le formelle del campanile di santa maria del fiore a firenze · 2018-05-31 · e’ la fatica del...

17
IL LAVORO Appunti da una conversazione della Professoressa Mariella Parlotti.

Upload: vuongdan

Post on 18-Feb-2019

213 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

IL LAVORO

Appunti da una conversazione della Professoressa Mariella Parlotti.

Appunti da una conversazione di don Giussani ad un gruppo di Novizi dei Memores Domini, Milano, 5,11,98. SALMO 8

……………….

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,

la luna e le stelle che tu hai fissate,

che cos’è l’uomo perché te ne ricordi

e il figlio dell’uomo perché te ne curi?

Eppure l’hai fatto poco meno degli

angeli, di gloria e di onore lo hai

coronato; gli hai dato potere sulle opere

delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi;

tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna;

gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

che percorrono le vie del mare.

O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta

la terra.

Non esiste il signor lavoro ma esiste l’uomo che lavora, perciò non si può parlare del lavoro se non partendo dall’uomo. “Cos’è l’uomo perché te ne ricordi?….Eppure l’hai fatto poco meno di Te…gli hai dato il potere sull’opera delle tue mani”. Cos’è l’uomo? Tutti facciamo esperienza di essere limitati, molto fragili (per un nonnulla moriamo), eppure avvertiamo anche una strana signoria sulla realtà: non siamo niente eppure siamo signori. E questo è l’uomo che lavora. In modo particolare il cristiano, fatto nuovo dall’incontro con Cristo, affronta la realtà e la trasfigura e questa trasfigurazione si chiama lavoro. Vediamo cosa possiamo imparare su questo guardando insieme le formelle del Campanile di Giotto a Firenze. Si tratta di un ciclo dedicato al lavoro ed eseguito da Andrea Pisano e dalla sua bottega. L’ispiratore di quest’opera è fra’Remigio de’Girolami, un domenicano attivo a Firenze tra il Duecento e il Trecento, alunno di san Tommaso d’Aquino e maestro di Dante.

PRIMO LATO DEL

CAMPANILE

SCHEMA DELLE FORMELLE

Le formelle sono esagonali perché sei sono i giorni della creazione di Dio e al sesto giorno Dio crea l’uomo.

Sopra le formelle esagonali sono rappresentati i pianeti secondo l’ordine TOlemaico: la Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno.

Mentre gli esagoni si leggono da sinistra verso destra, i pianeti sono disposti al contrario e questo è legato alla topografia della città, perché verso destra c’è piazza della Signoria e Orsammichele, cioè il centro politico ed economico di Firenze; mentre verso sinistra c’è la Cattedrale, perciò il settimo cielo, Saturno, che confina con l’empireo, confina con la Cattedrale.quello di cui si parla in questo lato è l’uomo naturale, così come esce dalle mani di Dio, dominato dai pianeti.

Quello di cui si parla in questo lato è perciò l’uomo naturale, l’uomo così come esce dalle mani di Dio: dominato dai pianeti.

L’UOMO E’ CREATURA: IL GRANDE LAVORO CHE C’E’ NEL MONDO E’ LA CREAZIONE. CREAZIONE = Dio crea l’uomo e lo chiama a collaborare con Lui: questo è il LAVORO.

CREAZIONE = DIO CREA L’UOMO

Dio crea l’uomo: è una bellissima creazione di Adamo.

Occorre guardare la faccia di Dio Padre e ricordarla.

Cos’è l’uomo? Eppure l’hai fatto poco meno di Te. L’hai fatto così simile a Te, che l’hai fatto comunione: LA CREAZIONE DI EVA.

L’uomo è simile A Dio, cioè è fatto come comunione: Dio non crea l’uomo solo, Dio è un Mistero di comunione e fa l’uomo come mistero di Comunione.

La collaborazione dell’uomo alla creazione si chiama LAVORO. Infatti, la terza formella è dedicata al LAVORO DEI PROGENITORI.

Bellissimo questo Adamo curvo al suolo, che lavora la terra e accanto a Eva che regge il fuso. Il lavoro non è la conseguenza del peccato originale, ma la conseguenza del fatto che l’uomo è simile a Dio e il Padre è l’eterno lavoratore. Il fatto che l’uomo sia lavoratore è il segno della sua somiglianza al Creatore, perché Dio ha voluto, in tutta la creazione, creare qualcuno di simile a sé che continuasse il suo lavoro. Che cos’è la conseguenza del peccato originale? E’ la fatica del lavoro che nell’uomo è sempre connesso all’aridità e alla faticosità. E questa fatica è adombrata nella schiena curva di Adamo.

La quarta formella è Iabal “ Padre di coloro che vivono nelle tende vicino al bestiame” (Gen.4,20)

La formella traduce il versetto biblico, con quest’uomo che sta nella sua tenda. C’è un notturno, su marmo, che veglia il gregge. Bisogna guardare la dignità di quest’uomo che è un pastore: perché l’uomo recupera la sua immagine originale nel lavoro, tant’è che l’arte traduce questo nel dare a questo uomo la stessa faccia del Dio che l’ha creato. E’ nel lavoro che l’uomo recupera il suo volto, di essere somigliante a Dio. Segue la formelle che rappresenta Iubal, la musica e Tubalkàin, il fabbro.

L’ultima formella di questo lato è la viticoltura. Noè, dice la Bibbia, piantò una vite e ne estrasse il succo e si ubriacò.

La formella non sottolinea tanto il peccato di Noè, quanto la scoperta positiva: i due terzi del bassorilievo sono occupati dalla vite piena di grappoli e dalla botte in cui Noè ha appena inventato il vino. Questa formella, ultima di questo lato, è vicino a piazza della signoria, perché al viticoltura era ed è tanta parte della ricchezza della Toscana.

SECONDO LATO

SCHEMA FORMELLE

In questo lato le formelle rappresentano l’uomo non più dominato dai pianeti, ma nei rombi troviamo le Virtù della conoscenza di Cristo: Fede, Carità, Speranza, Prudenza, Giustizia, temperanza, Fortezza. Le Virtù Teologali e le Virtù Cardinali. L’uomo dominato dall’incontro con Cristo vive il lavoro non più come mera risposta ai suoi bisogni immediati, ma come la forma del suo incivilimento. Negli esagoni sono rappresentati i lavori del primo incivilimento umano. E’ molto interessante che questi lavori, le arti meccaniche medioevali, si aprano con l’Astronomia, che è sotto la Fede, perché il primo lavoro umano è nell’ordine della conoscenza. E’ solo l’uomo che conosce la totalità e che perciò ha la curiosità del nesso di ogni particolare con le stelle, può manipolare adeguatamente tutti i particolari della realtà. Sono interessanti anche altri accoppiamenti, come la Carità con l’arte dell’Edificare e la Speranza sopra la medicina Le prime tre virtù sono la Fede, la Speranza e la Carità La Fede è rappresentata come una donna che tiene con la mano destra la croce e con la mano sinistra un calice. La Fede è il riconoscimento dell’avvenimento storico di Gesù (croce) e della Sua Presenza attuale (Calice). La Carità è rappresentata come una donna prosperosa che tiene con la mano destra un cuore e con la mano sinistra una cornucopia piena di fiori e di frutta perché la carità è la fecondità della fede e ne è fiore e frutto. La Speranza è rappresentata con le ali (tensione) e la corona (Compimento).

Il primo esagono di questo lato è L’ASTRONIMIA.

C’è questo astronomo che sa scrutando, con gli strumenti del suo lavoro, il cielo ed è iscritto in un cerchio che simula l’universo finito, oltre il quale si affaccia il Paradiso, l’Empireo, con le testine degli Angeli, dei Santi e di Dio Padre. Si vede che statura ha l’uomo per il cristianesimo: quest’uomo è grande quanto l’universo, l’universo è una stanza piccola per lui. ( Sono sculture della metà del Trecento, la Firenze di Dante, perciò è al Firenze in cui il cristianesimo si rivela così esaltatore dell’umano. Quest’esaltazione, nelle formelle, dopo venti trent’anni diventerà falsa.

La seconda formella e l’ARTE DEL COSTRUIRE.

In questo bassorilievo è suggerita una seconda idea fantastica della concezione cristiana del lavoro, perché l’uomo per lavorare non ha bisogno solo di conoscere lo scopo di tutto, il nesso che ogni particolare ha con le stelle, l’uomo per lavorare ha bisogno di una seconda cosa: un’autorità, il bellissimo capomastro di questa formella, che invita gli uomini collaborare con la sua costruzione. Questo capomastro è l’immagine di Cristo, perché l’uomo per lavorare ha bisogno di uno scopo che lo leghi alla totalità e di un’autorità che gli insegni la strada. L’idea dell’autorità è

tradotta come un uomo più grande, questo è vero perché essa è un’umanità più grande, tant’è che i due omini sono più piccini e seguono l’uomo più grande. La terza formella rappresenta la MEDICINA

C’è un medico seduto a scranna, che sta osservando, quasi con solennità, un vaso d’orine, che i suoi pazienti gli stanno portando in rudimentali contenitori. Questa è la terza idea fantastica del lavoro cristiano, perché la sua grandezza dipende dal nesso con la totalità, da un’autorità che si segue ma non dall’esito o dalla materia che si tratta:

quest’uomo non tratta le stelle ma l’orina, eppure ha la stessa dignità dell’astronomo. Quarta formella è l’EQUITAZIONE.

La quinta formella è la TESSITURA.

Questa è la formella più ricca di particolari di tutto il ciclo del campanile, perché il Lanificium, l’arte tessile, era la gran parte della ricchezza di Firenze, della Firenze del Trecento. Fra’ Remigio, ispiratore di questo ciclo, quando parla dell’arte della tessitura, dice che è il lavoro umano più simile al lavoro di cristo nella storia, perché il lavoro di Cristo nella storia è

“tessere la Sua tunica”, la Sua veste, così che gli uomini, toccando la veste, indovinino la persona. La sesta formella è LA LEGISLAZIONE. Foroneus, il mitico fondatore del Diritto, che consegna le leggi agli uomini.

La settima formella è DEDALO. L’uomo che scruta il cielo apre il ciclo, lo conclude l’uomo che lo conquista e lo conquista, riuscendo a volare perché cosciente del suo limite