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Le Denominazioni Comunali del Comune di Gottolengo (BS): Prodotti De.Co. 1

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Page 1: Le Denominazioni Comunali del Comune di …far proprio il concetto di sostenibilità ambientale sia, da una parte, al fine di proteggere il territorio e preservarlo sia, dall’altra

Le Denominazioni Comunali

del Comune di Gottolengo (BS):

Prodotti De.Co.

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Sommario1. Premessa...............................................................................................................

2. Storia e cultura di Gottolengo...................................................................................

3. Il patrimonio gastronomico di Gottolengo.................................................................

4. In cosa consiste la De.Co. e le sue origini.................................................................

5. Tipologie di De.Co.....................................................................................................

6. Il valore aggiunto per il territorio: un’occasione per fare marketing territoriale

attraverso la De.Co.......................................................................................................

7. Le fasi per la formalizzazione delle De.Co.................................................................

8. Le peculiarità del Comune di Gottolengo e l’area di interesse...................................

Regolamento Comunale ...............................................................................................

“La valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali locali”

Istituzione della Denominazione Comunale De.Co........................................................

Scheda identificativa del “Salame De.Co. di Gottolengo”..............................................

Disciplinare...................................................................................................................

PER LA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE..........................................................

del “Salame De. Co. di Gottolengo"...............................................................................

Scheda identificativa dell’ “Patata De.Co. di Gottolengo”..............................................

Disciplinare...................................................................................................................

Scheda identificativa.....................................................................................................

dei “Tortelli De.Co. di Gottolengo”................................................................................

Disciplinare...................................................................................................................

Scheda identificativa.....................................................................................................

dei “Gnocchi De.Co. di Gottolengo”...............................................................................

Disciplinare...................................................................................................................

OGGETTO: RICHIESTA DI ATTRIBUZIONE DI UNA NUOVA DE.CO. (DENOMINAZIONE

COMUNALE)..................................................................................................................

OGGETTO : ISCRIZIONE DI AZIENDE AGRICOLE-PRODUTTRICI NEL REGISTRO A

DENOMINAZIONE COMUNALE (De.Co.)........................................................................

OGGETTO : ISCRIZIONE DI AZIENDE AGRICOLE-PRODUTTORI ARTIGIANALI NEL

REGISTRO A DENOMINAZIONE COMUNALE (De.Co.) del Comune di Gottolengo-Bs......

OGGETTO: RICHIESTA DI ATTRIBUZIONE DELLA DE.CO. (DENOMINAZIONE

COMUNALE)..................................................................................................................

OGGETTO: NOMINA COMPONENTI DELLA COMMISSIONE COMUNALE PER LA DE. CO.

Di Gottolengo-Bs...........................................................................................................

12. Conclusioni.............................................................................................................

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1. Premessa

Questo studio è nato dalla volontà dell’Amministrazione Comunale di Gottolengo di

valorizzare le produzioni agroalimentari maggiormente significative del proprio territorio.

Il Sindaco Massa, L’Assessore Freretti e il Consigliere Alberini delegato al progetto

hanno stimolato l’approfondimento e il confronto con le diverse realtà del territorio sulla

fattibilità di un obiettivo ambizioso, quello di definire un “paniere” delle De.Co. di

Gottolengo.

Il progetto delle De.Co. rappresenta una nuova opportunità di valorizzazione delle produzioni

agroalimentari maggiormente rappresentative del proprio specifico territorio e

l’Amministrazione Comunale di Gottolengo (BS) ha subito colto il grande valore culturale e

territoriale di questa iniziativa.

Non un progetto fine a se stesso, bensì l’inizio di un percorso di valorizzazione e crescita di un

comparto oggi maturo, che si pone l’obiettivo di far crescere un intero indotto incentivando la

filiera corta.

Un percorso complesso che bisogna inevitabilmente affrontare e far crescere insieme ai

principali attori: agricoltori, commercianti, imprenditori.

E’ utile evidenziare come, per l’attuale amministrazione, l’idea non vuole essere collocata fuori

da un contesto territoriale ma vuole rappresentare un ulteriore valore aggiunto non in

contrasto con le tante peculiarità presenti nella Bassa Bresciana.

Bisogna infatti incentivare un cammino di crescita collettiva dell’intero territorio, dove ognuno

contribuisca alla caratterizzazione dello stesso con le proprie peculiarità, lavorando quindi alla

creazione di un paniere di prodotti territoriali dove gli uni non vadano in contrasto con gli altri,

ma piuttosto che ognuno rappresenti un valore aggiunto, una particolarità che vada ad

ampliare il paniere territoriale in maniera da poter puntare insieme ad un mercato più ampio.

Lo studio è iniziato nella primavera 2018 e si è concluso nel Giugno del 2019.

L’Amministrazione Comunale dovrà ora deliberare il Regolamento Comunale per “La

valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali locali” e Istituituire la Denominazione

Comunale De.Co., proprio in questo momento in cui l’Italia ha grandi possibilità di dar voce alle

proprie produzioni d’eccellenza.

L’attenzione va a ben quattro differenti prodotti tra tutte le tipicità locali del territorio di

Gottolengo:

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- “La Patata” un prodotto agricolo

- Gli“Gnocchi”

- I “Tortelli di zucca”

- Il “Salame”

Come detto precedentemente, questo è un primo passo verso obiettivi ambiziosi e sicuramente

difficili; infatti, dopo aver accompagnato in una prima fase il progetto “De.Co.”, utile a

migliorare e rafforzare i prodotti, nonché a correggere eventuali errori, lo step successivo sarà

quello di avviare la richiesta di certificazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico e la

registrazione ufficiale ad Indicazione Geografica Protetta (IGP) presso la Regione Lombardia e

il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e forestali dei prodotti De.Co. del territorio

maggiormente rappresentativi.

Il Sindaco

Massa Giacomo

Il Consigliere Comunale delegato

Alberini Sara

L’Assessore con delega all’agricoltura

Freretti Andrea

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Un patrimonio di tradizioni e cultura

Gottolengo, comunità della bassa

bresciana e crocevia tra le province di

Brescia, Cremona e Mantova, conta circa

5.000 abitanti. Il territorio dell'attuale

Comune e Parrocchia di Gottolengo si

estende per 30 Km quadrati circa sulle

due sponde del fiume Redone tra i Comuni

di Leno, Pavone, Gambara, Isorella,

Pralboino e Ghedi.

E' stato un centro prevalentemente e

fieramente agricolo fino a quando l'avvento della "rivoluzione" industriale e tecnologica del

secondo dopoguerra ne ha mutato l'assetto economico e i mestieri e, alle attività agricole, si

sono affiancate iniziative industriali ed artigianali di tutto rispetto. Ancora oggi, tuttavia,

Gottolengo è un paese dove l'agricoltura, e tutte le attività ad essa collegate, rivestono

un’importanza economica e sociale fondamentale. Basti pensare che gli addetti, nel settore

agricolo, sono circa 1200 distribuiti su 130 aziende di cui almeno 110 ad indirizzo zootecnico.

Tutti Comuni della zona, insieme, esprimono un territorio di eccellenze gastronomiche, fatte di

prodotti e piatti tipici tradizionali. L’obiettivo dell’Amministrazione di Gottolengo è quello di

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sviluppare ulteriormente il proprio territorio, promuovendo manifestazioni ed eventi culinari,

artigianali, alimentari e agroalimentari in grado di attrarre residenti e turisti grazie ai propri

prodotti ed alla bellezza del territorio.

Il Comune, rappresentato dalla Giunta e dall’intero Consiglio Comunale, ha scelto di avviare

questo programma-progetto e, perché ciò fosse possibile, ha richiesto la collaborazione

costruttiva di aziende agricole, artigianali di trasformazione e realtà commerciali.

Le iniziative intraprese in questo percorso dovranno risultare espressione di una sinergia tra

diversi fattori: volontà di sviluppo e miglioramento, di distinguersi, senso di appartenenza,

valorizzazione del territorio, volontà di conservazione e valorizzazione delle proprie tradizioni,

far proprio il concetto di sostenibilità ambientale sia, da una parte, al fine di proteggere il

territorio e preservarlo sia, dall’altra parte, come avvio di una moltitudine di azioni di

marketing territoriale.

Molteplici saranno, quindi, le occasioni per dare impulso economico ai prodotti locali;

l’Amministrazione prevede che, durante le diverse sagre e festività locali, insieme a momenti

folcloristici di richiamo, possano essere organizzati degli stand gastronomici, nei quali si

proporranno in degustazione i prodotti tipici correlati ai piatti più tradizionali.

Tra le ricorrenze più importanti ricordiamo innanzi tutto che ogni anno, si celebrano a

Gottolengo le feste: di Primavera, del 1 maggio, dei balconi fioriti, del Volontariato,San

Gottardo e a Settembre la Sagra della patata che quest’anno compie 17 anni.

Durante queste iniziative e in occasione di ogni altro prezioso momento di continuità alle

antiche tradizioni locali, sarà importante che gli anziani del paese per antonomasia i depositari

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delle memorie storiche, i ristoratori del territorio, le Associazioni della provincia, le aziende

agricole e i commercianti locali, predispongano percorsi gastronomici attraverso i menù tipici

del territorio e Gottolengo vanta un lungo elenco di ricette e piatti tipici, insieme di profumi e

sapori della tradizione culinaria locale.

Iniziative di questo tipo non potranno limitarsi al coinvolgimento di chi già ne è a conoscenza e

già è portatore acquisito delle tradizioni, ma dovranno diventare momenti di cooperazione e

trasmissione di tutto ciò. Specialmente i momenti espositivi, degustativi, folcloristici, dovranno

rivolgersi sia ai a turisti che ai cittadini, alle piccole e medie imprese, ad anziani e ai più

giovani. Questi ultimi riceveranno il sapere, portando nuove forze per lo sviluppo dell’iniziativa,

facendo propri i valori originari.

2. Storia e cultura di Gottolengo

Il nome di Gottolengo presenta nella toponomastica bresciana un problema di non facile

soluzione. Il suffisso "engo" è, infatti, comune a molti nomi in Lombardia tuttavia, congiunto

alla radice "gotto" ci dà un'etimologia quasi certamente di origine gotico-longobarda. Nel 1500

a.C. (età del Bronzo media e recente) era il più noto "Castellaro" del Bresciano portato in luce

dagli scavi e lavori di livellamento agricoli del 1925: un terrazzo delimitato da due serie di pali,

sopraelevato rispetto al resto della pianura per evitare alluvioni. Sono state reperite numerose

testimonianze (suppellettili, tombe) di insediamenti gallici, mentre diverse lapidi (tra cui quella

collocata nella parte esterna del coro della chiesa parrocchiale ) testimoniano la presenza di

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insediamenti romani. Il Castellaro fu abbandonato, probabilmente già in epoca preistorica, per

un altro villaggio, secondo la leggenda, collegato al primo da una galleria sotterranea. Il

piccolo e nuovo villaggio sorse poi dove oggi esiste il paese ed in esso vennero eretti, in tempi

successivi, una torre romana e un tempio pagano sulle cui rovine fu costruita la prima chiesa

parrocchiale del luogo, quale momento religioso di emancipazione e di indipendenza dalla pieve

del Corvione. Anche il territorio deve ritenersi un feudo longobardo donato sin dal secolo VIII

alla nascente Badia Leonese da Re Desiderio. In epoca Medievale e rinascimentale era un

borgo murato di notevole importanza con una cinta in grado di racchiudere l'intera superficie

abitata. Questo impianto, fortemente condizionato dalle esigenze fortificatorie, rappresentava

anche l'apparato difensivo del paese e fu costruito intorno al XIII secolo dai Monaci di Leno.

Nel Medioevo Gottolengo apparteneva infatti alla Badia Benedettina Leonese dalla quale venne

staccandosi col decadere della medesima conquistando nel contempo e, quasi d'un tratto,

autonomia civile e religiosa intorno al sec. XV. Saccheggiato orribilmente dai Lanzichenecchi

nel 1521 il complesso decadde e non venne più riattato. Oggi, salvo alcune tracce del fossato e

del muro di scarpa visibili nella zona occidentale, ai resti di una torretta sul lato meridionale e

ad alcune murature inglobate nelle case di abitazioni, ne è rimasta soltanto l'impronta

urbanistica. All'interno del borgo sorgeva un fortilizio che ne costituiva il caposaldo principale o

forse come è più probabile, la residenza gentilizia e la sede giurisdizionale. Parte di questo

complesso, sito al centro del paese a oriente della piazza, si è conservato. L'edificio è stato da

alcuni anni restaurato e adibito alla raccolta dei reperti archeologici rinvenuti negli anni sul

territorio. Gottolengo vanta anche belle pagine nella storia italiana degne da giustificare lo

stemma araldico del Comune in cui spiccano i 3 gigli di Francia, probabilmente regalati, nel

1521 dal governo transalpino, per la fedeltà combattiva del paese nei confronti di Venezia

alleata dei francesi. Nome chiaramente romano è quello di Solaro grande cascinale che è stato

anche frazione di Gottolengo. Esso deriva da "solarium" che significa più precisamente

"terrazzo soleggiato" o anche per qualche studioso "fondo, suolo". E' stata avanzata l'ipotesi,

non provata ma verosimile, che l'insieme ricalchi un precedente castello. Solaro, in origine

frazione di Gottolengo sorta intorno alla pieve, oggi è un grande e suggestivo cascinale,

dall'interessante struttura architettonica, immerso nella campagna, ricco di storia e tradizioni e

attorniato da diverse cascine minori. Fino all'immediato II dopoguerra e prima dei grandi

scioperi degli anni '48 e '50, in seguito ai quali molti gottolenghesi emigrarono nelle grandi

città e all'estero, Solaro è arrivata a contare fino a 1500 abitanti, per lo più braccianti agricoli,

distribuiti nelle varie cascine della zona. I più anziani oggi ricordano senz'altro ancora

l'importanza che Solaro ha avuto per l'economia di Gottolengo.

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3. Il patrimonio gastronomico di Gottolengo

La cucina gottolenghese trae la sua essenza dalla tradizione popolare e dalla società contadina.

Utilizza, pertanto, prodotti indigeni derivati dalle specifiche colture o dagli allevamenti per lo

più a conduzione familiare.

La cucina della bassa bresciana è nota per gustosi piatti e prodotti alimentari quali:

I celebratissimi casonsei bresciani, nella versione salata con ripieno di salsiccia e formaggio, o

nella versione dolce con mandorle, uvetta e pere, la minestra mariconda, il risotto alla pitocca,

le belle schidionate di quaglie e piccioni per polenta, i volatili domestici (pollo, gallina,

cappone) con saporiti ripieni e con la cotognata di Gottolengo e la specialità del piccione

farcito alla bresciana, lo spiedo, la persicata, sono specialità della gastronomia del Medioevo e

del Rinascimento tramandatisi quasi senza aggiornamenti e fatti propri, negli ultimi decenni

dalla ristorazione anche agrituristica, a rappresentare gli aspetti più raffinati del gusto

tradizionale, i tortelli con la zucca, gli gnocchi, in abbinamento con i grandi vini D.O.C L'anima

popolare della cucina bresciana offre però le sue prove migliori nei piatti di polenta, e di riso e

nei semplici cibi in cui si avverte ancora il profumo dell'aia e del camino. Dalla ormai

dimenticata polenta e saracca a quella con le cotiche, da quella con il baccalà a quella con il

sugo di maiale; e, ancora, polenta con gli uccellini, con i funghi, con le verdure, con il coniglio

in sguazzetto. E poi il riso, con le rane, alla campagnola con le verdure, il risotto con gli spinaci

selvatici, con le cime di loertis, gli strangolapreti, i bigoli con le sardelle e la pastissada de

caval di chiara origine veneta, le frittate rustiche di verdure o salumi. Per non dimenticare gli

altri grandi protagonisti della gastronomia breciana i salumi e i formaggi.

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4. In cosa consiste la De.Co. e le sue origini

Le De.Co. nascono a seguito della legge dell’8 giugno 1990 n. 142: essa permette ai Comuni la

facoltà di disciplinare, nell’ambito dei principi sul decentramento amministrativo, la

valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali che risultano presenti nelle diverse

realtà territoriali. Grazie a questa facoltà concessa ai Comuni, l’Anci, l’Associazione Nazionale

Comuni Italiani, nel 2000 redige una proposta di legge di iniziativa popolare: “Istituzione delle

denominazioni comunali di origine per la tutela e la valorizzazione delle attività agro-alimentari

tradizionali locali”. Nel frattempo, giuristi e opinion leader intervengono in merito

all’opportunità dei Comuni di legiferare in tema di valorizzazione dei propri prodotti. Grazie alla

lunga battaglia intrapresa dal giornalista Luigi Veronelli per la diffusione delle De.Co. e anche

alla legge Costituzionale n. 3 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 18 ottobre 2001, che delega

ai Comuni la podestà di emettere regole in campo agricolo, da quella data, si segnala il

diffondersi di Comuni, che deliberano una o più Denominazioni Comunali.

La svolta decisiva si ebbe con il Convegno di Alessandria del Maggio 2005, organizzato dal Club

Papillon. Per la prima volta, dal confronto con il Ministero per le Politiche, si è ritenuto foriero

di equivoci e di confusioni l'acronimo De.Co che faceva riferimento all'origine, sostituito quindi

con De.Co., intendendo definitivamente con tale acronimo “denominazioni comunali”. Tuttavia,

una parte dei promotori delle Denominazioni propone ancora l’acronimo con la parola d’ origine

(sicuramente un rafforzativo della denominazione): opinione rispettabilissima che però, visti i

precedenti su citati, causerebbe un danno al prodotto De. Co, nel caso in cui, divenuto noto e

affermatosi commercialmente, divenisse causa di un contenzioso istituzionale e necessitasse la

rettifica della dicitura.

L’acronimo De.Co. aiuta ora ad identificare un marchio che sia emblema del legame tra un

prodotto e il suo territorio, quasi a fornirgli una sorta di carta di identità. Non si tratta di una

garanzia esclusivamente di qualità, ma dell’espressione di un indissolubile filo conduttore tra la

produzione e il suo luogo storico, culturale e tradizionale d’origine. E’ un legame che identifica i

due protagonisti principali ponendoli l’uno in stretta interrelazione con l’altro: da una parte vi è

il territorio, portatore di tutto il suo bagaglio di tradizioni, cultura, comunità e bellezze

ambientali mentre e, dall’altra parte, vi sono i prodotti che questo produce e che ne diventano

espressione in tutte le sue caratteristiche.

De.Co. significa tutela del proprio patrimonio culturale con un particolare riferimento alle

attività agroalimentari ed è indiscutibile che ciò abbia delle importanti ricadute sullo sviluppo e

sulla promozione di un territorio, che viene fatto conoscere e curato sotto diversi punti di vista:

economico, culturale, turistico e, infine, dal punto di vista ambientale.

Nel senso più concreto del termine, le De.Co. risultano essere delle vere e proprie attestazioni

anagrafiche, certificati notarili contrassegnati dal Sindaco a seguito di una delibera Comunale;

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sono dei censimenti di produzioni che identificano e circoscrivono un dato territorio e, in esso,

la comunità che vi abita.

Una De.Co. non indica solamente, quindi, un “buon prodotto”, un “prodotto qualitativamente

distinto dagli altri”, ma rappresenta la voce di un circoscritto territorio, di cui essa ne illustra le

caratteristiche, tracciandone i confini e divenendo strumento per la valorizzazione del

patrimonio culturale ed enogastronomico locale.

La sigla stabilisce come un prodotto venga promosso e, spesso, riscoperto, nell’intento di

valorizzare ed accrescere il senso di appartenenza di una comunità con il suo territorio: esse si

concretizzano in questo marchio, attribuito previa approvazione del Consiglio Comunale ed

emissione di una apposita delibera che, tramite Regolamenti e Disciplinari e di un apposito

Registro o Albo dei produttori aderenti, sancisce le regole del marchio stesso e le

caratteristiche del prodotto. Tutto ciò nasce pubblicamente, per poi essere affidato, oltre che al

sostegno delle Amministrazioni, all’iniziativa ed alle risorse dei privati.

Le De.Co. sono, dunque, dei veri e proprio strumenti che garantiscono la biodiversità, che

promuovono l’attenzione nei confronti della sostenibilità ambientale e che si trasformano in

mezzi di aggregazione e socializzazione, permettendo inoltre che il territorio ne tragga anche

vantaggi e risorse di tipo turistico ed economico. L’ obiettivo è proprio quello di dare un

ulteriore aiuto e slancio all’economia locale, cercando di incentivare ancora di più una voce

importante come quella del turismo alimentare, da sempre essenziale, in generale, nel nostro

territorio Nazionale.

Come chiarito da più e più esperti in questo campo, esse rappresentano, insomma, il passaggio

dal generico prodotto tipico al prodotto del territorio.

5. Tipologie di De.Co.

“Dobbiamo riprendere a vivere, senza violenza alcuna, con la sola accettazione di concetti

elementari e proprio per ciò indiscutibili. L’uomo ha solo dalla Terra ciascuna delle sue reali

possibilità. Averne rispetto è chiederle di darci acqua e pane, olio e vino e quant’altro è

necessario per una vita serena: questa è l’unica via”

Queste parole, dette del giornalista enogastronomico Luigi Veronelli già negli anni Novanta,

suonano come un’anticipazione delle tematiche (finalmente) attuali di sostenibilità ambientale,

valorizzazione e vicinanza alla terra come univa vera e viva fonte di sostentamento.

Sempre in quegli anni, Luigi Veronelli rilancia la proposta di istituzione della De.Co.,

definendole dei “giacimenti gastronomici d’Italia”: ogni singolo campanile detiene sue proprie

tradizioni e capacità, mentre “tutti i campanili insieme” costituiscono l’unitarietà

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enogastronomica italiana che le De.Co. possono pian piano fare emergere e conservare,

divenendo lo strumento concesso all’uomo per ri- iniziare a «patteggiare con la terra».

Dopo alcuni anni di confronto, il Club di Papillon richiese a livello governativo il riconoscimento

ed il sostegno al marchio finché, nel 2008 fu pubblicato un libro intitolato “De.Co., la carta di

identità del Sindaco”, con il quale ebbe inizio il percorso per la formalizzazione di un iter

procedurale tramite la compilazione di una corretta delibera per la certificazione De.Co., onde

evitare di cadere nel “tranello” dei termini vaghi (quali “prodotti tipici”, “prodotti di qualità”,

“certificazione”) che, nella sostanza, non tutelano il prodotto in oggetto dalle cosiddette

contraffazioni alimentari, ne valorizzano a pieno il suo legame con uno specifico “campanile”.

Non da ultimo, utilizzare il termine “tipico” richiama il marchio essenziale per il prodotti

“Presidio Slow Food”.

Oggi, chiariti gli ambiti e le definizioni, il contesto Nazionale e Comunitario si presta

maggiormente a dare attenzione alle differenziazioni ed alle tipologie di De.Co.,infatti,

specialmente in LOMBARDIA (grazie a numerose leggi Regionali) si è posta maggior attenzione

alla valorizzazione dei prodotti lungo la filiera, ad una comunicazione più efficiente riguardante

il marchio del prodotto, alla promozione della storia del territorio ed alla realizzazione di un’

“economia” occupazionale a tutela delle biodiversità.

Dal punto di vista tecnico risulta essenziale, quindi, una semplice e chiara distinzione tra le

principali tipologie di De.Co., oltre che delle fasi di sviluppo del progetto.

Vi sono tre filoni fondamentali di De.Co.:

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PRIMACLASSIFICAZIONE

PRODOTTO TIPICOSi tratta di un prodotto agricolo caratteristico del luogospecifico, che gli abitanti del paese, nel corso dellastoria, hanno preservato e adattato a nuovi usi,arricchendone di volta in volta la tradizione.

PRODOTTO DI ’ARTIGIANATO-ALIMENTARE Si tratta di un prodotto curato e lavorato direttamentedalle mani sapienti delle famiglie di un paese, le quali nehanno perfezionato negli anni la ricetta, per poiprotrarne la sua tradizionalità fino a oggi.

PRODOTTO DELL’ARTIGIANATOSi tratta di una particolare forma operativa, frutto delsapere locale. Ne sono un esempio i fischietti diRutigliano o i Camparot di Lu Monferrato.

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Alcuni esempi divenuti noti: il cioccolato di Modica, il pomodoro cuore di bue di Belmonte

Calabro il panettone di Milano, gli amaretti di Gallarate, la cipolla boretana di Boretto...

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Ciò che accomuna queste tre categorie del primo gruppo è che esse possono rappresentare

l’anima di un’attività commerciale, nell’ottica di un processo di sviluppo integrato e di

marketing territoriale. Perché esse crescano e si sviluppino, è necessaria la collaborazione del

Comune e dei privati cittadini, la quale può sfociare grazie ai singoli produttori anche nella

creazione di un’Associazione di Produttori, di un Consorzio o nell’avvio di una procedura di

richiesta di denominazioni riconosciute dall’Unione Europea come la Dop o l’Igp come il

cioccolato di Modica o il panettone di Milano e come è accaduto nel 2012 con le ciliegie di

Vignola. L’iter complesso che nasce con questi riconoscimenti porta alla formazione del

“marchio”, che appartiene poi alla collettività e al territorio.

SECONDACLASSIFICAZIONE

UNA RICETTA Le ricette sono al momento ciò che meglio esprime illegame tra prodotto, tradizione e cultura di un luogo.Non sono commercializzabili come le tipologie di cuiabbiamo parlato in precedenza, ma certo sono la formadi De.Co. più utilizzata nelle sagre, divenute ormai verie proprio momenti di aggregazione che trovano nelpiatto lo strumento più collettivo per la scoperta di unprodotto culinario, elaborato e tramandato nel tempo.Alcuni esempi di ricette divenuti noti: gli agnolottigobbi di Asti, la torta Paciarela di Gessate, i tortelli conla coda di Vigolzone, le delibere emanate dal Comunedi Milano per il risotto giallo...

UNA FESTA Si pensi, ad esempio, alla De.Co. sulla Fiera del Buegrasso di Moncalvo: una festa a sua volta è un momentotutto emblematico di una collettività, perché in modoconviviale e folcloristico ne emergono giochi, usanze,valori, piatti, credenze o persino abbigliamenti dellatradizione.

UNA TRADIZIONE Si fa riferimento ad una prassi in uso in un determinatoComune come può essere una tecnica di pesca, dicoltivazione, di artigianato. Ad esempio i muretti a seccodi Arnasco (Sv) o gli Infernot di Frassinello Monferrato(Al).

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De.Co. MULTIPLE

Innanzi tutto, non bisogna confondere aggregazioni di De.Co. comunali con le aggregazioni all’interno di un Comune: si sta parlando di situazioni multiple o aggregate, diverse dal Comune che fa più De.Co.

Può risultare utile per la comprensione di questa tipologia di denominazioni un esempio: si pensi alla De.Co., su scala provinciale, del Paniere dei prodotti della provincia di Torino o del Paniere delle De.Co. della provincia di Vicenza.

UN TERRENO E’ il caso, assai diffuso, delle De.Co. sulle tartufaie, chedi fatto tutelano le tecniche di raccolta e i metodi diutilizzo del prodotto alimentare in questione.

TERZACLASSIFICAZIONE

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6. Il valore aggiunto per il territorio: un’occasione per faremarketing territoriale attraverso la De.Co.

Alla luce di quanto abbiamo compreso fino ad ora delle potenzialità insite nel riconoscere

pubblicamente e formalmente ad una specialità territoriale una indicazione di “unicità”, diviene

chiaro che la De.Co. rappresenta uno strumento di promozione territoriale: essa rappresenta

un’occasione per far emergere si un prodotto, ma soprattutto un territorio.

Proprio come ci viene dimostrato dal fiorire turisco italiano guidato da Expo Food 2015,

“parlando di cibo” è possibile generare un flusso sociale ed economico di marketing, tale da

contribuire alla crescita economica e allo sviluppo del territorio.

Cosa intende, quindi, chi parla di Marketing territoriale?

Il marketing territoriale promuove un prodotto particolare per il territorio con l’obiettivo di far

conoscere il prodotto ed insieme tutte le peculiarità dell’ambiente da cui proviene (geografiche,

storiche, artistiche, paesaggistiche, ecc.) e che rendono un’area unica.

Un approccio moderno e manageriale della promozione territoriale deve partire proprio

dall’analisi delle risorse tangibili e intangibili di un territorio, per definire strategie di

promozione efficaci che rendano il territorio un prodotto attrattivo, in grado di intercettare la

domanda italiana ed internazionale.

Nel marketing territoriale il prodotto è rappresentato da un insieme di luoghi naturali, eventi,

infrastrutture, servizi, attrazioni (entertainment, cultura, sport, eventi), di soggetti-attori (chi

gestisce l'offerta) e tutti i luoghi possono essere valorizzati a fini turistici; si pensi, ad esempio,

ai sentieri dell’olio o alle vie del vino che, negli ultimi anni, hanno generato attrazione turistica

anche in aree tradizionalmente meno sviluppate dal punto di vista turistico, a conferma che la

vocazione turistica di un territorio può essere influenzata dalle azioni che l’uomo vi compie.

Se è vero inoltre che la Denominazione Comunale pone le sue radici nella territorialità

estremamente limitata, fatta di realtà per lo più rurali, che conservano la memoria di prodotti e

ricette tradizionali che, con il passare del tempo e lo spopolamento, o forse la modifica stessa

dei membri di una comunità territoriale, rischiano di andare perduti, la sua vera forza sta,

prima di tutto, nella presa di coscienza da parte di un Comune di avere tipicità da valorizzare.

E’ proprio grazie a centri di cultura immersi in realtà paesaggistiche speciali come nel caso di

Gottolengo, è possibile dar voce a tanti più elementi territoriali insieme: cultura, storia,

tradizione, gastronomia, paesaggio, turismo!

Tra le “parole chiave” principali di chi studia e fa marketing territoriale, oltre a recuperare e

conservare, emerge in particolare il concetto di comunicazione, che permette a noi di

comprendere a fondo il valore proprio della De.Co, oltre che dare spunti creativi per diffondere

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le attività del proprio territorio.Le Denominazioni Comunali rappresentano infatti una presa di

coscienza di un Comune nei confronti del suo passato e delle sue produzioni tipiche e che

questo atto deve coinvolgere tutta la comunità. Bisognerà, quindi, prendere in esame un

prodotto alla volta e porlo al centro dell’attenzione comunicando ogni passaggio che conduce

alla delibera, seguendo il detto “fare, saper fare e far sapere”.

“Parlare di cibo italiano” attraverso le De.Co., in quanto prodotto da un territorio dal punto di

vista naturale e paesaggistico potenzialmente molto attrattivo, rende raggiungibili svariati

traguardi, tra i quali:

la valorizzazione della produzione agroalimentare, dell’enogastronomia, dell’artigianato

e della cultura popolare presente sul territorio: le De.Co. diventano la leva su cui far

ruotare l’intera economia e lo sviluppo locale

attraverso la loro valorizzazione formale e sostanziale s’inserisce un meccanismo di

promozione all’esterno non soltanto del prodotto certificato come De.Co., ma dell’intero

universo socio-culturale e storico del territorio d’origine

la protezione del patrimonio culturale e delle tradizioni locali dai processi di

globalizzazione, che hanno uniformato ormai anche il gusto e l’alimentazione

la creazione di una mentalità a favore dell’ambiente e delle opportunità che, sapendolo

tutelare, esso può produrre

la costituzione di una serie di possibilità occupazionali legate al turismo, al commercio,

alla produzione, trasporti, organizzazione eventi e altri ancora

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Affissioni, spot tadio-tv, campagne stampa, promo nelle sale cinematografiche: contatto con i media, creare aspettativa

Siti web, Facebook, Twitter

Pubbliche relazioni: tour, inviti a giornalisti, operatori, opinion leader, conferenze, workshop, presentazioni, partecipazione a fiere e borse del turismo)

Contatti con le agenzie di viaggio, evidenziando le date in cui vengono organizzate iniziative

Distribuzione stampati: brochure, volantini, cartoline, carte e mappe, quadri orari e biglietti

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realizzare un livello di autocoscienza riconosciuta dal Sindaco, che può dare adito allo

sviluppo di un’economia, alla creazione di marchi o semplicemente a forme associative

tra produttori

recuperare la memoria storica e le tradizioni di un luogo, come componenti

determinanti del senso civico di appartenenza e considerare la tradizione ed il lavoro

alla base della qualità della vita: se non interveniamo oggi, molto probabilmente non

avremo, fra alcuni anni, il nostro patrimonio di saperi, sapori e tradizioni da trasmettere

ai nostri figli e ai “viaggiatori” che arrivano sul nostro territorio per conoscerlo, viverlo

ed ascoltarlo.

Attenzione quindi ai VANTAGGI, che divengono palesi sia per i cittadini, che per i produttori,

in un’ottica di collaborazione e scambio di idee/risorse.

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BENEFICI LA CITTADINANZA

BENEFICI PER I PRODUTTORI LOCALI

BENEFICI PER IL TERRITORIO

• ritrovato prestigio e senso civico e sociale d’appartenenza • possibilità occupazionale • valorizzazione delle proprie tradizioni e recupero di ricordi a livello familiare • partecipazione ad eventi, sagre, manifestazioni utili per la socializzazione

• ritorno economico con conseguente sviluppo delle possibilità produttive a livello aziendale • sviluppo di economie di scala, di specializzazione e microeconomie •allargamento del mercato potenziale grazie adun rinnovato flusso turistico• incentivi e agevolazioni pubbliche e private • notorietà a livello nazionale e possibilità di far conoscere la propria attività sia in unione alprogetto De.Co., sia per altri rami di business• sinergia tra fattori economici e strategici (legati al terziario, al turismo.. )• nascita del cosiddetto “turismo enogastronomico”, che prevede periodi di vacanza con percorsi organizzati appositamente

• Eco sostenibilità e promozione del territorio attraverso beni non deperibili e sfruttamento di risorse rinnovabili • maggiore efficienza ed efficacia del sistema di governance pubblica• apertura e scambi con l’esterno, che aumentano il livello socio-culturale• eventuale attenzione a problematiche ambientali presenti sul territorio (conservazione e prevenzione del dissesto idro geologico), con lo scopo di risolverle ad integrazione della promozione del progetto

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7. Le fasi per la formalizzazione delle De.Co.

Per chiarezza, si può schematizzare la procedura di istituzione della De.Co. in tre fasi:

Fasi PROPEDEUTICHE

Fasi TECNICHE:

Fasi AMMINISTRATIVE:

Gli strumenti attuativi per l’istituzione della formalizzazione della De.Co., da parte di un

Comune, sono:

1. la Delibera del Consiglio Comunale (di approvazione del Regolamento)

2. il Regolamento per la “Valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali e

l’istituzione della De.Co.”

3. l’Albo Comunale delle iniziative e manifestazioni

4. il Registro dei prodotti De.Co.

5. il Disciplinare (scheda identificativa) di produzione e relativa delibera di approvazione.

Quando abbiamo parlato di De.Co. ci siamo sempre riferiti a un atto del Sindaco e

dell'amministrazione Comunale. Per questioni di chiarezza è necessario suddividere il percorso

che conduce all’attribuzione della De.Co. in due delibere distinte.

La Prima delibera

Segna l’istituzione di un registro delle De.Co. (l'adozione della De.Co. da parte del Comune) e

segue lo schema di modello di legge promosso dall’Anci. Per renderlo tuttavia compatibile con

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Esse riguardano l’analisi del territorio, alla ricerca di quei

prodotti agroalimentari e artigianali che nell’immaginario

collettivo rievocano il Comune, la realizzazione di schede di

censimento, assemblee e incontri con la popolazione e i

produttori e interviste ai produttori per la realizzazione di un

Disciplinare (motivi per i quali nasce il presente lavoro).

Si tratta della stesura del Disciplinare e delle schede d’identità

dei prodotti De.Co. e del Regolamento.

Esse constano dell’emissione delle diverse delibere che

formalizzano i passaggi della De. Co., da quelle di attribuzione

dell’incarico ad un tecnico, a quelle inerenti la promozione e il

marketing del prodotto

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la normativa europea e quindi sostenibile, è stato però necessario apporre alcune modifiche di

carattere procedurale e terminologico.

Il primo passo da muoversi in sede municipale è l’assunzione del regolamento delle De.Co. con

una delibera, con cui viene approvato il Regolamento proposto dall'Anci, cui sono state

apportate alcune modifiche al testo originario così da renderlo compatibile con l’articolo 28 e

l’articolo 30 del Trattato di Roma che impediscono a un ente territoriale di attribuire un

riconoscimento qualitativo a un prodotto legandolo a un’origine geografica.

Quello che emerge dal regolamento promosso dall’Anci, è la tendenza a riportare la De.Co. al

suo spirito di censimento della ricchezza e di strumento di marketing territoriale.

Per questo motivo il primo articolo che istituisce la denominazione Comunale vera e propria,

parla genericamente di “individuare originali e caratteristiche produzioni agroalimentari e loro

tradizionali lavorazioni e confezioni ... meritevoli di evidenza pubblica”, con la connessa opera

di promozione e valorizzazione.

Come si può notare la De.Co. si applica nello specifico a produzioni agro alimentari, ma la

legge a cui si fa riferimento parla di tradizioni, cognizioni ed esperienze relative a questo

genere di attività.

Questo permette di allargare il campo a prodotti particolari di artigianato locale strettamente

legati alle tradizioni agro alimentari e alla civiltà contadina. Fatto salvo questa particolare

eccezione, la De.Co. è soprattutto indirizzata al prodotto di per sè, che deve essere valorizzato

per una inconfutabile valenza identitaria. Proprio per questo, grande spazio viene dato alle

feste che vedono nel prodotto De.Co. il loro elemento fondante (art. 2).

Il prodotto viene detto a Denominazione Comunale quando con un’apposita delibera viene

iscritto nel registro che si va a istituire. Gli articoli 3, 4, 5 e 6 hanno proprio la funzione di

descrivere il particolare meccanismo che prevede l’istituzione di un apposito registro e la

composizione di una commissione atta a definire le caratteristiche dei prodotti De.Co.

Il resto del regolamento tende invece a definire i compiti fondamentali del Comune nell’attività

di valorizzazione e marketing a cui è preposto, dallo sviluppo di una biblioteca specifica, con la

raccolta di un’adeguata documentazione, allo sviluppo di particolare iniziative di promozione,

dalla proposta di manifestazione ed eventi dedicati fino alla progettazione di un’adeguata veste

grafica per la presentazione del prodotto.

La Seconda delibera

Si attua l’iscrizione di un determinato prodotto al Registro delle De.Co. a cui è necessario

allegare un disciplinare-regolamento e una scheda identificativa dove sono tracciate le

caratteristiche dell’oggetto in esame.

Questo rappresenta il momento più importante per la denominazione Comunale, perchè a

questo livello vengono definite le caratteristiche peculiari del prodotto.

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La seconda delibera (in genere approvata dalla Giunta Comunale), che segue di fatto

l'adozione della De.Co. quindi la volontà del Comune a perseguire questa metodologia, prevede

appunto l’adozione di un regolamento in cui vengono tracciati i confini in cui si iscrive il

prodotto a denominazione Comunale. La delibera consiste quindi nell’approvazione di un un

disciplinare-regolamento dove vengono definiti con chiarezza i caratteri del prodotto, in

particolar modo se questo è un prodotto non trasformato, oppure le varie fasi della

trasformazione se questo è un prodotto artigianale, come un prodotto da forno o una ricetta.

Ma in ogni caso non si tratta di un disciplinare di produzione, che riguarda invece altre

denominazione. La delibera De.Co. è simile a una carta di identità, che tramite il “registro”

delle De.Co. censisce una realtà esistente

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8. Le peculiarità del Comune di Gottolengo e l’area di interesse

E’ importante definire quale sia l’area omogenea ottimale di delimitazione delle De.Co. Per

chiarire ulteriormente il significato concreto di questo passaggio, possiamo citare la definizione

di De.Co fornitaci da Stefi Nichi (2008):” Si sta parlando del bene di un delimitato territorio

che nessuno può imitare: è il frutto

della sua esclusiva terra, delle sue

tradizioni, di particolari abilità

manuali. Si tratta di un bene definito

nel senso etimologico del termine, cioè

di confini. Ciò che dentro è, ciò che è

fuori dai confini della De.Co non è”. Ci

rifacciamo, quindi, ai termini di “area”

e di “censimento”, proprio perché il

progetto è in sostanza la

rappresentazione di un prodotto

specifico con determinati caratteri, che si differenzia da altri prodotti gastronomici e artigianali

per la sua distintiva collocazione geografica, circoscritta unicamente nell’area Comunale.

L’area di interesse del censimento rappresenta, quindi, la discriminante di base perché il

prodotto sia riconosciuto, attestato e certificato come De.Co.

E’ definita area di produzione della patata, degli gnocchi, del tortello di zucca e del salame,

quella di estensione del territorio comunale di Gottolengo.

E’ ammessa deroga per quanto riguarda la sola macellazione dei suini, al di fuori del territorio

di Gottolengo e specificatamente nei comuni limitrofi.

Non sono ammesse deroghe per i macelli a maggior distanza (circa 15 km), se non per

motivate ragioni da segnalare alla Commissione Comunale quali, per esempio, l’esigenza di

certificazioni di produzioni biologiche o biodinamiche che necessitano di tracciabilità alimentare

e di lavorazioni che richiedano specifiche autorizzazioni e garanzie, per le quali il produttore

potrebbe doversi avvalere di trasformatori diversi da quelli presenti sul territorio di Gottolengo.

Si riassumono di seguito:

- Il Regolamento delle De.Co. " La valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali

locali”, istituzione della De.Co. denominazione Comunale approvato dal Comune di

Gottolengo

- Una proposta di disciplinare della prima De.Co individuata (delibera e scheda

identificativa di prodotto) che deve essere approvato e formalizzato in Commissione

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De.Co. e successivamente proposto in Giunta Comunale o in Consiglio Comunale,

completando la registrazione.

- Una proposta di disciplinare della seconda De.Co individuata (delibera e scheda

identificativa di prodotto) che deve essere approvato e formalizzato in Commissione

De.Co. e successivamente proposto in Giunta Comunale o in Consiglio Comunale,

completando la registrazione.

- Una proposta di disciplinare della terza, quarta e quinta De.Co individuata (delibera e

scheda identificativa di prodotto) che deve essere approvato e formalizzato in

Commissione De.Co. e successivamente proposto in Giunta Comunale o in Consiglio

Comunale, completando la registrazione.

- Il modulo per la richiesta di attribuzione di una nuova De.Co. (Denominazione

Comunale).

- Il modulo di iscrizione di aziende agricole,artigianali,commerciali e produttive nel

registro delle Denominazioni Comunali (De.Co.).

- Il modulo di richiesta di attribuzione della De.Co. (Denominazione Comunale)

- La bozza di delibera per l’istituzione della Commissione Comunale preposta

- Considerato che il paniere di prodotti proposto, è il risultato di questo studio, in

collaborazione con i referenti indicati dal Sindaco, non necessita in questo esclusivo

caso del passaggio in Commissione. Eventuali nuovi prodotti indicati da Associazioni o

da privati dovranno garantire il percorso indicato.

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Comune di Gottolengo

(Provincia di Brescia)

Regolamento Comunale per

“La valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali locali”

Istituzione della Denominazione Comunale De.Co.

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INDICE

Art. 1 - Finalità e ambito di applicazione

Art. 2 - Istituzione di un albo Comunale

Art. 3 - Istituzione del Registro De. Co. Denominazione Comunale

Art. 4 - Le segnalazioni ai fini della iscrizione nel Registro

Art. 5 - Descrizione del marchio

Art. 6 - La struttura organizzativa

Art. 7 - Utilizzo del marchio De. Co. Denominazione Comunale

Art. 8 - Le iniziative comunali

Art. 9 - Le tutele e le garanzie

Art. 10 - Le attività di coordinamento

Art. 11 - Promozione di domande di registrazione ufficiale

Art. 12 - Riferimento alle normative statali e regionali

Art. 13 - Norme finali

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Art. 1

Finalità e ambito di applicazione

1. Il Comune individua, ai sensi dell’art.3 del T.U. delle leggi sugli Enti

Locali approvato con D.Lgs.18/08/2000 n.267 ed ai sensi dell’art. 2

dello Statuto, tra i propri fini istituzionali anche quello di promuovere la

partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa e sostenere le

iniziative per favorire la promozione dell’immagine turistica di

Gottolengo e nel settore dell’agricoltura, ogni utile iniziativa per

migliorare ed incrementare la produzione dei prodotti tipici locali.

2. Il Comune, a questo riguardo, assume attività che, nel rispetto

della legge, comportano l'affermazione sostanziale del principio di cui al

precedente comma e la loro attuazione.

3. L’azione del Comune si manifesta in direzione:

a) dell’ambito territoriale entro cui è possibile ottenere la “Denominazione

Comunale De. Co.” che è il territorio del Comune Gottolengo;

b) dell'indagine conoscitiva diretta ad individuare l'esistenza di originali e

caratteristiche produzioni agro-alimentari locali e loro tradizionali

lavorazioni e confezioni che, a motivo della loro rilevanza, siano meritevoli

di evidenza pubblica, e di promuoverne la protezione nelle forme previste

dalla legge al fine di garantire il mantenimento delle loro qualità

attraverso l’istituzione di un albo Comunale delle produzioni

agroalimentare locali e di un registro De. Co. (Denominazione

Comunale);

c) dell'assunzione, nella fattispecie di prodotti agro-alimentari locali, che a

motivo del loro consistere culturale e tradizionale siano meritevoli di

riconoscimento protettivo da parte degli organi ufficiali preposti, di

iniziative di valorizzazione per le quali il Comune si avvale della struttura

organizzativa di cui all'art. 6 del presente Regolamento per gli

adempimenti amministrativi previsti dalla legge;

d) d'intervenire, mediante forme dirette e/o di coordinamento, in

attività di ricerca storica finalizzata alla individuazione di ogni fonte che,

per il conseguimento delle finalità di cui al presente articolo, sia meritevole

di attenzione;

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e) di promuovere o sostenere iniziative esterne favorendo anche

attraverso interventi finanziari, nei limiti delle ricorrenti compatibilità di

bilancio, ricercando forme di sponsorizzazione da parte di Enti, soggetti

singoli ed associati, pubblici e privati, a favore delle associazioni che

abbiano nei loro programmi istituzionali la salvaguardia dei beni

culturali e tradizionali nell'ambito delle attività agroalimentari locali

e che non abbiano alcun fine di lucro.

f) di svolgere un ruolo fondamentale nei processi di marketing

territoriale e nel contempo rilanciare sui mercati commerciali,

l’immagine del prodotto attraverso la presenza del Comune per

accrescere il senso di appartenenza della sua comunità;

g) di rilasciare un marchio De. Co. (Denominazione Comunale), al fine di

attestare, la sua composizione (ingredienti, dosi, eventuali tempi di

cottura, etc.) e la sua produzione, anche secondo un apposito

disciplinare.

h) il marchio è di esclusiva proprietà Comunale.

Art. 2

Istituzione di un albo Comunale

1. Viene istituito presso la competente struttura Comunale di cui all'art. 6

un apposito albo in cui vengono e verranno iscritte le segnalazioni relative

alle attività e alle produzioni agro-alimentari locali che, a motivo delle loro

caratteristiche e dell'interesse culturale dalle stesse destato, sono

meritevoli di particolare attenzione, salvaguardia e rilevanza pubblica.

Art. 3

Istituzione del Registro De. Co.

1.Viene istituito presso la competente struttura organizzativa di cui agli

art. 4 e 6, un apposito registro per tutti i prodotti tipici agro-

alimentare locali segnalati e denominati.

2. Il registro verrà predisposto dal servizio competente ed approvato

dall’organo esecutivo del Comune

Art. 4

Le segnalazioni ai fini della iscrizione nel Registro

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1. Le segnalazioni ai fini dell’iscrizione nel registro De.Co.

(Denominazione Comunale) per tutti i prodotti segnalati e denominati,

possono essere fatte da chiunque ritenga di promuoverle.

2. Le istanze per l’attribuzione della De. Co. devono essere corredate

da una adeguata e dettagliata documentazione in carta libera, diretta ad

evidenziare le peculiari caratteristiche del prodotto, con particolare

riferimento alle caratteristiche analitiche e di processo produttivo e,

comunque, ogni informazione ritenuta utile ai fini dell’iscrizione,

compresi eventuali accenni storici.

3. Sull’ammissibilità dell’iscrizione nel registro della De. Co. si pronuncia

una Commissione nominata dal Consiglio Comunale. La Commissione è in

carica per tutto il mandato del Sindaco ed è presieduta

dall’assessore/consigliere proponente (o suo delegato) il quale di norma

segnala almeno n. 1 esperti del settore commerciale agroalimentare

locale, 1 esperto gastronomico locale, n. 2 rappresentanti del Consiglio

Comunale, 1 di maggioranza ed 1 di minoranza, che verranno segnalati

dai relativi gruppi consiliari. Funge da Segretario il responsabile del

procedimento.

4. La commissione, in fase d’istruttoria delle domande, anche in base alla

documentazione a corredo della segnalazione, predisporrà una scheda

identificativa del prodotto e delle caratteristiche peculiari, necessaria

all’iscrizione nel registro De. Co. ovvero il motivato diniego di iscrizione.

La Giunta Comunale, con propria deliberazione, approva la scheda

identificativa del prodotto locale e ne dispone l’iscrizione nel registro De.

Co.

5. Le iniziative, manifestazioni, attività e connesse produzioni, iscritte e

completate dal numero di iscrizione nell'albo, possono fregiarsi della

scritta De. Co. (Denominazione Comunale) del presente Regolamento,

per tutti i prodotti locali segnalati. L’iscrizione nel registro De. Co.

avviene a cura del responsabile del procedimento.

Art. 5

Descrizione del Marchio

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Il marchio dei prodotti agro-alimentari con denominazione De. Co. del

Comune di Gottolengo, di cui alla riproduzione in appendice alle

presenti procedure, consiste in un logo monocromatico di forma

rettangolare su fondo verde, raffigurante elementi semplici quali la

terra, il sole e il paesaggio che rappresenta la territorialità. Nella parte

superiore a destra si trova la scritta De.Co., mentre nella parte

inferiore a sinistra la scritta Comune di Gottolengo. I tratti e e le linee

utilizzate sono semplici e facilmente riproducibili sia in piccolo formato

che in grande formato, seguendo le esigenze tecniche di stampa che

un marchio richiede.

Art. 6

La struttura organizzativa

1. La struttura organizzativa a cui viene attribuita la competenza in

ragione degli adempimenti previsti dal presente regolamento è definita

nell’ambito dell’organizzazione dei Servizi comunali con riferimento al

Marketing.

2. Il responsabile della struttura di cui al comma precedente è anche

responsabile di tutti i procedimenti previsti dal presente regolamento.

Art. 7

Utilizzo del marchio De.Co.

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1. Il Comune di Gottolengo, proprietario del marchio De. Co., può

avvalersi dello stesso in ogni occasione in cui ciò sia ritenuto opportuno

all’Amministrazione.

2. Chiunque confezioni e commercializzi prodotti agro-alimentari locali

iscritti nel registro De. Co. deve presentare istanza, su apposito modello

di domanda predisposto dal servizio competente, all'Amministrazione

Comunale per ottenere la concessione all’utilizzo del marchio De. Co.

3. Entro 30 giorni dalla presentazione dell’istanza completa in ogni sua

parte, il responsabile del procedimento comunica al richiedente il rilascio

della concessione, ovvero il diniego motivato della stessa. L’istanza per

l’ottenimento della concessione e la concessione stessa sono soggette alle

vigenti normative sull’imposta di bollo.

4. Per l’uso non corretto del marchio potrà essere irrogata dall’ufficio

competente una sanzione pari ad un minimo di Euro 100,00 (cento/00)

fino ad un massimo di Euro 500,00 (cinquecento/00) secondo la gravità

della violazione.

Art. 8

Le iniziative comunali

1. Il Comune assicura mediante gli strumenti di cui ha la disponibilità la

massima divulgazione delle disposizioni previste dal presente regolamento.

2. Il Comune ricerca, ai fini (Denominazione Comunale), sistemi di

collaborazione con enti e associazioni particolarmente interessati alla

cultura delle attività agro-alimentari locali attraverso tutte le forme

associative previste dalla vigente legge sull’ordinamento degli enti

locali.

3. Il Comune individua, nel quadro dei propri programmi editoriali,

forme di comunicazione pubblica cui affidare ogni utile informazione

riferita alla materia trattata dal regolamento, anche attraverso la stampa

locale.

Art. 9

Le tutele e le garanzie

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1. Il Comune, nei modi e nelle forme consentiti dalla legge, valorizza i

diritti e gli interessi pubblici derivanti dalla presenza di espressioni

popolari riguardanti le attività agro-alimentari locali, in quanto

rappresentanti di un rilevante patrimonio culturale pubblico,

strettamente connesso agli interessi che il Comune è tenuto a tutelare e

a garantire ai sensi degli artt. 3 e 13 del T.U. delle leggi sull’ordinamento

degli enti locali di cui al Dlgs 18 agosto 2000 n. 267.

Art. 10

Le attività di coordinamento

Il Comune, nell'ambito delle iniziative previste dal presente

regolamento, attua, mediante i propri organi di governo forme di

coordinamento rispetto a tutte le organizzazioni economico - culturali

che hanno tra i propri fini la cultura delle attività agro-alimentari,

riferita esclusivamente alle corrispondenti espressioni locali.

Art. 11

Promozione di domande di registrazione ufficiale

Il Comune, per propria iniziativa e/o su proposta di organizzazioni

e singoli soggetti interessati o degli organismi di cui ai precedenti

articoli, sussistendo le condizioni previste dalla legge, si potrà impegnare

a promuovere la presentazione, al Ministero delle politiche agricole ed

alla Regione, della domanda di registrazione ai fini della protezione

della denominazione di origine protetta o della indicazione

geografica protetta o della attestazione di specificità, dei prodotti

agricoli ed alimentari e delle zone di produzione degli stessi.

Art. 12

Riferimento alle normative comunitarie, statali e regionali

Le normative di cui al presente regolamento s'ispirano ai principi di cui

alle direttive comunitarie, statali e regionali vigenti, conseguentemente

queste costituiscono un limite, rispetto alle discipline dalle stesse

previste, all'applicazione del regolamento in tutte le eventualità di

ordine attuativo.

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Art 13

Norme finali

1. Per tutto quanto non definito sarà compito del servizio Comunale di cui

all’art. 6, prendere le decisioni in merito attraverso determina del

responsabile preposto.

2. Il presente regolamento entra in vigore al momento in cui la

deliberazione consiliare di approvazione diviene esecutiva a norma di

legge.

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Scheda identificativa del “Salame De.Co. di Gottolengo”

Premessa

Il maiale ha origini antiche, si pensi all’Odissea nella quale si racconta di Ulisse, che ritornato a

Itaca, viene aiutato da Eumeo il guardiano dei porci, o all’Antico Testamento dove il maiale

viene annoverato tra gli animali impuri mangiati dai ‘gentili’.

Il maiale è stato tra i primi animali a essere allevato dall’uomo, che ha sempre apprezzato le

sue capacità di addomesticabilità, rusticità, prolificità. Il maiale è essenzialmente legato alle

popolazioni stanziali sin dai tempi antichi, nelle sue varie razze e forme, tutte provenienti dai

diversi suini selvatici che popolavano il mondo conosciuto. Nelle prime comunità umane gli

animali allevati dovevano avere due caratteristiche fondamentali: essere facilmente

addomesticabili ed essere utili, o per aiutare l’uomo nei suoi lavori (il cavallo o il bue per il

trasporto, il cane per la caccia e la difesa) o per fini alimentari (avicoli e piccoli roditori, capre

per il latte). Il maiale presenta entrambe queste peculiarità: facilmente addomesticabile e con

carni saporite e ricche di grasso, comportava però il problema di non poter essere consumato

nel giro di due o tre giorni dalle piccole comunità umane: nacque così l’esigenza di conservare

la carne non consumata nei giorni immediatamente seguenti l’uccisione. I primi sistemi di

conservazione furono l’essiccamento, a cui ben si prestavano le carni magre, e l’affumicatura;

solo in un secondo tempo e solo nelle zone in cui era possibile reperirlo, fu utilizzato il sale, che

i romani già usavano, sia per le carni che per il pesce, trasportandolo a Roma dall’Adriatico

attraverso una strada (la Salaria) che passava dall’attuale Umbria, terra di cinghiali e suini,

animali cui non si tardò a riconoscere un’altra proprietà: avevano carni molte predisposte alla

salagione.Dopo la caduta dell’Impero Romano le condizioni sociali del nostro Paese cambiarono

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e si assistette alla nascita di una figura nuova, il lavoratore itinerante: piccoli mercanti, monaci

questuanti, cantastorie, guaritori o calderai vagavano con vari prestatori d’opera stagionali utili

alla mietitura e alla trinciatura, pescatori di aringhe, minatori, e via dicendo, spesso riuniti in

una sorta di cooperazioni. All’interno di questo gruppo di lavoratori c’erano anche gli esperti

nell’uccisione e lavorazione delle carni di maiale. Nell’area oggi occupata dalla nostra provincia,

il maiale era presente poichè consentito dal feudatario e allevato dal servo della gleba, che lo

sacrificava in inverno, aiutato dai maestri salatori. L’introduzione delle leggi di mezzadria

permettono, infatti, l’allevamento in toto del maiale: il contadino, quindi, alleva la scrofa che

farà fecondare dal verro, magari fornito dal proprietario del fondo, e da cui nasceranno una

decina di suinetti allevati con cura. Col tempo il ruolo del norcino si modifica: non è più

componente di una corporazione, ma un vicino esperto nella macellazione e preparazione dei

salumi a cui si dedica con passione e che spesso trasmette al figlio e al nipote insieme alla sua

‘scienza’ ed esperienza, permettendo così la continuazione della tradizione. Anche gli strumenti

e gli attrezzi utilizzati dal norcino si sono evoluti; i suini ‘bianchi’ del nord Europa hanno

sostituito i ‘neri’ nostrani, il grasso non è più la base energetica di un tempo, la stagionatura si

è modificata.

L'origine della tradizione salumiera risale all'epoca della colonizzazione greca delle coste

ioniche. Non si tratta solo di un’esigenza alimentare, bensì di condivisione e socializzazione:

intorno ai tempi e alle modalità del rituale della macellazione del maiale si scambiano servizi di

collaborazione, si determinano i ruoli, si formano proverbi, canti e racconti.

A febbraio, dunque, con la luna calante, il maiale doveva morire lentamente dopo essere stato

colpito diritto alla carotide dal norcino con il suo lungo coltello. Il successo di tale atto, che

diveniva un rito in presenza di buona parte dei compaesani, rispecchiava le aspettative di un

intero anno di lavoro e richiedeva l’attenta preparazione di paioli, uncini, raschiatoi, coltelli,

mannaie, scannatoi, scure, martello, macinino, tagliatoi, tritacarne, imbusecchiatore,

sale,pepe, peperoncino, spezie e spaghi.

Questo salume, che entra a far parte di gustose ricette, può essere gustato anche da solo,

servito come antipasto insieme ad altri salumi e formaggi tipici e con il pane.

Art. 1

Nome del prodotto

L’Indicazione De.Co. Denominazione Comunale “Salame De.Co. di Gottolengo” è riservata

esclusivamente al prodotto che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare.

Art. 2

Descrizione del prodotto

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Suino peso vivo kg 165/180 allevato in strutture zootecniche site nel territorio di Gottolengo,

regolarmente iscritte e controllate da A. T. S. e rispettose della normativa igienico sanitaria di

settore e del benessere animale

I suini sono alimentati con farine di cereali prodotte nelle aziende agrarie del territorio e da

mangimi di qualità.

La Macellazione deve avvenire in strutture con riconoscimento CE della provincia di Brescia.

Il salume, nella filiera produttiva e di trasformazione deve essere controllato per carica

batterica salmonella, listeria, streptococchi e mesofili come da normativa sanitaria e

merceologica, Norme di riferimento. • L. 30 aprile 1962, n° 283: Disciplina igienica della

produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande. • D.P.R. 26 marzo 1980,

n° 327: Regolamento di esecuzione della legge 30 aprile 1962, n° 283, e successive modifi

-cazioni in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze

alimentari e delle bevande.

Il prodotto indicato con la presente De.Co. di cui all’art.1, deve essere ottenuto dalla

lavorazione di carni di suini di alta qualità allevati in Italia e le cui fasi di preparazione e

lavorazione devono aver luogo nel territorio del Comune di Gottolengo. Quanto riportato trova

applicazione presso tutte le macellerie con laboratorio di lavorazione delle carni che

volontariamente aderiscono al Disciplinare Tecnico che sono operativi presso il Comune

Gottolengo (Brescia).

Dalla lavorazione sono escluse le carni di verri e scrofe.

Il “Salame De.Co. di Gottolengo” presenta il sapore e l’odore intenso caratteristico degli

insaccati stagionati, con la sua forma cilindrica leggermente schiacciata ai lati, al taglio

evidenzia una grana media, con grasso proporzionato alla carne magra dal colore rosso

vivace. Il prodotto deve essere conservato ad una temperatura di +2-+6 C e deve rispettare i

residui di presidi sanitari entro i limiti imposti dal D.M. 27 Agosto 2004 e s.m.i. e gli additivi

entro i limiti previste dal Decreto Ministero della salute 7 Febbraio 2008 e s.m.i.

Normalmente viene venduto stagionato tale e quale o in confezioni sottovuoto o in atmosfera

controllata che premettono il consumo preferibilmente entro 6 mesi.

Art. 3

Area di produzione

La zona di produzione del “Salame De.Co. di Gottolengo" si colloca presso il territorio del

Comune Gottolengo (Brescia).

Art. 4

Procedura per ottenere la certificazione

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I produttori per ottenere l’attestazione della De.Co. del “Salame De.Co.di Gottolengo” devono

iscriversi al registro dei produttori mediante la sottoscrizione di apposito modulo di adesione e

fornire copia della autorizzazione attiva per la propria attività di lavorazione delle carni e/o di

commercializzazione del prodotto riconosciuta dall’Ente Competente.

Art. 5

Descrizione del metodo di produzione

Il metodo di produzione del “Salame De.Co. di Gottolengo” prevede l’utilizzo dei seguenti

ingredienti e lavorazione:

“Salame De. Co. di Gottolengo"

Carne di di suino per l’80%

Grasso ottenuto da lardo della parte anteriore

del lombo per circa il 20 %

Aromi naturali e additivi nel rispetto della

normativa vigente. Spezie e sale tracciati e

registrati, doppia pesata con bilancia tarata a

2 grammi.

L'impasto della carne è tritata a medio taglio

(8 dm)

L'impasto viene insaccato in crespone o

gentile di scrofa (budelli naturali sterilizzati

con lotto e tracciabilità su cartaceo conservati

sotto sale ed a temperatura controllata)

Legatura con spago naturale a mano (lotto

corda e tracciabilità sui cartaceo)

Foratura e apposizione di sigillo di garanzia

inviolabile con i riferimenti di legge per ogni

singolo pezzo.

Gocciolatura e asciugatura per 24/48 ore

Passaggio in sale di stagionatura dove

stazionano per un minimo di 55 giorni, la

temperatura deve essere controllata, mai

inferiore a 13° mentre l’umidità mai inferiore

a 76° al fine di garantire ottimali standard

qualitativi igienico sanitari.

In questo periodo di tempo il prodotto perde

umidità e peso per almeno un terzo circa

rispetto alla carne utilizzata.

Caratteristiche fisiche La forma finale è assimilabile ad una figura

cilindrica, con diametro di circa 5,5-6 cm e

lunghezza circa 30 cm

E’ vietato l’uso di alcun tipo di farina né di plasma, farina di ossa suine liofilizzate o di acqua

aggiunta.

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Art. 6

Etichettatura

Il salume “Salame De. Co. di Gottolengo” è commercializzato tale

quale o confezionato sotto vuoto in conformità alla normativa vigente per quanto riguarda gli

aspetti igienico sanitario e del commercio; sul prodotto confezionato, sul materiale pubblicitario

presente nel punto vendita e su altro materiale pubblicitario/divulgativo l’attribuzione De.Co.

ottenuta viene pubblicizzata in conformità alla regolamentazione dell’Ente Comunale in

materia.

Le caratteristiche della dicitura sono le seguenti: “Salame De. Co. di Gottolengo” ed è

riprodotto il logo della De.Co. di Gottolengo (BS) presenta iniziali maiuscole; Gottolengo

presenta la lettera iniziali maiuscole.

E' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista.

E' tuttavia ammesso l'utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a marchi privati, purché

questi non abbiano significato laudativo o siano tali da trarre in inganno il consumatore,

nonché di altri riferimenti veritieri e documentabili che siano consentiti dalla normativa

comunitaria, nazionale o regionale e che non siano in contrasto con le finalità e i contenuti del

presente disciplinare.

La denominazione al prodotto così come qui definita è intraducibile.

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Disciplinare

PER LA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE

del “salame De. Co. di Gottolengo"

Art. 1 - Denominazione

La De.Co. (Denominazione

Comunale) del salume

chiamato “Salame De.Co. di

Gottolengo” è assegnata al

richiedente allorquando la

produzione è rispondente alle

condizioni ed ai requisiti

stabiliti dal presente

disciplinare.

Art. 2 –Identificazione- Il Marchio

Il marchio De.Co. è di esclusiva proprietà del Comune di Gottolengo, che potrà utilizzarlo

liberamente a propria insindacabile discrezione.

Il simbolo è, dal punto di vista grafico, quello allegato al presente disciplinare tecnico per

formarne parte integrante e sostanziale.

È vietato qualunque uso “generico” del marchio che possa far supporre che altri prodotti siano

oggetto di tutela da parte del marchio De.Co.

Il “Salame De.Co. di Gottolengo” è identificata dal logo De.Co. che viene apposto su ciascuna

confezione individuale.

Art. 3 - Soggetto proponente

L’iscrizione del “Salame De.Co. di Gottolengo” nell’apposito Registro Comunale previsto dal

vigente Regolamento è concesso dalla Commissione delle De.Co. (soggetto proponente), cui

viene affidata la gestione del marchio, nei termini di cui ai successivi articoli.

Art. 4 - Soggetti utilizzatori

Il soggetto proponente è delegato ad individuare i produttori del “Salame De. Co. di

Gottolengo" , che dovranno preventivamente sottoscrivere per integrale accettazione il

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presente disciplinare tecnico, saranno iscritti in apposito Registro tenuto dal soggetto

proponente.

Copia di detto Registro dovrà essere trasmesso ai competenti uffici comunali.

Art. 5 - Modalità di utilizzo del marchio

Il marchio verrà consegnato su idoneo supporto informatico dal soggetto proponente, che ne

cura la riproduzione sotto la sua piena responsabilità.

Del marchio sono consentite le seguenti forme di impiego:

- esposto nei luoghi di produzione;

- esposto nei luoghi di commercializzazioni quali per esempio i rivenditori del prodotto (negozi

di alimentari, supermercati…e ristoratori) a seguito di indicazione specifica alla Commissione

proponente da parte dei produttori iscritti nell’apposito registro;

- stampigliato sull’imballaggio utilizzato per il confezionamento, la confezione è definita a priori

e dovranno comunque risultare tali da garantire una gradevole immagine e conferire adeguata

attrattiva nei confronti del consumatore;

- utilizzato per materiale pubblicitario;

-utilizzato per campagne pubblicitarie giornalistiche, telefoniche, radiofoniche, televisive, via

internet o a mezzo altre tecnologie di comunicazione di massa.

Art. 6- Zona di produzione

La zona di produzione riconosciuta ed autorizzabile è quella del territorio di Gottolengo (BS).

Art. 7 - Zona di commercializzazione

La zona di commercializzazione riconosciuta ed autorizzabile è prevista senza limiti geografici

di distanza dai confini del Comune di Gottolengo (BS), sia in Italia che negli Stati della

Comunità Europea.

Art. 8 - Caratteristiche del prodotto

La definizione “Salame De.Co. di Gottolengo” con marchio De.Co. è riservata esclusivamente al

salume prodotto nel rispetto della scheda identitaria in allegato e parte integrante del presente

disciplinare.

Articolo 9 - Commercializzazione e vendita

Le confezioni che vengono esposte al pubblico per la vendita devono avere sempre

chiaramente visibile sulla confezione il marchio De.Co. del Comune di Gottolengo (BS).

Art. 10 - Attività di controllo

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Il soggetto proponente, in quanto unico autorizzato alla gestione del marchio, è tenuto ad

impegnarsi per la sua tutela e ad effettuare anche forme di legittima vigilanza sul rispetto del

presente regolamento, segnalando tempestivamente al Comune ogni eventuale abuso di cui

venga a conoscenza.

Sono di esclusiva competenza Comunale eventuali ispezioni e controlli.

Art. 11 - Norme finali

Per quanto non previsto dal presente disciplinare si fa riferimento al vigente Regolamento

Comunale, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 35 del 28.08.2019, e s.m.i.

e trova applicazione la legislazione nazionale e regionale in materia.

--------------------

Letto, approvato e sottoscritto :

p. IL COMUNE DI GOTTOLENGO IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO p. La Commissione delle De.Co.

GOTTOLENGO

Scheda identificativa della “Patata De.Co. di Gottolengo”

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In Europa la patata fu importata dai frati carmelitani, che la introdussero intorno al 1580,

dal Portogallo e dalla Spagna, che a loro volta l’avevano importata dall’ America

Meridionale. I carmelitani possedevano un monastero con annessa chiesa e ospedale

dedicata a San Girolamo, nel comune di Gottolengo. E’ facile pensare che attraverso questo

ordine monastico e grazie alla composizione del terreno il tubero abbia trovato un luogo

ideale per la sua coltivazione.

A seguito dei due conflitti bellici la povertà della popolazione e la scarsità delle sementi

trovò nella patata una grande risorsa alimentare. Aiutata dalla facilità di coltivazione e dai

pochi strumenti che richiedevano la sua messa a dimora, la patata si radica nel tessuto

socio economico del Comune di Gottolengo.

La preparazione del terreno avveniva con un leggera concimazione mediante letame maturo

di bovino. Attraverso l’aratro a trazione animale si provvedeva all’apprestamento del letto di

semina con la formazione di colmi che dovevano ricevere il tubero-seme. Con la nascita

delle piantine il contadino effettuava le prime zappature manuali che veniva regolarmente

ripetute contro le erbe infestanti. Alla maturazione del tubero la raccolta era effettuata a

mano e coinvolgeva tutta la famiglia e sovente vicini e parenti.

la coltivazione oggi

Oggi con le nuove tecnologie sono cambiate le modalità di semina e di raccolta, ma

l’atteggiamento nei confronti del ciclo naturale della coltivazione, ci impone di restare legati

alla tradizione per avere un raccolto di qualità superiore.

Il prodotto oggi come allora viene mantenuto integro attraverso ancora la zappatura

manuale in pieno campo, che garantisce un’areazione del terreno e una protezione dalle

erbe infestanti.

Il raccolto avviene già da giugno, in base alle varietà quando il prodotto ha raggiunto

maturazione. La conservazione avviene in modo totalmente naturale senza l’ausilio di anti-

gerninanti, in luoghi asciutti e bui ma ben areati.

Le varietà più diffuse nel nostro territorio generalmente sono: buccia gialla a pasta gialla,

buccia gialla a pasta bianca di consistenza farinosa e buccia rossa a pasta gialla.

La caratteristiche alimentari e terapeutiche della patata sono inestimabili, è un alimento di

facile digeribilità ricco di potassio e di acqua.

Art.1

Identificazione

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Si identifica la patata di Gottolengo quando ci si riferisce al tubero con le

caratteristiche normative merceologiche specifiche ottenute dalla

coltivazione e produzione nel solo territorio di Gottolengo

Art.2

Varietà

La denominazione patata De. Co. di Gottolengo non indica una varieta

locale ed è riservata al tubero prodotto esclusivamente nel territorio di

Gottolengo.

Art.3

Descrizione del prodotto

All'atto della sua immissione al consumo, “La patata De.Co. di

Gottolengo” deve presentare le seguenti caratteristiche qualitative:

si presenta asciutta, ricca di amido, molto saporita. Ha un’alta

percentuale di sostanza secca, mentre le percentuali dei nutrienti sono

in linea con la media.

Deve essere possibile la tracciabilità del prodotto

Art.4

Documentazione necessaria per la certificazione

I produttori per ottenere

l’attestazione della “patata

De.Co.di Gottolengo” devono

iscriversi al registro dei

produttori mediante la

sottoscrizione di apposito

modulo di dichiarazione e allegando la mappa catastale o il fascicolo

aziendale dei propri terreni coltivati a patata con la specifica delle

particelle catastali e la distinzione varietale. Deve presentare eventuali

modifiche sostanziali.

Il sottoscrittore della presente scheda identificativa si impegna a

seguirla nella sua interezza e a sottoporre la propria attività al

controllo della commissione Comunale preposta alla Denominazione

Comunale. Le consegne e tutte le movimentazioni di patate saranno

registrate dal titolare per corrispettivi o fatture a disposizione degli

aventi diritto per eventuali controlli.

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Art.5

Descrizione del sistema di coltivazioni

N. Fase Descrizione - Requisiti Punto critico

1

Scelta varietale

ogni produttore può

scegliere le varietà più

adatte alle sue esigenze

ed ai suoi terreni. Si

consiglia di scegliere

varietà che presentino

buona resa in sostanza

secca, buona resistenza

alle avversità e lunga

dormienza dei germogli.

Tuttavia si riconoscono

alcune varietà coltivate

tradizionalmente a

Gottolengo da decenni:

• la patata Primura e

Monalisa, patate a

maturazione precoce,

• la patata Bintje,

tradizionalmente usata

per la produzione di

gnocchi,

• la patata Desiree,

molto grossa e dalla

buccia rossa,

• la patata “Vitellotte”,

dalla buccia e polpa viola

E le intramontabili

Majestic e Kennebec a

pasta bianca

terreni non adatti alla varietà

coltivata

2 Concimazione La patata si avvantaggia molto di

una concimazione organica. Questa

può essere fatta in autunno ma si

consiglia di eseguirla in primavera,

piano di concimazione non

corretto , per ecesso o

difetto. Mancanza di una

analisi preventiva del terreno

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prima dell’aratura del terreno o

della sua fresatura superficiale in

maniera che non ci sia il

dilavamento dei nutrienti,

utilizzando letame ben maturo in

quantità non superiore ai 400

quintali su ettaro. In alternativa si

possono utilizzare substrati esausti,

la pratica del sovescio o altri

fertilizzanti organici. E’ vietato

l’utilizzo di liquami e di compost

derivante dalla lavorazione di rifiuti

solidi urbani.

Chi opera in regime biologico potrà

utilizzare Concimi a base di ricino,

oppure funghi ed altri organismi

entomoparassiti. L’azoto è un

elemento indispensabile nella

coltivazione della patata, ma non

deve essere in dosi eccessive per

non pregiudicarne la quantità di

sostanza secca e la conservazione.

L’elemento chiave nella produzione

di patate di qualità è il potassio. La

patata è una coltura potassofila,

questo elemento favorisce

l’accumulo di amido, l’aumento della

sostanza secca e la conservazione

dei tuberi. Le dosi di riferimento,

per ettaro, dovranno quindi essere:

• 150 kg di azoto (N), facendo

rientrare in questa stima anche

dell’azoto apportato con le

letamazioni, il sovescio e la

calciocianamide • 60 kg di fosforo

(P) • 180 kg di potassio (K) E’

auspicabile (ma non obbligatorio)

l’utilizzo di fertilizzanti biologici. E’

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buona norma distribuire i

fertilizzanti, soprattutto quelli

azotati, in modo razionato durante

la coltivazione, all’impianto, alla

rincalzatura e prima della chiusura

della fila, in modo da evitare il

dilavamento dei nutrienti da parte

della pioggia

3

Lavorazione del

terreno

Per ottenere una buona produzione

sia in termini quantitativi che

qualitativi si prescrive di non

utilizzare lo stesso areale (campo)

di coltivazione per più di due

stagioni di raccolta. Quindi di

evitare il ristoppio per più di due

anni o la successione con altre

solanacee (peperoni, pomodori,

tabacco). Al contrario è fortemente

consigliata la tecnica della rotazione

delle coltureE’ vietata la coltivazione

in successione a prato stabile o altra

coltura non arativa (frutteto, terreni

abbandonati). Tra un prato stabile e

l’impianto di patate deve essere

effettuata almeno una coltivazione

di colture seminative o sovescio di

miscugli contenenti essenze ad

effetto insetticida e nematocida Si

consiglia di alternare le arature con

adeguate lavorazioni con ripper per

impedire la formazione della suola

di lavorazione e sfavorire lo sviluppo

degli elateridi

Mancata rotazione colturale,

impoverimento del terreno

4 Piantamento La semina deve avvenire tra i mesi

di Marzo e Aprile. Le sementi

possono essere tagliate in più parti

(generalmente, un parte per

germoglio, in base alla dimensione

della patata) e interrate ad una

densità d’impianto non

corretto

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profondità di 5 – 10 cm con una

distanza di 25 – 30 cm l’una

all’altra. La densità d’impianto,

utilizzando tuberi di calibro 28-35 e

35-45 mm è di 5,0-5,5 tuberi metro

quadrato, con il piantamento di 20-

25 quintali su ha di tuberi seme. La

distanza tra i solchi consigliata è di

0,65 – 0,80 m. È ammessa la

pratica della pre-germogliazione.

5

Controllo delle erbe

infestanti

A Maggio, se necessario, si

prevede una zappatura per

eliminare le erbe infestanti abbinata

alla prima rincalzatura e alla prima

concimazione di copertura

6

La lotta ai parassiti

vegetali e animali

La lotta ai parassiti vegetali ed

animali viene attuata seguendo le

indicazioni dei bollettini fitosanitari

che recepiscono le Linee Tecniche di

Difesa Integrata, predisposte dalla

Regione Lombardia ed approvate

dal Gruppo di Difesa Integrata del

Ministero della Sanità. Pur non

essendo vincolante ai fini della

De.Co. è incoraggiata la coltivazione

della patata con metodi biologici.

7 Irrigazione l’irrigazione è indispensabile

facendo attenzione a non esagerare

per non favorire malattie

crittogamiche. È vietato l’utilizzo di

acque luride, inquinate o di scolo

stradale. Prima di utilizzare una

fonte di approvvigionamento di

acqua ad uso irriguo di cui non si

conoscono le caratteristiche, è bene

analizzarne l’acqua per scongiurare

la presenza di patogeni e/o

stress idrici

analisi dell’acqua del pozzo

46

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inquinanti

8

Raccolta delle patate

Tra Luglio e Settembre, in base

alla precocità delle cultivar, è

prevista la raccolta delle patate. I

tuberi scavati e lasciati sul terreno

ad asciugare all'aria non devono

essere lasciati esposti alla luce per

più di 6 ore per evitare

l'inverdimento o scottature da colpi

di calore. Sono da privilegiare quei

periodi in cui il cespo è secco, il

terreno ha un grado di umidità

abbastanza basso da non sporcare

eccessivamente il tubero, ma allo

stesso tempo non troppo secco e

riunito in zolle che possano

danneggiare il tubero

9 Sistema di

conservazione e

trasporto

La conservazione deve avvenire

in cantine, anfratti dei portici o

luoghi a temperatura costante

medio-bassa e al buio. Questo tipo

di conservazione permette di

rallentare l’asciugatura

(disidratazione) della patata e di

posticipare il più possibile l’inizio

della germogliazione.Porte e finestre

devono essere protette con reti a

maglie molto fitte per impedire le

infestazioni di tignola. Allo stesso

modo è da evitare che la

temperatura ambientale scenda al

di sotto i 4-5 °C in maniera da

garantire la massima qualità del

prodotto. Per il trasporto nelle

piccole e medie distanze va

garantita la copertura dai raggi

solari. È assolutamente vietato l’uso

di sistemi e trattamenti

antigermoglianti di origine chimica.

temperatura ottimale di

conservazione < 15 °C.

Evitare le temperature sotto

zero.

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Buona pratica è quella di garantire

una corretta ventilazione del

cumulo, E’ possibile la

conservazione delle patate in celle

frigo adatte

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10

La

commercializzazione

Per essere considerate Patate

De.Co. di Gottolengo i tuberi devono

avere un larghezza minima

superiore ai 50 mm (millimetri).

Non sono soggette a questi limiti

dimensionali alcune varietà la cui

caratteristica è proprio la ridotta

dimensione e la forma allungata. Ne

sono un esempio la varietà

Vitellotte. Non devono riportare

tagli, ferite, abrasioni, funghi o

macchie e devono essere il più

possibile prive di corpi estranei. A

livello di vendita, le patate possono

essere vendute o su sacchi o in

cassettine. Possono vendere sfuse

le Patate De.Co. di Gottolengo

solamente i produttori, o presso le

loro abitazioni o nel caso essi

svolgano attività di vendita

ambulante al pubblico (mercati,

mercatini, manifestazioni) E’ altresì

vietato l’uso del nome “Patate

de.co. di Gottolengo” nel caso di

Rivenditori o Grossisti che

dovessero vendere le “Patate

De.Co. di Gottolengo” I rivenditori

ed i grossisti devono

obbligatoriamente acquistare e

rivendere le “Patate De.Co. di

Gottolengo” racchiuse nelle loro

confezioni. La confezione classica

delle Patate De.Co. è il sacco retato

che dovrà avere queste

caratteristiche:

10 Tessuto “raschel” di colore beige,

idoneo al contatto con gli alimenti •

Bordo superiore ed inferiore azzurro

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• Laccio di chiusura inserito nella

trama per permettere la chiusura

manuale • Fascia centrale a tutto

tondo a sfondo bianco larga 115

mm • Logo “patata De.Co. di

Gottolengo” grande 160 mm x 110

mm, ripetuto in sequenza sulla

fascia. Le confezioni di vendita

dovranno obbligatoriamente

presentare: A. Il logo della “patata

De.Co. di Gottolengo”. B La cultivar

delle patate contenute nelle

confezioni. C. Il codice alfanumerico

individuante il produttore D. Altri

simboli richiesti dalla legge (per

esempio quelli degli enti di

certificazione per l’agricoltura

biologica) A discrezione del

produttore potranno essere indicati:

A. I dati aziendali produttore

(nome, indirizzo, recapito

telefonico, altri contatti, partita IVA)

B. Gli usi culinari della patata C. La

modalità di conservazione D. La

località di produzione Tali

informazioni dovranno essere ben

visibili e quindi A) Applicate o con

etichette adesive o a mezzo stampa

al sacco B) Applicate con apposita

etichetta esterna. I produttori

dovranno richiedere il file

dell’etichetta alla commissione o al

comune ed utilizzarlo per stampare

le proprie etichette da legare ai

sacchi C) Applicate con pieghevole

informativo esterno e legato al

sacco Tutto ciò che riguarda il

packaging (sacco, etichette,

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cassettine), dovrà essere

consegnato solamente ai Produttori

iscritti De.Co. Quest’ultimi possono

cedere tale materiale (ancora da

utilizzare) solamente ad altri

Produttori iscritti De.Co. , pena la

cancellazione dall’albo.

Personalizzazione del packaging Le

aziende che lo ritenessero

opportuno possono modificare

l’originalità del sacchetto previsto

per la commercializzazione delle

“patata De.Co. di Gottolengo” a

patto che rispettino le seguenti

disposizioni: • Divieto di variazione

del colore e del materiale del sacco

rispetto a quanto previsto nel

disciplinare • Divieto di variazione

delle dimensioni della fascia, del suo

colore e delle dimensioni del logo

“patata De.Co. di Gottolengo”

rispetto a quanto previsto nel

disciplinare • Divieto di espressioni

come “super”, “la più buona”, “la

migliore”, “la vera” o altre che

facciano presupporre una qualità

maggiore dell’azienda in oggetto

rispetto agli altri produttori

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Art.6

Etichettatura

La “patata De.Co. di Gottolengo” è venduta preferibilmente confezionata

in cassette e in sacchi in tessuto “raschel” di colore beige, idoneo al

contatto con gli alimenti,con bordo superiore ed inferiore azzurro,laccio

di chiusura inserito nella trama per permettere la chiusura

manuale,fascia centrale a tutto tondo a sfondo bianco larga 115 mm,

logo “patata De.Co. di Gottolengo” grande 160 mm x 110 mm, ripetuto

in sequenza sulla fascia. Le confezioni di vendita dovranno

obbligatoriamente presentare: Il logo della “patata De.Co. di

Gottolengo”. La cultivar delle patate contenute nelle confezioni,il codice

alfanumerico individuante il produttore, e altri simboli richiesti dalla

legge (per esempio quelli degli enti di certificazione per l’agricoltura

biologica). A discrezione del produttore potranno essere indicati: A) I

dati aziendali produttore (nome, indirizzo, recapito telefonico, altri

contatti, partita IVA) B) Gli usi culinari della patata C) La modalità di

conservazione D) La località di produzione. Tali informazioni dovranno

essere ben visibili e quindi applicate o con etichette adesive o a mezzo

stampa al sacco con apposita etichetta esterna. I produttori dovranno

richiedere il file dell’etichetta alla commissione o al comune ed utilizzarlo

per stampare le proprie etichette da legare ai sacchi con pieghevole

informativo esterno legato al sacco Tutto ciò che riguarda il packaging

(sacco, etichette, cassettine), dovrà essere consegnato solamente ai

produttori iscritti De.Co. Quest’ultimi possono cedere tale materiale

(ancora da utilizzare) solamente ad altri produttori iscritti De.Co. pena la

cancellazione dall’albo. Personalizzazione del packaging : Le aziende che

lo ritenessero opportuno possono modificare l’originalità del sacchetto

previsto per la commercializzazione delle “Patata De.Co. di Gottolengo”

a patto che rispettino le seguenti disposizioni: • Divieto di variazione del

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colore e del materiale del sacco rispetto a quanto previsto nel

disciplinare • Divieto di variazione delle dimensioni della fascia, del suo

colore e delle dimensioni del logo “Patata De.Co. di Gottolengo”. rispetto

a quanto previsto nel disciplinare • Divieto di espressioni come “super”,

“la più buona”, “la migliore”, “la vera” o altre che facciano presupporre

una qualità maggiore dell’azienda in oggetto rispetto agli altri produttori

a “Denominazione Comunale”, ponendo il solo logo della De.Co.

integrando il confezionamento con un adeguato riferimento del territorio

di Gottolengo nel rispetto della normativa vigente oppure, nel caso di un

ristoratore, può integrare l’esposizione del logo con una specifica

descrittiva del piatto proposto con un chiaro riferimento al territorio di

Gottolengo.

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Disciplinare

PER LA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE

della “Patata De.Co di Gottolengo”’

Adottato a termini del vigente Regolamento Comunale

approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. del

Art. 1

Denominazione

La De.Co. (Denominazione Comunale) è assegnata alla patata coltivata

nel territorio di Gottolengo, allorquando la produzione è rispondente alle

condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare-regolamento.

Art. 2

Identificazione: il MARCHIO

Il marchio De.Co. è di esclusiva proprietà del Comune di Gottolengo

(BS), che potrà utilizzarlo liberamente a propria insindacabile

discrezione. Consiste in un logo monocromatico di forma rettangolare

su fondo verde, raffigurante elementi semplici quali la terra, il sole e il

paesaggio che rappresenta la territorialità. Nella parte superiore a

destra si trova la scritta De.Co., mentre nella parte inferiore a sinistra

la scritta Comune di Gottolengo. I tratti e e le linee utilizzate sono

semplici e facilmente riproducibili sia in piccolo formato che in grande

formato, seguendo le esigenze tecniche di stampa che un marchio

richiede.

1. Il simbolo è, dal punto di vista grafico, quello allegato al presente

Regolamento per formarne parte integrante e sostanziale.

2. È vietato qualunque uso “generico” del marchio che possa far

supporre che altri prodotti siano oggetto di tutela da parte del

marchio De.Co.

“Patata De.Co. di Gottolengo”. è identificato dal logo De.Co. che viene

apposto su ciascuna confezione.

Art. 3

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Soggetto proponente

L’iscrizione nell’apposito Registro Comunale previsto dal vigente

Disciplinare-Regolamento è concesso dalla Commissione delle De.Co.

(soggetto proponente), cui viene affidata la gestione del marchio, nei

termini di cui ai successivi articoli.

Art. 4

Soggetti utilizzatori

Il soggetto proponente è delegato ad individuare i produttori della

“Patata De.Co. di Gottolengo”. che dovranno preventivamente

sottoscrivere per integrale accettazione il presente disciplinare-

regolamento, saranno iscritti in apposito Registro tenuto dal soggetto

proponente.

Copia di detto Registro dovrà essere trasmesso ai competenti uffici

comunali.

Potranno accedere all’iscrizione all’albo “Patata De.Co. di Gottolengo” .

i seguenti soggetti:

* Produttori regolarmente registrati con Partita Iva

* Rivenditori locali

* Rivenditori all’ingrosso

*Artigiani trasformatori

* Ristoratori

Si ricorda che la Denominazione Comunale è un riconoscimento che il

Comune dà ad un soggetto in quanto attivo nella produzione e nella

diffusione di un prodotto tipico del territorio. Pertanto nessun produttore

o commerciante o cooperativa o associazione o qualsiasi altro soggetto

economico potrà mai vantare un’esclusiva sulla denominazione

comunale. La Denominazione comunale viene rilasciata dal Comune ai

soggetti che ritiene conformi al disciplinare. Nel caso di cooperative o

associazioni, queste devono garantire ai propri soci iscritti alla De.Co. di

poter destinare parte della produzione alla vendita diretta a privati, o nei

mercat agricoli ed altre manifestazioni come sagre, fiere ed eventi

culturali, o a negozi interessati a vendere la “patata De.Co. di

Gottolengo”.

Art. 5

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Modalità di utilizzo del marchio

Il marchio verrà consegnato su idoneo supporto informatico al soggetto

richiedente, che ne cura la riproduzione sotto la sua piena

responsabilità.

Del marchio sono consentite le seguenti forme di impiego :

- esposto nei luoghi di produzione;

- esposto nei luoghi di commercializzazione;

- stampigliato sull’imballaggio utilizzato per il confezionamento, la

confezione è definita a priori e dovranno comunque risultare tali da

garantire una gradevole immagine e conferire adeguata attrattiva nei

confronti del consumatore;

-utilizzato per materiale pubblicitario;

-utilizzato per campagne pubblicitarie giornalistiche, telefoniche,

radiofoniche, televisive, via internet o a mezzo altre tecnologie di

comunicazione di massa.

Art. 6

Zona di produzione

La zona di produzione riconosciuta ed autorizzabile per la coltivazione e

della patata è esclusivamente quella del territorio di Gottolengo

Art. 7

Zona di commercializzazione

La zona di commercializzazione riconosciuta ed autorizzabile è previsti

senza limiti geografici di distanza dai confini del Comune di Gottolengo

(BS), sia in Italia che negli Stati della Comunità Europea.

Art. 8

Caratteristiche del prodotto

La definizione ““Patata De.Co. di Gottolengo”. , con marchio De.Co. è

riservata esclusivamente alle patate coltivate nel rispetto della scheda

identitaria in allegato e parte integrante del presente disciplinare-

regolamento.

Articolo 9

Commercializzazione e vendita

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Le confezioni di “Patata De.Co. di Gottolengo”. che vengono esposte al

pubblico per la vendita devono avere sempre chiaramente visibile sulla

confezione il marchio De.Co. del Comune di Gottolengo (BS) e le

raccomandazioni previste dall’art 8 della scheda identitaria.

Art. 10

Attività di controllo

Il soggetto richiedente, in quanto unico autorizzato alla gestione del

marchio, è tenuto ad impegnarsi per la sua tutela e ad effettuare anche

forme di legittima vigilanza sul rispetto del presente disciplinare-

regolamento, segnalando tempestivamente al Comune ogni eventuale

abuso di cui venga a conoscenza.

Sono di esclusiva competenza Comunale eventuali ispezioni e controlli.

Art. 11

Norme finali

Per quanto non previsto dal presente disciplinare-regolamento si fa

riferimento al vigente Regolamento Comunale, approvato con

deliberazione del Consiglio Comunale n. 35 del 28.08.2019 e trova

applicazione la legislazione nazionale e regionale.

Letto, approvato e sottoscritto :

IL COMUNE DI Gottolengo

IL SINDACO La Commissione delle De.Co.

Gottolengo

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Scheda identificativa

dei “Tortelli De.Co. di Gottolengo”

I tortelli di zucca sono uno dei piatti tipici della tradizione Bresciana e sicuramente uno dei

piatti più conosciuti in Italia, anche perché legati alla tradizione natalizia: i tortelli di zucca

sono da sempre il tipico primo piatto da consumare durante la cena della Vigilia di Natale. In

quanto alle sue origini, si pensa che i tortelli di zucca abbiano origini rinascimentali e che siano

stati ideati dopo la conquista europea dell'America a causa della grande quantità di zucca,

ingrediente principale dei tortelli. Il condimento tradizionale dei tortelli di zucca è costituito da

burro fuso in tegame, leggermente scurito ed aromatizzato con salvia, mentre in altre zone

della Lombardia si utilizza burro soffritto con cipolla e pomodoro, unito a salsiccia di maiale.

Il presente riconoscimento De.Co. desidera confermare un prodotto di una specifica realtà

Comunale del quale ad oggi se ne produce una quantità importante all’anno, a testimonianza

di quanto la ricetta tradizionale e la manualità ad essa legata siano ampliamente vissute nel

territorio. I segreti della qualità dei “Tortelli De. Co. di Gottolengo” stanno nelle materie prime

a km 0 e nell’abilità artigiana dei produttori locali

La De.Co. è attribuita ai Tortelli prodotti nel territorio Comunale di Gottolengo, pasta fresca

che abbia i requisiti e le caratteristiche stabiliti nel presente documento d’identità del prodotto

e del disciplinare.

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Art. 1

Nome del prodotto

La Denominazione Comunale “Tortelli De.Co. di Gottolengo” è riservata

esclusivamente al prodotto che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal

presente disciplinare.

Art. 2

Descrizione del prodotto

La De.Co “Tortelli De.Co. di Gottolengo” è un pasta fresca ripiena, Il formato è il classico

piegato ad angolo con avvolgimento del ripieno leggermente chiuso ai lati, la zucca è

l’ingrediente che li caratterizza, sono preparati lavorando un impasto di farina di grano tenero,

semola di grano duro, con acqua, uova intere,tuorli d’uovo,sale.

Ripieno: Zucca Violina del territorio,amaretti con armelline, grana padano, burro, pangrattato

biscottato,mostarda di mele cotogne con scorzette di agrumi, sale,noce moscata.

I Tortelli vengono lessati in acqua per pochi minuti e conditi con burro versato.

Risulta essenziale al fine di garantire le caratteristiche determinanti:

1. produzione secondo ricetta tradizionale;

2. impiego di materie prime igienicamente controllate e conformi alle

specifiche tecniche definite.

3. rispetto della normativa cogente in materia igienico sanitaria e di

sicurezza alimentare;

5. senza aggiunta di conservanti e/o miglioratori;

7. lavorazione a mano o artigianale

8. materie prime a km 0 quali la zucca violina, burro e mostarda fornite

da produttori locali

Per ogni ingrediente usato, viene proposta una “scheda tecnica”, con particolare riferimento

agli aspetti merceologici, alle caratteristiche igienico-sanitarie, alle caratteristiche

organolettiche, nonché all’imballaggio, all’etichettatura, al trasporto da parte del fornitore

quando non acquistato direttamente e alla documentazione del prodotto esaminato.

Qui di seguito ne sono evidenziate a scopo informativo alcune:

Sale alimentare fino (cloruro di sodio)

Caratteristiche merceologiche:

Deve essere asciutto, senza aggiunta di alcun additivo chimico, in assenza di impurità

(sassolini,

insetti ecc.), la confezione non deve essere rotta, ma integra.

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Caratteristiche igienico-sanitarie:

Deve essere confezionato in stabilimento autorizzato a norma di legge.

Caratteristiche organolettiche:

colore: tipico (bianco)

odore: nella norma

sapore: nella norma non deve essere agglomerato, ma in grani fini.

Imballaggio:

Confezioni in originale e sigillata, il materiale usato (cartone) deve essere a norma.

Etichettatura:

A norma di legge (denominazione di vendita, ragione sociale e sede del produttore o

confezionatore, peso netto, le istruzioni relative alla conservazione del prodotto).

Trasporto:

Eseguito con mezzi di trasporto igienicamente idonei.

Documentazione:

Il fornitore, a richiesta dell’acquirente, deve essere in grado di fornire l’autocertificazione del

produttore inerente i piani di autocontrollo e le relative certificazioni d’analisi dei prodotti

oggetto della fornitura.

Noce moscata e pepe

Caratteristiche merceologiche:

Le spezie devono essere fresche, sane, senza la presenza di insetti vivi o morti, larve, cimici,

muffe, senza aggiunta di alcun additivo e antiparassitari, assenti aflatossine, la noce moscata e

i granelli di pepe non devono essere né rotti, né spezzati, ma integri.

Caratteristiche igienico-sanitarie:

Deve essere confezionata in stabilimento autorizzato; aflatossine assenti.

Caratteristiche organolettiche:

colore: marrone scuro

odore: di spezie

sapore: tipico

Imballaggio:

Le confezioni nel vasetto in vetro o barattolo in plastica devono essere originali e sigillate dal

produttore.

Etichettatura:

A norma di legge (denominazione di vendita, ragione sociale e sede del produttore o

confezionatore, peso netto, data di scadenza, lotto, le istruzioni relative alla conservazione del

prodotto)

Trasporto:

Eseguito con mezzi di trasporto igienicamente idonei.

Documentazione:

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Il fornitore, a richiesta dell’acquirente, deve essere in grado di fornire l’autocertificazione del

produttore inerente i piani di autocontrollo e le relative certificazioni d’analisi dei prodotti

oggetto della fornitura.

Farine

Caratteristiche merceologiche:

Farina tipo: 0-00-

Caratteristiche igienico-sanitarie:

Assenza di corpi estranei (peli, insetti) assenza di residui di fitofarmaci.

Caratteristiche organolettiche:

colore: bianco

odore e sapore: nella norma

Imballaggio:

Confezioni originale sigillata.

Etichettatura:

A norma di legge (denominazione di vendita, ragione sociale e sede del produttore o

confezionatore, peso netto, data di scadenza, lotto, le istruzioni relative alla conservazione del

prodotto).

Trasporto:

Eseguito con mezzi di trasporto idonei a proteggere le confezioni da intemperie, umidità,

parassiti.

Documentazione:

Il fornitore, a richiesta dell’acquirente, deve essere in grado di fornire l’autocertificazione del

produttore inerente i piani di autocontrollo e le relative certificazioni d’analisi dei prodotti

oggetto della fornitura.

Il fornitore, a richiesta dell’acquirente, deve essere in grado di fornire l’autocertificazione del

produttore inerente i piani di autocontrollo e le relative certificazioni d’analisi dei prodotti

oggetto della fornitura.

Grana Padano

Legislazione: D.P.R. 30.10.55 n. 1269 e successive modifiche

Caratteristiche merceologiche:

Formaggio a pasta dura, cotto. Forma cilindrica a scalzo leggermente convesso o quasi diritto,

con facce leggermente orlate.

Stagionatura preferibilmente non inferiore a 18 mesi.

Colorazione esterna giallo dorata naturale (può presentarsi scuro e oleoso se lo scalzo è stato

trattato con olio di lino o di vinaccioli).

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Crosta: circa 6 mm di spessore.

PASTA: granulosa, si spezza a scaglie, occhiatura minuta appena visibile, colore da giallo

chiaro a paglierino.

Caratteristiche organolettiche:

Saporito ma non piccante o salato.

Imballaggio:

Forme intere (sullo scalzo accanto ai marchi del consorzio con il numero del centro di

stagionatura, si legge la data di inizio del periodo di stagionatura in mese e anno).

Porzionato sottovuoto.

Trasporto:

Eseguito con mezzo coibentato se forme intere, con mezzo refrigerato se porzionato.

Conservazione:

In ambiente fresco e asciutto se forme intere, in frigorifero a +4°C se porzionato.

Controlli:

Data di inizio stagionatura sullo scalzo.

Se porzionato confezionato sottovuoto: presenza bollo CE.

Uova

impiega uova pastorizzate, acquistate con la dicitura “fresche pastorizzate” e “uova

pastorizzate ottenute da uova fresche”; diciture entrambe corrette, come previsto dal il reg.

CE n. 589/2008 e successive riforme.

Quando invece sono impiegate uova fresche di gallina in guscio, si specificano i seguenti

requisiti che devono essere evidenziati.

Legistazione: commercializzazione disciplinata da Reg. CEE n.1097/90 e 1274791 e s.m.i.

Caratteristiche merceologiche:

Uova appartenenti alla categoria di qualità A e alla categoria di peso 3 (da 60 a 65g)

consegnate in imballaggi di cartone originali e sigillati con scotch di etichettatura di colore

bianco indicanti a caratteri di stampa neri la ditta produttrice, la categoria di qualità e peso, il

numero del centro di imballaggio, le condizioni di conservazione dopo l’acquisto, la data di

scadenza (durata minima) e il numero di uova. Inoltre è possibile chiedere che su uno dei due

lati esterni dell’imballaggio sia apposta la data di imballaggio espressa con due serie di numeri,

indicanti rispettivamente il giorno (da 01 a 31) e il mese (da 01 a 12).

Caratteristiche igienico-sanitarie:

Guscio pulito, intatto, privo di incrinature, asciutto.

Caratteristiche organolettiche:

Assenza di colorazioni anomale internamente o esternamente; devono essere esenti da sapori

e odori estranei indesiderabili.

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Albume chiaro, limpido, di consistenza gelatinosa non fluida, esente da corpi estranei di

qualsiasi natura.

Tuorlo compatto sferico non appiattito, membrana tesa e non raggrinzita.

Il colore sia del tuorlo che del guscio dipende dall’assorbimento di pigmenti con la dieta e non

sono in relazione con un diverso potere nutritivo.

Trasporto:

Eseguito in veicoli coibentati in grado di mantenere una temperatura costante, comunque non

superiore a +18°C.

Le uova di categoria A non possono essere conservate a temperature inferiori a +5°C prima

della vendita ma possono essere trasportate in mezzi refrigerati se il trasporto è diretto al

consumatore finale e ha una durata inferiore alle 24 ore.

Per cui possono giungere tanto in mezzo semplicemente coibentato che refrigerato,

l’importante è che la temperatura non superi i 18°C e che il guscio si presenti bene asciutto.

Conservazione:

A temperatura di refrigerazione, in posizione verticale con il polo più piccolo in basso per non

comprimere la camera d’aria (l’aria tra il guscio e l’albume) situata in corrispondenza del polo

più grosso del guscio.

Controlli:

Data di scadenza posteriore di almeno 24 giorni alla data di consegna. Integrità dei gusci.

Burro

Caratteristiche merceologiche:

Sostanza grassa prodotta previe operazioni meccaniche dal latte intero di vacca o dalla panna

derivata da quest'ultimo tramite centrifugazione. La percentuale minima di grasso non deve

essere inferiore all'82%.

Caratteristiche igienico sanitarie:

Il burro deve essere prodotto, pastorizzato e confezionato in stabilimenti autorizzati ai sensi

del DPR 14 Gennaio 1997, n. 54 e s.m.i.

Caratteristiche organolettiche:

colore: giallo pallido

odore: aromatico

sapore: delicato, gradevole e dolce

Se all'apertura della confezione il prodotto appare alterato e all'assaggio si avverte gusto di

rancido l'intero lotto dovrà essere respinto.

Imballaggio:

Prodotto in stabilimento autorizzato e in confezioni originali e sigillate. Le confezioni devono

essere integre al momento dell'acquisto o della consegna e in caso contrario devono essere

respinte al fornitore.

Etichettatura:

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A norma di legge (denominazione di vendita, ragione sociale e sede del produttore o

confezionatore, peso netto, data di scadenza, lotto, istruzioni relative alla conservazione del

prodotto).

Trasporto:

Eseguito con mezzi di trasporto idonei e refrigerati.

Documentazione:

Il fornitore, a richiesta dell'acquirente, deve essere in grado di fornire l'autocertificazione dello

stabilimento produttore inerente i piani di autocontrollo.

Art. 3

Area di produzione

La zona di produzione dei “Tortelli De.Co. di Gottolengo” si colloca

presso il territorio del Comune Gottolengo(Brescia)

Art. 4

Procedura per ottenere la certificazione

I produttori per ottenere l’attestazione “Tortelli De.Co. di Gottolengo”

devono iscriversi al registro dei produttori mediante la sottoscrizione di

apposito modulo di dichiarazione e fornire copia della autorizzazione

attiva per la propria attività riconosciuta dall’Ente Competente.

Art. 5

Descrizione del metodo di produzione

Il metodo di produzione dei “Tortelli De. Co. di Gottolengo” prevede

l’utilizzo dei seguenti ingredienti per 1 kg di impasto:

Ingredienti Quantità

Farina di grano tenero 65%

Semola di grano duro 35%

Farine Totale 2,5 kg

Uova intere 6 da 50 gr ogni

kg di farina

Tuorlo 4 ogni kg

Acqua naturale (documentata

potabile)

Sale fino 3%

Ripieno

burro 2%

Amaretti con armelline 15%

Noce moscata 0,05%

Cotognata di mele con scorzette di

agrumi mostarda di mele

10%

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Pangrattato biscottato

Grana padano Dop

Zucca violina

Dati indicativi secondo la ricetta

tradizionale di Gottolengo

Il metodo di produzione prevede

Per la preparazione dell’impasto:

Metodo di preparazione

Le fasi di lavorazione sono

rigorosamente a mano, si

lessa una zucca in poca acqua

oppure la si cuoce al forno.

Tolta la buccia si lavora la

polpa, pressandola, si

aggiungono i vari ingredienti: amaretti secchi polverizzati, grana padano

gratuggiato, cotognata, pangrattato, noce moscata. A parte si prepara la

sfoglia, si lavorano assieme le farine, si aggiungono acqua, sale.

La sfoglia che si ottiene deve essere ritagliata a 80x60 mm e viene

ulteriormente pressata a 0,4 mm .

Il rapporto sfoglia /ripieno e di circa 50% . Si ottengono circa 90 tortelli da 11 grammi circa, ogni

kilogrammo .

Il formato è il classico piegato ad angolo con avvolgimento del ripieno leggermente chiuso ai lati ,

il ripieno viene posizionato a mano dall’operatrice . Il confezionamento e la pesatura viene fatta a

mano , perché trattasi dell’ultimo passaggio di qualità dove si scartano eventuali tortelli aperti , o

rotti, o fatti molto male.

Art. 6

Etichettatura

Il prodotto di pasta fresca ripiena chiamato “Tortelli De. Co. di

Gottolengo” viene commercializzato confezionato in apposite confezioniti

ed etichettato in conformità alla normativa vigente per quanto riguarda

gli aspetti igienico sanitario e del commercio; sul prodotto confezionato,

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sul materiale pubblicitario presente nel punto vendita e su altro

materiale pubblicitario/divulgativo l’attribuzione De.Co. ottenuta viene

pubblicizzata in conformità alla regolamentazione dell’Ente Comunale in

materia.

Le caratteristiche della dicitura sono le seguenti: “Tortelli De. Co. di

Gottolengo” ed è riprodotto il logo, che presenta le lettere iniziali

maiuscole in tutte le parole che lo compongono.

E' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente

prevista.

E' tuttavia ammesso l'utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a

marchi privati, purché questi non abbiano significato laudativo o siano

tali da trarre in inganno il consumatore, nonché di altri riferimenti

veritieri e documentabili che siano consentiti dalla normativa

comunitaria, nazionale o regionale e che non siano in contrasto con le

finalità e i contenuti del presente disciplinare.

La denominazione al prodotto così come qui definita è intraducibile.

In alternativa alla dicitura su descritta può essere posto il solo logo della

De.Co. integrando il confezionamento con un adeguato riferimento del

territorio di Gottolengo oppure nel caso di ristoratore può integrare

l’esposizione del logo con una specifica descrittiva del piatto proposto

con un chiaro riferimento al territorio di provenienza

Comune di Gottolengo

Disciplinare

PER LA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE

dei “Tortelli De. Co. di Gottolengo”

Art. 1

Denominazione

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La De.Co. (Denominazione Comunale) del prodotto alimentare chiamato

“Tortelli De. Co. di Gottolengo” è assegnata al richiedente allorquando la

produzione e/o la commercializzazione è rispondente alle condizioni ed

ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare-regolamento.

Art. 2

Identificazione: il MARCHIO

Il marchio De.Co. è di esclusiva proprietà del Comune di Gottolengo, che

potrà utilizzarlo liberamente a propria insindacabile discrezione.

Il simbolo è, dal punto di vista grafico, quello allegato al presente

disciplinare per formarne parte integrante e sostanziale.

È vietato qualunque uso “generico” del marchio che possa far supporre

che altri prodotti siano oggetto di tutela da parte del marchio De.Co.

I Tortelli De.Co. di Gottolengo si identificano tramite il logo De.Co. che

viene apposto su ciascuna confezione individuale.

Art. 3

Soggetto proponente

L’iscrizione dei “Tortelli De. Co. di Gottolengo” nell’apposito Registro

Comunale previsto dal vigente Regolamento è concesso dalla

Commissione delle De.Co. (soggetto proponente), cui viene affidata la

gestione del marchio, nei termini di cui ai successivi articoli.

Art. 4

Soggetti utilizzatori

Il soggetto proponente è delegato ad individuare i produttori e i

commercianti dei Tortelli di Gottolengo, che dovranno preventivamente

sottoscrivere per integrale accettazione il presente disciplinare, saranno

iscritti in apposito Registro tenuto dal soggetto proponente.

Copia di detto Registro dovrà essere trasmesso ai competenti uffici

comunali.

Art. 5

Modalità di utilizzo del marchio

Il marchio verrà consegnato su idoneo supporto informatico dal soggetto

proponente, che ne cura la riproduzione sotto la sua piena

responsabilità.

Del marchio sono consentite le seguenti forme di impiego:

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- esposto nei luoghi di produzione;

- esposto nei luoghi di commercializzazione;

- stampigliato sull’imballaggio utilizzato per il confezionamento, la

confezione è definita a priori e dovranno comunque risultare tali da

garantire una gradevole immagine e conferire adeguata attrattiva nei

confronti del consumatore;

- utilizzato per materiale pubblicitario;

- utilizzato per campagne pubblicitarie giornalistiche, telefoniche,

radiofoniche, televisive, via internet o a mezzo altre tecnologie di

comunicazione di massa.

Art. 6

Zona di produzione

La zona di produzione riconosciuta ed autorizzabile è quella del territorio

di Gottolengo (BS).

Art. 7

Zona di commercializzazione

La zona di commercializzazione riconosciuta ed autorizzabile è prevista

senza limiti geografici di distanza dai confini del Comune di Gottolengo

(BS), sia in Italia che negli Stati della Comunità Europea.

Art. 8

Caratteristiche del prodotto

La definizione “Tortelli De. Co. di Gottolengo” con marchio De.Co. è

riservata esclusivamente ai tortelli prodotti nel rispetto della scheda

identitaria in allegato e parte integrante del presente Regolamento.

Articolo 9

Commercializzazione e vendita

Le confezioni di tortelli che vengono esposte al pubblico per la vendita

devono avere sempre chiaramente visibile sulla confezione il marchio

De.Co. del Comune di Gottolengo (BS).

Art. 10

Attività di controllo

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Il soggetto proponente, in quanto unico autorizzato alla gestione del

marchio, è tenuto ad impegnarsi per la sua tutela e ad effettuare anche

forme di legittima vigilanza sul rispetto del presente regolamento,

segnalando tempestivamente al Comune ogni eventuale abuso di cui

venga a conoscenza.

Sono di esclusiva competenza Comunale eventuali ispezioni e controlli.

Art. 11

Norme finali

Per quanto non previsto dal presente disciplinare si fa riferimento al

vigente Regolamento Comunale, approvato con deliberazione del

Consiglio Comunale n. 35 del 28.08.2019 e trova applicazione la

legislazione nazionale e regionale in materia.

Letto, approvato e sottoscritto :

IL COMUNE DI GOTTOLENGO

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

La Commissione delle De.Co.

Scheda identificativa

degli “Gnocchi De.Co. di Gottolengo”

Gli Gnocchi sono uno dei prodotti alimentari della tradizione Bresciana e sicuramente uno dei

piatti più conosciuti in Italia, anche perché legati alla tradizione della coltivazione della patata,

particolarmente nel territorio di Gottolengo per la tessitura del terreno di medio impasto e

ottimale per la colotivazione del tubero. Il condimento tradizionale è costituito da burro fuso in

tegame, leggermente scurito ed aromatizzato con salvia, oppure con il pomodoro. In altre zone

del bresciano si usano condimenti a base di formaggi o di carni di selvaggina. Sembra che le

prime ricette degli gnocchi siano pubblicate per la prima volta nella seconda metà del

Cinquecento da parte di Cristoforo Messisbugo e Bartolomeo Scappi, due tra i più grandi cuochi

del Rinascimento. I “maccaroni detti gnocchi”sono impastati con farina, pangrattato, acqua

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bollente e uova, poi passati “su il rovescio della gratugia”, proprio come si fa con gli odierni

gnocchi di patate. Serviti asciutti, il condimento è quello tipico di tutta la pasta rinascimentale

composto da burro, formaggio e spezie (e un po’ di zucchero, a piacere). Questo tipo di

preparazione resiste per diversi secoli fino all’inizio del Novecento, sotto diversi nomi con

leggere varianti. La più comune è quella di aggiungere una buona dose di formaggio e

aumentare il numero dei tuorli, formando una miscela simile a quella usata per gli odierni

passatelli. Gli gnocchi di patate vengono proposti alla fine del Settecento e le patate lessate e

schiacciate non sono semplicemente impastate con la farina, ma inserite all’interno della

composizione degli gnocchi all’acqua. Ancora per decine di anni dentro agli gnocchi di patate

vennero inseriti svariati altri ingredienti, come tuorli d’uovo, panna, prezzemolo, aglio, ricotta e

grasso di vitello. Solo Artusi nel 1891 ne descrive e propone la ricetta con sole patate e farina.

Il presente riconoscimento De.Co desidera confermare un prodotto di una specifica realtà

Comunale del quale ad oggi se ne producono una quantità rilevante all’anno, a testimonianza

di quanto la ricetta tradizionale e la manualità ad essa legata siano ampliamente vissute nel

territorio. I segreti della qualità degli “Gnocchi De. Co. di Gottolengo” stanno nelle materie

prime a km 0 e nell’abilità artigiana dei produttori locali e della tradizione famigliare.

La De.Co. è attribuita ai Gnocchi prodotti nel territorio Comunale di Gottolengo, che abbiano i

requisiti e le caratteristiche stabiliti nel presente documento d’identità del prodotto e

disciplinare.

Art. 1

Nome del prodotto

La Denominazione Comunale “Gnocchi De.Co. di

Gottolengo” è riservata esclusivamente al prodotto che

risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal

presente disciplinare.

Art. 2

Descrizione del prodotto

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La De.Co “Gnocchi De.Co. di Gottolengo” è un prodotto alimentare a base di patata lessata

l’ingrediente che li caratterizza, sono preparati lavorando un impasto di farina, patata prodotta

a Gottolengo lessata, acqua e sale. Alla patata lessata possono essere aggiunti fiocchi di

patata.

Gli gnocchi si buttano in acqua salata bollente e si aspetta ad estrarli finché non

salgono a galla. Una volta a galla, vanno scolati subito in maniera da modificare la

consistenza della pasta.

Risulta essenziale al fine di garantire le caratteristiche determinanti:

1. produzione secondo ricetta tradizionale;

2. impiego di materie prime igienicamente controllate e conformi alle

specifiche tecniche definite.

3. rispetto della normativa cogente in materia igienico sanitaria e di

sicurezza alimentare;

5. senza aggiunta di conservanti e/o miglioratori;

7. lavorazione a mano o artigianale

8. materie prime a km 0 quali la patata e quando disponibile la farina di

gentilrosso (grano antico di Gottolengo)

Art. 3

Area di produzione

La zona di produzione degli “Gnocchi De.Co. di Gottolengo” si colloca

presso il territorio del Comune Gottolengo (Brescia) utilizzando solo

patate prodotte nel territorio di Gottolengo.

Art. 4

Procedura per ottenere la

certificazione

I produttori per ottenere

l’attestazione “Gnocchi De.Co. di

Gottolengo” devono iscriversi al

registro dei produttori mediante la

sottoscrizione di apposito modulo di

dichiarazione e fornire copia della

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autorizzazione attiva per la propria attività riconosciuta dall’Ente

Competente.

Art. 5

Descrizione del metodo di produzione

Il metodo di produzione degli “Gnocchi De. Co. di Gottolengo” prevede

l’utilizzo dei seguenti ingredienti per 1 kg di impasto:

Cottura delle patate a vapore. Il tempo è in funzione della quantità da cuocere.

Sbucciatura della patate ancora calde ed estrusione della pasta tramite lo

schiacciapatate.

Raffreddamento della pasta di patate fino a raggiungere la temperatura ambiente.

11 gr di sale,

200 gr di farina.

Suddivisione dellʼimpasto in panetti da 1-2 kg

Suddivisione dei panetti in parti da 100 gr

cadauna

Stiratura della pasta in bastoncini dallo

spessore di 1,5 cm.

Taglio dei bastoncini in cilindri dalla lunghezza di 2

cm.

Passata dei cilindretti sul retro della grattugia o uso

della forchetta

Sistema di conservazione e trasporto Conservare in frigorifero ad una temperatura

massima di 4 °C

. Art. 6

Etichettatura

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Il prodotto a base di patate

chiamato “Gnocchi De. Co. di

Gottolengo” viene prodotto e

consumato fresco in famiglia o

nei ristoranti e può essere

prodotto artigianalmente e

commercializzato confezionato

in apposite confezioniti ed

etichettato in conformità alla

normativa vigente per quanto

riguarda gli aspetti igienico

sanitario e del commercio; sul

prodotto confezionato, sul

materiale pubblicitario

presente nel punto vendita e

su altro materiale

pubblicitario/divulgativo l’attribuzione De.Co. ottenuta viene

pubblicizzata in conformità alla regolamentazione dell’Ente Comunale in

materia.

Le caratteristiche della dicitura sono le seguenti: “Gnocchi De. Co. di

Gottolengo” ed è riprodotto il logo, che presenta le lettere iniziali

maiuscole in tutte le parole che lo compongono.

E' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente

prevista.

E' tuttavia ammesso l'utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a

marchi privati, purché questi non abbiano significato laudativo o siano

tali da trarre in inganno il consumatore, nonché di altri riferimenti

veritieri e documentabili che siano consentiti dalla normativa

comunitaria, nazionale o regionale e che non siano in contrasto con le

finalità e i contenuti del presente disciplinare.

La denominazione al prodotto così come qui definita è intraducibile.

In alternativa alla dicitura su descritta può essere posto il solo logo della

De.Co. integrando il confezionamento con un adeguato riferimento del

territorio di Gottolengo oppure nel caso di ristoratore può integrare

l’esposizione del logo con una specifica descrittiva del piatto proposto

con un chiaro riferimento al territorio di provenienza

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Disciplinare

PER LA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE

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degli “Gnocchi De. Co. di Gottolengo”

Art. 1

Denominazione

La De.Co. (Denominazione Comunale) del prodotto alimentare chiamato

“Gnocchi De. Co. di Gottolengo” è assegnata al richiedente quando la

produzione e/o la commercializzazione è rispondente alle condizioni ed

ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare-regolamento.

Art. 2

Identificazione: il MARCHIO

Il marchio De.Co. è di esclusiva

proprietà del Comune di

Gottolengo, che potrà utilizzarlo

liberamente a propria insindacabile

discrezione.

Il simbolo è, dal punto di vista

grafico, quello allegato al presente

disciplinare per formarne parte

integrante e sostanziale.

È vietato qualunque uso “generico”

del marchio che possa far supporre

che altri prodotti siano oggetto di tutela da parte del marchio De.Co.

Gli Gnocchi De.Co. di Gottolengo si identificano tramite il logo De.Co.

che viene apposto su ciascuna confezione individuale.

Art. 3

Soggetto proponente

L’iscrizione dei “Gnocchi De. Co. di Gottolengo” nell’apposito Registro

Comunale previsto dal vigente Regolamento è concesso dalla

Commissione delle De.Co. (soggetto proponente), cui viene affidata la

gestione del marchio, nei termini di cui ai successivi articoli.

Art. 4

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Soggetti utilizzatori

Il soggetto proponente è delegato ad individuare i produttori e i

commercianti degli Gnocchi di Gottolengo, che dovranno

preventivamente sottoscrivere per integrale accettazione il presente

disciplinare, saranno iscritti in apposito Registro tenuto dal soggetto

proponente.

Copia di detto Registro dovrà essere trasmesso ai competenti uffici

comunali. I ristoratori dovranno esporre il marchio sulla vetrina del

locale e se ritengono nel menu o alltro materiale informativo per il

consumatore.

Art. 5

Modalità di utilizzo del marchio

Il marchio verrà consegnato su idoneo supporto informatico dal soggetto

proponente, che ne cura la riproduzione sotto la sua piena

responsabilità.

Del marchio sono consentite le seguenti forme di impiego:

- esposto nei luoghi di produzione;

- esposto nei luoghi di commercializzazione o di somministrazione;

- stampigliato sull’imballaggio utilizzato per il confezionamento, la

confezione è definita a priori e dovranno comunque risultare tali da

garantire una gradevole immagine e conferire adeguata attrattiva nei

confronti del consumatore;

- utilizzato per materiale pubblicitario;

- utilizzato per campagne pubblicitarie giornalistiche, telefoniche,

radiofoniche, televisive, via internet o a mezzo altre tecnologie di

comunicazione di massa.

Art. 6

Zona di produzione

La zona di produzione riconosciuta ed autorizzabile è quella del territorio

di Gottolengo (BS).

Art. 7

Zona di commercializzazione

La zona di commercializzazione riconosciuta ed autorizzabile è prevista

senza limiti geografici di distanza dai confini del Comune di Gottolengo

(BS), sia in Italia che negli Stati della Comunità Europea.

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Art. 8

Caratteristiche del prodotto

La definizione “Gnocchi De. Co. di Gottolengo” con marchio De.Co. è

riservata esclusivamente ai Gnocchi prodotti nel rispetto della scheda

identitaria in allegato e parte integrante del presente Regolamento.

Articolo 9

Commercializzazione e vendita

Le confezioni di Gnocchi che vengono esposte al pubblico per la vendita

devono avere sempre chiaramente visibile sulla confezione il marchio

De.Co. del Comune di Gottolengo (BS).

Art. 10

Attività di controllo

Il soggetto proponente, in quanto unico autorizzato alla gestione del

marchio, è tenuto ad impegnarsi per la sua tutela e ad effettuare anche

forme di legittima vigilanza sul rispetto del presente regolamento,

segnalando tempestivamente al Comune ogni eventuale abuso di cui

venga a conoscenza.

Sono di esclusiva competenza Comunale eventuali ispezioni e controlli.

Art. 11

Norme finali

Per quanto non previsto dal presente disciplinare si fa riferimento al

vigente Regolamento Comunale, approvato con deliberazione del

Consiglio Comunale n. 35 del 28.08.2019 trova applicazione la

legislazione nazionale e regionale in materia.

Letto, approvato e sottoscritto :

IL COMUNE DI GOTTOLENGO

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO La Commissione delle De.Co.

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Gottolengo

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COMUNE DI GOTTOLENGO

PROVINCIA DI BRESCIA

Al Sig. Sindaco del Comune di Gottolengo (Brescia)

OGGETTO: RICHIESTA DI ATTRIBUZIONE DI UNA NUOVA DE.CO.(DENOMINAZIONE COMUNALE)

Il sottoscritto_____________________________________________________ nato il

_____________________ a _________________________ e residente in

____________________________________Via____________________________________

n.____ Codice Fiscale ______________________________ nella qualità di titolare/legale

rappresentante della Ditta/Associazione __________________________________________

avente la qualifica di:

Imprenditore Agricolo Artigiano Commerciante al dettaglio Esercente attività di

somministrazione di alimenti e bevande

Altro __________________________________________________________________;

con sede in ________________________________ Via ____________________n.______

P.IVA ___________________________;

premesso:

- che la propria ditta produce il prodotto __________________________________________

- che il suddetto prodotto:

-Non è iscritto nel registro Comunale De.Co.

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-Per le sue prerogative e lo stretto legame con il territorio di Gottolengo, è meritevole di

ottenere la Denominazione Comunale

CHIEDE

-L’iscrizione del registro De.Co. del suddetto prodotto

A tal fine dichiara, sotto la propria responsabilità:

- di impegnarsi a rispettare, in caso di attribuzione della De.Co., le disposizioni dello specifico

regolamento Comunale, il disciplinare di produzione e le indicazioni contenute nella scheda

descrittiva del prodotto, approvati dal Comune di Gottolengo (BS);

- che nella produzione, trasformazione, preparazione, commercializzazione ed etichettatura del

prodotto sono rispettate tutte le norme vigenti;

- che non sono impiegati prodotti transgenici, ovvero contenenti organismi geneticamente

modificati (O.G.M.);

- di accettare i controlli che potranno essere disposti alla sua azienda in ordine alle corrette

modalità di preparazione del prodotto De.Co.

Allega i seguenti documenti:

-Scheda descrittiva del prodotto in cui sono indicati: l’area geografica di produzione e/o

lavorazione, le caratteristiche peculiari del prodotto, l’elenco degli ingredienti (solo per i

prodotti non ancora iscritti nel registro De.Co.)

Altro1 ____________________________________________________________________

Data ___________ Firma ____________________________

___________________________________________________________________________

1 Allegare tutto quanto possa essere utile alla Commissione Comunale di cui all’art. 4 del

Regolamento (fotografie, materiale storico, fascicolo aziendale)

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OGGETTO : ISCRIZIONE DI AZIENDE AGRICOLE -PRODUTTORIARTIGIANALI-COMMERCIANTI- NEL REGISTRO A

DENOMINAZIONE COMUNALE (De.Co.).

LA GIUNTA COMUNALE

Preso atto che in data……………….., il Consiglio Comunale si è espresso a favore

dell’adozione della Denominazione Comunale, il Comune di Gottolengo individua opportune

iniziative dirette a sostenere il patrimonio di tradizioni gastronomiche e attività agroalimentari,

nonché i prodotti e loro confezioni che rappresentano vanto del territorio Comunale e quindi

meritevoli di essere valorizzate (art. 3, comma 2 D.Lgs. 267/2000);

Letto il successivo articolo 13 del D. Lgs. 267/2000, laddove si richiama il principio di

sussidiarietà in materia di tutela e promozione del territorio, anche attraverso la valorizzazione

e la promozione dei prodotti che su esso si generano;

Considerato che è volontà del Comune di Gottolengo attivare strumenti per la

valorizzazione dei prodotti del territorio;

Ritenuto di dover salvaguardare le peculiarità produttive e le loro tradizionali

lavorazioni che sono meritevoli di evidenza pubblica attraverso interventi finanziari,

compatibilmente con le dotazioni di bilancio, al fine di perpetuare le condizioni storico culturali

del territorio che si sono venute a creare in ambito agroalimentare;

Vista la delibera di Giunta n…………….., che approva il disciplinare di produzione del

prodotto……………………………………………………………………………………;

Considerato che l’art. …….. del regolamento Comunale per la valorizzazione delle

attività agroalimentari tradizionali locali, prevede il pronunciamento della Giunta

sull’ammissibilità della iscrizione di un produttore nel registro De.Co.;

Vista l’autodichiarazione presentata dalle seguenti aziende

agricole/produttori/Commercianti:

-………………………………………………..;

per l’iscrizione al registro delle aziende qualificate alla produzione e vendita del prodotto

De.Co. ………………………………………………………………………………….;

Verificata la veridicità di quanto dichiarato;

Ritenuto di accogliere la richiesta di iscrizione delle aziende agricole sopra descritta;

Dato atto che sulla proposta relativa alla presente deliberazione sono stati acquisiti i

pareri favorevoli in ordine alla regolarità tecnica e contabile, richiesta ai sensi dell’art. 49 del

D.Lgs. 267/2000;

Visto lo Statuto Comunale;

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Visto il Decreto Legislativo n. 267 del 18/08/2000;

OGGETTO : ISCRIZIONE DI AZIENDE -PRODUTTORI ARTIGIANALI-COMMERCIANTI- NEL REGISTRO A DENOMINAZIONE COMUNALE

(De.Co.) del Comune di Gottolengo-Bs

All’unanimità di voti favorevoli espressi palesemente nei modi e forme di legge,

DELIBERA

1) Di ammettere l’iscrizione delle aziende agricole:

……………………………………..

-…………………………………….;

al registro delle aziende qualificate alla produzione e vendita e somministrazione del

prodotto De.Co. ……………………………………………………………………………….;

2) Di prendere atto che l’azienda citata al punto 1) dichiara di accettare il disciplinare-

Regolamento di produzione, approvato con delibera di Giunta n…………….. e di seguirne le

procedure di produzione.

Con separata votazione unanime e favorevole, espressa palesemente, il presente

provvedimento viene dichiarato immediatamente eseguibile, stante l’urgenza di provvedere, ai

sensi dell’art. 134, comma 4, del D. Lgs. n. 267/2000.

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GOTTOLENGO

Al Sig. Sindaco del Comune di Gottolengo (Brescia)

OGGETTO: RICHIESTA DI ATTRIBUZIONE DELLA DE.CO.(DENOMINAZIONE COMUNALE)

Il sottoscritto …………………………………………………………………………………….

nato il _____________________ a_________________________

e residente in ____________________________________

Via ____________________________________n.____ Codice Fiscale

______________________________ nella qualità di titolare/legale rappresentante della

Ditta/Associazione _____________________________________________________

avente la qualifica di:

Imprenditore Agricolo Artigiano Commerciante al dettaglio Esercente attività di

somministrazione di alimenti e bevande

Altro __________________________________________________________________;

con sede in ________________________________ Via

______________________________n.______

P.IVA ___________________________;

premesso:

-che la propria ditta produce/trasforma/confeziona il prodotto

_____________________________________________________

- che il suddetto prodotto:

-E’ già iscritto nel registro Comunale De.Co.

A tal fine dichiara, sotto la propria responsabilità:

- di impegnarsi a rispettare, in caso di attribuzione della De.Co., le disposizioni dello specifico

regolamento Comunale, il disciplinare di produzione e le indicazioni contenute nella scheda

identificativa del prodotto, approvati dal Comune di Gottolengo;

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- che nella produzione, trasformazione, preparazione, commercializzazione ed etichettatura del

prodotto sono rispettate tutte le norme vigenti;

- che non sono impiegati prodotti transgenici, ovvero contenenti organismi geneticamente

modificati (O.G.M.);

- di accettare i controlli che potranno essere disposti alla azienda in ordine alle corrette

modalità di preparazione del prodotto De.Co.

Allega i seguenti documenti richiesti nel Regolamento delle De.Co.:

-fascicolo aziendale,

-autorizzazioni ATS per l’attività

-autorizzazioni igienico-sanitarie

Altro ____________________________________________________________________

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

Data ____________________________

Firma

____________________________

84

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OGGETTO: NOMINA COMPONENTI DELLA COMMISSIONECOMUNALE PER LA DE. CO. Di Gottolengo-Bs

Dalla Residenza Comunale, addì

IL SINDACO

DATO ATTO CHE il Comune, ai sensi dell’articolo 3 D.Lgs. 267/2000, è tenuto

all’individuazione, tra i propri fini istituzionali, anche l’assunzione di adeguate iniziative

finalizzate alla valorizzazione del proprio territorio, quale ente esponenziale degli interessi della

Collettività amministrata, e che in tali iniziative rientrano interventi di valorizzazione del

patrimonio territoriale anche nell’accezione della definizione di prodotto tipico, da intendersi

come riconducibile e caratterizzante il territorio, e, pertanto, dal territorio stesso qualificato;

Nella recente prassi degli Enti Locali tale valorizzazione si estrinseca, fra l’altro, nella

salvaguardia delle peculiarità produttive di alcuni prodotti, riconducibili al territorio

nell’accezione sopra indicata, nella istituzione e nella disciplina della cosiddetta De.Co.

(Denominazione Comunale);

PRESO ATTO CHE con deliberazione del Consiglio Comunale n. …….. del ……….. è stato

approvato il Regolamento Comunale per la tutela e la valorizzazione delle attività

agroalimentari tradizionali locali - istituzione della De.Co. “Denominazione Comunale”;

DATO ATTO CHE l’Articolo 6) del citato Regolamento prevede l’istituzione di un apposito

Registro in cui vengono iscritte le iniziative e le manifestazioni riguardanti le attività e le

produzioni agro-alimentari che, a motivo delle loro caratteristiche e dell'interesse culturale,

sono meritevoli di particolare attenzione e rilevanza pubblica;

DATO ATTO CHE l’esame delle richieste di iscrizione nel registro della De.Co. è affidato ad

un’apposita Commissione nominata dal Sindaco e presieduta dall’Assessore/Consigliere con

delega al ……………………………………………….. e composta da :

La Commissione è presieduta dall’assessore/consigliere proponente (o suo

delegato) il quale di norma segnala almeno n. 1 esperti del settore commerciale

agroalimentare locale e n. 1 esperto gastronomico locale e alla stessa potranno

presenziare, n. 2 rappresentanti del Consiglio Comunale, 1 di maggioranza ed 1 di

minoranza, che verranno segnalati dai relativi gruppi consiliari. Funge da Segretario il

responsabile del procedimento.

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Ritenuto procedere alla nomina dei seguenti nominativi :

in quanto dotati della richiesta competenza nei settori, commerciale gastronomico e

agroalimentare;

VISTI:

- il D.Lgs. 267/2000, e, in particolare, l' art. 46 e s.m.i.;

- lo Statuto Comunale;

nell'esercizio dei poteri normativamente attribuitigli

DECRETA

1. Di nominare, ai sensi di quanto in narrativa, la Commissione Comunale per la De.Co. art 4

e 6 del Regolamento Comunale per la tutela e la valorizzazione delle attività agro-alimentari

tradizionali locali nelle persone dei Signori

2. Di dare atto che la Commissione dura in carica fino alla scadenza del mandato

amministrativo;

3. Di disporre la pubblicazione del presente atto all’Albo Pretorio web del sito istituzionale

Comunale accessibile al pubblico, per tutta la durata del mandato amministrativo.

IL SINDACO

Referto di Pubblicazione –

Copia della presente determinazione viene pubblicata mediante apposizione all’Albo Pretorio

del Comune in data ………………………per la durata del mandato amministrativo.

p.

IL MESSO COMUNALE

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12. Conclusioni

I prodotti individuati dall’Amministrazione Comunale di Gottolengo per un primo progetto di

De. Co. sono quelli per i quali esiste una produzione e commercializzazione affermata sul

mercato locale, pronta ad essere ulteriormente sviluppata in una logica di filiera corta. Nel

tempo, altri prodotti potranno contribuire ad arricchire l’offerta del Comune di Gottolengo, di

biodiversità da proteggere e da promuovere, grazie ad iniziative innovative nella

trasformazione dei prodotti che questa terra con condizioni pedo-microclimatiche uniche ci

dona.

La riuscita del progetto e la sua continuità dipenderanno molto dalla capacità del Paese di

creare una rete di dialogo tra le parti: amministratori, cittadini, produttori e organizzazioni di

settore, enti di promozione e tutti gli altri interlocutori utili devono diventare parte attiva e

creativa, affinché le peculiarità locali “vivano” attraverso i proprio abitanti.

Il vero giacimento del Paese è costituito proprio da questa grandissima ricchezza di cultura, di

usi e tradizioni che emerge “scavando” nel territorio cui appartiene Gottolengo e la De.Co. è lo

strumento adatto per custodire la bellezza del passato e contemporaneamente accrescere le

dinamiche sociali ed economiche della nostra vita di oggi.

Le fotografie di questo lavoro sono state concesse dalla ditta Tradizione Padane e

dalla madre di Paolo Conti, ne sono autorizzati gratuitamente gli usi attuali e futuri di

promozione dei prodotti e di valorizzazione del territorio da parte

dell’Amministrazione Comunale di Gottolengo.

Paolo Conti

Amministratore

CIA Servizi srl

Confederazione Italiana Agricoltori

Il Sindaco

Giacomo Massa Il Consigliere Comunale delegato al progetto De.Co.

Alberini Sara

L’Assessore con delega all’Agricoltura

Freretti Andrea

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