la voce2 aprile 2007
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E' un giornalino di paese, trimestrale, di 16 pagine.TRANSCRIPT
Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana!
IN QUESTO NUMERO
Numero 2 – aprile 2007
L’Angolo della Posta Pag.2 Case in festa Pag.8
La musica di Stefano Panepinto di Angelo Abella Pag.3 Campionato regionale di ciclismo Pag.9
La festa in onore di San Giuseppe Pag.4 Hello Cianciana Pag.10
I riti della Settimana Santa 2007 Pag.5 Libro di Salvatore Di Marco Pag.11
Premio Pitrè-Salomone Marino per F. Cannatella Pag.6 Torneo di arti marziali in Francia - Saluti Pag.12
Sul monumento allo zolfataro di S. Comparetto Pag.6 Cianciana 2000 pag. 13 Il poeta dell‟OLTRE Pag.14
I giovani crescono, ... di Giovanna Montalbano Pag.7 Anagrafe pag. 15 Dolci vacanze a Cianciana Pag.16
VENERDI‟ SANTO ANNI „60 - LARGO SAN GAETANO
C O M E
E R A V A M O
CI PERMETTIAMO RICORDARE DI RINNOVARE
L’ABBONAMENTO AL GIORNALE PER IL 2007
LA MUSICA DI STEFANO PANEPINTO
PREMIO LETTERARIO PER FRANCESCO CANNATELLA
L’ASSOCIAZIONE MUSICALE CAFE’ DE LA PAIX
PUBBLICATO IL LIBRO DI SALVATORE DI MARCO
SOPRA FIORIVA LA GINESTRA
Numero 2 – Aprile 2007
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La Voce di Cianciana
La Voce di Cianciana
Periodico bimestrale di informazione e
di cultura, edito dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” di Cianciana.
Anno VII, numero 2 - Aprile 2007
Direttore Responsabile: Enzo Minio
Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto
Progetto grafico e fotografico
Filippo Mattaliano, Stefano Panepinto
Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Rino Cammilleri, Agostino D’Ascoli, Fausto De Michele, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Filippo Mattaliano, Nuccio Mula, Giusy Piazza, Alfonso Salamone. Direzione e Redazione: via Cavour, 3
92012 Cianciana (AG) Italy. Cellulare : 331 - 26.444.78
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vedi pagina 16 !
Autorizzazione Tribunale di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001.
Spedizione a regime libero. Autorizza-zione della Direzione Provinciale delle PP.TT. di Agrigento, settore commer-ciale Stampa: Tipografia Geraci - S. Stefano Quisquina (AG). Quanto espresso dai singoli autori, negli articoli firma-ti, non rispecchia necessariamente l’opinione del gior-nale. Gli autori, che sono del tutto liberi di esprimere il loro pensiero, se ne assumono implicitamente la re-sponsabilità. © Copyright 2007 - Associazione Culturale “Sicily Kult” - Tutti i diritti riservati. Senza il permesso del Direttore Editoriale, la riprodu-zione totale o parziale di qualsiasi parte del giornale è vietata.
DA ADELAIDE-AUSTRALIA Carissimo Salvatore, grazie per il tuo
biglietto che hai incluso con l' ultimo numero de "La Voce". Qui, in
Australia, stiamo alquanto bene al presente e mia mamma, in particola-
re, gode di buona salute e di ottimi sensi coi suoi 96 anni. Ti ringrazio
per aver pubblicato la sua foto nell'ultimo giornale. La foto è stata pre-
sa dal caro Alfonso Orlando durante la sua visita qui con le sue brave
ed affabili figlie Natasha e Sarah.
E' stata veramente una gioia per tutti noi paesani averli avuto tra noi
dopo tanti anni. Alfonso ha portato tante fotografie di noi paesani di
Adelaide che risalgono ai primi anni della nostra emigrazione. Una, in
particolare, che ritengo preziosa, è quella del gruppo dei nostri pionieri
in Adelaide (pubblicata anche nell'ultimo giornale).
Ora che anche noi siamo più anziani possiamo ben capire i sacrifici che
questi emigranti, oltre quarantenni, hanno fatto, lasciando famiglie in-
tere in paese per affrontare un futuro incerto e sacrificato in una terra
lontanissima come l'Australia, in cerca di un avvenire probabilmente
più sicuro per i loro figli. Tanti cari saluti per tutti voi del giornale e
per i miei parenti ed amici.
Dottor Bernardo Barbera
Da Civezza-Imperia (Liguria) Sono Giuseppe Gambino ed abito da
molti anni a Civezza in provincia di Imperia (Liguria).Contentissimo
quest‟anno ho soggiornato a Cianciana durante le feste di San Giusep-
pe e della Settimana Santa e ciò non mi capitava dal lontano 1967. Per
prima cosa intendo ringraziare i comitati organizzativi di queste feste.
La mia immaginazione non mi avrebbe permesso di arrivare a quello
che i miei occhi hanno visto quest‟anno. San Giuseppe, il mio Santo, è
diventata una festa così bella che 40 anni fa non avremmo potuto vede-
re neanche al cinema. E dopo San Giuseppe ancor di più la Settimana
Santa. Il Giovedì ed il Venerdì Santo ho provato grande emozione assi-
stendo all‟ultima cena e alla condanna di Gesù, guardando con gli oc-
chi increduli dello spettatore. E che dire durante la flagellazione ? Mi
sono talmente emozionato ed immedesimato assistendo a quella scena
cruenta che c‟è stato l‟intervento di mio nipote che mi ha impedito di
correre sul palco per fermare i flagellatori. Può sembrare incredibile
ma è così. Grazie ancora agli organizzatori per la bella manifestazione
al Calvario. La sera durante la processione ho avuto il piacere di saluta-
re lo zio Gabriele Perconti che già quando io avevo 6 o 7 anni faceva
parte del gruppo dei lamentatori e continua ancora a farlo. Ogni canto
ascoltato mi trasmetteva sempre delle emozioni. Noi Ciancianesi ab-
biamo un patrimonio culturale veramente eccezionale e lo notiamo an-
cor di più noi di fuori che lo viviamo purtroppo solo a tratti. Grazie,
grazie, grazie! Giuseppe
Da Torino LETTERA APERTA IN RISPOSTA A QUANTO
CHIESTOMI DAL DOTTOR ANGELO ABELLA NEL PRECE-
DENTE NUMERO DEL NOSTRO GIORNALE
Caro dottor Angelo, mi pare giusto e doveroso rispondere al quesito
postomi da lei che, né per suo merito né per mio demerito, non ha potu-
to godere della misera ma pur spensierata vita ante anni quaranta del
secolo scorso. Allora io (ma era la preponderanza giovanile che lo im-
poneva) anche se denutrito e stanco, affaticato e squattrinato, riuscivo a
cantare, ad essere giulivo. Allontanatomi dal paesello natìo mi è piom-
bato addosso un fardello grosso grosso che mi ha inibito l‟arte del
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La Voce di Cianciana Numero 2 – Aprile 2007
canto o il desiderio di esso. Non sono stato né musicante né musicologo, ma semplicemente amante del canto e della
musica, sebbene anelassi allora di intraprendere gli studi della musica in generale. Le faccio presente che quanto può
attendere i costumi di allora, soprattutto sulle serenate, ho scarabocchiato qualcosa che in un primo momento volevo
intitolare “post mortem”, anche perché alcuni protagonisti sono ancora in vita e potrebbero avere da ridire, e, poi, per
tema che io non avessi più la possibilità di portarlo a pubblicazione, nell’ottobre del 2005 ho depositato presso la
Biblioteca di Cianciana due miei pseudo romanzi che ho titolato “Serenate al vento” e “ Disquisizioni ne “La città
del dolore”. Ciò stante penso che Ella, carissimo dr.Angelo, dal quale attendo sia ricambiata vera e sincera amicizia,
se lo vorrà potrà consultare il tutto in sito onde acquisire così le risposte che di me si attende. Nella certezza che sa-
prà gradire un mio affettuoso abbraccio, invio cari saluti a tutta la cittadinanza. Gaetano Alessi
LA MUSICA DI STEFANO PANEPINTO L’ORGANISTA di Angelo Abella
Stefano Panepinto è nato a Cianciana il 12/10/1908 ed
ivi deceduto nell’aprile del 1978. La passione per
l’organo lo ha accompagnato da sempre durante la sua
vita e, a partire dall’infanzia, si era accostato a questo
strumento. Fu aiutato nella sua formazione musicale dai
sacerdoti che svolgevano la loro attività nella Chiesa Ma-
dre di Cianciana.
La gente, proprio in virtù di questa passione per l’organo,
comunemente lo chiamava Stefano l’organista. Oltre ad
essere un abile virtuosista dell’organo, Stefano fu anche
un sapiente compositore. Egli scrisse un gran numero di
musiche, che possono essere suddivise in due gruppi: al
primo appartengono le composizioni sacre, mentre al se-
condo le musiche strumentali.
Al gruppo delle musiche sacre appartengono le seguenti
composizioni:
Messa Pastorale, per coro, clarinetto, sax contralto, sax
tenore, tromba, violino e organo.
Inno Popolare ( Congresso Eucaristico di S. Stefa-
no Q. anno 1938), per coro e organo.
Ave Maria, per voce con accompagnamento
dell’organo.
Padre Nostro, per voce con accompagnamento
dell’organo.
Le composizioni che appartengono al gruppo delle musi-
che strumentali:
Santa Lucia, valzer lento in la minore.
Un sogno, valzer lento in re minore
La croce, mazurca in la minore.
Mazurca ( dedicata all’amico F. Messina), in sol
maggiore.
Mazurca, in la minore.
Quando penso alla mia sorte, voce e organo
Per quanto riguarda la “Messa Pastorale”, la partitura è
andata perduta ci resta soltanto la parte del sax contralto.
Tuttavia nel nostro paese ci
sono persone che ricorda-
no la linea melodica. Il mo-
tivo per il quale queste per-
sone ricordano la linea
melodica è che durante le
novene natalizie cantavano
questa composizione di
Ste fano l ’o r gan i s t a .
“L’Ave Maria” per voce
e organo è stata trascritta
da una registrazione audio ,
dal nipote di Stefano il pianista Fausto Caltagirone. Lo
stile di questa aria dedicata alla Madonna è tipicamente
romantico, molto probabilmente il compositore ciancia-
nese prende spunto dalla celebre Ave Maria di Schubert.
La tonalità di inizio è FA maggiore, il tempo è di 6/8. La
struttura formale è la seguente: A B B C D B B E. Dopo
una breve introduzione dell’organo, con degli arpeggi che
caratterizzeranno il sostegno armonico del brano, viene
esposto il primo tema . Le linee melodiche di tutto il bra-
no vengono esposte anche dall’organo, ma a bicordo co-
me se ci fosse una seconda voce.
Durante il periodo di quaresima Stefano era impegnato a
sostenere con il suono dell’organo delle Chiesa Madre il
lamento ( canto polivocale).
Stefano l’organista era presente anche quando venivano
portate le atturne (serenate). Egli partecipava alle sere-
nate con la fisarmonica, arricchiva di suoni il repertorio
“amoroso“ delle musiche delle serenate. Ma Stefano
Panepinto non si accontenta di partecipare come esecuto-
re: la passione per la musica gli dà l’ispirazione giusta per
creare degli splendidi valzer e mazurche. Stefano
l’organista non era conosciuto solo a Cianciana, egli in-
sieme al violinista Giuseppe Croce si esibiva in concerti
pubblici, in diversi paesi della provincia di Agrigento. Di
questa attività artistica, ci resta soltanto un documento
audio, la registrazione di un concerto per organo e violino
eseguito nella Chiesa Madre di Santo Stefano Quisquina.
Dopo quasi trent’anni dalla morte di Stefano Panepinto,
ancora oggi non è stata pubblicata una biografia di questo
brillante compositore ciancianese. Le melodie composte
da lui ci portano indietro nel tempo e ci evocano alcuni
frammenti della vita quotidiana ciancianese.
dott. Angelo Abella (nella foto il maestro Stefano Panepinto accompagna
all’armonium alcuni giovani dell’Azione Cattolica)
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La Voce di Cianciana
IL PANE DI Eugenio Giannone
Inventato in senso moderno dagli antichi Egizi, ma già gustato
nell’età della pietra e con la produzione regolamentata in età
imperiale romana, il PANE, elemento basilare
dell’alimentazione occidentale (“Civiltà del pane”), rappresenta
il ciclo della vita che costantemente si rigenera, assume un alto
valore simbolico ed è il “dono su cui si fonda ogni pasto”. Fi-
glio del grano, il pane ha ispirato il più bel mito agrario della
classicità (la vicenda sicana di Cerere e Chore) ed è simbolo
della luce solare, della simbiosi perfetta tra l’uomo e la natura
che comincia a risvegliarsi a primavera e la festa di San Giu-
seppe segna proprio l’inizio della bella stagione.
Oggetto rituale in alcune religioni, nella Cristiana rappresenta
il Corpo di Cristo; sulla Tavola di San Giuseppe, lavorato in
mille fogge, è l’elemento più importante e, benedetto, diventa
sacro, acquista un valore apotropaico e taumaturgico e mette
l’uomo in contatto con la divinità, con Dio che, tramite il Santo
Patriarca, padre della Provvidenza, elargirà grazie e miracoli.
San Giuseppe è il santo protettore dei poveri, cui non deve
assolutamente mancare l’elemento nutrizionale vitale.
Consumare pane assieme acquista ampia dimensione sociale,
rafforza l’identità collettiva, rinsalda i vincoli parentali,
l’orgoglio dell’appartenenza e apre la comunità a nuovi ospiti.
Sono varie e di simbologia diversa le forme che il pane assume
sulla Tavola del Santo: il Bastone, simbolo del comando e dello
Sponsalizio; la Barba, della saggezza;la Palma, della vittoria,
della gloria di Maria SS.; il Buccellato,dell’abbondanza da con-
dividere; l’Aquila bicipite, oggi esclusivamente in marzapane,
rappresenta l’onnipotenza divina.
La Mostra del pane artistico, realizzata con la partecipazione
disinteressata di una quarantina di panificatori e associa-
zioni delle diverse province siciliane, offre una ripro-
va della vena artistico-creativa della Gente di Sicilia che, pro-
prio in occasione di questa splendida Festa, dimostra come il
Pane sia Lode a Dio e al Santo, / “Cuore della casa / Gioia del
focolare / Fragranza della terra / Poema di sacrificio / Santo
premio alla fatica umana”. (eg)
I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SAN GIUSEPPE
In via del
tutto ecce-
z i o n a l e
qust’anno i
festeggia-
menti in
onore del
P a t r o n o
della Chie-
sa Univer-
sale, il Pa-
triarca San
Giuseppe, sono cominciati il 10 marzo e si sono protratti
fino alla notte del 19. Ma già l’anno
scorso il comitato aveva allestito una
Tavola estiva per farla ammirare dai
numerosi emigrati che come è noto
assiepano il paese, durante il periodo
delle ferie. Il comitato dei festeggia-
menti di quest’anno era costituito dal
presidente don Mario Giuseppe Car-
bone che si è avvalso della collabora-
zione degli assistenti Caterina
D’Angelo e di Roberto Di Miceli e di
tantissimi altri devoti, ognuno dei
quali ha dato il meglio per la buona
riuscita della festa, che ha richiamato
nella nostra cittadina la presenza di tanti turisti prove-
nienti da tutta la Sicilia e non solo. Il comitato ha ospitato
altresì una scolaresca proveniente da Agrigento. La tavola
interna è stata allestita nella centralissima Via Cuffaro.
Per dare inizio ai solenni festeggiamenti è stata celebra-
ta la Divina Liturgia in rito greco-bizantino presieduta
dalla comunità di Palazzo Adriano ( Palermo).
Tra le varie iniziative della festa ricordiamo:
l’accensione pubblica della straordinaria illuminazione
a cura della ditta Riolo di Palermo; la processione del
SS. Sacramento; il convegno sulla famiglia;
l’inaugurazione della collettiva di pittura, allestita in via
Ariosto con la
pa r t ec ipaz ione
degli artisti Clau-
dio Guadagna,
Luisa Lo Verme,
Mario Passatello,
Rino Pony e del
nostro Andrea
Arcuri ;
l’esibizione del
gruppo folk di
Sant’Angelo Mu-
xaro; la mostra fotografica e documentaria a cura del cir-
colo cacciatori “Pino Mendola” di
Cianciana; il corteo storico con gli
sbandieratori di Motta Santa Anasta-
sia ( Catania) che accompagnavano il
carro con l’effige di San Giuseppe;il
primo raduno ciclistico San Giuseppe;
la sfilata dei cavalli a cura
dell’Associazione Amici del cavallo; i
giochi piro-musicali della vigilia e
durante la processione del 19; la pro-
cessione del simulacro del Santo dalla
Chiesa del Convento alla Chiesa Ma-
dre il giorno della vigilia,i tamburina-
ri di Aspra ( Palermo);la prima mostra
del pane, allestita nei locali dell’ex cinema Arena, con la
partecipazione di 51 tra parrocchie, pro-loco e panificato-
ri di tutta la Sicilia. S.P.
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La Voce di Cianciana Numero 2 – Aprile 2007
I RITI DELLA SETTIMANA SANTA EDIZIONE 2007
Come ormai è tradizione conso-
lidata, anche quest‟anno Cian-
ciana ha prestato le sue più belle
piazze, la sera illuminate da sole
torce che conferivano
un‟atmosfera particolare, che
sono diventate lo scenario per
rappresentare le ultime ore della
vicenda umana del Cristo che,
entrato trionfalmente a Gerusa-
lemme, nel giro di pochi giorni è
stato tradito, catturato, processa-
to più volte, fustigato, deriso, crocifisso ed infine risorto.
Ad organizzare la Sacra Rappresentazione ancora una
volta è stata l‟Associazione Settimana Santa di Cianciana
che, come sappiamo, è l‟unica rappresen-
tante siciliana in seno all‟Associazione
europea Euro Passion, della quale fanno
parte circa 80 associazioni di ben quindici
nazioni continentali che si dedicano tutte
a rappresentare, nelle varie latitudini, la vicenda del Cri-
sto Salvator Mundi. Corale è stata la partecipazione dei
ciancianesi, residenti in paese o provenienti dalle diverse
regioni italiane come pure dall‟estero ai quali si sono ag-
giunti numerosi turisti. Supe-
rano il numero di 200 le perso-
ne che, dopo un lungo lavoro
preparatorio durato dei mesi,
hanno recitato “ Gesù le ultime
ore” testo scritto
dall‟affermato regista profes-
sor Mario Cammarata che ha
curato anche la regia, appor-
tando alcune significative no-
vità come ad esempio la scena
in cui Gesù Cristo, prima dell‟arresto, dialoga con un gio-
vane di oggi al quale ricorda di non essere mai andato via
dal mondo e che l‟umanità, se lo vuole veramente, può
migliorare e vivere in pace.
Nell‟edizione del 2007 ha recitato ancora una volta la
nota attrice Consuelo Lupo come voce recitante fuori
campo anche durante la Via Crucis. Prima performance
ciancianese, invece, per la ballerina e coreografa Serena
Vizzini che ha curato le danze delle ballerine alla corte
del re Erode, impersonato quest‟anno da Giovanni Lo
Bue, ed esibendosi nella danza del ventre, indossando un
costume origianario egiziano. Molto commossi e soddi-
sfatti sono stati i fedeli ciancianesi che hanno assistito
alla sacra rappresentazione ed ancor di più il presidente
dell‟Associazione Settimana Santa, il dottor Gerlando
D‟Angelo che la sera del Giovedì Santo, dopo aver rin-
graziato tutti coloro i quali hanno prestato la loro collabo-
razione, ha dato lettura di un telegramma di congratula-
zioni pervenutogli dal Presidente della Repubblica Italia-
na. S.P.
Nella foto in alto la signora Tata D‟angelo, vedova Cal-
tagirone, con la figlia Giuseppina ed il genero Andrea,
abitanti a Lansarques (Francia).
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La Voce di Cianciana
PREMIO INTERNAZIONALE PITRE’-SALOMONE MARINO
I l giorno 11 febbraio 2007, presso il teatro Sibarys
del Protoconvento francescano di Castrovillari
(Cosenza), sono stati consegnati i riconoscimenti
del prestigioso Premio internazionale di demoetno-
antropologia „Pitrè-Salomone Marino‟, edizione 2006.
Alla serata della cerimonia ufficiale, presieduta dal Prof.
Francesco Sicilia,
erano presenti il
sindaco Franco
Blaiotta, il prefetto
di Cosenza, France-
sco Antonio Muso-
lino, la Prof.ssa An-
na Maria Amitrano
ed il professor Au-
relio Rigoli.
Il Premio, definito il
“Nobel
dell‟Antropologia”,
è stato ideato nel
1958 da Giuseppe
Cocchiara e Gaeta-
no Falzone con
l‟obiettivo di incen-
tivare gli studi sul
folklore. Un ricono-
scimento, oltre che ad altri emeriti studiosi, è andato a
Francesco Cannatella, studioso attento del territorio ed
esperto del Centro Internazionale di Etnostoria, con la
seguente motivazione della Giuria:
“Francesco Cannatella, noto dirigente scolastico ma an-
cor più intelligente interprete della cultura tradizionale
siciliana, ha registrato tra i suoi meriti scientifici la prege-
vole cura dell‟opera pitreiana Canti popolari siciliani, in
tre tomi, nell‟ambito dell‟Edizione Nazionale, promossa
dal Ministero per i beni e le Attività Culturali, esito di
certosina analisi nella materia folklorica così, come oggi,
registra l‟accurata edizione dei Canti popolari siciliani in
aggiunta a quelli del Vigo di Salvatore Salomone Marino.
Per la sapiente utilizzazione nelle categorie logiche, nella
filologia folklorica e per la compiutezza dei risultati, la
Giuria unanime, è lieta di attribuire al predetto volume,
nell‟ambito del Premio Internazionale di Studi Demoet-
noantropologici „Giuseppe Pitrè – Salvatore Salomone
Marino‟, una Segnalazione Speciale.”
Al concorso, promosso dal Centro Internazionale di Etno-
storia e presieduto da Aurelio Rigoli, hanno partecipato
studiosi italiani, francesi, rumeni, bulgari e cinesi. La
Giuria era composta da Anna Maria Amitrano, Francesco
Blaiotta, Gerardo Bonifati, Elio Cardinale, Mario Grispo,
Umberto Rinaldi, Francesco Salvatori e Roberto Sani.
Salvatore Panepinto
Nella foto a sinistra la copertina del volume, nelle foto a
destra il dirigente scolastico Francesco Cannatella ritira il
prestigioso premio dalle mani del dottor Umberto Rinal-
di, direttore dell‟Istituto Italiano di Cultura.
A proposito del monumento allo zolfataro e le donne di Serafina Comparetto
“… ma dunque, com‟è complessa e vincolata la sorte del-
le donne, anche nella nostra epoca, in cui credono
d‟essere libere! La maggior parte degli scrittori uomini
che conosco passano il loro tempo al ristorante o nei sa-
lotti intellettuali di Parigi e, se hanno una casa e una fa-
miglia, fanno assegnamento su una donna che se ne occu-
pa… Se un uomo lavora in ufficio, può sempre, se vuole,
chiudersi in un mondo di cifre, di rapporti, di statisti-
che,ma la donna resta sempre vicina agli esseri, alle co-
se…” Così scriveva Margherite Yourcenar in “Memorie
di Adriano”- Eiunadi pag 329, alla traduttrice Lidia Sto-
roni Mazzolani e di concerto a me viene de pensare ad
una frase che mia mamma soleva ripetere sempre”la fim-
mina ti tingi e la fimmina ti dipingi”, il che equivale a
dire che, quando una donna “sa fare”, riesce a portare
avanti bene la sua famiglia, non solo dal punto di vista
economico, ma anche morale, educativo e perché no, an-
che culturale. E quante donne nel nostro paese sono riu-
scite in questo? Dietro a un grande uomo, come si suol
dire, c‟è sempre una grande donna e qui si potrebbe con-
tinuare all‟infinito… ma non voglio parlare della vasta
letteratura che esiste a tale proposito, né delle donne cele-
brate dai nostri poeti e scrittori, bensì delle donne sempli-
ci che, con i loro sacrifici e senso di abnegazione, si sono
prodigate per assicurare un avvenire migliore ai loro fa-
miliari. La lettera aperta scritta dal dott. Fausto De Mi-
chele sul numero 6/2006 de “ La Voce di Cianciana” mi
trova concorde nel riconoscere l‟importanza che la donna
ha avuto nella nostra economia mineraria e nel sostenere
che l‟opera scultorea dovrebbe essere arricchita, c‟è sem-
pre tempo per rimediare, no?, dalla presenza di una
“carusa” o quanto meno di una figura femminile che po-
trebbe essere identificata nella moglie, nella mamma o
nella figlia del minatore stesso. Del resto, quando
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Numero 2 - Aprile 2007 La Voce di Cianciana una disgrazia nel ventre della terra chi ne piangeva le
conseguenze? Inoltre, la suddetta lettera mi offre
l‟opportunità di parlare, anche se non era una carusa, ma
è stata ugualmente grande, di una donna, la mia carissima
zia Alfonsina Caruana, alla quale devo tutto, soprattutto
la mia laurea. E‟ grazie a lei, infatti, che ho potuto realiz-
zare di raggiungere il sogno che accarezzavo fin da quan-
do ero bambina. Non era facile allora per una ragazza e
per di più orfana di padre quale ero io, poter proseguire
gli studi…Bisognava andare fuori paese anche per fre-
quentare la scuola media e poi le scuole superiori e infine
l‟Università. Per fortuna la zia Alfonsina, dopo la morte
di mio papà, ci aveva accolte a casa sua! Faceva la sarta:
confezionava pantaloni, camicie e indumenti maschili.
Non sapeva né leggere né scrivere ma aveva
un‟intelligenza viva e pratica, accompagnata da capacità
organizzative e spirito di iniziativa e di intraprendenza.
Era molto materna. Non si era sposata, ma aveva fatto da
mamma, oltre che a me e a mia sorella, ad altri nipoti il
cui padre era morto in guerra, per cui la madre per neces-
sità doveva andare a lavorare. Lei, la zia Alfonsina, cuci-
va con la sua vecchia Singer ed intanto accudiva i bambi-
ni della sorella. Determinata e orgogliosa, aveva rinuncia-
to a sposarsi, perché non voleva che un potenziale marito
le facesse “disprezzi” , come diceva lei, per un suo difetto
fisico. La sua generosità era senza limiti, come pure il
senso di altruismo. Dimenticava se stessa per dedicarsi
agli altri! Quando è andata a vivere a Palermo con mia
sorella che si era sposata, io in quel periodo insegnavo in
Sardegna, inizialmente si sentiva “carzarata”, come dice-
va lei, ma alla nascita di Carmelo, mio nipote, è stata feli-
cissima perché poteva accudire il bambino che amava
teneramente e rendersi ancora una volta utile, dato che
mia sorella insegnava. Quando penso a lei, provo una
grande tristezza, perché non c‟è più, ma nel contempo un
grande affetto nel ricordare le sue parole, la sua semplici-
tà, i suoi modi di dire, veramente grandi di saggezza. A
lei non è stato innalzato nessun monumento, ma che im-
porta? Il suo ricordo è rimasto vivo e indelebile in me e in
quanti l‟hanno conosciuta e voluta bene, e ancora oggi le
sono riconoscente e grata per l‟affetto che mi ha dato e
per quanto ha fatto per
me, mia mamma, mia
sorella. Passano gli an-
ni, passano gli uomini e
le donne, ma il tempo
non cancella il ricordo
di chi fa del bene. Per-
ciò, grazie zia Alfonsina
e grazie a La Voce di
Cianciana che mi dà
l‟opportunità di parlare
di te e dei tuoi grandi
meriti.
Serafina Comparetto (nella foto Alfonsina
I giovani crescono, Cianciana impara di Giovanna Montalbano
E ‟ una fresca sera d‟aprile quando incuriosita
dai discorsi di Giuseppe Marino, decido di far
visita ai soci del “Cafè de la paix”. Lì, fortuna
per le mie orecchie, incontro i Velaut (cover
band ciancianese) e Valeria Perzia che disponibile, inizia
a raccontarmi della nascita del progetto. L‟ascolto con
stupore, impressionata dalla sua passione e dalla sua vo-
glia di fare, voglia comune a tutti i componenti
dell‟associazione. Già, perché il CAFE‟ DE LA PAIX
l‟hanno “messo su” loro in tutti i sensi. Dai vinili alle
pareti alla sala di registrazione, dal-
la musica che ascoltano a quella che
vorrebbero suonare, dai film che
hanno visto a quelli che vedranno.
Impegnati, curiosi, tenaci e stimo-
lanti, si scontrano, si confrontano,
crescono. Sin dall‟inizio, quando
l‟associazione l‟avevano solo
“pensata” i componenti dei VVV,
dei Delenda Carthago,dei Velaut e
tutti gli altri, si sono posti come
obiettivo primo, quello di promuo-
vere l‟arte e la cultura a Cianciana e
nei paesi limitrofi, non a caso la
scelta del nome che ricorda un famoso salotto parigino
frequentato da intellettuali e da grandi artisti.
Dall‟apertura dei battenti, nel settembre 2006, numerose
sono state le iniziative realizzate dai ragazzi, come i con-
certi e il cineforum al centro sociale che, a marzo ha visto
come protagonista assoluto Charlie Chaplin. Interessanti
inoltre le idee ancora in cantiere, che spero riescano pre-
sto a sviluppare. Inutile anticiparle, è molto meglio che
siano loro a presentarle. Perciò, non mi resta che augurare
al Presidente Luca Montalbano e a tutta la SQUADRA:
Numero 2 - Aprile 2007 La Voce di Cianciana
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Chiara Savarese di Franck e di Katia Mazzara,
nata a Bruxelles (Belgio) il 16 gennaio 2007 Francesca Carubia di Mario e di Rosanna
Acquisto, nata a Sciacca il 25 febbraio 2007
Marta Panepinto di Carmelo e di Giuseppina
Montalbano, nata a Santo Stefano Q. il 29/03/‟07
N A S C I T E
A destra i gemelli
Giuseppe e Manuel
Grassadonia
di Salvatore
e di Marianna
Tamburello,
nati ad Agrigento
il 20 marzo 2007
Nozze D’Oro per
SAVERIO D’ANGELO E ROSALIA CHIAZZA CIANCIANA, CHIESA MADRE 9 MARZO 1957
SANTA ROSALIA ALLA QUISQUINA 9 MARZO 2007
Numero 2 – Aprile 2007 La Voce di Cianciana
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ASD Ruota Libera Olympia
1a prova del campionato regionale Gran
Fondo di ciclismo
Domenica 22 Aprile si è aperto il campionato Siciliano
delle Gran Fondo, con la classica “GF Libero Grassi”
giunta alla sua 17° edizione. Record di partecipanti, 650
al nastro di partenza, e noi dell‟A.S.D. Ruota Libera Ol-
ympia c‟eravamo per promuovere la nostra prossima
“Gran fondo dei Monti Sicani” che avrà luogo il 24 giu-
gno. Ecco l'ordine d'arrivo dei nostri: Filippo Giannone
356esimo; Saverio Ragona 379esimo; Piero Di Miceli 399
esimo; Alfonso Montalbano 423 esimo; Giovanni Liguori
455 esimo; Giuseppe Rumore 482esimo. A tutti un 10 e Lode
per aver portato punti alla squadra! Per la cronaca, dopo
circa 20 km il gruppo si è scisso in due che compatti
sono giunti sino a Tortorici, ma solo la salita di Ca-
stell'Umberto-Ucria ha visto i primi mettersi in fuga per
affrontare la temibilissima discesa sino a Singara, ed è
stato proprio il gruppetto di testa che dopo un insegui-
mento alla ruota da Sinagra a Gioiosa ha visto primeg-
giare il giovane Ferlito Rosario davanti a un agguerrito
Condipodaro. Intanto fervono i preparativi per la nostra
Gran Fondo, tutto è pronto o quasi, la macchina pubbli-
citaria è già partita e molti sembrano essere gli interessa-
ti a venire, certo non sogniamo i numeri della Libero
Grassi, ma . . . . chissà! Qualche modifica al percorso per
migliorare la sicurezza, eccolo: Cianciana → Alessan-
dria della Rocca → Bivona → Santo Stefano Quisquina
→ Bivio Filaga → Bivio Castronuovo → Castronuovo di
Sicilia → S.V. PA-AG → Bivio St.FS Acquaviva Platani
→ Casteltermini → S. Biagio Platani → Bivio Alessan-
dria d. R.→ Bivio SP32 → Cianciana. Totale 125 km e
2100 metri di dislivello. Tre le Salite significative: 1-
Ponte Magazzolo→Passo Contuberna di 14 km; 2-
Stazione Acquaviva → Casteltermini: 12 Km; 3-C/da
Pietranera→1° Bivio Alessandria di 7 km.
Alfonso Montalbano
Nella foto in alto, trent‟anni di matrimonio per i coniugi Giuseppe Abel-
la e Antonina La Corte, festeggiati a Cianciana il 5 marzo 2007.
A sinistra sposi Andrea Pulizzi e Alfonsa Campisi, Cianciana Chiesa
Madre, 24 febbraio 2007.
Laurea in ingegneria civile per Nicolò Termini conseguita, presso
l‟Università di Parma il 15 marzo 2007, con il massimo dei voti :
110 e lode, come testimonia nella foto la proclamazione del neo
dottore da parte dei docenti che indossano il berretto accademico
solo quando assegnano il massimo dei voti. Nella foto in basso
Nicolò, che ha discusso una tesi dal titolo Costruzione ponti in
acciaio e calcestruzzo, viene festeggiato dai genitori Madddalena
Provenzano, dal papà Filippo e dalla sorella Francesca. La Voce
si è già occupata di lui nel numero sei del 2003, dando la notizia
della sua premiazione alle olimpiadi nazionali di matematica,
svoltesi il 9 maggio 2003 nella città di Cesenatico.
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La Voce di Cianciana Numero 2 - Aprile 2007
HELLO CIANCIANA - CIAO CIANCIANA di Diane Lainson
We would just like to say how much we enjoyed the San
Guiseppe festival and all that it signified. The food that was
prepared by several households with their wonderful settings
was delicious and the lights this year were excellent, also the
firework display.
What a wonderful turn out there was in town for the Easter fes-
tivities and as always the Last Supper re-inaction was excellent.
Staging it on the steps beneath the town clock this year was a
perfect venue. It had a lovely theme also with the young people
coming down and sitting and speaking to Jesus. Also the Con-
demnation of Christ before he was crucified on the Friday was
most emotional. The whole setting was also brilliantly staged. A
big bravo to the producers and the players who worked so hard
to make such an excellent production. Again it was so nice to
see all the visitors in town from various places.
At last the summer seems to have started, or at least we thought
so until a few days ago when the weather did one of its fickle
„turnarounds‟ and started to cloud over and the wind got up
and… some rain. Mind you we need the rain for the summer
months for the crops when it will be very dry again.
Now ladies don‟t forget to start reviewing your wardrobe ready
for the summer and start a beauty programme to prepare your
skin for the long hot summer months. There are some good
moisturisers around and sun preparations in the shops.
TIPS:- Here is an interesting tip that I picked up a little while
ago from a magazine, about killing germs in the micro-wave!
There is something that lives in every kitchen and contains
approx. 200 times more germs than the average toilet seat, so it
is claimed. We are talking about washing-up sponges. Quite
often they just sit by the side of the sink breeding germs that
could be capable of causing a nasty tummy upset. But you don‟t
have to keep buying new ones every few days, because you sim-
ply put it in your micro-wave oven, when damp, every two
days. Here‟s how. Apparently two minutes on full power can
sterilise most household sponges, killing more than 95% of
harmful bacteria. To make them really clean, provided that they
have no metal in them and to minimise the risk of them catching
fire, moisten them throughout, not dripping wet, squeeze gently
and then put them in the microwave. Be careful when removing
as they will be very hot.
I have noticed the glut of peas and beans in the greengrocers
recently. Here is a delicious way to cook the broad beans.
Broad Beans (fave) with Garlic and fresh Coriander.
1 kilo fresh young broad beans, 3-4 garlic cloves, a good hand-
ful of fresh coriander, 2 tablespoons of olive oil and a little wa-
ter. Make sure the broad beans are not too big and tough. Chop
up 3-4 cloves of garlic, cut up the beans in their pods in diago-
nal bite size pieces, approx. 2cm. and chop coarsely a good
handful of fresh coriander. (Dried will do, but the taste is not the
same.) Fry the garlic in the oil and then toss in the broad beans
and stir, add a little salt and pepper to taste. Throw in a coffee
cup of water and cook for a few minutes until tender; you may
need to add a little more water. Then throw in the coriander and
mix it in well and cook for approx 2 mins, cool slightly and
serve with good thick plain yoghurt.
I came across an article in a book recently relating to fava
beans. In the 4th century B.C, one of the main vegetables in the
diet of the poor people in Athens was fava beans. Also did you
know that broad beans have grown in Italy since the 6th century
B.C, and were the only beans available in Europe until the 16th
century A.D! Some sensitive individuals can be allergic to the
pollen of the fava plant or a few hours after eating them.
Though this is quite rare. Diane Lainson.
Vorremmo parlare di quanto ci è piaciuta la festa di San Giu-
seppe e del suo significato. Il cibo preparato da parecchie
famiglie, esposto sulle loro tavole bellissime era squisito;
quest‟anno l‟illuminazione era meravigliosa, anche lo spetta-
colo pirotecnico. In città c‟era un gran numero di persone per
la celebrazione della Pasqua e come al solito, la celebrazione
dell‟Ultima Cena era eccellente. La messa in scena sotto la
torre dell‟Orologio era perfetta; è stata una buona idea avere
i giovani che scendevano e si sedevano per parlare con Gesù.
La Condanna del Cristo prima della Crocifissione il Venerdì
Santo era commovente. L‟intera scena era rappresentata bril-
lantemente.
Molte congratulazioni ai produttori e agli attori che hanno
lavorato così tanto per ottenere risultati così eccellenti. E‟
stato così bello vedere tanti visitatori venuti da fuori città e
anche dall‟estero. Finalmente sembrava che l‟estate fosse
incominciata, o perlomeno lo abbiamo pensato fino ad alcuni
giorni fa, quando il tempo ha fatto uno dei suoi dietrofront, e
sono ritornate le nuvole, si è alzato il vento e…un po‟ di
pioggia. Non scordiamoci, però, che abbiamo bisogno della
pioggia per i mesi estivi e per i raccolti quando ritornerà il
tempo secco. Adesso, signore, non dimenticate di cominciare
a rivedere il vostro guardaroba pronto per l‟estate e preparare
il programma per la bellezza della pelle per i lunghi caldi
mesi estivi; ci sono delle buone creme idratanti e preparatorie
per il sole nei negozi. Suggerimenti: ecco un consiglio inte-
ressante che ho trovato in una rivista un po‟ di tempo fa, co-
me uccidere i germi nel micro-onde. C‟è qualcosa che vive in
ogni cucina e contiene circa 200 volte più germi che un co-
perchio del gabinetto, o così si dice. Stiamo parlando della
spugna per i piatti; molto spesso stanno sul lavandino e molti-
plicano i germi che potrebbero procurare un penoso mal di
pancia. Ma non è necessario continuare a comprare spugne
nuove ogni due o tre giorni, perché si possono mettere nel
micro-onde a giorni alterni. Ecco come: si mettono le spugne
ancora bagnate ma non gocciolanti nel micro-onde al massi-
mo, uccidendo così il 95% dei batteri nocivi. Fate attenzione
quando si tolgono, perché saranno bollenti.
Ho notato di recente la sovrabbondanza di piselli e fagioli nei
negozi di verdura. Ecco un modo eccellente per cucinare le
fave. Fave con aglio e coriandolo fresco. ! kg. Di fave fresche
e tenere, 3-4 spicchi d‟aglio, una buona manciata di coriando-
lo fresco, due cucchiai di olio d‟oliva e un po‟ d‟acqua. Fate
attenzione che le fave non siano molto grosse e dure. Si tagli
3-4 spicchi d’aglio, si taglino le fave in diagonale a bocconi,
circa 2 cm, e si tagli una manciata di coriandolo fresco a pez-
zi (va bene anche secco, ma non ha lo stesso gusto). Friggere
l‟aglio nell‟olio e poi aggiungere le fave e mescolare, aggiun-
gere sale e pepe secondo il gusto. Si metta una tazzina
d‟acqua e si cuocia per alcuni minuti finché diventa tenera; ci
può essere bisogno di un po‟ d‟acqua in più. Poi si metta il
coriandolo e si mescoli bene e si cuocia ancora per due minu-
ti, si raffreddi un po‟ e si serva con uno yogurt bianco.
Di recente ho letto un articolo sulle fave. Nel IV secolo A.C.
in Atene uno dei principali legumi dei poveri era la fava. Sa-
pevate che le fave vengono coltivate in Italia dal VI secolo
A.C. ed erano i soli legumi fino al XVI secolo in Europa?
Certe persone sensibili possono essere allergiche al polline
delle piante di fave o dopo alcune ore dall‟averle mangiate:
Però è molto raro.
Diane Lainson (Traduzione dottoressa Maria Denton)
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La Voce di Cianciana
“Sopra fioriva la ginestra”: l’ultima fatica di Salvatore Di Marco
U n libro singolare del quale si avvertiva la
mancanza e che getta una fervida luce
sulla figura e l‟opera di Alessio Di Gio-
vanni, poeta e scrittore anche della zolfa-
ra, sgombrando il campo da equivoci e da giudizi spesso
azzardati e frettolosi, non motivati da una profonda cono-
scenza della produzione del poeta ma dettati da pregiudizi
ideologici. Si tratta di “Sopra fioriva la ginestra – Ales-
sio Di Giovanni e la Sicilia delle zolfare”, che Salvatore
Di Marco, critico e letterato palermitano e cittadino ono-
rario ciancianese, ha dato recentemente alle stampe per i
tipi della Nuova IPSA Editore di Palermo. Il poderoso
saggio (230 pagine) ripercorre la storia economica della
Sicilia zolfatara e contadina del XIX secolo, soprattutto
degli ultimi suoi decenni, attraverso l‟analisi tracciata da
storici ed economisti e vi inquadra ermeneuticamente
l‟opera del Di Giovanni, che gli appare la voce più alta e
sofferente del latifondo e della zolfara, fonti di patimento
e sfruttamento da parte di pochi a danno dei lavoratori,
saputi tradurre in “un autentico e fedele segno letterario”.
Quella del Di Giovanni, che alle voci della zolfara dedicò
parecchie composizioni (a cominciare dai sei famosi so-
netti inseriti in Voci del feudo a Gabrieli, lu carusu, a
componimenti o accenni sparsi qua e là) è “un documento
di alta umanità”, un‟opera di denuncia, anche nei con-
fronti del suo stesso ceto d‟appartenenza, al di là di talune
prese di posizione ideologiche che qualcuno, a posteriori,
avrebbe voluto imporgli. Per questi “qualcuno” A. Di
Giovanni non seppe cogliere appieno la portata rivoluzio-
naria dei Fasci siciliani e non riuscì a far suo il dramma
collettivo della sconfitta di quel movimento. Questi critici
dell‟una tantum letterario dimenticano alcune cose fon-
damentali e cioè che lo scrittore obbedisce soltanto al suo
credo poetico, che la letteratura dello zolfo è semplice-
mente letteratura e che per studi di angolazione diversa
esistono opere settoriali. “Non è compito del poeta assog-
gettare la sua vena creativa …alle ragioni della sociologi-
a, della politica o della morale”. Di Marco contesta, so-
prattutto, talune ingenerose affermazioni di V. Consolo
per il quale la scelta del dialetto in A. Di Giovanni
“rimase …una scelta sentimentale, una chiusura e nel
sentimento e nel linguaggio, l‟uno e l‟altro stagnanti, por-
tatori di storture, di vizi, di rassegnazione”. Tale giudizio,
o meglio pregiudizio consoliano, appare dettato da una
conoscenza non molto profonda del Di Giovanni scrittore
e uomo e della sua storia familiare, risponde solo a para-
metri ideologici e nega assolutamente la libertà creativa
dell‟artista, come se egli dovesse scrivere ubbidendo a
logiche partitiche. Il Poeta ciancianese, come tanti altri
scrittori isolani, descrivendo una realtà di rassegnazione
non inventò assolutamente nulla, ma realisticamente foto-
grafò, narrandola, la realtà che lo circondava, di una Sici-
lia che mai ha saputo esprimere un “eroe positivo”, come
vorrebbero alcuni suoi censori. Di sicuro c‟è il fatto che
l‟aedo vaplatanese fu il primo, o tra i primi, nell‟Isola a
descrivere quel mondo senza luce e i suoi scritti – e qui
ha ragione il Di Marco – valgono più di mille inchieste e
delle denunce di sociologi e studiosi, risultando la sua
opera intessuta di trame sociologiche, che si trasformano
in aperta condanna delle sofferenze e delle angherie patite
da quanti si spaccavano la schiena con una falce in pugno
o s‟ingobbivano trasportando o scavando zolfo sottoterra.
“Sopra fioriva la ginestra”, che ha già riscosso un
notevole successo di critica, continua con due “postille”
chiarificatrici, s‟impreziosisce d‟una precisa e puntuale
post-fazione di Rita Verdirame, illustre studiosa catanese,
e presenta un ricco repertorio bibliografico. Insomma, un
prezioso e insostituibile strumento di rivisitazione critica
del quale siamo grati all‟Autore.
Eugenio Giannone
CARNEVALE A RIVE DE GIER ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE AZZURRA
L‟associazione culturale riparegiana
AZZURRA, di cui fanno parte numerosis-
simi ciancianesi, ha organizzato il carne-
vale per i soci ed amici. Ecco qui di segui-
to il commento di un giornale locale:
Primo anniversario per l’Associazione
italiana Azzurra con aderenti sempre più
numerosi ( più di 200 persone). Essa sta
molto bene e moltiplica le manifestazioni
culturali. Sabato, tutti i membri e i loro
amici si sono riuniti a la Ruche per la loro
festa di carnevale. La presidente Anna
Chiazza ed il consiglio direttivo avevano
per l’occasione previsto tutto. In program-
ma thé dansante, spettacolo country. Sen-
za dimenticare la degustazione de li Sfin-
ci.Gli italiani sono riusciti da loro pari,
coniugando l’arte della bella vita.
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La Voce di Cianciana
Per festeggiare il trentesimo anno di vita, il club di judo
di Sainte Sigolène insieme alll‟AJL di Saint-Etienne
(Francia) hanno organizzato un torneo internazionale che
ha coinvolto, oltre alla Francia, la Spagna, il Marocco, la
Romania, la Scozia e l‟Italia. L‟avvenimento sportivo che
aveva nel programma degli stages e delle competizioni,
era suddiviso in quattro categorie. Per l‟Italia ha parteci-
pato anche una squadra costituita da tre giovani sportivi
ciancianesi, Giuseppe Diecidue, Simone Loufti e Marco
Perconti (nella foto), appartenenti alla palestra di arti
marziali A.D.D. BUSHIDO SCHOOL di Cianciana. Il
viaggio in Francia è stato possibile grazie alla sponsoriz-
zazione della provincia regionale di Palermo e del Comu-
ne di Marineo, gemellato con Sainte Sigolène. Una bella
esperienza per i nostri tre ragazzi che hanno avuto
l‟opportunità di confrontarsi con altri giovani atleti di
altri nazioni, ottenendo dei buoni piazzamenti, e di visita-
re le città di Sainte Sigolène, Saint-Etienne e Rive de
Gier.
L‟Associazione sportiva dilettantistica Bushido School,
che ha sede a Cianciana in via Cinquemani Arcuri n. 168,
è nata nel settembre 2006 per volontà del M° Giuseppe Li
Gotti, 6° dan di Ju Jitsu e responsabile regionale del mo-
vimento Sport Azzurro Italia, e del suo allievo ed amico
Giuseppe Diecidue. Essa si prefigge di divulgare lo sport
in tutte le sue
forme ma, soprat-
tutto di far cono-
scere una disci-
plina marziale
giapponese come
il Ju Jitsu di cui il
M° è un autentico
appassionato. Il
tempo ha dato
ragione ai due
dinamici amici
che in questi mesi
di assiduo lavoro
ed impegno sono
riusciti a creare
un bel gruppo,
composto in pre-
valenza da bam-
bini e giovanissimi. Ma c‟è anche un discreto numero di
atleti adulti che stanno apprezzando la disciplina e ne ap-
prezzano la validità per la difesa personale. I turni di
un‟ora ciascuna si svolgono nei giorni di martedì, giovedì
e sabato. Il presidente dell‟Associazione, nonché allievo,
è Giuseppe Diecidue, dinamico e volenteroso giovane,
TRE GIOVANI ATLETI CIANCIANESI PARTECIPANO AD UN TORNEO
DI ARTI MARZIALI IN FRANCIA
S
A
L
U
T
I
Da Renaix ( Belgio) Gino Cannova saluta tutti i ciancianesi sparsi per il mondo. Un particolare saluto al cugino
Filippo Di Noto, residente a Milano.
Da Cernobbio ( Como) la sostenitrice della Voce Angela Campisi invia tantissimi e cari saluti alla sorella Ema-
nuela residente in Australia, alla quale fa dono dell‟abbonamento al giornale per il 2007.
Da Cianciana, Giuseppe Gambino, abitante a Civezza ( Imperia) manda tanti saluti al suo grande amico di in-
fanzia Vincenzo Termini residente a Colòn ( Panama) che purtroppo non vede dal 1959 e che non ha mai di-
menticato.
Da Cianciana Gli zii Vincenzo e Maria, i cugini Mimma, Pino, Daniele, Enzo, Maria, Filippo, Annalisa, Ros-
sella, Leonardo, Ambrogio Stellini, tutti insieme mandano tanti cari ed affettuosi saluti alla famiglia di Vincen-
zo Termini, abitante a Colòn in Panama.
Da Parma Filippo Termini manda tanti saluti al cugino Salvatore Bruno, residente a Montréal ( Canada)
ROVINOSA CADUTA PER PADRE FERRARO
Tutto è successo di buon mattino
l‟ultimo giorno di carnevale. Padre Fer-
raro, come al solito, si era alzato di
buon ora per recarsi alla Chiesa del
Carmine e per curare una trasmissione
a Radio Emmaus. Sfortunatamente, a
causa di un capogiro, egli ha perso
l‟equilibrio cadendo violentemente per
terra e procurandosi la frattura del fe-
more. Immediatamente soccorso dalla
sorella Antonina, è stato tempestivamente trasportato in
autoambulanza all‟Ospedale di Ribera dove, qualche
giorno dopo, è stato sottoposto ad intervento chirurgico.
Tantissimi sono stati i ciancianesi che
gli hanno fatto visita durante la degen-
za in ospedale. Da qualche giorno don
Filippo è stato dimesso ed è rientrato a
casa. Sta molto meglio e si muove au-
tonomamente, senza l‟ausilio del girel-
lo. Per l‟intanto, aspettando la comple-
ta guarigione per ritornare alle sue con-
suete attività, l‟anziano e lucido sacer-
dote si dedica alla lettura e alla scrittu-
ra o alla sistemazione di materiale letterario. A padre Fer-
raro da parte di tutta la redazione del giornale, i migliori
auguri per una veloce e completa guarigione. S.P.
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La Voce di Cianciana
Cianciana 2000 : Pronti all’assalto
I biancoverdi si preparano ai play-off
Ottimo campionato del Cianciana, che da matricola anche
quest’ anno si qualifica ai play-off, con ottime possibilità
di ripetere l’impresa della scorsa stagione.
I ragazzi di Mister Scalia, in una stagione tutto sommato
positiva, hanno alternato gare altamente spettacolari, co-
me la vittoria in trasferta per 6-3 sul Buseto, con doppiet-
te di Guida e Virgadamo e reti di Alfano e Abbene, con
altre un pò più deludenti, come la sconfitta casalinga con-
tro gli avversari diretti per il secondo posto, la squadra di
Palma di Montechiaro.
La discontinuità del Cianciana s’è vista anche all’interno
della singola partita, nella sfida in casa contro la capolista
Marsala. I ciancianesi si erano portati meritatamente in
vantaggio per 2-0, grazie alle reti di Abbene su rigore e
raddoppio del solito Guida, ma ha sprecato tutto nei mi-
nuti finali, buttando 2 pesantissimi punti che avrebbero
dato uno scossone alla cima della classifica.
Dopo questa gara, la squadra ciancianese inanella una
seria di 9 gare utili consecutive, con 7 vittorie e 2 pareg-
gi.
Si inizia con la vittoria in casa dei palermitani del Par-
monval, 2-1 con reti di capitan Alfano e del giovane di-
fensore Manazza, vittoria mozzafiato al Comunale, nel
derby col Ribera, sempre 2-1, stavolta a segno Abbene su
rigore e ironia della sorte il riberese Di Mora. Terza vitto-
ria a S.Giovanni sul Gemini, 3-1 in rete ancora Di Mora,
Guida e Virgadamo.
Dopo arrivano due pari di fila, 0-0 a Dattilo e 1-1 casalin-
go con rete del bomber Guida, contro il Riviera dei Mar-
mi.
In seguito arrivano 4 esaltanti vittorie che avevano porta-
to la società del presidente Paturzo, al secondo posto in
classifica, si parte dal 3-2 in casa contro i corleonesi, fir-
mano il successo Abbene su rigore, Guida e Alfano. Sem-
pre Guida regala la vittoria di misura a Montelepre 1-0,
ancora 1-0 in casa contro il Canicattì, rete di Abbene e
Cianciana corsaro a Partitico regala gol e spettacolo nel 4
-1 contro lo Jetas Città Vecchia, in gol tutti gli attaccanti:
doppietta di Abbene, Guida e Di Mora.
I ciancianesi poi incappano in tre sconfitte consecutive, 3
-1 a Valderice, di Alfano la rete della bandiera, 2-3 a
Cianciana contro il Castellammare, in rete per il Ciancia-
na Alfano e Di Mora, e sconfitta di misura per 1-0 a
Monreale.
Nonostante l’ultimo scorcio di stagione non sia stato esal-
tante, i biancoverdi andranno a disputare i play-off, e
hanno dimostrato di poter vincere con le altre pretendenti
e quindi possiamo sperare in un grande finale di stagione,
magari anche quest’anno si vedranno i caroselli per le vie
del paese e la solita ammucchiata sotto l’Orologio, se non
c’è due senza tre… Alfonso Salamone
Classifica 2006/2007
Pos Squadra Punti
1 Marsala 62
2 Gattopardo Palma 58
3 Cianciana 2000 50
4 Valderice 49
5 Parmonval 47
6 Buseto 44
6 Ribera1954 44
8 Dattilo 40
9 Canicattì 39
10 Corleone 37
11 Castellammare 94 36
12 Città di Monreale 35
13 Riviera dei Marmi 31
14 Montelepre 29
15 San Giovanni Gemini 23
16 Jetas Città Vecchia 7
SOSTENITORI DELLA VOCE
La redazione del giornale esprime la propria gratitudine a tutti gli abbonati vecchi e nuovi che sostengono in tal mo-
do la nostra iniziativa. Un sentito ringraziamento è indirizzato ai seguenti sostenitori :
CIANCIANA : Maestra Angela Salvo-Giambrone, Andrea Castellano, DAFFODIL PIANTE E FIORI,
di FRANCESCO AMATO, Mariella Bonanno, Matteo Cicchirillo, FRUTTA E
VERDURA di PIAZZA TERESA, Anna Carubia, dottor Salvatore Monachino.
ITALIA : Stefano Campisi, Seregno; Filippo Termini, Parma; Giuseppe Stellini, Salsomaggiore T.; Vincenzo
Di Rosa, Palermo; dottor Giuseppe D’Angelo,Milano; Francesco Taormina, Maslianico; Francesco
Dato, Casnate; Vincenzo Cinquemani, Servazzano; Angela Campisi, Cernobbio; Pietro Vaiana,
Cernobbio; Giovanni e Giuseppa Panepinto, Como; Giuseppe Martorana, Anagni; Antonino Bavuso
Volpe, Monsummano T.; dottor Cosimo D’Angelo, Misilmeri; dottor Stefano Cuffaro, Pordenone;
Ignazio Vizzì, Parma.
ESTERO : dottor Bernardo Barbera, Australia; Ignazio Cicero, Francia; Girolamo Cannova, Belgio.
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La Voce di Cianciana
SULLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME LA MORTI DI LU PATRIARCA
DI ALESSIO DI GIOVANNI Alla presentazione del volume La morti di lu patriarca di Alessio Di Giovanni, avvenuta il 27 febbraio scorso, tra le
varie personalità presenti c’era l’ispettrice Rosalba Anzalone che ci ha inviato questo suo commento che La Voce
volentieri pubblica.
Il Poeta dell’OLTRE : tra lingua, storia, letteratura e fede. di Rosalba Anzalone
Questa volta non si può dire che Cianciana sia arrivata in ritardo sui
tempi, se si considera che è la data del 19 Marzo ad essere assegna-
ta alla festività di San Giuseppe; così se per motivi che non cono-
sciamo, come ci ha informato il primo relatore, non si è potuto pro-
cedere alla pubblica Commemorazione dell’anniversario della Fon-
dazione del Comune di Cianciana (360 anni fa) o a quella, altrettan-
to significativa, del 60° della morte di Alessio Di Giovanni, tuttavia
dobbiamo riconoscere che L’Amministrazione è stata solerte nel
testimoniare, con l’aiuto dell’opera del Di Giovanni, un tempismo
straordinario nel ricordare la devozione del popolo siciliano al Pa-
triarca San Giuseppe.
Più difficile e palesemente problematico è stato il compito di
storicizzare l’opera di ADG; dinanzi ad un uditorio tutto cianciane-
se (o quasi), i relatori non si sono sentiti di dire, in modo chiaro,
che “La morti di lu Patriarca” non riguardava gli usi e costumi della
Valplatani, a cui Di Giovanni ha pure dedicato molti suoi scritti,
compresa l’opera teatrale Gabrieli lu carusu, ma certe suggestive
tradizioni del Modicano, estese a Scicli, Modica, Ragusa, Vittoria,
ecc
La morti di lu Patriarca, infatti, nel momento storico del primo
novecento, a Cianciana, non trova un aggancio diretto e immediato,
che può aver fornito al poeta-scrittore Alessio Di Giovanni i motivi
forti per la sua ispirazione. Sono, in altri termini, le esperienze per-
sonali dirette e indirette elaborate dall’artista Di Giovanni che per-
mettono di potere parlare del personaggio “Il Patriarca”, che somi-
glia singolarmente a qualche altro personaggio dell’opera di gio-
vannea.
Si potrebbe, pertanto, evincere che la realtà esterna storico-
sociale non influenza questo scrittore? Noi siamo dell’idea che una
posizione antistorica non risponderebbe, di certo, alla spiegazione
della nascita di un piccolo capolavoro come quello di “La morti di
lu Patriarca”, novella in siciliano, con italiano a fronte pubblicata
dall’editore Gustavo Travi di Palermo nel 1930 e illustrata da Don
Orazio Spadaro, noto pittore modicano.
Allora se cerchiamo materiali facili da fruire, che ravvivino la
nostra fede e/o le memorie del bel tempo passato, trascegliendo il
meglio delle nostre tradizioni culturali e -perché no-religiose, con-
viene procurarsi fonti diverse e forse più opportune1(1). Infatti se
l’uso sapiente di una lingua dialettale, ricca di locuzioni e di meta-
fore che ci avvincono nella lettura, può attrarci e confonderci, rima-
ne il problema di collocare nella vasta produzione del Di Giovanni
un’opera come “La morti di lu Patriarca”.
Nella corrispondenza intercorsa con Carmelo Sgroi rintraccia-
mo, infatti, l’informazione che Alessio Di Giovanni aveva scritto
una lettera irata all’amico Sgroi, proprio perché l’amico, ritenendo
di fargli cosa gradita, aveva scritto qualcosa su “la Morti di lu Patri-
arca” non pienamente accettata dal poeta di Ciancia-
na.Sostanzialmente egli lamentava nei confronti dello Sgroi di
avere trascurato il poema francescano e quest’ultimo ribatteva che
l’ode a Cristo e il poemetto erano stati considerati sullo stesso
piano de La morti di lu Patriarca (2)”per far capire che quelle sue
opere non erano estranee alle altre”.Lo Sgroi sottolinea, nella lette-
ra, che “il mondo spirituale divenuto più vario perché arricchito di
nuovi elementi, dà al poeta la coscienza che le sue tendenze artisti-
che gli consentono disegni di più ampio respiro” Secondo il suo
articolo, le tre opere - A lu passu di Giurgenti, Scunciuru e Gabrie-
li lu carusu - vanno “buttate ai cani” e il punto di vista del Peritore
va spostato, se no, “la morti di lu Patriarca rimane staccato dalla
sua maniera poetica” . Tuttavia ADG non si era ovviamente consi-
derato soddisfatto dell’interpretazione dell’illustre amico e i rappor-
ti tra i due si erano, inevitabilmente, per un po’ di tempo, notevol-
mente raffreddati.
Ricorriamo allora con fiducia alle parole di Tommaso Mediani (3),
il suo contemporaneo ed amico forlivese, con il quale l’artista man-
tenne sempre rapporti di sincera collaborazione e di costante dialo-
go(4).
La storia di lu Patriarca, secondo Nediani, “è un miracolo di ele-
ganza e di perfezione tipografica”, ma è anche un richiamo forte
alla propria coscienza e l’invito al pentimento e alla conversione
celati tra le situazioni umoristiche in cui viene descritto il personag-
gio della storia, che egli considera “una macchietta popolare”. Ne-
diani nota (5) come il disegno di questa “figura dolcissima di cote-
sto originale Patriarca” abbia segnato per ADG un passaggio signi-
ficativo nella sua arte, perché egli è riuscito ad esprimere una prosa
che, mentre lo fa conoscere come “ il più alto e significativo poeta
dialettale moderno”, lo pone come “maestro” accanto al Verga, al
Capuana, al De Roberto, al Navarro Della Miraglia, a Maria Messi-
na, etc” Ed è per “tale eccellenza di tecnica” e “ vivo senso
d’umanità “ che il significato della sua arte non può essere confina-
to in ambito regionale, ma deve essere considerato
“universale”.Quindi ADG, non è affatto “l’uomo solo, e isolato,
culturalmente e come credente, di cui parla Sciascia (6); per Nedia-
ni, ADG é un artista completo ed egli conclude “Quando l’Italia
intiera si sarà finalmente accorta di questo modesto e tenace e
nobile artista, lo collocherà accanto ai grandi che hanno faticosa-
mente preparata la tanto attesa e sospirata instauratio cristia-
na”(7) . Si tratta di quella umanità che, al cospetto delle contraddi-
zioni, delle angustie e delle miserie della nostra isola in quel tempo,
diventa, in Di Giovanni, nucleo drammatico, diventa, prima di tut-
to, rappresentazione attenta della realtà e passione civile e può di-
ventare fondamento dell’ arte(8). La sua veste di paziente demopsi-
cologo viene superata , come nota Francesco Cannatella, dalla sua
arte(9). E l’arte non è certo il vero, ma va oltre il vero(10).
Ma l’interpretazione autentica (dello stesso autore) della sua
produzione, ed in particolare della sua novella La morti di lu Patri-
arca, si trova nelle pagine paesane del R. Provveditorato agli studi
di Palermo.
E ne “La morti di lu Patriarca” non v’è dubbio che, per la grazia
del racconto che fa pensare ai fioretti, per il tono fiabesco con
un’ombra di umorismo dickensiano, per l’alta vigoria della lingua
nella sua semplicità conquistata, egli è uscito dagli schemi di un
verismo di maniera e dall’atteggiamento del demopsicologo, per
raggiungere l’efficacia dell’arte. Ma anche il piano dell’arte per
Alessio Di Giovanni va superato nella visione di uno scopo che va
oltre il godimento individuale e richiede un passaggio, a volte dolo-
roso, dal piano logico- razionale al piano etico-sociale e religioso.
In questi termini l’opera d’arte, che guarda al vero, al bello e
all’utile, diviene il pretesto di una rivisitazione creativa di lingua-
storia e letteratura, per una riflessione individuale e collettiva e una
palingenesi universale, che prefigura un approdo di autentica fede
libera da convenzionalismi e formalismi e fondata sulla concreta
fraterna cooperazione.
Alessio Di Giovanni potrebbe quindi dirsi : oltre il verismo,
oltre il suo tempo, in qualche modo oltre la storia, oltre il suo terri-
torio, oltre la lingua nazionale, oltre la razionalità e il sentimento
separatamente considerati, oltre la demopsicologia e oltre la socio-
logia; infine anche oltre la fede considerata in senso tradizionale e
ingabbiata nella gerarchia ecclesiastica.
Il poeta dell’oltre? Forse. Purché questa non sia un’etichetta ina-
movibile. Il poeta la rifiuterebbe!
Numero 2 – Aprile 2007
Pagina15
La Voce di Cianciana
MATRIMONI : Andrea Pulizzi e Alfonsa Campisi, Cianciana-Chiesa Madre, 24 febbraio 2007
Raimondo Panarisi e Rosetta Scarlatta, Comune di Cianciana, 7 aprile 2007
Carmelo Panarisi e Sabrina La Corte, Comune di Cianciana 13 aprile 2007
NOTIZIE DALL’ANAGRAFE
D
E
C
E
S
S
I
Pietro Gentile nato a Cianciana il 30 giugno 1914, deceduto il 28 febbraio 2007
Angela Mattaliano, vedova Antonino Salciccia, nata a Cianciana il 7 luglio 1921, deceduta il 10 marzo 2007
Benedetto Abella, nato a Cianciana l‟11 luglio 1926, deceduto il 7 marzo 2007
Elisabetta Montalbano, nata a Cianciana il 21 ottobre 1926, deceduta il 12 marzo 2007
Francesco D‟Anna, nato a Cianciana il 3 novembre 1917, deceduto il 12 marzo 2007
Maria Giovenco, vedova Di Stefano, nata a Cianciana3 febbraio 1921, deceduta il 18 marzo 2007
Antonino D‟Amico, nato a Cianciana il 25 ottobre 1923, deceduto il 22 marzo 2007
Giovanni Bavuso, nato a Cianciana il 2 gennaio 1925, deceduto il primo aprile 2007
Domenico Carubia, nato a Cianciana il 16 ottobre 1916, deceduto il 6 aprile 2007
Concetta Vizzì, vedova Montalbano, nata a Cianciana il 18 aprile 1914, deceduta il 17 aprile 2007
Gaetano Amato, nato a Cianciana il 20 luglio 1921, deceduto il 20 aprile 2007
DECEDUTI FUORI CIANCIANA Filippo Caruana, nato a Cianciana deceduto a Haine Saint-Pierre (Belgio) il 26 febbraio 2007
Giuseppe Guida, nato a Cianciana il 14 giugno 1917, deceduto a Padova il 3 marzo 2007
Gaetano Martorana, nato a Cianciana il 9 dicembre 1949, deceduto a Hoddesdon (R.U.) il 16 marzo 2007
Francesco Dino, nato a Cianciana il 27 settembre 1943, deceduto a Luton (R.U.) il 16 marzo 2007
Vincenzo Caltagirone, nato a Cianciana il primo febbraio 1934,deceduto a Lorette (Francia) il 17-4-2007
IL SEGUACE DEL REDENTORE Meditavo la concezione secondo cui il discepolo ha come ideale e modello Gesù Cristo: la Sua vera divinità ci chia-
ma all‟adesione, e la Sua vera umanità ci induce e coinvolge all‟associazione, in una relazione di previetà in grazie
della quale non c‟è adesione senza associazione al mistero pasquale, che è passione morte e resurrezione, segno di
totalità dell‟offerta di noi stessi alla SS.Trinità come lode. Così da considerare la giornata come un continuum di
lode (cfr. Sal 113, 3), constante della preghiera stricto sensu intesa e delle azioni date come contemplazione, per at-
tingere la donazione di noi stessi a Dio ed essere luce del mondo (cfr. Mt 5, 14), pagando il rischio della non accetta-
zione, del non accoglimento (cfr. Mc 6, 11) e della persecuzione (cfr. Mt 10, 17, 22), ma corroborati, nel nostro esse-
re squarcio nelle tenebre, dall‟inabitazione di Cristo in noi, vedendo la Sua gloria che è gloria del Padre (cfr. Gv 1,
18; Col 1, 15), nello Spirito Santo, con Maria SS.
Vincenzo Martorana, cofondatore dei Discepoli del Redentore nella Comunità Cristiani nel mondo
NOTE (1) Vedi, per esempio :Roberto Di Miceli, San Giuseppe, pubblicato a cura dell’Associazione G. Antinori di Cianciana. (2 ) Lettera di Carmelo Sgroi del 2 maggio 1930 da Noto (segnatura: BCP 5Qq. D. 332 n 20), ma anche altre dello stesso gruppo.
(3) Tommaso Nediani (1871-1934) ordinato sacerdote nel 1895 a Faenza dice di avere conosciuto Di Giovanni molti anni prima a Palermo, mentre egli predica-
va nella aristocratica Chiesa di San Giuseppe , ai Quattro Canti, e racconta che, dopo le sue prediche, Alessio Di Giovanni si recava nella sua stanza, spesso con il Ragusa Moleti, il Tamburello, il Sottile e, qualche volta, anche il Pitré; con loro egli rimaneva a conversare a lungo “ di mille cose riguardanti la vita e la lette-
rature siciliana”. Di Giovanni lo accompagnava anche nelle sue frequenti escursioni per la Conca d‟oro e gli faceva notare e gustare di più le sue svariate bellez-
ze; si soffermavano, spesso nel chiostro dei benedettini di Monreale ad ascoltare, con il sottile chioccolio della marmorea fontanina araba, arcane storie e versi indimenticabili come quelli dell‟Ode a Cristo (ispirata dal Cristo di Garibaldo Cepparelli, altro grande amico comune). E‟ del Nediani un‟analisi accurata del
mondo contadino del forlivese.
(4) Anche nelle lettere di ADG per il compare S. Cucinotta viene testimoniata questa vicinanza spirituale tra i due.(Cucinotta- Di Giovanni, Corrispondenza a cura di R. Anzalone e Franco Biviano, ed. Centro Giulio Pastore, Agrigento, nov.2006
(5) Quaderno di giovanneo dell’stituzione “Alessio Di Giovanni” n. 5 pag. 38.
(6) L.Sciascia in L’Amico del Popolo del 14 gennaio 1973, poi in Quaderno di giovanneo n. 1 p. 35 (7) Non a caso lo stesso Di Giovanni nel “vicario di S. Giuseppe” cita il vescovo Giovanni Blandini che all’inizio del 1903 era stato l‟estensore della lettera
collettiva dell‟Episcopato siciliano sul movimento democratico cristiano (La democrazia cristiana, a cura di F.M.Stabile, Lettera Pastorale dell‟Episcopato sicu-
lo, 1903, Centro siciliano Sturzo, Palermo 1993). E‟ qui da notare che in quel periodo era vescovo ad Agrigento Gaetano Blandini, fratello del vescovo di Noto; all‟ombra di quest‟ultimo era cresciuto l‟arciprete Damaso Pio De Bono di Bivona, poi divenuto vescovo di Caltagirone, storico terreno di sperimentazione di
Luigi Sturzo, il cui fratello era vescovo a Piazza Armerina. In genere la Chiesa siciliana, sia pure con resistenze e divisioni interne, era favorevole al radicale
rinnovamento della Chiesa propagandato dalla rerum novarum. (8) Cfr.Appunti per una lettura sociologica del teatro di Alessio Di Giovanni di Vito Titone in quad. di giovanneo n.8 pag. 69.
(9) Egli non si accontenta di ritrarre i personaggi, ma vuole proporli come vivi stimoli per una riflessione collettiva.(vedi F.Cannatella, in quaderno di giovanneo
n 2 p. 41 e n. 7 p. 11) : l‟interesse del Di Giovanni per le tradizioni popolari isolane è lontano da qualsiasi stereotipo culturale, risultando piuttosto il desiderio di esplorare tesi e concetti nuovi. Egli ama descrivere, scomporre e interpretare i temi trattati,inserendoli nel contesto storico e sociale ed in un‟ottica antropologi-
ca”. ADG riporta il folklore ma va oltre per cercare le chiavi interpretative della comunità in cui vive. Il folklore, in altri termini, non è da descrivere per infor-
mare.(come per Lui tutta l‟arte, considerata una missione), ma per interpretare e comprendere meglio gli uomini della Sicilia , per meditare e pregare, poiché nell‟informazione si annidano anche false informazioni (vedi beffa di Capuana a Vigo per la raccolta dei Canti popolari di Mineo).
(10) E’ il Cesareo che afferma che l’arte sta oltre il vero nella Rivista di Sicilia di Zino Ardizzone, diretta da Ferdinando Russo e ove scrive anche ADG., Anno 1- n 3.
Numero 2 – Aprile 2007
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La Voce di Cianciana
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Presso Banca Popolare Sant’Angelo, Cianciana (Ag)
In alto la signora Francesca Bosciglio in
Basilico, nella foto con il fratello Gaeta-
no, abitante in Sud Africa in dolce vacan-
za a Cianciana per San Giuseppe e per
Pasqua dopo ben 50 anni.
Dolci vacanze ciancianesi dopo 9 anni per
Nicolò Termini(secondo da destra), figlio di
Vincenzo, abitante a Colòn (Panama) e che
sicuramente vedremo più spesso, visto che
ha acquistato una casa nella nostra cittadina.
Al centro a sin. Orsola e Giuseppe Savarese, abitanti a Bruxelles
(Belgio) a Cianciana per la festa di San Giuseppe dopo 37 anni.
In alto in prima fila da sinistra la signora Rosa Gusciglio, il fratel-
lo Antonino e la moglie Antonina Gambino abitanti a Civezza
(Im); in piedi da sin. Enza Burgio, la mamma Francesca Compa-
retto, il papà Gerlando abitanti a Greys (R.U.),poi Giuseppe
Gambino abitante a Civezza; in terza fila Rebecca e Paul Martin,
Peppino Gusciglio e David Rouse.
A sin. vacanze ciancianesi per San Giuseppe per i coniugi Angela
e Giuseppe Pensato, residenti a Lorette (Francia) emigrati in
Francia il primo nel 1957 e la moglie nel 1961. Nella foto con le
sorelle Anna e Giuseppa e la nipote Antonella Carubia.