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Le certificazioni nel settore alimentare Una panoramica Manlio Della Ciana AUSL della Romagna – Ravenna Rimini, 6 maggio 2015

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Le certificazioni nel settore alimentare

Una panoramicaManlio Della Ciana

AUSL della Romagna – Ravenna

Rimini, 6 maggio 2015

Nel regolamento CE 882/04 troviamo una definizione di «certificazione ufficiale » , intesa come

“la procedura per cui l’autorità competente o gli organismi di controllo autorizzati ad agire in tale qualità rilasciano un’assicurazione scritta, elettronica o equivalente relativa alla conformità.”

Nel senso più ampio la certificazione può essere definito come un atto con ilquale una terza parte indipendente dalle parti interessate attesta, con sufficiente livello di fiducia, che un determinato prodotto, servizio o processo è conforme ad una data norma tecnica.

Certificazioni, attestazioni, dichiarazioni di conformità….

NON SONO SINONIMI

È sinonimo di marchio e viene definita come l’atto mediante il quale una terza parte indipendente (Ente di certificazione) dichiara che, con ragionevole attendibilità, un determinato prodotto, processo, servizio èconforme ad una specifica norma o ad altro documento normativo.

Certificazione di prodotto

Corrisponde alla marcatura CE ed è l’atto mediante il quale un Organismo notificato dichiara che, con ragionevole attendibilità, un determinato prodotto, processo o servizio è conforme ad una specifica direttiva comunitaria. Anche in questo caso il logo CE viene apposto dal fabbricante del prodotto e non dal certificatore. Il certificatore deve essere notificato al Ministero dell’Industria.

Attestazione CE di conformità

Come la precedente, con la differenza che la conformità autodichiarata dal fornitore è ad una Direttiva CE. In questo caso il logo CE viene apposto dal fornitore e non da un Ente accreditato

Dichiarazione CE di conformità

È la dichiarazione di un fornitore, sotto la sua responsabilità che un prodotto, processo o servizio è conforme ad una specifica norma o documento normativo. In altri termini è una autodichiarazione del produttore che si assume la responsabilità verso il cliente di una conformità. È escluso quindi che sia rilasciato da un Ente terzo indipendente ed il controllo eventuale è demandato allo Stato: per questo motivo non può essere accettata ai fini dell’emissione dei certificati sanitari

Dichiarazione di conformità

È sinonimo di rapporto di prova ed è l’atto mediante il quale una terza parte indipendente testimonia che un determinato campione sottoposto a prova è conforme ad una specifica norma o ad altro documento normativo.

Attestato di conformità(o rapporto di prova)

Nella certificazione ufficiale la certificazione rappresenta la garanzia rispetto alla norma per i controllori ufficiali destinatari dei controlli: in altre parole le certificazioni servono attestare che un dato prodotto è stato ottenuto in regime di equivalenza

«equivalenza»: la capacità di sistemi o misure diversi di raggiungere gli stessi obiettivi; «equivalente» indica sistemi o misure diversi atti a raggiungere gli stessi obiettivi;

Le certificazioni sono quindi un modo di comunicazione utilizzato per illustrare i requisiti a cui si sottopongono le aziende per produrre un

determinato prodotto

E’ importante che le stesse certificazioni obbediscano a criteri di standardizzazione e quindi siano rilasciate secondo modalità predefinite e trasparenti.

La certificazione è essa stessa un “prodotto” e deve soddisfare criteri di qualitàcome un qualsiasi altro prodotto o servizio.

Gli Enti certificatori sono gli organismi preposti alla verifica della corretta applicazione delle norme

Nel settore agroalimentare esistono diversi tipi di certificazione rilasciati da diversi enti di certificazione, ma la loro diffusione ha coinciso con l’assimilazione da parte dei produttori del concetto di QUALITA’.

Nel 2010 la Commissione europea ha stilato una list a delle certificazioni riconosciute a livello europeo ed internazionale: o ltre 424, per le quali l’ Italia era, con 52, seconda solo alla Germania.

Ad oggi in Italia si contano 271 certificazioni di qualità a prodotti italiani agroalimentari registrati presso la comunità europea

Per una classificazione delle certificazioni•Certificazioni di prodotto

•Certificazioni di processo (e di sistema)

•Certificazioni cogenti

•Certificazioni volontarie

•di prodotto regolamentate

•di prodotto non regolamentate

Certificazioni di prodotto

È lo strumento per garantire che un determinato prodotto è conforme a quanto specificato e dichiarato dal produttore

La certificazione di prodotto attesta che un prodotto (o Servizio) risponde ai requisiti prefissati e descritti in una norma di riferimento e spesso permette di apporre sul prodotto un marchio di conformità che include il logo dell’organismo di certificazione.

Sono certificabili qualità del prodotto atte a qualificarlo rispetto ad altri, come la sua tipicità, la sua provenienza, le sue qualità microbiologiche, nutrizionali o ancora il suo positivo impatto ambientale , come l’assenza di OGM o la riduzione/assenza di sostanze chimiche, ecc.

Nel mondo delle certificazioni volontarie a fronte del riconoscimento della piena compliance agli standard di riferimento il produttor e o il prodotto possono riportare il marchio attestante la conformità; in a nalogia nel mondo delle certificazioni cogenti, ad esempio, i produttori e i prodotti di o.a. possono

riportare la loro conformità attraverso l’esposizion e del marchio (bollo sanitario)

DOP - Denominazione di Origine Protetta, è un marchio di tutela che l'Unione Europea ha rilasciato per tutti quegli alimenti le cui caratteristiche qualitative sono

influenzate dal territorio in cui sono prodotti

IGP - Indicazione Geografica Protetta è un marchio di origine attribuito dall'Unione Europea per i prodotti agricoli e alimentari, le cui qualità e

caratteristiche dipendono dall'origine geografica.

STG - Specialità Tradizionale Garantita, è un marchio di origine che l'Unione Europea ha creato per tutelare quelle produzioni le cui caratteristiche sono date

dalla composizione o dal metodo di produzione. .

Certificazioni di processo (e di sistema)

Queste certificazioni all’opposto delle precedenti hanno un approccio indiretto, perché assicurano la capacità di una organizzazione nel gestire la produzione in modo da soddisfare le esigenze del cliente; ad esempio sono certificazioni di processo quelle che garantiscano l’applicazione del sistema HACCP o dei sistemi di rintracciabilità.

Sui requisiti di processoRelativamente ai requisiti di processo, quali ad esempio la pastorizzazione, il trattamenti UHT o la Sterilizzazione, è possibile certificarli quando riferiti a norme riconosciute a livello internazionale, e quindi citati con la generica dizione di alimento “pastorizzato”, “sterilizzato”, sottoposto a trattamento termico “UHT”, mentre nel caso siano citati dei parametri numerici che definiscono il processo, questi sono declinati nel regolamento CE 2074/2005 solamente per il latte e derivati, mentre per parametri diversamente definiti deve essere acquisita la certificazione dall’ AC che vigila sullo stabilimento in cui viene effettuato il processo da certificare.

Ad esempioLa pastorizzazione è ottenuta mediante un trattamento comportante:i) una temperatura elevata durante un breve periodo (almeno 72°C per 15 secondi);ii) una temperatura moderata durante un lungo periodo (almeno 63°C per 30 minuti);oiii) ogni altra combinazione tempo-temperatura che permetta di ottenere un effetto equivalente,di modo che i prodotti diano, se del caso, una reazione negativa al test di fosfatasi alcalina immediatamente dopo aver subito tale trattamento.

Certificazioni cogenti e volontarie

Vi sono delle certificazioni dette cogenti perché devono necessariamente essere acquisite dalle aziende per poter operare, come ad esempio quelle relative al rispetto del sistema HACCP nell’ambito delle regolamentazioni sanitarie europee e che consentono ad esempio l’apporto del marchio CE sul prodotto. Per queste certificazioni l’ Ente certificatore e deputato al controllo èl’Ente pubblico.

La presenza del marchio CE sul prodotto significa che un Ente pubblico attesta che quel prodotto si attiene alle specifiche illustrate nelle direttive di riferimento

Le certificazioni volontarie sono attestati a cui le aziende si sottopongono volontariamente, non indispensabili per legge. Fanno parte di questa tipologia di certificazione i disciplinari tecnici di prodotto e le certificazioni regolamentate.

I prodotti che usufruiscono di tali certificazioni volontarie riportano il marchio dell’ente certificatore, che pertanto è responsabile di verificare il rispetto dei requisiti fissati per l’ottenimento di tale certificazione.

La scelta dei requisiti certificabili serve a differenziare un prodotto analogo per caratteristiche peculiari e significative, basandosi su parametri oggettivi e possibilmente verificati con prove analitiche: ad esempio l’assenza di lattosio o glutine, origine della materia prima.

?

Le certificazioni volontarie possono quindi essere regolamentate oppure Non regolamentate : le prime sono quelle facoltative, ma che fanno riferimento a requisiti cogenti emessi da enti pubblici: per queste certificazioni l’ ente emittente è autorizzato dall’ Autorità competente.

Rientrano tra le certificazioni volontarie regolamentate le denominazioni d’origine (DOP. IGP. STG) o quelle attestanti informazioni supplementari per la salute dei consumatori, come le certificazione dei prodotti privi di glutine, o, ancora, le certificazioni BIO.

Nel caso delle certificazioni volontarie NON regolamentate , sono anch’esse facoltative, ma non sono disciplinate da enti pubblici. Si tratta di certificazioni rilasciate da organismi di certificazione di parte terza,che si riferiscono a protocolli di produzione elaborati e condivisi tra le parti. Di norma vengono adottate qualora l’OSA pensi sia necessario comunicare al cliente la superioritàdel proprio prodotto rispetto alla concorrenza per un determinato requisito.

Scopo delle certificazioni

È quello di valorizzare una qualità:

•Qualità igienico sanitaria

•Qualità organolettica

•Qualità nutrizionale

•Qualità etica-ambientale

•Qualità tecnologica

Essere certificati da un Ente Pubblico e da un Ente Privato

La principale differenza tra l’essere certificati da ente Pubblico ed Ente Privato

risiede nei controlli effettuati per il rispetto dei

requisiti prefissati: rispettivamente da figure professionali pubbliche o

da professionisti che lavorano per conto delle società che promulgano

l’attestato.

L’apposizione del marchio rilasciato dall’ente

verificatore differenzia le certificazioni volontarie da

quelle cogenti.

Organismi di accreditamento nazionaliChi sono i certificatori dei certificatori?

ACCREDIA – Ente Italiano di Accreditamento – è l’unico organismo nazionale autorizzato dallo Stato a svolgere attività di accreditamento.

E’ l'unico ente riconosciuto in Italia ad attestare che gli organismi di certificazione ed ispezione, i laboratori di prova, anche per la sicurezza alimentare, e quelli di taratura abbiano le competenze per valutare la conformità dei prodotti, dei processi e dei sistemi agli standard di riferimento.

ACCREDIA opera sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economicoe svolge un servizio di pubblica autorità, in quanto l'accreditamento è un servizio svolto nell'interesse pubblico ed un efficace strumento di qualificazionedei prodotti e servizi che circolano su tutti i mercati.

LAVORA PER per assicurare il valoree la credibilità delle certificazioni,

ispezioni, prove e tarature.

Nella mondo della Sanità Pubblica

Possono esistere organismi di controllo delegati dall’ Autorità di controllo, accreditati secondo la norma En 45004, mentre il proprio personale deve operare similmente ed è soggetto a verifica da parte dell’ Autorità di controllo a tutti i livelli: Europeo e di singolo Stato (riferimento è il Regolamento 882/2004)

Certificazioni e marchi (alcuni esempi) volontarie, regolamentate e non.

italy kosher union

italy kosher unionsi (IKU o K)standard volontario

di prodotto NON regolamentataKosher

HalHal ITALY

HIA (opera sotto CO.RE.IS.)si (HALAL)standard volontario

di prodotto NON regolamentataHalhal

CSQACSQACSQAnostandard volontario (DTP 042)

di prodotto NON regolamentata

Mangini privi di proteine e grassi aggiunti

Enti accreditati da ACCREDIA

Unione Europeasi (STG)regolamento CE n. 509/2006

di prodotto regolamentata

STG (SpecialitàTradizionale Garantita)

Enti accreditati da ACCREDIA

Unione Europeasi (IGP)regolamento CE 510/06

di prodotto regolamentata

IGP (Indicazione Geografica protetta)

Enti accreditati da ACCREDIA

Unione Europeasi (DOP)regolamento CE 510/06

di prodotto regolamentata

DOP (Denominazione di Origine protetta)

Ist. Per la tutela dei produttori ItalianiITIPI

si (100%Made in Italy) L 166/2009

di prodotto regolamentataMade in Italy/100% Italy

ICEAdemetersi (demeter)Reg. CE 834/07di prodotto regolamentata

da agricoltura biodinamica

Enti accreditati da ACCREDIAsi (BIO)

regolamentazione comunitaria

di prodotto regolamentatabiologico

Enti accreditati da ACCREDIAsi (noOGM)

regolamentazione comunitaria

di prodotto regolamentatano OGM

AIC direttamente

AssociazioneItaliani Celiacisi (spiga barrata)

L. 4 luglio 2005, n. 123 e reg. CE 609/13 e 828/14 e al.

di prodotto regolamentata

SENZA GLUTINE/gluten free

chi lo rilasciaproprietario marchio

prevede marchio su prodottostandard tecnicoclassificazioneTipo di certificato

Garanzia di filieraKosher

Garanzia di filieraHalhal

Garanzia di filiera

Mangini privi di proteine e grassi aggiunti

NO Garanzia di filiera

STG (SpecialitàTradizionale Garantita)

NO Garanzia di filiera

IGP (Indicazione Geografica protetta)

Garanzia di filiera

DOP (Denominazione di Origine protetta)

NO Garanzia di filieraMade in Italy/100% Italy

Garanzia di filiera

da agricoltura biodinamica

Garanzia di filierabiologico

Garanzia di filierano OGM

Garanzia di filiera

SENZA GLUTINE/gluten free

Per queste certificazioni il concetto di filiera non sempre viene inteso pienamente, ma può essere legato anche solo alla zona di produzione e non all’origine delle materie prime: vanno verificati i disciplinari di produzione.

Certificazioni e Attestati per esportare in PPTT

ASL attraverso SIAN/SVET

Salvo istruzioni particolari (es. Russia) viene rilasciato se, e solo se, le condizioni del certificato sanitario vanno al di là della legislazione nazionale o comunitaria, e quindi è necessario, come previsto dalle norme generali per la certificazione, che il veterinario ufficiale si basi su certificati rilasciati da altri veterinari ufficiali.

di prodotto regolamentata

PRE-certificatosanitario

Settore fitosanitario regionale

Richiesto per prodotti di origine agricola per evitare il propagarsi di organismi nocivi ai vegetali e prodotti loro derivati

Procedure del paese importatore

Di prodotto regolamentata

Certificato fitosanitario

Controllo Ufficiale/ Autorità

E’ un documento che non ha validità ufficiale, nel senso che non ènegoziato, e più spesso legato alla pratica degli operatori. Può riguardare la libera vendita di un prodotto o altre caratteristiche della produzione/prodotto

di prodotto/di processo

Certificato “a titolo di informazione”(To whom concern)

Camera di Commercio

Attesta che la merce esportata ha libera circolazione in Italia ed eventualmente negli altri paesi della UE ed è conforme alla normativa vigente in materia di sanità e sicurezza

Richiesta da alcuni PPTT

di prodotto regolamentata

Attestato di libera vendita

ASL attraverso SIAN/SVET

Lo Stato importatore può richiedere un certificato che garantisca le condizioni igienico-sanitarie degli alimenti ritenuti maggiormente soggetti a rischi sanitari (vedi Norme internazionali di OIE e WTO (Sanitary and Phytosanitary Measures),

Norme dovute ad accordi bilaterali o imposte da PPTT

di prodotto negoziato/non negoziatoCertificato Sanitario

Operatore sett/Vet.Uff.

documento per la dichiarazione ed il controllo veterinario degli animali che provengono dai paesi terzi e sono introdotti nella Comunità

Reg. CE 136/2004 e reg. CE 282/2004

Di prodotto regolamentato

DVCE (Documento Veterinario Comune di Entrata)

dogana

Richiesto dall’esportatore alla dogana attesta l’origine comunitaria delle merci esportate in PPTT in via definitiva. EUR! Può esseresostituito da una semplice dichiarazione su fattura per valori <6000 euro oper ditte con status AEO (Operatore Economico Autorizzato)

Accordi bilaterali PPT per l’applicazione di regimi tariffari preferenziali

di prodotto regolamentata

Certificato EUR1

Camera di Commercio

Documento doganale che attesta l’origine non preferenziale della merce esportata in via definitiva. Da non confondersi con i DOP

Reg.CE 2913/92, Reg. CE 2454/93, reg. CE 2913/92Nota min SE 75361 del 6.8.09

di prodotto regolamentata

Certificato di origine

chi lo rilasciariferimenticlassificazioneTipo di certificato

Certificazioni e Attestati per esportare in PPTT

Controllo Ufficiale

Riguarda l’invio al macello di suini le cui carni potranno essere destinate all’esportazione e delle carni verso trasformatori oppure del latte destinato alla trasformazione di prodotti poi esportabili in PPTT.

Note MinSal 5775 del 24.10.11 (carni suine) e 2914 del 11.6.10 e 4706-P del 28.9.2011(latte)

Di prodotto

Attestazione Sanitaria Integrativa (ASI) per carni suine e latte

Viene rilasciato dagli uffici che eseguono il controllo di quarantena presso i punti di ingresso di animali/prodotti

Previsto per alcuni tipologie che necessitano di un periodo di quarantena ai fini della sorveglianza fitosanitaria e veterinaria. Viene richiesto dagli uffici doganali.

Rif. nazionaliDi prodottoCertificato di quarantena /DAFF

(1) L'accordo WTO sui Permessi di importazione riguarda sia i sistemi "automatici" di licenza, che sono pensati solo per monitorare le importazioni,ma non le regolano, e sistemi di licenze "non automatici", in base al quale determinate condizioni devono essere soddisfatte prima del rilascio di una licenza. I governi spesso usano licenze non automatiche per gestire le restrizioni alle importazioni, come quote e contingenti tariffari (CT), o per gestire la sicurezza o altri requisiti (ad esempio, per le merci pericolose, armi, antichità, ecc.)

Autorità Paese destinatario

Si tratta di PERMESSI di IMPORTAZIONE di una determinata merce/animale in un determinato Paese in conformità con i requisiti di quarantena o per quantitativi contingentati per l’ingresso degli animali/merci in un determinato Paese

Trattati WTO/ rif. nazionaliDi prodotto

Permessi di importazione/Import Permit (1)

Enti di certificazione

si tratta di una certificazione richiesta in nome della “tutela dei diritti dei consumatori russi” e deve essere esibito all’autorità doganale (in originale o in copia autenticata). Possono avere anche valenza poliennale.ISO/GOST

Di processo / prodotto

Certificati di sicurezza delle merci (Goststandard)

chi lo rilasciariferimenticlassificazioneTipo di certificato

Le responsabilità del certificatore

Pieter Bruegel: La parabola dei ciechi – Napoli, Gallerie Nazionali di Capodimonte

Dalla DIRETTIVA 96/93/CE DEL CONSIGLIO del 17 dicembre 1996 - relativa alla certificazione di animali e di prodotti di origine animale:

1. « funzionario autorizzato »: il veterinario ufficiale ovvero — nei casi previsti dalla normativa veterinaria — ogni altra persona autorizzata dall'autoritàcompetente a firmare i certificati prescritti da detta legislazione.

2. L'autorità provvede a garantire che i funzionari autorizzati abbiano una conoscenza soddisfacente della normativa veterinaria per quanto concerne gli animali e i prodotti per cui è richiesta la certificazione e che siano informati in linea generale sulle norme da seguire per la stesura e il rilascio dei certificati e, ove necessario, sulla natura e la portata di indagini, prove o esami da eseguire prima della certificazione.

3. Salve eventuali azioni e sanzioni penali, le autorità competenti effettuano indagini o controlli e prendono le misure adeguate per sanzionare qualsiasi caso di certificazione falsa o fuorviante di cui vengano a conoscenza.

Tali misure possono comprendere la sospensione temporanea del mandato del funzionario autorizzato per tutta la durata dell'indagine. In particolare, se si scopre, in occasione di controlli:

a) che un funzionario autorizzato ha consapevolmente rilasciato un certificato fraudolento, l'autorità competente prende tutte le misure necessarie a garantire, per quanto possibile, che la persona in questione non possa commettere nuovamente il reato;

b) che una persona o un'impresa ha usato fraudolentementeo ha alterato un certificato ufficiale, l'autorità competente prende tutte le misure

necessarie a garantire, per quanto possibile, che la persona in questionenon possa commettere nuovamente il reato. Siffatte misure possono includere

il rifiuto di rilasciare successivamente un certificato ufficiale alla persona o all'impresa in questione

“Qualora le autorita' sanitarie competenti constatino il mancato rispetto delle prescrizioni di cui all'articolo 3, provvedono a sospendere il veterinario dall‘ attivita' di rilascio dei certificati fino a tre mesi e, in caso di reiterata violazione, a interdirlo dalla stessa. 2. In caso di utilizzo improprio o di alterazione dei certificati da parte di persone fisiche o giuridiche, e' legittimo il rifiuto al rilascio di ulteriori certificati inerenti l'attivita' delle citate persone per un periodo non inferiore a quindici giorni.”

MINISTERO DELLA SANITA‘ DECRETO 19 giugno 2000, n. 3 03 Regolamento di attuazione della direttiva 96 /93/CE relativa allacertificazione di animali e di prodotti di origine animale.

Codice penale

Aert. 480. Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative. Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente in certificati o autorizzazioni amministrative, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione da tre mesi a due anni

I certificati sanitari possono essere:NEGOZIATI

NON NEGOZIATI

I certificati ufficiali possono aiutare i paesi importatori a raggiungere i propri obiettivi in

materia di sicurezza alimentare e garantire pratiche eque nel commercio alimentare

(Codex Alimentarius)

I certificati sanitari negoziatirappresentano un compromesso tra garanzie richieste e garanzie fornite e, in assenza di accordi/memorandum, rappresentano i requisiti di riferimento per l’esportazione di animi/prodotti.

Ci possono essere anche altri approcci, che possono integrare o sostituire certificati ufficiali, ad esempio, l’individuazione di liste di stabilimenti oggetto di verifica da parte dell’Autorità del paese importatore.

USA

GIAPPONE

SINGAPORE

HONG KONG

CANADA

COREA DEL SUD

MESSICO

ARGENTINA

PERù

BRASILE

VIET NAM

CILE

TURCHIA

INDONESIA

PANAMA

ECUADOR

EMIRATI ARABI

ELENCO DEGLI STABILIMENTI INSERITI IN LISTE – agg. 4/5/2015

Paesi per i quali esiste un accordo internazionale

Gli Accordi internazionali nel settore della sanità pubblica veterinaria, della nutrizione e della sicu rezza alimentare sono fondamentalmente “intese tecniche” o “protocoll i di intesa” o "memorandum".

Da un punto di vista dei contenuti essi possono ess ere di due tipi: Accordi in materia di cooperazione tecnico-scientifica oppure Accordi stipulati ai fini delle esportazioni.

Gli Accordi internazionali sono principalmente nego ziazioni dal taglio tecnico, stipulate tra l’Italia o, in alcuni casi tra la Comunità Europea ed il Paese Terzo verso cui si intendono esportare animali e prodotti derivati, alimenti o mangimi ,al fine di garantire l’implementazione dei requisiti veterinari e sanitari lungo l’intera cat ena produttiva dalle materie prime ai prodotti finali.

Gli altri Accordi nascono invece dalla volontà di pr omuovere la cooperazione tecnico-scientifica in uno o piùsettori della sanità pubblica e della sanità animale al fine di prevenire il rischio connesso alla diffu sione delle malattie infettive ed infestive degli animali (ivi c omprese le zoonosi) e delle malattie derivanti dai prodotti di origine animale (tossinfezioni alimentari). Questi Accordi vengono stipulati al fine di armonizzare e rinsaldare i rapporti sanitari e commerciali tra i due Paesi con traenti.

Si tratta di Accordi che possono essere catalogati come "Accordi di equivalenza" oppure come "Accordi di libero scambio".Gli Accordi di equivalenza si basano appunto sull'equivalence, ossia sul principio dell'accettazione, da parte del paese importatore, di misure sanitarie che raggiungono lo stesso livello di protezione; sono stati negoziati con i Paesi terzi con i quali ci sono intensi rapporti commerciali: USA, Canada, Nuova Zelanda, Cile, Messico.Solitamente si tratta di accordi che spaziano su tutti i settori della veterinaria. Ciascuno di tali accordi prevede l’esistenza di un organismo di gestione, il Joint Management Committee , costituito da rappresentanti delle parti con il compito di vigilare sull’esecuzione dello stesso.

La “parte UE” è guidata dalla Commissione Europea e dalla Presidenza a rotazione ed è appoggiata da un numero ristretto di Stati membri stabilito secondo la configurazione detta "dei gruppi Postdam” a loro volta stabiliti con apposita decisione del Consiglio UE. L’Italia attualmente è inclusa nei gruppi Postdam relativi ai seguenti accordi: UE/Svizzera, UE/USA, UE/Messico, UE/Canada a cui si aggiungono gli accordi non di equivalenza ma di solo partenariato come UE/Mercosur, UE/ Nazioni Andine, UE/Paesi del Centro America, UE/Nord Africa e Medio Oriente.

Accordi EU-PP.TT.

Modello USA

Modello USA

Modello Russo

Modello EU

http://ec.europa.eu/food/safety/international_affairs/trade/agreements_en.htm

• Arabia Saudita• Libia• Montenegro• Moldavia• USA (2)• Giappone (2)• Giordania• ….

• Croazia• Albania• Algeria• Cuba• Ghana• NuovaCaledonia• Serbia• Sud Africa• Ucraina• Macedonia• Tunisia• India• …

•Usa• Giappone• Corea del Sud• Brasile• Cile• Canada• Argentina• Australia (2)• Messico (3)• Uruguay (3)• Fed Russa (1)• Cina (Rep. Pop)• Singapore• Hong Kong• Perù• Vietnam• Turchia• Indonesia

(1) Paesi verso i quali possono esportare tutti gli stabilimenti riconosciuti (o registrati) a livello comunitario a condizione che sussistano le condizioni contenute nel certificato sanitario proposto(2) Latte e prodotti a base di latte

Paesi verso i quali possono esportare tutti gli stabilimenti riconosciuti a livello comunitario che siano in grado di rispettare i requisiti stabiliti nel certificato concordato

1) Le liste degli impianti abilitati a esportare verso la Fed Russa sono gestite direttamente dalle competenti Autorità della Federazione(2) Gli stabilimenti di prodotti a base di carne devono essere approvati per gli USA, i macelli possono essere approvati a livello comunitario(3) Solo impianti abilitati USA

Paesi per i quali non esiste né una lista di impianti abilitati all’esportazione né modelli di certificati di esportazione concordati (1)

Paesi per i quali non esiste una lista di impianti abilitati all’esportazione ma che hanno concordato un modello di certificato di esportazione

Paesi per i quali è prevista l’approvazione preventiva degli impianti e la loro iscrizione in una lista

Bibliografia consultata1. Le certificazioni nel settore alimentare, M.Cinganotto, tesi di Laurea, AA 2012-13, Un.Studi Padova, Corso di laurea in Scienza

e Cultura della Gastronomia e della Ristorazione, rel. Prof. D.Campagnolo2. Guidelines for design, production, iussuance and use of generic official certificate. – Codex Alimnetarius, CAC/GL 38-20013. Guide d’inspection – Certification sanitaire a l’exportation d’animaux et de produits des filiéres animales, destinés aux pays tiers,

ver. 1.0, giugno 20094. Rapport final concernant une mission effectuee en France du 15 au 26 juin 2009 en vue d’evaluer les controles officiels relatifs

a la securite des denrees alimnetaires d’origine animale, etc., DG(SANCO)/2009-8231 –MR-final5. Rapport final d’un audit effectuee en France du 10 au 21 fevrier 2014, etc. – DG(SANCO)2014 – 7210-MR Final6. Esportazione di alimenti di origine animale in Paesi Terzi, F.Castoldi, Genova 30.10.20127. Aspetti sanitari nell’esportazione di prodotti di origine animale, D.Cognata, Biella 18 dicembre 20138. Le regole per l’esportazione dei prodotti alimentari, A.L.Amorena, Un.Milano, Facolta Med. Vet., Rassegna, Anno X – N. 1 gen-

mar. 20119. L’export delle imprese agroalimentari certificazioni per l’esportazione, Perego, Regione Piemonte, 29-30 maggio 201310. I dodici principi della certificazione veterinaria, C.Bernasconi, FNOVI, 30giorni, pag.12-13,nov. 201111. FVE 10 principles of veterinary certification, FVE/doc/14/061 Adopted on 22 November 201412. L’esportazione degli alimenti - Linee guida della Direzione generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione, Ministero del

Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali in materia di sicurezza alimentare nell’export degli alimenti dall’Italia, Eurocarni, n.10, 2009

13. Procedura Certificazioni Ufficiali, Manuale operativo delle Autorità competenti locali – revisione 1 del 01.12. 2010, Regione Lombardia.

14. Le principali certificazioni per l’esportazione dei prodotti alimentari nei paesi extra europei, Camera di commercio si Bs, 4 marzo 2013, Brescia