l’antica notazione musicale greca

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  • 7/23/2019 LAntica Notazione Musicale Greca

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    1Lantica notazione musicale greca.

    La prima necessit di un musicista, sia esso strumentista o compositore, quella di possedere lostesso codice linguistico che si accinge a decodificare. Nel caso del linguaggio musicalefondamentale leggere e interpretare la scrittura che qualcuno gli ha consegnato nel tempo o nellacontemporaneit.

    Il sistema musicale greco si ricongiunge a quelli dei popoli precedenti dellAsia occidentale, degliEgiziani e a quelli dellIndia e della Cina.

    La notazione greca fu come quella indiana e quella cinese un scrittura alfabetica.

    Le conoscenze teoriche ci sono state tramandate dagli scrittori di musica dellepoca latina. Molte esicure sono le notizie che della teoria e della pratica musicale greca ci danno autori come: Alipio,Bacchio, Aristide Quintiliano, Gaudenzio, Boezio. Nei testi di costoro il sistema Semiografico bendelineato e ben determinato in quadri completi e precisi.

    Anche per la musica dellantica Grecia, essendo essa molto lontano nel tempo da noi e di cui si perduta la tradizione orale, la notazione scritta la prima condizione della sua sopravvivenza edella sua possibilit di interpretarla. Di questa noi possediamo un numero considerevole di Trattatiteorici,alcuni dei quali prendono in considerazione il problema della notazione musicale e della suautilit, ma al contrario di documenti con musica notataa noi ne sono pervenuti un numero esiguo.

    Di epigrafi o papiri o iscrizioni sul marmo di musica greca ne possediamo appena unaventina diversamente mutili. La maggior parte di essi posteriore al III secolo a. C. Lesiguonumero delle partiture un problema serio e controverso. I teorici redattori dei trattati di musicagreca si disinteressarono generalmente della notazione: quindi difficoltosa la loro decodifica.

    Certamente cera dunque una frattura totale tra la Teoria musicale insegnata e la sua prassiesecutiva.

    Non si conoscono quasi per nulla le Teorie e le tecniche della loro composizione musicale e delleloro regole: non c pervenuto nessun trattato su tale argomento se mai ne fu scritto uno. Le regolecompositive possiamo solo dedurle dalle partiture a noi pervenute.

    Nella maggior parte dei manoscritti dellantica Grecia appaiono al momento opportuno simboli diintervalli, di scale ma non ne forniscono un quadro completo.

    Aristosseno di Taranto, autore del pi antico trattato di harmonia (scala) che ci sia pervenuto( 375 a. C. circa - dopo il 322 a. C.)) scrive che lapprendimento della notazione non era parteintegrante della scienza musicale. Egli sottolinea inoltre che era possibile che un copistatrascrivesse una melodia notata in modo Lidio, senza sapere effettivamente che cosa esso fosse.

    Si ritiene che probabilmente gli stessi compositori non sapevano notare le proprie opere e chequindi utilizzassero a tale scopo dei copisti come nel Medioevo.

    Dal vasto repertorio iconografico le numerose scene musicali rappresentate nei vasi greciraffigurano sempre musicisti, cantori e strumentisti che eseguono la musica senza partitura: questofa supporre che essi o conoscevano la musica a memoria o la improvvisavano.

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    2Le rappresentazioni di insegnamento sono molto interessanti a questo proposito. In molti casi,lallievo e il maestro sono seduti uno di fronte allaltro, ciascuno regge la propria il propriostrumento (lira): probabilmente le regole della teoria dovevano essere trasmesse oralmente, mentrele scale venivano imparate con gli esempi esecutivi.

    Lezione di musica, idria attica a figure rosse, c. 510 a.C., Staatliche Antikensammlungen (Inv. 2421).

    Certamente il sistema di notazione greco a noi pervenuto di una grande complessite quello a noi pervenuto non certo il pi antico.

    Al tempo di Aristosseno di Tarantone esisteva un altro, i cui particolari ci sfuggono per la scarsitdei documenti e che noi conosciamo attraverso le osservazioni e i rimproveri mossi da lui stesso.Egli affermava che quella notazione non era adatta a differenziare i suoni per mezzo delle lorofunzioni perch teneva conto solo degli intervalli.

    Le pi importanti fonti delle attuali conoscenze della notazione musicale dellantica Grecia sonodate dagli scritti di Alipio (360 circa - Alessandria dEgitto).Egli compil un completo resoconto del sistema greco di scale, loro trasposizioni e notazionimusicali.

    Delle sue opere, rimasto solo un piccolo frammento, sotto il titolo diIsagoghe musik(!"#$%&%'

    ()*#"+', oIntroduzione alla Musica).

    L'Isagoghevenne stampato con le tavole di notazione nell'Antiquae Musicae Scriptoresdi MarcusMeibomius(in-quarto, Amsterdam 1652). Meibomius utilizz il manoscritto appartenente a JosephScaliger, edito da Meursiusnel 1616, e di altri, ancora esistenti all'epoca in Inghilterra e in Italia.Karl von Jan ne pubblic un'autorevole e precisa edizione inMusici Scriptores Graeci, 1895-1899.

    Del manoscritto di Alipio si interess per primo Vincenzo Galilei ( Santa Maria a Monte, 3 aprile1520 Firenze, 2 luglio 1591), padre del famoso astronomo Galileo Galilei.

    Egli, da un codice Vaticano, copi il quadro delle notazione degli otto modi greci nel generediatonico e lo pubblic nel Dialogo dellantica e della moderna musica.

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    3Altri studiosi si occuparono della scrittura musicale ellenica:

    il Meursio nel Meursius, Aristoxenus, Nichomacus, Alypius. Auctores musices antiquissimi.,

    il Mersennionel F. M. Mersenne. Harmonicorum. Libri XII , Parigi 1648 Lib.6, De generibus,

    in seguito il Kirchernel Athanasii Kircheri, Musurgia Universalis T.I. fol 541 Iconismus XIII.Roma1640;nel 1652 Marco Meibom nel Marcus Meibomius. Antiquae Musicae Auctores septem.Amsterdam, 1652.

    Nel suo studio semiografico egli pubblica il testo greco e la versione latina delle opere di setteautori in una esposizione chiara del sistema e della notazione musicale greca.

    Ulteriori e complete delucidazioni sulla complessa scrittura musicale greca si ebbero per soltantonel 1800, con studiosi come il Fortlage, il Westphal, il Bellermann.

    Di seguito il F. A. Gevartcon il suo testo Histoire et theorie de la musique de lantiquit. Gand 1

    vol.,1875, 2 vol. 1881.Con questautore finalmente fu ritrovata lintera notazione musicale greca nella sua formaprimitiva.

    Teoria.

    La base del sistema musicale greco era costituita dal tetracordo, una successione di quattro suonidiscendenti compresi nellintervallo di quarta giusta, tutti formati nella stessa maniera:cominciavano con un semitono e finivano con due toni interi.

    Il genere pi diffuso di questi tetracordi era quello diatonico.Nei tetracordi di genere diatonicola disposizione dellunico semitono distingueva i tre modi:dorico, frigio e lidio.

    Il tetracordo doricoaveva il semitono nella posizione grave: di origine greca questo era il modonazionale, la forma tipo del genere diatonico.

    Il tetracordo frigioaveva il semitono al centro e si suppone che fosse di origine orientale.

    Nel tetracordo Lidioil semitono si trovava nella parte acuta.

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    Il tetracordo di genere cromaticoera formato da un intervallo di terza minore e due intervalli disemitono.

    Il tetracordo di genere enarmonicoera formato da un intervallo di terza maggiore e due micro-intervalli di un quarto di tono.

    I tetracordi erano solitamente accoppiati due per volta: essi potevano essere disgiunti o congiunti.

    Due tetracordi uniti formavano una armonia discendente (una scala discendente).Il punto di distacco fra due tetracordi disgiunti era chiamato Diazeusi(che significa disgiunzione).Il punto in cui si univano due tetracordi congiunti era detto Sinaf (che significa congiunzione).

    Se in ogni armonia ( leggi scala) si abbassava di unottava il tetracordo superiore si componevanogli ipomodi: ipodorico, ipofrigio, ipolidio, che erano congiunti.Alzando di unottava il tetracordo inferiore si ottenevano gli ipermodi: iperdorico, iperfrigio eiperlidio, anche loro congiunti.

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    5Il sistema teleiono sistema perfetto che abbracciava lestensione di due ottave si otteneva se aduna armonia dorica disgiunta si aggiungeva un tetracordo congiunto allacuto e un tetracordocongiunto al grave e sotto a questultimo una nota per far s che lestensione abbracciasse dueottave complete e ottenesse nella parte grave la risonanza della nota la centrale (che era dettomese, cio nota di mezzo). Questo suono aggiunto si chiamava proslambanmenos chesignifica appunto nota aggiunta.Sistema teleion

    1 2 3 4

    4 3 2 1

    Questi suoni non indicano la loro altezza assoluta ma solo le distanze intervallari di frequenza fraessi. Nella prassi esecutiva i greci adattavano lesecuzione alle capacit dei cantanti attraverso unatrasposizione cosiddetta tonale.

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    Cos composta lintera scala greca era formata di 14 suoni divisi in quattro gruppi, pi un suonoaggiunto. Ogni nota aveva un nome speciale che derivava dalluso pratico degli antichi strumenti acorda.

    Questo sistema di 15 suoni era fondato sullintervallo di ottava ed era composto dalle note che oggiservono a formare la scala di la minore naturale.

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    7Al sistema scalare fondato sui tetracordi di 15 suoni fu poi in seguito fatto un cambiamento.

    Probabilmente in tempi pi antichi esisteva gi unaltra scala di solo tre tetracordi, questi congiunti,che comprendeva solo 11 suoni.

    Questa scala si caratterizzava perch era modulante e destinata a spostare di una quarta superiore odi una quinta inferiore la tonalit dominante.

    Era costituita in tal modo che dal la centrale (il mese) si costruiva, sopra il secondo tetracordoun nuovo tetracordo il quale aveva il la stesso per fondamentale. Lobbligatoriet di legare ilsecondo al terzo tetracordo face s che il suono superiore alla mese dovesse essere abbassato di unsemitono affinch il nuovo tetracordo avesse gli stessi intervalli dei precedenti.

    Questa scala utilizzata nel sistema di 15 suonidette la possibilit di modulare.

    Se la nostra scala si ottiene mediante lunione di una quinta perfetta e di una quarta giusta che fuse

    insieme danno una scala perfettamente consonante, i greci invece formavano la loro scala con duequarte congiunte si-do-re-mi e mi-fa-sol-la da cui nasceva una scala dissonante di sette suoni i cuisuoni estremi erano: si-la. Probabilmente questa strana costruzione della scala greca si riferivaallesistenza anteriore di una primitiva scala composta solo di quattro suoni.I due sistemi di scala con la loro fusione diedero origine alla possibilit di una duplice direzionedopo la nota centrale la (mese). Per un verso ci si poteva dirigere al tetracordo disgiunto che sichiamava diezeugmenon e che iniziava con la nota si naturale, dallaltro verso essa incontrava ilsib che era il secondo suono del nuovo tetracordo congiunto.La nota si bemolle che apparteneva al terzo tetracordo e che venne chiamato synemmenondavala possibilit di essere un suono che permetteva la modulazione.

    In questo nuovo e pi ampio sistema che fu detto dei 18 suoniil musicista ebbe dunque lapossibilit di cambiare di tonalit trasportando il precedente mese la su una nuovo mese chediventava la nota re.Tale capacit di questo suono viene conservato, non solo nella musica romana ma anche nel

    periodo che vide sorgere il canto gregoriano.

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    Il sistema mondiale dei greci aveva come suo caposaldo il tetracordoche a sua volta aveva dueelementi fondamentali e irremovibili: il suono iniziale e il suono finale. Ogni tetracordo quindi eracomposto da due suoni fissi (il primo e il quarto) e di due suoni variabili (il secondo e il terzo)

    Quindi quando essi vollero in tempi sconosciuti e remoti assimilare sfumature melodiche asiatiche

    non rimase loro che modificare i suoni internidel tetracordo. Crearono allora con le loro particolarisfumature il tetracordo cromaticoe quello enarmonico.Con lintroduzione dei generi cromatico ed enarmonico, ogni tetracordo ebbe tre disposizioni

    diverse e le scale derivate furono composte in tre diversi modi.

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    Dalla classificazione generale dei suoni, fino dai tempi remoti, furono compilate sette scalemodali le quali si differenziavano fra di loro per la disposizione interna degli intervalli.

    Questi i loro nomi:

    Per modificare laltezza delle scale a seconda delle esigenze dei diversi gruppi corali ci fu poi lanecessit di trasportare il grande sistema di 18 suoni, su altezze diverse.

    Furono cos codificate 15 scale identiche su altezze diverse riferendosi alla scala tipo ipodorica eche furono chiamate toni. Queste nuove scale furono chiamate con i nomi pi o meno modificatidei sette modi antichi.

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    10La notazione

    Vi furono due tipi di notazione musicaleuna dedicata alla musica strumentale e laltra a quellavocale.

    Nella musica strumentaleessa utilizz un solo carattere per ogni suono, modificandone la formaogni qualvolta cambiava il genere . Nel genere diatonico, nel cromatico e nelenarmonico lo

    stesso carattere si scriveva in tre modi diversi.Nella musica vocalesi utilizzavano tre lettere differenti ad ogni suono della scala indicando con laprima lettera il genere diatonico, con la seconda il genere enarmonico e con la terza il cromatico.

    Questi due tipi di scrittura non sorsero contemporaneamente ma la scrittura strumentale anticipquella vocale. Difatti pare che i segni grafici della musica strumentale greca appartenessero ad unantico alfabeto di origine fenicia mentre quelli della musica vocale sono estratti dallalfabeto cheutilizzavano.Le differenze di scrittura della forma delle note nella scrittura strumentaledipendeesclusivamente dal diverso genere che si utilizzava.

    Il suono di genere diatonicoera rappresentato da un carattere alfabetico in posizione orizzontalecio diritto.

    Nel genere enarmonico la stessa lettera si presentava capovolta.

    Se il genere era cromatico la scrittura alfabetica eccetto qualche rarit, veniva scritta rivoltata dadestra a sinistra.

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    11Cinque segni non corrispondono alla teoria stabilita probabilmente perch alterati dai copisti o

    perch non adatti ad essere riprodotti nelle tre diverse posizioni.

    La scala prosegue nellottava acuta con suoni che si scrivono con gli stessi caratteri che nellaestensione dellottava media ma distinti da un piccolo accento.

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    La scala musicale completa comprendeva, oltre all estensione dei suoni dellottava media, unaottava grave ed una ottava acuta. Per scrivere le note di queste ottave laterali vennero utilizzate lestesse lettere alfabetiche gi usate per lottava media, ma collocandole in maniera diversa ciorivoltandole oppure capovolgendole oppure con piccole modifiche.

    Le 6 note inoltre immediatamente sotto lottava media furono scritte con le prime 18 lettere

    capovolte o troncate poich ogni suono aveva bisogno di tre lettere e i due suoni sopra la stessaottava erano scritti con le ultime 6 lettere dellalfabeto anche queste rovesciate o troncate. Le ultimecinque note dellottava superiore ebbero anche queste le prime 15 lettere, scritte in maniera diritta,ma con un piccolo accento laterale. Le ultime note nella regione grave furono scritte con le ultimelettere rovesciate o mutilate.

    Tutta questa complessit di scrittura della notazione vocale sottolinea che la scala fu composta enotata in periodi diversi mentre lutilizzo regolare dei tre generi avvenne contemporaneamente equesto provato dalla successione regolare delle 24 lettere che con precisione e regolarit indicanole modifiche nei tre generi dellottava media.

    Nella scrittura della musica strumentaleavvenne leffetto contrario. Prima di tutto fu stabilita lanotazione dei suoni diatonici con i caratteri alfabetici diritti ed in seguito furono aggiunti i suonicromatici ed infine ancora vennero scritti i suoni enarmonici.

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    13Volendo confrontare la notazione vocale con quella strumentale, che presentiamo nellesempio,

    possiamo notare che:

    1. in entrambe i sistemi lottava centrale (da si a si) e lesacordo acuto hanno gli stessi segni conlunica differenza che le note acute hanno un piccolo accento laterale,

    2. i tre suoni pi bassi hanno nei due sistemi gli stessi segni graficii quali sono per, in quellostrumentale, capovolti,

    3. in entrambi i sistemi alcuni segni servono ad indicare gli stessi suoni, per esempio quandoincontriamo i suoni do e fa,

    4. in entrambe le notazioni non vi sono differenze di scrittura fra bemolle e diesis,

    5. nella notazione strumentalei suoni che appartengono al genere diatonico sono (eccetto lultimoal grave) scritti con lettere diritte, quelli del genere cromatico da lettere rovesciate a sinistra,quelli del genere enarmonico da lettere capovolte.

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    146. Nella notazione vocalele lettere diritte, rovesciate o modificate sono dispostenon per ordine digeneri ma per ordine cronologico: invece di indicare come nella scrittura strumentale, le tre speciedi generi, essi indicano la progressiva estensione della scala notata.

    Di seguito riportiamo i 67 segni della notazione greca. La prima colonna comprende la notazionevocale, la seconda quella strumentale. Alcuni suoni sono innalzati solo di un quarto di tono.

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    15Il ritmo

    Il mondo greco non invent segni speciali adatti ad indicare il ritmo della loro musica. Le melodieelleniche infatti, nel loro procedere, utilizzavano i valori ritmici delle parole sulle quali siappoggiavano. Il ritmo musicale era lo stesso del ritmo poetico. Questo significava che la ritmicamusicale era variegatissima poich in musica si utilizzavano i ritmi stessi, diversamente combinati,

    della poesia greca.

    Laspetto ritmico della musica greca era considerato dentro le conoscenze della cosiddetta arte delmovimento o del tempo.

    La musica utilizz quindi il complesso sistema metrico del verso della poesia.

    Nella metrica greca il tempo primo era la misura della sillaba breve ed era indicata da un piccolosemicerchio. Nel nostro sistema musicale siamo soliti tradurla con il valore di una croma.Due sillabe brevi componevano una sillaba lungae si indicava con un trattino: questa quindi vale

    nella nostra scrittura moderna quanto una semiminima.

    Due o pi note o sillabe costituivano un ritmo, queste si ordinavano in schemi ritmici fondamentalichiamati piedi.

    La metrica greca comprendeva un numero assai alto e diverso di piedi ritmici, costituiti da 2, 3,4, 5, 6 o 7 tempi primi. Nella scrittura poetica i piedi ritmici si combinavano fra loro per formaredifferenti versi e differenti strofe.

    I piedi ritmici pi utilizzati erano i seguenti:

    Esempio antico di verso: esametro dattilico composto da sei piedi dattilici di cui lultimomancante di una sillaba.

    Questo il pi antico e il pi importante tipo di verso usato nella poesia greca e latina.

    Tuttavia se il ritmo musicale era lo stesso del verso del ritmo poetico, non mancavano segni adindicare le pause e la durata dei suoni.

    Le pausepotevano essere brevi o lunghee queste ultime di due, di tre, di quattro e di cinquetempi.Di solito la pausa, era indicata con lettera Lambda maiuscola e si collocava tra le note: essaveniva chiamata leimma che significa resto.

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    16La pausasemplice obreve, di un tempo veniva scritta per mezzo della sola lettera Lambda,la pausa doppia o lunga di due tempiera formata dalla stessa lettera con una linea posta sopra.Quando la pausa era di tre tempi, alla lineetta sovrapposta si aggiungeva una codetta collocata asinistra. Se il valore della pausa cresceva fino a quattro tempiunaltra codetta era posta a destra.

    Nella pausa di cinque tempila lettera lambda era scritta con tre codette: due ai lati e una nelmezzo.

    Nonostante che il rito musicale e la durata dei suoni della musica vocale, fossero subordinati alleesigenze della ritmica poetica, del verso, questo non imped di formulare un modo per indicare nella

    musica strumentalela durata dei suoni e laccento del tempo forte della battuta (del verso).Alcuni segni grafici, linee e codette, con segni elementari, indicavano allesecutore quando unanota doveva valere un tempo ed oltre.

    Altri segni indicavano pure laccento del tempo forte e anche il prolungamento del suono a piacereche nella nostra scrittura musicale chiamiamo corona.

    Il tempo primo corrispondeva alla sillaba breve della ritmica della poesia ed era indicato da unpiccolo semicerchio collocato sopra la nota. Molto spesso questo segno mancava, poichconsideravano breve qualsiasi nota in assenza di qualunque segno.

    Una lineetta posta sopra la nota indicava la sillaba lunga, la quale indicava che la sua durata eraquella di due sillabe brevi.

    Se la lineetta aveva una codetta a sinistra, la nota valeva tre sillabe brevi, se ne aveva, due una asinistra e laltra destra, il valore era quello di quattro tempi.

    Il valore di cinque tempi era indicato da tre codette, due laterali e una al centro.

    Il tempo forte, quello che si trova nella nostra scrittura moderna dopo il segno di stanghetta, erarappresentato da un punto posto sopra la nota.

    Il segno di separazione fra due periodio il segno di coronaera indicato da due punti sovrappostio da due punti preceduti da due linee.

    Lesigua semplicit dei segni di carattere ritmico della musica strumentale ci indica come il ritmodi questa doveva essere molto elementare.

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    17Esempi musicali

    1. Canto coviviale (Epitaffio) di Sicilo inciso su di una colonna a Tralles nellAsia Minore

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    Trascrizione in notazione moderna

    Questa una composizione vocale scolpita su una stele tombale e ritrovata nel 1883 a Tralles, inAsia minore, la data di questa incisione si aggira tra il I secolo a. C. e il I secolo d.C.Il reperto possiede scrittura a notazione ritmica e la melodia scritta secondo il Modo dorico.Il monumento, portato nel museo di Smirne, and perduto nel 1922, nellincendio che distrussequasi totalmente quella citt durante la guerra greco - turca. Prima dei versi e della melodia la steleha inciso le parole seguenti: Io pietra valgo unimmagine, qui mi pose Sicilo, segno longevo dimemoria immortale e dopo i versi si legge Sicilo felicissimo vivaIl testo cantato dice: Finch tu vivi, risplendi non addolorarti mai per alcuna cosa; la tua vita di

    breve durata ed il tempo richiede il suo termine .

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    192. Frammento del primo canto corale dellOreste di Euripide, scritto su papiro (V secolo).Pap. G. Vindob. 1215. Vienna, Osterreichische Nationalbibliothek

    Questo frammento contiene la melodia dei versi 338 343 del Oreste di Euripide, pertinenti alprimo stasimo della tragedia. Il brano stato variamente interpretato, secondo il genere cromatico oil genere enarmonico. La seconda interpretazione pi attendibile. I segni della melodia sonosovrapposti alle sillabe del testo poetico e i segni dellaccompagnamento strumentale sono inseritinella riga stessa della poesia. utilizzata larmonia cosiddetta iperlidia enarmonica delle tabelle diAlipio.Il testo dice: Mi affliggo per te. il sangue di tua madre che chi rende folle. La grande felicit peri mortali non stabile. Un demone con travagli tremendi la sommerge, come, avendo rotta la vela divascello veloce, nei flutti voraci e rovinosi del mare.

    Il ritmo docmiaco.(Il docmio, dal greco !"#$%&, tortuoso, un metro della poesia greca, formato da cinque sillabe eutilizzato soprattutto nelle tragedie di Eschilo ed Euripide, nei monologhi tragici cantati dalle eroinestesse. Lo schema metrico ! | !).

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    20Seguono due inni attribuiti a Mesomede di Soli

    3. Il Primo Inno Delfico dedicato a Nemesi. Mesomede di Soli

    4. Il Secondo Inno Delfico dedicato al sole

    In questo inno dedicato a Elios il ritmo anapestico e la melodia composta nel modo ipolidiodiatonico. La prima trascrizione fu quella del Bellerman, Berlino, 1840.

    Questa la traduzione del testo: Tutto letere taccia, e la terra e il mare e i venti; tacciano i monti e

    le convalli e assonanze e voci di uccelli, perch Febo dalla chioma intonsa, dalla bella chioma staper venire da noi. Padre dellaurora dalle ciglia di neve, tu che con orme alate segui il giro rosatodei poli, bello per le chiome doro, ecc.

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    6. Inno anonimo del tempo di Antonino pubblicato da V. Galilei nel suo trattato Dialogo dellaAntica e Moderna musica

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