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Page 1: LA TARGA AMMINISTRATORE È DIVENTATA … · Contabilizzazione obbligatoria del calore: la Uni 10200 nel mirino ... norma UNI EN 834, con esclusione di quelli situati negli spazi comuni

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Cosa dice la Legge 11 dicembre 2012, n. 220, art. 9:Art. 9 - “Sul luogo di accesso al condominio o di maggior uso comune, accessibileanche ai terzi, è affissa l’indicazione delle generalità, del domicilio e dei recapiti,anche telefonici, dell’amministratore. In mancanza dell’amministratore, sul luogodi accesso al condominio o di maggior uso comune, accessibile anche ai terzi, èaffissa l’indicazione delle generalità e dei recapiti, anche telefonici, della personache svolge funzioni analoghe a quelle dell’amministratore”.

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LA TARGA AMMINISTRATORE È DIVENTATA OBBLIGATORIA

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833 c.c., integra atto emulativo esclusivamente quello che sia obiettivamente privo di alcuna utilità per ilproprietario ma dannoso per altri, è legittima e non configura abuso del diritto la pretesa del condomino alrispristino dell’impianto di riscaldamento centralizzato soppresso dall’assemblea dei condomini con deliberadichiarata illegittima, essendo irrilevanti sia la onerosità per gli altri condomini - nel frattempo dotatisi di im-pianti autonomi unifamiliari - delle opere necessarie a tale ripristino sia l’eventuale possibilità per il condominodi ottenere eventualmente, a titolo di risarcimento del danno, il ristoro del costo necessario alla realizzazionedi un impianto di riscaldamento autonomo”.

P.Q.M.accoglie il ricorso per quanto in motivazione cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese della

presente fase, ad altra sezione della Corte di appello di Bari.

© Copyright Il Condominio editrice s.a.s., Torino - 2016

La traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresii microfilm, i film, le fotocopie), nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tuttii Paesi.

Stampa: I.T.S. - Cavaglià (BI)

Editore: Il Condominio editrice s.a.s. – Via E. Thesauro, 2 – 10125 TorinoTel. 011/6523611 – Fax 011/6523690 – E-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Gianluca Palladino

L’elaborazione del testo, se pur effettuata con scrupolosa attenzione, non può comportarespecifiche responsabilità da parte dei curatori/redattori per eventuali errori o inesattezze.

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Contabilizzazione obbligatoria: è partito il conto alla rovescia(Estratto del D.Lgs 4 luglio 2014, n. 102) ....................................................................................................

Le integrazioni al D.lgs 102/2014 e la diatriba sulla norma Uni En 834(Cna e Ancca) ................................................................................................................................................

Contabilizzazione obbligatoria del calore: la Uni 10200 nel mirino(Ancca) ...........................................................................................................................................................

Sub-metering: le principali criticità e la necessità di maggiore chiarezza(Ista Italia) .......................................................................................................................................................

Termoregolazione: che cosa fare se il condomino nega l’accesso?(Ladislao Kowalski ) .......................................................................................................................................

Se il condomino chiede il ripristino dell’impianto termico centralizzato(CORTE DI CASSAZIONE - Sez. II civ., sent. 22.1.2016, n. 1209) ...........................................................

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SOMMARIOSOMMARIO

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Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CEe 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE.

Pubblicato su: GU, Serie Generale n.165, del 18-7-2014Entrata in vigore del provvedimento: 19/07/2014

Ancora pochi mesi e in tutti gli edifici condominiali italiani aventi un impianto termico centralizzato entreràin vigore l’obbligo di installare dispositivi per la termoregolazione e la contabilizzazione individuale del

calore. La prescrizione, operativa dal 31 dicembre 2016, è stata introdotta dal D.Lgs 4 luglio 2014, n. 102di recepimento della Direttiva europea sull’efficienza. Di seguito riportiamo alcuni dei commi salienti delprovvedimento.

ARTICOLO 9 Misurazione e fatturazione dei consumi energetici (Omissis)5. Per favorire il contenimento dei consumi energetici attraverso la contabilizzazione dei consumi individualie la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi di ciascun centro di consumoindividuale: a) qualora il riscaldamento, il raffreddamento o la fornitura di acqua calda per un edificio siano effettuati dauna rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici,è obbligatoria entro il 31 dicembre 2016 l’installazione da parte delle imprese di fornitura del servizio di uncontatore di fornitura di calore in corrispondenza dello scambiatore di calore collegato alla rete o del puntodi fornitura; b) nei condomini e negli edifici polifunzionali riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento cen-tralizzata o da una rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una plu-ralità di edifici, è obbligatoria l’installazione, entro il 31 dicembre 2016, da parte delle imprese di fornituradel servizio, di contatori individuali per misurare l’effettivo consumo di calore o di raffreddamento o diacqua calda per ciascuna unità immobiliare, nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in terminidi costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali. L’efficienza in termini di costi può esserevalutata con riferimento alla metodologia indicata nella norma UNI EN 15459. Eventuali casi di impossibilitàtecnica alla installazione dei suddetti sistemi di contabilizzazione devono essere riportati in apposita relazionetecnica del progettista o del tecnico abilitato; c) nei casi in cui l’uso di contatori individuali non sia tecnicamente possibile o non sia efficiente in termini dicosti, per la misura del riscaldamento si ricorre all’installazione di sistemi di termoregolazione e contabiliz-zazione del calore individuali per misurare il consumo di calore in corrispondenza a ciascun radiatore postoall’interno delle unità immobiliari dei condomini o degli edifici polifunzionali, secondo quanto previsto dallanorma UNI EN 834, con esclusione di quelli situati negli spazi comuni degli edifici, salvo che l’installazionedi tali sistemi risulti essere non efficiente in termini di costi con riferimento alla metodologia indicata nellanorma UNI EN 15459.

CONTABILIZZAZIONE OBBLIGATORIAÈ PARTITO IL CONTO ALLA ROVESCIA

Estratto del D.Lgs 4 luglio 2014, n. 102

Dossier efficienzaXiV

2. Avverso tale decisione propone ricorso per cassazione la D. G. sulla base di tre motivi illustrati da me-moria.Resiste con controricorso l’intimato.

MOTIVI DELLA DECISIONE1. Il primo motivo, lamentando violazione e falsa applicazione degli artt. 1175 e 1375 c.c., censura la sentenzaper avere applicato la categoria dell’abuso del diritto a una fattispecie diversa da quelle -in materia contrat-tuale, alle quali fa riferimento la giurisprudenza della S. C. richiamata dai Giudici. Deduce che in ogni caso,fra i presupposti dell’abuso del diritto, vi è la possibilità che il concreto esercizio di quel diritto possa essereeffettuato secondo una pluralità di modalità non rigidamente predeterminate, che vanno sempre ricondottealla tutela della posizione sostanziale corrispondente al diritto in oggetto. Nella specie, a seguito dell’annul-lamento della delibera condominiale - che aveva immediatamente disposto l’attuazione della trasformazionedell’impianto centralizzato mentre all’ordine del giorno si era fatto riferimento all’avvio del percorso direttoalla trasformazione in impianti autonomi unifamiliari - l’unica modalità per eliminare le conseguenze illegittimedella dichiarata illegittimità della innovazione era rappresentata dal ripristino.2. Il secondo motivo, lamentando omessa o insufficiente motivazione, denuncia la lacunosa considerazionedelle risultanze tecniche laddove non erano state esaminate o erano state travisate le circostanze e le va-lutazioni di cui alla consulenza tecnica, la quale aveva evidenziato la fattibilità e la convenienza economica delripristino dell’impianto centralizzato nonché la illegittimità degli impianti unifamiliari realizzati dai condominiin violazione delle prescrizioni di legge.3. Il terzo motivo, lamentando violazione e falsa applicazione delle disposizioni di cui alla L. n. 10 del 1991,denuncia la illegittimità degli impianti riscaldamento autonomo unifamiliari realizzati dai condomini conrischio per la salute ed illegittimità amministrativamente sanzionata: il Giudice aveva comparato un presuntoesercizio abusivo con l’esigenza, ritenuta prevalente, di tutelare una posizione nient’affatto meritevole ditutela.4. Il quarto motivo censura la sentenza laddove, dando rilevanza alla mancata sospensione della esecutivitàdella delibera, che peraltro era stata chiesta e non concessa, non aveva verificato se fosse ispirata a buonafede e correttezza la condotta tenuta da controparte che avrebbe potuto sanare la delibera illegittima ri-convocando la assemblea su un ordine del giorno correttamente formulato per l’adozione degli accorgimentitecnici necessari per attuare il passaggio a un sistema di impianti di riscaldamento unifamiliari.5. I motivi, da trattare congiuntamente per la stretta connessione, vanno accolti nei limiti di cui dirà infra.Occorre premettere che, vertendosi in tema di proprietà ovvero di comproprietà di un bene condomi-niale, la (denunciata) antigiuridicità della condotta posta in essere dall’attrice andava verificata con riferimentoalla previsione di cui all’art. 833 c.c., secondo cui il proprietario non può fare atti i quali non abbiano altroscopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri. La norma ha la finalità di assicurare che l’eserciziodel diritto di proprietà risponda alla funzione riconosciuta al titolare dall’ordinamento, impedendo che ipoteri e le facoltà dal medesimo esercitate si traducano in atti privi di alcun interesse per il proprietario mache, per le modalità con cui sono posti in essere, abbiano l’effetto di recare pregiudizio ad altri: in sostanza,l’atto deve essere obiettivamente privo di alcuna utilità per il proprietario ma di per sé idoneo ad arrecaredanno a terzi, dovendo poi il requisito del c.d. animus nocendi essere accertato alla stregua della condotta,quale si è esteriorizzata in concreto, e da cui possa trarsi inequivocabilmente la prova dell’assenza di interesseper il proprietario di compiere un atto pregiudizievole ai terzi. Pertanto, non può ritenersi emulativo l’attoche comunque risponda a un interesse del proprietario, dovendo escludersi che il giudice possa compiereuna valutazione comparativa discrezionale fra gli interessi in gioco ovvero formulare un giudizio di merite-volezza e di prevalenza fra l’interesse del proprietario e quello di terzi.Orbene, nella specie il diritto al ripristino dell’impianto di riscaldamento rispondeva all’utilità della condo-mina di potere usufruire di un servizio comune che era stato illegittimamente disattivato dall’assemblea deicondomini che, proprio in attuazione di tale illegittima delibera, si erano poi dotati di impianto autonomo.La sentenza, nel ritenere nella specie l’abuso del diritto da parte dell’attrice, ha erroneamente fatto riferi-mento, da un lato, alla natura e all’entità delle opere di radicale trasformazione che si sarebbero necessarieper il ripristino dell’impianto (quando ormai tutti gli altri condomini si erano dotati di impianto unifamiliare)- ovvero alla onerosità del ripristino - e, dall’altro, alla circostanza che l’attrice avrebbe potuto dotarsi di unimpianto unifamiliare (e chiedere il risarcimento del danno determinato dai costi e dai disagi): in tal modo,ha ravvisato l’abuso del diritto formulando un inammissibile giudizio di proporzionalità fra l’utilità conseguibiledalla condomina e l’onerosità che ne sarebbe derivata ai condomini.Il ricorso va accolto. La sentenza va cassata con rinvio, anche per le spese della presente fase, ad altra se-zione della Corte di appello di Bari.Ai sensi dell’art. 384 c.p.c., va formulato il seguente principio di diritto: “Tenuto conto che, ai sensi dell’art.

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In tali casi sono presi in considerazione metodi alternativi efficienti in termini di costi per la misurazionedel consumo di calore. Il cliente finale può affidare la gestione del servizio di termoregolazione e contabi-lizzazione del calore ad altro operatore diverso dall’impresa di fornitura, secondo modalità stabilite dall’Au-torità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, ferma restando la necessità di garantire la continuitànella misurazione del dato; d) quando i condomini sono alimentati dal teleriscaldamento o teleraffreddamento o da sistemi comuni diriscaldamento o raffreddamento, per la corretta suddivisione delle spese connesse al consumo di caloreper il riscaldamento degli appartamenti e delle aree comuni, qualora le scale e i corridoi siano dotati di ra-diatori, e all’uso di acqua calda per il fabbisogno domestico, se prodotta in modo centralizzato, l’importocomplessivo deve essere suddiviso in relazione agli effettivi prelievi volontari di energia termica utile e aicosti generali per la manutenzione dell’impianto, secondo quanto previsto dalla norma tecnica UNI 10200e successivi aggiornamenti. È fatta salva la possibilità, per la prima stagione termica successiva all’installazionedei dispositivi di cui al presente comma, che la suddivisione si determini in base ai soli millesimi di proprietà.

ARTICOLO 16Sanzioni (Omissis)5. L’impresa di fornitura del servizio di energia termica tramite teleriscaldamento o teleraffrescamento otramite un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici che non ottempera agli ob-blighi di installazione di contatori individuali di cui all’articolo 9, comma 5, lettera a), entro il termine ivi pre-visto, è soggetta ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2500 euro. 6. L’impresa di fornitura del servizio di un contatore individuale che, richiesta dal cliente finale che ha la di-sponibilità dell’unità immobiliare, nei casi di cui all’articolo 9, comma 5, lettera b), non installa, entro il termineivi previsto, un contatore individuale di cui alla predetta lettera b), è soggetta ad una sanzione amministrativapecuniaria da 500 a 2500 euro. La disposizione di cui al presente comma non si applica quando da una re-lazione tecnica di un progettista o di un tecnico abilitato risulta che l’installazione del contatore individualenon è tecnicamente possibile o non è efficiente in termini di costi o non è proporzionata rispetto ai risparmienergetici potenziali.7. Nei casi di cui all’articolo 9, comma 5, lettera c) il condominio e i clienti finali che acquistano energia perun edificio polifunzionale che non provvedono ad installare sistemi di termoregolazione e contabilizzazionedel calore individuali per misurare il consumo di calore in corrispondenza di ciascun radiatore posto all’in-terno dell’unità immobiliare sono soggetti, ciascuno, alla sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2500euro. La disposizione di cui al primo periodo non si applica quando da una relazione tecnica di un progettistao di un tecnico abilitato risulta che l’installazione dei predetti sistemi non è efficiente in termini di costi. 8. È soggetto ad una sanzione amministrativa da 500 a 2500 euro il condominio alimentato dal teleriscalda-mento o dal teleraffreddamento o da sistemi comuni di riscaldamento o raffreddamento che non ripartiscele spese in conformità alle disposizioni di cui all’articolo 9 comma 5 lettera d).

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO1. D.G.A., proprietaria di due unità immobiliari nel fabbricato sito in (omissis), conveniva in giudizio dinanzial Tribunale di Foggia, sezione distaccata di Cerignola, il Condominio dell’edificio suddetto esponendo chel’impianto di riscaldamento centralizzato era stato disattivato con delibera assembleare del 25 luglio 1991,dichiarata nulla dal Tribunale di Foggia con sentenza confermata in sede di gravame e passata in cosa giudi-cata.Ciò posto, la D.G. chiedeva ordinarsi al Condominio convenuto l’immediato ripristino dell’impianto cen-tralizzato di riscaldamento.Il Condominio si costituiva, eccependo l’intento esclusivamente emulativo dell’azione ex adverso intra-presa, atteso che nelle more tutti i condomini, compresa la D.G., si erano dotati di impianto autonomo diriscaldamento. Pertanto, chiedeva il rigetto della domanda attrice.Con sentenza n. 5 del 9-1-2006 il Tribunale, qualificando di natura possessoria la domanda, l’accoglieva,ordinando al convenuto di reintegrare immediatamente la D.G. nel possesso dell’impianto di riscaldamentocentralizzato, mediante il ripristino.Con sentenza dep. il 30 dicembre 2010 la Corte di appello di Bari, in riforma della sentenza impugnatadal convenuto, rigettava la domanda proposta dall’attrice.Dopo avere premesso la natura petitoria e non possessoria dell’azione di ripristino dell’impianto disattivatoa seguito di delibera condominiale dichiarata nulla, i Giudici ritenevano la natura emulativa della richiestaavanzata dall’attrice.La sentenza, al riguardo, affermava che: non avendo l’attrice chiesto o comunque ottenuto la sospensionedella delibera condominiale impugnata, i numerosi condomini dell’edificio, costituito da due corpi di fabbrica,si erano dotati di impianti autonomi di riscaldamento, ad eccezione della D.G.; l’impianto di riscaldamentocentralizzato non avrebbe potuto essere ripristinato senza importanti ed onerose opere di trasformazionee adeguamento, posto che la centrale termica non rispettava i requisiti fondamentali ai fini della sicurezza,anche in considerazione della abusiva coesistenza tra impianto termico centralizzato e quello idrico. In pro-posito, i Giudici evidenziavano che, secondo quanto accertato dal consulente, non sarebbe stato possibileriattivare l’attuale impianto alimentato a gasolio con uno nuovo, in quanto mancavano le condizioni di sicu-rezza per garantire l’incolumità degli stessi inquilini e dei fabbricati limitrofi.In sostanza, la necessità di rilevanti e radicali opere di trasformazione, fra cui in primo luogo la separazionedell’impianto per la produzione dell’acqua calda, avrebbe comportato la spesa di somme oscillanti fra i173.500 e 251.500 Euro, esclusi i costi per la messa a norma della centrale termica, oltre agli altri disagi espese per la installazione degli impianti per la produzione di acqua calda in ogni singolo appartamento e laspesa di un combustibile, il gasolio, più oneroso del metano.Secondo i Giudici la pretesa azionata configurava l’abuso del diritto, potendo la condomina trovare legit-timo ristoro nella tutela risarcitoria; richiamata la evoluzione normativa diretta a incentivare la trasformazionedegli impianti di riscaldamento centralizzati in quelli autonomi, si affermava che vi sarebbe stata sproporzionefra l’utile conseguibile dall’attrice con il ripristino e quello imposto alla quasi totalità dei condomini, postoche la medesima avrebbe potuto dotarsi di impianto autonomo unifamiliare con adeguato ristoro per lespese al riguardo occorrenti, mentre sarebbe stato particolarmente oneroso per gli altri condomini ripri-stinare un impianto obsoleto e non il linea con le politiche di risparmio energetico e con le condizioni di si-curezza.

SE IL CONDOMINO CHIEDE IL RIPRISTINODELL’IMPIANTO TERMICO CENTRALIZZATOCORTE DI CASSAZIONE - Sez. II civ., sent. 22.1.2016, n. 1209

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sarebbe possibile utilizzare il sistema di contabilizzazione, vanificando così le spese sostenute proprio al finedi ripartire le stesse in base ai consumi e perdendo la possibilità di usufruire del risparmio fiscale garantitosolo per gli interventi di risparmio energetico effettuati entro la fine dell’anno.Circa l’irreparabilità del danno si rileva che, pur trattandosi di danno di natura meramente economica, èpiù che probabile l’impossibilità di un futuro ristoro dello stesso dato che il resistente vive, come confermatoin udienza, di una modesta pensione.Peraltro, a fronte del diritto dei condòmini ad attivare il sistema di contabilizzazione del calore al fine didare seguito ai risparmi energetici ed economici prefigurati al momento di procedere alla delibera per l’ap-provazione dell’installazione dello stesso, il resistente non vanta al momento alcun controdiritto tutelabile.Ritenuto infine che il provvedimento richiesto si ponga come unico strumento idoneo ad evitare di subireil danno connesso al protrarsi di un comportamento pacificamente contro legem, non essendo all’uopoazionabili altri rimedi, sussiste anche il carattere della residualità.Visto l’art. 669 octies c.p.c, co. 6 all’accoglimento del ricorso proposto ante causam segue la regolamen-tazione delle spese di lite, che si liquidano per il principio della soccombenza a carico di parte resistente,sulla scorta dello scaglione (valore indeterminabile) secondo i parametri fissati per i procedimenti cautelaridall’art.10 del D. M. 55/2014, decurtati del 30% per la semplicità della materia trattata e la mancata oppo-sizione, esclusa la fase istruttoria non svolta.Visti gli articoli 669 sexies, 669 octies e 700 c.p.c.

P.Q.M.❖Accoglie il ricorso e per l’effetto ordina a C.G. di consentire ai tecnici della B. service Srl, o altri inviati dal-l’amministratore di condominio, di poter accedere al suo appartamento sito nel condominio …, per l’in-stallazione delle valvole necessarie per il funzionamento del sistema di contabilizzazione del calore.❖Condanna parte resistente alla rifusione delle spese in favore della ricorrente, spese che vengono liquidatein complessivi euro 1200 per compenso, euro 190 per rimborso spese forfetarie nella misura del 15%,oltre Iva e CPA come per legge.

Adicembre 2015 la X Commissione permanente Industria del Senato ha espresso parere favorevole,con osservazioni, allo Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative al decreto legislativo

4 luglio 2014, n. 102, di attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che modifica ledirettive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE (n. 201). Tra i punti più controversi, quello relativo al comma 5 dell’articolo 9 del D.Lgs 102/2014, che fa riferimentoalla norma Uni En 834. Vediamo, di seguito, la posizione di Cna Installazione Impianti e quella espressa,invece, dall’Ancca.

CNA INSTALLAZIONE IMPIANTILa X ̂Commissione del Senato ha espresso il proprio parere favorevole all’atto del Governo n. 201, di-retto a superare la procedura di infrazione per incompleto recepimento della direttiva 2012/27/UE. Nelparere, la X ̂commissione suggerisce al Governo di valutare la possibilità di sostituire, all’art. 9, comma 5,l’inciso «secondo quanto previsto dalle norme tecniche vigenti» con un chiaro riferimento alla norme UNI EN 834e di sostituire le parole: «secondo quanto previsto dalla norma tecnica UNI 10200 e successivi aggiornamenti», conle seguenti: «secondo quanto previsto dagli standard europei di regolamentazione di cui all’appendice B”.In merito alla proposta di inserire un “chiaro riferimento alla UNI EN 834” la conseguenza sarebbe l’ob-bligo di utilizzare un’unica tipologia di prodotto ai fini della contabilizzazione indiretta (i ripartitori conformialla norma EN 834) e quindi il divieto di utilizzare apparecchi conformi alle norme italiane UNI 9019 relativaai ripartitori basati sui tempi di inserzione compensati o la UNI 11388 basata sui ripartitori a grado giorno.In particolare, è utile ricordare che:

❖ la EN 834 non è norma armonizzata e la stessa Direttiva 2012/27/UE non la cita per nulla;❖ nella sua prima versione, il DLgs 102/14 faceva riferimento alla EN 834; a seguito di una prima modifica,questo riferimento fu giustamente eliminato e sostituito con la richiesta di utilizzo di sistemi conformi anorme tecniche, senza porre vincoli a priori sulla tecnologia da utilizzare, purché normata;“In merito poi alla proposta di riferirsi agli standard europei di regolamentazione di cui all’appendice B -commenta Carmine Battipaglia, presidente nazionale di Cna Installazione Impianti - va precisato che talistandard semplicemente non esistono. L’unico riferimento legislativo comune europeo obbligatorio è ladirettiva 2012/27/UE che adotta la contabilizzazione e fatturazione dei consumi effettivi in quanto strumentoper conseguire la riduzione dei consumi stessi e delle emissioni inquinanti attraverso la responsabilizzazionedell’utente”.Alterare la ripartizione fra consumi volontari (prelievo effettivo di calore da parte degli utenti) e dispersionidelle reti di distribuzione è contrario al principio di fatturazione in base ai consumi effettivi perché, a secondache si ecceda in un senso o nell’altro, fa pagare nuovamente a millesimi o attribuisce iniquamente a singolii consumi collettivi. Non è quindi un parametro che è possibile ed utile sottoporre a limite, vista anche lasua variabilità in dipendenza della tipologia di impianto e dell’utilizzo stesso dell’edificio.Inoltre, per CNA Installazione Impianti il riferimento alla norma UNI 10200:2013, correttamente richia-mata dalla legislazione vigente, va mantenuto in quanto tale norma:❖ prende in considerazione tutti i prodotti normati (contatori di calore e ripartitori);❖ prende in considerazione tutti i servizi previsti (riscaldamento ed acqua calda sanitaria);❖ prende in considerazione sia la contabilizzazione diretta che indiretta con le rispettive specificità;

LE INTEGRAZIONI AL D.LGS 102/2014E LA DIATRIBA SULLA NORMA UNI EN 834

A cura di: Cna Installazione Impianti e Ancca

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Dossier efficienzaVi

❖ definisce un criterio di riparto univoco e tracciabile che risponde ai requisiti fondamentali della direttiva2012/27/UE (riferimento ai consumi effettivi, responsabilizzazione del consumo di calore, tracciabilità deiriparti e corretta informazione degli utenti) ed in stretta osservanza dei principi stabiliti dal Codice Civile.Non va infine sottaciuto il fatto che da oltre due anni in migliaia di condomini italiani sono stati installatiimpianti di contabilizzazione conformi alla norma UNI 10200:2013. Le modifiche all’art. 9, comma 5 che laX ̂Commissione della Camera suggerisce la Governo sono tra l’altro anche in contrasto con le propostedella Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, che hanno condizionato l’approvazione delloSchema di D. Lgs integrativo del D. Lgs 102/2014.

ANCCALo schema di Decreto Legislativo recante disposizioni integrative al D.Lgs. 4 luglio 2014, n. 102 contiene,tra le altre, importanti modifiche relative agli art. 2 e 9 del decreto di recepimento della Direttiva 2012/27/UEsull’efficienza energetica. Si rendono necessarie alcune precisazioni, anche alla luce dell’esperienza della primaapplicazione delle norme del D. Lgs. 102/2014 nel corso dei mesi passati.In particolare, per quanto concerne l’art. 9, comma 5, lettera c) del D.Lgs. 102/2014, il testo delD.Lgs.102/2014, nella versione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 18 luglio 2014 n.165, conteneva un cor-retto riferimento alla norma tecnica UNI EN 834, vigente e recepita nella normazione italiana in materia, aproposito dell’installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore individuali in cor-rispondenza di ciascun radiatore. Questo riferimento è stato, inopinatamente, eliminato per effetto dell’art. 22, comma 2 ter del D.L.12.9.2014, n. 133, convertito con modificazioni dalla L. n. 11.11.2014. L’ oggetto del Decreto legge convertitonon aveva nulla a che vedere con l’efficienza energetica trattandosi di “Misure urgenti per l’apertura deicantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica,l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”. Al posto del riferimento esplicito alla UNI EN 834 è stata poi inserita questa frase “secondo quanto pre-visto dalle norme tecniche vigenti”. Una frase ovvia che non dice nulla ma che ha generato solo confusione.Infatti, la norma tecnica UNI EN 834 è tuttora vigente non essendo stata sostituita da altra norma tecnicaeuropea in materia. Ma l’improvvida cancellazione del riferimento ha dato la stura alle interpretazioni piùsingolari, in gran parte a misura degli interessi particolari di alcuni soggetti che hanno chiamato in causanorme tecniche che sono in contrasto con quella europea aprendo così anche un fronte polemico all’internodi UNI. Gli uffici del CEN, interpellati sull’argomento hanno definitivamente chiarito che norme tecnichenazionali che configgono con quelle previste dalle norme UNI EN devono essere ritirate. Ricordiamo, inoltre, un importante pronunciamento contenuto nelle linee guida della Commissione Eu-ropea relativamente all’implementazione degli articoli 9 e 11, approvate il 6 novembre 2013. A pag. 15, pa-ragrafo 45, nota 16, è fatto esplicito ed unico riferimento alla UNI EN 834. È pertanto assolutamentenecessario che il legislatore ripristini il riferimento alla norma UNI EN 834 per fornire chiare e non equivocheindicazioni che seguano le linee guida della Commissione Europea ed evitino inutili conflitti.

IL COMMENTOL’ordinamento giuridico è un unicum e, pertanto, quando si introducono modifiche si creano conseguenzedelle più impensate. In tema di condominio, secondo principio arcinoto, gli impianti condominiali, ai sensidell’art. 1117 n. 3 c.c., cessano al punto di diramazione verso le singole unità di proprietà esclusiva. Conse-guentemente, da quel punto in poi, l’impianto di riscaldamento proveniente dalla struttura centralizzata, di-venta proprietà del singolo.Su tale elementare principio è intervenuta la novella che ha introdotto l’obbligo di contabilizzazione etermoregolazione. Sorge, quindi, il problema di considerare se e fino a che punto, la proprietà dell’impiantointerno all’unità immobiliare rimane privata e se e fino a che punto sulla stessa può intervenire il condominio.Ciò a seguito, come detto, del fatto che la normativa tecnica, da attuare entro il 31/12/16 (D. Lgs 4/7/14 n.102 art. 9), ai fini del contenimento del consumo energetico, impone di dotare gli impianti di sistemi atti allarilevazione del costo di utenza per singola unità. Quindi, per le unità dotate di un unico accesso del fluidodi riscaldamento, si provvederà all’installazione del contabilizzatore sul punto del distacco dalla condottacentrale mentre, per i c.d. impianti a colonna, si deve intervenire su ogni singolo corpo scaldante.L’argomento, per quanto riguarda il diritto di accesso all’unità immobiliare, è stato affrontato, in sede diprovvedimento d’urgenza, in una recente decisione del Tribunale di Pordenone (ordinanza del 24/09/15).Lamentava, infatti, il condominio che un condomino negava l’accesso al tecnico per installare, all’internodell’appartamento, quanto necessario per la contabilizzazione del costo del riscaldamento. La domanda delcondominio è stata accolta con autorizzazione, pertanto, all’impresa idraulica di accedere alla singola unitàper l’installazione di quanto necessario alla contabilizzazione.La questione, così linearmente risolta e forse agevolata dalla contumacia del condomino che si era pre-sentato all’udienza senza alcuna assistenza, pone, indubbiamente, dei problemi relativi non solo, come nelcaso, al diritto di accesso, ma anche in ordine alla proprietà dell’impianto. È presumibile che tali argomentinell’immediato futuro costituiranno motivo di discussione ed approfondimento. Non sfugge, infatti, a nessunoche si tratta di intervenire o meno su proprietà esclusive. A parte ciò il citato provvedimento ha riconosciutoche, comunque, il diritto a realizzare la contabilizzazione, rientra nella tutela d’urgenza che le parti, pertanto,possono attuare.

LA SENTENZATRIBUNALE DI PORDENONE - ORDINANZA 24.9.2015Ritiene il giudicante sussistenti gli elementi di concedibilità della tutela cautelare azionata.Circa il fumus boni iuris non vi può essere contestazione sul fatto che l’installazione del sistema di con-tabilizzazione del calore sia stata effettuata in seguito alla delibera dell’assemblea di condominio in data19.1.2015, con il voto unanime dei condòmini presenti in quella data, né in relazione al rifiuto del resistentedi far installare le valvole sui termosifoni della sua abitazione, avendo lo stesso ribadito tale ferma opposizionein udienza.Ritenuto per quanto concerne il periculum in mora, che certamente sussiste il pericolo di un pregiudizioattuale e grave per tutti gli altri condomini atteso che, in mancanza dell’apposizione delle valvole a tutti i ter-mosifoni dello stabile, sebbene sia possibile procedere all’accensione dell’impianto di riscaldamento, non

TERMOREGOLAZIONE: CHE COSA FARESE IL CONDOMINO NEGA L’ACCESSO?

A cura di: Ladislao Kowalski - Centro Studi Uppi

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Entro il primo gennaio 2017 anche in Italia tutti i condomini con riscaldamento centralizzato devonoessere muniti di apparecchi che rilevano i consumi per la contabilizzazione del calore. L’obbligo è previstodal decreto legislativo 102/2014 che recepisce la Direttiva Europea 27/2012 sull’efficienza energetica. Lemulte per chi non rispetta le norme sono salate (fino a 2.500 euro per appartamento). Il risparmio di energiache si ottiene con la contabilizzazione del calore e l’uso di un sistema di termoregolazione della temperaturasupera il 30%, sulla base dell’esperienza dei Paesi in cui da tempo esistono questi sistemi. Dal prossimoanno, dunque, niente più finestre aperte d’inverno perché i radiatori sono troppo caldi.

I COSTIMa quanto costa la contabilizzazione? Su ogni radiatore si deve installare un ripartitore, un apparecchioche registra i consumi. Tutto incluso, costa circa 40 euro se si sceglie quello che trasmette i dati dei consumitramite onde radio. Il prezzo diminuisce a 20 euro se si sceglie un ripartitore che necessita, una volta l’anno,della visita di un tecnico per rilevare i consumi. Mentre, negli appartamenti dove non esiste un sistema ditermoregolazione, occorre installare su ogni radiatore una valvola termostatica, dal costo di circa 40 euro.Come si vede, una spesa più che ragionevole, a fronte di significativi risparmi.

GLI OBBLIGHITutto filerebbe liscio se per fare i conteggi non ci fosse l’obbligo - previsto solo in Italia - di fare riferimentoad una norma tecnica, la UNI 10200, che è farraginosa, complicata, costosa e poco conveniente per l’utentefinale e che rischia di vanificare il risparmio previsto.Cosa prevede questa norma? Andiamo per punti:1) Bisogna, innanzitutto, rivolgersi ad un professionista che deve ricalcolare tutte le tabelle millesimali per ilriscaldamento del condominio.2) Questi millesimi devono, poi, essere riferiti ai fabbisogni di ogni appartamento: in questo modo due ap-partamenti identici, nello stesso condominio, sullo stesso piano, confinanti in modo identico con altri ap-partamenti che hanno gli stessi consumi rischiano di pagare diversamente. Un’assurdità.3) Determinare le potenze nominali dei radiatori, dato essenziale per il preciso rilevamento dei consumicon i ripartitori, è un’operazione delicata e complessa. Le norme europee sono molto severe. In Italia,invece, la norma 10200 si affida ad un sistema semplificato, mai accreditato da alcun istituto indipendente.In questo modo, anche chi non è esperto nel settore può effettuare misurazioni sommarie e inattendibili,con danno per l’utente finale.4) Alla fine dell’anno bisogna suddividere i costi, tra quelli comuni e quelli dei singoli appartamenti. Come sifa? La UNI 10200 cerca di spiegarlo in 70 farraginose pagine: un’impresa impossibile che richiede softwarededicati e tecnici di alta qualificazione, con costi elevati.

UN ESEMPIOFacciamo un esempio. Finora nei condomini dove già esiste la contabilizzazione individuale dei consumi

CONTABILIZZAZIONE OBBLIGATORIA DEL CALORE:LA UNI 10200 NEL MIRINO

A cura di: Ancca - Associazione nazionale della contabilizzazionedel calore e dell’acqua

L’articolo 9 comma 5 del decreto legislativo 102/2014 prevede che le “imprese di fornitura del servizio”debbano installare, entro il 31 dicembre 2016, contatori individuali nei condomini e negli edifici polifun-zionali. La criticità di questa disposizione risiede proprio nella definizione stessa di “impresa di fornitura delservizio”, che non è presente nel provvedimento, neppure all’articolo 2, dedicato alle definizioni. Chi sonodunque le imprese di fornitura del servizio? Si tratta delle utilities o delle aziende fornitrici di servizi di sub-metering? Inoltre, nel testo del provvedimento ricorrono più volte riferimenti a contatori individuali e difornitura. Anche in questo caso, come evidenziato anche dalla Conferenza Unificata, una netta distinzionetra tali tipologie di contatori appare tutt’altro che chiara. In questo quadro di incertezza, al contrario, le di-sposizioni dell’articolo 16 del D. Lgs 102/2014, attribuiscono chiaramente alle aziende che forniscono servizidi sub-metering le sanzioni derivanti dalla mancata installazione degli apparecchi di misura e ripartizione dicalore e acqua. Questa è dunque una delle più grandi lacune del provvedimento, poiché una interpretazione scorrettadelle suddette disposizioni potrebbe seriamente rappresentare un pericolo per la libera concorrenza, con-ferendo alle sole utilities la possibilità di installare ripartitori, mentre le aziende fornitrici di servizi di sub-me-tering sarebbero le sole ad essere gravate dalle sanzioni.

IL DECRETO CORRETTIVO Nel marzo 2015 il Commissario europeo per l’energia e il clima, Miguel Arias Cañete, in una letterarivolta al Governo, ha evidenziato una serie di lacune del decreto 102/2014, che recepisce la direttiva2012/27/UE sull’efficienza energetica. A fronte del rischio dell’apertura di una procedura di infrazione, ilGoverno ha prontamente emanato uno schema di decreto “correttivo”, che ha preso in considerazione irilievi della Commissione, ma ha lasciato diverse altre questioni irrisolte che, come evidenziato in precedenza,le Regioni hanno già esortato ad affrontare.

PROPOSTE OPERATIVE Un’ampia diffusione dei servizi di sub-metering comporterebbe significativi vantaggi per i consumatori finaliin termini di benefici economici, di risparmio energetico e di maggiore efficienza energetica. Il sub-metering,infatti, garantisce un’equa ripartizione dei costi e un controllo trasparente sul consumo del singolo inquilinodi un condominio o di un edificio polifunzionale con un sistema di riscaldamento centralizzato. Inoltre, occorre fare presente che i risparmi complessivi controbilanciano ampiamente i costi da sostenereper l’installazione degli apparecchi di misura. I servizi di sub-metering, infatti, aiutano concretamente i consu-matori ad essere più consapevoli dei propri consumi energetici, con vantaggi in termini di una significativariduzione dei consumi e degli sprechi di energia. Fare chiarezza sulle disposizioni degli articoli 2 e 9 del decreto legislativo 102/2014, come auspicato anchedalla Conferenza Unificata, crea quindi una cornice normativa più chiara e affidabile per il sub-metering, dallaquale trarrebbero vantaggio sia il consumatore finale che l’ambiente.

SUB-METERING: LE PRINCIPALI CRITICITÀE LA NECESSITÀ DI MAGGIORE CHIAREZZA

A cura di: ista Italia

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Dossier efficienzaiX

QUALE ESBORSOSe ci si rivolge a un tecnico abilitato che fa questi lavori seriamente, la spesa minima per un condominiomedio/grande parte da un minimo di circa 100 euro e può arrivare anche 350 euro. Questo, come detto,vale per un condominio medio grande. Se poi il riscaldamento centralizzato fornisce solo 2-3-4 appartamenti,questa cifra ovviamente si moltiplica, perché c’è un costo minimo per fare il sopralluogo e i calcoli. Il costoper famiglia supera i 1.000 euro. Altri costi potrebbero aggiungersi se venissero eseguiti lavori di coibentazione: i millesimi di riscaldamentodovranno essere ricalcolati e di nuovo da un professionista abilitato. Inoltre, ci sono i conteggi a fine esercizio,che come previsti dalla UNI 10200 sono di una complessità elevata per un non addetto ai lavori, che do-vrebbe acquistare la norma UNI 10200 (80 euro), studiarsi le oltre 80 pagine con calcoli farraginosi didifficile comprensione anche per un tecnico specializzato. Quindi sarà sempre costretto a rivolgersi aun’azienda specializzata oppure a un progettista in possesso di speciale software dedicato per farsi fare icalcoli. Anche questo comporta un costo di almeno circa 30-40 euro l’anno per appartamento (senza con-siderare se c’è l’acqua calda centralizzata).

L’ALTERNATIVASe si segue quanto proposto dalla X Commissione del Senato per il metodo di calcolo, nessuno di questicosti dovrà essere affrontato:❖ i millesimi di riscaldamento possono rimanere come sono. E se si volessero cambiare per basarli sullepotenze installate dei radiatori invece che sulle superfici riscaldate (mq o mc), che forse sarebbe anche piùgiusto, in presenza dei ripartitori questi dati sono a disposizione gratuitamente, visto che le potenze dei ra-diatori si devono comunque rilevare per i ripartitori. E in tutte le aziende serie che installano i ripartitori ilprezzo per il rilevamento delle potenze è compreso nel prezzo d’installazione;❖nel caso di cambiamenti dei millesimi di riscaldamento in singoli appartamenti per ristrutturazioni e quindidiminuzioni di potenze installate ecc, anche questi valori sono già a disposizione gratuitamente. Basta rical-colare la tabella millesimale;❖ se qualcuno vuole effettuare il calcolo in proprio, ciò è facilmente possibile per qualsiasi privato e/o am-ministratore: ad esempio, per dividere i costi al 50% sulla base dei consumi e l’altro 50% in base alle potenzeinstallate non serve essere grandi tecnici. Infatti un elevato numero di amministrazioni di condomini lo fa incompleta autonomia;❖ poi ci sono quelle tante realtà menzionate prima, con 2-3-4 appartamenti, nelle quali, in genere, il calcoloviene fatto in autonomia da un proprietario, che legge i consumi sui ripartitori/contatori e poi esegue ilcalcolo con l’ausilio di una semplice tabella Excel. Quindi, a costo 0: cosa che la UNI 10200 non permette;Un’ultima considerazione: gravare di costi impropri e inutili l’operazione di contabilizzazione potrà averedue conseguenze: una valanga di liti condominiali e di ricorsi contro la norma UNI 10200 e - cosa ancorapiù grave - la constatazione che con questi costi aggiuntivi la contabilizzazione individuale prescritta dallaDirettiva 27/2012 diventa economicamente non vantaggiosa e quindi da evitare. È questo ciò che vuole ilGoverno?

Dossier efficienzaViii

di calore, l’assemblea decideva la percentuale fissa (tra il 30 e il 50%) da applicare sui consumi totali per cal-colare i costi fissi di riscaldamento. Si prendeva come riferimento la tabella millesimale del riscaldamento esi teneva conto delle potenze installate dei radiatori, già disponibili in quanto calcolate dalla ditta professionaleche ha installato i ripartitori mediante giganteschi database. L’amministratore, in base a questi semplici dati,redigeva il conteggio di fine anno. Con la UNI 10200 questo non è più ammesso. Il condominio si dovrà accollare ulteriori spese rivolgendosiad un professionista, facendogli calcolare i nuovi millesimi di riscaldamento in base a fabbisogni teorici, quindicalcoli specialistici e difficilmente riproducibili dall’utente nel caso di dubbio. Inoltre sarà molto difficile chel’amministratore sarà in grado di applicare tutte le previsioni della UNI 10200 senza studi specializzati esoftware dedicati e costantemente aggiornati. Quindi è facile che si dovrà rivolgere all’esperto esterno ognianno.Inoltre pensiamo alla piccola casa, con tre o quattro utenze, magari abitate da famiglie parenti, che oggigià si dividono i consumi per il riscaldamento con il fai da te e con soddisfazione di tutti. Con la UNI 10200questo, di fatto, ragionevolmente non sarà più fattibile: saranno obbligati a rivolgersi ad un professionistaper eseguire un progetto e il ricalcolo e l’avallo dei parametri.

I CONTROIl dovere applicare la norma UNI 10200 verrà sicuramente e giustamente visto come un altro balzello acarico dei consumatori finali. Infatti, nonostante la norma fosse presente già da alcuni decenni, fino ad ogginon era quasi mai stata presa in considerazione. Possiamo tranquillamente affermare che milioni di utenzeoggi ripartiscono le loro spese con metodi “europei”, calcoli semplici e di facile comprensione per tuttal’utenza. Una breve indagine presso le aziende leader per il servizio di contabilizzazione in Italia lo conferma:la stragrande maggioranza dei conteggi effettuati oggi non prendono in considerazione la norma UNI 10200. La scelta di rivolgersi ad un professionista (purché serio e competente) di contabilizzazione per fare unprogetto dovrebbe essere lasciata libera e non imposta. L’obbligatorietà suona come un limite alla concor-renza e un ulteriore peso burocratico ed economico sulle famiglie, in media 150-200 euro, con relativo so-pralluogo in appartamento: una spesa che non ha alcuna utilità pratica e non porta ad alcun risparmio.Insomma, la contabilizzazione individuale del calore deve essere un’opportunità di risparmio per le famiglienon un peso burocratico ed economico per favorire attività di categorie che non portano benefici nelle ta-sche dei cittadini.

LE MODIFICHEOra, fortunatamente, In fase di esame del correttivo al decreto legislativo 102, il Senato nel suo parereha consigliato al Governo di evitare la farraginosità della norma tecnica UNI 10200 stabilendo che:❖ i costi debbano essere ripartiti tra gli utenti finali per una quota di almeno il 50 per cento, fino ad un mas-simo del 70 per cento, sulla base del consumo rilevato; ❖ in edifici alimentati da gasolio o gas e nei quali i tubi di distribuzione esterni siano prevalentemente coi-bentati, i costi per l’esercizio del riscaldamento debbano essere ripartiti tra gli utenti finali con una percentualedel 70 per cento del totale dei consumi rilevati; ❖ il condominio possa scegliere percentuali diverse da quelle indicate con una delibera dell’assemblea, sullabase di una relazione tecnica giustificativa; ❖ in edifici dove le tubazioni di distribuzione del calore non siano prevalentemente isolate e dove, di con-seguenza, una parte rilevante di calore del consumo non possa essere rilevata, il consumo relativo di caloredegli utenti finali possa essere determinato secondo le regole della tecnica, considerando il consumo cosìdeterminato per ciascun utente nel conteggio come “calore rilevato”; ❖ i costi rimanenti (costi fissi) possano essere ripartiti secondo i millesimi riscaldamento, metri quadri ometri cubi utili, oppure secondo le potenze installate.Contro questa ragionevole proposta, che semplifica i calcoli e restituisce il giusto potere all’assemblea, siè scatenata una campagna di lobbying di gruppi interessati all’uso della UNI10200 per obbligare i condominia ricorrere a tecnici specializzati per realizzare una serie di adempimenti farraginosi, costosi e inutili. La UNI10200 costringe infatti a ricorrere ad un tecnico abilitato per fare un progetto, una diagnosi energetica, ri-calcolare i millesimi di riscaldamento in tutti i condomini secondo i fabbisogni (invece di quelli previsti ora,che si basano sui millesimi delle superfici riscaldate oppure sulle potenze nominali dei radiatori installati oun compromesso tra i due). Se poi esiste anche l’acqua calda sanitaria centralizzata, i costi aumentano, vistoche i fabbisogni per l’ACS si devono calcolare diversamente considerando anche la destinazione d’uso.

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QUALE ESBORSOSe ci si rivolge a un tecnico abilitato che fa questi lavori seriamente, la spesa minima per un condominiomedio/grande parte da un minimo di circa 100 euro e può arrivare anche 350 euro. Questo, come detto,vale per un condominio medio grande. Se poi il riscaldamento centralizzato fornisce solo 2-3-4 appartamenti,questa cifra ovviamente si moltiplica, perché c’è un costo minimo per fare il sopralluogo e i calcoli. Il costoper famiglia supera i 1.000 euro. Altri costi potrebbero aggiungersi se venissero eseguiti lavori di coibentazione: i millesimi di riscaldamentodovranno essere ricalcolati e di nuovo da un professionista abilitato. Inoltre, ci sono i conteggi a fine esercizio,che come previsti dalla UNI 10200 sono di una complessità elevata per un non addetto ai lavori, che do-vrebbe acquistare la norma UNI 10200 (80 euro), studiarsi le oltre 80 pagine con calcoli farraginosi didifficile comprensione anche per un tecnico specializzato. Quindi sarà sempre costretto a rivolgersi aun’azienda specializzata oppure a un progettista in possesso di speciale software dedicato per farsi fare icalcoli. Anche questo comporta un costo di almeno circa 30-40 euro l’anno per appartamento (senza con-siderare se c’è l’acqua calda centralizzata).

L’ALTERNATIVASe si segue quanto proposto dalla X Commissione del Senato per il metodo di calcolo, nessuno di questicosti dovrà essere affrontato:❖ i millesimi di riscaldamento possono rimanere come sono. E se si volessero cambiare per basarli sullepotenze installate dei radiatori invece che sulle superfici riscaldate (mq o mc), che forse sarebbe anche piùgiusto, in presenza dei ripartitori questi dati sono a disposizione gratuitamente, visto che le potenze dei ra-diatori si devono comunque rilevare per i ripartitori. E in tutte le aziende serie che installano i ripartitori ilprezzo per il rilevamento delle potenze è compreso nel prezzo d’installazione;❖nel caso di cambiamenti dei millesimi di riscaldamento in singoli appartamenti per ristrutturazioni e quindidiminuzioni di potenze installate ecc, anche questi valori sono già a disposizione gratuitamente. Basta rical-colare la tabella millesimale;❖ se qualcuno vuole effettuare il calcolo in proprio, ciò è facilmente possibile per qualsiasi privato e/o am-ministratore: ad esempio, per dividere i costi al 50% sulla base dei consumi e l’altro 50% in base alle potenzeinstallate non serve essere grandi tecnici. Infatti un elevato numero di amministrazioni di condomini lo fa incompleta autonomia;❖ poi ci sono quelle tante realtà menzionate prima, con 2-3-4 appartamenti, nelle quali, in genere, il calcoloviene fatto in autonomia da un proprietario, che legge i consumi sui ripartitori/contatori e poi esegue ilcalcolo con l’ausilio di una semplice tabella Excel. Quindi, a costo 0: cosa che la UNI 10200 non permette;Un’ultima considerazione: gravare di costi impropri e inutili l’operazione di contabilizzazione potrà averedue conseguenze: una valanga di liti condominiali e di ricorsi contro la norma UNI 10200 e - cosa ancorapiù grave - la constatazione che con questi costi aggiuntivi la contabilizzazione individuale prescritta dallaDirettiva 27/2012 diventa economicamente non vantaggiosa e quindi da evitare. È questo ciò che vuole ilGoverno?

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di calore, l’assemblea decideva la percentuale fissa (tra il 30 e il 50%) da applicare sui consumi totali per cal-colare i costi fissi di riscaldamento. Si prendeva come riferimento la tabella millesimale del riscaldamento esi teneva conto delle potenze installate dei radiatori, già disponibili in quanto calcolate dalla ditta professionaleche ha installato i ripartitori mediante giganteschi database. L’amministratore, in base a questi semplici dati,redigeva il conteggio di fine anno. Con la UNI 10200 questo non è più ammesso. Il condominio si dovrà accollare ulteriori spese rivolgendosiad un professionista, facendogli calcolare i nuovi millesimi di riscaldamento in base a fabbisogni teorici, quindicalcoli specialistici e difficilmente riproducibili dall’utente nel caso di dubbio. Inoltre sarà molto difficile chel’amministratore sarà in grado di applicare tutte le previsioni della UNI 10200 senza studi specializzati esoftware dedicati e costantemente aggiornati. Quindi è facile che si dovrà rivolgere all’esperto esterno ognianno.Inoltre pensiamo alla piccola casa, con tre o quattro utenze, magari abitate da famiglie parenti, che oggigià si dividono i consumi per il riscaldamento con il fai da te e con soddisfazione di tutti. Con la UNI 10200questo, di fatto, ragionevolmente non sarà più fattibile: saranno obbligati a rivolgersi ad un professionistaper eseguire un progetto e il ricalcolo e l’avallo dei parametri.

I CONTROIl dovere applicare la norma UNI 10200 verrà sicuramente e giustamente visto come un altro balzello acarico dei consumatori finali. Infatti, nonostante la norma fosse presente già da alcuni decenni, fino ad ogginon era quasi mai stata presa in considerazione. Possiamo tranquillamente affermare che milioni di utenzeoggi ripartiscono le loro spese con metodi “europei”, calcoli semplici e di facile comprensione per tuttal’utenza. Una breve indagine presso le aziende leader per il servizio di contabilizzazione in Italia lo conferma:la stragrande maggioranza dei conteggi effettuati oggi non prendono in considerazione la norma UNI 10200. La scelta di rivolgersi ad un professionista (purché serio e competente) di contabilizzazione per fare unprogetto dovrebbe essere lasciata libera e non imposta. L’obbligatorietà suona come un limite alla concor-renza e un ulteriore peso burocratico ed economico sulle famiglie, in media 150-200 euro, con relativo so-pralluogo in appartamento: una spesa che non ha alcuna utilità pratica e non porta ad alcun risparmio.Insomma, la contabilizzazione individuale del calore deve essere un’opportunità di risparmio per le famiglienon un peso burocratico ed economico per favorire attività di categorie che non portano benefici nelle ta-sche dei cittadini.

LE MODIFICHEOra, fortunatamente, In fase di esame del correttivo al decreto legislativo 102, il Senato nel suo parereha consigliato al Governo di evitare la farraginosità della norma tecnica UNI 10200 stabilendo che:❖ i costi debbano essere ripartiti tra gli utenti finali per una quota di almeno il 50 per cento, fino ad un mas-simo del 70 per cento, sulla base del consumo rilevato; ❖ in edifici alimentati da gasolio o gas e nei quali i tubi di distribuzione esterni siano prevalentemente coi-bentati, i costi per l’esercizio del riscaldamento debbano essere ripartiti tra gli utenti finali con una percentualedel 70 per cento del totale dei consumi rilevati; ❖ il condominio possa scegliere percentuali diverse da quelle indicate con una delibera dell’assemblea, sullabase di una relazione tecnica giustificativa; ❖ in edifici dove le tubazioni di distribuzione del calore non siano prevalentemente isolate e dove, di con-seguenza, una parte rilevante di calore del consumo non possa essere rilevata, il consumo relativo di caloredegli utenti finali possa essere determinato secondo le regole della tecnica, considerando il consumo cosìdeterminato per ciascun utente nel conteggio come “calore rilevato”; ❖ i costi rimanenti (costi fissi) possano essere ripartiti secondo i millesimi riscaldamento, metri quadri ometri cubi utili, oppure secondo le potenze installate.Contro questa ragionevole proposta, che semplifica i calcoli e restituisce il giusto potere all’assemblea, siè scatenata una campagna di lobbying di gruppi interessati all’uso della UNI10200 per obbligare i condominia ricorrere a tecnici specializzati per realizzare una serie di adempimenti farraginosi, costosi e inutili. La UNI10200 costringe infatti a ricorrere ad un tecnico abilitato per fare un progetto, una diagnosi energetica, ri-calcolare i millesimi di riscaldamento in tutti i condomini secondo i fabbisogni (invece di quelli previsti ora,che si basano sui millesimi delle superfici riscaldate oppure sulle potenze nominali dei radiatori installati oun compromesso tra i due). Se poi esiste anche l’acqua calda sanitaria centralizzata, i costi aumentano, vistoche i fabbisogni per l’ACS si devono calcolare diversamente considerando anche la destinazione d’uso.

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Entro il primo gennaio 2017 anche in Italia tutti i condomini con riscaldamento centralizzato devonoessere muniti di apparecchi che rilevano i consumi per la contabilizzazione del calore. L’obbligo è previstodal decreto legislativo 102/2014 che recepisce la Direttiva Europea 27/2012 sull’efficienza energetica. Lemulte per chi non rispetta le norme sono salate (fino a 2.500 euro per appartamento). Il risparmio di energiache si ottiene con la contabilizzazione del calore e l’uso di un sistema di termoregolazione della temperaturasupera il 30%, sulla base dell’esperienza dei Paesi in cui da tempo esistono questi sistemi. Dal prossimoanno, dunque, niente più finestre aperte d’inverno perché i radiatori sono troppo caldi.

I COSTIMa quanto costa la contabilizzazione? Su ogni radiatore si deve installare un ripartitore, un apparecchioche registra i consumi. Tutto incluso, costa circa 40 euro se si sceglie quello che trasmette i dati dei consumitramite onde radio. Il prezzo diminuisce a 20 euro se si sceglie un ripartitore che necessita, una volta l’anno,della visita di un tecnico per rilevare i consumi. Mentre, negli appartamenti dove non esiste un sistema ditermoregolazione, occorre installare su ogni radiatore una valvola termostatica, dal costo di circa 40 euro.Come si vede, una spesa più che ragionevole, a fronte di significativi risparmi.

GLI OBBLIGHITutto filerebbe liscio se per fare i conteggi non ci fosse l’obbligo - previsto solo in Italia - di fare riferimentoad una norma tecnica, la UNI 10200, che è farraginosa, complicata, costosa e poco conveniente per l’utentefinale e che rischia di vanificare il risparmio previsto.Cosa prevede questa norma? Andiamo per punti:1) Bisogna, innanzitutto, rivolgersi ad un professionista che deve ricalcolare tutte le tabelle millesimali per ilriscaldamento del condominio.2) Questi millesimi devono, poi, essere riferiti ai fabbisogni di ogni appartamento: in questo modo due ap-partamenti identici, nello stesso condominio, sullo stesso piano, confinanti in modo identico con altri ap-partamenti che hanno gli stessi consumi rischiano di pagare diversamente. Un’assurdità.3) Determinare le potenze nominali dei radiatori, dato essenziale per il preciso rilevamento dei consumicon i ripartitori, è un’operazione delicata e complessa. Le norme europee sono molto severe. In Italia,invece, la norma 10200 si affida ad un sistema semplificato, mai accreditato da alcun istituto indipendente.In questo modo, anche chi non è esperto nel settore può effettuare misurazioni sommarie e inattendibili,con danno per l’utente finale.4) Alla fine dell’anno bisogna suddividere i costi, tra quelli comuni e quelli dei singoli appartamenti. Come sifa? La UNI 10200 cerca di spiegarlo in 70 farraginose pagine: un’impresa impossibile che richiede softwarededicati e tecnici di alta qualificazione, con costi elevati.

UN ESEMPIOFacciamo un esempio. Finora nei condomini dove già esiste la contabilizzazione individuale dei consumi

CONTABILIZZAZIONE OBBLIGATORIA DEL CALORE:LA UNI 10200 NEL MIRINO

A cura di: Ancca - Associazione nazionale della contabilizzazionedel calore e dell’acqua

L’articolo 9 comma 5 del decreto legislativo 102/2014 prevede che le “imprese di fornitura del servizio”debbano installare, entro il 31 dicembre 2016, contatori individuali nei condomini e negli edifici polifun-zionali. La criticità di questa disposizione risiede proprio nella definizione stessa di “impresa di fornitura delservizio”, che non è presente nel provvedimento, neppure all’articolo 2, dedicato alle definizioni. Chi sonodunque le imprese di fornitura del servizio? Si tratta delle utilities o delle aziende fornitrici di servizi di sub-metering? Inoltre, nel testo del provvedimento ricorrono più volte riferimenti a contatori individuali e difornitura. Anche in questo caso, come evidenziato anche dalla Conferenza Unificata, una netta distinzionetra tali tipologie di contatori appare tutt’altro che chiara. In questo quadro di incertezza, al contrario, le di-sposizioni dell’articolo 16 del D. Lgs 102/2014, attribuiscono chiaramente alle aziende che forniscono servizidi sub-metering le sanzioni derivanti dalla mancata installazione degli apparecchi di misura e ripartizione dicalore e acqua. Questa è dunque una delle più grandi lacune del provvedimento, poiché una interpretazione scorrettadelle suddette disposizioni potrebbe seriamente rappresentare un pericolo per la libera concorrenza, con-ferendo alle sole utilities la possibilità di installare ripartitori, mentre le aziende fornitrici di servizi di sub-me-tering sarebbero le sole ad essere gravate dalle sanzioni.

IL DECRETO CORRETTIVO Nel marzo 2015 il Commissario europeo per l’energia e il clima, Miguel Arias Cañete, in una letterarivolta al Governo, ha evidenziato una serie di lacune del decreto 102/2014, che recepisce la direttiva2012/27/UE sull’efficienza energetica. A fronte del rischio dell’apertura di una procedura di infrazione, ilGoverno ha prontamente emanato uno schema di decreto “correttivo”, che ha preso in considerazione irilievi della Commissione, ma ha lasciato diverse altre questioni irrisolte che, come evidenziato in precedenza,le Regioni hanno già esortato ad affrontare.

PROPOSTE OPERATIVE Un’ampia diffusione dei servizi di sub-metering comporterebbe significativi vantaggi per i consumatori finaliin termini di benefici economici, di risparmio energetico e di maggiore efficienza energetica. Il sub-metering,infatti, garantisce un’equa ripartizione dei costi e un controllo trasparente sul consumo del singolo inquilinodi un condominio o di un edificio polifunzionale con un sistema di riscaldamento centralizzato. Inoltre, occorre fare presente che i risparmi complessivi controbilanciano ampiamente i costi da sostenereper l’installazione degli apparecchi di misura. I servizi di sub-metering, infatti, aiutano concretamente i consu-matori ad essere più consapevoli dei propri consumi energetici, con vantaggi in termini di una significativariduzione dei consumi e degli sprechi di energia. Fare chiarezza sulle disposizioni degli articoli 2 e 9 del decreto legislativo 102/2014, come auspicato anchedalla Conferenza Unificata, crea quindi una cornice normativa più chiara e affidabile per il sub-metering, dallaquale trarrebbero vantaggio sia il consumatore finale che l’ambiente.

SUB-METERING: LE PRINCIPALI CRITICITÀE LA NECESSITÀ DI MAGGIORE CHIAREZZA

A cura di: ista Italia

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Dossier efficienzaVi

❖ definisce un criterio di riparto univoco e tracciabile che risponde ai requisiti fondamentali della direttiva2012/27/UE (riferimento ai consumi effettivi, responsabilizzazione del consumo di calore, tracciabilità deiriparti e corretta informazione degli utenti) ed in stretta osservanza dei principi stabiliti dal Codice Civile.Non va infine sottaciuto il fatto che da oltre due anni in migliaia di condomini italiani sono stati installatiimpianti di contabilizzazione conformi alla norma UNI 10200:2013. Le modifiche all’art. 9, comma 5 che laX ̂Commissione della Camera suggerisce la Governo sono tra l’altro anche in contrasto con le propostedella Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, che hanno condizionato l’approvazione delloSchema di D. Lgs integrativo del D. Lgs 102/2014.

ANCCALo schema di Decreto Legislativo recante disposizioni integrative al D.Lgs. 4 luglio 2014, n. 102 contiene,tra le altre, importanti modifiche relative agli art. 2 e 9 del decreto di recepimento della Direttiva 2012/27/UEsull’efficienza energetica. Si rendono necessarie alcune precisazioni, anche alla luce dell’esperienza della primaapplicazione delle norme del D. Lgs. 102/2014 nel corso dei mesi passati.In particolare, per quanto concerne l’art. 9, comma 5, lettera c) del D.Lgs. 102/2014, il testo delD.Lgs.102/2014, nella versione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 18 luglio 2014 n.165, conteneva un cor-retto riferimento alla norma tecnica UNI EN 834, vigente e recepita nella normazione italiana in materia, aproposito dell’installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore individuali in cor-rispondenza di ciascun radiatore. Questo riferimento è stato, inopinatamente, eliminato per effetto dell’art. 22, comma 2 ter del D.L.12.9.2014, n. 133, convertito con modificazioni dalla L. n. 11.11.2014. L’ oggetto del Decreto legge convertitonon aveva nulla a che vedere con l’efficienza energetica trattandosi di “Misure urgenti per l’apertura deicantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica,l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”. Al posto del riferimento esplicito alla UNI EN 834 è stata poi inserita questa frase “secondo quanto pre-visto dalle norme tecniche vigenti”. Una frase ovvia che non dice nulla ma che ha generato solo confusione.Infatti, la norma tecnica UNI EN 834 è tuttora vigente non essendo stata sostituita da altra norma tecnicaeuropea in materia. Ma l’improvvida cancellazione del riferimento ha dato la stura alle interpretazioni piùsingolari, in gran parte a misura degli interessi particolari di alcuni soggetti che hanno chiamato in causanorme tecniche che sono in contrasto con quella europea aprendo così anche un fronte polemico all’internodi UNI. Gli uffici del CEN, interpellati sull’argomento hanno definitivamente chiarito che norme tecnichenazionali che configgono con quelle previste dalle norme UNI EN devono essere ritirate. Ricordiamo, inoltre, un importante pronunciamento contenuto nelle linee guida della Commissione Eu-ropea relativamente all’implementazione degli articoli 9 e 11, approvate il 6 novembre 2013. A pag. 15, pa-ragrafo 45, nota 16, è fatto esplicito ed unico riferimento alla UNI EN 834. È pertanto assolutamentenecessario che il legislatore ripristini il riferimento alla norma UNI EN 834 per fornire chiare e non equivocheindicazioni che seguano le linee guida della Commissione Europea ed evitino inutili conflitti.

IL COMMENTOL’ordinamento giuridico è un unicum e, pertanto, quando si introducono modifiche si creano conseguenzedelle più impensate. In tema di condominio, secondo principio arcinoto, gli impianti condominiali, ai sensidell’art. 1117 n. 3 c.c., cessano al punto di diramazione verso le singole unità di proprietà esclusiva. Conse-guentemente, da quel punto in poi, l’impianto di riscaldamento proveniente dalla struttura centralizzata, di-venta proprietà del singolo.Su tale elementare principio è intervenuta la novella che ha introdotto l’obbligo di contabilizzazione etermoregolazione. Sorge, quindi, il problema di considerare se e fino a che punto, la proprietà dell’impiantointerno all’unità immobiliare rimane privata e se e fino a che punto sulla stessa può intervenire il condominio.Ciò a seguito, come detto, del fatto che la normativa tecnica, da attuare entro il 31/12/16 (D. Lgs 4/7/14 n.102 art. 9), ai fini del contenimento del consumo energetico, impone di dotare gli impianti di sistemi atti allarilevazione del costo di utenza per singola unità. Quindi, per le unità dotate di un unico accesso del fluidodi riscaldamento, si provvederà all’installazione del contabilizzatore sul punto del distacco dalla condottacentrale mentre, per i c.d. impianti a colonna, si deve intervenire su ogni singolo corpo scaldante.L’argomento, per quanto riguarda il diritto di accesso all’unità immobiliare, è stato affrontato, in sede diprovvedimento d’urgenza, in una recente decisione del Tribunale di Pordenone (ordinanza del 24/09/15).Lamentava, infatti, il condominio che un condomino negava l’accesso al tecnico per installare, all’internodell’appartamento, quanto necessario per la contabilizzazione del costo del riscaldamento. La domanda delcondominio è stata accolta con autorizzazione, pertanto, all’impresa idraulica di accedere alla singola unitàper l’installazione di quanto necessario alla contabilizzazione.La questione, così linearmente risolta e forse agevolata dalla contumacia del condomino che si era pre-sentato all’udienza senza alcuna assistenza, pone, indubbiamente, dei problemi relativi non solo, come nelcaso, al diritto di accesso, ma anche in ordine alla proprietà dell’impianto. È presumibile che tali argomentinell’immediato futuro costituiranno motivo di discussione ed approfondimento. Non sfugge, infatti, a nessunoche si tratta di intervenire o meno su proprietà esclusive. A parte ciò il citato provvedimento ha riconosciutoche, comunque, il diritto a realizzare la contabilizzazione, rientra nella tutela d’urgenza che le parti, pertanto,possono attuare.

LA SENTENZATRIBUNALE DI PORDENONE - ORDINANZA 24.9.2015Ritiene il giudicante sussistenti gli elementi di concedibilità della tutela cautelare azionata.Circa il fumus boni iuris non vi può essere contestazione sul fatto che l’installazione del sistema di con-tabilizzazione del calore sia stata effettuata in seguito alla delibera dell’assemblea di condominio in data19.1.2015, con il voto unanime dei condòmini presenti in quella data, né in relazione al rifiuto del resistentedi far installare le valvole sui termosifoni della sua abitazione, avendo lo stesso ribadito tale ferma opposizionein udienza.Ritenuto per quanto concerne il periculum in mora, che certamente sussiste il pericolo di un pregiudizioattuale e grave per tutti gli altri condomini atteso che, in mancanza dell’apposizione delle valvole a tutti i ter-mosifoni dello stabile, sebbene sia possibile procedere all’accensione dell’impianto di riscaldamento, non

TERMOREGOLAZIONE: CHE COSA FARESE IL CONDOMINO NEGA L’ACCESSO?

A cura di: Ladislao Kowalski - Centro Studi Uppi

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Dossier efficienzaXii

sarebbe possibile utilizzare il sistema di contabilizzazione, vanificando così le spese sostenute proprio al finedi ripartire le stesse in base ai consumi e perdendo la possibilità di usufruire del risparmio fiscale garantitosolo per gli interventi di risparmio energetico effettuati entro la fine dell’anno.Circa l’irreparabilità del danno si rileva che, pur trattandosi di danno di natura meramente economica, èpiù che probabile l’impossibilità di un futuro ristoro dello stesso dato che il resistente vive, come confermatoin udienza, di una modesta pensione.Peraltro, a fronte del diritto dei condòmini ad attivare il sistema di contabilizzazione del calore al fine didare seguito ai risparmi energetici ed economici prefigurati al momento di procedere alla delibera per l’ap-provazione dell’installazione dello stesso, il resistente non vanta al momento alcun controdiritto tutelabile.Ritenuto infine che il provvedimento richiesto si ponga come unico strumento idoneo ad evitare di subireil danno connesso al protrarsi di un comportamento pacificamente contro legem, non essendo all’uopoazionabili altri rimedi, sussiste anche il carattere della residualità.Visto l’art. 669 octies c.p.c, co. 6 all’accoglimento del ricorso proposto ante causam segue la regolamen-tazione delle spese di lite, che si liquidano per il principio della soccombenza a carico di parte resistente,sulla scorta dello scaglione (valore indeterminabile) secondo i parametri fissati per i procedimenti cautelaridall’art.10 del D. M. 55/2014, decurtati del 30% per la semplicità della materia trattata e la mancata oppo-sizione, esclusa la fase istruttoria non svolta.Visti gli articoli 669 sexies, 669 octies e 700 c.p.c.

P.Q.M.❖Accoglie il ricorso e per l’effetto ordina a C.G. di consentire ai tecnici della B. service Srl, o altri inviati dal-l’amministratore di condominio, di poter accedere al suo appartamento sito nel condominio …, per l’in-stallazione delle valvole necessarie per il funzionamento del sistema di contabilizzazione del calore.❖Condanna parte resistente alla rifusione delle spese in favore della ricorrente, spese che vengono liquidatein complessivi euro 1200 per compenso, euro 190 per rimborso spese forfetarie nella misura del 15%,oltre Iva e CPA come per legge.

Adicembre 2015 la X Commissione permanente Industria del Senato ha espresso parere favorevole,con osservazioni, allo Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative al decreto legislativo

4 luglio 2014, n. 102, di attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che modifica ledirettive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE (n. 201). Tra i punti più controversi, quello relativo al comma 5 dell’articolo 9 del D.Lgs 102/2014, che fa riferimentoalla norma Uni En 834. Vediamo, di seguito, la posizione di Cna Installazione Impianti e quella espressa,invece, dall’Ancca.

CNA INSTALLAZIONE IMPIANTILa X ̂Commissione del Senato ha espresso il proprio parere favorevole all’atto del Governo n. 201, di-retto a superare la procedura di infrazione per incompleto recepimento della direttiva 2012/27/UE. Nelparere, la X ̂commissione suggerisce al Governo di valutare la possibilità di sostituire, all’art. 9, comma 5,l’inciso «secondo quanto previsto dalle norme tecniche vigenti» con un chiaro riferimento alla norme UNI EN 834e di sostituire le parole: «secondo quanto previsto dalla norma tecnica UNI 10200 e successivi aggiornamenti», conle seguenti: «secondo quanto previsto dagli standard europei di regolamentazione di cui all’appendice B”.In merito alla proposta di inserire un “chiaro riferimento alla UNI EN 834” la conseguenza sarebbe l’ob-bligo di utilizzare un’unica tipologia di prodotto ai fini della contabilizzazione indiretta (i ripartitori conformialla norma EN 834) e quindi il divieto di utilizzare apparecchi conformi alle norme italiane UNI 9019 relativaai ripartitori basati sui tempi di inserzione compensati o la UNI 11388 basata sui ripartitori a grado giorno.In particolare, è utile ricordare che:

❖ la EN 834 non è norma armonizzata e la stessa Direttiva 2012/27/UE non la cita per nulla;❖ nella sua prima versione, il DLgs 102/14 faceva riferimento alla EN 834; a seguito di una prima modifica,questo riferimento fu giustamente eliminato e sostituito con la richiesta di utilizzo di sistemi conformi anorme tecniche, senza porre vincoli a priori sulla tecnologia da utilizzare, purché normata;“In merito poi alla proposta di riferirsi agli standard europei di regolamentazione di cui all’appendice B -commenta Carmine Battipaglia, presidente nazionale di Cna Installazione Impianti - va precisato che talistandard semplicemente non esistono. L’unico riferimento legislativo comune europeo obbligatorio è ladirettiva 2012/27/UE che adotta la contabilizzazione e fatturazione dei consumi effettivi in quanto strumentoper conseguire la riduzione dei consumi stessi e delle emissioni inquinanti attraverso la responsabilizzazionedell’utente”.Alterare la ripartizione fra consumi volontari (prelievo effettivo di calore da parte degli utenti) e dispersionidelle reti di distribuzione è contrario al principio di fatturazione in base ai consumi effettivi perché, a secondache si ecceda in un senso o nell’altro, fa pagare nuovamente a millesimi o attribuisce iniquamente a singolii consumi collettivi. Non è quindi un parametro che è possibile ed utile sottoporre a limite, vista anche lasua variabilità in dipendenza della tipologia di impianto e dell’utilizzo stesso dell’edificio.Inoltre, per CNA Installazione Impianti il riferimento alla norma UNI 10200:2013, correttamente richia-mata dalla legislazione vigente, va mantenuto in quanto tale norma:❖ prende in considerazione tutti i prodotti normati (contatori di calore e ripartitori);❖ prende in considerazione tutti i servizi previsti (riscaldamento ed acqua calda sanitaria);❖ prende in considerazione sia la contabilizzazione diretta che indiretta con le rispettive specificità;

LE INTEGRAZIONI AL D.LGS 102/2014E LA DIATRIBA SULLA NORMA UNI EN 834

A cura di: Cna Installazione Impianti e Ancca

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Dossier efficienzaiV

In tali casi sono presi in considerazione metodi alternativi efficienti in termini di costi per la misurazionedel consumo di calore. Il cliente finale può affidare la gestione del servizio di termoregolazione e contabi-lizzazione del calore ad altro operatore diverso dall’impresa di fornitura, secondo modalità stabilite dall’Au-torità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, ferma restando la necessità di garantire la continuitànella misurazione del dato; d) quando i condomini sono alimentati dal teleriscaldamento o teleraffreddamento o da sistemi comuni diriscaldamento o raffreddamento, per la corretta suddivisione delle spese connesse al consumo di caloreper il riscaldamento degli appartamenti e delle aree comuni, qualora le scale e i corridoi siano dotati di ra-diatori, e all’uso di acqua calda per il fabbisogno domestico, se prodotta in modo centralizzato, l’importocomplessivo deve essere suddiviso in relazione agli effettivi prelievi volontari di energia termica utile e aicosti generali per la manutenzione dell’impianto, secondo quanto previsto dalla norma tecnica UNI 10200e successivi aggiornamenti. È fatta salva la possibilità, per la prima stagione termica successiva all’installazionedei dispositivi di cui al presente comma, che la suddivisione si determini in base ai soli millesimi di proprietà.

ARTICOLO 16Sanzioni (Omissis)5. L’impresa di fornitura del servizio di energia termica tramite teleriscaldamento o teleraffrescamento otramite un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici che non ottempera agli ob-blighi di installazione di contatori individuali di cui all’articolo 9, comma 5, lettera a), entro il termine ivi pre-visto, è soggetta ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2500 euro. 6. L’impresa di fornitura del servizio di un contatore individuale che, richiesta dal cliente finale che ha la di-sponibilità dell’unità immobiliare, nei casi di cui all’articolo 9, comma 5, lettera b), non installa, entro il termineivi previsto, un contatore individuale di cui alla predetta lettera b), è soggetta ad una sanzione amministrativapecuniaria da 500 a 2500 euro. La disposizione di cui al presente comma non si applica quando da una re-lazione tecnica di un progettista o di un tecnico abilitato risulta che l’installazione del contatore individualenon è tecnicamente possibile o non è efficiente in termini di costi o non è proporzionata rispetto ai risparmienergetici potenziali.7. Nei casi di cui all’articolo 9, comma 5, lettera c) il condominio e i clienti finali che acquistano energia perun edificio polifunzionale che non provvedono ad installare sistemi di termoregolazione e contabilizzazionedel calore individuali per misurare il consumo di calore in corrispondenza di ciascun radiatore posto all’in-terno dell’unità immobiliare sono soggetti, ciascuno, alla sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2500euro. La disposizione di cui al primo periodo non si applica quando da una relazione tecnica di un progettistao di un tecnico abilitato risulta che l’installazione dei predetti sistemi non è efficiente in termini di costi. 8. È soggetto ad una sanzione amministrativa da 500 a 2500 euro il condominio alimentato dal teleriscalda-mento o dal teleraffreddamento o da sistemi comuni di riscaldamento o raffreddamento che non ripartiscele spese in conformità alle disposizioni di cui all’articolo 9 comma 5 lettera d).

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO1. D.G.A., proprietaria di due unità immobiliari nel fabbricato sito in (omissis), conveniva in giudizio dinanzial Tribunale di Foggia, sezione distaccata di Cerignola, il Condominio dell’edificio suddetto esponendo chel’impianto di riscaldamento centralizzato era stato disattivato con delibera assembleare del 25 luglio 1991,dichiarata nulla dal Tribunale di Foggia con sentenza confermata in sede di gravame e passata in cosa giudi-cata.Ciò posto, la D.G. chiedeva ordinarsi al Condominio convenuto l’immediato ripristino dell’impianto cen-tralizzato di riscaldamento.Il Condominio si costituiva, eccependo l’intento esclusivamente emulativo dell’azione ex adverso intra-presa, atteso che nelle more tutti i condomini, compresa la D.G., si erano dotati di impianto autonomo diriscaldamento. Pertanto, chiedeva il rigetto della domanda attrice.Con sentenza n. 5 del 9-1-2006 il Tribunale, qualificando di natura possessoria la domanda, l’accoglieva,ordinando al convenuto di reintegrare immediatamente la D.G. nel possesso dell’impianto di riscaldamentocentralizzato, mediante il ripristino.Con sentenza dep. il 30 dicembre 2010 la Corte di appello di Bari, in riforma della sentenza impugnatadal convenuto, rigettava la domanda proposta dall’attrice.Dopo avere premesso la natura petitoria e non possessoria dell’azione di ripristino dell’impianto disattivatoa seguito di delibera condominiale dichiarata nulla, i Giudici ritenevano la natura emulativa della richiestaavanzata dall’attrice.La sentenza, al riguardo, affermava che: non avendo l’attrice chiesto o comunque ottenuto la sospensionedella delibera condominiale impugnata, i numerosi condomini dell’edificio, costituito da due corpi di fabbrica,si erano dotati di impianti autonomi di riscaldamento, ad eccezione della D.G.; l’impianto di riscaldamentocentralizzato non avrebbe potuto essere ripristinato senza importanti ed onerose opere di trasformazionee adeguamento, posto che la centrale termica non rispettava i requisiti fondamentali ai fini della sicurezza,anche in considerazione della abusiva coesistenza tra impianto termico centralizzato e quello idrico. In pro-posito, i Giudici evidenziavano che, secondo quanto accertato dal consulente, non sarebbe stato possibileriattivare l’attuale impianto alimentato a gasolio con uno nuovo, in quanto mancavano le condizioni di sicu-rezza per garantire l’incolumità degli stessi inquilini e dei fabbricati limitrofi.In sostanza, la necessità di rilevanti e radicali opere di trasformazione, fra cui in primo luogo la separazionedell’impianto per la produzione dell’acqua calda, avrebbe comportato la spesa di somme oscillanti fra i173.500 e 251.500 Euro, esclusi i costi per la messa a norma della centrale termica, oltre agli altri disagi espese per la installazione degli impianti per la produzione di acqua calda in ogni singolo appartamento e laspesa di un combustibile, il gasolio, più oneroso del metano.Secondo i Giudici la pretesa azionata configurava l’abuso del diritto, potendo la condomina trovare legit-timo ristoro nella tutela risarcitoria; richiamata la evoluzione normativa diretta a incentivare la trasformazionedegli impianti di riscaldamento centralizzati in quelli autonomi, si affermava che vi sarebbe stata sproporzionefra l’utile conseguibile dall’attrice con il ripristino e quello imposto alla quasi totalità dei condomini, postoche la medesima avrebbe potuto dotarsi di impianto autonomo unifamiliare con adeguato ristoro per lespese al riguardo occorrenti, mentre sarebbe stato particolarmente oneroso per gli altri condomini ripri-stinare un impianto obsoleto e non il linea con le politiche di risparmio energetico e con le condizioni di si-curezza.

SE IL CONDOMINO CHIEDE IL RIPRISTINODELL’IMPIANTO TERMICO CENTRALIZZATOCORTE DI CASSAZIONE - Sez. II civ., sent. 22.1.2016, n. 1209

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Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CEe 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE.

Pubblicato su: GU, Serie Generale n.165, del 18-7-2014Entrata in vigore del provvedimento: 19/07/2014

Ancora pochi mesi e in tutti gli edifici condominiali italiani aventi un impianto termico centralizzato entreràin vigore l’obbligo di installare dispositivi per la termoregolazione e la contabilizzazione individuale del

calore. La prescrizione, operativa dal 31 dicembre 2016, è stata introdotta dal D.Lgs 4 luglio 2014, n. 102di recepimento della Direttiva europea sull’efficienza. Di seguito riportiamo alcuni dei commi salienti delprovvedimento.

ARTICOLO 9 Misurazione e fatturazione dei consumi energetici (Omissis)5. Per favorire il contenimento dei consumi energetici attraverso la contabilizzazione dei consumi individualie la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi di ciascun centro di consumoindividuale: a) qualora il riscaldamento, il raffreddamento o la fornitura di acqua calda per un edificio siano effettuati dauna rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici,è obbligatoria entro il 31 dicembre 2016 l’installazione da parte delle imprese di fornitura del servizio di uncontatore di fornitura di calore in corrispondenza dello scambiatore di calore collegato alla rete o del puntodi fornitura; b) nei condomini e negli edifici polifunzionali riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento cen-tralizzata o da una rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una plu-ralità di edifici, è obbligatoria l’installazione, entro il 31 dicembre 2016, da parte delle imprese di fornituradel servizio, di contatori individuali per misurare l’effettivo consumo di calore o di raffreddamento o diacqua calda per ciascuna unità immobiliare, nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in terminidi costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali. L’efficienza in termini di costi può esserevalutata con riferimento alla metodologia indicata nella norma UNI EN 15459. Eventuali casi di impossibilitàtecnica alla installazione dei suddetti sistemi di contabilizzazione devono essere riportati in apposita relazionetecnica del progettista o del tecnico abilitato; c) nei casi in cui l’uso di contatori individuali non sia tecnicamente possibile o non sia efficiente in termini dicosti, per la misura del riscaldamento si ricorre all’installazione di sistemi di termoregolazione e contabiliz-zazione del calore individuali per misurare il consumo di calore in corrispondenza a ciascun radiatore postoall’interno delle unità immobiliari dei condomini o degli edifici polifunzionali, secondo quanto previsto dallanorma UNI EN 834, con esclusione di quelli situati negli spazi comuni degli edifici, salvo che l’installazionedi tali sistemi risulti essere non efficiente in termini di costi con riferimento alla metodologia indicata nellanorma UNI EN 15459.

CONTABILIZZAZIONE OBBLIGATORIAÈ PARTITO IL CONTO ALLA ROVESCIA

Estratto del D.Lgs 4 luglio 2014, n. 102

Dossier efficienzaXiV

2. Avverso tale decisione propone ricorso per cassazione la D. G. sulla base di tre motivi illustrati da me-moria.Resiste con controricorso l’intimato.

MOTIVI DELLA DECISIONE1. Il primo motivo, lamentando violazione e falsa applicazione degli artt. 1175 e 1375 c.c., censura la sentenzaper avere applicato la categoria dell’abuso del diritto a una fattispecie diversa da quelle -in materia contrat-tuale, alle quali fa riferimento la giurisprudenza della S. C. richiamata dai Giudici. Deduce che in ogni caso,fra i presupposti dell’abuso del diritto, vi è la possibilità che il concreto esercizio di quel diritto possa essereeffettuato secondo una pluralità di modalità non rigidamente predeterminate, che vanno sempre ricondottealla tutela della posizione sostanziale corrispondente al diritto in oggetto. Nella specie, a seguito dell’annul-lamento della delibera condominiale - che aveva immediatamente disposto l’attuazione della trasformazionedell’impianto centralizzato mentre all’ordine del giorno si era fatto riferimento all’avvio del percorso direttoalla trasformazione in impianti autonomi unifamiliari - l’unica modalità per eliminare le conseguenze illegittimedella dichiarata illegittimità della innovazione era rappresentata dal ripristino.2. Il secondo motivo, lamentando omessa o insufficiente motivazione, denuncia la lacunosa considerazionedelle risultanze tecniche laddove non erano state esaminate o erano state travisate le circostanze e le va-lutazioni di cui alla consulenza tecnica, la quale aveva evidenziato la fattibilità e la convenienza economica delripristino dell’impianto centralizzato nonché la illegittimità degli impianti unifamiliari realizzati dai condominiin violazione delle prescrizioni di legge.3. Il terzo motivo, lamentando violazione e falsa applicazione delle disposizioni di cui alla L. n. 10 del 1991,denuncia la illegittimità degli impianti riscaldamento autonomo unifamiliari realizzati dai condomini conrischio per la salute ed illegittimità amministrativamente sanzionata: il Giudice aveva comparato un presuntoesercizio abusivo con l’esigenza, ritenuta prevalente, di tutelare una posizione nient’affatto meritevole ditutela.4. Il quarto motivo censura la sentenza laddove, dando rilevanza alla mancata sospensione della esecutivitàdella delibera, che peraltro era stata chiesta e non concessa, non aveva verificato se fosse ispirata a buonafede e correttezza la condotta tenuta da controparte che avrebbe potuto sanare la delibera illegittima ri-convocando la assemblea su un ordine del giorno correttamente formulato per l’adozione degli accorgimentitecnici necessari per attuare il passaggio a un sistema di impianti di riscaldamento unifamiliari.5. I motivi, da trattare congiuntamente per la stretta connessione, vanno accolti nei limiti di cui dirà infra.Occorre premettere che, vertendosi in tema di proprietà ovvero di comproprietà di un bene condomi-niale, la (denunciata) antigiuridicità della condotta posta in essere dall’attrice andava verificata con riferimentoalla previsione di cui all’art. 833 c.c., secondo cui il proprietario non può fare atti i quali non abbiano altroscopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri. La norma ha la finalità di assicurare che l’eserciziodel diritto di proprietà risponda alla funzione riconosciuta al titolare dall’ordinamento, impedendo che ipoteri e le facoltà dal medesimo esercitate si traducano in atti privi di alcun interesse per il proprietario mache, per le modalità con cui sono posti in essere, abbiano l’effetto di recare pregiudizio ad altri: in sostanza,l’atto deve essere obiettivamente privo di alcuna utilità per il proprietario ma di per sé idoneo ad arrecaredanno a terzi, dovendo poi il requisito del c.d. animus nocendi essere accertato alla stregua della condotta,quale si è esteriorizzata in concreto, e da cui possa trarsi inequivocabilmente la prova dell’assenza di interesseper il proprietario di compiere un atto pregiudizievole ai terzi. Pertanto, non può ritenersi emulativo l’attoche comunque risponda a un interesse del proprietario, dovendo escludersi che il giudice possa compiereuna valutazione comparativa discrezionale fra gli interessi in gioco ovvero formulare un giudizio di merite-volezza e di prevalenza fra l’interesse del proprietario e quello di terzi.Orbene, nella specie il diritto al ripristino dell’impianto di riscaldamento rispondeva all’utilità della condo-mina di potere usufruire di un servizio comune che era stato illegittimamente disattivato dall’assemblea deicondomini che, proprio in attuazione di tale illegittima delibera, si erano poi dotati di impianto autonomo.La sentenza, nel ritenere nella specie l’abuso del diritto da parte dell’attrice, ha erroneamente fatto riferi-mento, da un lato, alla natura e all’entità delle opere di radicale trasformazione che si sarebbero necessarieper il ripristino dell’impianto (quando ormai tutti gli altri condomini si erano dotati di impianto unifamiliare)- ovvero alla onerosità del ripristino - e, dall’altro, alla circostanza che l’attrice avrebbe potuto dotarsi di unimpianto unifamiliare (e chiedere il risarcimento del danno determinato dai costi e dai disagi): in tal modo,ha ravvisato l’abuso del diritto formulando un inammissibile giudizio di proporzionalità fra l’utilità conseguibiledalla condomina e l’onerosità che ne sarebbe derivata ai condomini.Il ricorso va accolto. La sentenza va cassata con rinvio, anche per le spese della presente fase, ad altra se-zione della Corte di appello di Bari.Ai sensi dell’art. 384 c.p.c., va formulato il seguente principio di diritto: “Tenuto conto che, ai sensi dell’art.

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Dossier efficienzaXV

833 c.c., integra atto emulativo esclusivamente quello che sia obiettivamente privo di alcuna utilità per ilproprietario ma dannoso per altri, è legittima e non configura abuso del diritto la pretesa del condomino alrispristino dell’impianto di riscaldamento centralizzato soppresso dall’assemblea dei condomini con deliberadichiarata illegittima, essendo irrilevanti sia la onerosità per gli altri condomini - nel frattempo dotatisi di im-pianti autonomi unifamiliari - delle opere necessarie a tale ripristino sia l’eventuale possibilità per il condominodi ottenere eventualmente, a titolo di risarcimento del danno, il ristoro del costo necessario alla realizzazionedi un impianto di riscaldamento autonomo”.

P.Q.M.accoglie il ricorso per quanto in motivazione cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese della

presente fase, ad altra sezione della Corte di appello di Bari.

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Contabilizzazione obbligatoria: è partito il conto alla rovescia(Estratto del D.Lgs 4 luglio 2014, n. 102) ....................................................................................................

Le integrazioni al D.lgs 102/2014 e la diatriba sulla norma Uni En 834(Cna e Ancca) ................................................................................................................................................

Contabilizzazione obbligatoria del calore: la Uni 10200 nel mirino(Ancca) ...........................................................................................................................................................

Sub-metering: le principali criticità e la necessità di maggiore chiarezza(Ista Italia) .......................................................................................................................................................

Termoregolazione: che cosa fare se il condomino nega l’accesso?(Ladislao Kowalski ) .......................................................................................................................................

Se il condomino chiede il ripristino dell’impianto termico centralizzato(CORTE DI CASSAZIONE - Sez. II civ., sent. 22.1.2016, n. 1209) ...........................................................

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