la zattera della medusa
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La vera libertà è non avere paura!TRANSCRIPT
La zattera della Medusa
Mi ricordo, che c’era però un’altra opera che attirava la mia curiosità, quella curiosità sollecitata dal gusto
morboso per la tragedia che c’è in ognuno di noi, il quadro s’intitola: “La zattera della Medusa”.
Questa è l’opera più famosa di Théodore Gericault, un artista francese d’inizi ottocento, padre putativo
dell’impressionismo, che ha la particolarità di ritrarre un evento di cronaca realmente accaduto all’epoca
che deve aver, evidentemente, colpito la fantasia dell’artista che decise così d’immortalarlo.
a un’opera esposta al Louvre, piuttosto l’avvenimento al quale si riferiva, brevemente descritto, nel libro
che avevo in casa, in calce al dipinto.
Quella ventina di naufraghi erano i sopravvissuti di un numero decisamente maggiore di persone scampate
al naufragio, davanti alle coste atlantiche dell’Africa, della nave “Medusa” e quel ristretto gruppo,
immortalato dal pittore, era sopravvissuto grazie al fatto che si era nutrito degli altri; si avete letto bene si
erano mangiati gli altri naufraghi.
Quando ero bambino avevo in casa molti libri d’arte,
mia madre era una appassionata, libri nei quali erano
riprodotte tutte le principali opere pittoriche dalle
origini, all’arte moderna, d’altronde non esisteva
internet e la cultura viaggiava ancora su carta.
Le mie “fantasie” adolescenziali mi portavano sempre
sulle immagini di quelle donne procaci e svestite,
immortalate da Rubens che, non mi vergogno a dirlo,
hanno influenzato molto i miei gusti in tema di bellezza
femminile, infatti non trovo per nulla attraenti le
donne magre e senza forme.
Per chi non lo conoscesse, il quadro raffigura
una ventina di naufraghi su una zattera
arrangiata, fatta di travi di legno, nel momento
in cui avvistano la nave che li trarrà in salvo,
dopo aver trascorso molto tempo alla deriva.
Ciò che mi attirava non era tanto la bellezza
artistica del quadro, devo dire molto
espressivo, pieno di pathos drammatico tanto
da risultare ai miei occhi più simile ad una di
quelle famose illustrazioni di Beltrame per la
copertina della Domenica del Corriere che non
La non-verità
Devo confessare che qualche giorno fa ho avuto “paura”, le virgolette sono necessarie per chiarire che si
tratta solo di un’allegoria, nella realtà io non ho paura né di ciò che mi può accadere oggi, né del futuro;
tranquilli non sono un “macho-rambo” neanche un incosciente, più semplicemente perché so cosa è la
Verità, con la V maiuscola e chi la conosce, ha una speranza che cancella tutte le paure anche “la madre” di
tutte le paure: quella della morte.
Il mio intimo conosce qual è la Verità che accompagna questa vita ed è una Verità di Misericordia e di
Salvezza, per questo non ho paura e mi dispiace per chi non ha questa certezza, scusate la digressione, ma
era necessaria.
ndr: Maria M. Hafenscheer è una mistica Cattolica, Austriaca, di umilissime origini, senza nessuna conoscenza della pittura, che era misteriosamente guidata, da spiriti celesti, nella realizzazione delle sue opere; dipinse ventotto tele, tutte splendide.
L’istinto di conservazione spinge l’uomo a comportamenti
oltre il limite, oltre ciò che consideriamo normale, fino ad
arrivare, come nel caso della storia della zattera, al
cannibalismo, tra l’altro la storia si è ripetuta, sulle Ande, in
tempi recenti, dove, a seguito di un incidente aereo, i
sopravvissuti sono diventati antropofagi per resistere sino
all’arrivo dei soccorsi.
Anche Dante ha “dipinto” con le parole una situazione simile,
ma diversa nel genere perché, in questo caso, si tratta di
vendetta non di sopravvivenza: "… La bocca sollevò dal fiero
pasto quel peccator, forbendola a'capelli del capo ch'elli avea
di retro guasto…" versi immortali che parlano del Conte
Ugolino e del suo carnefice, l’Arcivescovo di Pisa Ruggieri, che
nell’inferno diventa sua vittima e pasto, quale contrappasso
perché in vita era stato la causa del cannibalismo del Conte nei
confronti dei figli.
Non prendetemi per presuntuoso, sento dire spesso che non
esiste un'unica verità, che nessuno può dire di conoscere la
verità ed è la tesi della “non verità” ateo-agnostica e laicista che
nega la Verità Cristiana, cioè Gesù il Verbo incarnato.
Questa “non verità” nega la Verità Cristiana e innalza
contemporaneamente se stessa a contro-verità, pensate quale
controsenso: una verità che afferma che non esiste la verità e
che si vuole innalzare a verità …assurdo, per non dire ridicolo.
La contro-verita ateo-agnostica, a supporto della sua tesi,
chiama in causa l’incertezza del domani quale prova
dell’inesistenza di certezze assolute, questo può essere forse
vero per la contingenza spicciola della vita quotidiana, ma il
Cristiano, il credente ha l’esatta percezione di cosa lo aspetta
dopo la vita, qual è il vero significato della vita, significato che
supera qualsiasi contingenza quotidiana.
“Verità e menzogna” di M.M. Hafenscheer
Una sinistra cannibale?
Tornando alla “paura”, a questo punto possiamo chiamarlo disagio più che paura, è stata provocata da un
amico che spero, leggerà questo scritto, uomo di cultura, lavora nel mondo del cinema, padre e marito
felice, che ho visto inveire contro tutto e contro tutti, arrivando a evocare addirittura i tempi delle Brigate
Rosse come preferibili a quelli attuali, anzi si augurava di rivedere presto una rivoluzione cruenta in grado di
cambiare radicalmente la situazione.
Chiaramente si parlava dell’attuale situazione politica nazionale e del cosi detto “berlusconismo”, termine
che, mentre lui inveiva, mi ha riportato alla mente lo yuppismo degli anni ottanta, corsi e ricorsi storici.
Nel corso di quella conversazione, che è più giusto definire monologo, perché ha parlato, anzi urlato, solo
lui, mi sono però reso conto che molti, sicuramente tutti quelli di sinistra, non hanno ancora capito che
siamo tutti sulla stessa zattera, nello stesso mare, il mare dell’esistenza che è regolato da correnti e venti
univoci, uguali per tutti, sia per quelli di destra sia per quelli di sinistra.
La deriva della zattera
Non sono riuscito a dire a questo mio amico, perché non sono tipo da urlo, amo la conversazione, anche
vivace, ma non l’alterco, che anche qualora la sinistra mangiasse la destra, si troverebbe sempre alla deriva
su quella zattera, senza nessuna possibilità di salvezza, perché il mare-esistenza nel quale ci troviamo non
prevede la presenza di altri naviganti potenziali soccorritori o ci salviamo da soli o restiamo alla deriva.
Il suo atteggiamento è il frutto di un risentimento che cova negli animi di chi pensa di poter rendere
migliore la navigazione della zattera sulla quale ci troviamo eliminando gli “altri”, ma questo è sopravvivere,
non migliorare la navigazione, anzi sospetto sia una necessità di rivalsa, una vendetta, come per il Conte
Ugolino, ma in questo caso il nemico, come detto, non è la causa del naufragio.
Ovviamente questo mio amico è di
centro-sinistra e dai discorsi che ho
ascoltato è evidente che, dopo i successi
nelle comunali di Milano e Napoli che ne
hanno rafforzato i convincimenti,
vorrebbe “cannibalizzare” tutti quelli che
non la pensano come lui per far giungere
la sua parte politica, il più rapidamente
possibile, alla guida del paese.
Questa visione “antropofaga” è stata chiaramente
espressa poco tempo fa dal Professor Asor Rosa,
pilastro del pensiero di sinistra che ha invocato sulle
pagine del Manifesto un colpo di stato per liberarsi
di Berlusconi e salvare così, secondo lui, il nostro
paese.
Ripeto non ho paura di nulla, io ho una certezza che mi rende impossibile aver paura, anzi, aggiungo: se
facessero un colpo di stato per assumere il potere non sarei neanche così contrario, alla fine mi farebbero
un favore, infatti, si presenterebbe per me la possibilità di rendere una testimonianza eroica della mia fede
perché resa in un contesto ostile, ancora più ostile di quello attuale.
E’ ovvio che uso un’iperbole per arrivare però al nocciolo della questione e questo nocciolo si chiama, anzi si chiamano: valori e disvalori, cioè le “correnti e i venti” del mare dell’esistenza-vita nel quale navighiamo tutti. Valori e disvalori
Berlusconi vince l’oscar
La sinistra ha tentato in questi ultimi vent’anni di cannibalizzare la destra e in particolare Berlusconi e
invece si è definitivamente auto-cannibalizzata proprio a causa di quei “disvalori relativi” che ha elevato nel
corso degli anni, dal dopo guerra a oggi, a simbolo di libertà e democrazia, usandoli come slogan, ma che
nella realtà non sono valori propulsivi di miglioramento sociale, bensì disvalori demolitori della società.
Fra Inteso
La deriva incontrollata della zattera-società-Italia viene imputata
dalla sinistra al berlusconismo, inteso come atteggiamento avido e
corrotto che usa il potere del denaro per fare i propri comodi e
favorire se stesso, le proprie inclinazioni, anche quelle sessuali e i
propri sodali; e fin qui posso essere anche d’accordo, l’evidenza dei
fatti è sotto gli occhi di tutti.
Ma il berlusconismo non esiste, esiste Berlusconi un signore che è il
miglior utilizzatore di un sistema, una società, che non ha creato lui,
ma che è stato molto abile a sfruttare nel migliore dei modi e questo
sistema si chiama: relativismo, come lo definisce il Papa o società del
limite relativo, come l’ho definito io.
Non mi dilungo oltre su questo argomento che ho già ampiamente
trattato ho voluto fare solo un breve richiamo perché, come si dice:
“repetita iuvant”, chi è interessato ad approfondire può leggere
quanto ho scritto, recentemente, in merito: Il Limite Relativo.
La deriva della zattera-Italia alla quale assistiamo è la
conseguenza del naufragio della “nave-società” casa comune di
tutti, causato proprio dai disvalori che tra la fine degli anni ‘50 e
l’inizio degli anni ‘60, del secolo scorso, portarono la sinistra
occidentale, non solo in Italia ma in tutto il mondo, negli USA i
Democratici, in UK i Laburisti e così via, ad essere identificati con
il nuovo, il cambiamento e ad andare, grazie a quei disvalori,
anche al governo in alcuni di quei paesi, soppiantando i
conservatori.
Per carità, diamo a Cesare quel che è di Cesare, alcune battaglie sostenute dalla sinistra sono state
effettivamente di democrazia e di libertà, soprattutto quando si è interessata delle cose concrete, come del
mondo del lavoro o dello stato sociale o della sanità, ma quando è scesa sul piano dei valori etico-morali, ha
fatto solo disastri.
Il gioco al rialzo
Ora la sinistra, anzi diciamo i Democratici, ormai anche da noi si chiamano così, di tutto il mondo si trovano
nell’impossibilità di giocare al rialzo su questi falsi valori-disvalori per riconquistare consenso e trascinare
dalla loro gli elettori, perché, per fare un esempio, oltre l’aborto non si può andare, oltre il divorzio non si
può andare.
La dimostrazione che non è possibile superare certi limiti viene dalle meschine (ndr: meschine perché
lucrano sulla sofferenza di chi vive quei problemi in prima persona) battaglie di libertà messe in campo dalla
sinistra riguardo all’eutanasia e il matrimonio gay; siamo cioè alla “nicchia di mercato”, si cerca di
guadagnare consenso sbandierando quali conquiste democratiche per la società ciò che, in effetti, è
interesse solo di un numero ristretto di persone.
A distanza di oltre mezzo secolo, la società occidentale si è
accorta che quei falsi valori che hanno fatto da propulsore alla
sinistra nella seconda metà del secolo scorso, una volta
raggiunti, cioè ottenute quelle pseudo-libertà sbandierate quali
conquiste di democrazia, non hanno portato al miglioramento
sperato anzi hanno decisamente complicato e peggiorato la
società nel suo complesso.
In realtà hanno prodotto l’esatto contrario, perché su quel
terreno dissodato, con la protesta, dai valori propri della
cultura Cristiana, vera radice della cultura morale occidentale,
ha attecchito il seme dell’onnipotenza del singolo,
dell’individuo che in modo del tutto autoreferenziale decide
cosa e bene e cosa e male, per lui e per la società nella quale
vive ed ecco l’habitat perfetto per il successo di uno come
Berlusconi: “…and the Oscar goes to …Mr. Berlusconi!”.
Insomma si torna agli slogan stile ‘68,
per raccogliere il consenso generale,
ma credo che questa operazione sia
destinata a fallire miseramente, per il
semplice motivo che siamo su una
“zattera” che ha ben altri problemi che
non quello di stabilire se prima di
mangiarmi uno dei naufraghi è bene
che questo faccia il testamento
biologico o no.
La sparata di Asor Rosa, l’aggressività del mio amico, il “candore” con il quale i dirigenti della sinistra e i
giornalisti loro sodali continuano a indicare in Berlusconi il male del paese e forse del mondo intero senza
proporre nulla di concreto per arrestare la deriva di questa zattera, mi fa pensare che anche loro hanno
finalmente capito che i loro valori sono in realtà disvalori e davanti a quest’ amara evidenza reagiscono con
il “cannibalismo”, per evitare di dover fare un bel “mea culpa”.
La sinistra ha virato a destra
La prova provata che quanto affermo è vero viene dal campione dei campioni della sinistra mondiale: The
President Mr. Barak Obama, osannato quale salvatore del mondo dal popolo “sinistrorso” al momento della
sua vittoria, fino al punto di essere copiato negli slogan a effetto da Walter Veltroni nella sua campagna
elettorale da candidato Premier del neonato PD.
Nella politica internazionale ha fatto il muso duro con la Cina, ha confermato tutte le missioni militari
all’estero, ha fatto finta di dare addosso ad Israele per la questione dei territori per poi lasciare tutto
com’era prima e ora si è lanciato a spada tratta nella nuova avventura colonialista nel Africa settentrionale,
nascondendosi dietro Francesi e Inglesi ma con una forte presenza militare in tutto il Mediterraneo.
Apro una piccola parentesi per sottolineare come riguardo questo blitz, anche davanti ad evidenti
incongruenze, quali: la sepoltura in mare del cadavere di nascosto e notte tempo, le immagini negate, le
interviste a personaggi politici di spicco che dichiarano apertamente di sapere perfettamente che Bin Laden
è già morto da tempo, non ho sentito uno straccio di anchorman televisivo della sinistra militante,
accennare alla possibilità che si tratti di una messa in scena dell’attuale Presidente, pro domo elezioni al
secondo mandato; mentre ai tempi degli attentati dell’11 settembre si è subito gridato e ancora oggi si
grida, al complotto di Bush e dei suoi sodali petrolieri per impadronirsi dell’Iraq, chiusa parentesi.
In effetti, Mr. Obama è partito di bolina decisamente
a sinistra, con un tentativo, peraltro ancora in alto
mare, di riforma della sanità, ma nel corso della
navigazione ha visto che lì, a sinistra, non c’è vento si
rischia di rimanere impantanati in una bonaccia che
non promette nulla di buono e allora nonostante il
Premio Nobel per la Pace ottenuto sulla parola e non
sui fatti, ha scelto una linea molto più pragmatica ed
ha virato decisamente a destra, ricalcando le orme del
suo predecessore Bush.
Ciliegina sulla torta è l’azione da “sceriffo
internazionale” o forse è meglio dire da “bounty killer”,
per l’eliminazione di Osama Bin Laden che lasciatemi
dire se fosse stata fatta da Bush avremmo avuto, come
minimo, manifestazioni anti-USA in tutta Italia,
capitanate dai vari Vendola, Ferrero e compagnia
cantante che avrebbero gridato all’omicidio illegale
senza giusto processo; ma poiché il blitz è di Obama, giù
applausi a scena aperta per il salvatore del mondo.
OBABUSH
Cazza la randa! …bolina stretta! ...sempre più a destra!
La virata a destra di Obama non è stata solo in politica internazionale ma anche in campo economico,
nonostante le mirabolanti promesse in campagna elettorale, i soldi li ha dati alle banche, salvando i
manager e il loro compensi astronomici e queste banche, in gran parte guidate dalle stesse persone
colpevoli della crisi finanziaria, hanno continuato a “taglieggiare” i clienti-risparmiatori lucrando interessi
sugli interessi degli interessi, dopo aver bruciato centinaia di miliardi in titoli spazzatura.
E’ stato definito addirittura: incompetente e incapace, tra scrosci di applausi, nella trasmissione televisiva
dell’anchorman Fazio, da colui che pavento con terrore, sarà il futuro candidato premier della sinistra
italiana: Niki Vendola.
Mi piacerebbe poter tornare indietro nel tempo e affidare a Vendola la Chrysler e vedere cosa sarebbe
stato capace di tirarne fuori lui, si perché oltre ad essere in errore, in grave errore di rotta, i “sinistrorsi”
italiani sono anche presuntuosi, molto presuntuosi e soprattutto in delirio totale di onniscienza, si credono
“illuminati” e l’esternazione di Vendola riguardo Marchionne ne è la conferma.
“Last but not least”
E’ di questi giorni il rapporto del gruppo di controllo, Presieduto dal Segretario generale dell’ONU, Mr. Ban
Ki Moon, per la lotta mondiale al narcotraffico, in sintesi questo rapporto sostiene che la lotta basata sulla
repressione non ha ottenuto effetti rilevanti sulla diffusione delle droghe e in conclusione sarebbe
opportuno cambiare strategia e dare il via a politiche nazionali di liberalizzazione del consumo delle
sostanze stupefacenti.
Infine per buona pace di tutta la sinistra italiana e del
suo feudo sindacale, la CGIL, Obama ha affidato ad un
certo Mr. Sergio Marchionne il salvataggio della
Chrysler, salvataggio portato a buon fine proprio in
questi giorni.
La conclusione positiva di questo salvataggio avviene
pochi mesi dopo le vicende italiane, degli stabilimenti
Fiat, vicende per le quali Marchionne è stato dipinto
da tutta la sinistra come il padrone delle ferriere,
affamatore dei lavoratori, bugiardo e baro e chi più
ne ha più ne metta.
Chiaramente tutta la sinistra mondiale ha esultato, qui da
noi ancora non ho notato i soliti “saltimbanchi” radicali e di
“sinistra e libertà” sproloquiare in proposito, forse gli è
sfuggita la cosa, troppo impegnati nel guardarsi allo
specchio.
Ma, c’è un “ma”, udite, udite: The President Mr. Barack
Obama ha già dichiarato che non se ne parla proprio, che il
rapporto è parziale e incompleto che con la repressione si
sono ottenuti molti risultati positivi, anzi è necessario
rafforzare questa repressione, altro che liberalizzazione!
Che dire, più a destra di così ci sono solo Pino Rauti e Jean-
Marie Le Pen.
Corsi e ricorsi storici
Mentre scrivevo mi è venuto alla mente un altro quadro esposto sempre al Louvre, il “Giuramento degli
Orazi” del pittore, anche lui francese, J.L.David, icona del neoclassicismo, che dipinse questa enorme tela
nel 1785 su commessa di Luigi XVI, quattro anni prima della presa della Bastiglia.
Trentacinque anni dopo, nel 1819 Gericault dipinse la “Zattera della Medusa”, cioè quattro anni dopo
Waterloo e la fine di Napoleone che segno anche la fine dell’utopia rivoluzionaria francese, almeno nelle
forme e nei desideri iniziati con la presa della Bastiglia.
Questo quadro di Gericault, venne immediatamente considerato dagli storici e da tutta la popolazione
francese, la migliore icona del disastro, del naufragio che prima la rivoluzione “degenerata” e quindi
Napoleone, provocarono alla “nave-Francia”.
Per ironia della sorte o per la legge
del contrappasso, decidete voi,
questo quadro, commissionato
dall’ultimo Re francese, divenne il
simbolo della Rivoluzione Francese,
perché nella forza espressiva di
“fraternité” e nel vigore plastico di
questo giuramento, il popolo
rivoluzionario lesse un parallelo con
ciò che accadeva nel loro paese e lo
elesse simbolo del nuovo che
irrompeva nella storia della Francia
e dell’Europa.
La Francia si riprese da quel naufragio, ma ci vollero molti anni e il
passaggio attraverso vari governi repubblicani, scevri però da
ideologie rivoluzionarie, quindi un ritorno alla monarchia con
Napoleone III, nipote di Napoleone Bonaparte e uomo molto
pragmatico e poco ideologico, che traghettò il paese nella “belle
epoque”.
Insomma la “zattera” francese è uscita dalla deriva grazie al
pragmatismo e non all’ideologia e all’utopia rivoluzionaria, sempre
affascinante a parole ma deleteria nei contenuti.
E’ probabile che ormai siamo alla Waterloo di Berlusconi, prima o poi
arriverà è inevitabile, ma la sinistra non creda di poter ricominciare
dal ’68, ora è tempo di pragmatismo la ricerca del vento nuovo,
“diverso”, può diventare una trappola mortale, come abbiamo più
volte visto nelle regate di Coppa America, basta un errore minimo di
valutazione e la barca non và.
La libertà è un'altra cosa
Oggi la nostra società è alla deriva e non solo in Italia, non crediamo più in niente, non abbiamo punti di
riferimento, siamo arrivati a dar retta a ciarlatani di tutti i generi, in tutti i campi pur di godere di un
barlume di speranza, pur di mitigare la paura che proviamo per il futuro nostro e dei nostri figli.
Abbiamo bisogno di tornare a valori veri, concreti e consolidati per poter essere solidi noi stessi, dentro di
noi, per potere diventare nella pratica di tutti i giorni pragmatici e non demagogici e questi valori li
possiamo trovare solo nelle radici della nostra cultura che sono radici Cristiane.
La vera libertà è un’altra cosa, la libertà è non avere paura e vi garantisco che io non ho paura perché ho un
amico con me, sulla zattera della mia vita, che partecipa alla mia vita giorno dopo giorno, un caro amico che
non mi ha mai tradito e mai mi tradirà, che non mi “cannibalizzerà", anzi si è offerto in sacrificio e pasto
quotidiano per me e continua a farlo tutti i giorni, è Gesù: Via, Verità e Vita.
E’ Lui l’unica libertà alla quale l’uomo è chiamato a partecipare, perché è attraverso di Lui e grazie a Lui che
l’uomo si libera dalle sue paure esistenziali che sono la sua vera prigione, le altre sono tutte pseudo-libertà!
“…Vieni presto Signore Gesù!” (Ap. 22,20)
In uno dei tanti programmi di pseudo
approfondimento politico, in realtà di aperta
propaganda, condotto dalla superstar di tutti gli
anchorman di sinistra: Michele Santoro, fu lanciato,
riprendendo una famosa canzone del compianto
Giorgio Gaber, lo slogan: “…libertà è
partecipazione…”; ma ci deve essere qualcosa a cui
partecipare per esercitare la libertà richiamata con
questo slogan, altrimenti è pura demagogia.
Mi rivolgo a tutte le persone di sinistra, naufraghe come
me su questa zattera, smettetela di annebbiare il vostro
cervello e il cervello degli altri, con inutili ideologie,
l’ideologia è una droga che brucia tutto, è dimostrato
dalla storia che chi l’ha usata lo ha fatto solo per un suo
personale tornaconto sia che fosse di destra sia che fosse
di sinistra.
Voglio tranquillizzare il mio amico e i molti altri miei
amici che sono di sinistra, nessuno ha intenzione di
togliervi la possibilità di abortire, divorziare o di
suicidarvi legalmente con la “dolce morte” , è nella logica
del libero arbitrio Cristiano, dono del Signore, ma, come
ho già scritto, per favore non chiamatele scelte di libertà,
non chiamateli valori di democrazia, è solo demagogia,
chiamatele con il loro vero e “pragmatico” nome: scelte
dolorose!