le diverse tipologie di pazienti e di professionisti...
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Modulo 2
Le diverse tipologie di pazientie di professionisti sanitari
Relazione di cura
Una relazione di cura presuppone di:
� ascoltare il paziente
� pensare, per capire ciò che si è ascoltato
� decidere, sulla base di ciò che si è pensato-elaborato, la diagnosi o le ipotesi di diagnosi, e il percorso di cura
Regole dell’ascoltare
� Non avere fretta di trarre conclusioni
� Tenere presente che quello che si vede dipende dal proprio punto di vista*
� Tenere presente che le emozioni sono strumenti conoscitivi fondamentali, in quanto permettono di capire come si guarda (e non che cosa si vede) ed è fondamentale comprenderne il linguaggio (il codice è relazionale e analogico)
� Tenere presente che i segnali più importanti sono quelli che si presentano alla coscienza come fastidiosi, irritanti, apparentemente marginali e quindi trascurabili perché incongruenti con le proprie certezze. Possiamo immaginare un buon ascoltatore come un esploratore di mondi possibili
� Tenere presente che se si vuole comprendere quel che un altro sta dicendo, gli si deve chiedere di aiutarci a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva
� È importante affrontare i paradossi del pensiero e della comunicazione come occasioni per esercitarsi nell’appassionante campo della gestione creativa dei conflitti
� È importante adottare una metodologia-modalità umoristica per imparare a destreggiare l’arte dell’ascoltare, e quando si avrà appreso tale arte l’umorismo verrà da sé
Sclavi, 2003
Pensare per “capire”
Il ragionamento clinico è in parte la strutturazione delle informazioni fornite dal paziente, e in questo senso richiede il ricorso alla logica e alla conoscenza. In più, però, per essere efficace richiede la capacità di pensare nell’ottica di:
� apertura a esplorare nuove strade
� attenzione a individuare problemi così come a trovare soluzioni
� disponibilità a ristrutturare la propria comprensione in base al livello di conoscenza del problema raggiunto in quel momento
� consapevolezza del fatto che conoscenza e comprensione sono il prodotto dei propri processi cognitivi
� capacità di accogliere i feedback offerti dal paziente
Caratteristiche della persona capace di pensare (1)
� Organizza i pensieri e li articola concisamente e coerentemente
� Sospende il giudizio in assenza di sufficienti evidenze che supportino la decisione
� Conosce la differenza tra ragionare e razionalizzare
� Tenta di anticipare le probabili conseguenze di azioni alternative prima di scegliere tra esse
� Ha il senso del valore e del costo dell'informazione; sa come reperire le informazioni e lo fa quando ha senso
� Vede similarità e analogie non apparenti
Caratteristiche della persona capace di pensare (2)
� Sa utilizzare appropriate tecniche di problem-solving in contesti diversi
� Riconosce che molti problemi hanno più di una soluzione possibile
� Cerca approcci non comuni a problemi complessi
� È capace di sostenere diversi punti di vista senza distorsioni
� Riconosce la possibilità che le proprie opinioni possano essere errate e la possibilità e il pericolo di dare un peso diverso all'evidenza in base a filiepersonali
� Conosce la differenza tra conclusioni, assunti e ipotesi
Nickerson, 1987
La diagnosi (1)
L’efficacia (esattezza) della diagnosi è influenzata da diversi fattori, che a scopo esemplificativo possono essere ridotti a:
� scarsa tolleranza dell’incertezza
� tendenza a formulare giudizi prematuri (e spesso, per una tendenza alla autoreferenzialità, a mantenerli)
� aspettative irrealistiche rispetto alle proprie capacità
� desiderio di ottenere rapidamente un risultato
La diagnosi (2)
� Da una prospettiva "relazionale", un fattore che influenza la diagnosi può essere considerato la specializzazione (competenza specifica), che comporta che il professionista si trova a confrontarsi quotidianamente con pazienti con patologie simili e che vengono quindi (inconsciamente) considerate "uguali". Questo induce il clinico a utilizzare schemi preformati che impediscono di discriminare e utilizzare nuovi indicatori
� Altro aspetto importante dal punto di vista relazionale è l’integrazione delle informazioni. Nella misura in cui il valore da attribuire ai dati raccolti dipende dalla loro rilevanza e dall’attendibilità, risulta evidente l’importanza attribuibile a una buona capacità di ascolto da parte del clinico
Modalità relazionali (1)
� Esistono, a livello puramente descrittivo, delle modalità relazionali nei contesti comunicativi strutturati (quali la relazione medico-paziente) che si concretizzano a fronte dell’adesione a ruoli che circoscrivono implicitamente, ma sostanzialmente, il range di risposta
� Nella misura in cui tali modalità rispecchiano un “blocco di cornice” (il contesto), non possono essere evitate totalmente ma possono essere altresì riconosciute per limitarne gli effetti
Modalità relazionali (2)
Da questi presupposti le premesse fondamentali per entrare in relazione (comunicazione) con la persona assistita, quale fonte e ragione dell'operare ed "essere" professionista sanitario, sono:
� consapevolezza
� spontaneità
� equilibrio-autoregolazione
� attenzione
� curiosità (interesse)
Consapevolezza
� Riguarda l’aspetto pragmatico della comunicazione, che è identificabile negli effetti che la comunicazione ha sul comportamento
� Implica sapere sempre di avere di fronte un “altro da me”, per non trovarsi bloccati in ruoli che tolgono autenticità, valore ed efficacia al rapporto (il medico, il capo, il paziente ecc.)
� Si compone (gerarchicamente e funzionalmente) di diversi livelli:‒ il livello concettuale: implica tenere costantemente presente il “perché” della nostra
comunicazione
‒ altri livelli, importanti funzionalmente, ma meno strutturati gerarchicamente, possono essere considerati il “come” (il modo: parole, tono, comportamento), il “quando” (sintonizzazione, ritmi, pause) e il “contesto” (quale situazione)
Spontaneità
� Implica e genera consapevolezza
� Essere in un determinato stato emotivo (ad es., essere in collera con qualcuno) non è una proprietà intrinseca psicologica di un soggetto, ma la proprietà relazionale di un individuo in un dato contesto
Equilibrio, autoregolazione
� Mettere nella relazione quello che ognuno di noi ha, in modo dinamico e funzionale
� Il medico offre alla relazione competenza, strumenti e soluzioni, mentre il paziente informazioni, esperienza, disponibilità.
� Pribram (1963) ha dimostrato che il raggiungimento della stabilità contribuisce a formare una nuova sensibilità e che scattano subito nuovi meccanismi per far fronte alla situazione nuova
Attenzione
� Nella misura in cui l’esperienza comunicativa è un'esperienza relazionale essa "riguarda" qualcosa, non è esperienza "di" qualcosa, ossia è integrativa e sintetica e quindi richiede attenzione costante per poter unire in un insieme di senso eventi apparentemente scollegati
Tipologie di pazienti secondo la sfera di identificazione dell’io
Controllante-giudicante Manipolatorio-seduttivo
Dominante-aggressivo Confuso-estraniato
Insicuro-dipendente Ansioso-sottomesso
Paziente controllante-giudicante
Rigido
Razionale
Calcolatore
Paziente manipolatorio-seduttivo
Presuntuoso
Iroso
Narcisista
Paziente dominante-aggressivo
Ribelle
Duro
Paziente confuso-estraniato
Sognatore
Credulone
Assente
Paziente insicuro-dipendente
Timido
Triste
Paziente ansioso-sottomesso
Pauroso
Rassegnato
Tipologie di professionisti sanitari
� Premesso che anche il medico rientrerà (come tendenza) in una tipologia secondo la sfera di identificazione dell’io, va considerato che quello del medico è di per sé un “ruolo”, che ha sì un grande impatto-valore sul paziente, ma che condiziona egli stesso
Tipologie di professionisti sanitari
Sfera del sé:
CURIOSO� Stile comunicativo ASSERTIVO
� Modalità comportamentale RISPETTA LA DIGNITÀ ALTRUI
Sfera del sé:
DISPONIBILE� Stile comunicativo ASSERTIVO
� Modalità comportamentale RISPETTA LA DIGNITÀ ALTRUI
Sfera dell’io:
PRESUNTUOSO/ARROGANTE
Può diventare NARCISISTA� Stile comunicativo AGGRESSIVO
� Modalità comportamentale INVADENTE
Sfera dell’io:
“CONCRETO” (che si rifà all’evidenza clinica)
Può diventare OSSESSIVO� Stile comunicativo PASSIVO
� Modalità comportamentale A SCARSO COINVOLGIMENTO EMOTIVO
INTERESSATO (aperto) DISTACCATO (rigido-autonomo)
Letture consigliate
� Nickerson, R.S. (1986) Reflection on reasoning. Erlbaum, Hillsdale: New York.
� PDM - Manuale Psicodiagnostico – (2008) Raffaello Cortina: Milano
� Pribram, K.H. (1969) On the neurology of thinking. Behavioral Science 4:265-87.
� Sclavi, M. (2003). Arte di ascoltare mondi possibili - Come si esce dalle cornici di cui siamo parte - Bruno Mondadori Editori: Milano.