le metamorfosi di ovidio - al complexity literacy meeting il libro presentato da giuseppe zollo
TRANSCRIPT
Giuseppe Zollo Università di Napoli Federico II
20 Novembre 2016
Metaforme
Le Metamorfosi di Ovidio
e la grammaBca del divenire
Bernini, Apollo e Dafne, Galleria Borghese
La vera e l’unica differenza tra l’uomo e gli altri animali è che gli altri animali
non leggono libri
Le Metamorfosi
Tiziano, Danae, Museo Nazionale Capodimente, NA
quam clausam implevit fecundo Iupiter auro (IV, 168)
Publio Ovidio Nasone nasce a Sulmona nel 43 a.C. da agiata famiglia equestre.
Riceve una formazione retorica in vista di una carriera forense e politica. Per motivi ignoti (forse connessi con uno scandalo riguardante Giulia, nipote di Augusto) nell’8 d.C. viene relegato a Tomi sul mar Nero. Muore a Tomi nel 17 d.C.
Ovidio
OPERE
Ecco un prospetto della produzione di Ovidio:
OPERE cronologia Amores dopo il 20 a.C.
Ars amatoria 1 a.C.-1 d.C.
Remedia amoris 1 a.C.-1 d.C.
Medicamina 1 a.C.-1 d.C.
Heroides 15 a.C.-8 d.C.
Metamorfosi 2-8 d.C.
Fasti 2-8 d.C.
Tristia 8-12 d.C.
Epistulae ex Ponto 8-12 d.C.
Le Metamorfosi
Le Metamorfosi sono un poemin 15 libri, interamente dedicato alla narrazione di miti metamorfici, cioè implicanti una trasformazione. La distribuzione dei contenuti può essere così sintetizzata:
libri nuclei tematici libri I-X miti metamorfici di dèi ed eroi, esposti in ordine cronologico
partendo dalle origini del mondo libro XI cerniera dal mito alla storia: con il racconto delle nozze di Peleo e
Teti si introducono alcuni personaggi coinvolti nella guerra di Troia libri XII-XIII la guerra di Troia libri XIV-XV il Lazio e Roma, fino all’apoteosi di Giulio Cesare e all’elogio di
Augusto
11.995 VERSI Circa 250 MITI
Indice
• Dal caos alla forma • 4 metamorfosi
• La grammaBca del divenire
• Il gran mar dell’essere
• La mente aurorale
• Allenarsi al pensiero complesso
DISCORDIA SEMINA RERUM
Ante mare et terras et quod tegit omnia caelum unus erat toto naturae vultus in orbe, quem dixere chaos: rudis indigestaque moles nec quicquam nisi pondus iners congestaque eodem non bene iunctarum discordia semina rerum. (I, 5-‐8)
Prima del mare, della terra e del cielo, che tutto copre unico era il volto della natura in tutto l'universo, quello che è detto Caos, mole informe e confusa, non più che materia inerte, una congerie di germi differenti di cose mal combinate fra loro
ERAT INSTABILIS TELLUS
sic erat instabilis tellus, innabilis unda, lucis egens aer; nulli sua forma manebat, obstabatque aliis aliud, quia corpore in uno frigida pugnabant calidis, umenBa siccis, mollia cum duris, sine pondere, habenBa pondus. (I, 16-‐20)
E per quanto lì ci fossero terra, mare ed aria, malferma era la prima, non navigabile l'onda, l'aria priva di luce: niente aveva forma stabile, ogni cosa s'opponeva all'altra, perché in un corpo solo il freddo lottava col caldo, l'umido col secco, il molle col duro, il peso con l'assenza di peso.
NATURA DIREMIT
Hanc deus et melior litem natura diremit. nam caelo terras et terris abscidit undas et liquidum spisso secrevit ab aere caelum. quae postquam evolvit caecoque exemit acervo, dissociata locis concordi pace ligavit (I,21-‐25)
Un dio, col favore di natura, sanò questi contrasti. Dal cielo separò la terra, dalla terra il mare e dall'aria densa distinse il cielo limpido. E districati gli elementi fuori dall'ammasso informe, riunì quelli dispersi nello spazio in concorde armonia
Qua_ro metamorfosi
• III, 671,678 Marinai ! Delfini
• VI, 379-‐380: Contadini licii ! Rane
• I, 400-‐410: pietre ! uomini • I, 547-‐552: Dafne ! alloro
III, 670-‐685 Marinai ! Delfini Medon nigrescere toto corpore
… spinae curvamine flecB incipit Lycabas … laB rictus et panda loquenB naris erat squamamque cuBs durata trahebat.
at Libys … in spaBum resilire manus breve vidit et illasiam non esse manus, iam pinnas posse vocari.
…inque chori ludunt speciem lascivaque iactant Medone cominciò a diventare nero La colonna spinale cominciò a incurvarsi Licabante … la bocca gli divenne larga e il naso ricurvo La pelle già indurita si ricopriva di squame Libi vede le sue mani accorciarsi rapidamente Ormai non più mani ma pinne … intrecciano una specie di danza dimenandosi voluttuosamente
VI, 377-‐380: Contadini licii ! Rane
Vox quoque iam rauca est … Terga caput tangunt
colla intercepta videntur
Spina viret
Venter, pars maxima corporis, albet
Mentre le loro voci sono ancora roche … l dorso tocca la testa Il collo sembra eliminato La spina dorsale è già verde Il ventre, divenuta la parte più grossa del corpo, biancheggia
I, 400-‐410: pietre ! uomini Saxa…ponere duriBem coepere suumque rigorem
mollirique mora mollitaque ducere formam. … quae tamen ex illis aliquo pars umida suco et terrena fuit, versa est in corporis usum;
quod solidum est flecBque nequit, mutatur in ossa, quae modo vena fuit, sub eodem nomine mansit,
A poco a poco le pietre cominciarono a perdere durezza e rigidità E a ammorbidirsi, prendendo docilmente forma … la parte liquida o terrosa di esse si muta in carne La parte solida, che non era possibile piegare, diventa ossa Quelle che erano state vene serbano il loro nome
I, 547-‐552: Dafne ! alloro vix prece finita torpor gravis occupat artus mollia cinguntur tenui praecordia libro,
in frondem crines, in ramos bracchia crescunt,
pes modo tam velox pigris radicibus haeret,
ora cacumen habet: remanet nitor unus in illa.
Ha appena finito la preghiera che un pesante torpore le pervade le membra Il tenero petto si fascia di una fibra sottile I capelli si allungano in fronde, le braccia in rami Il piede , poco prima così veloce, resta inchiodato da pigre radici Il volto svanisce in una cima. Conserva solo la lucentezza.
CAMBIAMENTI DI DAFNE
DONNA ! ALBERO CAPELLI ! FOGLIE
TESTA ! CIMA
BRACCIA ! RAMI GRANDI
DITA ! RAMI PICCOLI
BUSTO ! TRONCO
GAMBE ! CEPPO
PIEDI ! RADICE 23
TRASFORMAZIONI ELEMENTARI
• CRESCITA/DIMINUZIONE • INDURIMENTO/AMMORBIDIMENTO
• INCURVAMENTO/RADDRIZZAMENTO
• CONGIUNZIONE/SEPARAZIONE • RAREFAZIONE/ISPESSIMENTO
• ALLUNGAMENTO/ACCORCIAMENTO
• CAMBIAMENTO DI COLORE
Il mondo delle forme
DAFNE
Peneo
APOLLO
Natura Mondo delle forme
Le forme sono immerse in un campo di TENSIONI:
AMORE/ODIO IRA/GELOSIA/RANCORE/INVIDIA HYBRIS/TRACOTANZA … che minacciano l’ordine formale
I trai disBnBvi delle forme
Tratti distintivi definiscono l’ordine formale
DAFNE
Peneo
APOLLO
Natura
Le forme sono sempre immerse in un campo di TENSIONI
Corpo leggero Petto tenero
Capelli lunghi
Piede veloce Pelle lucente
Mondo delle forme
La tensione amorosa di Apollo minaccia “la forma” Dafne
APOLLO Corpo leggero
Petto tenero Capelli lunghi
Piede veloce
Pelle lucente
La tensione rompe la forma Dafne
APOLLO Corpo leggero
Petto tenero Capelli lunghi
Piede veloce
Pelle lucente
I trai elementari liberaB dal vincolo formale esplorano nuove possibilità
Corpo leggero
Petto tenero Capelli lunghi
Piede veloce
Pelle lucente Tronco pesante Radice ferma
Rami più lunghi
Scorza dura
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PERSISTENZA di un TRATTO SINGOLARE
• I,410:.. quae modo vena fuit, sub eodem nomine mansit (pietre ! uomini)
• I, 522: ..remanet nitor unus in illa (Dafne ! alloro)
• VI, 375: vox quoque iam rauca est (Contadini ! rane)
• III, 685: …speciem lascivaque iactant
• (Marinai ! delfini)
IL tra_o SINGOLARE immutato agisce come a_ra_ore della nuova forma
Pelle lucente Tronco pesante Radice ferma
Rami più lunghi Scorza dura
La forma ALLORO
La metamorfosi
IL MONDO DELLE FORME
Il MONDO LIQUIDO dei Tratti distintivi
DAFNE
Peneo
APOLLO
Alloro
Le forme sono sempre immerse in un campo di TENSIONI
Corpo leggero Petto tenero
Capelli lunghi
Piede veloce Pelle lucente Tronco pesante
Radice ferma Rami più lunghi
Scorza dura
Il pensiero complesso è un pensiero fluido, metaforico. Esplora e conne_e luoghi lontani. Ogni porto è solo una tappa provvisorio di una navigazione incessante
VIVERE IN UN MONDO DI METAFORME
• Gli a_ori sociali (persone, gruppi, organizzazioni, isBtuzioni) sono metaforme: le proprietà che le cara_erizzano sono in perpetua transizione.
• Gli a_ori sociali sono sempre immerse in un campo di tensioni ! equilibrio sempre provvisorio
• Le tensioni salienB possono lacerare in qualsiasi momento l’equilibrio e innescare una dinamica imprevedibile
• VI E’ SEMPRE UNA SOLUZIONE (UNA NUOVA FORMA PIU’ APPROPRIATA)
• La nuova forma emerge intorno a punB singolari che operano come elemenB ordinatori
Le metaforme sono forme in transizione. Vengono da un passato che hanno lasciato per sempre Vanno verso un futuro che non vedranno mai.
Sono le forme del viandante, del presente, delle circostanze, delle situazioni.
A guardarle con attenzione si scoprono qui e là frammenti di un passato di splendori e successi ormai definitivamente perso. Si intravedono forze misteriose in azione si percepisce indistinto l’eco di futuri possibili.
Sono un assemblaggio di relitti che una tempesta ha disperso sulla spiaggia della nostra coscienza. Sono le uniche ricorse di cui disponiamo per sopravvivere nell’isola sconosciuta del nostro presente. Non abbiamo né il tempo né la possibilità di tornire forme nuove, idonee e perfette alle sfide che questa isola ci impone.
Possiamo solo smontare e rimontare continuamente i frammenti di cui disponiamo.
Siamo condannati a vivere solo con metaforme.
È la condanna della complessità dell’eterno mutamento della provvisorietà eterna dello spaesamento della vigilanza perenne perché tutto è insicuro, incerto, ambiguo.
Ma la condanna porta con sé il soffio della libertà, la possibilità di sperimentare di creare, la consapevolezza di esserci.