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© Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 15, n. 11 – Novembre 2015 159
La valutazione di sistema nella scuola italiana
Giuseppe Costanzo
Laureato in giurisprudenza, è docente di scuola primaria e referente di progetti di Cittadinanza e Costituzione.
La valutazione del sistema scolastico italiano introdotta con il DPR n.
80/2013 rappresenta un’opportunità di miglioramento continuo della quali-
tà dell’offerta formativa e didattica che non è ancora stata pienamente
compresa.
L’articolo sostiene la relazione inscindibile tra scuola dell’autonomia e ne-
cessità di una valutazione di sistema, offrendo diversi spunti di riflessione
su responsabilità e ruoli implicati in questa nuova sfida della scuola italia-
na.
Introduzione
In qualsiasi tipo di organizzazione il
momento valutativo è di fondamentale im-
portanza perché è necessario controllare e
verificare il procedimento delle varie attività
poste in essere e l’eventuale raggiungimento
degli obiettivi fissati in fase di progettazio-
ne. Anche le istituzioni scolastiche, in quan-
to organizzazioni complesse, devono con-
trollare e verificare le attività dei docenti e
degli studenti.
Il DPR 275/99 segna un momento epocale
nel processo di riforma della scuola italiana:
con la legge sull’autonomia le scuole posso-
no dotarsi degli strumenti organizzativi e
didattici necessari per progettare tutte le a-
zioni volte al raggiungimento del successo
formativo di ogni singolo alunno. La grande
prospettiva che si apre con la scuola
dell’autonomia, dal punto di vista della di-
dattica, è quella di un apprendimento for-
mativo e il più possibile individualizzato,
nel rispetto dell’età, degli interessi, della
tradizione culturale e ambientale di appar-
tenenza e dei diversi stili cognitivi del sog-
getto che apprende.
Si apre così la strada ad una nuova con-
cezione della valutazione degli apprendi-
menti degli studenti, alimentata dalle sfide
della società contemporanea: la globalizza-
zione, la richiesta di professionalità sempre
più specializzate, la dimensione mobile e reti-
colare dei saperi.
L’apprendimento non può essere di tipo
nozionistico ma deve portare il soggetto che
apprende ad acquisire abilità, conoscenze e
competenze da spendere consapevolmente
nei contesti di vita e di lavoro. Vi è anche
una più chiara responsabilità della scuola
dell’autonomia e dei suoi insegnanti.
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Pertanto si possono individuare oggi tre
livelli di valutazione: i traguardi e le compe-
tenze degli alunni, l’organizzazione scolasti-
ca e la professionalità degli operatori (diri-
genti e docenti).
Il Sistema Nazionale di Valutazione
In ambito europeo la maggior parte dei
Paesi adotta un processo di valutazione del-
la scuola che può essere interno e/o esterno,
e che in molti casi include anche la valuta-
zione dei singoli insegnanti.
Solo in Grecia, Cipro e Lussemburgo le
scuole non sono oggetto di valutazione; la
Croazia e l’Italia (fino al DPR 80/2013) han-
no effettuato solo la valutazione interna del-
le scuole (Rapporto Eurydice 2012).
Il percorso legislativo della valutazione
scolastica nel nostro Paese è molto lungo e
lo riportiamo in calce all’articolo. Qui si cita
il DPR 80/2013 attraverso cui è stato emana-
to il Regolamento sul Sistema Nazionale di
Valutazione (SNV) finalizzato a migliorare
la qualità dell’offerta formativa e degli ap-
prendimenti.
Il provvedimento definisce i soggetti
coinvolti nella valutazione: l’Invalsi, che as-
sicura il coordinamento funzionale
dell’SNV; l’Indire ed il contingente ispettivo.
Inoltre concorrono all’attività di valutazione
anche la Conferenza per il coordinamento
funzionale dell’SNV e i nuclei di valutazione
esterna.
Le fasi in cui si articola il processo di va-
lutazione delle nostri istituzione scolastiche
sono quattro:
1. autovalutazione : le singole scuole si do-
tano di Gruppi di autovalutazione, com-
pilano il Rapporto sull’Autovalutazione
(RAV); entro il mese di luglio indivi-
duando priorità strategiche e obiettivi di
miglioramento da attuare dall’A.S.
2015/2016;
2. valutazione esterna delle scuole da par-
te dei nuclei di valutazione esterna negli
AA.SS. 2015/2016 e 2016/2017, secondo
un protocollo adottato dalla Conferenza
dell’ SNV. Ogni anno saranno valutate
circa 800 scuole, di cui il 7% verranno
scelte sulla base degli indicatori di effi-
cienza ed efficacia individuati
dall’Invalsi e l’altro 3% casualmente;
3. azioni di miglioramento che le scuole
devono individuare ed attuare anche con
il supporto dell’Indire o mediante la col-
laborazione con Università o Enti di ri-
cerca;
4. rendicontazione sociale mediante la
pubblicazione dei risultati raggiunti in
un’ottica di trasparenza e di migliora-
mento del servizio.
Il SNV fornirà i dati delle valutazioni agli
Direttori degli Uffici Scolastici Regionali ai
fini della valutazione dei Dirigenti scolastici
secondo gli indicatori individuati
dall’Invalsi; inoltre le azioni di miglioramen-
to con i risultati conseguiti dalle singole
scuole costituiranno un punto fondamentale
per l’attribuzione ai Dirigenti scolastici dei
successivi incarichi.
L’Invalsi inoltre redigerà le relazioni al
Ministro e i rapporti sul sistema scolastico e
formativo, parteciperà alle indagini interna-
zionali e alle altre iniziative in materia di va-
lutazione in rappresentanza dell'Italia e
predisporrà ed organizzerà periodiche rile-
vazioni nazionali sugli apprendimenti e sul-
le competenze degli studenti anche in rac-
cordo alle analoghe iniziative internazionali.
Tali rilevazioni sono effettuate su base cen-
suaria mediante prove standardizzate nelle
classi seconda e quinta della scuola prima-
ria, prima e terza della scuola secondaria di
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primo grado, seconda e ultima della scuola
secondaria di secondo grado.
Le priorità strategiche
La più recente Direttiva Ministeriale n.
11/2014 individua, per il triennio 2014/2017,
1) le priorità strategiche della valutazione
del Sistema educativo di istruzione e forma-
zione, 2) i criteri generali per l’autonomia
del contingente ispettivo e 3) i criteri genera-
li per la valorizzazione delle scuole del si-
stema scolastico nazionale, statali e paritarie
nel processo di valutazione, affinché com-
piano un’autentica autoanalisi dei propri
punti di forza e di criticità in vista del per-
seguimento degli obiettivi.
Per quanto riguarda il punto 1) vengono
indicate le seguenti priorità strategiche: ri-
duzione della dispersione scolastica e
dell’insuccesso scolastico; riduzione delle
differenze tra scuole e aree geografiche nei
livelli di apprendimento degli studenti; raf-
forzamento delle competenze di base degli
studenti rispetto alla situazione di partenza;
valorizzazione degli esiti a distanza degli
studenti con attenzione all’università e al la-
voro.
La Direttiva scandisce la tempistica delle
varie fasi, indica che deve essere migliorato
l’utilizzo dei dati forniti dall’Invalsi affinché
i risultati possano costituire la base per
l’autovalutazione e per le azioni di miglio-
ramento. Inoltre stabilisce che l’Invalsi pre-
disponga ogni anno un rapporto sul sistema
scolastico italiano volto a consentire
un’analisi su base nazionale e una compara-
zione su base internazionale e che tenga
conto non solo dei livelli di apprendimento
degli studenti ma anche degli indicatori di
risultato delle singole scuole in base ai di-
versi contesti territoriali.
In questo modo si procederà ad una valu-
tazione di sistema grazie alla quale saranno
individuate le aree critiche e di eccellenza
del sistema scolastico italiano.
In queste disposizioni emerge chiaramen-
te come la valutazione sia «ricerca sociale
applicata che ha come scopo la riduzione
della complessità decisionale attraverso la
ricostruzione e l’analisi degli effetti diretti
ed indiretti, attesi e non attesi, voluti e non
voluti1». E’ opportuno ricordare che la scuo-
la riceve dalla società il mandato di formare
l’alunno e quindi proprio alla società, che è
lo stakeholder per eccellenza, la scuola deve
rendicontare quanto e come ha agito.
Autonomia e valutazione
La norma sembra chiarire come autono-
mia e valutazione siano due facce della stes-
sa medaglia: nel momento in cui alle scuole
vengono concessi ampi spazi di autonomia
didattica ed organizzativa, la valutazione
diventa un indispensabile strumento di go-
verno del sistema nel suo complesso.
Si designa infatti un approccio sistemico
alla valutazione che tiene conto delle dina-
miche dei processi di insegnamento, della
dimensione organizzativo-didattica della
singola scuola e dell’effetto delle variabili
esterne (il territorio ed il contesto socio-
familiare) sulla qualità dell’istruzione.
Un simile percorso è richiesto ai singoli
istituti, che sono tenuti a dotarsi di strumen-
ti e procedure per verificare la propria pro-
duttività culturale ed il raggiungimento di
obiettivi e standard nazionali, adattati alle
singole realtà territoriali.
1 Claudio Bezzi, Il disegno della ricerca valutativa, Franco
Angeli, Milano, 2001, pag. 60.
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La conquista dell’autonomia va dunque
di pari passo con lo sviluppo di una cultura
e di una attitudine alla valutazione, sia
all’autovalutazione che alla valutazione e-
sterna.
L’autovalutazione coinvolge i soggetti
stessi che compiono l’attività, mentre
la valutazione esterna oltre che essere con-
dotta da agenti esterni vuole “testare” il
raggiungimento di obiettivi definiti a livello
generale e quindi esterni al singolo istituto.
Occorre mantenere un forte intreccio tra va-
lutazione interna ed esterna per evitare che
si scada nell’autoreferenzialità.
Le caratteristiche della valutazione
Vediamo ora brevemente di sintetizzare i
requisiti che deve avere una valutazione di
sistema nella scuola dell’autonomia.
Innanzitutto la valutazione deve essere si-
tuata cioè quello che viene valutato deve es-
sere valutato in situazione, cioè inquadrato
nel contesto a partire dagli esiti.
In secondo luogo la valutazione deve es-
sere plurale, cioè affidata a più agenti sia in-
terni che esterni alla scuola, e partecipata:
non può essere delegata solo al Gruppo di
valutazione ma deve coinvolgere più opera-
tori.
Infine la valutazione deve essere formati-
va, cioè deve innescare una riflessione che si
traduce in decisioni e cambiamenti.
Al momento sembra mancare la parteci-
pazione costruttiva degli operatori della
scuola al processo di valutazione in atto: le
diverse resistenze, fondate sulla libertà di in-
segnamento garantita a livello costituzionale,
fanno emergere con chiarezza che il pro-
blema è di ordine culturale. La mancanza di
una cultura della valutazione negli addetti ai
lavori rappresenta l’ostacolo più consistente
nel riuscire ad utilizzare la valutazione co-
me risorsa e strumento di miglioramento del
sistema di istruzione.
Sarebbe stato opportuno, prima di valu-
tare, far crescere nelle scuole una cultura
della valutazione mediante corsi di forma-
zione a sostegno di un modo nuovo di esse-
re scuola. Oggi viene richiesto di configurar-
si come servizio formativo di qualità, capace
di rendere leggibile e trasparente l’efficienza
e l’efficacia della propria azione e tradurre
la propria linea d’azione in risultati chiara-
mente identificabili e misurabili.
Affinché questa cultura della valutazione
per il miglioramento continuo diventi vera-
mente un modus operandi delle scuole, diven-
ta determinante il ruolo del Dirigente Scola-
stico. Non si tratta di mettere in atto azioni
particolari, ma di creare un clima di fiducia
e di coinvolgimento sia del Collegio dei do-
centi che del Consiglio d’Istituto.
Conclusioni
Il processo di costante revisione delle
proprie scelte e comportamenti, attraverso il
supporto di una valutazione rigorosa, è vol-
to a produrre un miglioramento, sia della
didattica dei singoli docenti, sia delle moda-
lità di lavoro collegiale, sia della qualità dei
processi di insegnamento-apprendimento
posti in essere da ogni istituzione scolastica.
Ridurre la valutazione ad un mero adem-
pimento burocratico sarebbe, per la nostra
scuola, un’occasione perduta.
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Riferimenti normativi
- La Conferenza Nazionale sulla scuola del 1990 in cui, sulla base delle sperimentazioni sugli indicatori di qualità degli altri Paesi europei, venivano tracciate due piste fondamentali per il nostro sistema scolastico : l’autonomia e la valu-tazione;
- D. Lgs. 297/94 -Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione all’art. 603 si leggono i primi rife-rimenti di una sistema di valutazione nazionale;
- La Circolare Ministeriale n. 403 del 26 giugno 1997, avente per oggetto “Servizio Nazionale per la qualità dell'i-struzione” e che trasmette la direttiva n. 307 del 21 maggio 1997 , successiva alla L. 59/97, in cui comincia a deline-arsi l’ esigenza di verificare la qualità del prodotto educativo :“La valutazione dovrà pertanto essere multifattoriale e includere non solo la verifica dei livelli di apprendimento ma anche la valutazione dei processi, comprenderà sia gli aspetti quantitativi che quelli di tipo qualitativo; dovrà in sostanza rendere conto delle condizioni strutturali di disa-gio, di normalità o di eccellenza in cui maturano determinati esiti, in riferimento sia ai livelli di apprendimento che ai livelli di qualità del servizio. Inoltre, per essere "di sistema", dovrebbe essere in grado di estendersi "al di fuori del si-stema scolastico", ed occuparsi perciò anche dei rapporti tra il sotto-sistema sociale e produttivo. Scopo fondamen-tale di un Sistema di valutazione è dunque quello di valutare lo stato e l'efficacia del sistema formativo del Paese nel-le sue articolazioni e a tutti i suoi livelli, al fine di suggerire i necessari miglioramenti anche a confronto con compa-rabili situazioni di altri paesi.”
- DPR 275/99 Regolamento recante norme in materia di Autonomia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell'art.21 L. 59/97 dove all’ art. 10 c. 1 si legge: "Per la verifica del raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e degli stan-dard di qualità del servizio il Ministero della Pubblica Istruzione fissa metodi e scadenze per rilevazioni periodiche. Fi-no all’istituzione di un apposito organismo autonomo le verifiche sono effettuate dal Centro europeo dell’educazione.”
- D. Lgs. 165/2001 art. 25 comma 1: “I Dirigenti Scolastici sono inquadrati in ruoli di dimensione regionale e rispondo-no, in ordine ai risultati, che sono valutati tenuto conto della specificità delle funzioni e sulla base delle verifiche ef-fettuate da un nucleo di valutazione istituito presso l'Amministrazione scolastica regionale, presieduto da un Dirigen-te e composto da esperti anche non appartenenti all'Amministrazione stessa.”
- Legge 53/2003 all’art. 3. “Valutazione degli apprendimenti e della qualità del sistema educativo di istruzione e di formazione” recita : “ai fini del progressivo miglioramento e dell'armonizzazione della qualità del sistema di istruzio-ne e di formazione, l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione effettua verifiche periodiche e si-stematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche e formative; in funzione dei predetti compiti vengono rideterminate le funzioni e la struttura del predetto Istituto;
- D. Lgs. n. 286 Istituzione del Sistema Nazionale di valutazione (INVALSI);
- D. Lgs 150/2009 (Legge Brunetta);
- DPR 122/2009 - Regolamento sulla valutazione: per la prima volta una prova nazionale ha un peso all’interno della valutazione degli alunni e contribuisce alla determinazione dei voti e all’esito finale della prova d’esame;
- L. 10/ 2011 che individua la composizione del Sistema Nazionale di valutazione : Invalsi, Indire e Corpo ispettivo;
- La sperimentazione Vales del 2012, di durata triennale, che coinvolge 500 scuole e si svolge attraverso 4 fasi: auto-valutazione, valutazione esterna, piano di miglioramento e rendicontazione sociale;
- DPR 80/2013 Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione art. 2 c.1
- Dir. Min. 11/2014 Priorità strategiche della valutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione