lasveglia (2011, n2)

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1 laSveglia laSveglia Opinioni Nuove Notizie Il Megafono Supplemento n°2 a Il Megafono di Ottobre 2010 a cura di Riccardo Corsetto [email protected] Quel Trony a Ponte Milvio che crea disagi di Riccardo Corsetto Roma - Un centro commerciale inau- gurato a maggio 2008 dal Sindaco Gianni Alemanno. Quaranta locali fra negozi, boutique, ristoranti e 80 banchi dello storico mercato rionale, spostato da Viale di Tor di Quinto, per far spazio all’attuale parcheggio a pa- gamento. L’obiettivo incrementare il commercio locale. Un progetto inte- ressante di riqualificazione del territo- rio, a costo zero per l’amministrazio- ne, partito bene ma finito male. A rovinare tutto un capriccio della leg- ge di Say e una cattiva promozione. Non basta sempre l’offerta a determi- nare la domanda. I commercianti, in quattro anni, di clienti ne hanno visti passare davvero pochi per via Riano. Così pochi da dover abbassare la saracinesca. Si punta allora su un locatario forte. Arriva Trony, un mar- chio appartenuto fino al ‘96 al Gruppo Rinascente, e rilanciato nel ‘97 come insegna leader in Italia nel commercio di prodotti elettrodomestici dai Gros- sisti Riuniti Elettrodomestici, una sigla fondata da otto imprenditori nel ‘72. Oggi GRE è controllata da 23 azioni- sti e conta circa 160 punti vendita in Italia e due in Albania. Uno dei marchi di settore più noti nel nostro paese. Trony paga un affitto sottocosto. Un affare, altro che che gli Iphone ven- duti al 50%. Giovedì 27 ottobre c’è stata l’inaugu- razione, con offerte promozionali che in tempi di crisi attirano 15 mila per- sone in un giorno. Traffico in tilt. Non solo nella zona, ma persino a dieci chilometri di distanza. Disagi enormi I soci della BCE, che controlla la politica monetaria europea, sono le Banche centrali dei paesi membri controllate da privati che immettono denaro in circolazione a debito della collettività. LA RICETTA ALLA CRISI Intervista a Lidia Bachis Pittura Sport pag. 7 pag. 3 L’addio a Sic pag. 2 Fiore (FN) : “Il debito non va pagato” per i cittadini, con persone che non sono riuscite a raggiungere il lavoro, e aule scolastiche semivuote. Danni per la collettività. E soprattutto mancanza di rispetto per chi vive e lavora. Il XX Gruppo di Polizia municipale, giorni interi al servizio di Trony, ma a libro paga del cittadino. Alessandro Febbraretti, amministrato- re unico di Trony Roma, ha diramato un comunicato di scuse. Un ramma- rico dal dolce gusto visti i 2 milioni e mezzo fatturati e i 9500 scontrini emessi dalle 9 alle 21. La colpa di questo esempio di pessima gestione urbanistica e commerciale non è però di Trony, beninteso, ma di chi ammi- nistra. Di chi dal 2008 fa proclami sul rilancio del piccolo commercio locale, e poi favorisce i grande distribuzione e i solito palazzinari. Secondo Alemanno il disagio “era im- prevedibile e megastore del genere continua a pag. 5 (...) Inserzione gratuita Inserzione gratuita Intervista a Chiara Colosimo pag. 4 Giovani e Politica www.loveangels.it pag. 6 Ancep: Noi custodi vessati per errore La Sveglia ha raccolto la denun- cia dell’ANCEP dell’Associazione Portieri Edifici Pubblici, che conta oltre 1600 iscritti tra persone in servizio e pensionati, tutti ancora residenti negli alloggi di servizio. continua a pag. 5 (...) pag. 2 Moneta di popolo! www.loveangels.it

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Secondo numero de La Sveglia, settimanale di cronaca e opinione curato da Riccardo Corsetto.

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Page 1: LaSveglia (2011, n2)

1laSveglia

laSvegliaOpinioni Nuove Notizie Il Megafono

Supplemento n°2 a Il Megafono di Ottobre 2010a cura di Riccardo Corsetto

[email protected]

Quel Trony a Ponte Milvio che crea disagidi Riccardo Corsetto Roma - Un centro commerciale inau-gurato a maggio 2008 dal Sindaco Gianni Alemanno. Quaranta locali fra negozi, boutique, ristoranti e 80 banchi dello storico mercato rionale, spostato da Viale di Tor di Quinto, per far spazio all’attuale parcheggio a pa-gamento. L’obiettivo incrementare il commercio locale. Un progetto inte-ressante di riqualificazione del territo-rio, a costo zero per l’amministrazio-ne, partito bene ma finito male.A rovinare tutto un capriccio della leg-ge di Say e una cattiva promozione.Non basta sempre l’offerta a determi-nare la domanda. I commercianti, in quattro anni, di clienti ne hanno visti passare davvero pochi per via Riano.Così pochi da dover abbassare la saracinesca. Si punta allora su un locatario forte. Arriva Trony, un mar-chio appartenuto fino al ‘96 al Gruppo Rinascente, e rilanciato nel ‘97 come insegna leader in Italia nel commercio di prodotti elettrodomestici dai Gros-sisti Riuniti Elettrodomestici, una sigla fondata da otto imprenditori nel ‘72. Oggi GRE è controllata da 23 azioni-sti e conta circa 160 punti vendita in Italia e due in Albania. Uno dei marchi di settore più noti nel nostro paese. Trony paga un affitto sottocosto. Un affare, altro che che gli Iphone ven-duti al 50%.Giovedì 27 ottobre c’è stata l’inaugu-razione, con offerte promozionali che in tempi di crisi attirano 15 mila per-sone in un giorno. Traffico in tilt. Non solo nella zona, ma persino a dieci chilometri di distanza. Disagi enormi

I soci della BCE, che controlla la politica monetaria europea, sono le Banche centrali dei paesi membri controllate da privati che immettono denaro in circolazione a debito della collettività.

LA RICETTA ALLA CRISI

Intervista a Lidia Bachis

Pittura Sport

►pag. 7►pag. 3

L’addio a Sic

►pag. 2

Fiore (FN) : “Il debito non va pagato”

per i cittadini, con persone che non sono riuscite a raggiungere il lavoro, e aule scolastiche semivuote. Danni per la collettività. E soprattutto mancanza di rispetto per chi vive e lavora. Il XX Gruppo di Polizia municipale, giorni interi al servizio di Trony, ma a libro paga del cittadino. Alessandro Febbraretti, amministrato-re unico di Trony Roma, ha diramato un comunicato di scuse. Un ramma-rico dal dolce gusto visti i 2 milioni e mezzo fatturati e i 9500 scontrini emessi dalle 9 alle 21. La colpa di questo esempio di pessima gestione urbanistica e commerciale non è però di Trony, beninteso, ma di chi ammi-nistra. Di chi dal 2008 fa proclami sul rilancio del piccolo commercio locale, e poi favorisce i grande distribuzione e i solito palazzinari.Secondo Alemanno il disagio “era im-prevedibile e megastore del genere

continua a pag. 5 (...)

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Intervista a Chiara Colosimo

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Giovani e Politica

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Ancep: Noi custodi vessati per errore

La Sveglia ha raccolto la denun-cia dell’ANCEP dell’Associazione Portieri Edifici Pubblici, che conta oltre 1600 iscritti tra persone in servizio e pensionati, tutti ancora residenti negli alloggi di servizio.

continua a pag. 5 (...)

►pag. 2

Moneta di popolo!

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Il SIMEC di AuritiGiacinto Auriti alla fine del Luglio 2000, in qualità di fondatore e se-gretario del Sindacato anti-usura, mise in circolazione i SIMEC (Sim-boli econometrici di valore indotto) di esclusiva proprietà del portato-re, come è esplicitamente stam-

pato sui biglietti. Scopo dell’esperimento della teoria del valore indotto, era quello di verificare che i cittadini possono per convenzione creare il valore della moneta locale senza intervento dello Stato né delle banche. Lo scopo era quello sostituire alla sovranità illegittima della Banca d’Italia, la proprietà della moneta, e consegnarla ai cittadini. L’esperimento sottolineò sul piano pratico il principio per il quale il valore della moneta è dato da chi l’accetta, ovvero dai cittadini, e non da chi la emette, ovvero le banche centrali. Que-sta affermazione vale ancora di più dopo il 15 agosto 1971, quando Richard Nixon, abolisce le riserve auree a Bretton Woods. Guardiagrele, a detta dei quotidiani di quel periodo, rivitalizzò il commercio e la critica economia loca-le, in comune che registrava il più alto indice per suicidi da insolvenza. Nel-la circostanza il professor Auriti rilasciò la seguente dichiarazione piuttosto lapidaria: «È come se avessimo messo del sangue in un corpo dissangua-to». L’esperimento configurava la moneta come strumento di diritto sociale avente contenuto patrimoniale, come detta l’art. 42 della Costituzione, che riconosce al popolo oltre alla sovranità politica, anche quella monetaria. Il progetto si dipanò in due fasi. La prima servì per consentire che il SIMEC conseguisse il valore “indotto”, legittimandolo come bene reale e di proprietà del portatore. La seconda fase consentì al Comune di beneficiare del servizio econometrico predisposto da Auriti, mediante un Assessorato per il Reddito di Cittadinanza, che ebbe il compito di promuovere, anche culturalmente, l’iniziativa, e di controllare la distribuzione dei SIMEC tra i cittadini. SS

Forza Nuova: ecco la ricetta contro il debitoCirca 1000 militanti e sostenitori di Forza Nuova hanno manifestato in piazza del Risorgimento alle ore 18 sulla crisi del sistema finanziario e sul debito pubblico. “Il debito pub-blico non va pagato” ha dichiarato il leader nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore. “Si tratta di un debito - ha proseguito l’esponente - creato in gran parte attraverso la truffa del Signoraggio, delle banche centra-li che battono moneta mettendola in circolazione a debito dei popoli. Dobbiamo seguire l’esempio degli islandesi, che nel 2008 hanno ri-fiutato di pagare il ‘buco’ delle loro banche.” Fiore ha sottolineato l’al-tro “punto essenziale e semplice del nostro programma, la moneta di popolo recuperando le teorie del giurista abruzzese Giacinto Auri-ti.” Sul palco hanno preso parola Nicola Cospito del Movimento Na-zionalpopolare, Valerio Arenare di Movimento Patria Nostra, il principe

Ruspoli Sforza, il giornalista Da-vid Gramiccioli di Radio Ies e il re-sponsabile romano di Forza Nuova Guido Saletnich. “Gli incidenti del 15 Ottobre - ha detto ancora fiore - hanno indotto il Ministero degli In-terni ed il Sindaco di Roma ad una serie di provvedimenti atti a restrin-gere gli spazi di manifestazione. “Maroni chiede fideiussioni e coper-ture bancarie per gli organizzatori delle manifestazioni, e nella sua logica potrà protestare solamente che avrà il supporto delle banche o grande solidità economica. Forza Nuova con le manifestazioni pro-grammate del 28 e 29 0ttobre ha voluto portare all’attenzione della opinione pubblica le sue posizioni sulla crisi sintetizzabili nei due as-siomi “Rifiutare di pagare il debito e lo Stato Italiano si arroghi il diritto all’emissione del denaro”. Secondo Fiore “non ci sono infatti cure eco-nomiche di alcun tipo ad eccezione delle due qui sopra formulate, le quali avrebbero il potere di ristabi-lire pace e giustizia sociale in breve tempo. S.S.

di Simone SalvatiL’enorme debito pubblico italiano, ar-rivato a Giugno 2011 a 1.901,919 mi-liardi di euro, preoccupa gli investitori. I numerosi declassamenti che il debi-to ha subito da parte delle agenzie di rating hanno fatto impennare i tassi di interesse, con picchi del 7% sui buoni del tesoro pluriennali. E a rimetterci sono l’intero Paese e coloro che quei titoli li hanno acqui-stati prima dei declassamenti. Contro questa crisi del sistema finanziario, Forza Nuova, movimento politico di destra, ha manifestato a Roma e Mi-lano, chiedendo l’azzeramento del debito pubblico, e la Moneta di popolo già teorizzata e sperimentata attra-verso il SIMEC dal giurista abruzzese Giacinto Auriti, scomparso nel 2003. Secondo Auriti, il signoraggio, e cioè l’emissione di valuta da parte delle banche centrali, in Europa la BCE, co-stituirebbe una vera e propria truffa. I cittadini infatti, sarebbero spogliati della sovranità popolare della moneta ricevendo a titolo di prestito ciò che in realtà spetterebbe di diritto. Sempre secondo il professore, già fondatore della Facoltà di Giurispru-denza a Teramo, il signoraggio ban-cario costituirebbe quindi un indebito esproprio di un bene, la moneta, che appartiene solo ai cittadini. La proposta di Roberto Fiore, è quella di azzerare il debito pubblico non pa-gando un onere costruito artificiosa-mente dal sistema bancario. Ciò che preoccupa gli analisti, oltre la mole del debito è la sua composizio-ne. Francia, Gran Bretagna e Germa-nia e altri investitori esteri ne deten-gono il 44%. Ciò comporta che le decisioni di politi-ca interna potrebbero essere influen-zate da questi grandi creditori e che tutte le misure si austerity imposte dal governo siano solo orientate al loro ri-sarcimento. Un debito pubblico così alto e di così scarsa qualità genera tassi di interes-se tali da frenare l’economia. Contrae la domanda e riduce la spesa pubblica. In altre parole, prolunga la crisi e affa-ma i cittadini.

Moneta di Popolo e azzeramento del debito

COME SI ESCE DALLA CRISI

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L’addio delcampione

MARCO SIMONCELLI

di Giorgio M.In una maledetta domenica di fine ot-tobre, di quelle che non vorresti mai ricordare, il destino ha vinto la sua scommessa con Marco Simoncelli e se l’è portato via con sé: ma lui, da vero guerriero quale era, ha osato sfidarlo fino all’ultimo, nel disperato tentativo di raddrizzare la sua moto e continuare a correre. E’ questa l’im-magine di “Super Sic” che ci piace ricordare, quella di un ragazzo di 24 anni che come tanti di noi è disposto ad aggrapparsi ai sogni pur di non farli scivolare via, perché è solo andando al massimo che si vive veramente.Marco voleva conquistare per la pri-ma volta il gradino più alto del podio in MotoGp, su quel circuito che tanto gli ha dato nel 2008, quando si laureò campione del mondo in 250 con la Gi-lera, e che tutto gli ha tolto alla curva 11 di quel drammatico secondo giro di gara, tempestivamente cancellata dopo il tragico incidente. Non si è mai tirato indietro, anche a costo di scivolare sulla ghiaia, al pun-to di meritarsi una riconferma da parte di una Honda decisa a rimettergli a di-sposizione una moto ufficiale accanto a quelle di Pedrosa e Stoner. Forse è stata proprio questa sua innata capar-bietà, quella forza d’animo tipicamen-

te romagnola, ad averlo portato così in alto, nell’olimpo del motociclismo mondiale, a gareggiare con i “grandi”: gli stessi “grandi” che giovedì erano lì, nella sua Coriano, a tributargli un ulti-mo commosso saluto. Insieme a loro - fuori dalla chiesa, sul circuito di Mi-sano e davanti alla televisione - sono stati in tanti a stringersi nell’abbraccio alla famiglia, alla fidanzata, ai suoi amici e a tutti i componenti del Team Honda Gresini. “Diobò quanti siete!”, avrebbe detto Super Sic.Inutile parlare di sicurezza, di gomme, di elettronica; inutile cercare spiega-zioni riguardo la dinamica dell’inci-dente, almeno in questa sede. Per-ché quello che conta, in episodi come questi, è solo il ricordo di uno di noi. “Uno di noi sognatori che, senza pietà e senza preavviso, se ne è andato”.

La carriera Sic era nato a Cattolica il 20 gen-naio del 1987. In sella già all’età di sette anni, a dodici si è laureato campione italiano di minimoto, per poi arrivare secondo, l’anno suc-cessivo, al campionato europeo. Nel 2002 si è laureato campione europeo nella classe 125cc. Aveva esordito nel Motomondiale duran-te il Gran Premio della Repubblica

Ceca, in sella ad un’Aprilia, dispu-tando poi per intera la stagione successiva e raggiungendo come miglior piazzamento il quarto posto nel Gp della Comunitat Valenciana. Nel 2004, con il team Rauch Bravo, è salito per la prima volta sul gradi-no più alto del podio a Jerez de la Frontera. Condizionato da problemi meccanici e cadute, Simoncelli ha chiuso la classifica all’undicesimo posto. Il 2006, col passaggio in clas-se 250cc, ha corso su Gilera, atti-rando l’attenzione di Aligi Deganello che dal 2007 al 2009 gli ha affidato un’Aprilia non ufficiale. E’ il 2008 l’anno della consacrazione, con la conquista del titolo sulla pista di Se-pang, con 281 punti. Nel 2010 era finalmente giunto sul palcoscenico più importante, quello che gli spetta-va: alla guida della Honda RC212V del team Gresini, aveva concluso la sua prima stagione in MotoGP al-l’ottavo posto; nel 2011, dopo aver ottenuto una Honda ufficiale, aveva ottenuto il suo miglior risultato nel Gp di Australia, piazzandosi al se-condo posto. A Sepang, la settima-na successiva, il triste incidente che ha coinvolto, oltre al pilota romagno-lo, il texano Colin Edwards e l’idolo e amico Valentino Rossi.

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“Bisogna eliminare il gap tra i giovani e il lavoro”REGIONE LAZIO, INTERVISTA A CHIARA COLOSIMO

di Giorgio MazzoliCultura, lavoro, giovani: a tu per tu con Chiara Colo-simo, membro del Consiglio regionale del Lazio e presi-dente regionale di Giova-ne Italia: una panoramica sulle sfide presenti e future da affrontare per rilanciare l’immagine e il valore della politica, soprattutto tra i gio-vani.Consigliera Colosimo, quella che al Teatro Valle doveva essere una breve parentesi di protesta per i tagli ai fondi destinati alla cultura, si è invece trasformata in un’occu-pazione permanente che dura ormai da ben quattro mesi. Qual è il suo punto di vista e quali sono i pro-getti in corso per la valo-rizzazione del ricco pa-trimonio culturale di cui disponiamo sul nostro territorio?“Il patrimonio culturale delle città laziali rappresenta una ricchezza da non trascura-re, anzi da valorizzare. La situazione è sicuramente difficile, visto il grave mo-mento di crisi economica, ma sono convinta che sia necessario, sempre se-guendo la logica dell’elimi-nazione degli sprechi, valo-rizzare la cultura, in quanto necessaria per formare l’identità locale e nazionale. Nel caso specifico del “Tea-tro Valle” vorrei sottolinea-re che l’amministrazione di Roma Capitale è scesa in campo con proposte e progetti, prima fra tutte la delibera dell’assessore Ga-sperini, nella quale viene proposto il trasferimento del Teatro Valle dal Mibac all’Amministrazione Capi-tolina, garantendo l’impe-gno di quest’ultima a favore della storica sala della città. Inoltre da evidenziare è an-che la proposta dell’istitu-zione della ‘Casa dei Teatri

e della Drammaturgia’, che rappresenterebbe un nuovo e virtuoso sistema per valo-rizzare il patrimonio teatrale romano e nazionale, che ha come propria eccellenza la “Commedia dell’Arte”. Ma mentre Roma Capitale sta tentando di trovare delle risposte concrete per il Tea-tro Valle in maniera legale e istituzionale, troviamo un gruppo di persone, suppor-tate dai cosiddetti ‘radical chic’ della cultura italiana, che invece di avanzare proposte costruttive pre-feriscono occupare uno stabile che appartiene al bene comune, e scegliere ostinatamente di non acco-gliere nessun’altra propo-sta, dimostrando nei fatti un interesse strumentale e un atteggiamento arrogante”. E’ ancora possibile, in tempi di grave crisi eco-nomica, sostenere le ini-ziative culturali?“Sono convinta che nono-stante la crisi economica, le iniziative culturali debbano essere sostenute dagli enti pubblici, in primis dagli enti locali. Un’amministrazio-ne virtuosa deve essere in grado di avviare una poli-tica che riesca a eliminare gli eccessi e gli esuberi, puntando alla valorizzazio-ne degli spazi culturali già esistenti e funzionanti di cui dispone. La nostra Regione in particolare ha l’onere e l’onore di ospitare un patri-monio artistico e culturale millenario, che è stato man-tenuto e valorizzato dalle generazioni che ci hanno preceduto, ed è fondamen-tale per noi raccogliere il testimone per le genera-zioni che verranno. L’im-pegno è significativamente più arduo, vista la recente e drammatica situazione economica: tuttavia questa è una sfida dalla quale non possiamo tirarci indietro. Mi

auguro che non dovremo più assistere ad avveni-menti analoghi a quelli di Pompei”. Quando si parla di crisi, è inevitabile fare riferimen-to ai livelli dell’occupa-zione, specialmente quel-la giovanile. Quali sono le proposte e le iniziative politiche per far fronte a questa nuova frenata del mercato del lavoro?“Il tasso di disoccupazione giovanile del nostro Paese e della nostra Regione cre-sce in maniera esponenzia-le, a causa soprattutto della crisi finanziaria, ma anche e soprattutto per colpa di tutti coloro che negli anni passati hanno governato, pensando al proprio futuro senza preoccuparsi di quel-lo dei loro figli. Ci ritroviamo per la prima volta davanti ad una generazione che è più sfortunata di quella che l’ha preceduta. Quale risposta dare? Sono convinta che i fatti di questi giorni aprano una grande parentesi di ri-flessione. La risposta per uscire dalla crisi, non può essere un’indignazione che mira a dividere il popolo e a ripristinare un’anacronistica lotta di classe, la risposta si trova solo nella solidarietà, nel lavoro di una comunità

che si aiuta e che insieme esce da questa crisi. La po-litica gioca un ruolo fonda-mentale, innanzitutto per-ché in questa situazione è l’unica che può governare i processi economici, ripristi-nando i valori naturali. Sulla scia dei possibili percorsi per eliminare il gap tra i gio-vani e il mondo del lavoro si muove la mia proposta di istituire degli sportelli di placement, che vedranno la Regione Lazio principa-le protagonista del colle-gamento tra università e mondo del lavoro, unendo i bisogni di quest’ultimo ai talenti e alle passioni degli studenti. Ricordo inoltre il pacchetto “Diritto al futuro” del ministro Meloni, che dona degli incentivi ai gio-vani professionisti, e a co-loro che puntano sul loro ta-lento, e alle giovani coppie”.Sempre in tema di politiche giovanili, quanto destina la Regione alla formazione?“Le iniziative che la Re-gione Lazio ha attivato in tema di politiche giovanili e in particolare di politiche studentesche, partono dal presupposto che la scuola e l’università devono avere un ruolo attivo nella forma-zione umana e culturale e soprattutto professionale

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andrebbero ubicati in periferia.” Una dichiarazione da cittadino qualunque più che da primo cittadino.La domanda spontanea è questa: chi se non l’amministrazione autorizza dove va posizionato un megastore? Sembra che Alemanno si stia impe-gnando a perdere voti nel XX Muni-cipio, quello che più di tutti gli aveva dato fiducia. Intanto la preoccupazio-ne dei residenti di via Riano e Ponte Milvio monta, in un’area già sottopo-sta a non pochi disagi, con problemi di quiete e mobilità dovuti all’espan-sione della movida. Adesso bisognerà fare i conti col più grande Trony d’Italia - 5mila metri quadri, con 60 commessi, una deci-na di casse, e un indotto stimato di mezzo milione di clienti all’anno - si-tuato però in una delle vie più piccole e strette del Municipio, in un imbuto a pochi metri dalla Torretta Valadier, dove non ci sono abbastanza par-cheggi. Una struttura del genere, ci fa sapere un esperto di urbanistica, dovrebbe predisporre 500 posti auto dedicati al cliente. Il parcheggio sot-terraneo a via Riano ne ha nemmeno la metà. L’amministrazione ha ripristi-nato anche il doppio senso di marcia di una strada scomoda e già con-gestionata. I residenti temono che i tranquilli week and di Ponte Milvio, tra gelato e aperitivo, vengano com-promessi dalla presenza di questo gigante che porterà certo tanto con-sumismo ma poca qualità della vita. [email protected]

(...) segue dalla prima della nostra generazione. Le delibere approvate prevedono delle erogazio-ni per assegni di studio a favore degli studenti meno abbienti, e allo stesso tempo meritevoli, cioè per coloro che hanno una media almeno dell’otto. Per questa iniziativa che ripristina i criteri della meritocrazia e della so-lidarietà, sono stati messi in campo circa 22 milioni di euro e altri due mi-lioni saranno destinati alle ‘Sezioni Primavera’ (bambini dai 2 ai 3 anni). Inoltre in questo circuito virtuoso, si inseriscono altri due milioni assegnati ai Comuni per istituire nuove sezioni di scuola dell’infanzia, 600 mila euro per l’acquisto di scuolabus ecologici e 300.000 euro per gli interventi vol-ti ad affrontare i bisogni formativi e l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Sono convinta che il lavoro sia ancora tanto, ma le inizia-tive dimostrano la buona volontà e il concreto impegno della nostra ammi-nistrazione.”Chiara, Lei è uno dei nuovi volti del Pdl in Regione e i risultati del suo operato sono la dimostrazione del ruolo chiave che i giovani, con la freschezza delle loro idee e la vo-glia di cambiamento, possono ave-re nell’amministrazione della cosa pubblica. Eppure - si pensi alla violenza di piazza a Roma - sono proprio i giovani i più scoraggiati e diffidenti verso la politica. Come se lo spiega?

“Si usano i ringraziamenti nelle rispo-ste? Battute a parte, se sono riuscita in questo breve arco di tempo a dimo-strare che un giovane in politica è un valore aggiunto, anche e soprattutto per un grosso partito come il Popolo della Libertà, ne sono molto conten-ta, non fosse altro perché era uno dei miei obiettivi. Quando sono entrata in Regione, ventitreenne, ho incontrato molti sguardi diffidenti, ma anche al-trettanti occhi fiduciosi: ancora oggi spesso mi si considera una ragazzi-na, una ragazzina però che è meglio non fare arrabbiare e che non scende a compromessi. I miei no e le mie urla in questo anno e mezzo sono venuti proprio per la mia generazione, quella generazione che negli ormai tristemente noti scontri di San Giovanni ha mostrato il suo volto peggiore. Non è l’indignazione a risolvere i pro-blemi, non è l’indignazione a dare ri-sposte ai precari, alle ragazze madri, ai disoccupati. Se poi sfocia in teppi-smo, l’indignazione è solo un danno, anche economico, e ancora l’indigna-zione da sola non basta. Ci vuole sdegno e coraggio, o meglio rabbia e amore. La rabbia che dia la spinta giusta per entrare nei meccani-smi e cambiarli; l’amore per il proprio popolo che guidi le scelte dei grandi cambiamenti che in questo caso, po-trebbero portare una bella “rivoluzio-ne dolce” di giovani.

“La società GERIT - denuncia il presi-dente ANCEP, Giuseppe Polimeni - tramite l’ufficio delle entrate del Co-mune di Roma, chiede a circa 400 custodi il pagamento della TARSU (Tassa sui riufiuti solidi urbani, ndr) per un importo pari a 6 mila euro pro-capite.”“Non sappiamo perché dovremmo pagare noi questa tassa, la GERIT non sa rispondere alle nostre doman-de, però provvede al sequestro di case, terreni, automobili, ignorando la delibera che stabilisce l’esenzione dalla TARSU per i dipendenti con al-loggio di servizio.“I nostri dipendendi - ha denunciato Polimeni al nostro giornale - hanno tutti la documentazione necessaria per l’esenzione, e malgrado ciò la tas-sa sui rifiuti viene pagata comunque dal conduttore, preside, direttore, in-somma dal dirigente pubblico.La dirigenza dell’AMA ci ha assicu-rato che con documenti in regola, noi

custodi siamo esenti dalla TARSU, eppure oltre 400 colleghi continuano ad essere vessati ingiustamente. “Ab-biamo scritto al sindaco Gianni Ale-manno, ma non abbiamo ottenuto an-cora risposta - racconta Polimeni. La vicenda va avanti dal 2001. Nel 2006 il Comune ha deliberato l’esenzione dal pagamento della tassa sui rifiuti per questo tipo di dipendenti pubblici, e l’Ama ha addirittura rimborsato al-cuni portieri in pensione vessati ingi-ustamente. Ad oggi, nonostante alcuni casi di sanatoria, in cui l’AMA stessa ha ri-conosciuto l’errore, molti dipendenti, in servizio e fuori, sono inseguiti da avvisi di pignoramento e solleciti per qualche migliaio di euro. Si tratta per lo più di anziani, nullatenenti, che vi-vono in appartamenti di servizio. “Non spetta a noi pagare - sottolinea Poli-meni. “Già i direttori d’Istituto pagano la tassa sui rifiuti. Pretenderla dai portieri in servizi, significa prelevare

due volte la stessa tassa.Già nel 2004 i portieri romani avevano organizzato una protesta in Campido-glio sulla questione. I portieri degli stabili comunali sareb-bero stati costretti a pagare la Tarsu, la tassa sui rifiuti a seguito di una car-tella tributaria che addebita loro, in molti casi, arretrati fino a cinque anni. Senza contare che la cetegoria è ob-bligata a lasciare l’alloggio nel mo-mento in cui si va in pensione e senza che venga assicurata una valida alter-nativa. Ma la delibera comunale 4277 del 1997 stabilisce che i portieri deb-bano pagare soltanto il consumo di luce, acqua e gas. Pertanto non dovrebbe spettare a loro corrispondere il pagamento della Tar-su, arrivata, in molti casi, con ben 5 anni di arretrato.

(...) segue dalla prima

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di Augusto D’Amante Monica Vitti ha compiuto 80 anni il 3 novembre scorso. Il cinema italiano ha reso omaggio a una delle attrici più brillanti e complete del nostro paese, in occasione della Festa del Cinema di Roma, con una serie di iniziative. La prima è la mostra fo-tografica che racconta i quarant’an-ni di carriera dell’attrice romana: cu-rata da Anna De Marchi e Antonella Felicioni e realizzata con immagini dell’Archivio Fotografico della Ci-neteca Nazionale del Centro Spe-rimentale di Cinematografia e di Cinecittà Luce, la mostra è stata al-lestita nel foyer della Sala Sinopoli all’Auditorium Parco della Musica per tutta la durata del Festival (dal 26 ottobre al 4 novembre).Il 3 novembre, giorno del complean-no, sono stati proiettati, invece, due film: “Dramma della gelosia - tut-ti i particolari in cronaca” di Ettore Scola e “Scandalo Segreto”, ultimo lavoro della Vitti in cui oltre ad esse-rene l’interprete ne è anche regista e sceneggiatrice. Dopo le proiezio-ni, infine, è stato presentato il libro “Dolce Vitti”, un omaggio alla carrie-ra dell’attrice, al secolo Maria Luisa Ceciarelli.Consacrata nel 1960 a stella na-scente del cinema italiano con il film “L’avventura” di Michelangelo Antonioni, Monica Vitti è stata il vol-to dell’Italia che cambia durante il boom economico. In contrasto con le forme provocanti delle sue colle-ghe, la Vitti è portatrice di linearità, come ad indicare il passaggio da un’Italia contadina legata al ciclo della natura, all’Italia dell’industria, che allunga lo sguardo al futuro.Sarà poi Monicelli a consacrarla come “mattatrice” della commedia italiana grazie a “La ragazza con la pistola” del 1968. Una carriera fat-ta di incontri importanti: Antonioni, Monicelli, Scola, Risi e Comencini. E come non dimenticare l’incontro che più ha fatto ridere gli italiani, quello con il grande Alberto Sordi, suo compagno in molte pellicole. Il suo ultimo intervento in pubblico risale al 13 febbraio 2011, quando, in occasione della manifestazione “Se non ora quando?” ha affidato all’attrice Angela Finocchiaro un suo messaggio dedicato alle donne: “Le donne mi hanno sempre sorpresa: sono forti, hanno la speranza nel cuore e nell’avvenire”.

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CINEMA

Gli 80 anni di Monica Vitti

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di Elisa Josefina FattoriMortalità del corpo ed immortalità del-l’anima, questi i temi attorno ai quali ruota la mostra “Fragile” di Lidia Ba-chis, ospitata nella sede del Centro Conferenze della Commissione Euro-pea di Lussemburgo dal 20 Ottobre al 18 Novembre 2011. Lidia Bachis, pre-sente con una sua opera – Edith Stein 2010, olio su tela, cm40x30 – nella collezione dell’Unione Europea a Bru-xelles, è stata tra gli artisti invitati alla Biennale di Venezia 2011.

Perché hai scelto la figura del poe-ta, il volto di poeti e poetesse, per questo studio sulla figura mortale?“La mia ricerca si basa prevalentemen-te sull’archiviazione e la catalogazione di personaggi attraverso il loro ritratto: da miti come Twiggy ad icone come Virginia Woolf, Edith Stein, Francis Bacon, Giorgia O’Kleeffe e Sylvia Pla-th…persone che considero la “mia bi-blioteca”. Il filo conduttore che unisce i volti che ritraggo è sempre diverso. In “My Family” ho volutamente accosta-to reale e surreale: personaggi a me cari che hanno segnato la mia forma-zione – come Carver, Kristeva e Weill – a personaggi dei cartoni animati, come Goldrke, Lupin e l’Uomo Tigre. Non saprei dire se sia stata più forte l’influenza di Edgar Allan Poe o quella di Carletto. Per la mostra “Women as Philosopher” il collante è stato la filo-sofia e la psicoanalisi, con incursioni nella follia. Nella “Musa Assetata” ho ritratto scrittori scomparsi a causa del-l’abuso d’alcool. Per “Fragile” il trait d’union è stata la poesia. La forza del-la poesia. L’immortalità della poesia. La fragilità della poesia.”Perché hai intitolato la mostra “FRAGILE”?“Il significato della parola “fragile” è identico sia in italiano che in inglese, che in francese. E’un chiaro riferimen-to alla fragilità della nostra esistenza, alla fragilità del corpo esposto a ma-lattie ed incidenti, al suo ritorno alla polvere. Ma anche alla fragilità della nostra mente, assoggettata a pillole e medicine…specifiche per ogni neces-sità! Fa riferimento alla fragilità della memoria, storica e personale. A que-sta fragilità contemporanea – storica ed esistenziale – i poeti da me “se-lezionati” fanno da contraltare: sono persone straordinarie, icone immortali e possibili guide. Persone da cui trarre esempio per non cedere alla tentazio-ne d’un facile “pessimismo cosmico”,

per non incappare in vertigini nichili-stiche. Così, in un tempo dove tutto può ap-parire fragile e perduto, esiste ancora l’energia e la voglia di continuare a combattere: esiste una forza creatri-ce. Fragile è anche il supporto da me scelto: la carta.”Per te che cosa rappresenta la mor-te?“Un’esperienza non condivisibile. Un fatto assolutamente privato.”Come interpreti la dicotomia Cor-po/Spirito?“In questi ultimi anni sicuramente il corpo, in particolare il corpo femmini-le, è stato oggetto di grandi attenzioni. E’stato usato, abusato e trasformato per diventare stereotipo. Personal-mente credo – però – che il corpo e lo

spirito non siano due entità separabili: mi viene difficile credere che, mentre il corpo fa qualcosa, la nostra anima non ne venga toccata o non si “modi-fichi”. Il corpo è la sede naturale delle nostre esperienze. Prima arriva il corpo: poi la mente ela-bora, registra, memorizza e nascon-de.”La tua religione, il tuo credo, influi-sce sulla tua ricerca artistica?“La mia ricerca artistica viene influen-zata dalla letteratura, dal cinema, dal-la storia dell’arte – anche contempora-nea – ma anche dalla vita quotidiana che si svolge al fuori del mio studio. Quindi non viene condizionata da un credo religioso, ma dalla filosofia e dalla storia.”

Dopo la Biennale la pittrice espone presso l’Ue raffigurando i poetiIntervista a Lidia Bachis

PITTURA

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