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Le imprese Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni

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Page 1: Le imprese Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni

Le imprese

Corso di Economia Applicata

Facoltà di Economia

Università di Torino

Davide Vannoni

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0 1-9 10-49 50-250 250 +Unione Europea 2,4 12,2 19,9 19,4 46,1Italia 3,4 20,5 30,8 19,0 26,3Francia 2,4 11,8 18,7 19,9 47,2

Tab. n. 5 Distribuzione % degli addetti secondo la dimensione delle imprese(fonte: dati Eurostat pubblicati nel 2000 e riferiti al 1996)

Classi per numero di addetti

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% cumulata del numero di imprese

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Indice di Herfindal

H s s s sn 12

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32 2....

imprese quote1 0,25 0,3 0,5 0,3332 0,25 0,25 0,25 0,3333 0,25 0,25 0,2 0,3334 0,25 0,2 0,05

H = 0,25 0,255 0,355 0,333

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Quattro gruppi di considerazioni si propongono per motivare il formarsi delle grandi unità produttive:

- l’esistenza di economie di scala;

- l’importanza delle economie di diversificazione;

- il ruolo dei costi di transazione nel determinare il grado di integrazione verticale;

- fattori istituzionali, rilevanti nello studio di situazioni concrete (norme fiscali e sul lavoro, efficienza del sistema giudiziario e del mercato dei capitali).

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La grande impresa:• Controlla un gruppo• Ha una nazionalità definita dalla localizzazione della

sede principale• Opera in condizioni di rendimenti di scala crescenti e

di economie di diversificazione• E’ presente dove ci sono barriere all’entrata (mercati

caratterizzati da elevate spese promozionali e/o di ricerca e sviluppo) e in situazioni di mercato oligopolistiche

• Opera nelle fasi ‘critiche’ della filiera e in ambito internazionale

Page 9: Le imprese Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni

Paese

valori al 30/05/2000 (miliardi di

dollari)

% sulle prime 1000

Stati Uniti 12.934 52,8Giappone 2.825 11,5Regno Unito 1.940 7,9Francia 1.148 4,7Germania 878 3,6Italia 583 2,4

Tab. n. 6 Le maggiori società del mondo per capitalizzazione

di mercatoFonte: M. Deaglio VI Rapporto sull'economia

globale - Centro di Ricerche L. Einaudi

per memoria: Pil USA 9.873 miliardi di dollari (2000)

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Potere delle grandi imprese

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relativopoterediindice

Y

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Vassolutopoterediindice

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Il massimo potere è concentrato negli Stati Uniti, con un valore che nel 1999 era pari al 24,8%: il peso delle grandi imprese, sul totale mondiale, era cioè di 24,8 punti percentuali maggiore del peso che l’economia degli Stati Uniti ha nel mondo). Secondo in graduatoria il Regno Unito (4,3%), mentre l’Italia (-2,3) era tra le ultime, dopo la Francia (-1,4%) ma prima della Germania (-3,7%).

Page 12: Le imprese Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni

Nei valori relativi invece: Svizzera (2,74), Paesi bassi (2,19) e Regno Unito (1,88) prevalevano sugli Stati Uniti (1,81), perché il rapporto tra le quote elimina l’effetto della dimensione.

L’Italia con un rapporto pari a 0,45 è all’ultimo posto.

Page 13: Le imprese Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni

L’impresa multinazionale

• Perché costruire filiali all’estero e non esportare?

• Perché acquisire la proprietà dei fornitori e non comperare da loro sul mercato?

Page 14: Le imprese Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni

L’impresa multinazionale

• Si inserisce sui mercati stranieri per sfruttare vantaggi che le derivano da conoscenze tecniche e di mercato.

• Acquista il controllo delle fonti di materie prime.• Acquista imprese straniere per aumentare la sua

quota di mercato mondiale e consolidare il suo potere.

• Acquista imprese straniere per diversificare la sua produzione.

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Multinazionali con diffusione orizzontale

-Vernon e il ciclo di vita del prodotto

(espansione nel paese di origine-avvio di alcune fasi produttive all’estero-diffusione orizzontale all’estero)

- Multinazionali con presenza globale e crescente integrazione tra le nazioni più sviluppate

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Multinazionali integrate verticalmente

-Imprese attive in settori tradizionali (senza rilevanti attività di R&S) con fasi ad alta intensità di lavoro decentrate nei paesi in via di sviluppo

-Necessità di essere vicini alle fonti di approvvigionamento

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La Piccola Impresa e i Distretti

Il ruolo della piccola impresa

Protagonista marginale e di insuccesso?

Fornitrice della grande di beni (indotto) e servizi (outsourcing)

Artigianato artistico e design

Organizzata in sistemidistretti

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La Disciplina Comunitaria definisce...

piccola impresa

meno di 50 dipendenti,

o un fatturato annuo non superiore a 7 milioni di euro,

o un totale di bilancio annuo non superiore a 5 milioni di euro,

in possesso del requisito dell'indipendenza

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La Disciplina Comunitaria definisce...

media impresa

meno di 250 dipendenti,

o un fatturato annuo non superiore a 40 milioni di euro,

o un totale di bilancio annuo non superiore a 27 milioni di euro,

in possesso del requisito di indipendenza.

Page 20: Le imprese Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni

La Disciplina Comunitaria definisce...

Soddisfano il requisito dell’indipendenza

le imprese il cui capitale o i cui diritti di voto

non sono detenuti per il 25% o più da una sola impresa,

oppure, congiuntamente da più imprese non conformi alla definizione di PMI.

Page 21: Le imprese Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni

L'indice di industrializzazione manifatturiera

= [DAM / DA] / [DIM/ DI]> 1,25

L'indice di densità imprenditoriale

= [UAm / PA] / [UIm / PI] > 1,10

L’indice di specializzazione produttiva:

= [DAi / DAM ] / [DIi / DIM]> 1,2

Page 22: Le imprese Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni

La rilevanza del settore di specializzazione

= [DAi / DAM] > 0,2

prevalenza di PMI

= DAi <200/ DAi > 0,5

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Chain commodity analysis

catene dominate dai produttori (auto, aeronautica, semiconduttori).

catene dominate dai distributori (abbigliamento, calzature, caffé).