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L’Estetica Trascendentale
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Per capire in che modo il soggetto condiziona l'oggetto occorre ripercorrere l'analisi delle
facoltà conoscitive che Kant svolge nella Critica della Ragion Pura
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Le facoltà conoscitive
la conoscenza umana si divide in due “tronchi”, senso e intelletto:
al primo gli oggetti sono dati (sono percepiti), col secondo sono pensati,
la differenza è qualitativa (non quantitativa);
bisogna perciò studiarli separatamente e cominciando dal senso (le cose devono essere percepite sensibilmente prima di essere pensate).
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Struttura della CRP
CRP
Introduzione
Dottrina degli elementi
Estetica trascendentale
Logica
trascen-
dentale
Analitica
trascendentale
Dialettica
trascendentale
Dottrina del metodo
Senso
Intelletto
Ragione
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Trascendentale
Nella Scolastica sono trascendentali quei concetti (uno, bene, vero…) che si predicano di tutte le cose.
In Kant
È ciò che trascende l’esperienza (= a priori),
ma in quanto la rende possibile, ne è condizione (come il verde degli occhiali).
Trascendentale non è trascendente.
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Chiamo trascendentale ogni conoscenza che
si occupi, in generale, non tanto di oggetti quanto del nostro modo di conoscere gli
oggetti, nella misura in cui questo deve essere
possibile a priori.
Critica della Ragion Pura
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Estetica trascendentale
L’Estetica è la dottrina che studia la conoscenza sensibile (dal greco “àisthesis”, “sensazione”)
La conoscenza sensibile è
intuizione: cioè conoscenza diretta, immediata (=non mediata; ≠ subitanea)
dei fenomeni: con i sensi non conosciamo le cose quali sono in se stesse, ma come si manifestano.
Senso
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Materia e forma del fenomeno
Nei fenomeni intuiti distinguiamo:
Una materia, costituita dalle sensazioni (cioè dalle modificazioni prodotte in noi dall’oggetto) che è un elemento a posteriori;
una forma che è il modo in cui il soggetto ordina i dati sensoriali che è un elemento a priori (il modo di ordinare l’esperienza, precede l’esperienza)
Senso
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Spazio e tempo Kant osserva che tutti gli oggetti esterni che intuiamo
sensibilmente sono sempre collocati in uno spazio e in un tempo.
Spazio e tempo non vanno intesi come realtà ontologiche e proprietà delle cose ma sono funzioni proprie del soggetto, il modo di operare della sensibilità.
Sono le forme trascendentali della sensibilità.
Senso
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Dimostrazione La loro conoscenza non può derivarci
dall’esperienza, perché spazio e tempo sono condizioni indispensabili affinché ci sia una tale esperienza:
posso conoscere una realtà esterna solo se ho già la nozione di spazio;
posso conoscere una successione solo se ho già la nozione di tempo.
Senso
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Differenza tra spazio e tempo
lo spazio è la forma del senso esterno (dei fenomeni che ci appaiono fuori di noi);
il tempo è la forma
del senso interno, cioè dei fenomeni che ci appaiono interni alla nostra coscienza (percezioni, volizioni...)
e del senso esterno, in quanto colloco la percezione degli oggetti esterni nel flusso temporale della mia coscienza.
Senso
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Intuizioni pure Le forme dei fenomeni possono essere intuite a sé,
senza alcuna materia:
queste intuizioni della sola forma dei fenomeni si chiamano intuizioni pure,
contrapposte a quelle che comprendono anche la materia che sono dette intuizioni empiriche.
Sulle intuzioni pure si basano giudizi sintetici a priori di geometria e aritmetica
Senso
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Le basi della matematica
I giudizi della geometria sì basano sull’intuizione pura a priori dello spazio (io intuisco che la retta è la distanza più breve tra due punti: non lo ricavo né dai concetti, né dalla figura).
I giudizi della aritmetica si basano sul tempo (quando contiamo, consideriamo una successione, enumeriamo una cosa dopo l'altra).
Senso
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Limiti della matematica In quanto forme della sensibilità, spazio e tempo
sono applicabili solo ai fenomeni e non significano nulla al di fuori di essi, non posso riferirli agli oggetti in sé;
così i giudizi di aritmetica e geometria che su essi si basano, sono validi a priori, ma con un limite: valgono solo per “gli oggetti di una possibile esperienza”, cioè, per i fenomeni.
Senso