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Le forme divisionali e i gruppi di imprese ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Prof. Armando Urbano - A.A. 2011-2012

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Le forme divisionali e i gruppi di

imprese

ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Prof. Armando Urbano - A.A. 2011-2012

Contenuti del capitolo

Le caratteristiche di base della forma divisionale

Interazioni, interdipendenze e coordinamento nella

forma divisionale

Vantaggi e cause di crisi della forma divisionale

Dinamiche ambientali ed evoluzione della forma

divisionale

Gruppi di imprese e holding

Divisionalizzazione in

Prometal Italia

Il primo periodo: da forma semplice a gerarchico-funzionale

Nata nella prima metà del Novecento, come azienda produttrice di

macchine per la lavorazione dei terreni, Prometal Italia è successivamente

entrata nel più ampio settore dei trattori e delle macchine movimento terra.

Per lungo tempo, l’azienda ha adottato una classica forma gerarchico-

funzionale.

A partire dalla prima metà degli anni ‘70 prende avvio un lungo percorso di

crescita prevalentemente attraverso acquisizioni, che la porta verso la

struttura divisionale. Il primo passo avviene nel 1970. Per far fronte a

un’improvvisa impennata della domanda di fusioni in ghisa e acciaio,

Prometal Italia correva il concreto rischio di non avere sufficienti forniture

di questi semilavorati, tanto che decise di acquisire un suo fornitore,

internalizzando in tal modo la produzione.

Divisionalizzazione in

Prometal Italia

Il secondo periodo: i primi passi verso la forma divisionale

Nel corso degli anni ‘70, l’azienda modifica lentamente la sua struttura

organizzativa verso la forma divisionale. Nel 1973, al fine di consolidare le

competenze accumulate internamente nella progettazione e costruzione di

assali e trasmissioni (applicate non solo ai trattori di Prometal Italia, ma

venduti anche ad altre imprese concorrenti), viene creata la “Divisione

Assali e Trasmissioni”. Nello stesso periodo viene enucleata la “Divisione

Applicazioni Tecnologiche”, per valorizzare le competenze sviluppate

nell’adattamento delle macchine utensili alle specifiche esigenze non solo

di Prometal Italia, ma anche di altre imprese. All’inizio degli anni ‘80 la

produzione di trattori viene spostata in un altro stabilimento, dedicando

quello storico alla sola produzione di assali e trasmissioni.

Divisionalizzazione in

Prometal Italia

Il terzo periodo: la forma divisionale

Qualche anno dopo viene acquisita un’impresa specializzata nella

produzione di componenti per trattori agricoli, macchine movimento terra,

veicoli industriali e automobili. Per ampliare il portafoglio prodotti della

componentistica, vengono successivamente acquisite un’impresa che

produce ingranaggi e un’altra specializzata nella lavorazione dei metalli. In

tal modo, Prometal Italia integra il know-how delle tre aziende, creando di

fatto un sistema di prodotti autonomo e complementare rispetto a quello

tradizionale.

Alla fine degli anni ‘80 Prometal Italia passa definitivamente alla struttura

divisionale: Divisione Trattori, Divisione Componentistica, Divisione

Fusioni, Divisione Macchine Utensili.

Divisionalizzazione in

Prometal Italia

Cambiando l’assetto organizzativo, si incontrano

alcune difficoltà che si trasformano nella perdita

di controllo.

Nelle forme divisionali si arriva ad un

ribaltamento della logica di progettazione: non

più sugli input, ma in base agli output. Il criterio di

specializzazione delle unità organizzative, può

essere dato:

dal prodotto (bene o servizio reso, o dalla base

tecnologica prevalente)

dall’area geografica

dal mercato (definito dal tipo di clienti o dai

bisogni dei clienti)

Le caratteristiche distintive sono:

la creazione di unità quasi-

indipendenti (quasi-imprese);

il decentramento decisionale

Ciascuna divisione adotta una struttura

gerarchico-funzionale aggregando tutte

le principali funzioni, con esclusione di

quelle che la direzione generale decide

di mantenere a livello centrale.

La genesi della multidivisionale

Forma M si afferma dopo la fine della II guerra

mondiale come risposta ai problemi di coordinamento

e controllo posti dalle scelte di diversificazione

strategica

Nuovi prodotti

Nuove tecnologie

Nuovi mercati

General Motors e Du Pont

Chandler [1962] – Strategy and Structure

Il caso du Pont

Comitato per lo studio di una diversificazione in un

settore diverso dagli esplosivi (1908)

Eccesso di capacità

Diversificazione nel settore chimico

In rami industriali in cui la società era già presente

(cuoio artificiale e pirossilina)

In settori dove la guerra in Europa aveva creato

forte scarsità (coloranti)

Creazione di nuovi prodotti

Organigramma di una forma

divisionale per prodotto

È necessario quindi evitare vuoti di

potere come sovrapposizioni

decisionali. Per questo motivo la

direzione centrale deve:

occuparsi della strategia

complessiva dell’impresa;

creare un sistema di controllo delle

performance;

allocare le risorse finanziarie

complessive;

fornire servizi comuni di supporto.

Interdipendenze generiche e forme

divisionali decentrate

Divisioni con scarse o nulle relazioni tra loro

Le dinamiche competitive e organizzative delle divisioni non si

influenzano

Interdipendenze generiche tra divisioni

In generale

Elevata autonomia delle divisioni

Direzione centrale gestisce il portafoglio di attività e controlla i

risultati

In definitiva

Meccanismi di coordinamento e controllo simili a quelli di mercato

Si crea un mercato internalizzato

Interdipendenze generiche e forme

divisionali decentrate

Focus

Economie di raggio d’azione Si ha un’economia di raggio d’azione quando

La somma dei costi unitari di produzione di un bene P1

(se esso è l’unico output delle risorse impiegate) più

quelli del bene P2 (anch’esso prodotto separatamente) è

maggiore dei costi di produzione dei due beni prodotti

congiuntamente, cioè utilizzando le stesse risorse

C (p1) + C (p2) > C (p1+p2)

Cosa conviene fare? L’impresa deve ampliare la sua gamma

di prodotti.

Da cosa dipendono tali economie

Apprendimento … dentro le funzioni

Competenze eccedenti e non facilmente trasferibili sul

mercato

Coordinamento e controllo

L’ampia autonomia fa sorgere il problema del

coordinamento e controllo. Alla direzione

centrale spetta la gestione strategica del

portafoglio di attività e la definizione

dell’ambito di autonomia delle divisioni.

Due elementi tipici della struttura divisionale

sono: il coordinamento, gestito attraverso la

standardizzazione degli output; e il sistema

operativo di controllo, che esplicita la

responsabilità organizzativa dei responsabili

di divisione, evitando i comportamenti

competitivi.

Tra gerarchia e mercato Il coordinamento in una forma divisionale

Per coordinare direzione centrale e divisioni

Standardizzazione output

Individuazione di un parametro economico-finanziario (profitto o altra configurazione di ricavo)

Potenziamento della tecnostruttura alle dipendenze della direzione centrale

Sistema operativo di controllo sui responsabili di divisione

Specifica i contenuti e i limiti della responsabilità economica

Orienta il loro comportamento

Fornisce alla direzione centrale un indicatore sintetico di prestazione

Allocazione delle risorse

Si crea un mercato interno dei capitali

in cui le divisioni competono tra loro

per accaparrarsi le risorse necessarie.

Si tratta di un quasi-mercato, poiché

esiste la mediazione della direzione

centrale.

Tra gerarchia e mercato Allocazione delle risorse e transazioni tra divisioni

Come coordinare le decisioni e le iniziative delle

divisioni?

La standardizzazione degli output è condizione per

creare il mercato interno dei capitali

Sì tratta di un quasi-mercato

– Mediazione della direzione centrale

Il quasi mercato

Permette di individuare modalità eque per allocare

le risorse tra le divisioni

Fornisce alla direzione centrale gli indicatori per

gestire il portafoglio strategico di attività

Le alternative divisionali

Divisionale accentrata

È caratterizzata dalla presenza di

interdipendenze sequenziali tra divisioni

(esempio: produzione di semilavorati

complementari per la produzione di un

unico prodotto finito). Il grado di

decentramento decisionale è ridotto, la

direzione centrale pianifica la strategia e lo

sviluppo delle singole divisioni. Il compito

degli staff centrali è molto pervasivo.

Interdipendenze sequenziali e forme

divisionali accentrate

Tra gerarchia e mercato I prezzi interni di trasferimento

Prezzi di trasferimento basati su

Costo di produzione del bene oggetto dello scambio

Prezzo di mercato

Valori misti

Divisionale decentrata

All’estremo opposto si trova la divisione

decentrata. Essa funziona con meccanismi

di coordinamento e controllo simili a quelli

di mercato (mercato internalizzato);

l’autonomia delle divisioni è massima, le

transazioni sono regolate da quasi-prezzi

interni, l’allocazione delle risorse finanziarie

si basa sulla redditività dei progetti. Il

compito degli staff centrali si limita al

sistema di controllo e alla gestione delle

sinergie finanziarie.

Servizi di supporto alle divisioni

L’ufficio legale, la direzione del personale, la

direzione finanza, sono esempi di unità

organizzative centrali (staff centrali). La loro

numerosità dipende essenzialmente dal

grado di autonomia concessa alle singole

divisioni.

Le soluzioni intermedie

Un’impresa potrebbe decidere di

strutturarsi con due distinte divisioni per

mercato di sbocco, ma accorpare tutte le

attività di produzione per sfruttare al

meglio le economie di scala. In altri casi,

la centralizzazione potrebbe scontrarsi

con le esigenze di flessibilità e di

autonomia, ma necessitano di organi di

integrazione trasversale.

Vantaggi e cause di crisi della forma

divisionale

Riduzione della complessità e costi di

struttura

La divisionalizzazione limita i conflitti: riduce la

perdita di controllo del vertice, ma porta alla

duplicazione delle funzioni presenti nelle

singole divisioni. Può anche succedere che sia

impossibile cogliere le economie di scala e di

specializzazione. Per questo vengono creati

staff centrali che servono tutte le divisioni.

Atteggiamenti imprenditoriali e

opportunismo manageriale

L’aumento di autonomia facilita la diffusione di

atteggiamenti imprenditoriali. Con ricorso agli

organi di staff centrali per supportare le attività

delle divisioni, si limita anche il rischio di

sovraccarico decisionale. I rischi opportunistici

sono quelli che i manager prendano decisioni

che privilegiano il raggiungimento di obiettivi a

breve periodo, a scapito di obiettivi con

orizzonte più ampio o a vantaggio di altre

divisioni.

Vicinanza al mercato e competizione

interna

La specializzazione delle divisioni aumenta

la capacità dell’impresa di rispondere alle

esigenze di mercato. Ma la competizione

tra le divisioni può impedire di cogliere

eventuali sinergie. È la direzione centrale

che deve progettare meccanismi di

coordinamento finalizzati agli obiettivi

generali dell’organizzazione (gruppi di

lavoro, comitati).

Il rischio del guscio vuoto

Il confine tra una struttura decentrata

e un insieme di imprese indipendenti è

piuttosto labile. Quando viene

superato, la direzione centrale e le

unità di staff centrali diventano dei

gusci vuoti, che generano costi e non

producono alcun beneficio.

Vantaggi e svantaggi della

forma divisionale

Vantaggi e svantaggi della

forma divisionale

Possibili evoluzioni delle forme

divisionali

Quale ruolo gioca il settore in cui si compete?

Le industrie globali (farmaceutica, hardware, informatica)

favoriscono le soluzioni più accentrate

Uniformità di comportamenti

Le industrie multi-domestiche spingono all’adozione di

soluzioni più decentrate

Rispondere alle esigenze locali

Situazioni intermedie

Elevata pressione per standardizzazione prodotti e

servizi

Elevata pressione per personalizzazione politiche

commerciali e distributive

La struttura a matrice

Soddisfare esigenze contrapposte

Sviluppo competenze tecnico-specialistiche

Applicare competenze a obiettivi organizzativi diversi e

mutevoli

Condizioni di efficacia

Successo deriva da presidio congiunto di più aree

Elevato fabbisogno di coordinamento

Interdipendenze interne

Cambiamento ambientale

Risorse scarse e utilizzabili in più progetto nello stesso

tempo

La struttura a matrice

Due linee di autorità

Raggruppamento funzionale

Al fine di garantire lo sviluppo di competenze tecnico-

specialistiche e di economicità operativa

Mercato di sbocco (le divisioni)

Garantiscono il presidio di specifici segmenti e

adottano strategie operative specifiche

La struttura a matrice

Condizioni per efficiente funzionamento

Sistema informativo manageriale integrato, ovvero

un sistema che riporta contemporaneamente dati e

informazioni sulla performance economico-

finanziaria e sullo stato di avanzamento dei progetti

Soluzioni organizzative di gestione del personale

finalizzate a promuovere comportamenti cooperativi

e di gruppo (politiche retributive, percorsi di carriera,

sistemi di valutazione)

Meccanismi di soluzione dei conflitti basati sul

ricorso a forme negoziali

La struttura a matrice: Business School

Gruppi di imprese e holding

Nella forma a gruppo, il coordinamento può avvenire

in modo snello (con organi collegiali che partecipano

direttamente agli organi di governo delle varie

società – gruppo orizzontale), oppure con il controllo

delle quote di capitale (gruppo verticale - holding).

In base alla pervasività della Holding nella gestione

della società troviamo: Holding Finanziaria, che

generalmente si limita all’esercizio dei diritti derivanti

dal possesso del controllo. Holding Operative che

intervengono in profondità nella gestione delle

società operative;

Il complesso di imprese ha un proprio soggetto

giuridico con un unico soggetto economico.

Solitamente viene distinta una società

capogruppo.

La partecipazione nella società controllate può

avvenire con:

partecipazione diretta

partecipazione indiretta

partecipazione mista

La formazione del gruppo ha come obiettivo

l’allargamento del core business senza crescere

dimensionalmente, l’utilizzo di forme di

finanziamento di opportunità, la possibilità di

moltiplicare le fonti di finanziamento, rafforzare il

dominio dell’impresa, estenderlo a nuovi domini,

esplorare nuovi domini.

La costituzione può avvenire per

acquisizione o partecipazione o per

scorporo.

Si osservano nel gruppo di imprese tre

effetti leverage 1° controllare tante società

con poco capitale, 2° il punto nevralgico di

controllo è nella holding capogruppo dove

sono allocati gli organi di direzione, 3°

moltiplicare la possibilità di relazioni

aprendosi all’ambiente.

La holding finanziaria esercita il diritto di

nominare gli organi di governo, ma non

interferisce nella gestione operativa; svolge

un ruolo di regia tra le aspettative

dell’azionariato e le esigenze dei diversi

business. La holding operativa (corporate)

invece, interviene direttamente con le azioni

necessarie per raggiungere gli obiettivi.

La società holding svolge attività di assistenza

(integrando le competenze delle società

operative, per periodi di tempo limitati oppure

sta-bilmente), e di servizio (che non sarebbe

conveniente decentrare).

La forma a gruppo consente di ottenere una

serie di vantaggi: in termini strategici (la

mancanza di rigidi vincoli tra le imprese del

gruppo garan-tisce maggiore flessibilità), in

termini gestionali (permette alle imprese di

collocarsi liberamente sul mercato esterno).

Meccanismi di coordinamento intragruppo sono

il sistema di programmazione e controllo

centralizzato, il controllo finanziario, la rotazione

delle persone tra le varie società del gruppo, la

doppia posizione e cioè avere un ruolo nella

capogruppo e uno in una controllata,

costituzione di gruppi di lavoro misti.

Gruppi di imprese e holding

Caso Poste Italiane

Conclusioni

La scelta del modello organizzativo

è un’operazione complessa che

implica un elevato numero di

variabili. Le forme esaminate non

sono soluzioni del tutto alternative,

ma non sono sufficienti per

soddisfare le variegate e mutevoli

esigenze organizzative.