lanx n°9

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L 9 A N X Ephemeris discipulorum licei gymnasiique M.Foscarini

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Le tradizioni secondo Lanx 9, Marzo 2013!

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Page 1: Lanx n°9

L9

ANXEphemeris discipulorum licei gymnasiique M.Foscarini

Page 2: Lanx n°9

MARZO 2013 - Numero 9 - Anno 26

Mi facevano sentire sicura,anche se mi lamentavo, erano ilmio punto di riferimento, ilmio faro nella notte. Ma ora ititoli del dittatore Zamprognonon ci sono più, non mi ter-ranno più compagnia nelle se-rate piovose in cui, intimoritadalle minacce di morte delleredattrici assetate di articoli,mi costringo a scrivere 220 pa-role. È la fine di una tradi-zione o il grande dittatoretornerà a rallegrare le vite ditutti noi con i suoi titoli bi-slacchi?È sempre così quando una tra-dizione sparisce. Finchè c'ènon ce ne accorgiamo, è routine,anzi a volte abbiamo anche daridire, ma quando la tradi-zione finisce ci sentiamo ab-bandonati, come la pallinadella lavatrice senza deter-sivo, non più sicuri nemmeno dichi siamo. E ci succede tutti igiorni, anche se non ce ne ac-corgiamo: la macchinetta che ciserve la bevanda corrispon-dente al bottone che abbiamopigiato, tre bagni su tre agi-bili, il pennarello per la la-vagna che scrive, la LIMfunzionante: piccole anomalieche ci sconvogono la vita. Maper fortuna spesso le tradi-zioni ritornano come il vostrogatto ritorna da voi anche selo avete stordito ripetendoglitutto il programma di filoso-fia. E cosi anche i titoli diZamprogno torneranno da noi,spero.

Benedetta Favaro

LA FINE DI UNA TRADIZIONE

If you don’t read the newspaper you’reuninformed, if you read the newspaper

you’re mis-informed.Mark Twain

2 Lanx / marzo 2013

SommarioIL LANX È DISPONIBILE ANCHEONLINE SU ISSUU.COM ALLA VOCElanxfoscarini

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Editoriale

Cultura:Tradizione VS dizione

Il pianto della Moka

Rubrica: Cinema

Rubrica: Wonderland 5

Pensieri:Tradizioni

Perle di saggezza:“Storie tradizionali”

Curiosità:La libreria scomparsa

Olio magggico

Giochi

OroscopoPosta

Ipse Dixit

Maria Vittoria Buiatti

Lisa La Marra

Benedetta Favaro

Zoe Innocenti

Silvia Fregonese

Francesca Ballin

Maddalena Casanova

Zoe Innocenti

Benedetta Favaro

Lisa La Marra

Max Ebbasta

Ulisse (Nessuno)

Page 3: Lanx n°9

Lanx

Direttori:Maddalena Casanova

Zoe Innocenti

Redazione:Magda Berto (4AO)

Francesca Ballin (2DE)Beatrice Campisi (3AE)Silvia Fregonese (3AE)Lisa La Marra (3AE)

Susanna Farella (5CO)Benedetta Favaro (IIB)Marco Vianelli (IIIA)

Gioia Stefinlongo (IIIB)Giacomo Criniti (IIIC)Andrea Tortato (IIIC)Lucia Buricelli (IIID)

Disegni:Alizée Rekettyei (3CE)Samuele Lotter (IIB)

Riccardo Bianco (Liceo Artistico)Furio Visintin (Veterano)

Impaginazione:Maddalena Casanova (IIID)Giacomo Zamprogno (IIB)

Responsabili di produzione:

Giacomo Zamprogno (IIB)Alvise Dolcetta (IIB)

Per info e suggerimentirivolgersi a:

Maddalena Casanova e Zoe Innocenti (IIID);Silvia Fregonese e Lisa La Marra (3AE)

Oppure potete contat-tarci all’indirizzo

e-mail:[email protected]

Hanno collaboratoin questo numero:

Max EbbastaUlisse (Nessuno)

Disegno di copertina:Valentina Scatto (IIC)

EDITORIALE

Pasqua si avvicina e scommettoche ognuno di noi ha già orga-nizzato viaggi con gli amici,visite alle capitali e pesantipranzi di famiglia. Mi capita spesso di pensarealla Pasqua come una tradi-zione, un rito, che ogni anno siripete; ma che la tradizionesia solo questo?Non penso proprio!Sicuramente lefeste durantel'anno ci fannopensare a qual-cosa di “tradizio-nale” perchè ognianno le festeg-giamo allo stessomodo, o perchè ca-dono lo stessogiorno, però sonosicura che oltre aciò ci sia moltoaltro.Ero incuriositadal vero signifi-cato della parolacosì sono andata aspulciare nel di-zionario etimolo-gico e ho trovatoproprio quello checercavo: tradizione dal latinotraditiònem deriv. da tràdere =consegnare, trasmettere.Ecco io credo che, specialmenteoggi, tradizione significhiproprio questo. Non è solo unaquestione di ripetizione, quo-tidianità o folklore è molto dipiù. Credo che la tradizione sia uninsegnamento, sia un volere,sia un avvenimento positivoche si vuole ricordare. Penso

per esempio al Lanx, il nostro mitico giornale, ecco esso èormai una vera e propria tra-dizione al Foscarini, è qual-cosa di speciale e particolareche esprime ognuno di noi e alquale siamo tutti legati.Tra le tradizioni Foscarinianesi potrebbero citare gli Scac-

chi, il torneo dicalcio e l'autoge-stione che anchequest'anno siamoriusciti a fare, an-ticipatamente, mache è stata laprova dell'impegnoche ognuno di noimette per far fun-zionare la scuola,a qualsiasi costo.Il Foscarini forseè proprio un Liceobasato sulle tradi-zioni e ciò che noiabbiamo fatto que-st'anno con le no-stre iniziative eproposte è stato ungrande progresso,un indizio diunione dellascuola; e come

qualcuno ha detto “Cos'è la tra-dizione? È il progresso che è statofatto ieri, come il progressoche noi dobbiamo fare oggi co-stituirà la tradizione di do-mani.”. Io credo che ilFoscarini che abbiamo visto co-raggioso quest'anno diventeràuna vera tradizione così chenegli anni successivi si possaseguirlo come esempio. L'ultimacosa che mi raccomando è che

Maria Vittoria Buiatti

Lanx / marzo 2013 3

Cos’è la tradizione?

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Lisa La Marra

Cultura

4 Lanx / marzo 2013

TRADIZIONE VS DIZIONEQuante volte vi è capitato di trovarvi in difficoltà nel tradurre in “italiano po-

tabile” espressioni dialettali?

Quante volte vi siete sentiti frustrati dal fatto che, quando parlavate di caigo o dibateo, nessuno vi capiva?Insomma, quante volte vi è capitato di dover sostituire la tradizione con la dizione?A me è successo e, per risolvere i miei problemi, ho provato ad usare un traduttore on-line.Ecco i risultati (traduttore rileva lingua: galiziano – italiano):• Far finta de pomi: pretends de apples• No xe dito: x ha detto• Xe un boto, go da ‘ndar casa: x un dato di fatto, andare a casa standard• Sò ciapà coe bombe: I co Ciapa and bombs• Sò più de qua che de eà: I know must of you here in de• Ti tea ciapi sui denti: you tea CIAPI teeth• ‘ndemo far do vasche in piassa Fero?: ‘ndemo to do tanks in fierce Piassa?• Assa perdar: assa lose• Gera ora: ora soggiorno• Ti xe na bronsa coverta: you x in bronse Covert• Anca massa: hip mass• Paroe in recia no val na tecia: words in reece no val tejian• Voia de studiar, sàltime dosso: voia lo studio, saltando mi addosso

Morale: non ce n’è una ma, se è vera la frase che dice: “una lingua è un dialetto che hafatto carriera”, allora non ci resta che sperare che un marinaio dell’ACTV si lanci delmondo della politica!

Se per voi bere caffè è come bere acqua fresca, lasciate stare questo articolo. Se in-vece il caffè è il vostro migliore amico e senza sareste perennemente addormentati,beh continuate a leggere. È vero che, per resistere a ore e ore di studio qualsiasi

genere di caffè va bene,annacquato, troppo caldo o troppo freddo, che sa da zucchinelesse,ecc.. È vero anche però che ogni tanto un caffè buono ci vuole! Ma attenzione! Laqualità più pregiata, quella arabica, è in via di estinzione. I ricercatori hanno calco-lato che entro il 2080 la produzione verrà ridotta, nella migliore delle ipotesi, del 38%.nella peggiore, invece, si calcola un -99,7%. Che è solo un modo carino per dire che saràcompletamente scomparsa, a causa del veloce cambiamento delle condizioni climatiche.Questo non significherebbe solo la nostra sonnolenza, ma anche un grosso problema eco-nomico. Infatti il caffè, dopo l'olio è il bene più commerciato al mondo, il cui settorecoinvolge 26 milioni di persone e nel 2010 ha mosso 15,4 miliardi di dollari.. La qualitàarabica, inoltre è il 70� di tutto il caffè consumato. Aiuto! Corriamo ai ripari, riempiamola nostra casa di sacchi di arabica e speriamo che il disastro non avvenga!

Benedetta Favaro

Il pianto della Moka

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Rubrica

Lanx / marzo 2013 5

ZoeAZonzo nel Cinema

Train de vie racconta la rocambolesca avventura degli abitanti di un piccolo villaggioebreo dell'est Europa, che di fronte alla terribile prospettiva dei campi di sterminionazisti, decidono di allestire un finto treno di deportati e raggiungere la Palestina,

la terra promessa. Naturalmente l'impresa è tutt'altro che facile: innanzitutto nessuno vuolericoprire il ruolo dei nazisti, trovare un treno non è una cosa da nulla e passare inosser-vati è altamente problematico. Tuttavia i protagonisti riescono ad accordarsi e incredibil-mente riescono a partire.

Inizia così un viaggio pieni di pericoli e di imprevisti, continuamente percorso da episodispiritosi e divertenti. Il regista dipinge efficacemente la trasformazione psicologica deipersonaggi, infatti alla fine ognuno tende ad assimilare a tal punto il ruolo che gli èstato assegnato da comportarsi esattamente in quel modo: i “nazisti” si comportano da verinazisti, i “deportati” da veri deportati. Oltre a ciò, poi, si susseguono numerosi equivoci, tracui per esempio l'incontro con un altro treno, che poi si rivelerà essere nient'altro che un'altra finzione: un gruppo di zingari aveva avuto la stessa idea degli ebrei e infine tuttiquanti si ritrovano a fare festa, a suonare, a ballare e a cantare, ognuno secondo le proprieusanze e tradizioni.

Interessanti, poi, sono alcuni personaggi su cui la narrazione si concentra particolarmente:il “matto” del villaggio, Shlomo, a cui viene l'idea dell'impresa e che sputa sempre dal nullaqualche perla di saggezza; la bella Esther, giovane ragazza desiderata da tutti, ma che nonaccetta nessun pretendente; il rabbino, che con la sua folta barba che gli conferisce unacerta autorità, cerca di mantenere l'ordine tra i fedeli e di comandare le operazioni di riu-scita del viaggio.

La fine è cruda e dissacrante: Shlomo è in un campo di concentramento e conclude tutta lanarrazione con queste parole: “Arrivati in territorio sovietico, la maggior parte di noi ri-mase sposando la causa comunista. Altri andarono in Palestina, soprattutto gli zingari. Altriin India, soprattutto gli ebrei. Schtroul (il macchinista NdR) continuò il viaggio fino inCina, dove divenne capostazione in una cittadina. Esther, la bella Esther, si stabilì in Ame-rica dove ebbe tanti bambini, uno più bello dell'altro. Ecco la vera storia del mio "shtetl". Èquasi vera”.

Zoe Innocenti

TITOLO ORIGINALE: Train de vieREGIA: Radu MihăileanuGENERE: DrammaticoSCENEGGIATURA: Elodie Van Beuren, Radu Mihăileanu, Moni OvadiaATTORI: Lionel Abelanski, Rufus, Clément Harari, Michel Muller MUSICA: Goran BregovićPAESE DI PRODUZIONE: Francia, Belgio, Romania

“Shtetl, shtetl, shtetele, ne m'oublie pas, "shtetele", je suis partiun jour en train, pour aller très loin. Shtetl, shtetl, shtetele,n'efface pas les yeux des gens, c'est ce qui me tiens encore envie, leur sublime folie, leur sublime folie. Train de vie”.

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Silvia Fregonese

Rubrica

Quanto valore dovremmo dare alle tradizioni? Non sempre l'eredità che ci viene dal pas-sato va mantenuta, soprattutto quando va contro i diritti e la libertà delle persone edegli esseri viventi. Corrida, infibulazione, gadhimai festival (una delle più impor-

tanti feste religiose nepalesi, durante la quale vengono sacrificati oltre 300.000 animaliNdR), aborto selettivo, caccia, superstizione, macellazioni religiose, trichane na kuche (ritoche consiste nel far penzolare un cane sopra una pozza d’acqua, che si svolge a Brodilovo,villaggio bulgaro a 500 chilometri da Sofia NdR) e tante altre tradizioni crudeli che ancoranon sono state vinte, anche se è solo questione di tempo. Tra queste, perdonatemi la parentesivegetariana, anche il mangiare carne, ostinata e non necessaria, se non per piacere, abitu-dine della società, che con la catena alimentare ha ben poco a che fare. Ebbene, non attac-chiamoci mai come cozze impaurite e isteriche allo scoglio, seppur solido, del passato, perchéi tempi cambiano e la memoria deve servirci per migliorare e progredire, non per stare fermidove siamo. Rimbocchiamoci le maniche, diamo una spolverata alla mente e spalanchiamocidavanti a quello che offre il futuro, seppur senza scordarci le lezioni del passato.

- Hot Air Balloon Festivals,, ovvero i festival delle mongolfiere tenuti ogni anno in variecittà, da Albuquerke a Bristol, dalla Pampanga a Canberra e anche qui in Italia. In tutto ilmondo i palloni più colorati e stravaganti si sollevano, di notte come di giorno, permettendoall'incredibile di avverarsi. Un asino che vola fra le nuvole, un sole che sorride più calo-rosamente che mai, un uccello che non deve nemmeno battere le ali per volteggiare fra imille colori di un cielo che appartiene ormai al mondo dei sogni.

- Hadaka Matsuri, ovvero la festa dell'uomo nudo, durante la quale gli uomini giapponesi in-dossano solo un perizoma, detto fundoshi, e la loro nudità non rappresenta nessuna volga-rità, ma è anzi qualcosa di sacro. Cancellate ogni luogo comune sulla gente giapponese, siasulla sua compostezza sia sul cosplay (è un termine della lingua giapponese che indica lapratica di indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un deter-minato ambito e interpretarne il modo di agire NdR), e immaginatevi una folla di uomini, pre-stanti e non, che con grande delizia degli spettatori, e in particolare delle spettatrici,ingaggiano una esilarante, e potenzialmente pericolosa, lotta con le chiappe di fuori.

- Tomatina, a Buñol, e Festival delle Arance, ad Ivrea. Forse ne avrete già sentito parlare, emagari qualche fortunato avrà pure partecipato a una di queste due grandi feste in cui cisi dà battaglia a suon di frutta. Sicuramente quella spagnola è ben più grandiosa di quellaitaliana, ma alla fine entrambe le città rimangono tinte di rosso e arancio, le strade invaseda fiumi di ortaggi in cui si potrebbe quasi nuotare, i partecipanti mezzi nudi e armati dimaschera abbandonati per terra, senza più energie dopo tutto quel lanciare. E per chi diceche è un gran spreco di pomodori e arance, beh, come dargli torto? Meglio lanciargli addossoqualcosa e inaugurare anche qui a scuola una nuova tradizione!

- Luci d'Inverno, nel parco Nabana No Sato, è il più rinomato festival di luci del Giappone.Ogni anno a fine marzo il parco si adorna di milioni di piccole luci, perfettamente in ar-monia con l'ambiente e con le piante. Le siepi si tingono di polvere di fata, gli alberi on-deggiano nel vento come pesci luminosi nel blu profondo. Tra le attrazioni maggiori c’è iltunnel di luci, che per tutta la sua lunghezza ti porta a scoprire un altro mondo, fatto dienergia, colore e delicatezza, ogni passo un nuovo incontro con infiorescenze sfacciatamentebrillanti, davanti alle quali anche le stelle si ritirano.

6 Lanx / marzo 2013

Wonderland 5

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Pensieri

Spesso, parlando delle tradi-zioni, soprattutto a noi giovanivengono in mente soltanto ore

di noia e di racconti dei nonni, qual-che occasionale lezione a scuola di-versa dal solito, e sopra a tuttoquesto una coltre di polvere che nes-suno ha voglia di rimuovere.Il futuro ci appare come una grandeporta spalancata e non vediamo l’oradi gettarci a capofitto dentro il ma-gico mondo di quello che sarà; ma lechiavi di quella porta sono in manoal passato, è lui che ce l’ha aperta,ed è lui che ci parla attraverso letradizioni.Tradizione è memoria. Anche la ci-viltà greca, che tanto siamo intentia studiare, la celebrava al punto didarne il nome a una dea.Tradizione è consapevolezza, primadi tutto di cosa eravamo, per compren-dere così chi siamo ora.Tradizione è identità, non soltantodei singoli, ma di una comunità; ilsuo valore non è solo individuale, maha anche la forza di unire e far con-

Lanx / marzo 2013 7

Francesca Ballin

Tradizionidividere emozioni collettive, di creareun patrimonio comune al quale ognunoè libero di attingere.Forse quello della condivisione è ilvalore più importante che la tradi-zione si fa il gravoso carico di por-tare avanti nel mondo di oggi, dove lacelebrazione dell’ego è una smaniache contagia tutti, dove non siamo piùcapaci di comprendere chi ci sta ac-canto. Le tradizioni ci insegnano, conla saggezza che il tempo ha loro re-galato, il valore delle radici, il va-lore dell’unione.La lotta perché neppure una parola diquesto sapere prezioso vada sprecatala combattiamo noi tutti i giorni,anche con le più piccole scelte chesiamo chiamati a fare. Abbiamo in mano una ricchezza senzaeguali, teniamo noi il filo che da ieriattraversa l’oggi e corre veloce versoil domani. Lo tendiamo tutti, ci legainsieme. Sta a noi farlo proseguirenel suo cammino o spezzarlo. Ma se lolasceremo andare, cadremo con lui.

I NOSTRI ERRORI nello scorso numero:

1) Ci scusiamo, anzi, ci prostriamo proprio ai vostri piedi, per dirla meglio,per i numerossissimi errori negli Ipse Dixit e nei Nos Diximus.2) Anche se pochi di voi se ne saranno accorti, fino allo scorso numero ilnome del selezionatore delle migliori frasi di professori e studenti eraerrato: Nussuno aveva erroneamente avuto la meglio sul corretto Nessuno.

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Perle di saggezza

Maddalena Casanova

8 Lanx / marzo 2013

Ci sono storie che tutti conosciamo almeno a grandi linee...eppure originalistudenti del liceo, trovandole forse banali o noiose, hanno dilettato i pro-fessori apportando qualche lieve modifica che senza dubbio è passata inos-

servata.

L’Iliade

L’Iliade è un poema topico istituito da Omero. Omero era un cieco che sapeva scriveree compose oltre all’Iliade anche l’Odissea. L’Iliade è la guerra che i greci hannofatto ai troiani che si erano fregati la moglie di Menelao. Dura dieci secoli durantei quali i greci non riescono a conquistare la città per colpa degli Dei che si immi-schiano sempre nelle loro battaglie. Il re di Troia è Ettore mentre il capo dei greciè Achille che è immortale ma non deve rompersi il tallone altrimenti muore. Persconfiggere i troiani i greci montano tutti dentro a un cavallo e una volta entratiin città fanno il finimondo. Si riprendono Elena e se ne tornano a casa dalle mogliche nel frattempo erano infuriate perché erano rimaste senza mariti. L’unico chenon torna è Achille perché purtroppo alla fine si è rotto il tallone.

L.M. IV ginnasio, Benevento

L’Egitto dei faraoni

La civiltà egiziana si sviluppò nell’antico Egitto alcuni milioni di anni fa, dopola scomparsa prematura dei babilonesi. Era una civiltà molto evoluta perché crede-vano che il gatto fosse Dio e le mucche fossero animali sacri. Di conseguenza nonsi cibavano di affettati ma di pesce e verdure. Erano comandati dal Fanfarone cheera per metà dio e per metà uomo. Il Fanfarone era sposato con Cleopatra che era lamoglie di tutti gli egiziani. Dicevano che era così bella che Cesare e Pompeo fecerouna guerra per decidere chi se la portava a letto. Il Fanfarone viveva nelle pira-midi che erano monumenti altissimi e aguzzi con all’interno tantissime monete d’oro.Per farle costruire avevano fatto schiavi gli ebrei che erano ottimi lavoratori eavevano un architetto preparatissimo di nome Mosè. Purtroppo per il Fanfarone, Mosèun giorno scappò e portò con sé tutti gli ebrei. Da allora non sono più state trovatepiramidi. Per sfuggire agli esploratori gli egiziani si facevano vestire da mummiee si infilavano nelle piramidi riempiendole di trappole e aspettavano il loro mo-mento in una sala piena di cibo.

R.P. I liceo artistico, Milano

Da Maledetti promessi sposi, era meglio se vi sposavate (i temi più esilaranti d’Italia), JohnBeer, BUR 2008

“Storie tradizionali”

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Curiosità

Ebbene sì, è vero, dopo la Mondadori anche la celeberrima libreria Goldonista chiudendo. Le reazioni dei veneziani sono state di sdegno, tristezzae anche rabbia. La mia home di Facebook si è intasata di post, foto di ar-

ticoli, condivisioni e commenti e il sangue ha cominciato a ribollirmi nellevene. Com'è possibile permettere la chiusura di una delle librerie storiche diVenezia, punto di riferimento non solo per gli amanti dei libri, ma anche pergli studenti? L'affitto di 9000 € mensili è troppo alto e i proprietari si sonoarresi dopo due anni di continue perdite, nonostante avessero provato a chie-dere una riduzione e a vendere anche prodotti differenti dai libri. È statotutto inutile. Andrea Donà, uno dei titolari, spera che almeno la possa prenderein gestione un'altra libreria. Io, purtroppo, ho qualche dubbio. Ormai sempre dipiù nella nostra Venezia si vede scomparire un negozio veneziano per esserebellamente sostituito da uno cinese. Dove sono finite le nostre tradizioni? Sepermettiamo ancora di essere calpestati nella nostra identità molto prestonon ci saranno più veneziani. Forse per certi versi ce lo meritiamo, ma è anchevero che magari qualcuno ai piani alti dovrebbe pensarci e tutelare di più icittadini, che siano negozianti, anziani, studenti o... librai.

Lanx / marzo 2013 9

Benedetta Favaro

La libreria scomparsa

Pompei che crolla a pezzi ormai è routine e si sa che gli anglosassonisono sempre più avanti di noi. Un gruppo di ricercatori angloamericani,infatti, ha messo a punto un materiale sottile ed impermeabile che pro-

teggerebbe gli edifici storici in pietra calcarea. E questa sostanza è a basedi..(rullo di tamburi)..(no,non è il cellofan)..olio d'oliva! Sì, perché il rivesti-mento è costituito da sostanze fluorate e da un miscuglio di acidi grassi de-rivati dall'olio di oliva. Questo sottile strato idrofobico proteggerebbe imonumenti calcarei dagli effetti della corrosione atmosferica, provocati ancheda molecole inquinanti, spiega Vicki Grassian, chimica dell'Iowa, USA, che hapubblicato insieme ad altri ricercatori dell'università di Cardiff, UK, su unarivista che fa capo a Nature questo studio su come minimizzare il deteriora-mento degli edifici. La cattedrale di York è stata scelta come costruzione sucui effettuare lo studio, e, se la sostanza verrà commercializzata, molti edi-fici italiani in tufo(una pietra calcarea) potrebbero beneficiare di questanuova invenzione. Sempre che il Ministero dei Beni Culturali abbia abbastanzafondi.

Olio magggicoZoe Innocenti

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CruciverbaGiochi

POSTA

10 Lanx / marzo 2013

Lisa La Marra

ORIZZONTALI:

4. Una parlata locale.7. Affinità, somiglianza.9. La più popolosa città elvetica.11. Una pietra per lavagne.12. Profonda malinconia...inglese.

VERTICALI:

1. Il social network con le foto-grafie.2. Antenato del pallottoliere.3. Elevato, eccelso.5. Il complesso delle consuetudinie degli usi che ci si tramanda digenerazione in generazione.6. Città dell'Uzbekistan.8. Siete sul trono di S. Pietro.10. Elettrodomestico per abbrusto-lire.

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Oroscopo!La persona seduta di fronte a voi che viguarda con un’aria da serial killer è un serialkiller.

Er Cobbra vi sta cercando. Scappare lontano:portate con voi familia, botilia e i gattini.

In questo mese siete più inutili del solito, nonservite neanche alle camicie.

Se vi piacciono i treni vi piacciono anche ipony.

Miao!

State attenti all’Orso della Casa Blu che vi os-serva da lassù.

Max Ebbasta

POSTA

Lanx / marzo 2013 11

Vi succederanno cose strane tipo aprire le porte con ledita delle mani.

La mia mucca è turchina, si chiama Carletto, le piaceandare in tram senza pagare il biglietto.

Fatevi il piercing al capezzolo e andate in montagna adurlare “Ollaleuhut”.

In questo mese andate a Capri a suonare il corno.

Insegnate ai coccodrilli di Macerata a mangiare lamarmellata.

Nella tarda mattinata piogge sparse sulla pianura pa-dana, soleggiato a casa vostra.

SCRIVETE NUMEROSI A [email protected]

Giacomo Zamprogno è ufficialmente sulla piazza! Fatevi avanti dame e cavalieri.Le Direttrici

Per Bea: quando te vedo er sole s’accende d’immenso come un tulipano. Anonimo

Per Matilde: Matilde Berto anche se ha un cuore imperfettomi vuole bene assai e non mi abbandona mai. Lo stesso anonimo

Page 12: Lanx n°9

Ipse dixitFULVIO: Sto cercando di capire.BOBBO: E hai capito?FULVIO: Sto cercando!BOBBO: Hai finito il processo del cercare?!

Cercando di richiamare l’attenzione della classe...GOTTARDI: Prontoooo?!Apre la porta dell’aula e si affaccia all’interno...MEZZAROBA: Mi hai chiamato?

MADDALENA: Domani ci sono solo io…SALVAGNO: Due ore da sola con me? Che incubo!

Leggendo la circolare...SALVAGNO: “Gli alunni si recheranno autonomamentein sede d’esame”. Insomma non vi portano a manina.

SALVAGNO: Io ho una chiasmo-mania!

ZAMPIERI: Pure io ho i miei difetti…pur essendo vi-cina alla perfezione!

Parlando delle camere dei ragazzi...GOTTARDI: Bisogna essere aperti a tutte le espe-rienze…

ENRICO: I capelli o ce li hai o non ce li hai.GOTTARDI: Non dirlo a me.

SABBADIN: È come se fosse una foto! Sono dipintein forme un po’ scomposte…un po’ burine!

ENRICO: Non hai fatto un cazzo!GOTTARDI: Ipse dixit! Non fecit una minchiam.

MATILDE: Ma quindi quelli che interroga dopo sonosvantaggiati.GOTTARDI: Tu sei svantaggiata dalla nascita!

GOTTARDI: Discutiamo democraticamente, quindi iofaccio una proposta e voi l’accettate.

MADDALENA: I Fantastici 4 sono stati investiti dalvento solare!PALOSCHI: Sì e anche a Hulk è successa una cosadel genere. Sono queste le fonti scientifiche su cui cibasiamo.

GOTTARDI: Sai cos’è il massaggio russo? Dopo tispiego.

PUNGITORE: Alfred Einstein.

GOTTARDI: Ho visto il vostro ex-compagno di classeche faceva il galletto con tre squinzie.

GOTTARDI: Vi consiglio un’app che si chiama “Viva S.Gennaro”. È bellissima!

SALVAGNO: Credo che tra il lavoro della casalinga e

quello di Sisifo…siamo là!

PALOSCHI: Bianchi vieni qua che ti facciamonero...erano giorni che volevo dirlo!

GOTTARDI: Il palazzo è appoggiato su un’altissimazoccola...si parla sempre di vostra sorella...quella vir-tuale, ovviamente.

MEZZAROBA: Sofia guarda dopo la neve! Andremotutti a giocare a palle di neve, ma solo se ce ne saràabbastanza per tutti, altrimenti spetterà tutta a me,perché sono il più anziano.

ANDREOLO: E come sarete messi alle 13:00?ONESTO: Io starò mangiando in mensa…ANDREOLO: Della serie: ma chissene frega?

BONAVOGLIA: Per l'ennesima volta non ci sono pen-narelli.LODOVICA: Vado io a cercarne unoBONAVOGLIA: Poveretta, ci prova ogni giorno, maniente!

SAMUELE: In questo verso Dante spiega che primache queste donne si coprano di peluria...Risate generali...MEZZAROBA: Questa sì che finisce sul Lanx!

FRANCESCA: Aveva provocato accidentalmente lamorte di Euridice!MEZZAROBA: Accidentalmente? Ma se Aristeo eraun farabutto, lestofante, maialozzi?!

SOFIA: Quando c'è il sole fa caldo!ANDREOLO: Mi inchino davanti a questa manifesta-zione di sophia... ogni gioco di parole è puramente ca-suale!

MEZZAROBA: Il consiglio di classe ha gli incubi diOnesto che presenta le sue tesi strampalate!

MEZZAROBA: Gli altri professori non hanno il dirittodi fare interrogazioni spietate, solo io: c’è il brevetto!

MEZZAROBA: Non siamo abituati a vedere i topicome animali raffinati: pantegane docent.

MEZZAROBA: Avete versione domani? Non ci cre-derete ma anche io ho fatto il classico e quando c’eraversione era una festa: NON SI STUDIA! NON SISTUDIA! NON SI STUDIA!

CAPRANI: Non è la quantità di bigliettini che deter-mina la qualità della terza prova.

ZAMPIERI: Sono stanca del sindacalismo di questaclasse!

Ulisse (Nessuno)