l’analisi di bilancio per formulare un giudizio più puntuale è necessario ricorrere ad...
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L’analisi di bilancio
Corso di Ragioneria Generale
Anno Accademico 2012-2013a cura di Silvana Signori
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Il bilancio come sintesi della gestione
• Il bilancio, con i suoi valori di sintesi riflette i processi di gestione, e quindi le decisioni del management
• Il bilancio è in sistema di valori prodotto dalle decisioni manageriali
Principali scopi informativi del bilancio d’esercizio
La costruzione del bilancio d’esercizio consente di formulare un primo giudizio sulla capacità dell’azienda di rispettare il principio di economicità, evidenziando:1) il reddito prodotto durante l’esercizio
2) la consistenza e la struttura del capitale di funzionamento
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Per formulare un giudizio più puntuale è necessario ricorrere ad un’analisi più approfondita del bilancio, ottenibile mediante:
1) Riclassificazione delle sintesi di bilancio2) L’analisi di bilancio
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L’analisi del bilancio
• Le analisi di bilancio aiutano a comprendere e a valutare come è stata svolta la gestione, è quindi necessario:► avere un termine di confronto
►considerare ciò che un’azienda si prefigge ed il suo «stadio di vita»
“Un metodo ha valore in quanto sia
rispondente ad un fine. In presenza di
una pluralità di metodi ha senso scegliere quello che meglio assolve il
fine preindicato”(Lacchini)
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Trovare un termine di confronto
Un compito essenziale è trovare un riferimento a cui porre a confronto la performance attuale.
Questo “riferimento” può essere:– soggettivo (esperienza dell’analista)– di budget– storico– settoriale
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Tipologie di analisi
• Analisi temporali • Analisi spaziali
• Analisi di posizione• Analisi prospettiche
• Analisi operative
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Strumenti/indicatori
• Singoli valori• Margini
• Rapporti• Indici
• Percentuali • …
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Tecniche di analisi
• Analisi per margini• Analisi per indici
• Analisi per flussi• Analisi finanziarie (es. Z-score di Altman,
indici di rating, ecc.)
• Analista interno• Analista esterno
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L’analisi di bilancio
Le fasi:1. Giudizio di attendibilità dei dati
2. Rielaborazione (o riclassificazione) dei valori di bilancio
3. Scelta delle tecniche di analisi4. Espressione giudizio sui risultati ottenuti
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Attendibilità dati di bilancio
• Assenza di errori o alterazioni volontarie• Costanza nell’applicazione dei criteri (di
contabilizzazione, rappresentazione e valutazione)
• Assenza di inflazione• Indipendenza dell’azienda
• Normale dinamica gestionale• Presenza di eventuali “manipolazioni”
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Attendibilità dati di bilancio (2)
Attenzione a:• Grado di soggettività di bilancio
• Valori soggettivi (anche in SP): presenza di elevate rimanenze di magazzino, fondi spese, fondi rischi, ecc.
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Le riclassificazioni
La riclassificazione
La riclassificazione è un’operazione mediante la quale vengono
“riposizionate” o “ricollocate” le voci, ed i corrispondenti valori, iscritti in bilancio in modo da ottenere maggiori informazioni sull’andamento dell’attività aziendale.
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Esistono diversi criteri di riclassificazione del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale. La scelta dipende dall’obiettivo che l’analista si prefigge.In questa sede:
SP → criterio finanziarioCE → a valore aggiunto
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Rielaborazione SP
Struttura finanziaria• Distingue impieghi durevoli da non
durevoli• Separa fonti a breve da quelle a medio e
lungo termine• Separa le fonti proprie da quelle di terzi
� Evidenzia la correlazione fonti-impieghi e quindi il grado di solvibilità dell’impresa
Riclassificazione dell’Attivo
• Le attività dell’impresa vengono riposizionate secondo la logica della liquidità crescente (o decrescente), quindi a partire da quelle meno “smobilizzabili” (immobilizzazioni) fino a quelle più liquide (liquidità immediate).
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Riclassificazione del Passivo
• Le passività vengono riposizionate secondo la logica dell’esigibilità (crescente o decrescente), partendo da quelle temporalmente meno esigibili, fino alle quelle con scadenza più breve.
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Stato patrimoniale riclassificatoATTIVO PASSIVO
Liquidità immediate (LI)Cassa, banca c/c attivo
Passivo corrente (PC)Debiti vs.fornitori, debiti diversi entro 12 mesi
Liquidità differite (LD)Crediti vs. clienti (al netto del fondo sv. crediti),
crediti vs. altri entro 12 mesi, cambiali attive, ratei e risconti attivi
Passivo consolidato o fisso (PF)Debiti per TFR, Mutui passivi, PrestitoObbligazionario
Disponibilità (D)Rimanenze finali
TOTALE PASSIVITA’
ATTIVO CIRCOLANTE(AC=LI+LD+D)
Patrimonio NettoCapitale sociale, riserve di utili, riserve di capitale, utile/perdita d’esercizio
Immobilizzazioni materiali nette PATRIMONIO NETTO
Immobilizzazioni immateriali nette
Immobilizzazioni finanziarie
ATTIVO FISSO (AF)
TOTALE ATTIVO/IMPIEGHI (AT) TOTALE PASSIVO+NETTO/FONTISilvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 20
Tre tipologie di giudizioLo Stato patrimoniale riclassificato permette di esprimere tre tipologie di giudizio sull’equilibrio patrimoniale e finanziario dell’azienda:1) Composizione e struttura degli impieghi
(elasticità strutturale)2) Composizione e struttura delle fonti di
finanziamento (analisi del rischio)3) Equilibrio fonti-impieghi
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Liquidità Immediate
LI
Liquidità Differite
LD
DisponibilitàD
ImmobilizzazioniAttività fisse
AF
PassivitàCorrenti
PC
Passività Fisse
PF
Patrimonio Netto
PN
Attivo circolante
AC
Riclassificazione SPmetodo finanziario
Attivo fisso
AF
Capitale di terzi
CT
Capitaleproprio
CP
Capitalepermanente
Liquidità decrescente
Stato Patrimoniale (ottica dell’analista esterno)
Bilancio civilistico►criterio destinativo-soggettivo e
finanziario
↓Bilancio rielaborato secondo il metodo
finanziario
► criterio finanziario Silvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 23
Alcuni esempi
• Crediti vs. soci per versamenti ancora dovuti
• Mutui passivi• Crediti vs. clienti
• Debiti vs. fornitori• Fondi spese e fondi rischi
• Ratei e risconti (attivi e passivi)• Ecc.Silvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 24
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Bilancio civilistico Riclassificazione SP
secondo struttura finanziaria
Crediti verso soci per
versamenti ancora dovuti,
con separata indicazione della
parte già richiamata
Quote non ancora richiamate
Quote richiamate e non versate
Quote richiamate e in sofferenza
-detrarre da PN
- liquidità differite
- liquidità differite
(o detrarre da PN a seconda
delle indicazioni)
Silvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 25Vedi file passaggio
Riclassificazione Conto economico (OIC 12)
“Il conto economico deve fornire un’espressiva rappresentazione e dimostrazione delle operazioni di
gestione, mediante una sintesi dei componenti positivi e negativi di reddito che hanno contribuito a determinare il
risultato economico conseguito, raggruppati in modo da fornire significativi risultati intermedi”
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1. Forma scalare2. Risultati intermedi significativi
3. Separazione dei risultati di:– Gestione tipica caratteristica– Gestione accessoria– Gestione finanziaria– Gestione straordinaria
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Le diverse aree gestionali (OIC 12)
• La gestione caratteristica comprende le operazioni che si manifestano in via continuativa nello svolgimento della gestione e che esprimono componenti positivi e negativi di reddito che identificano e qualificano la parte peculiare e distintiva dell’attività economica svolta dall’impresa, per la quale la stessa è finalizzata.
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Le diverse aree gestionali (OIC 12)
• La gestione accessoria è individuata nei proventi, oneri, plusvalenze e minusvalenze da cessione, anche di origine patrimoniale, tutti relativi a operazioni che fanno parte della gestione ordinaria ma che non rientrano nella gestione caratteristica, in quella finanziaria.
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Le diverse aree gestionali (OIC 12)
• La gestione finanziaria comprende i proventi, gli oneri, le svalutazioni e ripristini di valori, gli utili e le perdite (plusvalenze e minusvalenze) tutti relativi a titoli, partecipazioni, conti bancari, crediti iscritti nelle immobilizzazioni e finanziamenti di qualsiasi natura attivi e passivi e utili e perdite su cambi.
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Confine tra gestione ordinaria e straordinaria
I principali criteri distintivi sono:- la frequenza dell’evento (eccezionalità)- l’impatto sul reddito d’esercizio (anormalità)- estraneità alla gestione tipica- manifestazione della volontà (imputabilità)- basso grado di ripetitività
“Gli eventi non sorgono nel mondo reale come “ordinari” o
“straordinari”; essi sono eventi e null’altro; è l’uomo che li classifica e li seleziona imponendo un suo metodo, un suo
schema di riferimento della realtà”
(Lacchini)Silvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 31
Confine tra gestione operativa (tipica) e accessoria (1)L’area accessoria si differenzia da quella operativa (o tipica/caratteristica) in quanto identifica un complesso di operazioni che, anche se svolte con continuità, non riguardano direttamente il caratteristico e prevalente oggetto dell’attività aziendale. Si tratta, quindi, di un’area dove si accolgo i proventi e gli oneri derivanti da operazioni “collaterali” o “complementari” rispetto alla gestione operativa.
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Confine tra gestione operativa (tipica) e accessoria (2)
Rientrano, in genere, nella gestione accessoria:
- i componenti positivi e negativi di reddito derivanti dalla gestione di un patrimonio immobiliare
- la gestione dei cambi (specialmente se speculativa)
- la gestione delle partecipazioni (e a volte dei finanziamenti attivi).
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Confine tra gestione accessoria e finanziaria
Nelle analisi di bilancio, spesso, si ritiene che il risultato della gestione finanziaria debba comprendere esclusivamente la differenza tra costi e ricavi attinenti la struttura finanziaria dell’azienda (interessi passivi su prestiti ottenuti e interessi attivi su crediti commerciali), mentre in proventi e gli oneri derivanti da operazioni su titoli e dalla concessione di crediti finanziari appartengono, al pari delle componenti di reddito generate dagli altri investimenti estranei al corebusiness dell’impresa, alla gestione accessoria.Silvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 34
Confine tra gestione accessoria e finanziaria
Il testo del prof. Maurini considera tutti gli oneri e i proventi di natura finanziaria, nella gestione finanziaria (diversa interpretazione).
► Seguiremo quest’ultima impostazione.
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Rielaborazione del Conto Economico
• Conto economico a costi e ricavi della produzione ottenuta
• Conto economico a costi e ricavi della produzione venduta
• Conto economico a valore aggiunto• ...
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Rielaborazione del Conto Economico
A prescindere dal prospetto utilizzato, un conto economico riclassificato per l’analisi di bilancio deve evidenziare i risultati delle quattro aree gestionali. Gli schemi si differenziano per le modalità attraverso le quali si perviene alla determinazione del reddito operativo.
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Risultati reddituali intermedi
Reddito operativo caratteristico: è il risultato della sola gestione caratteristica
Reddito operativo globale (EBIT- earnings
before interest and taxes): somma il risultato della gestione caratteristica con quello della gestione accessoria (o atipica).
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Il conto economico a valore aggiunto
È una delle possibili riclassificazione del conto economico, più propriamente detta “a valore della produzione e valore aggiunto”.
Permette di evidenziare i seguenti risultati intermedi:
• Valore aggiunto• Margine operativo lordo (MOL o EBITDA)• Risultato operativo caratteristico (ROC)• Risultato operativo globale (ROG o EBIT)• Risultato ordinario (RO)
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CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO
Valore della produzione ottenuta (dato civilistico al netto dei ricavi “accessori”)
-Costi di acquisto di beni e servizi ad uso singolo (costi della prod.ne esterni: materie prime utilizzate, merci, acquisizione servizi, ecc.)
= VALORE AGGIUNTO
- Costi del personale
= MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL o EBITDA)
-Altri costi della produzione interni (ammortamenti e costi per accantonamenti vari)
= REDDITO OPERATIVO CARATTERISTICO
+ Ricavi accessori - Costi accessori
= RISULTATO OPERATIVO GLOBALE
+ Ricavi finanziari- Costi finanziari
RISULTATO ORDINARIO
+ Ricavi straordinari- Costi straordinari
RISULTATO AL LORDO DELLE IMPOSTE- Imposte d’esercizio
REDDITO NETTO D’ESERCIZIO
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Il conto economico a valore aggiunto
Rispetto allo schema civilistico prevede una riclassificazione dei costi operativi in esterni ed interni al fine di ottenere due grandezze intermedie: il valore aggiunto e il margine operativo lordo.
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Costi interni e costi esterni
“Si suppone che nel momento dell’inizio dei cicli produttivi l’azienda abbia predisposto le strutture tecniche
rappresentate dagli impianti; e le strutture organizzative, rappresentate dal personale dipendente. Questi due tipi di fattori, pertanto sono considerati fattori preesistenti rispetto
alla produzione, ovvero fattori interni....Ciò posto, per iniziare i cicli di produzione l’azienda ha necessità di
approvvigionarsi di tutti gli altri fattori complementari:le materie prime e tutti gli altri servizi operativi. Questi due tipi
di fattori sono considerati fattori esterni poiché acquisiti dall’esterno della combinazione aziendale.”
(Caramiello)
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Costi interni e costi esterni
Costi per consumi (o per fattori) interni: sono rappresentati da tutti i fattori strutturali (ammortamenti ) nonché dai fattori correnti relativi al lavoro del personale dipendente;
Costi per fattori esterni: sono costituiti da tutti i fattori correnti di esercizio fatta eccezione del lavoro dipendente (costi delle materie utilizzate, costi per servizi, costi per godimento beni di terzi, oneri diversi di gestione, ecc. appartenenti all’area caratteristica)
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Il valore aggiunto
Esprime la differenza tra il valore della produzione e i costi esterni. L’aggregato in esame identifica la parte del prodotto di esercizio che, coperti i costi esterni, consente la copertura dei costi operativi interni nonché degli eventuali oneri delle altre aree digestione.
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Distribuzione del valore aggiunto
In altri termini il valore aggiunto riflette la ripartizione della ricchezza generata dall’impresa tra i vari stakeholder:- personale dipendente (retribuzioni)- finanziatori (interessi passivi)- Stato (imposte)- soci (dividendi)- impresa (autofinanziamento:ammortamenti, accantonamenti, utili non distribuiti ).
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CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO DISTRIBUZIONE VA
Valore della produzione ottenuta
-Costi di acquisto di beni e servizi ad uso singolo (esterni)
= VALORE AGGIUNTO
- Costi del personale PERSONALE
= MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL o EBITDA)
-Altri costi della produzione interni (ammortamenti e costi per accantonamenti vari)
SOCI/IMPRESA(AUTOFINANZIAM)
= REDDITO OPERATIVO CARATTERISTICO
+ Ricavi accessori - Costi accessori
= RISULTATO OPERATIVO GLOBALE
+ Ricavi finanziari- Costi finanziari
FINANZIATORI
RISULTATO ORDINARIO
+ Ricavi straordinari- Costi straordinari
RISULTATO AL LORDO DELLE IMPOSTE- Imposte d’esercizio
STATO
REDDITO NETTO D’ESERCIZIO SOCI/IMPRESA 46
Il Margine Operativo Lordo (MOL)
Il Margine Operativo Lordo (MOL–EBITDA* ) ècalcolato sottraendo al valore aggiunto i costidel personale. Si tratta di un indicatore parzialeche riveste una particolare rilevanza in quanto,rispetto all’EBIT, non risulta influenzato dacomponenti di reddito “non monetari”. Perquesto il MOL è impiegato come base per ilcalcolo del flusso di cassa della gestione tipicapoiché rappresenta l’indicatore reddituale piùassimilabile ad una grandezza finanziaria.
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Da CE civilistico a CE a valore aggiunto
• A5 e B14 comprendono anche elementi della gestione accessoria (fitti attivi, ammortamenti su immobili civili, ecc) o gestione straordinaria (es. svalutazioni immobilizzazioni)
• componenti da “gestione finanziaria” a “gestione accessoria”
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Parametri di riferimento
• RN > 0• RO > interessi passivi + oneri finanziari
• Risultato gestione atipica o extracaratteristica > 0
Alcuni conti “critici”Codice civile Riclassificazione
Plusvalenze/minusvalenze
da alienazioni ordinarie
da alienazioni straordinarie
A5 plusvalenze
B14 minusvalenze
E. Oneri/proventi
straordinari
Valore della produzione
Costi per consumi singoli
(costo della produzione)
Gestione straordinaria
Sopravvenienze/insussistenze
E. Oneri/proventi
straordinari
Gestione straordinaria
Erogazioni liberali B14 Gestione atipica (o
extracaratteristica)
Fitti attivi e noleggi attivi vari
(non rientranti nella gestione
tipica)
Probabilmente A5 Gestione atipica (o
extracaratteristica)
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L’analisi per margini
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Liquidità Immediate
LI
Liquidità Differite
LD
DisponibilitàD
Immobilizzazioni Attività fisse
AF
PassivitàCorrenti
PC
Passività Fisse
PF
Patrimonio Netto
PN
Attivo circolante
ACMargine di tesoreria
Capitale circolante netto CCN
Margine di struttura
I tre margini fondamentali dello Stato Patrimoniale
Ma
rgin
e d
i str
utt
ura
2
Ca
pita
le p
erm
an
en
te
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Margine di tesoreria
+ liquidità immediate+ liquidità differite
- passività correnti--------------------------
= margine di tesoreria
MT = (LI + LD) - PC
Il margine di tesoreria indica la capacità dell’impresa di far fronte ai propri debiti a breve con le liquidità (immediate e differite) a breve. Il margine di tesoreria deve essere sempre positivo in quanto l’impresa deve essere in grado di fare fronte, in ogni istante, ai debiti correnti con le liquidità.
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Capitale circolante netto
+ attività correnti- passività correnti------------------------
= capitale circolante netto
CCN = AC – PC =(LI + LD + RD) - PC
Per una buona gestione in capitale circolante netto deve assumere un valore pari o superiore alle passività correnti. Deve comunque essere sempre ampiamente positivo.
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Margine di struttura
+ patrimonio netto- immobilizzazioni nette
(attività fisse)-----------------------------= margine di struttura
MS= PN - AF
Indica il grado di copertura delle immobilizzazioni nette con il capitale proprio. Per una situazione finanziaria ottimale è necessario che il margine di struttura sia positivo, ossia che gli investimenti fissi siano coperti da capitale proprio o, in altri termini, che il patrimonio netto sia in ogni istante sufficiente a coprire il fabbisogno finanziario necessario per l’acquisto di fattori a lento ciclo di utilizzo.
Silvana Signori Ragioneria generale ed avanzata 56
Margine di struttura 2
+ capitale permanente - immobilizzazioni nette
(attività fisse)-----------------------------
= margine di struttura 2
MS 2 = PN + PF - AF
Indica il grado di copertura delle immobilizzazioni nette con il capitale permanente (ossia con il capitale a medio-lunga scadenza). La condizione minima è che il margine di struttura 2 sia positivo, ossia che gli investimenti fissi siano completamente finanziati da fonti a lungo termine (proprio o di terzi).
Silvana Signori 56Ragioneria generale AA 2012-2013
Parametri di valutazione margini
Valori ottimali Requisiti minimi
Margine di tesoreria
MT > 0 ovvero LI+LD>PC
MT > 0 ovvero LI+LD>PC
CCNCCN>PC
ovvero AC > 2 PC CCN > O
(ampiamente)
Margine di struttura
MS > 0 ovvero PN > AF Cperm (PN+PF) > AF
(margine di struttura 2)
Silvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 57
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Silvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 58
LI15%
LD15%
D22%
AF48%
PC25%
PF22%
PN53%
Strutture patrimonialihp. 1 – struttura equilibrata
AC52%
MT > 0 LI+LD>PC
AC>2 PC
PN>AF
La struttura è equilibrata
Silvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 59
LI15%
LD15%
D22%
AF48%
PC36%
PF20%
PN44%
Strutture patrimonialihp. 2 – disequilibrio frequente
AC52%
MT < 0 LI+LD<PC
AC>PC ma AC<2 PC
PN<AF
La struttura non è equilibrata.
Le immobilizzazioni sono state finanziate con capitale permanente ma non completamente di proprietà.
Il capitale circolante netto risulta positivo ma le passività correnti superano le liquidità, si deve quindi sperare in uno smobilizzo del magazzino per far fronte tempestivamente ai propri impegni finanziari di breve periodo.
Le fonti di terzi superano le fonti proprie.
Silvana Signori Ragioneria generale AA 2012-2013 60
LI15%
LD15%
D22%
AF48%
PC65%
PF20%
PN15%
Strutture patrimonialihp. 3 – grave disequilibrio
AC52%
MT < 0 LI+LD<PC
AC<PC
PN<AF
La struttura presenta un forte disequilibrio.
Le fonti di terzi superano ampiamente le fonti
proprie.
Non c’è equilibrio tra le passività e le attività di breve periodo.
Le passività correnti infatti non solo superano le liquidità ma anche l’attivo
circolante, ciò significa che l’impresa finanzia gli investimenti a lungo ciclo di utilizzo (AF) con i debiti a breve.
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CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO € % anno x
% anno x+1
Valore della produzione ottenuta
-Costi di acquisto di beni e servizi ad uso singolo (costi esterni)
= VALORE AGGIUNTO
- Costi del personale
= MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL o EBITDA)
-Altri costi della produzione interni
= REDDITO OPERATIVO CARATTERISTICO
+ Ricavi accessori - Costi accessori
= RISULTATO OPERATIVO GLOBALE
+ Ricavi finanziari- Costi finanziari
RISULTATO ORDINARIO
+ Ricavi straordinari- Costi straordinari
RISULTATO AL LORDO DELLE IMPOSTE- Imposte d’esercizio
REDDITO NETTO D’ESERCIZIO61
L’analisi per indici
Vedi indici illustrati nel testoprof. Maurini cap. 21
Collegamento tra indici
Silvana Signori 63
ROERnPN
ROI caratteristico Ro car
TA
Indice di indebitamento
TAPN
Incidenza gestione extra-caratt.
RnRocar
ROSRo carVendite
Turnover impieghiVendite
TA
- Analisi andamento
vendite
- Analisi
composizione costi
- Ecc.
Ragioneria generale AA 2012-2013