la#gestione#dei#rifiuti# ospedalieri#
TRANSCRIPT
IN OSPEDALE
In ospedale, realtà che dà origine ad una notevole quantità di rifiuti, il problema relativo al loro smaltimento è piuttosto complesso e riguarda tutti gli operatori sanitari. Le fasi di gestione dei rifiuti ed in particolare quella di raccolta possono comportare dei rischi per la salute degli operatori.
COS’E’ UN RIFIUTO?
Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi.
(definizione alla parte IV del DLGS 152/06).
COS’E’ LA GESTIONE DEI RIFIUTI?
Riferimenti legislativi:
• Parte IV del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia Ambientale”
• DPR 254/2003 (G.U. 211/2003): il Regolamento attuativo del Decreto Legislativo 22/1997, che norma la gestione dei rifiuti in ospedale.
PARTE IV DEL D. LVO 152/2006
Disciplina: 1. La gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati anche in attuazione
delle direttive comunitarie sui rifiuti pericolosi, sugli oli usati, sulle batterie esauste, sulle discariche, sugli inceneritori, sui rifiuti elettrici ed elettronici.
2. Le principali attività inerenti la gestione dei rifiuti: • La raccolta (l’operazione di prelievo, cernita o raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto)
• Trasporto • Il recupero (le operazioni che utilizzano rifiuti per generare materie prime secondarie, combustibili o prodotti, attraverso trattamenti meccanici, chimici, incluse la selezione e le operazioni previste all’Allegato C).
• Lo smaltimento (ogni operazione finalizzata a sottrarre definitivamente una sostanza o materiale dal circuito economico, in particolare le operazioni previste all’Allegato B)
PARTE IV DEL D. LVO 152/2006
Classificazione:
1. I rifiuti sono classificati secondo la loro origine • Rifiuti urbani • Rifiuti speciali
2. I rifiuti vengono distinti in base alle caratteristiche di pericolosità: • Rifiuti urbani o speciali PERICOLOSI • Rifiuti urbani o speciali NON PERICOLOSI
3. Una terza categoria:
• Rifiuti sanitari regolamentati dal D.P.R. 15-‐7-‐2003 n. 254.
IL CATALOGO EUROPEO DEI RIFIUTI (C.E.R.)
Il Catalogo Europeo dei Rifiuti (C.E.R.) è stato introdotto dalla comunità europea con la Decisione 2000/532/CE.
Esso contiene un elenco esaustivo delle tipologie di rifiuti che possono essere prodotti.
I rifiuti sono catalogati in 20 capitoli principalmente in base al settore industriale di provenienza.
L’ultima aggiornamento recepito dal legislatore italiano è stato nel 2002 (DM 9/04/2002).
IL CODICE C.E.R.
Categoria o attività che genera I rifiuti
Processo produttivo che genera il rifiuto
Identificano il singolo rifiuto
Primi due numeri
Secondi due numeri
Terzi numeri
CODICE: XX YY ZZ
Se al codice è associato un asterisco (*) il rifiuto è classificato come pericoloso
ESEMPI DI CODICI C.E.R.
18 RIFIUTI PRODOTTI DAL SETTORE SANITARIO E VETERINARIO O DA ATTIVITÀ DI RICERCA COLLEGATE (tranne i rifiuti di cucina e di ristorazione non direttamente provenienti da trattamento terapeutico) 18 01 rifiuti dei reparti di maternità e rifiuti legati a diagnosi, trattamento e prevenzione delle malattie negli esseri umani 18 01 03* rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni 18 01 06* sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose 18 01 08* medicinali citotossici e citostatici 18 01 10* rifiuti di amalgama prodotti da interventi odontoiatrici 07 RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI ORGANICI 07 03 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di coloranti e pigmenti organici (tranne 06 11) 07 03 01* soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri 07 03 03* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri 07 03 04* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
DPR 15 LUGLIO 2003, N. 254
I rifiuti disciplinati dal regolamento sono: • i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo; • i rifiuti sanitari non pericolosi; • i rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani; • i rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo; • i rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di smaltimento;
• i rifiuti da esumazioni e da estumulazioni, nonché i rifiuti derivanti da altre attività cimiteriali.
• i rifiuti speciali, prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che come rischio risultano analoghi ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo.
I RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO (CER 180103*)
Quali sono: 1. Tutti i rifiuti che provengono da
ambienti di isolamento infettivo nei quali sussiste un rischio di trasmissione biologica aerea, nonché da ambienti ove soggiornano pazienti in isolamento infettivo affetti da patologie particolarmente gravi.
I RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO (CER 180103*)
2. i rifiuti che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:
• provengano da ambienti di isolamento infettivo e siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico secreto od escreto dei pazienti isolati;
• siano contaminati da: • sangue o altri liquidi biologici che contengono sangue in quantità tale da renderlo visibile;
• feci o urine, nel caso in cui sia ravvisata clinicamente dal medico che ha in cura il paziente una patologia trasmissibile attraverso tali escreti;
• liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido cerebro-‐spinale, liquido sinoviale, liquido pleurico, liquido peritoneale, liquido pericardico o liquido amniotico.
I RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO (CER 180103*)
L’art. 2 lett g) punto 7 del DPR 254/03 precisa che i gessi ortopedici, le bende e gli assorbenti igienici anche contaminati da sangue esclusi quelli dei degenti infettivi, i pannolini pediatrici e i pannoloni, i contenitori e le sacche utilizzate per le urine sono rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani. Nello specifico: • le sacche monouso piene d’urina non infetta devono essere vuotate negli scarichi preposti e vanno smaltite nei cassonetti della spazzatura;
• le sacche monouso piene d’urina ematica infetta devono essere smaltite come rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo;
• i gessi ortopedici non contaminati da materiale organico infetto si smaltiscono come rifiuti assimilati agli urbani: devono essere introdotti nei sacchi neri dopo averne ridotto il volume e poi smaltiti nei cassonetti verdi per i rifiuti solidi urbani.
GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO: STOCCAGGIO E RACCOLTA
Devono essere raccolti in apposito contenitore costituito da un sacco impermeabile a perdere collocato dentro un contenitore rigido con la scritta “Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo” e il simbolo del rischio biologico.
Se si tratta di rifiuti taglienti o pungenti, apposito imballaggio rigido a perdere, resistente alla puntura, recante la scritta “Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti”, contenuti entrambi nel secondo imballaggio rigido esterno.
GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO: DEPOSITI TEMPORANEI
Il deposito temporaneo di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo deve essere effettuato in condizioni tali da non causare alterazioni che comportino rischi per la salute e può avere una durata massima di cinque giorni dal momento della chiusura del contenitore.
GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO: RISCHI CONNESSI
I rischi di natura infettiva sono essenzialmente conseguenti a infortuni con conseguenti ferite da taglio o da punta. CAUSA: • Manipolazione poco attenza del rifiuto, effettuata senza
l’ausilio di dispositivi di protezione individuali • Utilizzo di contenitori non adeguati per dimensioni,
resistenza, impermeabilizzazione, chiusura, oppure applicazione di tecniche scorrette di condizionamento.
RIFIUTI SANITARI NON PERICOLOSI
Rifiuti taglienti non utilizzati, contenitori vuoti di farmaci, soluzioni per infusione, farmaci scaduti…
I rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani Rifiuti il cui smaltimento segue il normale iter dei rifiuti solidi urbani (RSU). Costituiti da: residui da preparazione pasti (strutture di ristorazione), residui da pasti esclusi quelli da infettive (vista una malattia trasmissibile tramite tali residui), spazzatura, indumenti monouso, gessi ortopedici, assorbenti igienici, pannolini e altri rifiuti per i quali sono possibili riciclaggio o raccolta differenziata.
RSU RICICLABILI O PER I QUALI E’ PREVISTA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
• VETRO: contenitori in vetro di farmaci e bevande; soluzioni per infusione privati di cannule, aghi ed accessori, esclusi contenitori di antiblastici, materiali biologici, radioattivi o provenienti da pazienti in isolamento infettivo;
• PLASTICA • CARTA E CARTONE: imballaggi di carta e cartone non contaminati da
sostanze organiche, compresi quelli provenienti dagli uffici. • OLI E GRASSI COMMESTIBILI • TONER E CARTUCCE ESAUSTE • PILE • MATERIALI FILTRANTI E INDUMENTI PROTETTIVI • PELLICOLE E LASTRE RADIOGRAFICHE • IMBALLAGGI IN LEGNO (CER 150103), IMBALLAGGI METALLICI (CER
150104), RIFIUTI INGOMBRANTI NON DIFFERENZIATI (CER 200307), FERRO E ACCIAIO (CER 170405)
RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI NON A RISCHIO INFETTIVO
QUALI SONO: I rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo sono molteplici e provenienti in maggior quantità delle attività di laboratorio. Nella tabella seguenti vengono riportati i più frequenti.
Sostanze chimiche e pericolose o contenenti sostanze pericolose
18 01 06* Solventi, reagenti ed altri liquidi a rischio chimico, reflui delle apparecchiature di analisi, disinfettanti ferri chirurgici, liquidi di colorazione e fissaggio
Solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio e acque madri (rifiuti da processi chimici organici)
07 07 03* Cloruro di metilene, cloroformio, residui di reazioni condotte in solventi alogenati, etc…
Altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri (rifiuti da processi chimici organici)
07 07 04* Toluene, etile acetato, residui di reazione, etc... qualsiasi solvente o miscela di solventi NON alogenati
Altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri (rifiuti da uso di coloranti e pigmenti organici)
07 03 04* Coloranti vari
ALTRI RIFIUTI PERICOLOSI
• MATERIALI FILTRANTI CONTAMINATI DA SOSTANZE PERICOLOSE (CER 150202*): assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi contaminati da sostanze pericolose. Filtri di cappe chimiche, di liquidi o polveri pericolose. Filtri d’olio di macchine e impianti (non specificati altrimenti). Carbone attivo se contaminato da sostanze pericolose.
• IMBALLAGGI CONTENENTI RESIDUI DI SOSTANZE PERICOLOSE O CONTAMINATI (CER 150110*)
• IMBALLAGGI METALLICI CONTENENTI RESIDUI DI SOSTANZE PERICOLOSE O CONTAMINATI DA TALI SOSTANZE (CER 150111*): si tratta di rifiuti composti da imballaggi metallici contenti matrici solide porose pericolose, compresi i contenitori a pressione vuoti. Occorre specificare il prodotto che era contenuto nella bomboletta.
ALTRI RIFIUTI PERICOLOSI
• TUBI FLUORESCENTI E ALTRI RIFIUTI CONTENENTI MERCURIO (CER 200121*)
• SCARTI DI OLIO MINERALE PER MOTORI E INGRANAGGI (CER 130205*)
• BATTERIE AL PIOMBO e BATTERIE AL NICHEL-‐CADMIO (CER 160601* e 160602*)
• APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE FUORI USO (MONITOR) – CER 200135* -‐ APPARECCHIATURE FUORI USO CONTENENTI CLOROFLUOROCARBURI (FRIGORIFERI) – CER 200123*: Rientra in queste categorie tutto il materiale proveniente da lavori di ristrutturazione e alienazione di apparecchiature fuori uso.
• Altri rifiuti pericolosi
GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI NON A RISCHIO INFETTIVO: STOCCAGGIO E RACCOLTA
• LE SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE LIQUIDE devono essere stoccate in taniche in HDPE (polietilene ad alta densità) opportunamente omologate per il trasporto in ADR. Tali contenitori devono essere dotati di chiusura stagna, etichetta con lettera R di colore nero su sfondo giallo, etichette con nome dell’Unità produttrice, composizione e codice CER.
• I RIFIUTI PERICOLOSI SOLIDI occorre confezionarli in scatole sigillate anch’esse dotate di etichetta con lettera R di colore nero su sfondo giallo, etichette con nome dell’Unità produttrice, composizione e codice CER
GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI NON A RISCHIO INFETTIVO: DEPOSITI TEMPORANEI
Devono essere dotati di opportuni simboli di rischio come
GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI NON A RISCHIO INFETTIVO: SMALTIMENTO
I rifiuti pericolosi devono essere avviati a smaltimento quando: 1. Il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga i 10 metri cubi, ed in
ogni caso il deposito non può avere una durata superiore ad 1 anno. 2. Con cadenza almeno bimestrale, indipendentemente dalle quantità
in deposito.
Altre condizioni: 3. Il deposito deve essere effettuato per categorie omogenee e nel
rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose.
4. Devono essere rispettate le norme che disciplinano l’imballaggio e l’etichettatura dei rifiuti.
GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI NON A RISCHIO INFETTIVO: RISCHI CONNESSI
Rischio chimico: dovuto alla presenza nei rifiuti di sostanze chimiche (disinfettanti e farmaci, in particolare quelli tumorali) derivanti dall’attività ospedaliera.
Rischio nella movimentazione dei contenitori per i rifiuti: è presente anche un rischio di origine traumatica
RIFIUTI SANITARI CHE RICHIEDONO PARTICOLARI MODALITA’ DI SMALTIMENTO
• MEDICINALI SCADUTI (CER 180109): le confezioni di medicinali scaduti devono essere raccolte in scatole di cartone al cui esterno deve essere indicato “farmaci scaduti CER 180109” e l’Unità produttrice di provenienza.
• MEDICINALI CITOTOSSICI E CITOSTATICI (CER 180108*): i medicinali chemioterapici devono essere raccolti in appositi contenitori rigidi a chiusura ermetica al cui esterno deve essere indicato “farmaci citotossici e citostatici CER 180108*” e l’Unità produttrice di provenienza.
• ORGANI E PARTI ANATOMICHE NON RICONOSCIBILI (CER 180103*): si smaltiscono come rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.
• SOSTANZE STUPEFACENTI E ALTRE SOSTANZE PSICOTROPE: il deposito temporaneo, il trasporto e lo stoccaggio sono esclusivamente disciplinati dal D.P.R. n° 309 del 9 ottobre 1990.
PARTI ANATOMICHE RICONOSCIBILI
Costituiscono parti anatomiche riconoscibili gli arti inferiori, superiori, le parti di essi, di persona o di cadavere a cui sono stati amputati. Tali parti sono avviate a sepoltura o a cremazione a cura seguendo il regolamento di polizia mortuaria.
RIFIUTI OSPEDALIERI RADIOATTIVI
La gestione dei rifiuti radioattivi è disciplinata dal D. Lgs. 230/95 Sono provenienti da attività diagnostica e terapia medica (per es. la radioimmunologia, la radioterapia) e da ricerca scientifica, e devono essere immagazzinati in condizioni controllate fino a quando i valori di radioattività non ne permettono lo smaltimento.
RIFIUTI OSPEDALIERI RADIOATTIVI
I rifiuti radioattivi possono essere classificati in tre categorie, sulla base del loro tempo di decadimento; quelli ospedalieri, generalmente appartenenti alla prima categoria, possono essere così schematizzati:
RIFIUTI OSPEDALIERI RADIOATTIVI RIFIUTI SOLIDI
rifiuti solidi derivanti dall’uso di sorgenti radioattive non sigillate: sono per la maggior parte costituiti da guanti monouso, siringhe, provette, flaconi, materiale di decontaminazione e materiale contaminato; colonne di resina e scambio ionico: i generatori utilizzati per l’eluizione di radionuclidi non più utilizzabili per l’impiego medico sono da considerarsi come rifiuto radioattivo solido; sorgenti radioattive sigillate fuori uso: possono essere comprese in questa classe di rifiuti le sorgenti terapeutiche decadute e le sorgenti utilizzate per la calibrazione di strumenti. Tale categoria di rifiuti sono in genere costituite da radionuclidi ed emivita media e lunga per cui il rifiuto va considerato di seconda categoria ed allontanato seguendo le idonee procedure.
RIFIUTI OSPEDALIERI RADIOATTIVI RIFIUTI LIQUIDI
Residui di soluzioni somministrate: sono in genere costituiti da piccoli volumi contenuti in flaconi con tappo a tenuta per cui non appare opportuno estrarre il liquido dai contenitori. Si considerano quindi i contenitori stessi come rifiuti solidi da smaltire come tali; Acque di lavaggio: nella pratica attuale non si esegue un vero e proprio lavaggio della vetreria ma vengono ampiamente impiegati siringhe, provette ed altro materiale a perdere. Tale materiale, anche se contenente piccole quantità di liquido va trattato come rifiuto solido. Nel caso di lavaggio di vetreria od altro materiale contaminato è opportuno immettere le acque di lavaggio nel sistema di vasche di decadimento. I residui di lavaggio dei laboratori di Radioimmunologia vanno trattati come rifiuti radioattivi liquidi e quindi immessi in opportuni contenitori (doppio contenimento: primo contenitore stagno, materiale di assorbimento con capacità pari al volume del rifiuto, secondo contenitore metallico); Siero o liquido biologico marcato: va considerato come rifiuto pericoloso a rischio infettivo e smaltito come tale previo accertamento del decadimento del radioisotopo utilizzato
CONCLUSIONE RIFIUTI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO
1. Rischio biologico
RIFIUTI DA MEDICINALI 1. Farmaci scaduti non pericolosi 2. Medicinali citotossici e citostatici pericolosi
ALTRI RIFIUTI NON PERICOLOSI 1. Vetro 2. Plastica 3. Imballaggi in carta e cartone 4. Toner e cartucce esauste 5. Oli cucine 6. Lastr fotografiche 7. Pile 8. Indumenti protettivi e materiali filtranti 9. Rifiuti ingrombranti
RIFIUTI PERICOLOSI A RISCHIO CHIMICO 1. Sostanze liquide pericolose 2. Reagenti di laboratorio 3. Contenitori e imballaggi contenenti residui
di sostanze pericolose 4. Materiali filtranti contaminati da sostanze
pericolose ( es. filtri cappe chimiche)
ALTRI RIFIUTI PERICOLOSI 1. Tubi neon e altri rifiuti contenenti mercurio 2. Batterie al Pb e Ni-‐Cd 3. Scarti olio minerale motori 4. Apparecchiature e scarti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche pericolose (es. monitor, frigoriferi…)