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Laboratorio
gestione della classe
e problematiche
relazionaliIC «Marco Polo»
Scuola Polo per la formazione Roma - Ambito IV
19, 21 e 26 marzo 2018
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova1
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Le quattro discontinuità
•“la scuola richiede prestazioni individuali, mentre il lavoro mentale all’esterno è spesso condiviso socialmente;
• la scuola richiede un pensiero privo di supporti, mentre fuorici si avvale di strumenti cognitivi o artefatti;
•la scuola coltiva il pensiero simbolico, nel senso che lavora su simboli, mentre fuori della scuola la mente è sempre direttamente alle prese con oggetti e situazioni;
•a scuola si insegnano capacità e conoscenze generali, mentrenelle attività esterne dominano competenze specifiche, legate alla situazione.” [Resnick, 1995]
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L’evoluzione del profilo «giuridico-contrattuale» del docente
(art. 27 CCNL 2016/2019)
Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenzedisciplinari, informatiche, linguistiche, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo relazionali, di orientamento e di ricerca, documentazione e valutazione tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano:
con il maturare dell’esperienza didattica,
l’attività di studio
l’attività di sistematizzazione della pratica didattica.
I contenuti della prestazione professionale del personale docente si definiscono nel quadro degli obiettivi generali perseguiti dal sistema nazionale di istruzionee nel rispetto degli indirizzi delineati nel piano dell’offerta formativa della scuola.
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 3
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Competenze disciplinari
Competenze informatiche
Competenze linguistiche
Competenze psico-
pedagogiche
Competenze metodologico-didattiche
Competenze organizzativo-relazionali
Competenze di
orientamento
Il Profilo
del
docente
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 4
Maturare
esperienza
didattica
Sistematizzazione
pratica didattica
Attività di studio
Motivazione
Formazione permanente
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Fin dalla sua formazione la classe presenta una storia unica e singolare
E’ un sistema aperto con caratteristiche sue proprie non riconducibili a quelle dei suoi membri presi isolatamente
Ha regole esplicite e implicite valide solo al proprio interno e cresce nutrendosi delle interazioni e relazioni tra i suoi membri.
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Il punto di partenza di ogni apprendimento è la creazione
di una relazione di classe positiva, in grado di rispettare
le differenze e le specificità di ogni singolo individuo, al
fine di concedergli la possibilità di esprimersi liberamente
e senza riserve.
Senza la creazione di una relazione di classe positiva, si
rivela inutile ogni riflessione su come insegnare o su
come costruire situazioni che consentano apprendimento.
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Anche le Indicazioni Nazionali per il curricolo recitano: particolare
cura è necessario dedicare:
alla formazione della classe come gruppo,
alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti
alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla
socializzazione
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La classe si configura come un
fondamentale spazio di crescita in cui
lo studente sperimenta
le proprie competenze e sviluppa la
propria identità, nel quale i processi
emotivi e relazionali
assumono un ruolo centrale
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Luogo di appartenenza o di esclusione
Luogo di apprendimento o
luogo di trasmissione
Luogo di sperimentazione
dei conflitti
Comunicazione
Educazione
Istruzione
FormazioneRelazione
La
classe
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Per il numero elevato dei suoi membri e per le relazioni che legano allievi e insegnanti, la classe presenta
alcune caratteristiche tipiche di un grande gruppo.
Nella scuola dell’infanzia e primaria, ad esempio,
• gli alunni possono trovarsi in una situazione di dipendenza nei confronti del docente
• ciascuno aspira ad avere rapporti privilegiati con il docente ed è ostacolato in questo suo
proposito dalla presenza degli altri membri della classe.
Nella scuola secondaria di primo grado e secondo grado, la classe può diventare il luogo in cui
• esibire il proprio "io",
• dove definire e mantenere la propria identità,
• dove soddisfare bisogni quali l'"essere autonomi",
• il "dimostrare le proprie capacità",
• l'"appartenere ad un gruppo" con simili interessi e modi di apparire (stesso look, stessa
pettinatura, stesso trucco, medesimi gusti musicali, ecc.).
La classe «grande gruppo»
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Dato l’elevato numero di individui, che formano una classe è
naturale che si sviluppino molteplici relazioni sociali, che
possono prendere la forma di sotto-gruppi coesi, talvolta
ostili o in conflitto con altri sotto-gruppi.
Tra gli studenti possono stabilirsi
sentimenti di simpatia/antipatia,
reciprocità/ostilità,
apertura/pregiudizio
tali da costituire una rete implicita di rapporti e
comunicazioni che nasce in base ad esigenze personali e
sociali e che risponde a bisogni socio-affettivi diversi da quelli
strettamente istituzionali.
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In base a questo modello
di analisi, una classe può
essere vista come un
campo nel quale
operano forze diverse
(gli alunni).
I sentimenti di attrazione e
avversione tra gli alunni,
organizzano
implicitamente una rete di
relazioni selettive,
relazioni che sono spesso
predominanti o
indipendenti dagli scopi
istituzionali (didattici,
formativi) , e talvolta in
conflitto palese o
nascosto con gli stessi.
• Clima positivo
• Gruppo come unità sociale inclusiva/aperta
Attrazione
• Clima negativo
• Gruppo come unità sociale esclusiva/chiusa
Avversione
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La gestione della classe
La classe è un microsistema complesso in cui intervengono molteplici
fattori sia interni che esterni... contesti familiari ed extrascolastici e
la scuola, quella scuola, quella specifica comunità educante con le sue
tradizioni, le sue regole, il suo stile, il docente, i docenti
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Competenze disciplinari, didattiche, metodologiche
• di disporre di solide conoscenze e competenze nella propria disciplina e nel linguaggio specifico
• di padroneggiare metodologie e didattiche diversificate e differenziate
• di promuovere una reale alleanza educativa scuola-famiglia, con condivisioni di aspetti valoriali e normativi
• di partecipare attivamente alla elaborazione e condivisione del PTOF e dei documenti di indirizzo dell’istituto
• ……..
Competenze relazionali, psicopedagogiche, gestione gruppi……
• disporre di solide conoscenze derivate dalle teorie e dalle ricerche sulla gestione e sui bisogni personali e psicologici degli allievi .
• Saper promuovere relazioni positive tra insegnante-allievo
• Sostenere relazioni significative tra pari che costruiscano la classe come comunità di supporto.
• applicare metodi di istruzione che facilitino l’ottimizzazione dell’apprendimento soddisfacendo i bisogni di studio dei singoli e dell’intero gruppo classe.
• padroneggiare metodi di conduzione di gruppo che coinvolgano gli allievi
• utilizzare abilità di counseling e di metodi comportamentali che sollecitino gli studenti a esaminare e correggere i loro comportamenti inappropriati.
• proporre un modello di sé positivo (è il fattore che più influenza l’apprendimento e la motivazione allo studio degli allievi).
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Le aspettativeriguardo i risultati
degli studenti
Le buone relazioni in classe (tra pari,
tra alunni e docenti, tra
docenti)
L’ambiente «fisico»
della classe
L’ambiente «organizzato»
della classe
Fattori che sembrano avere un’influenza diretta
sui risultati dell’apprendimento e dei comportamenti espressi a scuola(Creemers e Reezigit 1999)
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Assume una leadership democratica nella classe
Rispetta stili, ritmi di apprendimento e valorizza le specifiche competenze
Progetta intenzionalmente con il team/consiglio di classe l’azione formativa
Adotta approcci d’insegnamento personalizzati (aiuta ad apprendere in profondità pochi elementi
fondamentali e non a memorizzarne tanti in modo superficiale). Per far apprendere in profondità:
deve puntare su abilità e prestazioni contestualizzate per l’apprendimento di concetti
disciplinari
definizioni e formule tecniche devono connettersi con la loro pratica in situazioni e contesti
reali.
Progetta l’apprendimento come attività facilitata da una ricerca di gruppo condivisa
Tende a sviluppare nel gruppo classe: orgoglio per la conquista; responsabilità e curiosità, mette in
condizione di presentare propri contributi, idee originali ai compagni e ai docenti”
- (rif.M.Comoglio, Seminario: “Misure di Accompagnamento Indicazioni Nazionali”, rete: “Insieme si può fare” RM13, 29 Febbraio,2015)
IL DOCENTE CHE EDUCA AD APPRENDERE
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 17R. Malorzo , A. M. Valvetri
i.t.t. Giorgi Brindisi a.s.2015/2016
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Nel 1993 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato un documento
che elenca le 10 competenze essenziali per il benessere psicofisico dei
bambini e degli adolescenti che la scuola dovrebbe favorire:
• capacità decisionale: saper decidere motivatamente;
• problem solving: analizzare, affrontare e risolvere costruttivamente i problemi;
• creatività: esplorare alternative, individuare opzione diverse con flessibilità e
originalità;
• pensiero critico: analizzare, valutare il pro e il contro;
• comunicazione efficace: esprimersi in modo efficace e appropriato;
• capacità di relazioni interpersonali: convivere, interagendo positivamente;
• autocoscienza: conosci te stesso, nei tuoi punti deboli e forti;
• empatia: ascoltare e comprendere gli altri;
• gestione delle emozioni: riconoscerle e controllarle;
• gestione dello stress: governare le tensioni e le fonti d’ansia.
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LE DINAMICHE
CON CUI DOVER FARE
I CONTI• classi numerose
• classi multietniche
• classi multiculturali
• classi multiproblematiche
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La colpa è di ……
La colpa non è mia
Ai miei tempi sì che …..
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Atteggiamenti errati
Cercare «La Colpa» è colpa dei ragazzi
è colpa dell'ambiente
è colpa del dirigente, tutti gli alunni difficili ce l’ho io
è colpa dei colleghi: sono troppo permissivi/autoritari/indifferenti
é colpa dei genitori, danno sempre ragione ai figli
tanto non capiscono niente …….
è tutto inutile: sono così e resteranno così …..
io non ci posso fare niente perché dipende da altri fattori (famiglia, amici ecc.)
alcuni allievi si comportano male «perché ce l'hanno con me»
non è colpa mia
mi mancano i materiali, gli strumenti, le risorse adatte….
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Atteggiamenti erratiResistenza al cambiamento
ho sempre fatto così……… perché devo cambiare?
nelle altre classi non ho problemi, in questa sì: dunque dipende dagli alunni.
i corsi di aggiornamento non servono a niente: ne ho fatti tanti, sono tutte
chiacchiere.
conosco la mia disciplina seguo il programma e basta! …….
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La classe ieri
Per un docente gestire la classe significava
saper ristabilire l’ordine
tenere la disciplina
Il docente ieri, compente
disciplinarista,seguiva il programma
La classe oggi
Per un docente saper gestire una classe significa saper conoscere i propri studenti
ed essere in grado di offrire loro una motivazione.
Il docente oggi, competente diciplinarista, propone delle attività in modo ’’attraente”,
riesce ad affascinare gli studenti con la passione che esprime.
Chiarisce la validità dell’offerta formativa Indica la strada per il successo scolastico
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Mantenere la
disciplina
•Riprendere il singolo allievo
•Ammonire il comportamento
maleducato
•Rimproverare chi chiacchiera
•Richiamare chi si muove senza
permesso
•Criticare gli atteggiamenti
inopportuni
•Minacciare gli alunni con
conseguenze negative
Gestire la classe
• Organizzare un ambiente
facilitante l’apprendimento
• Promuovere la motivazione
• Suscitare l'interesse
• Incoraggiare la partecipazione
• Coordinarsi con i Colleghi del
CdC
• Progettare attentamente le
lezioni
• Organizzare gli spazi, il tempo,
i materiali
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Un clima di classe positivo è un fattore di protezione sia per gli apprendimenti cheper il benessere generale dello studente (Wentzel,1997).
Il sistema classe rappresenta la struttura di base attraverso cui l'organizzazione
scolastica persegue gli obiettivi istituzionali dell'acquisizione sistematica e programmata
di conoscenze, ma costituisce anche l'ambito entro il quale si manifestano bisogni di
natura individuale , differenti da quelli istituzionali (il bisogno di avere amicizia,
di conquistare prestigio o di scaricare aggressività). (Carli e Mosca,1980)
Chi insegna dunque non può disporre di un unico modello fisso
cui ispirarsi, ma deve possedere un metodo duttile da adattare alle
esigenze formative dei singoli studenti e alle particolari capacità,
in modo tale da guidare lo studente verso un apprendimento
autonomo, scopo principale dell’attività di insegnamento.
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Gest
ire l
e d
inam
iche • leggere,
decodificare e gestire le dinamiche all'interno della scuola
Saper
condurr
e i
l gru
ppo
cla
sse
• affinare le capacità di conduzione del gruppo-classe
Pote
nzia
re s
trum
enti
fa
cilit
anti • potenziare la competenza
dell’uso di strumenti didattici e metodologici facilitanti l'attenzione, l'apprendimento e la partecipazione dei ragazzi, trasformando situazioni problematiche in occasioni di apprendimento
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F.Cavaiani -CANALI SENSORIALI E STILI APPRENDIMENTO
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Metodi di insegnamento:
Direttivo funzionale (di prodotto)
Non direttivo (di processo)
Skinneriano (operante strumentale)
Groupwork (lavoro di, per, con il gruppo)
Team teaching (gruppo docente)
Mastery learning (personalizzato)
Strategie di insegnamento
Modeling (modello da imitare)
Shaping (modellare un’abilità prima inesistente)
Autoistruzione
Insegnamento reciproco e mediazione sociale
Metacognizione (sviluppare la consapevolezza di
quello che sta facendo)
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Gli alunni dovrebbero conseguire la capacità (competenza) di
essere protagonisti del proprio futuro, non passivi spettatori
comprendere l’importanza primaria delle decisioni condivise
comprendere che una comunità funziona quando si ragiona sul gruppo, non sul
singolo
imparare che le decisioni importanti vanno prese considerando il lungo termine, non
l’immediato
sviluppare senso critico e creativo
sapersi mettere in discussione nel rapporto con gli altri
saper condividere idee e responsabilità
rafforzare il proprio senso di autonomia
saper lavorare e collaborare in un gruppo
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L'insegnante influenza la qualità della
rete delle relazioni, che è presupposto
del clima di classe, non solo con le sue
conoscenze, ma anche e soprattutto ,
con il suo stile di insegnamento, le sue
caratteristiche, di personalità e il suo
corredo valoriale.
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La gestione della classe
dovrebbe basarsi su solide conoscenze derivate dalle teorie e dalle ricerche sulla gestione e sui
bisogni personali e psicologici degli allievi .
è determinata dalle relazioni positive tra insegnante-allievo
è condizionata dalle relazioni significative tra pari che creano la classe come comunità di
supporto.
comporta l’utilizzo di metodi di istruzione che facilitino l’ottimizzazione dell’apprendimento
soddisfacendo i bisogni di studio dei singoli e dell’intero gruppo classe.
implica l’utilizzo di metodi di conduzione di gruppo che coinvolgono gli allievi: essi sono i
protagonisti del loro sviluppo e concorrono a stabilire standard di comportamento che aiutano a
creare una comunità carica di calore e di attenzioni.
sottintende l’uso delle abilità di counseling e di metodi comportamentali che sollecitano gli
studenti a esaminare e correggere i loro comportamenti inappropriati.
è il fattore che più influenza l’apprendimento e la motivazione allo studio degli allievi.
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Alunni che mostrano
• indifferenza alle
regole
• iperattività
• bullismo e condotte
antisociali
• difficoltà a gestire
il tempo libero
• ridotta capacità
esplorativa ed
elaborativa
• difficoltà attentive
• inadeguata capacità
di resilienza (affrontare e superare un evento traumatico o un
periodo di difficoltà).
• fragile percezione
di autoefficacia
• analfabetismo
emotivo (Galimberti)
• memoria storica
appiattita al
presente .
• uso eccessivo dei
social
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• alunni
“ansiosi”,
• “pigri” ecc…
facilmente
gestibili in
situazioni di
“tranquillità”
ma che in un
contesto più
complesso
rischiano di non
trovare appoggi
educativi sicuri
capaci di
aiutarli nel
proprio
cammino.
Fare scuola al giorno d’oggi
è sempre più complesso.
Gli insegnanti si ritrovano ad agire in
contesti educativi problematici; sia per
la presenza di gruppi numerosi che per
le esigenze particolari dei singoli alunni
(problematiche personali, familiari e
bisogni educativi speciali) che richiedono
da parte del docente interventi mirati.
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 33
Nella mitologia greca
la dea Armonia
era figlia di Venere e Marte;
l’armonia derivava
dunque da due valori contrapposti,
bellezza e conflitto
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Il conflitto in classe
Conflitto pubblico
«con» il pubblico
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Il conflitto in classe
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Evitare il «messaggio TU»
Trasformarlo in «messaggio IO»
«Io» sono in difficoltà
per cui
il problema deve essere risolto da chi ce l’ha
(non dipende da TE)
Essere veri e coerenti:
Conoscere le «proprie» emozioni
Controllare le proprie emozioni
Riconoscere le emozioni altrui
Gestire le relazioni
Evitare atteggiamenti riparatori o salvifici «io ti salverò»
calma
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La direzioneIl metodo più immediato, non negoziale, dove l'autorità dell'adulto interviene in modo netto sui conflitti. L'intervento mira a dare
indicazioni precise, ordini, con lo scopo di fermare il conflitto.
E' bene utilizzare il metodo direttivo quando non c'è tempo per negoziare, quando c'è in gioco la sicurezza degli studenti, quando questi
sono fuori controllo. Bisogna ricordare che in questo modo si interviene sull'indipendenza dello studente e può provocare risentimenti.
La mediazioneLa mediazione ha come scopo di aiutare gli studenti ad elaborare il proprio conflitto, creandone le condizioni.
Il mediatore deve essere imparziale, non deve interrompere, non deve prendere le parti o colpevolizzare
Lo scopo è di sviluppare la soluzione o scegliere la soluzione più praticabile per la risoluzione del conflitto.
Devono essere «i contendenti» a trovare la strada. Un metodo che richiede tempo e sforzo, ma che punta alla soluzione definitiva del
problema.
L'arbitraggioPrevede un ruolo attivo da parte del docente. Ascolta le parti e interviene indicando ai contendenti come gestire il conflitto. Se si dà alle
persone in causa la possibilità di esprimere il proprio punto di vista, consente di raggiungere una soluzione in breve tempo. Anche se non si
giunge alla soluzione profonda e radicale del conflitto.
La sentenzail docente determina di chi ha ragione o torto. In questi casi si ascoltano e valutano le "prove", quindi si passa al giudizio.
L'equità del giudizio determinerà la credibilità del giudice. Ci dovrà essere necessariamente un vincitore ed un perdente oppure un vincitore
o un quasi vincitore
La negoziazione: Il processo attraverso il quale si arriva ad una decisione condivisa
partendo da posizioni diverse (e spesso molto diverse)
Come «evolve» il conflitto in classe
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E’ possibile prevenire il conflitto?
«A volte» si
ma bisogna … partire da lontano
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Accoglienza
Per favorire l’inserimento dell’alunno nell’ambiente scolastico, il primo passo è:
la progettazione dell’accoglienza per le scuole dell’infanzia e primaria:
protocollo iscrizioni
incontro con i bambini accompagnati dai genitori;
visita ai locali scolastici;
realizzazione di giochi in cui i bimbi siano protagonisti;
La sperimentazione del circle time, ovvero la pratica del tempo del cerchio. Disponendosi in cerchio, ogni
bambino/adulto è pari all’altro; ci si guarda negli occhi, si impara a confrontarsi, ci si apre al pubblico
superando la timidezza, si raccontano episodi e/o spaccati di vita quotidiana e familiare, si illustrano a mo’
di gioco costumi e tradizioni dei paesi d’origine per gli alunni di diversa nazionalità
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Accoglienza
Per la scuola secondaria di I e II grado, l’accoglienza gestita dai docenti dell’intero Consiglio di
Classe che individuerà percorsi di lavoro e tematiche da approfondire secondo le diverse
discipline
1. Attività «Impariamo a conoscerci»: (le interviste tra pari)
2. Attività « La scuola che vorrei» in gruppo con produzione elaborati (cartacei, video,
multimediali)
3. Attività «Noi siamo……. • Prima fase: i desideri • Seconda fase: la realtà • Terza fase:
lavoriamo concretamente ai progetti • Quarta fase: lavoriamo sulle regole da condividere •
Quinta fase: presentiamo il lavoro al Consiglio di Classe, alle famiglie, e rendiamolo visibile alla
scuola con cartelloni, plastici, video. …….
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PRENDERSI CURAL’insegnante e la dimensione del «prendersi cura» dell'allievo, nella sua
totalità
Contemplare la possibilità di «fare entrare la dimensione relazionale ed
emotiva» nei processi di insegnamento- apprendimento non significa perdere
l'autorevolezza connessa al ruolo ; è rischioso il contrario
Alla base di detta interrelazione si pone la necessità di una «imprescindibile
asimmetria».
Il rapporto tra insegnante e alunno non è, non può (e non deve) essere
paritario;
questo non deve confondersi con un esercizio della disparità di potere che
escluda la dimensione affettivo-relazionalePiano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 40
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Cordialità e rispetto
Dar loro coraggio
Credere in loro
Ascoltarli
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 41
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InclusioneLa capacità per un docente di essere «inclusivo»
è il più alto livello della competenza «docente»
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 42
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L’inclusione scolastica (art. 1 d.l. 66/2017)
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riguarda le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti,
risponde ai differenti bisogni educativi
si realizza attraverso strategie educative e didattiche
finalizzate allo sviluppo delle potenzialità
promuove la partecipazione della famiglia, nonché delle associazioni di riferimento, quali interlocutori dei processi di
inclusione scolastica e sociale.
é impegno fondamentale di tutte le componenti della comunità scolastica le quali, nell'ambito degli specifici ruoli e responsabilità,
concorrono ad assicurare il successo formativo
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Criticità dell’inclusione
Formazione inadeguata dei docenti curricolari e talvolta anche di quelli incaricati di attività per il sostegno (spesso non specializzati)
Deresponsabilizzazione e delega al solo docente di sostegno
Attivazione di laboratori “ex-clusivi”
Trattenimenti (bocciature) «strumentali»
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 44
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L’uso del «Laboratorio» come metodologia
innovativa.
Il laboratorio non come spazio fisico ma come
processo di apprendimento/insegnamento
(spazio mentale)
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Trovarsi insieme è un inizio
Restare insieme un progresso
Lavorare insieme un successo
(H. Ford)
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Gli ambienti d’apprendimento: °spazi fisici (il laboratorio, l’aula, la biblioteca, la palestra, il giardino, la mensa …… )
°spazi cognitivi (metodologie laboratoriali),
°esperienze situate (maker space, FabLab)
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Le metodologie laboratorialipeer tutoring - insegnamento tra pari
peer collaboration - collaborazione tra paricooperative learning - apprendimento cooperativo
flipped classroom - la classe capovoltajigsaw classroom - l’aula puzzle
Il debate - il dibattitoIl brainstorming - l’immaginazione creativa
Il role playling – simulazione e giochi di ruolo
Il curriculum verticale e la didattica per competenze
La relazione tra gli adulti che gestiscono
la classe
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La relazione tra gli adulti che gestiscono la classe
Condivisione valoriale
Progettualità collegiale
Gestione concordata conduzione
classe
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Uno spazio attrezzato finalizzato
L’atelier creativo spazio innovativo e modulare dove sviluppare il punto d’incontro tra manualità, artigianato, creatività e tecnologie. Un luogo in cui la fantasia e il fare si incontrano, coniugando tradizione e futuro, recuperando pratiche ed innovandole. L’obiettivo è riportare a scuola il fascino dell’artigiano in versione “digitale”, quindi del “maker” e dello sperimentatore, attraverso lo sviluppo negli alunni della consapevolezza che gli oggetti si possano progettare e creare, a cavallo tra analogico e digitale.
Il Maker spacelaboratori forniti di specifica strumentazione tecnica: stampanti 3D, laser cut, Computer Aided Drafting, cioè "disegno tecnico assistito dall'elaboratore«, plotter da disegno e da taglio, macchine da cucire, presse, tavolo di falegnameria, attrezzi per saldatura, circuiti elettronici ….. (studi di artigianato,officine, ….)
Il FabLab(è un marchio registrato concesso solo ai Maker space che rispettano determinate regole)
Nota: I Maker space e i Fablab sono nati fuori dalla scuola, in particolare all’università (i primi al Massachusset Instituteof Techology di Boston) e poi si sono sviluppati nel mondo in varie tipologie di laboratorio, dove gruppi di persone autodefinitisi makers si sono organizzati per lavorare insieme condividendo le risorse, gli strumenti e soprattutto la conoscenza
Trottola stampa in 3 D - realizzato da Prof. D. Colonna «IC
Donatello» DigitalSummer@MIUR – Roma, 26 luglio 2016
Foto A. Viscito
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I Maker space e i Fablab a scuola
Quello che distingue i FabLab da altre forme di lavoro cooperativo
è la condivisione del sapere in una metodologia trifasica:
Tinkering (si lavora per cicli di design, si arriva alla soluzione per
avvicinamento, correggendo progressivamente gli errori)
- Popper – la falsificabilità/Postman – la teoria dell’errore
Shareing («copiare» il lavoro già fatto per procedere da lì)
- Piaget «la zona di sviluppo prossimale»
Hakering (analizzare il funzionamento degli oggetti, scomporli e
utilizzare i pezzi nuovi per crearne altri) - Freinet «l’officina didattica»
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Peer tutoring (insegnamento tra pari): l’alunno tutor segue,
aiuta, incoraggia il compagno nell’apprendimento
Peer collaboration(collaborazione tra pari). Gli studenti sono «pari»
davanti al compito e devono collaborare in gruppo
per raggiungere però un risultato «individuale»
Le metodologie laboratoriali
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Cooperative learnig (apprendimento cooperativo) reale interdipendenza tra i membri di un gruppo …
1. nella realizzazione di un compito;
2. nel mutuo aiuto;
3. nel senso di responsabilità per il gruppo e per i suoi obiettivi;
deve essere posta attenzione alle abilità sociali e interpersonali.
La finalità è raggiungere un risultato «di gruppo»
Promuovendo la cooperazione fra gli studenti.
Incoraggiando le relazioni di gruppo positive.
Sviluppando l'autostima degli studenti.
Migliorando il rendimento scolastico
favorire l’interdipendenza di obiettivi: obiettivi comuni;
di compiti: divisione del lavoro;
di risorse: divisione di materiali, risorse o informazioni fra i
membri del gruppo;
di ruoli: assegnazione agli studenti di ruoli differenti;
di ricompense: dando ricompense (valutazioni) congiunte.
Condividere idee
Collaborare
Interagire
Discutere
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La flipped classroom,
dove un certo grado di autonomia e preparazione “rovesciata” è prevista da parte dello studente. Infatti, nella metodologia delle flipped classroom, il tempo a casa è dedicato all’acquisizione di informazioni, mentre il tempo a scuola è sfruttato per attività di tipo laboratoriale.
Il ruolo del docente è profondamente ripensato e anziché erogare la sua lezione in modo tradizionale chiede ai ragazzi di documentarsi autonomamente (indicando risorse o predisponendo video lezioni) in modo che in classe essi arrivino con un bagaglio di nozioni e conoscenze da attivare e applicare.
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 52
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 53
conoscenza - comprensione – applicazione
analisi – sintesi - valutazione
Comprendere le istruzioni – dividere i
compiti – responsabilità individuale per
valutazione «del» gruppo
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 54
Jigsaw Classroom, in italiano "Aula Puzzle", è una tecnica di
apprendimento cooperativo volta alla
riduzione del conflitto e alla crescita di
risultati scolastici positivi. Così come ogni
tassello di un puzzle risulta essere
fondamentale nella costruzione dello stesso,
ogni studente risulta essere essenziale nella
realizzazione e presentazione del
prodotto/elaborato finale da presentare.
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 55
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Il debate (dibattito): metodologia didattica attiva
è una metodologia che permette di acquisire competenze trasversali (life skill) e curricolari, smontando alcuni paradigmi tradizionali e favorendo il cooperative learninge la peer education, non solo tra studenti, ma anche tra docenti e tra docenti e studenti.Disciplina curricolare nel mondo anglosassone, il debate consiste in un confronto nel quale due squadre (composte ciascuna di due o tre studenti) sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento dato dall’insegnante, ponendosi in un campo (pro) o nell’altro (contro).
Gli argomenti da disputare possono essere vari, sia di natura curriculare che extracurriculare.
Imparare a parlare, a esprimersi, a dialogare non significa solo sviluppare capacità di argomentazione, ma anche la capacità di trovare idee, la flessibilità nel sostenere una posizione che non sia quella propria quando si svolge un ruolo di rappresentanza, l’apertura mentale che permette di accettare la posizione degli altri, l’ironia e l’eloquenza che contribuiscono a rendere il dialogo piacevole. Competenze trasversali che formano la personalità e che sono utili soprattutto al di fuori della scuola, per affrontare un colloquio di lavoro, per sostenere un esame, per dare voce, con garbo e determinazione, alle proprie idee.
Il debate è una disciplina affermata da tempo nel mondo anglosassone, con insegnante e materia dedicati.Le nostre scuole ne hanno fatto esperienza nei contatti e nei coinvolgimenti didattici con le scuole soprattutto quelle ad elevato tasso di internazionalizzazione (esempi storici: antilogia greca ἀντιλογία , la disputa latina disputatio, l’antinomia kantiana).
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova
56
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La preparazione e la partecipazione attiva ad
un dibattito aiuta a sviluppare:
l’acquisizione della consapevolezza delle responsabilità, dei
diritti e dei doveri che implica l’essere membro di una comunità
la partecipazione ai processi democratici all’interno di una
comunità
l’attenzione a prospettive alternative e il rispetto per il punto di
vista dell’altro
la valutazione critica delle informazioni;
i valori dell’educazione alla Cittadinanza e alla Costituzione
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 57
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Un dibattito è una discussione formale, e non libera, nella quale due squadre (composte ciascuna di due o tre studenti) sostengono e controbattono un’affermazione data, ponendosi in un campo (PRO) o nell’altro (CONTRO): è un’attività degli studenti, che essi gestiscono con autonomia, in relazione alla fascia d’età.
In un dibattito l’affermazione attorno alla quale si ragiona è chiusa e richiede di schierarsi apertamente o per il SI’ o per il NO.
E’ prevista inoltre la presenza di un moderatore (sempre uno studente), che non prende parte al dibattito stesso e di un garante del tempo prestabilito degli interventi.
Il docente (sostanzialmente un coach della squadra) interviene il meno possibile nelle attività di preparazione degli studenti, che devono trovare la propria strada autonomamente, per documentarsi, suddividersi i compiti, prevedere una strategia di interventi, formarsi un’opinione (non necessariamente la propria) e difenderla.
Caratteristica essenziale del dibattito, infatti, è la possibilità di essere chiamati a difendere opinioni in contrasto rispetto a quanto si pensa effettivamente, chiedendo quindi allo studente una forma di flessibilità mentale e di apertura alle altrui visioni tanto più necessaria in tempi di rigidità e di aprioristica difesa ad oltranza delle proprie posizioni.
Un serio approccio critico costituisce infatti la carta in più di chi intende dibattere con successo: non è possibile, infatti, tirar conclusioni e formulare giudizi, se prima non si è fatta la fatica dell’osservazione e dell’analisi, poichèla presenza della squadra di contraddittori, obbliga sempre a motivare le proprie opinioni
Un dibattito non è una discussione libera. In una discussione, infatti, si coltiva una conversazione senza precise regole, allo scopo di rispondere ad una domanda aperta. Un dibattito è invece, una discussione governata da regole ben precise, alle quali è necessario attenersi, se si vuole riportare un esito positivo nel dibattito.
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 58
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 59
Fatti (Fact): si dibatte se una affermazione sia vera o meno.“L’energia nucleare è più dannosa che utile per l’umanità”.“Il diritto alla privacy deve prevalere sul diritto all’informazione.”
Valori (Value): si propone un confronto sulla validità o sul valore di una posizione o uncomportamento.
“L’omicidio non è mai giustificabile.”“La tortura è il male peggiore al mondo”
Piani d’azione (Policy): si cerca di stabilire se e quanto una decisione sia valida.“L’ex area industriale dovrebbe diventare un parco per il quartiere.”“La costruzione (ponte, strada, centro commerciale, ……) è opera essenziale allo sviluppo delPaese (della città, della regione, del comune)”«La coltivazione di quell’area deve essere biologica per sviluppare l’economia del paese»
Esempi di dibattito
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 60
Il Brainstorming
Il brainstorming è una tecnica ideata e formulata da Osborn («L’immaginazione creativa»), che si
basa su di una discussione di gruppo incrociata, guidata da un moderatore.
Lo scopo è quello di far esprimere, in maniera assolutamente non vincolata, il maggior numero
possibile di idee su un determinato problema.
Il nucleo centrale della tecnica, nella prima fase, è quello di produrre il maggior numero di idee
(lista di controllo), che secondo l’autore è più importante della qualità delle stesse, soprattutto
perché maggiore sarà il numero delle idee, maggiori saranno le probabilità di trovarne alcune
utili.
Tali idee servono poi da spunto alla soluzione di problemi; e possono essere, successivamente,
valutate e ulteriormente elaborate.
Il brainstorming (letteralmente “tempesta nel cervello”) è una tecnica che mira a disinibire lo
scorrere dei pensieri, impedendo l’insorgere di giudizi critici prematuri.
* *Information and Communication Technologies”, ICT è l’insieme delle tecnologie che forniscono l’accesso alle informazioni attraverso le telecomunicazioni.
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Il processo del brainstorming può essere sintetizzato in
quattro punti:
1. idee libere;
2. quantità prima della qualità;
3. nessun diritto d’autore;
4. la critica è proibita
1. Fase preliminare di presentazione del problema • Analisi e preparazione all’esterno della
situazione di gruppo • Individuazione dei limiti posti alla soluzione del problema
2. Scoperta dei dati che definiscono il problema • Raccolta e analisi di tutti i dati
3. Scoperta delle idee con il principio del giudizio differito • Produzione delle idee • Sviluppo
delle idee
4. Scoperta della soluzione • Valutazione delle soluzioni più idonee • Scelta della migliore
5. Verifica di applicabilità della soluzione ritenuta migliore
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 61
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Il ruolo del formatore/docente/moderatore è quello di invitare tutti i partecipanti a proporre più idee possibili sia in libera associazione, sia stimolate da processi quali l’analogia, la sostituzione, la modificazione, ecc.
I campi di applicazione sono ovviante i più vari; va segnalato, però, che tale tecnica non consente di risolvere problemi di logica e razionalità, ma permette di migliorare la capacità di immaginazione.
La tecnica, come sottolinea F. Tessaro, è particolarmente utile per gli studenti con difficoltà comunicative (dovute, per esempio, a timidezza) o con povertà lessicale, poiché ciascuno può dire quello che vuole e come lo vuole, protetto dalla rigorosa regola dell'esclusione della critica.
Per altro verso è utile anche agli studenti eccessivamente loquaci e prolissi che, costretti nei limiti di tempo a disposizione, sono invitati a sviluppare capacità di sintesi e a rispettare le regole della comunicazione sociale.
La presenza del docente dovrà essere però discreta, stimolante e sicura:
discreta affinché gli studenti siano centrati sul problema e non sull'insegnante;
stimolante perché deve introdurre, se necessario, gli opportuni stimoli per incoraggiare e rinvigorire un gruppo;
sicura perché ogni studente deve sentire che il docente garantisce erga omnes l'applicazione delle regole del brainstorming durante i lavori, e perciò le sue idee non sono esposte alla derisione altrui.
Al termine dell'attività dei gruppi, il docente governerà la discussione conclusiva, valorizzando il lavoro di ogni gruppo e di ogni studente. Infine lo stesso Osborn ha affermato, che nonostante le numerose virtù del brainstorming di gruppo, la ideazione individuale è in genere più utilizzata e può essere altrettanto produttiva.
In tal modo la metodologia ideale per la ricerca di idee è un mix di interventi: (1) ideazione individuale,
(2) brainstorming di gruppo,
(3) ideazione di gruppo.
(4) l’efficacia di ciascuna fase sarà maggiore se verrà applicato il giudizio differito.Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 62
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Definizione e tipologia dei giochi di simulazione
Secondo una definizione ormai acquisita, i giochi di simulazione sono una delle tante tecniche di apprendimento che comportano la manipolazione di un modello (Simulation), attraverso l’assunzione di ruoli (Role), sottoposti a regole (Game). Esiste una ricca tipologia di tali tecniche, ognuna delle quali è caratterizzata da un maggiore o minore peso attribuito al Modello, oppure all’Assunzione di Ruoli, o al Sistema delle Regole:
Giochi di simulazione
Computer simulation
Case studies
Role plays
Giochi strategici assistiti da computer
Fantasy games
Giochi d’ambiente
Giochi strategici
Animazioni
Simulazioni matematiche
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 63
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Simulazione e role play
Dal gioco del «far finta» (il faire semblant) ai giochi di simulazione:
Drammatizzazione (interpretazione di un testo in forma collettiva)
Gioco di ruolo (role playing: rappresentazione di una situazione data o sua costruzione sulla scorta di elementi forniti dal docente, finalizzata all’acquisizione di competenze relazionali situate)
– Gioco di ruolo avventuroso (Narrazione condivisa come gioco in cui tutti i giocatori (tranne uno) partecipano interpretando e gestendo un personaggio protagonista, e il Master gestisce l’ambientazione, la trama e i personaggi non protagonisti)
– Gioco di simulazione (Tecnica di apprendimento che comporta la manipolazione di un modello attraverso l’assunzione di ruoli sottoposti a regole )
– Psicodramma (Messa in scena di situazioni reali della propria vita allo scopo di esplorare e rielaborare in modo terapeutico il proprio vissuto emotivo).
(Dott. D. Zoletto – Scienze della formazione - Università di Udine)
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 64
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SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE SUL LAVORO DI GRUPPO
Data: Titolo attività:
Nome: Gruppo formato da:
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 65
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Ciò che ho trovato di più positivo:
1)
2)
3)
Il nostro gruppo potrebbe migliorare:
1)
2)
3)
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 66
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OSSERVARE LA CLASSE
Quando si lavora in una classe sono evidenti anche dopo poco tempo le differenze
individuali, le personalità dominanti, le personalità solitarie.
Essenziali possono rivelarsi le osservazioni «informali» del “gruppo di pari”, in momenti
non strutturati e/o privi della presenza attiva dell'adulto (intervalli, pause ricreative,
assemblea, manifestazioni etc)
Il setting della classe fornisce informazioni utili sulle relazioni di prossimità,
distanza, indifferenza..(dove è seduto Tizio, con chi parla Caio)
Utile strumento può rivelarsi per indagare le dinamiche in atto anche l’uso
del sociogramma di MorenoPiano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 67
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 68
IL SOCIOGRAMMA
Il metodo sociometrico di J.Moreno (1934-1953) è utile a individuare la rappresentazione
di sentimenti/emozioni, di simpatia e antipatia, accettazione o rifiuto presenti nel gruppo
Per visualizzare graficamente quale struttura il gruppo classe si è dato,
il sociogramma rappresenta un efficace strumento di indagine e consente di
conoscere le complesse e articolate dinamiche che si strutturano nelle varie fasi
del ciclo vitale del gruppo-classe.
Tuttavia, la semplicità di somministrazione del test sociometrico si accompagna
sempre ad un elaborato trattamento statistico dei dati e ad una rappresentazione
grafica dei risultati ottenuti che prevede un notevole impegno e tempi
relativamente lunghi.
Sono queste le difficoltà incontrate da insegnanti, psicologi, educatori, sociologi che
hanno avuto modo di utilizzare ed apprezzare le notevoli potenzialità del sociogramma.
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I criteri sociometrici maggiormente utilizzati riguardano essenzialmente:
1.l’aspetto affettivo - relazionale, che ha come contesto di riferimento la vita in comune o lo stare insieme
(esempi: chi vuoi o non vuoi come compagno di gita, di stanza, di banco, di vacanze, ecc…). La configurazione
delle interrelazioni che si ottiene utilizzando questo criterio fa riferimento a rapporti affettivi che si fondano su
affinità psicologiche e non su considerazioni delle abilità pratiche dell’individuo.
La domanda potrebbe essere formulata così: “Se si dovesse organizzare una gita (oppure una festa) chi
sceglieresti tra i tuoi compagni?”. Per rispondere a questo tipo di domanda, l’allievo terrà in considerazione
questo tipo di ragionamento: ”Scelgo Tizio perché mi è simpatico, mi fa molto divertire e con lui mi trovo a mio
agio”.
1.l’aspetto relativo alla organizzazione gerarchica del gruppo, che punta ad avere informazioni su chi può
svolgere funzione di guida o di direzione (esempi: chi vuoi o non vuoi come capoclasse, capogruppo,
caposquadra, capo di équipe, ecc..)
1.l’aspetto relativo alla organizzazione del gruppo finalizzata al raggiungimento di un obiettivo condiviso
(esempi: chi vuoi o non vuoi come compagno in un gruppo di studio o nel tuo lavoro).
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 69
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 70
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Quali problematiche relazionali possono emergere?
solitudine
leadership negativa
impulsività
iperattività
bullismo
disistima
conflitto
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 71
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LA COMUNICAZIONE AUTENTICA
• partecipazione e ascolto attivo dei ragazzi durante tutta la durata
del percorso formativo;
• coinvolgere in modo attivo gli studenti attraverso giochi
cooperativi, circle-time, giochi
• di simulazione, brain storming, discussioni guidate,
sollecitazioni con domande stimolo;
• promuovere l’apprendimento attraverso l’esperienza
e non solo attraverso l’insegnamento;
• fornire strumenti utili per un'efficace gestione dei conflittoPiano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 72
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 73
Il conflitto fa parte
della vita. Entrare in
conflitto e, quindi,
iniziare a discutere
con un’altra
persona, significa,
nonostante tutto,
aprire un contesto
comunicativo –
dialogico che offre
opportunità di
scambio sociale.
Il conflitto in sé, pertanto, non è
dannoso. Ciò che è deleterio è il non
saper gestire i conflitti che,
prolungandosi nel tempo, divengono
causa di rancori, recriminazioni,
aggressività e stress. Gestire i conflitti
non significa solo risolverli, ma
conoscere i motivi che li hanno generati
e le strategie per poter giungere alla loro
pacifica risoluzione.
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 74
Sembra che molti ragazzi manchino della capacità di gestire i conflitti in
maniera adeguata ed adottino, invece, provocazioni vicendevoli che sfociano
in aggressione.
A questo punto all’aggressione conseguono dei comportamenti che
mirano sempre ad offendere e nuocere all’altro. Di questa categoria fanno
parte, ad esempio, gli atti di bullismo.
Il conflitto, invece, può essere definito come un evento relazionale che si
verifica in presenza di interessi, obiettivi, bisogni e punti di vista diversi, tra due o
più persone. Il conflitto si manifesta in circostanze di incompatibilità in cui una
persona si oppone apertamente alle azioni o alle motivazioni dell’altro.
Quindi, il conflitto ha inizio con l’opposizione, ma può terminare sempre con
una risoluzione o dissipazione dello stesso, in quanto il suo obiettivo principale
è il ristabilire l’equilibrio personale e interpersonale, attraverso l’uso di specifiche
strategie di gestione dei conflitti.
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 75
Per poter gestire efficacemente i
conflitti è necessario fare scendere
in campo le proprie
personali capacità linguistiche e
conversazionali, negoziali,
assertive e di gestione delle
proprie ed altrui emozioni,
intelligenza emotiva.
Solo sviluppando tutte queste
capacità e competenze i bambini e i
ragazzi saranno in grado di vivere in
modo sereno il gruppo dei pari e
potranno affermare serenamente la
propria individualità.
Le variabili che generano
conflitto
Il fenomeno del conflitto è
un evento complesso le cui
modalità di realizzazione e
di risoluzione sembrano
essere influenzati da
variabili quali:
1.Età
2.Genere
3.Tipologia di relazione
esistente tra le persone
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 76
Ad esempio, i bambini al nido o alla scuola
dell’infanzia entrano in conflitto per elementi
concreti: la contesa di uno stesso oggetto
desiderato.
Dalle scuole primarie in poi i motivi dei conflitti
risultano legati anche a situazioni maggiormente
astratte: valori e atteggiamenti, opinioni,
personalità diverse, lotte per il potere,
comunicazioni disfunzionali, divergenze di
interesse, percezione e/o giudizi.
La variabile età sembra anche essere influente
sulla frequenza degli episodi conflittuali, cioè gli
episodi conflittuali sembrano decrescere con
l’aumentare dell’età, sebbene possano però,
con l’adolescenza, accentuarsi le azioni
violente serie, proprio a causa dell’incapacità a
gestire il conflitto.
Anche le strategie usate per la
risoluzione variano in base all’età. Per i
bambini più piccoli le strategie principali
sono quelle basate sull’insistenza, ciò a
causa del loro egocentrismo, quindi il
bambino è incapace di poter mettere in
campo strategie di decentramento
cognitivo per cercare di comprendere le
motivazioni altrui, necessitando anche
dell’intervento di un terzo mediatore, che
di solito è l’adulto (insegnante o genitore).
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 77
So-stare
nel conflitto?
Sostare nel
conflitto
1. ridurre le ostilità tra le parti;
2. aiutare nella ricostruzione del dialogo;
3. consentire ad ognuno di comprendere meglio i punti di vista dell’altro;
4. identificare i bisogni e le posizioni delle parti;
5. permettere di esaminare opzioni creative e possibilità innovative;
6. gettare le basi per lo sviluppo di una relazione nuova e attiva dopo il conflitto;
7. offrire opportunità flessibili e non rigide;
8. coinvolgere direttamente gli antagonisti in un processo di matura responsabilizzazione;
9. limitare al massimo danni e tempi nelle controversie;
10. garantire spazi neutrali di ascolto ed accoglienza;
11.assicurare opportunità di riservatezza.
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 78
PENSARE SEMPRE AL
CONFLITTO COME UN
PROBLEMA DA GESTIRE NON
COME UNA GUERRA DA
COMBATTERE:
questo primo livello riguarda il campo della PERCEZIONE, una facoltà che nella Mediazione bisogna
imparare a ristrutturare per acquisire la capacità di affrontare le situazioni di conflitto non
contrastandole, ma assumendole sotto una prospettiva praticabile fondata sul recupero di risorse da
condividere.
FRENARE L’IMPULSIVITA’ E
PRIMA DI AGIRE PROVARE
OGNI VOLTA A CONTARE
(FINO A 10?)
questo secondo livello è legato al RITMO della RELAZIONE, in genere sempre accellerato e superficiale.
Nel conflitto è opportuno invece abituarsi a rallentare, si entra così vicendevolmente in contatto e ci si
predispone meglio ad osservare e co prendere.
EVITARE DI METTERSI A FARE
IL MURO CONTRO MURO
questo terzo livello investe l’ambito della TENSIONE. Le parti antagoniste desiderano prevalere ad ogni
costo e anziché privilegiare dinamiche di accordo, sviluppano strategie negative di superiorità. E’
opportuno intervenire nell’edificazione di una COMPRENSIONE ALTRA del conflitto, indispensabile per
l’abbassamento del livello di tensione.
VALORIZZARE E RISPETTARE
LE RAGIONI E I CONTENUTI
ESPRESSI DALL’ ALTRO
questo quarto livello è collegato alle dinamiche di COMUNICAZIONE del momento. Si consiglia di
evitare di fare riferimento a vicende passate e di avere soprattutto riguardo per quanto l’altro
esprime. Non farlo contribuisce a generare ancor più fastidi e circuiti di disagio.
EVITARE DI RIMPROVERARE E
IMPEGNARSI AD ADOTTARE
METODI DI CRITICA
COSTRUTTIVA
questo quinto livello riguarda l’area del (PRE)GIUDIZIO. Va evitato assolutamente un atteggiamento
"che bolla" in quanto porta a dinamiche di chiusura suscitando sensi di umiliazione. Si lavora su
osservazioni non lesive, mantenendo l’attenzione solo sul problema e non come frequentemente accade
sulla persona
NON AVERE PAURA DI DIRE DI
NO QUANDO INVECE E’
NECESSARIO
questo livello investe l’ambito della RESPONSABILITA‘, condizione a cui è necessario educarsi per avere
atteggiamenti opportuni nei contesti adeguati. Gli educatori, anche a rischio di innescare dinamiche di
frustrazione che allontano i ragazzi da rapporti di amichevolezza, hanno il dovere di dire no, favorendo
così crescite di responsabilità adulte con il tempo visibili
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 79
Ipotesi questionario per rilevazione clima nella scuola
Sono un/o/a (precisare) Docente Alunno/a …………………………………….
sono in questa scuola da ______ anni. Durante questo mese:
(precisare) Un/a collega Compagno/a
una volta mai più volte
1) Mi ha detto qualcosa di bello
2) Mi ha criticato
3) Ha parlato male della mia famiglia
4) E’ stato/a molto gentile nei miei confronti
5) E’ stato/a scortese
6) Mi ha insultato/a
7) Ha detto che me l’avrebbe fatta pagare
8) Ha cercato di spaventarmi
9) Mi ha fatto domande stupide
10) Mi ha detto bugie (secondo me)
11) Ha parlato male con me di altri/e
12) Ha cercato di mettere altri contro di me
13) Voleva che facessi del male ad altri/e
14) Mi ha sorriso
15) Ha cercato di mettermi nei guai
16) Mi si è rivolto/a urlando
17) Non ha mantenuto il segreto su una mia confidenza
18) Mi ha evitato escludendomi da conversazioni, ecc.
19) Mi ha costretto a comportarmi male
20) Mi ha fatto perdere tempo con sciocchezze
21) Ha lavorato con me serenamente (oppure mi ha aiutato)
22) Abbiamo raggiunto un bel risultato insieme
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Progettare per competenze
per una classe laboratorio
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 80
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 81
Insegnamento per contenuti
Valutazione decimale delle conoscenze (Voti)
Insegnamento/apprendimento per obiettivi
• Valutazione di criterio per abilità (giudizi analitici per disciplina e globale sul processo di maturazione)
Insegnamento/apprendimento per competenze
Valutazione decimale disciplinare
Certificazione delle competenze (Istituto)
Certificazione delle competenze ITA_INGL_MAT (INVALSI)
Giudizio sul comportamento - sulla RC-
Giudizio sulle discipline /giudizio globale
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Le competenze
chiave
Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione:
comunicazione nella madrelingua;
comunicazione nelle lingue straniere;
competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
competenza digitale;
imparare a imparare;
competenze sociali e civiche;
spirito di iniziativa e imprenditorialità;
consapevolezza ed espressione culturale.
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 82
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Imparare ad imparare
Progettare
Comunicare
Collaborare e partecipare
Agire in modo autonome e responsabile
Risolvere problemi
Individuare collegamenti e relazioni
Acquisire e interpretare l’informazione.
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 83
Il DM n. 139 del
22/8/2007
Le
competenze di
cittadinanza
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Le competenze di base (Indicazioni nazionali e nuovi scenari)
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 84
Competenze
cognitive
Competenze
sociali
Competenze
emotive
capacita' spaziali
capacita' di
attenzione e
concentrazione •
comprendere e
rappresentare
successioni
temporali
ordinare
raggruppare
quantificare
Consapevolezza di sé
Consapevolezza
sociale
Gestione di sé
Capacità relazionali
Capacità di
comunicazione
efficace
Prendere decisioni
responsabili
Valutare le situazioni
in modo da
promuovere il proprio
benessere e il
benessere degli altri.
Sviluppare capacità di
collaborazione
Sviluppare maturità
come individuo
Interessarsi dello
sviluppo socio-
economico, della
comunicazione
interculturale
Valutare la diversità,
rispettare gli altri e
essere preparati a
vincere pregiudizi
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Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 85
Far di conto
Scrivere
Leggere
Le
competenze
strumentali
di base
della scuola
del ‘900
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Raccomandazioni del Parlamento
europeo e del Consiglio d'Europa
(Dicembre 2006) D.M. 139, 22 agosto 2007
Competenze Chiave per l'apprendimento
permanente Assi culturali
Competenze chiave per
la cittadinanza
Comunicare nella madrelingua
Asse dei linguaggi ComunicareComunicare nelle lingue straniere
Competenza digitale Asse scientifico
tecnologicoCompetenze in scienze e tecnologia
Competenze matematiche Asse matematico
Competenze sociali e civiche
Asse storico
Collaborare e
partecipare
Agire in modo
autonomo e
responsabileConsapevolezza ed espressione
culturale
Imparare ad imparare
Imparare ad imparare
Acquisire e
interpretare
l'informazione
Individuare
collegamenti e Spirito di iniziativa e di
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 86
-
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 87
Raccomandazioni del
Parlamento europeo
e del Consiglio
d'Europa
(Dicembre 2006)
D.M. 139, 22 agosto
2007 Indicazioni Nazionali 2012
Competenze Chiave per
l'apprendimento permanente
Assi
culturali
Competenze
chiave per la
cittadinanza
Scuola
dell'Infanzia
Campi
d'esperiemza
Scuola Primaria
Discipline
Sc. Sec. di
Primo grado
Discipline
Comunicare nella madrelingua
Asse dei linguaggi Comunicare
I discorsi e le parole Italiano Italiano
Comunicare nelle lingue straniere
Inglese
(sperimentazioni
d’istituto)
Lingua Comunitaria
Inglese
Lingue Comunitarie
Inglese - Francese -
Spagnolo
Competenza digitaleAsse scientifico
tecnologico
Tutti i campi di
esperienza Tutte le aree Tutte le disicpline
Competenze in scienze e tecnologiaLa conoscenza del
mondo: fenomeni ,
oggetti, numero e
spazio
Matematica - Scienze
– Tecnologia -
Geografia
Matematica - Scienze
– Tecnologia -
GeografiaCompetenze matematiche Asse matematico
Competenze sociali e civiche
Asse storico
Collaborare e
partecipare Tutte le disicpline Tutte le disicpline Tutte le disicpline
Agire in modo
autonomo e
responsabile
Il sé e l'altro - RC -
AA.AA. Storia Storia
Consapevolezza ed espressione culturale
Cittadinanza e
Costituzione
- RC - AA. AA.
Cittadinanza e
Costituzione
- RC - AA. AA.
Imparare ad imparare Imparare ad imparare
Tutti i campi
d'esperienza Tutte le disicpline Tutte le discipline
Acquisire e
-
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 88
Raccomandazioni del
Parlamento europeo e del
Consiglio d'Europa
(Dicembre 2006) D.M. 139, 22 agosto 2007 Indicazioni Nazionali 2012
Indicazioni
Nazionali e
nuovi scenari
2018
Competenze Chiave per
l'apprendimento
permanente Assi culturali
Competenze chiave per
la cittadinanza
Scuola dell'Infanzia
Campi d'esperiemza
Scuola Primaria
Discipline
Sc. Sec. di Primo grado
Discipline
Progettazione del
curriculo
Comunicare nella
madrelingua
Asse dei
linguaggi Comunicare
I discorsi e le parole Italiano Italiano
Lingua madre e Italiano
come L2 per stranieri
Comunicare nelle lingue
straniere Inglese?
Lingua Comunitaria
Inglese
Lingue Comunitarie
Inglese - Francese -
Spagnolo
Inglese e lingue
comunitarie
Competenza digitale
Asse scientifico
tecnologico
Tutti i campi di
esperienza Tutte le aree Tutte le discipline Tutte le discipline
Competenze in scienze e
tecnologia
La conoscenza del
mondo: fenomeni ,
oggetti, numero e
spazio
Matematica - Scienze –
Tecnologia - Geografia
Matematica - Scienze –
Tecnologia - Geografia
Pensiero
computazionale
Competenze matematiche Asse matematico Sviluppo del digitale
Competenze sociali e
civiche
Asse storico
Collaborare e
partecipare Tutte le discipline Tutte le discipline Tutte le discipline Tutte le discipline
Agire in modo
autonomo e
responsabile
Il sé e l'altro - RC -
AA.AA. Storia Storia Storia - Geografia
Consapevolezza ed
espressione culturale
Cittadinanza e
Costituzione -
RC - AA. AA.
Cittadinanza e
Costituzione -
RC - AA. AA.
Cittadinanza e
Costituzione
Educazione alla
sostenibilità
Imparare ad imparare Imparare ad imparare
Tutti i campi
d'esperienza Tutte le discipline Tutte le discipline Tutte le discipline
Acquisire e interpretare
Acquisire e interpretare
l'informazione
Individuare
collegamenti e relazioni
Educazione alla
-
Indicazioni nazionali e nuovi scenari(22 febbraio 2018)
Il documento propone alle scuole una rilettura delle Indicazioni nazionali emanate nel 2012 ed entrate
in vigore dall’anno scolastico 2013/2014 (sono il punto di riferimento per la progettazione del curricolo
da parte delle istituzioni scolastiche) attraverso la lente delle competenze di cittadinanza, di cui si
propone il rilancio e il rafforzamento.
Dalle lingue (quella madre e quelle straniere), al digitale, all’educazione alla sostenibilità, ai temi
della Costituzione. Passando in maniera trasversale per le arti, la geografia, la storia, il pensiero
matematico e computazionale. Questo anche in ragione delle novità che saranno introdotte nell’Esame
finale del I ciclo in cui già da quest’anno si terrà maggiore conto, nel colloquio orale, delle
competenze connesse alle attività svolte nell’ambito di Cittadinanza e Costituzione.
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 89
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NOTA Formazione classi Scuola dell’infanzia
Le sezioni della scuola dell’infanzia sono costituite con un numero minimo di 18 e un massimo di 26 alunni, salvi i casi di presenza di alunni disabili .Eventuali iscritti in eccedenza dovranno essere ridistribuiti tra le diverse sezioni della stessa scuola, senza superare il numero di 29 alunni per sezione.
Scuola primariaLe sezioni della scuola primaria sono costituite con un numero minimo di 15 e un massimo di 26 alunni, salvi i casi di presenza di alunni disabili. Eventuali iscritti in eccedenza dovranno essere ridistribuiti tra le diverse sezioni della stessa scuola, senza superare il numero di 27 alunni per sezione. Nelle scuole nelle quali si svolge il tempo pieno, il numero complessivo delle classi è determinato sulla base del totale degli alunni iscritti. Nei comuni di montagna, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche possono essere costituite classi con un numero minimo di 10 alunni.
Scuola secondaria di I gradoLe sezioni della scuola secondaria di I grado sono costituite con un numero minimo di 18 e un massimo di 27 alunni. Eventuali iscritti in eccedenza essere ridistribuiti tra le diverse sezioni della stessa scuola, senza superare il numero di 28 alunni per classe. Si procede
alla formazione di un’unica classe quando il numero degli iscritti non supera le 30 unità. Nei comuni di montagna, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche possono essere costituite classi anche con alunni iscritti ad anni di corso diversi, con un numero massimo di 18 alunni.
Scuola secondaria superioreLe sezioni della scuola secondaria superiore sono costituite con un numero minimo 27 alunni. Eventuali iscritti in eccedenza essere
ridistribuiti nelle classi dello stesso istituto, sede coordinata e sezione staccata, senza superare il numero di 30 alunni per classe. Le classi del primo anno di corso delle sedi coordinate e delle sezioni staccate e aggregate, le sezioni di diverso indirizzo o specializzazione funzionanti con un solo corso devono essere costituite con un numero minimo di 25 alunni.
Sezioni/Classi alunni disabili: 20 alunni + 10% in caso di resti Riferimenti normativi:- Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, art. 5, comma 2 e 3; art. 9, comma 2 e 3- Decreto del Ministro della pubblica istruzione 24 luglio 1998, n. 331, art. 15.
Piano di formazione neo assunti - Presentazione Laura Bellanova 90
file:///D:/Users/mim0809/AppData/Local/Microsoft/Windows/Temporary Internet Files/Content.Outlook/E0H5JDU9/Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81http://archivio.pubblica.istruzione.it/normativa/1998/dm331_98.shtml