sempre, ma in Sardegna il lasso di tempo fra dicembre e gennaio è, so-litamente, di gran lunga il migliore, quello più affidabile, e così succede che le schiumate in acqua bassa e le bu-che, i gradini diventano sempre più attraenti, e la voglia di lanciarci in mezzo cresce a dismisura.

E così anch’io e il mio gruppo di amici iniziavamo a fregar-ci le mani e nel frattempo continuavamo a cercare altri predatori o a praticare una pesca mista rivolta un po’ a tutto, con canne di potenza media o pesante, visto che novembre è un mese in cui può accadere davvero qua-lunque cosa. Lo spinning in generale, e quello rivolto alla spigola possono essere interpretati in tanti modi e anche noi abbiamo le nostre personali idee su cosa e come ci piace farlo: innanzitutto la scelta dei posti, che è l’aspetto più importante. Il nostro habitat preferito sono scogliere e spiagge naturali, possibilmente “da cartolina” e lontani da tutti e da tutto. Il nostro imperativo è “esplorare!” e così quando possiamo, scorazziamo in lungo e in largo per la provincia a seconda di dove soffia il vento, mettendo nuove bandierine nelle nostre cartine, tornando di tanto

“il lasso di tempo dicembre-gennaio è,

solitamente, di gran lunga il migliore

quello più affidabile, e così succede che

le schiumate in acqua bassa e le buche, i

gradini diventano sempre più attraenti.”

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in tanto nei luoghi già battuti e di cui abbiamo capito il funzionamento da tempo. Non frequentiamo porti e por-ticcioli, non andremo mai a sgomitare nelle foci con altre 20 persone, non peschiamo praticamente mai di notte: la nostra dimensione è totalmente dinamica e avventurosa

e il nostro personale pensiero è che una bella spigola pre-sa in un posto nuovo, dopo averla cercata camminando, roccia per roccia, ne valga 100 prese nei “supermercati” sopra citati. Questo dipende sicuramente dalla motiva-zione, sportiva e non gastronomica, che ci spinge a ve-derla così. E più che altro la “droga” è la botta pesante che solo lei sa dare all’artificale, e che dire dell’emozio-ne di come questo pesce arrivi, di soppiatto da in mezzo alle rocce, da sotto la schiuma, dalla sabbia, dal nulla. Insomma, ci sono tanti bei pesci da pescare ed è difficile preferirne uno, anche perché ogni predatore ha le sue qualità, ma Lei sicuramente non è seconda a nessuno, al limite può dividere il podio con pochi altri.

Piuttosto, pur condividendo i posti e le esperienze può risultare interessante come ognuno raggiunga la meta con uno stile strettamente personale nella scelta e nell’uso degli artificiali e come questi stili cambino nel tempo a seconda degli episodi vissu-

ti. Iniziamo da me, che ho iniziato per primo l’avventura dello spinning salso: se c’è un artificiale che mi ha dato di più negli ultimi anni è sicuramente l’Angel Kiss 115 della Yamashita, un minnows che si adatta perfettamente al mio stile di recupero veloce e schizofrenico. Per questa stagione mi son proposto di usarlo pochissimo per provare qualcosa di nuovo, del resto spigole ne ho catturate in tutti i modi, con una particolare predilezione per i WTD e poi popper, ondulanti e siliconici. Giulio invece, il primo che son riuscito a strappare ad altre tecniche come bo-lognese e mosca, fa buona parte delle sue catture con recuperi piuttosto lenti; che si tratti di minnows o popper per lui è indifferente e cattura eccellentemente con en-

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