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DTO n. 58/2014 pag. 1 LE SANZIONI PER LE VIOLAZIONI EDILIZIE Disposizione tecnico-organizzativa (DTO 58/2014) (ai sensi dell’articolo 7/III del RUE e del c. 7, art. 4, L.R. n. 15/2013) 1. LE VIOLAZIONI GENERALI E SPECIFICHE ALLE DISPOSIZIONI DEL REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO Le sanzioni per le violazioni alle disposizioni del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) sono stabilite all’articolo 19/III. Il mancato rispetto dei vari obblighi previsti dal RUE e le contravvenzioni ai provvedimenti ed ordinanze in esso previste, comporta l'applicazione, da parte del Responsabile dello Sportello Unico per l’Edilizia comunale, e mediante specifico provvedimento da notificarsi al responsabile della violazione, previa eliminazione, ove occorra, del motivo che ha dato luogo all'infrazione, delle sanzioni di cui all'articolo 16 della Legge 16.1.2003, n. 3 Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione1 ed articolo 8, comma 4, della L.R. n. 24 marzo 2004, n. 6 “Riforma del sistema amministrativo regionale e locale. unione europea e relazioni internazionali. Innovazione e semplificazione. rapporti con l'università2 , fatte salve le sanzioni amministrative e penali derivanti dalla vigente legislazione urbanistica ed edilizia 3 . Le sanzioni pecuniarie dovranno essere versate entro 90 giorni dalla notificazione del provvedimento di irrogazione. L’articolo stabilisce comunque sanzioni pecuniarie precise per alcune specifiche violazioni più ricorrenti, che vengono riportate nella tabella seguente 4 . L’irrogazione delle sanzioni è attribuita ai diversi uffici comunali per le relative competenze. La inosservanza alle norme igienico-sanitarie sono punibili con le sanzioni amministrative stabilite dall’articolo n. 358 del T.U. delle Leggi Sanitarie n. 1265 del 27.7.1934 5 oltre che dalla specifica normativa in materia. Si applicano inoltre in ogni caso le specifiche sanzioni per violazioni alle norme di settore. Violazione accertata Sanzione Pecuniaria (€) Mancata o tardiva comunicazione di inizio dei lavori per Permesso di Costruire 25/300 50 Mancato rispetto delle modalità di comunicazione della sostituzione del Direttore dei Lavori e del Costruttore 25/300 50 Comunicazione di inizio lavori tardiva, inesatta, incompleta o mancante degli allegati obbligatori 25/150 50 Mancata comunicazione variazione nominativi sulla comunicazione inizio lavori 25/150 50 Mancata o tardiva comunicazione fine dei lavori 25/300 € 50 1 Articolo 16 della Legge n. 3/2003: Salvo diversa disposizione di legge, per le violazioni alle disposizioni dei regolamenti comunali e provinciali si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 a 500 €”. 2 In assenza della individuazione di limiti edittali della sanzione nell'atto normativo dell'Ente locale, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a 500 euro. 3 L’inottemperanza ai provvedimenti previsti dal presente Regolamento comporta la denuncia all’Autorità Giudiziaria a carico del soggetto inadempiente, a norma dell’articolo 650 del Codice Penale. 4 I valori tabellari sono relativi alla data di approvazione del RUE. Per la loro applicazione essi dovranno essere aggiornati con l’indice ISTAT dei costi di costruzione intervenuti. 5 Sanzione da1.549,37 € a 9.296,22 €, salvo che il fatto costituisca reato. Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza Settore IV: Sviluppo Urbano N. 55/2014

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DTO n. 58/2014 pag. 1

LE SANZIONI PER LE VIOLAZIONI EDILIZIE

Disposizione tecnico-organizzativa (DTO 58/2014) (ai sensi dell’articolo 7/III del RUE e del c. 7, art. 4, L.R. n. 15/2013)

1. LE VIOLAZIONI GENERALI E SPECIFICHE ALLE DISPOSIZIONI DEL REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO Le sanzioni per le violazioni alle disposizioni del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) sono stabilite all’articolo 19/III. Il mancato rispetto dei vari obblighi previsti dal RUE e le contravvenzioni ai provvedimenti ed ordinanze in esso previste, comporta l'applicazione, da parte del Responsabile dello Sportello Unico per l’Edilizia comunale, e mediante specifico provvedimento da notificarsi al responsabile della violazione, previa eliminazione, ove occorra, del motivo che ha dato luogo all'infrazione, delle sanzioni di cui all'articolo 16 della Legge 16.1.2003, n. 3 “Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione”1 ed articolo 8, comma 4, della L.R. n. 24 marzo 2004, n. 6 “Riforma del sistema amministrativo regionale e locale. unione europea e relazioni internazionali. Innovazione e semplificazione. rapporti con l'università”2, fatte salve le sanzioni amministrative e penali derivanti dalla vigente legislazione urbanistica ed edilizia3. Le sanzioni pecuniarie dovranno essere versate entro 90 giorni dalla notificazione del provvedimento di irrogazione. L’articolo stabilisce comunque sanzioni pecuniarie precise per alcune specifiche violazioni più ricorrenti, che vengono riportate nella tabella seguente4. L’irrogazione delle sanzioni è attribuita ai diversi uffici comunali per le relative competenze. La inosservanza alle norme igienico-sanitarie sono punibili con le sanzioni amministrative stabilite dall’articolo n. 358 del T.U. delle Leggi Sanitarie n. 1265 del 27.7.19345 oltre che dalla specifica normativa in materia. Si applicano inoltre in ogni caso le specifiche sanzioni per violazioni alle norme di settore.

Violazione accertata Sanzione Pecuniaria (€)

Mancata o tardiva comunicazione di inizio dei lavori per Permesso di Costruire 25/300 50 Mancato rispetto delle modalità di comunicazione della sostituzione del Direttore dei Lavori e del Costruttore 25/300 50 Comunicazione di inizio lavori tardiva, inesatta, incompleta o mancante degli allegati obbligatori 25/150 50 Mancata comunicazione variazione nominativi sulla comunicazione inizio lavori 25/150 50 Mancata o tardiva comunicazione fine dei lavori 25/300 € 50

1 Articolo 16 della Legge n. 3/2003:

“Salvo diversa disposizione di legge, per le violazioni alle disposizioni dei regolamenti comunali e provinciali si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 a 500 €”. 2 In assenza della individuazione di limiti edittali della sanzione nell'atto normativo dell'Ente locale, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a 500 euro. 3 L’inottemperanza ai provvedimenti previsti dal presente Regolamento comporta la denuncia all’Autorità Giudiziaria a carico del soggetto

inadempiente, a norma dell’articolo 650 del Codice Penale. 4 I valori tabellari sono relativi alla data di approvazione del RUE. Per la loro applicazione essi dovranno essere aggiornati con l’indice ISTAT dei costi di costruzione intervenuti. 5 Sanzione da1.549,37 € a 9.296,22 €, salvo che il fatto costituisca reato.

Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza

Settore IV: Sviluppo Urbano

N. 55/2014

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DTO n. 58/2014 pag. 2

Comunicazione fine lavori inesatta o incompleta 25/150€ 50 Mancanza di ordine di cantiere 25/450 € 50 Ordine di cantiere inesatto o incompleto 25/150€ 50 Mancanza in cantiere dei documenti abilitativi 25/150 50 Violazione delle norme sulla conduzione del cantiere 25/300 50 Assenza o inadeguata segnalazione e/o delimitazione di cantiere 25/450 50 Inizio lavori prima del ritiro del Permesso di Costruire 25/450 50 Presentazione della SCIA di variante minore in corso d’opera dopo l’avvenuta ultimazione lavori del titolo abilitativo originario 25/464 50

Mancata presentazione, contestualmente alla dichiarazione finale di regolare esecuzione delle opere soggette a Segnalzione Certificata di Inizio Attività, della ricevuta dell'avvenuta presentazione della variazione catastale conseguente alle opere realizzate ovvero della dichiarazione che le stesse non hanno comportato modificazioni del classamento

516

Inosservanza obbligo di mantenimento di spazi, edifici ed aree libere in conformità alle disposizioni di sicurezza, igiene e decoro pubblico 25/464 50

Mancata rimozione delle opere precarie entro i termini prescritti 25/464 50 Accumulo su aree pubbliche di materiali di risulta o provenienti da demolizioni 25/300 50 Superamento dei limiti massimi di esposizione al rumore nei cantieri edili 25/464 50 Mancata sospensione dei lavori in caso di ritrovamenti di presumibile interesse archeologico 25/464 50 Violazione agli obblighi del committente o del responsabile dei lavori in tema di sicurezza dei cantieri edili 25/150 50 Violazione agli obblighi del coordinatore per la progettazione in tema di sicurezza dei cantieri edili 25/150 50 Violazione agli obblighi del coordinatore per l’esecuzione dei lavori in tema di sicurezza dei cantieri edili 25/150 50 Violazione alle misure generali di tutela nei cantieri edili ed alla segnaletica di sicurezza 25/150 50 Violazione alle disposizioni sulla salvaguardia del verde 25/150 50 Utilizzo di immobili in assenza di certificato di conformità edilizia ed agibilità 77/464 154 Mancata o scorretta collocazione del numero civico 25/150 50 Scorretta collocazione delle antenne paraboliche e dei collettori solari 25/300 50 Opere di scavo su spazi pubblici non autorizzate o eseguite in violazione dell’autorizzazione 50/300 100 Inosservanza delle distanze degli alberi dai confini 77/464 154 Allacciamento alla rete fognaria comunale senza autorizzazione 77/464 154 Per non avere provveduto, nelle zone servite da fognatura (mista – nera – bianca) a convogliare le acque reflue nella rete fognante di competenza nonché per non aver provveduto a separare le acque reflue all’interno della proprietà privata

77/464 154

Per non aver rispettato le prescrizioni indicate nell’autorizzazione allo scarico o impartite dall’ente gestore della rete fognaria 77/464 154

Per aver effettuato scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche senza la preventiva autorizzazione 77/464 154

Per non aver presentato domanda di nuova autorizzazione prima che si determini una variazione qualitativa o quantitativa dello scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche

77/464 154

Per non aver comunicato entro i 60 giorni previsti la cessazione all’ente gestore dello scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche 77/464 154

Per non aver comunicato all’ente gestore la volturazione dello scarico entro i 60 giorni previsti senza modifiche quali quantitative dello scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche

77/464 154

Per il mancato rispetto delle prescrizioni dell’ente gestore della rete fognaria nella costruzione delle reti fognarie e impianti di trattamento per opere di urbanizzazione e strade pubbliche o da divenire tali 77/464 154

In caso di scarico o immissione in fognatura delle sostanze e/o rifiuti non ammessi dal vigente Regolamento di fognatura 2.500

Per non aver eseguito operazioni di pulizia, manutenzione e gestione degli impianti di trattamento al servizio di singoli edifici 250

Per aver eseguito interventi di ogni tipo sulle pubbliche fognature o sulle parti di allacciamento pubbliche senza la preventiva autorizzazione 300

Per non aver posto in opera nella rete fognaria di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche di pozzetto di prelievo campioni, vasche di accumulo o campionatore automatico se prescritti dall’Ente gestore della fognatura

1.000

Per non aver installato idonei separatori di trattenimento di acque reflue contenenti idrocarburi, oli minerali, sostanze sedimentabili, ecc. provenienti da distributori di carburanti, autolavaggi, officine meccaniche, elettrauto, carrozzerie, verniciature, attività di rottamazione

1.000

Per non aver presentato la denuncia annuale degli scarichi effettuati al gestore della rete fognaria entro il 31 gennaio di ogni anno 300

Per non aver rispettato l’imposizione temporanea di limiti di emissione per lo scarico in acque superficiali di ditte in possesso di autorizzazioni allo scarico di acque reflue industriali o la sospensione temporanea delle autorizzazioni stesse a seguito di provvedimenti dell’ente gestore della rete fognaria

3.000,00 €

Per non avere provveduto alla rimozione di ponteggi, barriere, recinzioni ed ogni altro ingombro relativo al cantiere, entro 30 gg. dalla fine lavori 300

Per non avere provveduto alla rimozione di materiali inutili e dannosi nei cantieri 250 Per avere gettato dei materiali dai ponteggi, dai tetti o dall'interno degli edificio 500 Per non avere prevenuto con opportuni accorgimenti la sollevazione di polvere durante i lavori 500 Per non avere mantenuto la pulizia negli spazi pubblici per tutta l'estensione della costruzione e immediate vicinanze 500

Per non avere mantenuto il decoro, l'igiene e la sicurezza pubblica nelle aree destinate all'edificazione ed ai servizi, non ancora utilizzate 1.000

Per avere effettuato la tinteggiatura di edifici nel centro storico con colori non conformi ai campioni approvati dal Piano del Colore 500

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DTO n. 58/2014 pag. 3

Per avere effettuata la posa di insegne d’esercizio su fabbricati per attività direzionali, commerciali e produttive senza autorizzazione o non conformi a quanto previsto dal Regolamento

250

Per avere installato cartelli segnaletici a palo, cartelli indicatori stradali senza autorizzazione o non conformi a quanto previsto dal Regolamento 200

Per avere effettuato depositi di materiali su aree scoperte prospicienti strade e spazi pubblici nelle zone residenziali

100

Per l’abbattimento non autorizzato di alberi (per ogni albero) 1.000 Per il danneggiamento di alberi e/o aree verdi, compresi gli arredi 200 Per la piantumazione di alberature appartenenti a specie vietate (per ogni albero) 100 Per il mancato reimpianto di alberature, a seguito di avvenuto abbattimento, nei periodi indicati (per ogni albero) 100 Per l’esecuzione di potature eccessive e/o in periodi non consentiti 100 Per avere provveduto ad effettuare delle combustioni non autorizzate 500 Per la violazione delle norme comportamentali all’interno di parchi e giardini pubblici 100 Inosservanza di ordinanze o provvedimenti in genere previsti dal Regolamento 25/500 50

Si precisa che in materia di illeciti amministrativi, come lo sono le violazioni alle disposizioni del RUE, l’articolo 16 della Legge 24.11.1981, n. 689 “Legge di depenalizzazione”6, disciplina il pagamento in misura ridotta, ossia una forma di oblazione che blocca in itinere il procedimento sanzionatorio. L’istituto è stato previsto dal legislatore del 1981 come misura di carattere generale diretta a favorire la più rapida definizione dei procedimenti amministrativi sanzionatori. L’art. 16 della citata legge 689/1981 attribuisce ai soggetti cui è contestata la violazione amministrativa una mera facoltà, il cui esercizio integra una fase eventuale del procedimento di irrogazione della sanzione: se il trasgressore si avvale di tale meccanismo conciliativo, non contesta la validità del l’accertamento ed arresta il procedimento amministrativo a questo stadio, attraverso la corresponsione di una somma di denaro il cui imporlo è predeterminato dalla legge. Il modello più ricorrente di sanzione amministrativa pecuniaria, come nel caso del RUE, si caratterizza per la presenza di una misura edittale, articolata tra un importo minimo e una somma massima, nell’ambito della quale l’autorità amministrativa determina la somma da pagare in applicazione dei criteri previsti dall’art. 11 della legge n. 689/1981. L’art. 16 della Legge n. 689/1981 è il seguente: “16. Pagamento in misura ridotta E' ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa, o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento, entro il termine di sessanta giorni dalla contestazione immediata o, se questa non vi è stata, dalla notificazione degli estremi della violazione. (comma modificato dall'articolo 53 del decreto legislativo n. 213 del 1998) Nei casi di violazione dei regolamenti comunali e provinciali continuano ad applicarsi l'articolo 107 del T.U. delle leggi comunali e provinciali approvato con R.D. 3 marzo 1934, n. 383. (ora articolo 7-bis del decreto legislativo n. 267 del 2000 - n.d.r.) (comma parzialmente abrogato dall'articolo 231 del decreto legislativo n. 285 del 1992) Il pagamento in misura ridotta è ammesso anche nei casi in cui le norme antecedenti all'entrata in vigore della presente legge non consentivano l'oblazione”. Il richiamato articolo 7-bis del D.Lgs. n. 267/2000 è il seguente: Art. 7-bis. Sanzioni amministrative (articolo introdotto dall'art. 16 legge n. 3 del 2003) 1. Salvo diversa disposizione di legge, per le violazioni delle disposizioni dei regolamenti comunali e provinciali si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a 500 euro. 1-bis. La sanzione amministrativa di cui al comma 1 si applica anche alle violazioni alle ordinanze adottate dal sindaco e dal presidente della provincia sulla base di disposizioni di legge, ovvero di specifiche norme regolamentari. (comma introdotto dall'art. 1-quater, comma 5, legge n. 116 del 2003) 2. L’organo competente a irrogare la sanzione amministrativa è individuato ai sensi dell’articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689”. In caso di sanzione stabilita in misura fissa, il criterio di quantificazione della somma da corrispondere per la relativa conciliazione si riduce a quello unico del “terzo” dell'ammontare della sanzione stessa, senza che, per questo la conciliazione possa ritenersi impedita o preclusa. 2. L’UTILIZZO DI IMMOBILI PRIVI DI AGIBILITA’ E LA TARDIVA RICHIESTA DEL

CERTIFICATO DI CONFORMITA’ EDILIZIA ED AGIBILITA’

6 Articolo 16, comma 1, Legge 24.11.1981, n. 689 “Modifiche al sistema penale”:

“E’ ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento, entro il termine di 60 giorni dalla contestazione immediata o, se questa non vi è stata, dalla notificazione degli estremi della violazione”.

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DTO n. 58/2014 pag. 4

Come stabilito dall’art. 92/III del Regolamento Urbanistico Edilizio, il proprietario che abita o usa, ovvero consente ad altri di utilizzare - a titolo gratuito o oneroso - un'unità immobiliare priva del Certificato di Conformità Edilizia ed Agibilità o di equivalente dichiarazione di abitabilità o usabilità o di altra licenza d'uso, è soggetto a sanzione amministrativa ai sensi dell’articolo 70 del D.Lgs. 507/99. La mancanza del CCEA non ha più quindi rilevanza penale. Infatti il D.Lgs. n. 507/99 "Depenalizzazione dei reati minori e riforma del sistema sanzionatorio, ai sensi dell'articolo 1 della legge 25 giugno 1999, n. 205", all’art. 70 “Modifiche al Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265, recante il testo unico delle leggi sanitarie”, stabilisce la seguente modifica al T.U.L.S.: «nel secondo comma dell'articolo 221 le parole "è punito con l'ammenda da lire 40.000 a 400.000" sono sostituite dalle seguenti: "è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire centocinquantamila a novecentomila"». Ovvero quindi da 77,47 € a 464,81 €. La sanzione è di natura amministrativa e sostituisce quindi l’ammenda di carattere penale. Tuttavia vi à da rilevare come il secondo comma dell’art. 221 sia stato abrogato successivamente dall'articolo 136 del D.P.R. n. 380 del 2001 (Testo Unico dell’Edilizia), con la decorrenza indicata dall’art. 138 del medesimo TUE, ovvero il 30.06.2003. Le disposizioni dettate dall’art. 221, c. 2, del TULS, sono ora dettate dal comma 3 dell’art. 24 del TUE, il quale stabilisce che la mancata presentazione della domanda di CCEA comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 77,00 a 464,00 euro. Nondimeno, l’art. 24 del TUE fa parte del Titolo III della Parte I del TUE stesso, che, a norma dell’art. 60 della L.R. n. 15/2013, è disapplicato in Emilia Romagna. Pertanto le sanzioni per la mancanza del CCEA sono stabilite ora dall’articolo 26 della L.R. n. 15/2013 “Sanzioni per il ritardo e per la mancata presentazione dell’istanza di agibilità”, come modificato dall’art. 52 della L.R. n. 28/2013, ovvero: 1. la tardiva richiesta del certificato di conformità edilizia e di agibilità, dopo la scadenza della validità del titolo,

comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria per unità immobiliare di 100,00 euro per ogni mese di ritardo, fino ad un massimo di dodici mesi.

2. trascorso tale termine il Comune, previa diffida a provvedere entro il termine di sessanta giorni, applica la sanzione di 1.000,00 euro per la mancata presentazione della domanda di conformità edilizia e agibilità.

Il riferimento al “mese” si deve intendere come mese intero. Il riferimento “alla scadenza di validità del titolo” va inteso come segue: a) CIL: scadenza di validità del titolo: tre anni dalla data di inizio dei lavori (art. 7, c. 5); b) SCIA: scadenza di validità del titolo: tre anni dalla data di efficacia (art. 16, c. 1); c) PdC: scadenza di validità del titolo: tre anni dalla data del rilascio (art. 19, c. 3). E’ evidente che se viene presentata la comunicazione di fine dei lavori relativa ad uno dei titoli sopra riportati in data antecedente alla propria scadenza di validità, il titolo edilizio medesimo scade nella data di comunicazione della conclusione dei lavori. E’ evidente un’altra incongruenza della norma o per lo meno una sua non chiara esposizione. Chi dovesse presentare la richiesta di CCEA con 11 mesi di ritardo pagherebbe una sanzione pari a 1.100,00 € per ogni unità immobiliare (es. due unità immobiliari: 2.200,00 € di sanzione). Chi invece la dovesse presentare con un ritardo di 12 mesi, pagherebbe solo 1.000,00 € di sanzione pecuniaria complessiva. In attesa di chiarimenti in proposito da parte della Regione, si ritiene ragionevole utilizzare il seguente criterio interpretativo: a) fino a 11 mesi di ritardo: sanzione pari a 100,00 € per ogni unità immobiliare; b) da 12 mesi in poi: alla sanzione come sopra determinata si aggiungono 1.000,00 € forfettari riferiti solo

all’intero fabbricato, e quindi da versarsi una tantum. 3. LE OPERE EDILIZIE ABUSIVE Normativa di riferimento: 1. Legge Regionale 21 ottobre 2004, n. 23 “Vigilanza e controllo dell'attività edilizia ed applicazione della

normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla legge 24 novembre 2003, n. 326” – Titolo I”;

2. D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380: “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia” – Parte I, Titolo IV, Capi I e II.

3.1 LE IPOTESI CON RILEVANZA PENALE

Le opere edilizie abusive che hanno anche una rilevanza penale sono disciplinate dall’art. 44 del D.P.R. n. 380/2001, il quale stabilisce: “Art. 44 - Sanzioni penali (Le sanzioni pecuniarie di cui al presente articolo sono aumentate del cento per cento ai sensi dell'art. 32, comma 47, legge n. 326 del 2003)

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DTO n. 58/2014 pag. 5

1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato e ferme le sanzioni amministrative, si applica: a) l'ammenda fino a 10.329 euro per l'inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dal

presente titolo, in quanto applicabili, nonché dai regolamenti edilizi, dagli strumenti urbanistici e dal permesso di costruire;

b) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 5.164 a 51.645 euro nei casi di esecuzione dei lavori in totale difformità o assenza del permesso o di prosecuzione degli stessi nonostante l'ordine di sospensione;

c) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 15.493 a 51.645 euro nel caso di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio, come previsto dal primo comma dell'articolo 30. La stessa pena si applica anche nel caso di interventi edilizi nelle zone sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, in variazione essenziale, in totale difformità o in assenza del permesso.

2. La sentenza definitiva del giudice penale che accerta che vi è stata lottizzazione abusiva, dispone la confisca dei terreni, abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruite. Per effetto della confisca i terreni sono acquisiti di diritto e gratuitamente al patrimonio del comune nel cui territorio è avvenuta la lottizzazione. La sentenza definitiva è titolo per la immediata trascrizione nei registri immobiliari. 2-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi suscettibili di realizzazione mediante denuncia di inizio attività ai sensi dell'articolo 22, comma 3, eseguiti in assenza o in totale difformità dalla stessa. (comma aggiunto dal d.lgs. n. 301 del 2002)”. E’ bene riportare inoltre quanto stabilito dal successivo articolo 45: “Art. 45 - Norme relative all'azione penale 1. L'azione penale relativa alle violazioni edilizie rimane sospesa finché non siano stati esauriti i procedimenti amministrativi di sanatoria di cui all’articolo 36. 2. (comma abrogato dall'art. 4, Allegato 4, del d.lgs. n. 104 del 2010) 3. Il rilascio in sanatoria del permesso di costruire estingue i reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti”. L’articolo 36 citato “Accertamento di conformità”, è l’omologo dell’articolo 17 della Legge Regionale n. 23/2004. La Legge Regionale n. 23/2004 non si occupa di disciplinare la materia penale connessa alla realizzazione di opere edilizie abusive in quanto trattasi, ai sensi dell’art. 117, c. 2, lett. l), della Costituzione, di materia legislativa di competenza esclusiva statale.

3.2 I SOGGETTI RESPONSABILI I soggetti responsabili delle opere edilizie abusive sono individuati all’articolo 29 del D.P.R. n. 380/2001 e dall’articolo 8 della L.R. n. 23/2004, che si riporta di seguito: “Art. 8 - Responsabilità del titolare del titolo abilitativo, del committente, del costruttore, del direttore dei lavori, del progettista e del funzionario della azienda erogatrice di servizi pubblici. (modificato comma 3 da art. 37 L.R. 30 luglio 2013 n. 15) 1. Il titolare del titolo abilitativo, il committente e il costruttore sono responsabili, ai fini e per gli effetti delle norme contenute nella presente legge, della conformità delle opere alla normativa urbanistica, alle previsioni di piano nonché, unitamente al direttore dei lavori, alle prescrizioni e alle modalità esecutive stabilite dal titolo abilitativo. Essi sono, altresì, tenuti solidalmente al pagamento delle sanzioni pecuniarie e alle spese per l'esecuzione in danno, in caso di demolizione delle opere abusivamente realizzate, salvo che dimostrino di non essere responsabili dell'abuso o che l'abuso sia stato realizzato dopo la consegna dell'immobile. 2. Le condizioni di esonero da responsabilità del direttore dei lavori e le attività del medesimo soggetto che comportano l'irrogazione di sanzioni disciplinari sono stabilite dall' articolo 29, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001. 3. Nel caso in cui il titolo abilitativo contenga dichiarazioni non veritiere del progettista necessarie ai fini del conseguimento del titolo stesso, l'amministrazione comunale ne dà notizia all'Autorità giudiziaria , al progettista nonché al competente Ordine professionale, ai fini dell'irrogazione delle sanzioni disciplinari. 4. Il funzionario della azienda erogatrice cui sia imputabile la stipulazione del contratto di somministrazione di servizi pubblici è soggetto alla sanzione pecuniaria prevista dall'articolo 48 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001. La sanzione è comminata dal Comune, contestualmente all'applicazione delle sanzioni amministrative per le opere abusivamente realizzate”. Il citato comma 2 dell’art. 29 del D.P.R. n. 380/2001 è il seguente: “2. Il direttore dei lavori non è responsabile qualora abbia contestato agli altri soggetti la violazione delle prescrizioni del permesso di costruire, con esclusione delle varianti in corso d'opera, fornendo al dirigente o responsabile del competente ufficio comunale contemporanea e motivata comunicazione della violazione stessa. Nei casi di totale difformità o di variazione essenziale rispetto al permesso di costruire, il direttore dei lavori deve inoltre rinunziare all'incarico contestualmente alla comunicazione resa al dirigente. In caso contrario il dirigente segnala al consiglio dell'ordine professionale di appartenenza la violazione in cui è incorso il direttore dei lavori, che è passibile di sospensione dall'albo professionale da tre mesi a due anni”.

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3.3 INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE ESEGUITI IN ASSENZA DEL TITOLO ABILITATIVO, IN

TOTALE DIFFORMITA’ O CON VARIAZIONI ESSENZIALI Articoli 13 e 17, c. 3, lett. a), L.R. n. 23/2004

Gli interventi di nuova costruzione sono assoggettati: 1. a Permesso di Costruire, in via ordinaria, dall’art. 17, della L.R. 30.07.2013, n. 15; 2. a Segnalazione Certificata di Inizio Attività (c.d. SuperSCIA), in via straordinaria ed a scelta dell’interessato,

qualora si ricada nei casi di cui al comma 2, dell’art. 13, della L.R. n. 15/2013, ovvero all’interno di piani urbanistici attuativi (o strumenti urbanistici generali in genere) che prevedano espressamente tale possibilità e solo nel caso in cui essi contengano precise disposizioni sui contenuti planovolumetrici, formali, tipologici e costruttivi.

In riferimento al punto 2 è bene precisare che in caso di opere di nuova costruzione eseguite senza titolo (che potrebbe essere la SCIA, nel caso specifico), queste non sono sottratte alle sanzioni penali stabilite dall’art. 44, comma 2, lettera b) del D.P.R. n. 380/2001 (ovvero opere eseguite in assenza del Permesso di Costruire), per espressa previsione del comma 3 (comma aggiunto dal d.lgs. n. 301 del 2002) dell’articolo 31 dello stesso D.P.R., che rimanda alle opere di cui all’art. 22, comma 3, del medesimo D.P.R., ovvero quelle di nuova costruzione eseguite con Denuncia di Inizio Attività (oggi SCIA). Oltre che per espressa indicazione riportata all’articolo 18 della L.R. n. 23/2004. A norma dell’art. 13 della L.R. n. 23/2004, gli interventi di nuova costruzione eseguiti in “totale difformità” dal titolo abilitativo sono quelli che comportano la realizzazione di un organismo edilizio integralmente diverso per caratteristiche tipologiche, planovolumetriche o di utilizzazione da quello oggetto del titolo stesso, ovvero l'esecuzione di volumi edilizi oltre i limiti indicati nel progetto e tali da costituire un organismo edilizio o parte di esso con specifica rilevanza ed autonomamente utilizzabile. Le “variazioni essenziali” invece sono individuate all’articolo 14-bis (aggiunto dall’art. 41 della L.R. n. 15/2013) della stessa L.R. n. 23/2004 e sono le seguenti: Sono variazioni essenziali rispetto al titolo abilitativo originario come integrato dalla SCIA di fine lavori: a) il mutamento della destinazione d'uso che comporta un incremento del carico urbanistico di cui all'articolo 30,

comma 1, della legge regionale n. 15/20137; b) gli aumenti di entità superiore al 20 per cento rispetto alla superficie coperta, al rapporto di copertura, al

perimetro, all'altezza dei fabbricati, gli scostamenti superiori al 20 per cento della sagoma o dell'area di sedime, la riduzione superiore al 20 per cento delle distanze minime tra fabbricati e dai confini di proprietà anche a diversi livelli di altezza;

c) gli aumenti della cubatura rispetto al progetto del 10 per cento e comunque superiori a 300 metri cubi, con esclusione di quelli che riguardino soltanto le cubature accessorie ed i volumi tecnici, così come definiti ed identificati dalle norme urbanistiche ed edilizie comunali;

d) gli aumenti della superficie utile superiori a 100 metri quadrati; e) ogni intervento difforme rispetto al titolo abilitativo che comporti violazione delle norme tecniche per le

costruzioni in materia di edilizia antisismica; f) ogni intervento difforme rispetto al titolo abilitativo, ove effettuato su immobili ricadenti in aree

naturali protette, nonché effettuato su immobili sottoposti a particolari prescrizioni per ragioni ambientali, paesaggistiche, archeologiche, storico-architettoniche da leggi nazionali o regionali, ovvero dagli strumenti di pianificazione territoriale od urbanistica. Non costituiscono variazione essenziale i lavori realizzati in assenza o difformità dall'autorizzazione paesaggistica, qualora rientrino nei casi di cui all'articolo 149 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e qualora venga accertata la compatibilità paesaggistica, ai sensi dell'articolo 167 del medesimo decreto legislativo.

Si tenga presente che, a norma del comma 2 dello stesso articolo 14-bis, ai sensi dell'articolo 22 della L.R. n. 15/2013, le varianti al titolo originario, che presentano le caratteristiche di cui sopra e che siano conformi alla disciplina dell'attività edilizia, possono essere attuate in corso d'opera e sono soggette alla presentazione di SCIA di fine lavori, fermo restando, nei casi di cui alle lettere e) ed f), la necessità di acquisire preventivamente i relativi atti abilitativi. E’ ovvio che la stessa disciplina, ovvero esecuzione delle varianti e loro regolarizzazione solo in seguito con SCIA di fine dei lavori, vale anche per le varianti in corso d’opera che hanno caratteristiche “inferiori” a quelle sopra elencate. Ne consegue che tali variazioni essenziali (ed anche non essenziali) non possono configurare alcun abuso edilizio se non dopo la fine dei lavori, e solo nell’ipotesi che per esse non sia stata presentata una SCIA di fine lavori.

7 Ovvero: a) un aumento delle superfici utili degli edifici; b) un mutamento delle destinazioni d'uso degli immobili con incremento delle dotazioni territoriali; c) un aumento delle unità immobiliari, fatto salvo il caso di cui all'articolo 32, comma 1, lettera g).

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Ne deriva, ed infatti opportunamente l’articolo che definisce le varianti essenziali è collocato nella L.R. n. 23/2004 e non nella L.R. n. 15/2013, che la distinzione tra varianti essenziali e non, vale solo ai fini della determinazione della fattispecie di abuso edilizio e quindi di conseguente sanzione. Le uniche varianti al progetto approvato che necessitano di un nuovo titolo abilitativo preventivo alla loro esecuzione, sono quelle elencate al comma 1 dell’art. 22 della L.R. n. 15/2013, ovvero: a) la modifica della tipologia dell'intervento edilizio originario; b) la realizzazione di un intervento totalmente diverso rispetto al progetto iniziale per caratteristiche tipologiche,

planovolumetriche o di utilizzazione; c) la realizzazione di volumi in eccedenza rispetto al progetto iniziale tali da costituire un organismo edilizio, o

parte di esso, con specifica rilevanza ed autonomamente utilizzabile. Solo queste varianti quindi, definite di “totale difformità”, se realizzate prima del relativo titolo abilitativo, costituiscono violazione edilizia. Ai fini della uniforme definizione dei parametri urbanistico-edilizia che vengono citati sopra, si deve far riferimento a quelli approvati con Deliberazione di Giunta Regionale n. 279 del 04.02.2010, ripresi dal RUE, con le modifiche introdotte con deliberazione di Consiglio Comunale n. 6, del 04.04.2014. Nell’ipotesi di realizzazione abusiva di tali opere valgono le disposizioni dettate dall’art. 17 della L.R. n. 23/2004, ovvero esse possono venir regolarizzate solo attraverso il c.d. “accertamento di conformità”, ovvero mediante il rilascio del permesso di costruire in sanatoria, ma solo se l'intervento risulta conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente, sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda (c.d. “doppio accertamento di conformità”). Il comma 2 dello stesso articolo 17, introduce però una ulteriore possibilità, ovvero la c.d. “sanatoria giurisdizionale”, che prevede solo un semplice accertamento di conformità (possibilità che invece non è prevista nell’omologo articolo 36 del D.P.R. n. 380/2001). Fatti salvi infatti gli effetti penali dell'illecito, che permangono, in tale ipotesi il permesso in sanatoria può essere ottenuto, ai soli fini amministrativi, qualora l'intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente solo rispetto al momento della presentazione della domanda. In entrambi i casi il permesso di costruire in sanatoria è subordinato al pagamento, a titolo di oblazione, del contributo di costruzione che sarebbe stato dovuto, ma in misura doppia, ovvero, in caso di intervento che ordinariamente sarebbe stato soggetto ad esonero, stabiliti dall’art. 32 della L.R. n. 15/20138, in misura pari a quella prevista dalla normativa regionale e comunale, e comunque per un ammontare non inferiore a 2.000 euro. La richiesta del permesso di costruire in sanatoria può essere avanzata fino alla scadenza del termine di 90 giorni stabilito dall’ingiunzione alla la demolizione delle opere abusive e ripristino dello stato dei luoghi, di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 13 della L.R. n. 23/2004. Le richieste di sanatoria tardive sono irricevibili.

3.4 INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA ESEGUITI IN ASSENZA DEL TITOLO ABILITATIVO, IN TOTALE DIFFORMITA’ O CON VARIAZIONI ESSENZIALI

Articoli 14 e 17, c. 3, lett. a), L.R. n. 23/2004 Circa i concetti di totale difformità e variazione essenziale, si rimanda, in quanto del tutto applicabile, a quanto riportato sopra per la nuova costruzione. Gli interventi di ristrutturazione (si veda la DTO n. 3/2013) edilizia sono soggetti obbligatoriamente a SCIA dall’articolo 13, comma 1, lettera d), della L.R. n. 15/2013, compresi gli

8 I casi di esonero sono elencati al comma 1 dell’art. 32 della L.R. n. 15/2013, e sono i seguenti: a) gli interventi di cui all'articolo 7, ovvero l’attività edilizia libera; b) gli interventi, anche residenziali, da realizzare nel territorio rurale in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell'imprenditore

agricolo professionale, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettere d), f), g), l), ee), della L. 7 marzo 2003, n. 38), ancorché in quiescenza;

c) gli interventi di cui alle lettere a) (gli interventi di manutenzione straordinaria e le opere interne che non presentino i requisiti di cui all'articolo 7, comma 4) e c) (gli interventi restauro scientifico e quelli di restauro e risanamento conservativo) del comma 1 dell'articolo 13;

d) gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche; e) la realizzazione dei parcheggi da destinare a pertinenza delle unità immobiliari, nei casi di cui all' articolo 9, comma 1, della legge n. 122 del

1989 e all' articolo 41-sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150 (Legge urbanistica), limitatamente alla misura minima ivi stabilita; f) gli interventi di ristrutturazione edilizia o di ampliamento in misura non superiore al 20 per cento della superficie complessiva di edifici

unifamiliari; g) il frazionamento di unità immobiliari, qualora non sia connesso ad un insieme sistematico di opere edilizie che portino ad un

organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e qualora non comporti aumento delle superfici utili e mutamento della destinazione d'uso con incremento delle dotazioni territoriali; determinati con D.G.R. n. 75 del 27.01.2014;

h) gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti e dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), nonché per le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici, e i parcheggi pertinenziali nella quota obbligatoria richiesta dalla legge;

i) gli interventi da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati a seguito di pubbliche calamità; j) i nuovi impianti, lavori, opere, modifiche e installazioni relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e

all'uso razionale dell'energia, nel rispetto delle norme urbanistiche e di tutela dei beni culturali ed ambientali.

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interventi per il recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti, equiparati alla ristrutturazione edilizia (si veda la DTO n. 35/2014) dall’articolo 3 della L.R. 06.04.1998, n. 11 (come modificata dalla L.R. 30.05.2014, n. 5). Le opere abusive di ristrutturazione edilizia hanno rilevanza penale, secondo il combinato disposto del comma 9-bis (aggiunto dal D.Lgs. n. 301/2002) dell’art. 31 del D.P.R. n. 380/2001, del comma 3 dell’articolo 22 e lettera c), del comma 1 dell’articolo 10 (modificata dal D.Lgs. n. 301/2002, e dall'art. 30, comma 1, lettera c), della Legge n. 98/2013) e del comma 6-bis dell’art. 33 (aggiunto dal D.Lgs. n. 301/2002), dello stesso decreto. Ma solo qualora comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone storiche, comportino mutamenti della destinazione d’uso, nonché gli interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del decreto legislativo 22.01.2004, n. 42 e successive modificazioni. Fuori dai casi di cui al successivo punto 3.6, su richiesta motivata dell'interessato, presentata a seguito della avvenuta sospensione dei lavori, viene irrogata una sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere, determinato ai sensi dell'articolo 21, c. 2. Della L.R. n. 23/2004, qualora si accerti, con apposita relazione tecnica, l'impossibilità della rimozione o demolizione delle opere abusive, in relazione al pregiudizio strutturale e funzionale che sarebbe arrecato alle parti residue dell'immobile. In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori. Lo Sportello Unico per l'Edilizia si pronuncia sulla richiesta entro 90 giorni, decorsi i quali la richiesta stessa si intende rifiutata. In tale ipotesi occorre versare anche il contributo di costruzione dovuto. Relativamente alla eventuale sanatoria per accertamento di conformità, valgono le stesse disposizioni e considerazioni sopra riportate per la nuova costruzione, con la differenza che in questo caso occorrerà presentare una SCIA in sanatoria.

3.5 INTERVENTI IN PARZIALE DIFFORMITA’ DAL TITOLO EDILIZIO ABILITATIVO Articoli 15 e 17, L.R. n. 23/2004

Si tratta degli interventi di nuova costruzione (soggetti a Permesso di Costruire o SuperSCIA) e di quelli di ristrutturazione edilizia (soggetti a SCIA) eseguiti in difformità parziale dai rispettivi titoli edilizi, ovvero con variazioni “inferiori” rispetto ai limiti indicati dall’art. 14-bis della L.R. n. 23/2004. Anche in questo caso la violazione si concretizza solo se non è stata presentata la SCIA di variante in corso d’opera contestualmente alla comunicazione di fine dei lavori. Fuori dai casi di cui al successivo punto 3.6, su richiesta motivata dell'interessato, presentata a seguito della avvenuta sospensione dei lavori, viene irrogata una sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere, determinato ai sensi dell'articolo 21, c. 2. Della L.R. n. 23/2004, e comunque di importo non inferiore a 1.000,00 euro, qualora si accerti, con apposita relazione tecnica, l'impossibilità della rimozione o demolizione delle opere abusive, in relazione al pregiudizio strutturale e funzionale che sarebbe arrecato alle parti residue dell'immobile. In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori. Lo Sportello Unico per l'Edilizia si pronuncia sulla richiesta entro 90 giorni, decorsi i quali la richiesta stessa si intende rifiutata. In tale ipotesi occorre versare anche il contributo di costruzione dovuto.

3.6 INTERVENTI SU EDIFICI VINCOLATI Articolo 10, L.R. n. 23/2004

Se vengono eseguite opere abusive, realizzate senza titolo o in difformità dal medesimo (senza distinzione fra difformità parziali o essenziali) su edifici vincolati ai sensi della Parte seconda del D.Lgs. n. 42/2004 (Beni culturali), viene irrogata una sanzione pecuniaria da 2.000 a 20.000 euro. La stessa sanzione si applica per opere abusive, realizzate senza titolo o in difformità dal medesimo, su immobili con vincolo storico-culturale-testimoniale imposto dagli strumenti urbanistici comunali. Solo in questo secondo caso, su richiesta motivata dell'interessato, lo Sportello Unico per l'Edilizia irroga una sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere, determinato ai sensi dell'articolo 21, c. 2, della L.R. n. 23/2004, qualora accerti, con apposita relazione tecnica, l'impossibilità della restituzione in pristino a causa della compromissione del bene tutelato. In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori. Lo Sportello Unico per l'Edilizia si pronuncia sulla richiesta entro 90 giorni, decorsi i quali la richiesta stessa si intende rifiutata. Qualora le opere abusive siano state eseguite su edifici vincolati in base alla Parte terza del D.Lgs. n. 42/2004 (vincolo paesaggistico), lo Sportello Unico per l'Edilizia, acquisito il parere della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, provvede ai sensi dell'articolo 167 del medesimo decreto legislativo ed irroga, per l'illecito edilizio, una sanzione da 2.000 a 20.000 euro. Le opere abusive sui Beni Culturali sono soggette inoltre alle sanzioni penali di cui all’art. 169 del D.Lgs, n. 42/2004.

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3.7 INTERVENTI DI RECUPERO DIVERSI DALLA RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA

Articolo 17, c. 3, lett. b), L.R. n. 23/2004 Si tratta di opere di restauro scientifico, ripristino tipologico e di restauro e risanamento conservativo, in assenza di titolo o in difformità da esso. In tutti i casi, anche in quelli per i quali in via ordinaria l’intervento sarebbe esonerato dal contributo di costruzione, l’oblazione è pari al contributo di costruzione previsto dalla normativa regionale e comunale per gli interventi di ristrutturazione edilizia, e comunque per un ammontare non inferiore a 1.000 euro.

3.8 INTERVENTI IN ASSENZA O IN DIFFORMITA’ DALLA SCIA Articolo 16, L.R. n. 23/2004

Fuori dai casi di cui ai punti 3.3, 3.4 e 3.5, gli interventi edilizi eseguiti in assenza o in difformità dalla SCIA, comportano la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi, determinata ai sensi dell'articolo 21, commi 2 e 2 bis, della L.R. n. 23/2004 e comunque non inferiore a 1.000 euro, salvo che l'interessato provveda al ripristino dello stato legittimo. Assieme alla sanzione pecuniaria il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori.

3.9 RESTANTI CASI Articolo 17, c. 3, lett. c), L.R. n. 23/2004

Delibera Giunta Comunale n. 77, del 09.07.2014 Fuori dai casi di: nuova costruzione; ristrutturazione edilizia; restauro e risanamento conservativo; restauro scientifico; ripristino tipologico; l’oblazione è pari ad una somma, da 500 euro a 5.000 euro, stabilita dallo Sportello Unico per l'Edilizia in relazione all'aumento di valore dell'immobile, valutato ai sensi dell'articolo 21, comma 2, della L.R. n. 23/2004. La determinazione esatta è stata articolata con la D.T.O. n. 41/2014, approvata con Delibera di Giunta Comunale n. 77, del 09.07.2014, in relazione al costo di realizzazione delle opere abusive, sulla base di un computo metrico estimativo delle opere realizzate, asseverato da un tecnico progettista e redatto sulla base dei costi di costruzione di mercato rilevati dalla Camera di Commercio di Piacenza, secondo la tabella seguente:

INCREMENTO DEL VALORE (€) OBLAZIONE (€) Da 0 € a 2.000,00 € 500,00 €

Da 2.001,00 € a 4.000,00 € 1.000,00 € Da 4.001,00 € a 6.000,00 € 1.500,00 € Da 6.001,00 € a 8.000,00 € 2.000,00 €

Da 8.0001,00 € a 10.000,00 € 2.500,00 € Da 10.001,00 € a 12.000,00 € 3.000,00 € Da 12.001,00 € a 14.000,00 € 3.500,00 € Da 14.001,00 € a 16.000,00 € 4.000,00 € Da 16.001,00 € a 18.000,00 € 4.500,00 €

Oltre i 18.001,00 € 5.000,00 €

3.10 EDILIZIA LIBERA

Articolo 16-bis, L.R. n. 23/2004 Nei casi di attività edilizia libera, e limitatamente a quelli soggetti a Comunicazione di Inizio Lavori (CIL), ovvero quelli di cui all'articolo 7, comma 4, della L.R. n. 15/2013, la mancata comunicazione di inizio lavori e la mancata trasmissione della relazione tecnica, comportano l'applicazione di una sanzione pecuniaria pari a 258,00 euro. Tale sanzione è ridotta di due terzi se la comunicazione è effettuata spontaneamente quando l'intervento è in corso di esecuzione. La stessa sanzione si applica in caso di difformità delle opere realizzate, rispetto alla CIL, qualora sia accertata la loro conformità alle prescrizioni degli strumenti urbanistici. La sanzione pecuniaria di 258/86 € trova altresì applicazione in caso di: a) mancata comunicazione della data di inizio dei lavori e di rimozione delle opere dirette a soddisfare esigenze

contingenti, di cui all'articolo 7, comma 2, della L.R. 15/2013; b) mancata comunicazione allo SUE del mutamento di destinazione d'uso non connesso a trasformazione fisica di

fabbricati già rurali, con originaria funzione abitativa, che non presentano più i requisiti di ruralità, per i quali si provvede alla variazione nell'iscrizione catastale, di cui all'articolo 7, comma 3, della L.R. n. 15/2013.

Qualora gli interventi attinenti all'attività edilizia libera siano eseguiti in difformità dalla disciplina

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dell'attività edilizia, lo SUE applica la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi, determinata ai sensi dell'articolo 21, commi 2 e 2 bis, della L.R. n. 23/2004 e comunque non inferiore a 1.000,00 euro, salvo che l'interessato provveda al ripristino dello stato legittimo. Rimane ferma l'applicazione delle ulteriori sanzioni eventualmente previste in caso di violazione della disciplina di settore.

3.11 VARIANTI IN CORSO D'OPERA A TITOLI EDILIZI RILASCIATI PRIMA DELL'ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE N. 10/1977

Articolo 17-bis, L.R. n. 23/2004 L’art. 17-bis della L.R. n. 23/2004, introdotto dall’articolo 46 della L.R. n. 15/2013, risolve una questione permanentemente posta dall’intero settore edilizio negli anni scorsi: la necessità di stabilire una modalità di regolarizzazione delle varianti in corso d’opera realizzate prima dell’entrata in vigore della legge n. 10 del 1077 che, all’art. 15, undicesimo comma, aveva, per la prima volta nell’ordinamento giuridico edilizio, consentito la presentazione di una autorizzazione a fine lavori per autorizzare le parziali difformità rispetto al titolo originario. In considerazione del legittimo affidamento maturato dai soggetti interessati dopo un così lungo periodo sulla possibilità di mantenere in essere gli edifici che presentino tali difformità, si è prevista una specifica sanzione pecuniaria pari al doppio degli oneri, ed un procedimento per la loro regolarizzazione attraverso la presentazione di apposita SCIA. Naturalmente la norma fa salvi gli effetti penali e civili dell’abuso così come prescrive l’osservanza di ogni normativa di settore e sui vincoli che eventualmente gravano sull’immobile. Viene stabilito pertanto che, al fine di salvaguardare il legittimo affidamento dei soggetti interessati e fatti salvi gli effetti civili e penali dell'illecito, non si procede alla demolizione delle opere edilizie eseguite in parziale difformità durante i lavori per l'attuazione dei titoli abilitativi rilasciati prima dell'entrata in vigore della legge 28 gennaio 1977, n. 10 (Norme per la edificabilità dei suoli) e le stesse possono essere regolarizzate attraverso la presentazione di una SCIA e il pagamento delle sanzioni pecuniarie previste dall'articolo 17, comma 3, della L.R. n. 23/2004. Resta ferma l'applicazione della disciplina sanzionatoria di settore, tra cui la normativa antisismica, di sicurezza, igienico sanitaria e quella contenuta nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al D.Lgs. n. 42 del 2004. La fattispecie quindi è applicabile solo alle parziali difformità, ovvero quelle eseguite in difformità dal titolo edilizio ma con variazioni “inferiori” rispetto ai limiti indicati dall’art. 14-bis della L.R. n. 23/2004.

3.12 MANCATA PRESENTAZIONE DELLA SCIA Articolo 18, L.R. n. 23/2004

L’articolo 18 della L.R. n. 23/2004, modificato dall’articolo 47 della L.R. n. 15/2013, stabilisce che la mancanza del titolo abilitativo per gli interventi che secondo la legge statale, ovvero il D.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) sono soggetti a SCIA, non comporta l'applicazione delle sanzioni penali previste dall'articolo 44 dello stesso D.P.R. n. 380/2001, ad eccezione degli interventi eseguiti con SCIA alternativa al permesso di costruire. Questi ultimi sono elencati all’articolo 22, comma 3, del T.U.E. e sono: a) gli interventi di ristrutturazione di cui all'articolo 10, comma 1, lettera c) del T.U.E.,k ovvero quelli che portino

ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso, nonché gli interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni;

b) gli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica qualora siano disciplinati da piani attuativi comunque denominati, ivi compresi gli accordi negoziali aventi valore di piano attuativo, che contengano precise disposizioni plano-volumetriche, tipologiche, formali e costruttive, la cui sussistenza sia stata esplicitamente dichiarata dal competente organo comunale in sede di approvazione degli stessi piani o di ricognizione di quelli vigenti; qualora i piani attuativi risultino approvati anteriormente all'entrata in vigore della legge 21 dicembre 2001, n. 443, il relativo atto di ricognizione deve avvenire entro trenta giorni dalla richiesta degli interessati; in mancanza si prescinde dall'atto di ricognizione, purché il progetto di costruzione venga accompagnato da apposita relazione tecnica nella quale venga asseverata l'esistenza di piani attuativi con le caratteristiche sopra menzionate;

c) gli interventi di nuova costruzione qualora siano in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali recanti precise disposizioni plano-volumetriche.

Resta comunque salva, ove ne ricorrano i presupposti in relazione all'intervento realizzato, l'applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 9, 10, 11, 13, 14, 15, 16 e 17 della L.R. n. 23/2004. La SCIA spontaneamente effettuata quando l'intervento è in corso di esecuzione, comporta il pagamento, a titolo di sanzione, della somma di 2.000 euro, fermo restando quanto previsto dall'articolo 8, comma 3, della L.R. n. 23/2004, ovvero, nel caso in cui la SCIA contenga dichiarazioni non veritiere del progettista necessarie ai fini del conseguimento del titolo stesso, l'amministrazione comunale ne deve notizia all'Autorità giudiziaria, al progettista

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nonché al competente Ordine professionale, ai fini dell'irrogazione delle sanzioni disciplinari.

3.13 INTERVENTI ESEGUITI CON PERMESSO DI COSTRUIRE ANNULLATO Articolo 19, L.R. n. 23/2004

In caso di annullamento del permesso di costruire, qualora non sia possibile in base a motivata valutazione, la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la restituzione in pristino, lo SUE applica una sanzione pecuniaria pari al valore venale delle opere o loro parti abusivamente eseguite, valutato ai sensi dell'articolo 21, comma 2, della L.R. n. 23/2004. La valutazione è notificata all'interessato dallo Sportello unico per l'edilizia e diviene definitiva decorsi i termini di impugnativa. L'integrale corresponsione della sanzione pecuniaria irrogata produce i medesimi effetti del permesso di costruire in sanatoria di cui all'articolo 17 (Accertamento di conformità), ovvero estingue i reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti (rif. art. 45 del D.P.R. n. 380/2001).

3.14 OPERE ABUSIVE IN AREE EDIFICABILI O SOGGETTE A TUTELA Articoli 9 e 11, L.R. n. 23/2004

Lo SUE, qualora accerti l'inizio o l'esecuzione di opere, realizzate senza titolo o in difformità dallo stesso, su aree assoggettate, da leggi statali, regionali o da altre norme urbanistiche vigenti, a vincolo di inedificabilità o destinate ad opere e spazi pubblici ovvero ad interventi di edilizia residenziale pubblica, di cui alla legge 18.04.1962, n. 167 (Disposizioni per favorire l'acquisizione di aree fabbricabili per l'edilizia economica e popolare), ordina l'immediata sospensione dei lavori e ingiunge al proprietario e al responsabile dell'abuso di provvedere entro novanta giorni alla demolizione delle opere e al ripristino dello stato dei luoghi, indicando nel provvedimento l'area che viene acquisita di diritto in caso di inottemperanza. Allo stesso modo, qualora sia accertata la realizzazione, da parte di soggetti titolati (Stato, Regione, Provincia o Comune), di interventi in assenza di titolo abilitativo, ovvero in totale o parziale difformità dal medesimo, su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato, della Regione, delle Province, dei Comuni o di altri enti pubblici, lo SUE, previa diffida non rinnovabile, ordina al responsabile dell'abuso la sospensione dei lavori e ingiunge la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi entro novanta giorni, dandone comunicazione all'ente proprietario del suolo. Per tali opere abusive non esiste quindi alcuna possibilità di sanatoria.

3.15 OPERE ABUSIVE SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE SEMPLIFICATA Articoli 9 e 11, L.R. n. 23/2004

L’Autorizzazione Semplificata (AS) è un titolo edilizio aggiuntivo rispetto ai titoli edilizi previsti dalla L.R. n. 15/2013 (ovvero il Permesso di Costruire, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività e la Comunicazione di Inizio Lavori – che non è in effetti definibile quale titolo edilizio), introdotto originalmente dal Regolamento Urbanistico Edilizio. L’introduzione di questo nuovo titolo edilizio ha lo scopo di disciplinare, con procedure estremamente semplificate, gli interventi che non hanno rilevanza edilizia, che non comportano trasformazioni significative del territorio, e che, senza l’AS, sarebbero soggetti a titoli edilizi più complessi, in evidente contrasto con il principio amministrativo generale della semplificazione procedurale. Il RUE disciplina l’AS ai seguenti articoli: 1. art. 14/I: Documentazione necessaria per l’Autorizzazione Semplificata; 2. art. 29/III: Interventi soggetti ad Autorizzazione Semplificata; 3. art. 40/III: Autorizzazione Semplificata, procedura; 4. art. 81/III: Interventi eseguiti in assenza o in difformità dall’Autorizzazione Semplificata. Per una trattazione completa dell’argomento si rimanda alla DTO n. 2/2014. L’esecuzione di opere soggette ad Autorizzazione Semplificata in assenza o in violazione ad essa, comporta la stessa disciplina sanzionatoria stabilita per le opere soggette a comunicazione di inizio dei lavori (CIL).

3.16 TOLLERANZE ESECUTIVE Articolo 19-bis, L.R. n. 23/2004

L’articolo 19-bis della L.R. n. 23/2004 stabilisce che il mancato rispetto dell'altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro o dimensione delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro il limite del 2% delle misure previste nel titolo abilitativo. A livello della regolamentazione locale, nel Regolamento Urbanistico Edilizio, tale disposizione è stata declinata all’articolo 36/III, tenendo conto anche di quanto chiarito con la Circolare dell’Assessorato Programmazione Territoriale Urbanistica della Regione Emilia Romagna, n. 312129 del 27.12.2011 “Applicazione dell’art. 19-bis della L.R. 23 del 2004, relativo alla Tolleranza costruttiva”. Per una trattazione completa della tematica relativa alle tolleranze costruttive di cantiere si rimanda alla DTO n. 23/2014.

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3.17 LA DETERMINAZIONE DEL VALORE VENALE DELLE OPERE ABUSIVE

Articolo 21, c. 2 e 3, L.R. n. 23/2004 Per tutti i casi per i quali la L.R. n. 23/2004, sopra richiamati, laddove la determinazione della sanzione pecuniaria fa riferimento al valore venale di opere o di loro parti illecitamente eseguite, lo Sportello Unico per l’Edilizia deve obbligatoriamente utilizzare le quotazioni dell'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia del Territorio, applicando la cifra espressa nel valore minimo. Le Commissioni provinciali per la determinazione del valore agricolo medio provvedono a determinare il valore delle opere o delle loro parti abusivamente realizzate, nei casi in cui non sono disponibili i parametri di valutazione di cui sopra, salvo i casi in cui i Comuni siano dotati di proprie strutture competenti in materia di stime immobiliari.

3.18 LA DEMOLIZIONE E RIMESSA IN PRISTINO DELLE OPERE ABUSIVE Non tutte le fattispecie di opere edilizie abusive, come sopra illustrate, sono soggette alla sanzione della demolizione con rimessa in pristino dello stato dei luoghi, ma solo alcune precisamente individuate dalla L.R. n. 23/2004, ovvero le seguenti (ferme restando le possibilità di sanatoria per accertamento di conformità o in altre forme sopra riportate): 1. articolo 9: opere, realizzate senza titolo o in difformità dallo stesso, su aree assoggettate, da leggi statali,

regionali o da altre norme urbanistiche vigenti, a vincolo di inedificabilità o destinate ad opere e spazi pubblici ovvero ad interventi di edilizia residenziale pubblica;

2. articolo 10: opere abusive eseguite su immobili vincolati in base alle previsioni degli strumenti urbanistici comunali;

3. articolo 11: interventi in assenza di titolo abilitativo, ovvero in totale o parziale difformità dal medesimo, su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato, della Regione, delle Province, dei Comuni o di altri enti pubblici, realizzati da soggetti diversi dallo Stato, Regione, Provincia o Comune;

4. articolo 12: opere eseguite nell’ambito di lottizzazioni abusive; 5. articolo 13: interventi di nuova costruzione eseguiti in assenza del titolo abilitativo, in totale difformità o con

variazioni essenziali; 6. articolo 14: interventi di ristrutturazione edilizia eseguiti in assenza di titolo abilitativo, in totale difformità o con

variazioni essenziali; 7. articolo 15: interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione edilizia eseguiti in parziale difformità dal titolo

abilitativo. Ne consegue che la sanzione della rimozione, o demolizione e rimessa in pristino delle opere edilizie abusive non trova mai applicazione: 1. per tutte le opere di attività edilizia libera, sia per quelle del tutto liberalizzate sia per quelle soggette a CIL; 2. per tutte le opere soggette a SCIA, tranne per quelle di ristrutturazione edilizia; 3. per tutte le opere soggette ad Autorizzazione Semplificata; e ciò indipendentemente dal fatto che esse siano o meno conformi alla disciplina urbanistico-edilizia.

3.19 IL REQUISITO DELLA CONFORMITA’ ALLA DISCIPLINA URBANISTICO-EDILIZIA Il requisito della conformità delle opere edilizie abusivamente realizzate finalizzato all’ottenimento della sanatoria o comunque alla regolarizzazione delle opere tramite il pagamento della sanzione pecuniaria, è previsto solo nei seguenti casi: 1. per tutti i casi di sanatoria attraverso l’accertamento di conformità, doppio o semplice; 2. per tutti i casi di opere soggette a CIL o ad AS allo scopo di ottenere la sanzione in misura ridotta. Pertanto, relativamente alle opere abusive soggette a SCIA, non esiste alcuna differenziazione sulla sanzione pecuniaria in riferimento alla conformità o meno delle opere realizzate alla disciplina urbanistico-edilizia. Castel San Giovanni, giovedì 11 settembre 2014

9

9 Questo documento è sottoscritto sul file originale (in formato .p7m) con firma digitale. Il documento originale, in formato elettronico, è conservato presso l’archivio informatico del Settore IV – Sviluppo Urbano – Sportello Unico dell’Edilizia del Comune di Castel San Giovanni. Ogni duplicazione del documento originale, anch’essa sottoscritta con firma digitale, costituisce originale. Ogni rappresentazione cartacea del presente documento non costituisce originale.

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SINTESI Rif. FATTISPECIE RILEVANZA

PENALE ACCERTAMENTO

DI CONFORMITA’ ORDINARIO ACCERTAMENTO

DI CONFORMITA’ SEMPLICE OBLAZIONE/SANZIONE

PECUNIARIA MINIMO

3.3 Nuova costruzione in assenza di titolo SI SI PdC in sanatoria

SI PdC in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di

esonero 2.000 €

3.3 Nuova costruzione in totale difformità dal PdC rilasciato SI SI

PdC in sanatoria

SI PdC in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di

esonero 2.000 €

3.3

Nuova costruzione con variazioni essenziali rispetto al PdC rilasciato (solo se non è stata presentata la relativa SCIA contestualmente alla fine dei lavori)

SI SI PdC in sanatoria

SI PdC in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di

esonero 2.000 €

3.4 Ristrutturazione edilizia in assenza di titolo SI SI SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di esonero. Oppure doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente

alla realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino) +

contributo di costruzione

2.000 €

3.4 Ristrutturazione edilizia in totale difformità dalla SCIA presentata SI SI

SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di esonero. Oppure doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente

alla realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino) +

contributo di costruzione

2.000 €

3.4

Ristrutturazione edilizia con variazioni essenziali rispetto alla SCIA presentata (solo se non è stata presentata la relativa SCIA contestualmente alla fine dei lavori)

SI SI SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di esonero. Oppure doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente

alla realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino) +

contributo di costruzione

2.000 €

3.6 Interventi senza titolo o in difformità dallo stesso su edifici a vincolo culturale (D.Lgs. n. 42/2004-Parte II)

SI Da 2.000 a 20.000 €

3.6 Interventi senza titolo o in difformità dallo stesso su edifici a vincolo paesaggistico (D.Lgs. n. 42/2004-Parte III)

NO Da 2.000 a 20.000 €

3.6 Interventi senza titolo o in difformità dallo stesso su edifici a vincolo storico-culturale di strumento urbanistico

NO

Da 2.000 a 20.000 € O su richiesta dell’interessato: doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino)

3.5 Interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione edilizia in parziale difformità dal titolo abilitativo

NO Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

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DTO n. 58/2014 pag. 14

3.7

Interventi di restauro scientifico, ripristino tipologico e di restauro e risanamento conservativo, in assenza di titolo o in difformità da esso

NO SI SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

Contributo di costruzione in misura semplice, anche per le ipotesi di

esonero, in riferimento ai valori per la ristrutturazione edilizia

1.000 €

3.9 Restanti casi NO Tabella allegata alla D.G.C. n. 77/2014 500 €

(massimo 5.000 €)

3.8 Interventi in assenza o in difformità dalla SCIA NO Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

3.12 SCIA tardiva NO 2.000 € 3.10 Opere in assenza di CIL NO 258 € 3.10 CIL senza relazione tecnica NO 258 € 3.10 CIL presentata con lavori già in corso NO 86 €

3.10 Opere difformi dalla CIL ma conformi alla disciplina urbanistico-edilizia NO 86 €

3.10 Opere di edilizia libera, soggette o meno a CIL, difformi dalla disciplina urbanistico-edilizia NO

Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

3.10 Mancata comunicazione della data di inizio dei lavori delle opere dirette a soddisfare esigenze contingenti

NO 258 €

3.10 Comunicazione di inizio lavori presentata tardivamente per le opere dirette a soddisfare esigenze contingenti

NO 86 €

3.10 Mancata rimozione delle opere dirette a soddisfare esigenze contingenti NO 258 €

3.10

Mancata comunicazione allo SUE del mutamento di destinazione d'uso non connesso a trasformazione fisica di fabbricati già rurali, con originaria funzione abitativa, che non presentano più i requisiti di ruralità, per i quali si provvede alla variazione nell'iscrizione catastale

NO 258 €

3.11 Varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 28.01.1977 di nuova costruzione o ristrutturazione edilizia

NO contributo di costruzione in misura

doppia o in misura semplice in casi di esonero

2.000 €

3.11

Varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 28.01.1977 di recupero del patrimonio edilizio esistente diversi dalla ristrutturazione edilizia

NO

Contributo di costruzione in misura semplice, anche per le ipotesi di

esonero, in riferimento ai valori per la ristrutturazione edilizia

1.000 €

3.11 Varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 28.01.1977 nei casi diversi dai due precedenti

NO Tabella allegata alla D.G.C. n. 77/2014 500 €

(massimo 5.000 €)

3.13

Interventi eseguiti con PdC annullato, qualora non sia possibile la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la restituzione in pristino

SI Valore venale delle opere abusivamente eseguite

3.15 Opere in assenza di AS NO 258 € 3.15 AS presentata con lavori già in corso NO 86 €

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DTO n. 58/2014 pag. 15

3.15 Opere difformi dalla AS ma conformi alla disciplina urbanistico-edilizia

NO 86 €

3.15 Opere difformi dalla AS, difformi dalla disciplina urbanistico-edilizia NO

Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

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DTO n. 58/2014 pag. 1

LE SANZIONI PER LE VIOLAZIONI EDILIZIE

Disposizione tecnico-organizzativa (DTO 58/2014) (ai sensi dell’articolo 7/III del RUE e del c. 7, art. 4, L.R. n. 15/2013)

1. LE VIOLAZIONI GENERALI E SPECIFICHE ALLE DISPOSIZIONI DEL REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO Le sanzioni per le violazioni alle disposizioni del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) sono stabilite all’articolo 19/III. Il mancato rispetto dei vari obblighi previsti dal RUE e le contravvenzioni ai provvedimenti ed ordinanze in esso previste, comporta l'applicazione, da parte del Responsabile dello Sportello Unico per l’Edilizia comunale, e mediante specifico provvedimento da notificarsi al responsabile della violazione, previa eliminazione, ove occorra, del motivo che ha dato luogo all'infrazione, delle sanzioni di cui all'articolo 16 della Legge 16.1.2003, n. 3 “Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione”1 ed articolo 8, comma 4, della L.R. n. 24 marzo 2004, n. 6 “Riforma del sistema amministrativo regionale e locale. unione europea e relazioni internazionali. Innovazione e semplificazione. rapporti con l'università”2, fatte salve le sanzioni amministrative e penali derivanti dalla vigente legislazione urbanistica ed edilizia3. Le sanzioni pecuniarie dovranno essere versate entro 90 giorni dalla notificazione del provvedimento di irrogazione. L’articolo stabilisce comunque sanzioni pecuniarie precise per alcune specifiche violazioni più ricorrenti, che vengono riportate nella tabella seguente4. L’irrogazione delle sanzioni è attribuita ai diversi uffici comunali per le relative competenze. La inosservanza alle norme igienico-sanitarie sono punibili con le sanzioni amministrative stabilite dall’articolo n. 358 del T.U. delle Leggi Sanitarie n. 1265 del 27.7.19345 oltre che dalla specifica normativa in materia. Si applicano inoltre in ogni caso le specifiche sanzioni per violazioni alle norme di settore.

Violazione accertata Sanzione Pecuniaria (€)

Mancata o tardiva comunicazione di inizio dei lavori per Permesso di Costruire 25/300 50 Mancato rispetto delle modalità di comunicazione della sostituzione del Direttore dei Lavori e del Costruttore 25/300 50 Comunicazione di inizio lavori tardiva, inesatta, incompleta o mancante degli allegati obbligatori 25/150 50 Mancata comunicazione variazione nominativi sulla comunicazione inizio lavori 25/150 50 Mancata o tardiva comunicazione fine dei lavori 25/300 € 50

1 Articolo 16 della Legge n. 3/2003:

“Salvo diversa disposizione di legge, per le violazioni alle disposizioni dei regolamenti comunali e provinciali si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 a 500 €”. 2 In assenza della individuazione di limiti edittali della sanzione nell'atto normativo dell'Ente locale, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a 500 euro. 3 L’inottemperanza ai provvedimenti previsti dal presente Regolamento comporta la denuncia all’Autorità Giudiziaria a carico del soggetto

inadempiente, a norma dell’articolo 650 del Codice Penale. 4 I valori tabellari sono relativi alla data di approvazione del RUE. Per la loro applicazione essi dovranno essere aggiornati con l’indice ISTAT dei costi di costruzione intervenuti. 5 Sanzione da1.549,37 € a 9.296,22 €, salvo che il fatto costituisca reato.

Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza

Settore IV: Sviluppo Urbano

N. 55/2014

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DTO n. 58/2014 pag. 2

Comunicazione fine lavori inesatta o incompleta 25/150€ 50 Mancanza di ordine di cantiere 25/450 € 50 Ordine di cantiere inesatto o incompleto 25/150€ 50 Mancanza in cantiere dei documenti abilitativi 25/150 50 Violazione delle norme sulla conduzione del cantiere 25/300 50 Assenza o inadeguata segnalazione e/o delimitazione di cantiere 25/450 50 Inizio lavori prima del ritiro del Permesso di Costruire 25/450 50 Presentazione della SCIA di variante minore in corso d’opera dopo l’avvenuta ultimazione lavori del titolo abilitativo originario 25/464 50

Mancata presentazione, contestualmente alla dichiarazione finale di regolare esecuzione delle opere soggette a Segnalzione Certificata di Inizio Attività, della ricevuta dell'avvenuta presentazione della variazione catastale conseguente alle opere realizzate ovvero della dichiarazione che le stesse non hanno comportato modificazioni del classamento

516

Inosservanza obbligo di mantenimento di spazi, edifici ed aree libere in conformità alle disposizioni di sicurezza, igiene e decoro pubblico 25/464 50

Mancata rimozione delle opere precarie entro i termini prescritti 25/464 50 Accumulo su aree pubbliche di materiali di risulta o provenienti da demolizioni 25/300 50 Superamento dei limiti massimi di esposizione al rumore nei cantieri edili 25/464 50 Mancata sospensione dei lavori in caso di ritrovamenti di presumibile interesse archeologico 25/464 50 Violazione agli obblighi del committente o del responsabile dei lavori in tema di sicurezza dei cantieri edili 25/150 50 Violazione agli obblighi del coordinatore per la progettazione in tema di sicurezza dei cantieri edili 25/150 50 Violazione agli obblighi del coordinatore per l’esecuzione dei lavori in tema di sicurezza dei cantieri edili 25/150 50 Violazione alle misure generali di tutela nei cantieri edili ed alla segnaletica di sicurezza 25/150 50 Violazione alle disposizioni sulla salvaguardia del verde 25/150 50 Utilizzo di immobili in assenza di certificato di conformità edilizia ed agibilità 77/464 154 Mancata o scorretta collocazione del numero civico 25/150 50 Scorretta collocazione delle antenne paraboliche e dei collettori solari 25/300 50 Opere di scavo su spazi pubblici non autorizzate o eseguite in violazione dell’autorizzazione 50/300 100 Inosservanza delle distanze degli alberi dai confini 77/464 154 Allacciamento alla rete fognaria comunale senza autorizzazione 77/464 154 Per non avere provveduto, nelle zone servite da fognatura (mista – nera – bianca) a convogliare le acque reflue nella rete fognante di competenza nonché per non aver provveduto a separare le acque reflue all’interno della proprietà privata

77/464 154

Per non aver rispettato le prescrizioni indicate nell’autorizzazione allo scarico o impartite dall’ente gestore della rete fognaria 77/464 154

Per aver effettuato scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche senza la preventiva autorizzazione 77/464 154

Per non aver presentato domanda di nuova autorizzazione prima che si determini una variazione qualitativa o quantitativa dello scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche

77/464 154

Per non aver comunicato entro i 60 giorni previsti la cessazione all’ente gestore dello scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche 77/464 154

Per non aver comunicato all’ente gestore la volturazione dello scarico entro i 60 giorni previsti senza modifiche quali quantitative dello scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche

77/464 154

Per il mancato rispetto delle prescrizioni dell’ente gestore della rete fognaria nella costruzione delle reti fognarie e impianti di trattamento per opere di urbanizzazione e strade pubbliche o da divenire tali 77/464 154

In caso di scarico o immissione in fognatura delle sostanze e/o rifiuti non ammessi dal vigente Regolamento di fognatura 2.500

Per non aver eseguito operazioni di pulizia, manutenzione e gestione degli impianti di trattamento al servizio di singoli edifici 250

Per aver eseguito interventi di ogni tipo sulle pubbliche fognature o sulle parti di allacciamento pubbliche senza la preventiva autorizzazione 300

Per non aver posto in opera nella rete fognaria di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche di pozzetto di prelievo campioni, vasche di accumulo o campionatore automatico se prescritti dall’Ente gestore della fognatura

1.000

Per non aver installato idonei separatori di trattenimento di acque reflue contenenti idrocarburi, oli minerali, sostanze sedimentabili, ecc. provenienti da distributori di carburanti, autolavaggi, officine meccaniche, elettrauto, carrozzerie, verniciature, attività di rottamazione

1.000

Per non aver presentato la denuncia annuale degli scarichi effettuati al gestore della rete fognaria entro il 31 gennaio di ogni anno 300

Per non aver rispettato l’imposizione temporanea di limiti di emissione per lo scarico in acque superficiali di ditte in possesso di autorizzazioni allo scarico di acque reflue industriali o la sospensione temporanea delle autorizzazioni stesse a seguito di provvedimenti dell’ente gestore della rete fognaria

3.000,00 €

Per non avere provveduto alla rimozione di ponteggi, barriere, recinzioni ed ogni altro ingombro relativo al cantiere, entro 30 gg. dalla fine lavori 300

Per non avere provveduto alla rimozione di materiali inutili e dannosi nei cantieri 250 Per avere gettato dei materiali dai ponteggi, dai tetti o dall'interno degli edificio 500 Per non avere prevenuto con opportuni accorgimenti la sollevazione di polvere durante i lavori 500 Per non avere mantenuto la pulizia negli spazi pubblici per tutta l'estensione della costruzione e immediate vicinanze 500

Per non avere mantenuto il decoro, l'igiene e la sicurezza pubblica nelle aree destinate all'edificazione ed ai servizi, non ancora utilizzate 1.000

Per avere effettuato la tinteggiatura di edifici nel centro storico con colori non conformi ai campioni approvati dal Piano del Colore 500

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DTO n. 58/2014 pag. 3

Per avere effettuata la posa di insegne d’esercizio su fabbricati per attività direzionali, commerciali e produttive senza autorizzazione o non conformi a quanto previsto dal Regolamento

250

Per avere installato cartelli segnaletici a palo, cartelli indicatori stradali senza autorizzazione o non conformi a quanto previsto dal Regolamento 200

Per avere effettuato depositi di materiali su aree scoperte prospicienti strade e spazi pubblici nelle zone residenziali

100

Per l’abbattimento non autorizzato di alberi (per ogni albero) 1.000 Per il danneggiamento di alberi e/o aree verdi, compresi gli arredi 200 Per la piantumazione di alberature appartenenti a specie vietate (per ogni albero) 100 Per il mancato reimpianto di alberature, a seguito di avvenuto abbattimento, nei periodi indicati (per ogni albero) 100 Per l’esecuzione di potature eccessive e/o in periodi non consentiti 100 Per avere provveduto ad effettuare delle combustioni non autorizzate 500 Per la violazione delle norme comportamentali all’interno di parchi e giardini pubblici 100 Inosservanza di ordinanze o provvedimenti in genere previsti dal Regolamento 25/500 50

Si precisa che in materia di illeciti amministrativi, come lo sono le violazioni alle disposizioni del RUE, l’articolo 16 della Legge 24.11.1981, n. 689 “Legge di depenalizzazione”6, disciplina il pagamento in misura ridotta, ossia una forma di oblazione che blocca in itinere il procedimento sanzionatorio. L’istituto è stato previsto dal legislatore del 1981 come misura di carattere generale diretta a favorire la più rapida definizione dei procedimenti amministrativi sanzionatori. L’art. 16 della citata legge 689/1981 attribuisce ai soggetti cui è contestata la violazione amministrativa una mera facoltà, il cui esercizio integra una fase eventuale del procedimento di irrogazione della sanzione: se il trasgressore si avvale di tale meccanismo conciliativo, non contesta la validità del l’accertamento ed arresta il procedimento amministrativo a questo stadio, attraverso la corresponsione di una somma di denaro il cui imporlo è predeterminato dalla legge. Il modello più ricorrente di sanzione amministrativa pecuniaria, come nel caso del RUE, si caratterizza per la presenza di una misura edittale, articolata tra un importo minimo e una somma massima, nell’ambito della quale l’autorità amministrativa determina la somma da pagare in applicazione dei criteri previsti dall’art. 11 della legge n. 689/1981. L’art. 16 della Legge n. 689/1981 è il seguente: “16. Pagamento in misura ridotta E' ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa, o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento, entro il termine di sessanta giorni dalla contestazione immediata o, se questa non vi è stata, dalla notificazione degli estremi della violazione. (comma modificato dall'articolo 53 del decreto legislativo n. 213 del 1998) Nei casi di violazione dei regolamenti comunali e provinciali continuano ad applicarsi l'articolo 107 del T.U. delle leggi comunali e provinciali approvato con R.D. 3 marzo 1934, n. 383. (ora articolo 7-bis del decreto legislativo n. 267 del 2000 - n.d.r.) (comma parzialmente abrogato dall'articolo 231 del decreto legislativo n. 285 del 1992) Il pagamento in misura ridotta è ammesso anche nei casi in cui le norme antecedenti all'entrata in vigore della presente legge non consentivano l'oblazione”. Il richiamato articolo 7-bis del D.Lgs. n. 267/2000 è il seguente: Art. 7-bis. Sanzioni amministrative (articolo introdotto dall'art. 16 legge n. 3 del 2003) 1. Salvo diversa disposizione di legge, per le violazioni delle disposizioni dei regolamenti comunali e provinciali si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a 500 euro. 1-bis. La sanzione amministrativa di cui al comma 1 si applica anche alle violazioni alle ordinanze adottate dal sindaco e dal presidente della provincia sulla base di disposizioni di legge, ovvero di specifiche norme regolamentari. (comma introdotto dall'art. 1-quater, comma 5, legge n. 116 del 2003) 2. L’organo competente a irrogare la sanzione amministrativa è individuato ai sensi dell’articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689”. In caso di sanzione stabilita in misura fissa, il criterio di quantificazione della somma da corrispondere per la relativa conciliazione si riduce a quello unico del “terzo” dell'ammontare della sanzione stessa, senza che, per questo la conciliazione possa ritenersi impedita o preclusa. 2. L’UTILIZZO DI IMMOBILI PRIVI DI AGIBILITA’ E LA TARDIVA RICHIESTA DEL

CERTIFICATO DI CONFORMITA’ EDILIZIA ED AGIBILITA’

6 Articolo 16, comma 1, Legge 24.11.1981, n. 689 “Modifiche al sistema penale”:

“E’ ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento, entro il termine di 60 giorni dalla contestazione immediata o, se questa non vi è stata, dalla notificazione degli estremi della violazione”.

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Come stabilito dall’art. 92/III del Regolamento Urbanistico Edilizio, il proprietario che abita o usa, ovvero consente ad altri di utilizzare - a titolo gratuito o oneroso - un'unità immobiliare priva del Certificato di Conformità Edilizia ed Agibilità o di equivalente dichiarazione di abitabilità o usabilità o di altra licenza d'uso, è soggetto a sanzione amministrativa ai sensi dell’articolo 70 del D.Lgs. 507/99. La mancanza del CCEA non ha più quindi rilevanza penale. Infatti il D.Lgs. n. 507/99 "Depenalizzazione dei reati minori e riforma del sistema sanzionatorio, ai sensi dell'articolo 1 della legge 25 giugno 1999, n. 205", all’art. 70 “Modifiche al Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265, recante il testo unico delle leggi sanitarie”, stabilisce la seguente modifica al T.U.L.S.: «nel secondo comma dell'articolo 221 le parole "è punito con l'ammenda da lire 40.000 a 400.000" sono sostituite dalle seguenti: "è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire centocinquantamila a novecentomila"». Ovvero quindi da 77,47 € a 464,81 €. La sanzione è di natura amministrativa e sostituisce quindi l’ammenda di carattere penale. Tuttavia vi à da rilevare come il secondo comma dell’art. 221 sia stato abrogato successivamente dall'articolo 136 del D.P.R. n. 380 del 2001 (Testo Unico dell’Edilizia), con la decorrenza indicata dall’art. 138 del medesimo TUE, ovvero il 30.06.2003. Le disposizioni dettate dall’art. 221, c. 2, del TULS, sono ora dettate dal comma 3 dell’art. 24 del TUE, il quale stabilisce che la mancata presentazione della domanda di CCEA comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 77,00 a 464,00 euro. Nondimeno, l’art. 24 del TUE fa parte del Titolo III della Parte I del TUE stesso, che, a norma dell’art. 60 della L.R. n. 15/2013, è disapplicato in Emilia Romagna. Pertanto le sanzioni per la mancanza del CCEA sono stabilite ora dall’articolo 26 della L.R. n. 15/2013 “Sanzioni per il ritardo e per la mancata presentazione dell’istanza di agibilità”, come modificato dall’art. 52 della L.R. n. 28/2013, ovvero: 1. la tardiva richiesta del certificato di conformità edilizia e di agibilità, dopo la scadenza della validità del titolo,

comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria per unità immobiliare di 100,00 euro per ogni mese di ritardo, fino ad un massimo di dodici mesi.

2. trascorso tale termine il Comune, previa diffida a provvedere entro il termine di sessanta giorni, applica la sanzione di 1.000,00 euro per la mancata presentazione della domanda di conformità edilizia e agibilità.

Il riferimento al “mese” si deve intendere come mese intero. Il riferimento “alla scadenza di validità del titolo” va inteso come segue: a) CIL: scadenza di validità del titolo: tre anni dalla data di inizio dei lavori (art. 7, c. 5); b) SCIA: scadenza di validità del titolo: tre anni dalla data di efficacia (art. 16, c. 1); c) PdC: scadenza di validità del titolo: tre anni dalla data del rilascio (art. 19, c. 3). E’ evidente che se viene presentata la comunicazione di fine dei lavori relativa ad uno dei titoli sopra riportati in data antecedente alla propria scadenza di validità, il titolo edilizio medesimo scade nella data di comunicazione della conclusione dei lavori. E’ evidente un’altra incongruenza della norma o per lo meno una sua non chiara esposizione. Chi dovesse presentare la richiesta di CCEA con 11 mesi di ritardo pagherebbe una sanzione pari a 1.100,00 € per ogni unità immobiliare (es. due unità immobiliari: 2.200,00 € di sanzione). Chi invece la dovesse presentare con un ritardo di 12 mesi, pagherebbe solo 1.000,00 € di sanzione pecuniaria complessiva. In attesa di chiarimenti in proposito da parte della Regione, si ritiene ragionevole utilizzare il seguente criterio interpretativo: a) fino a 11 mesi di ritardo: sanzione pari a 100,00 € per ogni unità immobiliare; b) da 12 mesi in poi: alla sanzione come sopra determinata si aggiungono 1.000,00 € forfettari riferiti solo

all’intero fabbricato, e quindi da versarsi una tantum. 3. LE OPERE EDILIZIE ABUSIVE Normativa di riferimento: 1. Legge Regionale 21 ottobre 2004, n. 23 “Vigilanza e controllo dell'attività edilizia ed applicazione della

normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla legge 24 novembre 2003, n. 326” – Titolo I”;

2. D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380: “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia” – Parte I, Titolo IV, Capi I e II.

3.1 LE IPOTESI CON RILEVANZA PENALE

Le opere edilizie abusive che hanno anche una rilevanza penale sono disciplinate dall’art. 44 del D.P.R. n. 380/2001, il quale stabilisce: “Art. 44 - Sanzioni penali (Le sanzioni pecuniarie di cui al presente articolo sono aumentate del cento per cento ai sensi dell'art. 32, comma 47, legge n. 326 del 2003)

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1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato e ferme le sanzioni amministrative, si applica: a) l'ammenda fino a 10.329 euro per l'inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dal

presente titolo, in quanto applicabili, nonché dai regolamenti edilizi, dagli strumenti urbanistici e dal permesso di costruire;

b) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 5.164 a 51.645 euro nei casi di esecuzione dei lavori in totale difformità o assenza del permesso o di prosecuzione degli stessi nonostante l'ordine di sospensione;

c) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 15.493 a 51.645 euro nel caso di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio, come previsto dal primo comma dell'articolo 30. La stessa pena si applica anche nel caso di interventi edilizi nelle zone sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, in variazione essenziale, in totale difformità o in assenza del permesso.

2. La sentenza definitiva del giudice penale che accerta che vi è stata lottizzazione abusiva, dispone la confisca dei terreni, abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruite. Per effetto della confisca i terreni sono acquisiti di diritto e gratuitamente al patrimonio del comune nel cui territorio è avvenuta la lottizzazione. La sentenza definitiva è titolo per la immediata trascrizione nei registri immobiliari. 2-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi suscettibili di realizzazione mediante denuncia di inizio attività ai sensi dell'articolo 22, comma 3, eseguiti in assenza o in totale difformità dalla stessa. (comma aggiunto dal d.lgs. n. 301 del 2002)”. E’ bene riportare inoltre quanto stabilito dal successivo articolo 45: “Art. 45 - Norme relative all'azione penale 1. L'azione penale relativa alle violazioni edilizie rimane sospesa finché non siano stati esauriti i procedimenti amministrativi di sanatoria di cui all’articolo 36. 2. (comma abrogato dall'art. 4, Allegato 4, del d.lgs. n. 104 del 2010) 3. Il rilascio in sanatoria del permesso di costruire estingue i reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti”. L’articolo 36 citato “Accertamento di conformità”, è l’omologo dell’articolo 17 della Legge Regionale n. 23/2004. La Legge Regionale n. 23/2004 non si occupa di disciplinare la materia penale connessa alla realizzazione di opere edilizie abusive in quanto trattasi, ai sensi dell’art. 117, c. 2, lett. l), della Costituzione, di materia legislativa di competenza esclusiva statale.

3.2 I SOGGETTI RESPONSABILI I soggetti responsabili delle opere edilizie abusive sono individuati all’articolo 29 del D.P.R. n. 380/2001 e dall’articolo 8 della L.R. n. 23/2004, che si riporta di seguito: “Art. 8 - Responsabilità del titolare del titolo abilitativo, del committente, del costruttore, del direttore dei lavori, del progettista e del funzionario della azienda erogatrice di servizi pubblici. (modificato comma 3 da art. 37 L.R. 30 luglio 2013 n. 15) 1. Il titolare del titolo abilitativo, il committente e il costruttore sono responsabili, ai fini e per gli effetti delle norme contenute nella presente legge, della conformità delle opere alla normativa urbanistica, alle previsioni di piano nonché, unitamente al direttore dei lavori, alle prescrizioni e alle modalità esecutive stabilite dal titolo abilitativo. Essi sono, altresì, tenuti solidalmente al pagamento delle sanzioni pecuniarie e alle spese per l'esecuzione in danno, in caso di demolizione delle opere abusivamente realizzate, salvo che dimostrino di non essere responsabili dell'abuso o che l'abuso sia stato realizzato dopo la consegna dell'immobile. 2. Le condizioni di esonero da responsabilità del direttore dei lavori e le attività del medesimo soggetto che comportano l'irrogazione di sanzioni disciplinari sono stabilite dall' articolo 29, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001. 3. Nel caso in cui il titolo abilitativo contenga dichiarazioni non veritiere del progettista necessarie ai fini del conseguimento del titolo stesso, l'amministrazione comunale ne dà notizia all'Autorità giudiziaria , al progettista nonché al competente Ordine professionale, ai fini dell'irrogazione delle sanzioni disciplinari. 4. Il funzionario della azienda erogatrice cui sia imputabile la stipulazione del contratto di somministrazione di servizi pubblici è soggetto alla sanzione pecuniaria prevista dall'articolo 48 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001. La sanzione è comminata dal Comune, contestualmente all'applicazione delle sanzioni amministrative per le opere abusivamente realizzate”. Il citato comma 2 dell’art. 29 del D.P.R. n. 380/2001 è il seguente: “2. Il direttore dei lavori non è responsabile qualora abbia contestato agli altri soggetti la violazione delle prescrizioni del permesso di costruire, con esclusione delle varianti in corso d'opera, fornendo al dirigente o responsabile del competente ufficio comunale contemporanea e motivata comunicazione della violazione stessa. Nei casi di totale difformità o di variazione essenziale rispetto al permesso di costruire, il direttore dei lavori deve inoltre rinunziare all'incarico contestualmente alla comunicazione resa al dirigente. In caso contrario il dirigente segnala al consiglio dell'ordine professionale di appartenenza la violazione in cui è incorso il direttore dei lavori, che è passibile di sospensione dall'albo professionale da tre mesi a due anni”.

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3.3 INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE ESEGUITI IN ASSENZA DEL TITOLO ABILITATIVO, IN

TOTALE DIFFORMITA’ O CON VARIAZIONI ESSENZIALI Articoli 13 e 17, c. 3, lett. a), L.R. n. 23/2004

Gli interventi di nuova costruzione sono assoggettati: 1. a Permesso di Costruire, in via ordinaria, dall’art. 17, della L.R. 30.07.2013, n. 15; 2. a Segnalazione Certificata di Inizio Attività (c.d. SuperSCIA), in via straordinaria ed a scelta dell’interessato,

qualora si ricada nei casi di cui al comma 2, dell’art. 13, della L.R. n. 15/2013, ovvero all’interno di piani urbanistici attuativi (o strumenti urbanistici generali in genere) che prevedano espressamente tale possibilità e solo nel caso in cui essi contengano precise disposizioni sui contenuti planovolumetrici, formali, tipologici e costruttivi.

In riferimento al punto 2 è bene precisare che in caso di opere di nuova costruzione eseguite senza titolo (che potrebbe essere la SCIA, nel caso specifico), queste non sono sottratte alle sanzioni penali stabilite dall’art. 44, comma 2, lettera b) del D.P.R. n. 380/2001 (ovvero opere eseguite in assenza del Permesso di Costruire), per espressa previsione del comma 3 (comma aggiunto dal d.lgs. n. 301 del 2002) dell’articolo 31 dello stesso D.P.R., che rimanda alle opere di cui all’art. 22, comma 3, del medesimo D.P.R., ovvero quelle di nuova costruzione eseguite con Denuncia di Inizio Attività (oggi SCIA). Oltre che per espressa indicazione riportata all’articolo 18 della L.R. n. 23/2004. A norma dell’art. 13 della L.R. n. 23/2004, gli interventi di nuova costruzione eseguiti in “totale difformità” dal titolo abilitativo sono quelli che comportano la realizzazione di un organismo edilizio integralmente diverso per caratteristiche tipologiche, planovolumetriche o di utilizzazione da quello oggetto del titolo stesso, ovvero l'esecuzione di volumi edilizi oltre i limiti indicati nel progetto e tali da costituire un organismo edilizio o parte di esso con specifica rilevanza ed autonomamente utilizzabile. Le “variazioni essenziali” invece sono individuate all’articolo 14-bis (aggiunto dall’art. 41 della L.R. n. 15/2013) della stessa L.R. n. 23/2004 e sono le seguenti: Sono variazioni essenziali rispetto al titolo abilitativo originario come integrato dalla SCIA di fine lavori: a) il mutamento della destinazione d'uso che comporta un incremento del carico urbanistico di cui all'articolo 30,

comma 1, della legge regionale n. 15/20137; b) gli aumenti di entità superiore al 20 per cento rispetto alla superficie coperta, al rapporto di copertura, al

perimetro, all'altezza dei fabbricati, gli scostamenti superiori al 20 per cento della sagoma o dell'area di sedime, la riduzione superiore al 20 per cento delle distanze minime tra fabbricati e dai confini di proprietà anche a diversi livelli di altezza;

c) gli aumenti della cubatura rispetto al progetto del 10 per cento e comunque superiori a 300 metri cubi, con esclusione di quelli che riguardino soltanto le cubature accessorie ed i volumi tecnici, così come definiti ed identificati dalle norme urbanistiche ed edilizie comunali;

d) gli aumenti della superficie utile superiori a 100 metri quadrati; e) ogni intervento difforme rispetto al titolo abilitativo che comporti violazione delle norme tecniche per le

costruzioni in materia di edilizia antisismica; f) ogni intervento difforme rispetto al titolo abilitativo, ove effettuato su immobili ricadenti in aree

naturali protette, nonché effettuato su immobili sottoposti a particolari prescrizioni per ragioni ambientali, paesaggistiche, archeologiche, storico-architettoniche da leggi nazionali o regionali, ovvero dagli strumenti di pianificazione territoriale od urbanistica. Non costituiscono variazione essenziale i lavori realizzati in assenza o difformità dall'autorizzazione paesaggistica, qualora rientrino nei casi di cui all'articolo 149 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e qualora venga accertata la compatibilità paesaggistica, ai sensi dell'articolo 167 del medesimo decreto legislativo.

Si tenga presente che, a norma del comma 2 dello stesso articolo 14-bis, ai sensi dell'articolo 22 della L.R. n. 15/2013, le varianti al titolo originario, che presentano le caratteristiche di cui sopra e che siano conformi alla disciplina dell'attività edilizia, possono essere attuate in corso d'opera e sono soggette alla presentazione di SCIA di fine lavori, fermo restando, nei casi di cui alle lettere e) ed f), la necessità di acquisire preventivamente i relativi atti abilitativi. E’ ovvio che la stessa disciplina, ovvero esecuzione delle varianti e loro regolarizzazione solo in seguito con SCIA di fine dei lavori, vale anche per le varianti in corso d’opera che hanno caratteristiche “inferiori” a quelle sopra elencate. Ne consegue che tali variazioni essenziali (ed anche non essenziali) non possono configurare alcun abuso edilizio se non dopo la fine dei lavori, e solo nell’ipotesi che per esse non sia stata presentata una SCIA di fine lavori.

7 Ovvero: a) un aumento delle superfici utili degli edifici; b) un mutamento delle destinazioni d'uso degli immobili con incremento delle dotazioni territoriali; c) un aumento delle unità immobiliari, fatto salvo il caso di cui all'articolo 32, comma 1, lettera g).

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Ne deriva, ed infatti opportunamente l’articolo che definisce le varianti essenziali è collocato nella L.R. n. 23/2004 e non nella L.R. n. 15/2013, che la distinzione tra varianti essenziali e non, vale solo ai fini della determinazione della fattispecie di abuso edilizio e quindi di conseguente sanzione. Le uniche varianti al progetto approvato che necessitano di un nuovo titolo abilitativo preventivo alla loro esecuzione, sono quelle elencate al comma 1 dell’art. 22 della L.R. n. 15/2013, ovvero: a) la modifica della tipologia dell'intervento edilizio originario; b) la realizzazione di un intervento totalmente diverso rispetto al progetto iniziale per caratteristiche tipologiche,

planovolumetriche o di utilizzazione; c) la realizzazione di volumi in eccedenza rispetto al progetto iniziale tali da costituire un organismo edilizio, o

parte di esso, con specifica rilevanza ed autonomamente utilizzabile. Solo queste varianti quindi, definite di “totale difformità”, se realizzate prima del relativo titolo abilitativo, costituiscono violazione edilizia. Ai fini della uniforme definizione dei parametri urbanistico-edilizia che vengono citati sopra, si deve far riferimento a quelli approvati con Deliberazione di Giunta Regionale n. 279 del 04.02.2010, ripresi dal RUE, con le modifiche introdotte con deliberazione di Consiglio Comunale n. 6, del 04.04.2014. Nell’ipotesi di realizzazione abusiva di tali opere valgono le disposizioni dettate dall’art. 17 della L.R. n. 23/2004, ovvero esse possono venir regolarizzate solo attraverso il c.d. “accertamento di conformità”, ovvero mediante il rilascio del permesso di costruire in sanatoria, ma solo se l'intervento risulta conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente, sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda (c.d. “doppio accertamento di conformità”). Il comma 2 dello stesso articolo 17, introduce però una ulteriore possibilità, ovvero la c.d. “sanatoria giurisdizionale”, che prevede solo un semplice accertamento di conformità (possibilità che invece non è prevista nell’omologo articolo 36 del D.P.R. n. 380/2001). Fatti salvi infatti gli effetti penali dell'illecito, che permangono, in tale ipotesi il permesso in sanatoria può essere ottenuto, ai soli fini amministrativi, qualora l'intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente solo rispetto al momento della presentazione della domanda. In entrambi i casi il permesso di costruire in sanatoria è subordinato al pagamento, a titolo di oblazione, del contributo di costruzione che sarebbe stato dovuto, ma in misura doppia, ovvero, in caso di intervento che ordinariamente sarebbe stato soggetto ad esonero, stabiliti dall’art. 32 della L.R. n. 15/20138, in misura pari a quella prevista dalla normativa regionale e comunale, e comunque per un ammontare non inferiore a 2.000 euro. La richiesta del permesso di costruire in sanatoria può essere avanzata fino alla scadenza del termine di 90 giorni stabilito dall’ingiunzione alla la demolizione delle opere abusive e ripristino dello stato dei luoghi, di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 13 della L.R. n. 23/2004. Le richieste di sanatoria tardive sono irricevibili.

3.4 INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA ESEGUITI IN ASSENZA DEL TITOLO ABILITATIVO, IN TOTALE DIFFORMITA’ O CON VARIAZIONI ESSENZIALI

Articoli 14 e 17, c. 3, lett. a), L.R. n. 23/2004 Circa i concetti di totale difformità e variazione essenziale, si rimanda, in quanto del tutto applicabile, a quanto riportato sopra per la nuova costruzione. Gli interventi di ristrutturazione (si veda la DTO n. 3/2013) edilizia sono soggetti obbligatoriamente a SCIA dall’articolo 13, comma 1, lettera d), della L.R. n. 15/2013, compresi gli

8 I casi di esonero sono elencati al comma 1 dell’art. 32 della L.R. n. 15/2013, e sono i seguenti: a) gli interventi di cui all'articolo 7, ovvero l’attività edilizia libera; b) gli interventi, anche residenziali, da realizzare nel territorio rurale in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell'imprenditore

agricolo professionale, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettere d), f), g), l), ee), della L. 7 marzo 2003, n. 38), ancorché in quiescenza;

c) gli interventi di cui alle lettere a) (gli interventi di manutenzione straordinaria e le opere interne che non presentino i requisiti di cui all'articolo 7, comma 4) e c) (gli interventi restauro scientifico e quelli di restauro e risanamento conservativo) del comma 1 dell'articolo 13;

d) gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche; e) la realizzazione dei parcheggi da destinare a pertinenza delle unità immobiliari, nei casi di cui all' articolo 9, comma 1, della legge n. 122 del

1989 e all' articolo 41-sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150 (Legge urbanistica), limitatamente alla misura minima ivi stabilita; f) gli interventi di ristrutturazione edilizia o di ampliamento in misura non superiore al 20 per cento della superficie complessiva di edifici

unifamiliari; g) il frazionamento di unità immobiliari, qualora non sia connesso ad un insieme sistematico di opere edilizie che portino ad un

organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e qualora non comporti aumento delle superfici utili e mutamento della destinazione d'uso con incremento delle dotazioni territoriali; determinati con D.G.R. n. 75 del 27.01.2014;

h) gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti e dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), nonché per le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici, e i parcheggi pertinenziali nella quota obbligatoria richiesta dalla legge;

i) gli interventi da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati a seguito di pubbliche calamità; j) i nuovi impianti, lavori, opere, modifiche e installazioni relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e

all'uso razionale dell'energia, nel rispetto delle norme urbanistiche e di tutela dei beni culturali ed ambientali.

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interventi per il recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti, equiparati alla ristrutturazione edilizia (si veda la DTO n. 35/2014) dall’articolo 3 della L.R. 06.04.1998, n. 11 (come modificata dalla L.R. 30.05.2014, n. 5). Le opere abusive di ristrutturazione edilizia hanno rilevanza penale, secondo il combinato disposto del comma 9-bis (aggiunto dal D.Lgs. n. 301/2002) dell’art. 31 del D.P.R. n. 380/2001, del comma 3 dell’articolo 22 e lettera c), del comma 1 dell’articolo 10 (modificata dal D.Lgs. n. 301/2002, e dall'art. 30, comma 1, lettera c), della Legge n. 98/2013) e del comma 6-bis dell’art. 33 (aggiunto dal D.Lgs. n. 301/2002), dello stesso decreto. Ma solo qualora comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone storiche, comportino mutamenti della destinazione d’uso, nonché gli interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del decreto legislativo 22.01.2004, n. 42 e successive modificazioni. Fuori dai casi di cui al successivo punto 3.6, su richiesta motivata dell'interessato, presentata a seguito della avvenuta sospensione dei lavori, viene irrogata una sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere, determinato ai sensi dell'articolo 21, c. 2. Della L.R. n. 23/2004, qualora si accerti, con apposita relazione tecnica, l'impossibilità della rimozione o demolizione delle opere abusive, in relazione al pregiudizio strutturale e funzionale che sarebbe arrecato alle parti residue dell'immobile. In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori. Lo Sportello Unico per l'Edilizia si pronuncia sulla richiesta entro 90 giorni, decorsi i quali la richiesta stessa si intende rifiutata. In tale ipotesi occorre versare anche il contributo di costruzione dovuto. Relativamente alla eventuale sanatoria per accertamento di conformità, valgono le stesse disposizioni e considerazioni sopra riportate per la nuova costruzione, con la differenza che in questo caso occorrerà presentare una SCIA in sanatoria.

3.5 INTERVENTI IN PARZIALE DIFFORMITA’ DAL TITOLO EDILIZIO ABILITATIVO Articoli 15 e 17, L.R. n. 23/2004

Si tratta degli interventi di nuova costruzione (soggetti a Permesso di Costruire o SuperSCIA) e di quelli di ristrutturazione edilizia (soggetti a SCIA) eseguiti in difformità parziale dai rispettivi titoli edilizi, ovvero con variazioni “inferiori” rispetto ai limiti indicati dall’art. 14-bis della L.R. n. 23/2004. Anche in questo caso la violazione si concretizza solo se non è stata presentata la SCIA di variante in corso d’opera contestualmente alla comunicazione di fine dei lavori. Fuori dai casi di cui al successivo punto 3.6, su richiesta motivata dell'interessato, presentata a seguito della avvenuta sospensione dei lavori, viene irrogata una sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere, determinato ai sensi dell'articolo 21, c. 2. Della L.R. n. 23/2004, e comunque di importo non inferiore a 1.000,00 euro, qualora si accerti, con apposita relazione tecnica, l'impossibilità della rimozione o demolizione delle opere abusive, in relazione al pregiudizio strutturale e funzionale che sarebbe arrecato alle parti residue dell'immobile. In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori. Lo Sportello Unico per l'Edilizia si pronuncia sulla richiesta entro 90 giorni, decorsi i quali la richiesta stessa si intende rifiutata. In tale ipotesi occorre versare anche il contributo di costruzione dovuto.

3.6 INTERVENTI SU EDIFICI VINCOLATI Articolo 10, L.R. n. 23/2004

Se vengono eseguite opere abusive, realizzate senza titolo o in difformità dal medesimo (senza distinzione fra difformità parziali o essenziali) su edifici vincolati ai sensi della Parte seconda del D.Lgs. n. 42/2004 (Beni culturali), viene irrogata una sanzione pecuniaria da 2.000 a 20.000 euro. La stessa sanzione si applica per opere abusive, realizzate senza titolo o in difformità dal medesimo, su immobili con vincolo storico-culturale-testimoniale imposto dagli strumenti urbanistici comunali. Solo in questo secondo caso, su richiesta motivata dell'interessato, lo Sportello Unico per l'Edilizia irroga una sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere, determinato ai sensi dell'articolo 21, c. 2, della L.R. n. 23/2004, qualora accerti, con apposita relazione tecnica, l'impossibilità della restituzione in pristino a causa della compromissione del bene tutelato. In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori. Lo Sportello Unico per l'Edilizia si pronuncia sulla richiesta entro 90 giorni, decorsi i quali la richiesta stessa si intende rifiutata. Qualora le opere abusive siano state eseguite su edifici vincolati in base alla Parte terza del D.Lgs. n. 42/2004 (vincolo paesaggistico), lo Sportello Unico per l'Edilizia, acquisito il parere della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, provvede ai sensi dell'articolo 167 del medesimo decreto legislativo ed irroga, per l'illecito edilizio, una sanzione da 2.000 a 20.000 euro. Le opere abusive sui Beni Culturali sono soggette inoltre alle sanzioni penali di cui all’art. 169 del D.Lgs, n. 42/2004.

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3.7 INTERVENTI DI RECUPERO DIVERSI DALLA RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA

Articolo 17, c. 3, lett. b), L.R. n. 23/2004 Si tratta di opere di restauro scientifico, ripristino tipologico e di restauro e risanamento conservativo, in assenza di titolo o in difformità da esso. In tutti i casi, anche in quelli per i quali in via ordinaria l’intervento sarebbe esonerato dal contributo di costruzione, l’oblazione è pari al contributo di costruzione previsto dalla normativa regionale e comunale per gli interventi di ristrutturazione edilizia, e comunque per un ammontare non inferiore a 1.000 euro.

3.8 INTERVENTI IN ASSENZA O IN DIFFORMITA’ DALLA SCIA Articolo 16, L.R. n. 23/2004

Fuori dai casi di cui ai punti 3.3, 3.4 e 3.5, gli interventi edilizi eseguiti in assenza o in difformità dalla SCIA, comportano la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi, determinata ai sensi dell'articolo 21, commi 2 e 2 bis, della L.R. n. 23/2004 e comunque non inferiore a 1.000 euro, salvo che l'interessato provveda al ripristino dello stato legittimo. Assieme alla sanzione pecuniaria il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori.

3.9 RESTANTI CASI Articolo 17, c. 3, lett. c), L.R. n. 23/2004

Delibera Giunta Comunale n. 77, del 09.07.2014 Fuori dai casi di: nuova costruzione; ristrutturazione edilizia; restauro e risanamento conservativo; restauro scientifico; ripristino tipologico; l’oblazione è pari ad una somma, da 500 euro a 5.000 euro, stabilita dallo Sportello Unico per l'Edilizia in relazione all'aumento di valore dell'immobile, valutato ai sensi dell'articolo 21, comma 2, della L.R. n. 23/2004. La determinazione esatta è stata articolata con la D.T.O. n. 41/2014, approvata con Delibera di Giunta Comunale n. 77, del 09.07.2014, in relazione al costo di realizzazione delle opere abusive, sulla base di un computo metrico estimativo delle opere realizzate, asseverato da un tecnico progettista e redatto sulla base dei costi di costruzione di mercato rilevati dalla Camera di Commercio di Piacenza, secondo la tabella seguente:

INCREMENTO DEL VALORE (€) OBLAZIONE (€) Da 0 € a 2.000,00 € 500,00 €

Da 2.001,00 € a 4.000,00 € 1.000,00 € Da 4.001,00 € a 6.000,00 € 1.500,00 € Da 6.001,00 € a 8.000,00 € 2.000,00 €

Da 8.0001,00 € a 10.000,00 € 2.500,00 € Da 10.001,00 € a 12.000,00 € 3.000,00 € Da 12.001,00 € a 14.000,00 € 3.500,00 € Da 14.001,00 € a 16.000,00 € 4.000,00 € Da 16.001,00 € a 18.000,00 € 4.500,00 €

Oltre i 18.001,00 € 5.000,00 €

3.10 EDILIZIA LIBERA

Articolo 16-bis, L.R. n. 23/2004 Nei casi di attività edilizia libera, e limitatamente a quelli soggetti a Comunicazione di Inizio Lavori (CIL), ovvero quelli di cui all'articolo 7, comma 4, della L.R. n. 15/2013, la mancata comunicazione di inizio lavori e la mancata trasmissione della relazione tecnica, comportano l'applicazione di una sanzione pecuniaria pari a 258,00 euro. Tale sanzione è ridotta di due terzi se la comunicazione è effettuata spontaneamente quando l'intervento è in corso di esecuzione. La stessa sanzione si applica in caso di difformità delle opere realizzate, rispetto alla CIL, qualora sia accertata la loro conformità alle prescrizioni degli strumenti urbanistici. La sanzione pecuniaria di 258/86 € trova altresì applicazione in caso di: a) mancata comunicazione della data di inizio dei lavori e di rimozione delle opere dirette a soddisfare esigenze

contingenti, di cui all'articolo 7, comma 2, della L.R. 15/2013; b) mancata comunicazione allo SUE del mutamento di destinazione d'uso non connesso a trasformazione fisica di

fabbricati già rurali, con originaria funzione abitativa, che non presentano più i requisiti di ruralità, per i quali si provvede alla variazione nell'iscrizione catastale, di cui all'articolo 7, comma 3, della L.R. n. 15/2013.

Qualora gli interventi attinenti all'attività edilizia libera siano eseguiti in difformità dalla disciplina

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dell'attività edilizia, lo SUE applica la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi, determinata ai sensi dell'articolo 21, commi 2 e 2 bis, della L.R. n. 23/2004 e comunque non inferiore a 1.000,00 euro, salvo che l'interessato provveda al ripristino dello stato legittimo. Rimane ferma l'applicazione delle ulteriori sanzioni eventualmente previste in caso di violazione della disciplina di settore.

3.11 VARIANTI IN CORSO D'OPERA A TITOLI EDILIZI RILASCIATI PRIMA DELL'ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE N. 10/1977

Articolo 17-bis, L.R. n. 23/2004 L’art. 17-bis della L.R. n. 23/2004, introdotto dall’articolo 46 della L.R. n. 15/2013, risolve una questione permanentemente posta dall’intero settore edilizio negli anni scorsi: la necessità di stabilire una modalità di regolarizzazione delle varianti in corso d’opera realizzate prima dell’entrata in vigore della legge n. 10 del 1077 che, all’art. 15, undicesimo comma, aveva, per la prima volta nell’ordinamento giuridico edilizio, consentito la presentazione di una autorizzazione a fine lavori per autorizzare le parziali difformità rispetto al titolo originario. In considerazione del legittimo affidamento maturato dai soggetti interessati dopo un così lungo periodo sulla possibilità di mantenere in essere gli edifici che presentino tali difformità, si è prevista una specifica sanzione pecuniaria pari al doppio degli oneri, ed un procedimento per la loro regolarizzazione attraverso la presentazione di apposita SCIA. Naturalmente la norma fa salvi gli effetti penali e civili dell’abuso così come prescrive l’osservanza di ogni normativa di settore e sui vincoli che eventualmente gravano sull’immobile. Viene stabilito pertanto che, al fine di salvaguardare il legittimo affidamento dei soggetti interessati e fatti salvi gli effetti civili e penali dell'illecito, non si procede alla demolizione delle opere edilizie eseguite in parziale difformità durante i lavori per l'attuazione dei titoli abilitativi rilasciati prima dell'entrata in vigore della legge 28 gennaio 1977, n. 10 (Norme per la edificabilità dei suoli) e le stesse possono essere regolarizzate attraverso la presentazione di una SCIA e il pagamento delle sanzioni pecuniarie previste dall'articolo 17, comma 3, della L.R. n. 23/2004. Resta ferma l'applicazione della disciplina sanzionatoria di settore, tra cui la normativa antisismica, di sicurezza, igienico sanitaria e quella contenuta nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al D.Lgs. n. 42 del 2004. La fattispecie quindi è applicabile solo alle parziali difformità, ovvero quelle eseguite in difformità dal titolo edilizio ma con variazioni “inferiori” rispetto ai limiti indicati dall’art. 14-bis della L.R. n. 23/2004.

3.12 MANCATA PRESENTAZIONE DELLA SCIA Articolo 18, L.R. n. 23/2004

L’articolo 18 della L.R. n. 23/2004, modificato dall’articolo 47 della L.R. n. 15/2013, stabilisce che la mancanza del titolo abilitativo per gli interventi che secondo la legge statale, ovvero il D.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) sono soggetti a SCIA, non comporta l'applicazione delle sanzioni penali previste dall'articolo 44 dello stesso D.P.R. n. 380/2001, ad eccezione degli interventi eseguiti con SCIA alternativa al permesso di costruire. Questi ultimi sono elencati all’articolo 22, comma 3, del T.U.E. e sono: a) gli interventi di ristrutturazione di cui all'articolo 10, comma 1, lettera c) del T.U.E.,k ovvero quelli che portino

ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso, nonché gli interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni;

b) gli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica qualora siano disciplinati da piani attuativi comunque denominati, ivi compresi gli accordi negoziali aventi valore di piano attuativo, che contengano precise disposizioni plano-volumetriche, tipologiche, formali e costruttive, la cui sussistenza sia stata esplicitamente dichiarata dal competente organo comunale in sede di approvazione degli stessi piani o di ricognizione di quelli vigenti; qualora i piani attuativi risultino approvati anteriormente all'entrata in vigore della legge 21 dicembre 2001, n. 443, il relativo atto di ricognizione deve avvenire entro trenta giorni dalla richiesta degli interessati; in mancanza si prescinde dall'atto di ricognizione, purché il progetto di costruzione venga accompagnato da apposita relazione tecnica nella quale venga asseverata l'esistenza di piani attuativi con le caratteristiche sopra menzionate;

c) gli interventi di nuova costruzione qualora siano in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali recanti precise disposizioni plano-volumetriche.

Resta comunque salva, ove ne ricorrano i presupposti in relazione all'intervento realizzato, l'applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 9, 10, 11, 13, 14, 15, 16 e 17 della L.R. n. 23/2004. La SCIA spontaneamente effettuata quando l'intervento è in corso di esecuzione, comporta il pagamento, a titolo di sanzione, della somma di 2.000 euro, fermo restando quanto previsto dall'articolo 8, comma 3, della L.R. n. 23/2004, ovvero, nel caso in cui la SCIA contenga dichiarazioni non veritiere del progettista necessarie ai fini del conseguimento del titolo stesso, l'amministrazione comunale ne deve notizia all'Autorità giudiziaria, al progettista

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nonché al competente Ordine professionale, ai fini dell'irrogazione delle sanzioni disciplinari.

3.13 INTERVENTI ESEGUITI CON PERMESSO DI COSTRUIRE ANNULLATO Articolo 19, L.R. n. 23/2004

In caso di annullamento del permesso di costruire, qualora non sia possibile in base a motivata valutazione, la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la restituzione in pristino, lo SUE applica una sanzione pecuniaria pari al valore venale delle opere o loro parti abusivamente eseguite, valutato ai sensi dell'articolo 21, comma 2, della L.R. n. 23/2004. La valutazione è notificata all'interessato dallo Sportello unico per l'edilizia e diviene definitiva decorsi i termini di impugnativa. L'integrale corresponsione della sanzione pecuniaria irrogata produce i medesimi effetti del permesso di costruire in sanatoria di cui all'articolo 17 (Accertamento di conformità), ovvero estingue i reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti (rif. art. 45 del D.P.R. n. 380/2001).

3.14 OPERE ABUSIVE IN AREE EDIFICABILI O SOGGETTE A TUTELA Articoli 9 e 11, L.R. n. 23/2004

Lo SUE, qualora accerti l'inizio o l'esecuzione di opere, realizzate senza titolo o in difformità dallo stesso, su aree assoggettate, da leggi statali, regionali o da altre norme urbanistiche vigenti, a vincolo di inedificabilità o destinate ad opere e spazi pubblici ovvero ad interventi di edilizia residenziale pubblica, di cui alla legge 18.04.1962, n. 167 (Disposizioni per favorire l'acquisizione di aree fabbricabili per l'edilizia economica e popolare), ordina l'immediata sospensione dei lavori e ingiunge al proprietario e al responsabile dell'abuso di provvedere entro novanta giorni alla demolizione delle opere e al ripristino dello stato dei luoghi, indicando nel provvedimento l'area che viene acquisita di diritto in caso di inottemperanza. Allo stesso modo, qualora sia accertata la realizzazione, da parte di soggetti titolati (Stato, Regione, Provincia o Comune), di interventi in assenza di titolo abilitativo, ovvero in totale o parziale difformità dal medesimo, su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato, della Regione, delle Province, dei Comuni o di altri enti pubblici, lo SUE, previa diffida non rinnovabile, ordina al responsabile dell'abuso la sospensione dei lavori e ingiunge la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi entro novanta giorni, dandone comunicazione all'ente proprietario del suolo. Per tali opere abusive non esiste quindi alcuna possibilità di sanatoria.

3.15 OPERE ABUSIVE SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE SEMPLIFICATA Articoli 9 e 11, L.R. n. 23/2004

L’Autorizzazione Semplificata (AS) è un titolo edilizio aggiuntivo rispetto ai titoli edilizi previsti dalla L.R. n. 15/2013 (ovvero il Permesso di Costruire, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività e la Comunicazione di Inizio Lavori – che non è in effetti definibile quale titolo edilizio), introdotto originalmente dal Regolamento Urbanistico Edilizio. L’introduzione di questo nuovo titolo edilizio ha lo scopo di disciplinare, con procedure estremamente semplificate, gli interventi che non hanno rilevanza edilizia, che non comportano trasformazioni significative del territorio, e che, senza l’AS, sarebbero soggetti a titoli edilizi più complessi, in evidente contrasto con il principio amministrativo generale della semplificazione procedurale. Il RUE disciplina l’AS ai seguenti articoli: 1. art. 14/I: Documentazione necessaria per l’Autorizzazione Semplificata; 2. art. 29/III: Interventi soggetti ad Autorizzazione Semplificata; 3. art. 40/III: Autorizzazione Semplificata, procedura; 4. art. 81/III: Interventi eseguiti in assenza o in difformità dall’Autorizzazione Semplificata. Per una trattazione completa dell’argomento si rimanda alla DTO n. 2/2014. L’esecuzione di opere soggette ad Autorizzazione Semplificata in assenza o in violazione ad essa, comporta la stessa disciplina sanzionatoria stabilita per le opere soggette a comunicazione di inizio dei lavori (CIL).

3.16 TOLLERANZE ESECUTIVE Articolo 19-bis, L.R. n. 23/2004

L’articolo 19-bis della L.R. n. 23/2004 stabilisce che il mancato rispetto dell'altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro o dimensione delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro il limite del 2% delle misure previste nel titolo abilitativo. A livello della regolamentazione locale, nel Regolamento Urbanistico Edilizio, tale disposizione è stata declinata all’articolo 36/III, tenendo conto anche di quanto chiarito con la Circolare dell’Assessorato Programmazione Territoriale Urbanistica della Regione Emilia Romagna, n. 312129 del 27.12.2011 “Applicazione dell’art. 19-bis della L.R. 23 del 2004, relativo alla Tolleranza costruttiva”. Per una trattazione completa della tematica relativa alle tolleranze costruttive di cantiere si rimanda alla DTO n. 23/2014.

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DTO n. 58/2014 pag. 12

3.17 LA DETERMINAZIONE DEL VALORE VENALE DELLE OPERE ABUSIVE

Articolo 21, c. 2 e 3, L.R. n. 23/2004 Per tutti i casi per i quali la L.R. n. 23/2004, sopra richiamati, laddove la determinazione della sanzione pecuniaria fa riferimento al valore venale di opere o di loro parti illecitamente eseguite, lo Sportello Unico per l’Edilizia deve obbligatoriamente utilizzare le quotazioni dell'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia del Territorio, applicando la cifra espressa nel valore minimo. Le Commissioni provinciali per la determinazione del valore agricolo medio provvedono a determinare il valore delle opere o delle loro parti abusivamente realizzate, nei casi in cui non sono disponibili i parametri di valutazione di cui sopra, salvo i casi in cui i Comuni siano dotati di proprie strutture competenti in materia di stime immobiliari.

3.18 LA DEMOLIZIONE E RIMESSA IN PRISTINO DELLE OPERE ABUSIVE Non tutte le fattispecie di opere edilizie abusive, come sopra illustrate, sono soggette alla sanzione della demolizione con rimessa in pristino dello stato dei luoghi, ma solo alcune precisamente individuate dalla L.R. n. 23/2004, ovvero le seguenti (ferme restando le possibilità di sanatoria per accertamento di conformità o in altre forme sopra riportate): 1. articolo 9: opere, realizzate senza titolo o in difformità dallo stesso, su aree assoggettate, da leggi statali,

regionali o da altre norme urbanistiche vigenti, a vincolo di inedificabilità o destinate ad opere e spazi pubblici ovvero ad interventi di edilizia residenziale pubblica;

2. articolo 10: opere abusive eseguite su immobili vincolati in base alle previsioni degli strumenti urbanistici comunali;

3. articolo 11: interventi in assenza di titolo abilitativo, ovvero in totale o parziale difformità dal medesimo, su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato, della Regione, delle Province, dei Comuni o di altri enti pubblici, realizzati da soggetti diversi dallo Stato, Regione, Provincia o Comune;

4. articolo 12: opere eseguite nell’ambito di lottizzazioni abusive; 5. articolo 13: interventi di nuova costruzione eseguiti in assenza del titolo abilitativo, in totale difformità o con

variazioni essenziali; 6. articolo 14: interventi di ristrutturazione edilizia eseguiti in assenza di titolo abilitativo, in totale difformità o con

variazioni essenziali; 7. articolo 15: interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione edilizia eseguiti in parziale difformità dal titolo

abilitativo. Ne consegue che la sanzione della rimozione, o demolizione e rimessa in pristino delle opere edilizie abusive non trova mai applicazione: 1. per tutte le opere di attività edilizia libera, sia per quelle del tutto liberalizzate sia per quelle soggette a CIL; 2. per tutte le opere soggette a SCIA, tranne per quelle di ristrutturazione edilizia; 3. per tutte le opere soggette ad Autorizzazione Semplificata; e ciò indipendentemente dal fatto che esse siano o meno conformi alla disciplina urbanistico-edilizia.

3.19 IL REQUISITO DELLA CONFORMITA’ ALLA DISCIPLINA URBANISTICO-EDILIZIA Il requisito della conformità delle opere edilizie abusivamente realizzate finalizzato all’ottenimento della sanatoria o comunque alla regolarizzazione delle opere tramite il pagamento della sanzione pecuniaria, è previsto solo nei seguenti casi: 1. per tutti i casi di sanatoria attraverso l’accertamento di conformità, doppio o semplice; 2. per tutti i casi di opere soggette a CIL o ad AS allo scopo di ottenere la sanzione in misura ridotta. Pertanto, relativamente alle opere abusive soggette a SCIA, non esiste alcuna differenziazione sulla sanzione pecuniaria in riferimento alla conformità o meno delle opere realizzate alla disciplina urbanistico-edilizia. Castel San Giovanni, giovedì 11 settembre 2014

9

9 Questo documento è sottoscritto sul file originale (in formato .p7m) con firma digitale. Il documento originale, in formato elettronico, è conservato presso l’archivio informatico del Settore IV – Sviluppo Urbano – Sportello Unico dell’Edilizia del Comune di Castel San Giovanni. Ogni duplicazione del documento originale, anch’essa sottoscritta con firma digitale, costituisce originale. Ogni rappresentazione cartacea del presente documento non costituisce originale.

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DTO n. 58/2014 pag. 13

SINTESI Rif. FATTISPECIE RILEVANZA

PENALE ACCERTAMENTO

DI CONFORMITA’ ORDINARIO ACCERTAMENTO

DI CONFORMITA’ SEMPLICE OBLAZIONE/SANZIONE

PECUNIARIA MINIMO

3.3 Nuova costruzione in assenza di titolo SI SI PdC in sanatoria

SI PdC in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di

esonero 2.000 €

3.3 Nuova costruzione in totale difformità dal PdC rilasciato SI SI

PdC in sanatoria

SI PdC in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di

esonero 2.000 €

3.3

Nuova costruzione con variazioni essenziali rispetto al PdC rilasciato (solo se non è stata presentata la relativa SCIA contestualmente alla fine dei lavori)

SI SI PdC in sanatoria

SI PdC in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di

esonero 2.000 €

3.4 Ristrutturazione edilizia in assenza di titolo SI SI SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di esonero. Oppure doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente

alla realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino) +

contributo di costruzione

2.000 €

3.4 Ristrutturazione edilizia in totale difformità dalla SCIA presentata SI SI

SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di esonero. Oppure doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente

alla realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino) +

contributo di costruzione

2.000 €

3.4

Ristrutturazione edilizia con variazioni essenziali rispetto alla SCIA presentata (solo se non è stata presentata la relativa SCIA contestualmente alla fine dei lavori)

SI SI SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di esonero. Oppure doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente

alla realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino) +

contributo di costruzione

2.000 €

3.6 Interventi senza titolo o in difformità dallo stesso su edifici a vincolo culturale (D.Lgs. n. 42/2004-Parte II)

SI Da 2.000 a 20.000 €

3.6 Interventi senza titolo o in difformità dallo stesso su edifici a vincolo paesaggistico (D.Lgs. n. 42/2004-Parte III)

NO Da 2.000 a 20.000 €

3.6 Interventi senza titolo o in difformità dallo stesso su edifici a vincolo storico-culturale di strumento urbanistico

NO

Da 2.000 a 20.000 € O su richiesta dell’interessato: doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino)

3.5 Interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione edilizia in parziale difformità dal titolo abilitativo

NO Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

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DTO n. 58/2014 pag. 14

3.7

Interventi di restauro scientifico, ripristino tipologico e di restauro e risanamento conservativo, in assenza di titolo o in difformità da esso

NO SI SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

Contributo di costruzione in misura semplice, anche per le ipotesi di

esonero, in riferimento ai valori per la ristrutturazione edilizia

1.000 €

3.9 Restanti casi NO Tabella allegata alla D.G.C. n. 77/2014 500 €

(massimo 5.000 €)

3.8 Interventi in assenza o in difformità dalla SCIA NO Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

3.12 SCIA tardiva NO 2.000 € 3.10 Opere in assenza di CIL NO 258 € 3.10 CIL senza relazione tecnica NO 258 € 3.10 CIL presentata con lavori già in corso NO 86 €

3.10 Opere difformi dalla CIL ma conformi alla disciplina urbanistico-edilizia NO 86 €

3.10 Opere di edilizia libera, soggette o meno a CIL, difformi dalla disciplina urbanistico-edilizia NO

Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

3.10 Mancata comunicazione della data di inizio dei lavori delle opere dirette a soddisfare esigenze contingenti

NO 258 €

3.10 Comunicazione di inizio lavori presentata tardivamente per le opere dirette a soddisfare esigenze contingenti

NO 86 €

3.10 Mancata rimozione delle opere dirette a soddisfare esigenze contingenti NO 258 €

3.10

Mancata comunicazione allo SUE del mutamento di destinazione d'uso non connesso a trasformazione fisica di fabbricati già rurali, con originaria funzione abitativa, che non presentano più i requisiti di ruralità, per i quali si provvede alla variazione nell'iscrizione catastale

NO 258 €

3.11 Varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 28.01.1977 di nuova costruzione o ristrutturazione edilizia

NO contributo di costruzione in misura

doppia o in misura semplice in casi di esonero

2.000 €

3.11

Varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 28.01.1977 di recupero del patrimonio edilizio esistente diversi dalla ristrutturazione edilizia

NO

Contributo di costruzione in misura semplice, anche per le ipotesi di

esonero, in riferimento ai valori per la ristrutturazione edilizia

1.000 €

3.11 Varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 28.01.1977 nei casi diversi dai due precedenti

NO Tabella allegata alla D.G.C. n. 77/2014 500 €

(massimo 5.000 €)

3.13

Interventi eseguiti con PdC annullato, qualora non sia possibile la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la restituzione in pristino

SI Valore venale delle opere abusivamente eseguite

3.15 Opere in assenza di AS NO 258 € 3.15 AS presentata con lavori già in corso NO 86 €

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DTO n. 58/2014 pag. 15

3.15 Opere difformi dalla AS ma conformi alla disciplina urbanistico-edilizia

NO 86 €

3.15 Opere difformi dalla AS, difformi dalla disciplina urbanistico-edilizia NO

Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

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DTO n. 58/2014 pag. 1

LE SANZIONI PER LE VIOLAZIONI EDILIZIE

Disposizione tecnico-organizzativa (DTO 58/2014) (ai sensi dell’articolo 7/III del RUE e del c. 7, art. 4, L.R. n. 15/2013)

1. LE VIOLAZIONI GENERALI E SPECIFICHE ALLE DISPOSIZIONI DEL REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO Le sanzioni per le violazioni alle disposizioni del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) sono stabilite all’articolo 19/III. Il mancato rispetto dei vari obblighi previsti dal RUE e le contravvenzioni ai provvedimenti ed ordinanze in esso previste, comporta l'applicazione, da parte del Responsabile dello Sportello Unico per l’Edilizia comunale, e mediante specifico provvedimento da notificarsi al responsabile della violazione, previa eliminazione, ove occorra, del motivo che ha dato luogo all'infrazione, delle sanzioni di cui all'articolo 16 della Legge 16.1.2003, n. 3 “Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione”1 ed articolo 8, comma 4, della L.R. n. 24 marzo 2004, n. 6 “Riforma del sistema amministrativo regionale e locale. unione europea e relazioni internazionali. Innovazione e semplificazione. rapporti con l'università”2, fatte salve le sanzioni amministrative e penali derivanti dalla vigente legislazione urbanistica ed edilizia3. Le sanzioni pecuniarie dovranno essere versate entro 90 giorni dalla notificazione del provvedimento di irrogazione. L’articolo stabilisce comunque sanzioni pecuniarie precise per alcune specifiche violazioni più ricorrenti, che vengono riportate nella tabella seguente4. L’irrogazione delle sanzioni è attribuita ai diversi uffici comunali per le relative competenze. La inosservanza alle norme igienico-sanitarie sono punibili con le sanzioni amministrative stabilite dall’articolo n. 358 del T.U. delle Leggi Sanitarie n. 1265 del 27.7.19345 oltre che dalla specifica normativa in materia. Si applicano inoltre in ogni caso le specifiche sanzioni per violazioni alle norme di settore.

Violazione accertata Sanzione Pecuniaria (€)

Mancata o tardiva comunicazione di inizio dei lavori per Permesso di Costruire 25/300 50 Mancato rispetto delle modalità di comunicazione della sostituzione del Direttore dei Lavori e del Costruttore 25/300 50 Comunicazione di inizio lavori tardiva, inesatta, incompleta o mancante degli allegati obbligatori 25/150 50 Mancata comunicazione variazione nominativi sulla comunicazione inizio lavori 25/150 50 Mancata o tardiva comunicazione fine dei lavori 25/300 € 50

1 Articolo 16 della Legge n. 3/2003:

“Salvo diversa disposizione di legge, per le violazioni alle disposizioni dei regolamenti comunali e provinciali si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 a 500 €”. 2 In assenza della individuazione di limiti edittali della sanzione nell'atto normativo dell'Ente locale, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a 500 euro. 3 L’inottemperanza ai provvedimenti previsti dal presente Regolamento comporta la denuncia all’Autorità Giudiziaria a carico del soggetto

inadempiente, a norma dell’articolo 650 del Codice Penale. 4 I valori tabellari sono relativi alla data di approvazione del RUE. Per la loro applicazione essi dovranno essere aggiornati con l’indice ISTAT dei costi di costruzione intervenuti. 5 Sanzione da1.549,37 € a 9.296,22 €, salvo che il fatto costituisca reato.

Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza

Settore IV: Sviluppo Urbano

N. 55/2014

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DTO n. 58/2014 pag. 2

Comunicazione fine lavori inesatta o incompleta 25/150€ 50 Mancanza di ordine di cantiere 25/450 € 50 Ordine di cantiere inesatto o incompleto 25/150€ 50 Mancanza in cantiere dei documenti abilitativi 25/150 50 Violazione delle norme sulla conduzione del cantiere 25/300 50 Assenza o inadeguata segnalazione e/o delimitazione di cantiere 25/450 50 Inizio lavori prima del ritiro del Permesso di Costruire 25/450 50 Presentazione della SCIA di variante minore in corso d’opera dopo l’avvenuta ultimazione lavori del titolo abilitativo originario 25/464 50

Mancata presentazione, contestualmente alla dichiarazione finale di regolare esecuzione delle opere soggette a Segnalzione Certificata di Inizio Attività, della ricevuta dell'avvenuta presentazione della variazione catastale conseguente alle opere realizzate ovvero della dichiarazione che le stesse non hanno comportato modificazioni del classamento

516

Inosservanza obbligo di mantenimento di spazi, edifici ed aree libere in conformità alle disposizioni di sicurezza, igiene e decoro pubblico 25/464 50

Mancata rimozione delle opere precarie entro i termini prescritti 25/464 50 Accumulo su aree pubbliche di materiali di risulta o provenienti da demolizioni 25/300 50 Superamento dei limiti massimi di esposizione al rumore nei cantieri edili 25/464 50 Mancata sospensione dei lavori in caso di ritrovamenti di presumibile interesse archeologico 25/464 50 Violazione agli obblighi del committente o del responsabile dei lavori in tema di sicurezza dei cantieri edili 25/150 50 Violazione agli obblighi del coordinatore per la progettazione in tema di sicurezza dei cantieri edili 25/150 50 Violazione agli obblighi del coordinatore per l’esecuzione dei lavori in tema di sicurezza dei cantieri edili 25/150 50 Violazione alle misure generali di tutela nei cantieri edili ed alla segnaletica di sicurezza 25/150 50 Violazione alle disposizioni sulla salvaguardia del verde 25/150 50 Utilizzo di immobili in assenza di certificato di conformità edilizia ed agibilità 77/464 154 Mancata o scorretta collocazione del numero civico 25/150 50 Scorretta collocazione delle antenne paraboliche e dei collettori solari 25/300 50 Opere di scavo su spazi pubblici non autorizzate o eseguite in violazione dell’autorizzazione 50/300 100 Inosservanza delle distanze degli alberi dai confini 77/464 154 Allacciamento alla rete fognaria comunale senza autorizzazione 77/464 154 Per non avere provveduto, nelle zone servite da fognatura (mista – nera – bianca) a convogliare le acque reflue nella rete fognante di competenza nonché per non aver provveduto a separare le acque reflue all’interno della proprietà privata

77/464 154

Per non aver rispettato le prescrizioni indicate nell’autorizzazione allo scarico o impartite dall’ente gestore della rete fognaria 77/464 154

Per aver effettuato scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche senza la preventiva autorizzazione 77/464 154

Per non aver presentato domanda di nuova autorizzazione prima che si determini una variazione qualitativa o quantitativa dello scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche

77/464 154

Per non aver comunicato entro i 60 giorni previsti la cessazione all’ente gestore dello scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche 77/464 154

Per non aver comunicato all’ente gestore la volturazione dello scarico entro i 60 giorni previsti senza modifiche quali quantitative dello scarico di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche

77/464 154

Per il mancato rispetto delle prescrizioni dell’ente gestore della rete fognaria nella costruzione delle reti fognarie e impianti di trattamento per opere di urbanizzazione e strade pubbliche o da divenire tali 77/464 154

In caso di scarico o immissione in fognatura delle sostanze e/o rifiuti non ammessi dal vigente Regolamento di fognatura 2.500

Per non aver eseguito operazioni di pulizia, manutenzione e gestione degli impianti di trattamento al servizio di singoli edifici 250

Per aver eseguito interventi di ogni tipo sulle pubbliche fognature o sulle parti di allacciamento pubbliche senza la preventiva autorizzazione 300

Per non aver posto in opera nella rete fognaria di acque reflue industriali o assimilabili a domestiche di pozzetto di prelievo campioni, vasche di accumulo o campionatore automatico se prescritti dall’Ente gestore della fognatura

1.000

Per non aver installato idonei separatori di trattenimento di acque reflue contenenti idrocarburi, oli minerali, sostanze sedimentabili, ecc. provenienti da distributori di carburanti, autolavaggi, officine meccaniche, elettrauto, carrozzerie, verniciature, attività di rottamazione

1.000

Per non aver presentato la denuncia annuale degli scarichi effettuati al gestore della rete fognaria entro il 31 gennaio di ogni anno 300

Per non aver rispettato l’imposizione temporanea di limiti di emissione per lo scarico in acque superficiali di ditte in possesso di autorizzazioni allo scarico di acque reflue industriali o la sospensione temporanea delle autorizzazioni stesse a seguito di provvedimenti dell’ente gestore della rete fognaria

3.000,00 €

Per non avere provveduto alla rimozione di ponteggi, barriere, recinzioni ed ogni altro ingombro relativo al cantiere, entro 30 gg. dalla fine lavori 300

Per non avere provveduto alla rimozione di materiali inutili e dannosi nei cantieri 250 Per avere gettato dei materiali dai ponteggi, dai tetti o dall'interno degli edificio 500 Per non avere prevenuto con opportuni accorgimenti la sollevazione di polvere durante i lavori 500 Per non avere mantenuto la pulizia negli spazi pubblici per tutta l'estensione della costruzione e immediate vicinanze 500

Per non avere mantenuto il decoro, l'igiene e la sicurezza pubblica nelle aree destinate all'edificazione ed ai servizi, non ancora utilizzate 1.000

Per avere effettuato la tinteggiatura di edifici nel centro storico con colori non conformi ai campioni approvati dal Piano del Colore 500

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DTO n. 58/2014 pag. 3

Per avere effettuata la posa di insegne d’esercizio su fabbricati per attività direzionali, commerciali e produttive senza autorizzazione o non conformi a quanto previsto dal Regolamento

250

Per avere installato cartelli segnaletici a palo, cartelli indicatori stradali senza autorizzazione o non conformi a quanto previsto dal Regolamento 200

Per avere effettuato depositi di materiali su aree scoperte prospicienti strade e spazi pubblici nelle zone residenziali

100

Per l’abbattimento non autorizzato di alberi (per ogni albero) 1.000 Per il danneggiamento di alberi e/o aree verdi, compresi gli arredi 200 Per la piantumazione di alberature appartenenti a specie vietate (per ogni albero) 100 Per il mancato reimpianto di alberature, a seguito di avvenuto abbattimento, nei periodi indicati (per ogni albero) 100 Per l’esecuzione di potature eccessive e/o in periodi non consentiti 100 Per avere provveduto ad effettuare delle combustioni non autorizzate 500 Per la violazione delle norme comportamentali all’interno di parchi e giardini pubblici 100 Inosservanza di ordinanze o provvedimenti in genere previsti dal Regolamento 25/500 50

Si precisa che in materia di illeciti amministrativi, come lo sono le violazioni alle disposizioni del RUE, l’articolo 16 della Legge 24.11.1981, n. 689 “Legge di depenalizzazione”6, disciplina il pagamento in misura ridotta, ossia una forma di oblazione che blocca in itinere il procedimento sanzionatorio. L’istituto è stato previsto dal legislatore del 1981 come misura di carattere generale diretta a favorire la più rapida definizione dei procedimenti amministrativi sanzionatori. L’art. 16 della citata legge 689/1981 attribuisce ai soggetti cui è contestata la violazione amministrativa una mera facoltà, il cui esercizio integra una fase eventuale del procedimento di irrogazione della sanzione: se il trasgressore si avvale di tale meccanismo conciliativo, non contesta la validità del l’accertamento ed arresta il procedimento amministrativo a questo stadio, attraverso la corresponsione di una somma di denaro il cui imporlo è predeterminato dalla legge. Il modello più ricorrente di sanzione amministrativa pecuniaria, come nel caso del RUE, si caratterizza per la presenza di una misura edittale, articolata tra un importo minimo e una somma massima, nell’ambito della quale l’autorità amministrativa determina la somma da pagare in applicazione dei criteri previsti dall’art. 11 della legge n. 689/1981. L’art. 16 della Legge n. 689/1981 è il seguente: “16. Pagamento in misura ridotta E' ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa, o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento, entro il termine di sessanta giorni dalla contestazione immediata o, se questa non vi è stata, dalla notificazione degli estremi della violazione. (comma modificato dall'articolo 53 del decreto legislativo n. 213 del 1998) Nei casi di violazione dei regolamenti comunali e provinciali continuano ad applicarsi l'articolo 107 del T.U. delle leggi comunali e provinciali approvato con R.D. 3 marzo 1934, n. 383. (ora articolo 7-bis del decreto legislativo n. 267 del 2000 - n.d.r.) (comma parzialmente abrogato dall'articolo 231 del decreto legislativo n. 285 del 1992) Il pagamento in misura ridotta è ammesso anche nei casi in cui le norme antecedenti all'entrata in vigore della presente legge non consentivano l'oblazione”. Il richiamato articolo 7-bis del D.Lgs. n. 267/2000 è il seguente: Art. 7-bis. Sanzioni amministrative (articolo introdotto dall'art. 16 legge n. 3 del 2003) 1. Salvo diversa disposizione di legge, per le violazioni delle disposizioni dei regolamenti comunali e provinciali si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a 500 euro. 1-bis. La sanzione amministrativa di cui al comma 1 si applica anche alle violazioni alle ordinanze adottate dal sindaco e dal presidente della provincia sulla base di disposizioni di legge, ovvero di specifiche norme regolamentari. (comma introdotto dall'art. 1-quater, comma 5, legge n. 116 del 2003) 2. L’organo competente a irrogare la sanzione amministrativa è individuato ai sensi dell’articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689”. In caso di sanzione stabilita in misura fissa, il criterio di quantificazione della somma da corrispondere per la relativa conciliazione si riduce a quello unico del “terzo” dell'ammontare della sanzione stessa, senza che, per questo la conciliazione possa ritenersi impedita o preclusa. 2. L’UTILIZZO DI IMMOBILI PRIVI DI AGIBILITA’ E LA TARDIVA RICHIESTA DEL

CERTIFICATO DI CONFORMITA’ EDILIZIA ED AGIBILITA’

6 Articolo 16, comma 1, Legge 24.11.1981, n. 689 “Modifiche al sistema penale”:

“E’ ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento, entro il termine di 60 giorni dalla contestazione immediata o, se questa non vi è stata, dalla notificazione degli estremi della violazione”.

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Come stabilito dall’art. 92/III del Regolamento Urbanistico Edilizio, il proprietario che abita o usa, ovvero consente ad altri di utilizzare - a titolo gratuito o oneroso - un'unità immobiliare priva del Certificato di Conformità Edilizia ed Agibilità o di equivalente dichiarazione di abitabilità o usabilità o di altra licenza d'uso, è soggetto a sanzione amministrativa ai sensi dell’articolo 70 del D.Lgs. 507/99. La mancanza del CCEA non ha più quindi rilevanza penale. Infatti il D.Lgs. n. 507/99 "Depenalizzazione dei reati minori e riforma del sistema sanzionatorio, ai sensi dell'articolo 1 della legge 25 giugno 1999, n. 205", all’art. 70 “Modifiche al Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265, recante il testo unico delle leggi sanitarie”, stabilisce la seguente modifica al T.U.L.S.: «nel secondo comma dell'articolo 221 le parole "è punito con l'ammenda da lire 40.000 a 400.000" sono sostituite dalle seguenti: "è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire centocinquantamila a novecentomila"». Ovvero quindi da 77,47 € a 464,81 €. La sanzione è di natura amministrativa e sostituisce quindi l’ammenda di carattere penale. Tuttavia vi à da rilevare come il secondo comma dell’art. 221 sia stato abrogato successivamente dall'articolo 136 del D.P.R. n. 380 del 2001 (Testo Unico dell’Edilizia), con la decorrenza indicata dall’art. 138 del medesimo TUE, ovvero il 30.06.2003. Le disposizioni dettate dall’art. 221, c. 2, del TULS, sono ora dettate dal comma 3 dell’art. 24 del TUE, il quale stabilisce che la mancata presentazione della domanda di CCEA comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 77,00 a 464,00 euro. Nondimeno, l’art. 24 del TUE fa parte del Titolo III della Parte I del TUE stesso, che, a norma dell’art. 60 della L.R. n. 15/2013, è disapplicato in Emilia Romagna. Pertanto le sanzioni per la mancanza del CCEA sono stabilite ora dall’articolo 26 della L.R. n. 15/2013 “Sanzioni per il ritardo e per la mancata presentazione dell’istanza di agibilità”, come modificato dall’art. 52 della L.R. n. 28/2013, ovvero: 1. la tardiva richiesta del certificato di conformità edilizia e di agibilità, dopo la scadenza della validità del titolo,

comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria per unità immobiliare di 100,00 euro per ogni mese di ritardo, fino ad un massimo di dodici mesi.

2. trascorso tale termine il Comune, previa diffida a provvedere entro il termine di sessanta giorni, applica la sanzione di 1.000,00 euro per la mancata presentazione della domanda di conformità edilizia e agibilità.

Il riferimento al “mese” si deve intendere come mese intero. Il riferimento “alla scadenza di validità del titolo” va inteso come segue: a) CIL: scadenza di validità del titolo: tre anni dalla data di inizio dei lavori (art. 7, c. 5); b) SCIA: scadenza di validità del titolo: tre anni dalla data di efficacia (art. 16, c. 1); c) PdC: scadenza di validità del titolo: tre anni dalla data del rilascio (art. 19, c. 3). E’ evidente che se viene presentata la comunicazione di fine dei lavori relativa ad uno dei titoli sopra riportati in data antecedente alla propria scadenza di validità, il titolo edilizio medesimo scade nella data di comunicazione della conclusione dei lavori. E’ evidente un’altra incongruenza della norma o per lo meno una sua non chiara esposizione. Chi dovesse presentare la richiesta di CCEA con 11 mesi di ritardo pagherebbe una sanzione pari a 1.100,00 € per ogni unità immobiliare (es. due unità immobiliari: 2.200,00 € di sanzione). Chi invece la dovesse presentare con un ritardo di 12 mesi, pagherebbe solo 1.000,00 € di sanzione pecuniaria complessiva. In attesa di chiarimenti in proposito da parte della Regione, si ritiene ragionevole utilizzare il seguente criterio interpretativo: a) fino a 11 mesi di ritardo: sanzione pari a 100,00 € per ogni unità immobiliare; b) da 12 mesi in poi: alla sanzione come sopra determinata si aggiungono 1.000,00 € forfettari riferiti solo

all’intero fabbricato, e quindi da versarsi una tantum. 3. LE OPERE EDILIZIE ABUSIVE Normativa di riferimento: 1. Legge Regionale 21 ottobre 2004, n. 23 “Vigilanza e controllo dell'attività edilizia ed applicazione della

normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla legge 24 novembre 2003, n. 326” – Titolo I”;

2. D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380: “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia” – Parte I, Titolo IV, Capi I e II.

3.1 LE IPOTESI CON RILEVANZA PENALE

Le opere edilizie abusive che hanno anche una rilevanza penale sono disciplinate dall’art. 44 del D.P.R. n. 380/2001, il quale stabilisce: “Art. 44 - Sanzioni penali (Le sanzioni pecuniarie di cui al presente articolo sono aumentate del cento per cento ai sensi dell'art. 32, comma 47, legge n. 326 del 2003)

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1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato e ferme le sanzioni amministrative, si applica: a) l'ammenda fino a 10.329 euro per l'inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dal

presente titolo, in quanto applicabili, nonché dai regolamenti edilizi, dagli strumenti urbanistici e dal permesso di costruire;

b) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 5.164 a 51.645 euro nei casi di esecuzione dei lavori in totale difformità o assenza del permesso o di prosecuzione degli stessi nonostante l'ordine di sospensione;

c) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 15.493 a 51.645 euro nel caso di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio, come previsto dal primo comma dell'articolo 30. La stessa pena si applica anche nel caso di interventi edilizi nelle zone sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, in variazione essenziale, in totale difformità o in assenza del permesso.

2. La sentenza definitiva del giudice penale che accerta che vi è stata lottizzazione abusiva, dispone la confisca dei terreni, abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruite. Per effetto della confisca i terreni sono acquisiti di diritto e gratuitamente al patrimonio del comune nel cui territorio è avvenuta la lottizzazione. La sentenza definitiva è titolo per la immediata trascrizione nei registri immobiliari. 2-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli interventi edilizi suscettibili di realizzazione mediante denuncia di inizio attività ai sensi dell'articolo 22, comma 3, eseguiti in assenza o in totale difformità dalla stessa. (comma aggiunto dal d.lgs. n. 301 del 2002)”. E’ bene riportare inoltre quanto stabilito dal successivo articolo 45: “Art. 45 - Norme relative all'azione penale 1. L'azione penale relativa alle violazioni edilizie rimane sospesa finché non siano stati esauriti i procedimenti amministrativi di sanatoria di cui all’articolo 36. 2. (comma abrogato dall'art. 4, Allegato 4, del d.lgs. n. 104 del 2010) 3. Il rilascio in sanatoria del permesso di costruire estingue i reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti”. L’articolo 36 citato “Accertamento di conformità”, è l’omologo dell’articolo 17 della Legge Regionale n. 23/2004. La Legge Regionale n. 23/2004 non si occupa di disciplinare la materia penale connessa alla realizzazione di opere edilizie abusive in quanto trattasi, ai sensi dell’art. 117, c. 2, lett. l), della Costituzione, di materia legislativa di competenza esclusiva statale.

3.2 I SOGGETTI RESPONSABILI I soggetti responsabili delle opere edilizie abusive sono individuati all’articolo 29 del D.P.R. n. 380/2001 e dall’articolo 8 della L.R. n. 23/2004, che si riporta di seguito: “Art. 8 - Responsabilità del titolare del titolo abilitativo, del committente, del costruttore, del direttore dei lavori, del progettista e del funzionario della azienda erogatrice di servizi pubblici. (modificato comma 3 da art. 37 L.R. 30 luglio 2013 n. 15) 1. Il titolare del titolo abilitativo, il committente e il costruttore sono responsabili, ai fini e per gli effetti delle norme contenute nella presente legge, della conformità delle opere alla normativa urbanistica, alle previsioni di piano nonché, unitamente al direttore dei lavori, alle prescrizioni e alle modalità esecutive stabilite dal titolo abilitativo. Essi sono, altresì, tenuti solidalmente al pagamento delle sanzioni pecuniarie e alle spese per l'esecuzione in danno, in caso di demolizione delle opere abusivamente realizzate, salvo che dimostrino di non essere responsabili dell'abuso o che l'abuso sia stato realizzato dopo la consegna dell'immobile. 2. Le condizioni di esonero da responsabilità del direttore dei lavori e le attività del medesimo soggetto che comportano l'irrogazione di sanzioni disciplinari sono stabilite dall' articolo 29, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001. 3. Nel caso in cui il titolo abilitativo contenga dichiarazioni non veritiere del progettista necessarie ai fini del conseguimento del titolo stesso, l'amministrazione comunale ne dà notizia all'Autorità giudiziaria , al progettista nonché al competente Ordine professionale, ai fini dell'irrogazione delle sanzioni disciplinari. 4. Il funzionario della azienda erogatrice cui sia imputabile la stipulazione del contratto di somministrazione di servizi pubblici è soggetto alla sanzione pecuniaria prevista dall'articolo 48 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001. La sanzione è comminata dal Comune, contestualmente all'applicazione delle sanzioni amministrative per le opere abusivamente realizzate”. Il citato comma 2 dell’art. 29 del D.P.R. n. 380/2001 è il seguente: “2. Il direttore dei lavori non è responsabile qualora abbia contestato agli altri soggetti la violazione delle prescrizioni del permesso di costruire, con esclusione delle varianti in corso d'opera, fornendo al dirigente o responsabile del competente ufficio comunale contemporanea e motivata comunicazione della violazione stessa. Nei casi di totale difformità o di variazione essenziale rispetto al permesso di costruire, il direttore dei lavori deve inoltre rinunziare all'incarico contestualmente alla comunicazione resa al dirigente. In caso contrario il dirigente segnala al consiglio dell'ordine professionale di appartenenza la violazione in cui è incorso il direttore dei lavori, che è passibile di sospensione dall'albo professionale da tre mesi a due anni”.

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3.3 INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE ESEGUITI IN ASSENZA DEL TITOLO ABILITATIVO, IN

TOTALE DIFFORMITA’ O CON VARIAZIONI ESSENZIALI Articoli 13 e 17, c. 3, lett. a), L.R. n. 23/2004

Gli interventi di nuova costruzione sono assoggettati: 1. a Permesso di Costruire, in via ordinaria, dall’art. 17, della L.R. 30.07.2013, n. 15; 2. a Segnalazione Certificata di Inizio Attività (c.d. SuperSCIA), in via straordinaria ed a scelta dell’interessato,

qualora si ricada nei casi di cui al comma 2, dell’art. 13, della L.R. n. 15/2013, ovvero all’interno di piani urbanistici attuativi (o strumenti urbanistici generali in genere) che prevedano espressamente tale possibilità e solo nel caso in cui essi contengano precise disposizioni sui contenuti planovolumetrici, formali, tipologici e costruttivi.

In riferimento al punto 2 è bene precisare che in caso di opere di nuova costruzione eseguite senza titolo (che potrebbe essere la SCIA, nel caso specifico), queste non sono sottratte alle sanzioni penali stabilite dall’art. 44, comma 2, lettera b) del D.P.R. n. 380/2001 (ovvero opere eseguite in assenza del Permesso di Costruire), per espressa previsione del comma 3 (comma aggiunto dal d.lgs. n. 301 del 2002) dell’articolo 31 dello stesso D.P.R., che rimanda alle opere di cui all’art. 22, comma 3, del medesimo D.P.R., ovvero quelle di nuova costruzione eseguite con Denuncia di Inizio Attività (oggi SCIA). Oltre che per espressa indicazione riportata all’articolo 18 della L.R. n. 23/2004. A norma dell’art. 13 della L.R. n. 23/2004, gli interventi di nuova costruzione eseguiti in “totale difformità” dal titolo abilitativo sono quelli che comportano la realizzazione di un organismo edilizio integralmente diverso per caratteristiche tipologiche, planovolumetriche o di utilizzazione da quello oggetto del titolo stesso, ovvero l'esecuzione di volumi edilizi oltre i limiti indicati nel progetto e tali da costituire un organismo edilizio o parte di esso con specifica rilevanza ed autonomamente utilizzabile. Le “variazioni essenziali” invece sono individuate all’articolo 14-bis (aggiunto dall’art. 41 della L.R. n. 15/2013) della stessa L.R. n. 23/2004 e sono le seguenti: Sono variazioni essenziali rispetto al titolo abilitativo originario come integrato dalla SCIA di fine lavori: a) il mutamento della destinazione d'uso che comporta un incremento del carico urbanistico di cui all'articolo 30,

comma 1, della legge regionale n. 15/20137; b) gli aumenti di entità superiore al 20 per cento rispetto alla superficie coperta, al rapporto di copertura, al

perimetro, all'altezza dei fabbricati, gli scostamenti superiori al 20 per cento della sagoma o dell'area di sedime, la riduzione superiore al 20 per cento delle distanze minime tra fabbricati e dai confini di proprietà anche a diversi livelli di altezza;

c) gli aumenti della cubatura rispetto al progetto del 10 per cento e comunque superiori a 300 metri cubi, con esclusione di quelli che riguardino soltanto le cubature accessorie ed i volumi tecnici, così come definiti ed identificati dalle norme urbanistiche ed edilizie comunali;

d) gli aumenti della superficie utile superiori a 100 metri quadrati; e) ogni intervento difforme rispetto al titolo abilitativo che comporti violazione delle norme tecniche per le

costruzioni in materia di edilizia antisismica; f) ogni intervento difforme rispetto al titolo abilitativo, ove effettuato su immobili ricadenti in aree

naturali protette, nonché effettuato su immobili sottoposti a particolari prescrizioni per ragioni ambientali, paesaggistiche, archeologiche, storico-architettoniche da leggi nazionali o regionali, ovvero dagli strumenti di pianificazione territoriale od urbanistica. Non costituiscono variazione essenziale i lavori realizzati in assenza o difformità dall'autorizzazione paesaggistica, qualora rientrino nei casi di cui all'articolo 149 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e qualora venga accertata la compatibilità paesaggistica, ai sensi dell'articolo 167 del medesimo decreto legislativo.

Si tenga presente che, a norma del comma 2 dello stesso articolo 14-bis, ai sensi dell'articolo 22 della L.R. n. 15/2013, le varianti al titolo originario, che presentano le caratteristiche di cui sopra e che siano conformi alla disciplina dell'attività edilizia, possono essere attuate in corso d'opera e sono soggette alla presentazione di SCIA di fine lavori, fermo restando, nei casi di cui alle lettere e) ed f), la necessità di acquisire preventivamente i relativi atti abilitativi. E’ ovvio che la stessa disciplina, ovvero esecuzione delle varianti e loro regolarizzazione solo in seguito con SCIA di fine dei lavori, vale anche per le varianti in corso d’opera che hanno caratteristiche “inferiori” a quelle sopra elencate. Ne consegue che tali variazioni essenziali (ed anche non essenziali) non possono configurare alcun abuso edilizio se non dopo la fine dei lavori, e solo nell’ipotesi che per esse non sia stata presentata una SCIA di fine lavori.

7 Ovvero: a) un aumento delle superfici utili degli edifici; b) un mutamento delle destinazioni d'uso degli immobili con incremento delle dotazioni territoriali; c) un aumento delle unità immobiliari, fatto salvo il caso di cui all'articolo 32, comma 1, lettera g).

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Ne deriva, ed infatti opportunamente l’articolo che definisce le varianti essenziali è collocato nella L.R. n. 23/2004 e non nella L.R. n. 15/2013, che la distinzione tra varianti essenziali e non, vale solo ai fini della determinazione della fattispecie di abuso edilizio e quindi di conseguente sanzione. Le uniche varianti al progetto approvato che necessitano di un nuovo titolo abilitativo preventivo alla loro esecuzione, sono quelle elencate al comma 1 dell’art. 22 della L.R. n. 15/2013, ovvero: a) la modifica della tipologia dell'intervento edilizio originario; b) la realizzazione di un intervento totalmente diverso rispetto al progetto iniziale per caratteristiche tipologiche,

planovolumetriche o di utilizzazione; c) la realizzazione di volumi in eccedenza rispetto al progetto iniziale tali da costituire un organismo edilizio, o

parte di esso, con specifica rilevanza ed autonomamente utilizzabile. Solo queste varianti quindi, definite di “totale difformità”, se realizzate prima del relativo titolo abilitativo, costituiscono violazione edilizia. Ai fini della uniforme definizione dei parametri urbanistico-edilizia che vengono citati sopra, si deve far riferimento a quelli approvati con Deliberazione di Giunta Regionale n. 279 del 04.02.2010, ripresi dal RUE, con le modifiche introdotte con deliberazione di Consiglio Comunale n. 6, del 04.04.2014. Nell’ipotesi di realizzazione abusiva di tali opere valgono le disposizioni dettate dall’art. 17 della L.R. n. 23/2004, ovvero esse possono venir regolarizzate solo attraverso il c.d. “accertamento di conformità”, ovvero mediante il rilascio del permesso di costruire in sanatoria, ma solo se l'intervento risulta conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente, sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda (c.d. “doppio accertamento di conformità”). Il comma 2 dello stesso articolo 17, introduce però una ulteriore possibilità, ovvero la c.d. “sanatoria giurisdizionale”, che prevede solo un semplice accertamento di conformità (possibilità che invece non è prevista nell’omologo articolo 36 del D.P.R. n. 380/2001). Fatti salvi infatti gli effetti penali dell'illecito, che permangono, in tale ipotesi il permesso in sanatoria può essere ottenuto, ai soli fini amministrativi, qualora l'intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente solo rispetto al momento della presentazione della domanda. In entrambi i casi il permesso di costruire in sanatoria è subordinato al pagamento, a titolo di oblazione, del contributo di costruzione che sarebbe stato dovuto, ma in misura doppia, ovvero, in caso di intervento che ordinariamente sarebbe stato soggetto ad esonero, stabiliti dall’art. 32 della L.R. n. 15/20138, in misura pari a quella prevista dalla normativa regionale e comunale, e comunque per un ammontare non inferiore a 2.000 euro. La richiesta del permesso di costruire in sanatoria può essere avanzata fino alla scadenza del termine di 90 giorni stabilito dall’ingiunzione alla la demolizione delle opere abusive e ripristino dello stato dei luoghi, di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 13 della L.R. n. 23/2004. Le richieste di sanatoria tardive sono irricevibili.

3.4 INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA ESEGUITI IN ASSENZA DEL TITOLO ABILITATIVO, IN TOTALE DIFFORMITA’ O CON VARIAZIONI ESSENZIALI

Articoli 14 e 17, c. 3, lett. a), L.R. n. 23/2004 Circa i concetti di totale difformità e variazione essenziale, si rimanda, in quanto del tutto applicabile, a quanto riportato sopra per la nuova costruzione. Gli interventi di ristrutturazione (si veda la DTO n. 3/2013) edilizia sono soggetti obbligatoriamente a SCIA dall’articolo 13, comma 1, lettera d), della L.R. n. 15/2013, compresi gli

8 I casi di esonero sono elencati al comma 1 dell’art. 32 della L.R. n. 15/2013, e sono i seguenti: a) gli interventi di cui all'articolo 7, ovvero l’attività edilizia libera; b) gli interventi, anche residenziali, da realizzare nel territorio rurale in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell'imprenditore

agricolo professionale, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettere d), f), g), l), ee), della L. 7 marzo 2003, n. 38), ancorché in quiescenza;

c) gli interventi di cui alle lettere a) (gli interventi di manutenzione straordinaria e le opere interne che non presentino i requisiti di cui all'articolo 7, comma 4) e c) (gli interventi restauro scientifico e quelli di restauro e risanamento conservativo) del comma 1 dell'articolo 13;

d) gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche; e) la realizzazione dei parcheggi da destinare a pertinenza delle unità immobiliari, nei casi di cui all' articolo 9, comma 1, della legge n. 122 del

1989 e all' articolo 41-sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150 (Legge urbanistica), limitatamente alla misura minima ivi stabilita; f) gli interventi di ristrutturazione edilizia o di ampliamento in misura non superiore al 20 per cento della superficie complessiva di edifici

unifamiliari; g) il frazionamento di unità immobiliari, qualora non sia connesso ad un insieme sistematico di opere edilizie che portino ad un

organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e qualora non comporti aumento delle superfici utili e mutamento della destinazione d'uso con incremento delle dotazioni territoriali; determinati con D.G.R. n. 75 del 27.01.2014;

h) gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti e dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), nonché per le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici, e i parcheggi pertinenziali nella quota obbligatoria richiesta dalla legge;

i) gli interventi da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati a seguito di pubbliche calamità; j) i nuovi impianti, lavori, opere, modifiche e installazioni relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e

all'uso razionale dell'energia, nel rispetto delle norme urbanistiche e di tutela dei beni culturali ed ambientali.

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interventi per il recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti, equiparati alla ristrutturazione edilizia (si veda la DTO n. 35/2014) dall’articolo 3 della L.R. 06.04.1998, n. 11 (come modificata dalla L.R. 30.05.2014, n. 5). Le opere abusive di ristrutturazione edilizia hanno rilevanza penale, secondo il combinato disposto del comma 9-bis (aggiunto dal D.Lgs. n. 301/2002) dell’art. 31 del D.P.R. n. 380/2001, del comma 3 dell’articolo 22 e lettera c), del comma 1 dell’articolo 10 (modificata dal D.Lgs. n. 301/2002, e dall'art. 30, comma 1, lettera c), della Legge n. 98/2013) e del comma 6-bis dell’art. 33 (aggiunto dal D.Lgs. n. 301/2002), dello stesso decreto. Ma solo qualora comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone storiche, comportino mutamenti della destinazione d’uso, nonché gli interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del decreto legislativo 22.01.2004, n. 42 e successive modificazioni. Fuori dai casi di cui al successivo punto 3.6, su richiesta motivata dell'interessato, presentata a seguito della avvenuta sospensione dei lavori, viene irrogata una sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere, determinato ai sensi dell'articolo 21, c. 2. Della L.R. n. 23/2004, qualora si accerti, con apposita relazione tecnica, l'impossibilità della rimozione o demolizione delle opere abusive, in relazione al pregiudizio strutturale e funzionale che sarebbe arrecato alle parti residue dell'immobile. In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori. Lo Sportello Unico per l'Edilizia si pronuncia sulla richiesta entro 90 giorni, decorsi i quali la richiesta stessa si intende rifiutata. In tale ipotesi occorre versare anche il contributo di costruzione dovuto. Relativamente alla eventuale sanatoria per accertamento di conformità, valgono le stesse disposizioni e considerazioni sopra riportate per la nuova costruzione, con la differenza che in questo caso occorrerà presentare una SCIA in sanatoria.

3.5 INTERVENTI IN PARZIALE DIFFORMITA’ DAL TITOLO EDILIZIO ABILITATIVO Articoli 15 e 17, L.R. n. 23/2004

Si tratta degli interventi di nuova costruzione (soggetti a Permesso di Costruire o SuperSCIA) e di quelli di ristrutturazione edilizia (soggetti a SCIA) eseguiti in difformità parziale dai rispettivi titoli edilizi, ovvero con variazioni “inferiori” rispetto ai limiti indicati dall’art. 14-bis della L.R. n. 23/2004. Anche in questo caso la violazione si concretizza solo se non è stata presentata la SCIA di variante in corso d’opera contestualmente alla comunicazione di fine dei lavori. Fuori dai casi di cui al successivo punto 3.6, su richiesta motivata dell'interessato, presentata a seguito della avvenuta sospensione dei lavori, viene irrogata una sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere, determinato ai sensi dell'articolo 21, c. 2. Della L.R. n. 23/2004, e comunque di importo non inferiore a 1.000,00 euro, qualora si accerti, con apposita relazione tecnica, l'impossibilità della rimozione o demolizione delle opere abusive, in relazione al pregiudizio strutturale e funzionale che sarebbe arrecato alle parti residue dell'immobile. In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori. Lo Sportello Unico per l'Edilizia si pronuncia sulla richiesta entro 90 giorni, decorsi i quali la richiesta stessa si intende rifiutata. In tale ipotesi occorre versare anche il contributo di costruzione dovuto.

3.6 INTERVENTI SU EDIFICI VINCOLATI Articolo 10, L.R. n. 23/2004

Se vengono eseguite opere abusive, realizzate senza titolo o in difformità dal medesimo (senza distinzione fra difformità parziali o essenziali) su edifici vincolati ai sensi della Parte seconda del D.Lgs. n. 42/2004 (Beni culturali), viene irrogata una sanzione pecuniaria da 2.000 a 20.000 euro. La stessa sanzione si applica per opere abusive, realizzate senza titolo o in difformità dal medesimo, su immobili con vincolo storico-culturale-testimoniale imposto dagli strumenti urbanistici comunali. Solo in questo secondo caso, su richiesta motivata dell'interessato, lo Sportello Unico per l'Edilizia irroga una sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere, determinato ai sensi dell'articolo 21, c. 2, della L.R. n. 23/2004, qualora accerti, con apposita relazione tecnica, l'impossibilità della restituzione in pristino a causa della compromissione del bene tutelato. In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori. Lo Sportello Unico per l'Edilizia si pronuncia sulla richiesta entro 90 giorni, decorsi i quali la richiesta stessa si intende rifiutata. Qualora le opere abusive siano state eseguite su edifici vincolati in base alla Parte terza del D.Lgs. n. 42/2004 (vincolo paesaggistico), lo Sportello Unico per l'Edilizia, acquisito il parere della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, provvede ai sensi dell'articolo 167 del medesimo decreto legislativo ed irroga, per l'illecito edilizio, una sanzione da 2.000 a 20.000 euro. Le opere abusive sui Beni Culturali sono soggette inoltre alle sanzioni penali di cui all’art. 169 del D.Lgs, n. 42/2004.

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3.7 INTERVENTI DI RECUPERO DIVERSI DALLA RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA

Articolo 17, c. 3, lett. b), L.R. n. 23/2004 Si tratta di opere di restauro scientifico, ripristino tipologico e di restauro e risanamento conservativo, in assenza di titolo o in difformità da esso. In tutti i casi, anche in quelli per i quali in via ordinaria l’intervento sarebbe esonerato dal contributo di costruzione, l’oblazione è pari al contributo di costruzione previsto dalla normativa regionale e comunale per gli interventi di ristrutturazione edilizia, e comunque per un ammontare non inferiore a 1.000 euro.

3.8 INTERVENTI IN ASSENZA O IN DIFFORMITA’ DALLA SCIA Articolo 16, L.R. n. 23/2004

Fuori dai casi di cui ai punti 3.3, 3.4 e 3.5, gli interventi edilizi eseguiti in assenza o in difformità dalla SCIA, comportano la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi, determinata ai sensi dell'articolo 21, commi 2 e 2 bis, della L.R. n. 23/2004 e comunque non inferiore a 1.000 euro, salvo che l'interessato provveda al ripristino dello stato legittimo. Assieme alla sanzione pecuniaria il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori.

3.9 RESTANTI CASI Articolo 17, c. 3, lett. c), L.R. n. 23/2004

Delibera Giunta Comunale n. 77, del 09.07.2014 Fuori dai casi di: nuova costruzione; ristrutturazione edilizia; restauro e risanamento conservativo; restauro scientifico; ripristino tipologico; l’oblazione è pari ad una somma, da 500 euro a 5.000 euro, stabilita dallo Sportello Unico per l'Edilizia in relazione all'aumento di valore dell'immobile, valutato ai sensi dell'articolo 21, comma 2, della L.R. n. 23/2004. La determinazione esatta è stata articolata con la D.T.O. n. 41/2014, approvata con Delibera di Giunta Comunale n. 77, del 09.07.2014, in relazione al costo di realizzazione delle opere abusive, sulla base di un computo metrico estimativo delle opere realizzate, asseverato da un tecnico progettista e redatto sulla base dei costi di costruzione di mercato rilevati dalla Camera di Commercio di Piacenza, secondo la tabella seguente:

INCREMENTO DEL VALORE (€) OBLAZIONE (€) Da 0 € a 2.000,00 € 500,00 €

Da 2.001,00 € a 4.000,00 € 1.000,00 € Da 4.001,00 € a 6.000,00 € 1.500,00 € Da 6.001,00 € a 8.000,00 € 2.000,00 €

Da 8.0001,00 € a 10.000,00 € 2.500,00 € Da 10.001,00 € a 12.000,00 € 3.000,00 € Da 12.001,00 € a 14.000,00 € 3.500,00 € Da 14.001,00 € a 16.000,00 € 4.000,00 € Da 16.001,00 € a 18.000,00 € 4.500,00 €

Oltre i 18.001,00 € 5.000,00 €

3.10 EDILIZIA LIBERA

Articolo 16-bis, L.R. n. 23/2004 Nei casi di attività edilizia libera, e limitatamente a quelli soggetti a Comunicazione di Inizio Lavori (CIL), ovvero quelli di cui all'articolo 7, comma 4, della L.R. n. 15/2013, la mancata comunicazione di inizio lavori e la mancata trasmissione della relazione tecnica, comportano l'applicazione di una sanzione pecuniaria pari a 258,00 euro. Tale sanzione è ridotta di due terzi se la comunicazione è effettuata spontaneamente quando l'intervento è in corso di esecuzione. La stessa sanzione si applica in caso di difformità delle opere realizzate, rispetto alla CIL, qualora sia accertata la loro conformità alle prescrizioni degli strumenti urbanistici. La sanzione pecuniaria di 258/86 € trova altresì applicazione in caso di: a) mancata comunicazione della data di inizio dei lavori e di rimozione delle opere dirette a soddisfare esigenze

contingenti, di cui all'articolo 7, comma 2, della L.R. 15/2013; b) mancata comunicazione allo SUE del mutamento di destinazione d'uso non connesso a trasformazione fisica di

fabbricati già rurali, con originaria funzione abitativa, che non presentano più i requisiti di ruralità, per i quali si provvede alla variazione nell'iscrizione catastale, di cui all'articolo 7, comma 3, della L.R. n. 15/2013.

Qualora gli interventi attinenti all'attività edilizia libera siano eseguiti in difformità dalla disciplina

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dell'attività edilizia, lo SUE applica la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi, determinata ai sensi dell'articolo 21, commi 2 e 2 bis, della L.R. n. 23/2004 e comunque non inferiore a 1.000,00 euro, salvo che l'interessato provveda al ripristino dello stato legittimo. Rimane ferma l'applicazione delle ulteriori sanzioni eventualmente previste in caso di violazione della disciplina di settore.

3.11 VARIANTI IN CORSO D'OPERA A TITOLI EDILIZI RILASCIATI PRIMA DELL'ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE N. 10/1977

Articolo 17-bis, L.R. n. 23/2004 L’art. 17-bis della L.R. n. 23/2004, introdotto dall’articolo 46 della L.R. n. 15/2013, risolve una questione permanentemente posta dall’intero settore edilizio negli anni scorsi: la necessità di stabilire una modalità di regolarizzazione delle varianti in corso d’opera realizzate prima dell’entrata in vigore della legge n. 10 del 1077 che, all’art. 15, undicesimo comma, aveva, per la prima volta nell’ordinamento giuridico edilizio, consentito la presentazione di una autorizzazione a fine lavori per autorizzare le parziali difformità rispetto al titolo originario. In considerazione del legittimo affidamento maturato dai soggetti interessati dopo un così lungo periodo sulla possibilità di mantenere in essere gli edifici che presentino tali difformità, si è prevista una specifica sanzione pecuniaria pari al doppio degli oneri, ed un procedimento per la loro regolarizzazione attraverso la presentazione di apposita SCIA. Naturalmente la norma fa salvi gli effetti penali e civili dell’abuso così come prescrive l’osservanza di ogni normativa di settore e sui vincoli che eventualmente gravano sull’immobile. Viene stabilito pertanto che, al fine di salvaguardare il legittimo affidamento dei soggetti interessati e fatti salvi gli effetti civili e penali dell'illecito, non si procede alla demolizione delle opere edilizie eseguite in parziale difformità durante i lavori per l'attuazione dei titoli abilitativi rilasciati prima dell'entrata in vigore della legge 28 gennaio 1977, n. 10 (Norme per la edificabilità dei suoli) e le stesse possono essere regolarizzate attraverso la presentazione di una SCIA e il pagamento delle sanzioni pecuniarie previste dall'articolo 17, comma 3, della L.R. n. 23/2004. Resta ferma l'applicazione della disciplina sanzionatoria di settore, tra cui la normativa antisismica, di sicurezza, igienico sanitaria e quella contenuta nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al D.Lgs. n. 42 del 2004. La fattispecie quindi è applicabile solo alle parziali difformità, ovvero quelle eseguite in difformità dal titolo edilizio ma con variazioni “inferiori” rispetto ai limiti indicati dall’art. 14-bis della L.R. n. 23/2004.

3.12 MANCATA PRESENTAZIONE DELLA SCIA Articolo 18, L.R. n. 23/2004

L’articolo 18 della L.R. n. 23/2004, modificato dall’articolo 47 della L.R. n. 15/2013, stabilisce che la mancanza del titolo abilitativo per gli interventi che secondo la legge statale, ovvero il D.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) sono soggetti a SCIA, non comporta l'applicazione delle sanzioni penali previste dall'articolo 44 dello stesso D.P.R. n. 380/2001, ad eccezione degli interventi eseguiti con SCIA alternativa al permesso di costruire. Questi ultimi sono elencati all’articolo 22, comma 3, del T.U.E. e sono: a) gli interventi di ristrutturazione di cui all'articolo 10, comma 1, lettera c) del T.U.E.,k ovvero quelli che portino

ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso, nonché gli interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni;

b) gli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica qualora siano disciplinati da piani attuativi comunque denominati, ivi compresi gli accordi negoziali aventi valore di piano attuativo, che contengano precise disposizioni plano-volumetriche, tipologiche, formali e costruttive, la cui sussistenza sia stata esplicitamente dichiarata dal competente organo comunale in sede di approvazione degli stessi piani o di ricognizione di quelli vigenti; qualora i piani attuativi risultino approvati anteriormente all'entrata in vigore della legge 21 dicembre 2001, n. 443, il relativo atto di ricognizione deve avvenire entro trenta giorni dalla richiesta degli interessati; in mancanza si prescinde dall'atto di ricognizione, purché il progetto di costruzione venga accompagnato da apposita relazione tecnica nella quale venga asseverata l'esistenza di piani attuativi con le caratteristiche sopra menzionate;

c) gli interventi di nuova costruzione qualora siano in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali recanti precise disposizioni plano-volumetriche.

Resta comunque salva, ove ne ricorrano i presupposti in relazione all'intervento realizzato, l'applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 9, 10, 11, 13, 14, 15, 16 e 17 della L.R. n. 23/2004. La SCIA spontaneamente effettuata quando l'intervento è in corso di esecuzione, comporta il pagamento, a titolo di sanzione, della somma di 2.000 euro, fermo restando quanto previsto dall'articolo 8, comma 3, della L.R. n. 23/2004, ovvero, nel caso in cui la SCIA contenga dichiarazioni non veritiere del progettista necessarie ai fini del conseguimento del titolo stesso, l'amministrazione comunale ne deve notizia all'Autorità giudiziaria, al progettista

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nonché al competente Ordine professionale, ai fini dell'irrogazione delle sanzioni disciplinari.

3.13 INTERVENTI ESEGUITI CON PERMESSO DI COSTRUIRE ANNULLATO Articolo 19, L.R. n. 23/2004

In caso di annullamento del permesso di costruire, qualora non sia possibile in base a motivata valutazione, la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la restituzione in pristino, lo SUE applica una sanzione pecuniaria pari al valore venale delle opere o loro parti abusivamente eseguite, valutato ai sensi dell'articolo 21, comma 2, della L.R. n. 23/2004. La valutazione è notificata all'interessato dallo Sportello unico per l'edilizia e diviene definitiva decorsi i termini di impugnativa. L'integrale corresponsione della sanzione pecuniaria irrogata produce i medesimi effetti del permesso di costruire in sanatoria di cui all'articolo 17 (Accertamento di conformità), ovvero estingue i reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti (rif. art. 45 del D.P.R. n. 380/2001).

3.14 OPERE ABUSIVE IN AREE EDIFICABILI O SOGGETTE A TUTELA Articoli 9 e 11, L.R. n. 23/2004

Lo SUE, qualora accerti l'inizio o l'esecuzione di opere, realizzate senza titolo o in difformità dallo stesso, su aree assoggettate, da leggi statali, regionali o da altre norme urbanistiche vigenti, a vincolo di inedificabilità o destinate ad opere e spazi pubblici ovvero ad interventi di edilizia residenziale pubblica, di cui alla legge 18.04.1962, n. 167 (Disposizioni per favorire l'acquisizione di aree fabbricabili per l'edilizia economica e popolare), ordina l'immediata sospensione dei lavori e ingiunge al proprietario e al responsabile dell'abuso di provvedere entro novanta giorni alla demolizione delle opere e al ripristino dello stato dei luoghi, indicando nel provvedimento l'area che viene acquisita di diritto in caso di inottemperanza. Allo stesso modo, qualora sia accertata la realizzazione, da parte di soggetti titolati (Stato, Regione, Provincia o Comune), di interventi in assenza di titolo abilitativo, ovvero in totale o parziale difformità dal medesimo, su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato, della Regione, delle Province, dei Comuni o di altri enti pubblici, lo SUE, previa diffida non rinnovabile, ordina al responsabile dell'abuso la sospensione dei lavori e ingiunge la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi entro novanta giorni, dandone comunicazione all'ente proprietario del suolo. Per tali opere abusive non esiste quindi alcuna possibilità di sanatoria.

3.15 OPERE ABUSIVE SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE SEMPLIFICATA Articoli 9 e 11, L.R. n. 23/2004

L’Autorizzazione Semplificata (AS) è un titolo edilizio aggiuntivo rispetto ai titoli edilizi previsti dalla L.R. n. 15/2013 (ovvero il Permesso di Costruire, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività e la Comunicazione di Inizio Lavori – che non è in effetti definibile quale titolo edilizio), introdotto originalmente dal Regolamento Urbanistico Edilizio. L’introduzione di questo nuovo titolo edilizio ha lo scopo di disciplinare, con procedure estremamente semplificate, gli interventi che non hanno rilevanza edilizia, che non comportano trasformazioni significative del territorio, e che, senza l’AS, sarebbero soggetti a titoli edilizi più complessi, in evidente contrasto con il principio amministrativo generale della semplificazione procedurale. Il RUE disciplina l’AS ai seguenti articoli: 1. art. 14/I: Documentazione necessaria per l’Autorizzazione Semplificata; 2. art. 29/III: Interventi soggetti ad Autorizzazione Semplificata; 3. art. 40/III: Autorizzazione Semplificata, procedura; 4. art. 81/III: Interventi eseguiti in assenza o in difformità dall’Autorizzazione Semplificata. Per una trattazione completa dell’argomento si rimanda alla DTO n. 2/2014. L’esecuzione di opere soggette ad Autorizzazione Semplificata in assenza o in violazione ad essa, comporta la stessa disciplina sanzionatoria stabilita per le opere soggette a comunicazione di inizio dei lavori (CIL).

3.16 TOLLERANZE ESECUTIVE Articolo 19-bis, L.R. n. 23/2004

L’articolo 19-bis della L.R. n. 23/2004 stabilisce che il mancato rispetto dell'altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro o dimensione delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro il limite del 2% delle misure previste nel titolo abilitativo. A livello della regolamentazione locale, nel Regolamento Urbanistico Edilizio, tale disposizione è stata declinata all’articolo 36/III, tenendo conto anche di quanto chiarito con la Circolare dell’Assessorato Programmazione Territoriale Urbanistica della Regione Emilia Romagna, n. 312129 del 27.12.2011 “Applicazione dell’art. 19-bis della L.R. 23 del 2004, relativo alla Tolleranza costruttiva”. Per una trattazione completa della tematica relativa alle tolleranze costruttive di cantiere si rimanda alla DTO n. 23/2014.

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3.17 LA DETERMINAZIONE DEL VALORE VENALE DELLE OPERE ABUSIVE

Articolo 21, c. 2 e 3, L.R. n. 23/2004 Per tutti i casi per i quali la L.R. n. 23/2004, sopra richiamati, laddove la determinazione della sanzione pecuniaria fa riferimento al valore venale di opere o di loro parti illecitamente eseguite, lo Sportello Unico per l’Edilizia deve obbligatoriamente utilizzare le quotazioni dell'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia del Territorio, applicando la cifra espressa nel valore minimo. Le Commissioni provinciali per la determinazione del valore agricolo medio provvedono a determinare il valore delle opere o delle loro parti abusivamente realizzate, nei casi in cui non sono disponibili i parametri di valutazione di cui sopra, salvo i casi in cui i Comuni siano dotati di proprie strutture competenti in materia di stime immobiliari.

3.18 LA DEMOLIZIONE E RIMESSA IN PRISTINO DELLE OPERE ABUSIVE Non tutte le fattispecie di opere edilizie abusive, come sopra illustrate, sono soggette alla sanzione della demolizione con rimessa in pristino dello stato dei luoghi, ma solo alcune precisamente individuate dalla L.R. n. 23/2004, ovvero le seguenti (ferme restando le possibilità di sanatoria per accertamento di conformità o in altre forme sopra riportate): 1. articolo 9: opere, realizzate senza titolo o in difformità dallo stesso, su aree assoggettate, da leggi statali,

regionali o da altre norme urbanistiche vigenti, a vincolo di inedificabilità o destinate ad opere e spazi pubblici ovvero ad interventi di edilizia residenziale pubblica;

2. articolo 10: opere abusive eseguite su immobili vincolati in base alle previsioni degli strumenti urbanistici comunali;

3. articolo 11: interventi in assenza di titolo abilitativo, ovvero in totale o parziale difformità dal medesimo, su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato, della Regione, delle Province, dei Comuni o di altri enti pubblici, realizzati da soggetti diversi dallo Stato, Regione, Provincia o Comune;

4. articolo 12: opere eseguite nell’ambito di lottizzazioni abusive; 5. articolo 13: interventi di nuova costruzione eseguiti in assenza del titolo abilitativo, in totale difformità o con

variazioni essenziali; 6. articolo 14: interventi di ristrutturazione edilizia eseguiti in assenza di titolo abilitativo, in totale difformità o con

variazioni essenziali; 7. articolo 15: interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione edilizia eseguiti in parziale difformità dal titolo

abilitativo. Ne consegue che la sanzione della rimozione, o demolizione e rimessa in pristino delle opere edilizie abusive non trova mai applicazione: 1. per tutte le opere di attività edilizia libera, sia per quelle del tutto liberalizzate sia per quelle soggette a CIL; 2. per tutte le opere soggette a SCIA, tranne per quelle di ristrutturazione edilizia; 3. per tutte le opere soggette ad Autorizzazione Semplificata; e ciò indipendentemente dal fatto che esse siano o meno conformi alla disciplina urbanistico-edilizia.

3.19 IL REQUISITO DELLA CONFORMITA’ ALLA DISCIPLINA URBANISTICO-EDILIZIA Il requisito della conformità delle opere edilizie abusivamente realizzate finalizzato all’ottenimento della sanatoria o comunque alla regolarizzazione delle opere tramite il pagamento della sanzione pecuniaria, è previsto solo nei seguenti casi: 1. per tutti i casi di sanatoria attraverso l’accertamento di conformità, doppio o semplice; 2. per tutti i casi di opere soggette a CIL o ad AS allo scopo di ottenere la sanzione in misura ridotta. Pertanto, relativamente alle opere abusive soggette a SCIA, non esiste alcuna differenziazione sulla sanzione pecuniaria in riferimento alla conformità o meno delle opere realizzate alla disciplina urbanistico-edilizia. Castel San Giovanni, giovedì 11 settembre 2014

9

9 Questo documento è sottoscritto sul file originale (in formato .p7m) con firma digitale. Il documento originale, in formato elettronico, è conservato presso l’archivio informatico del Settore IV – Sviluppo Urbano – Sportello Unico dell’Edilizia del Comune di Castel San Giovanni. Ogni duplicazione del documento originale, anch’essa sottoscritta con firma digitale, costituisce originale. Ogni rappresentazione cartacea del presente documento non costituisce originale.

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SINTESI Rif. FATTISPECIE RILEVANZA

PENALE ACCERTAMENTO

DI CONFORMITA’ ORDINARIO ACCERTAMENTO

DI CONFORMITA’ SEMPLICE OBLAZIONE/SANZIONE

PECUNIARIA MINIMO

3.3 Nuova costruzione in assenza di titolo SI SI PdC in sanatoria

SI PdC in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di

esonero 2.000 €

3.3 Nuova costruzione in totale difformità dal PdC rilasciato SI SI

PdC in sanatoria

SI PdC in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di

esonero 2.000 €

3.3

Nuova costruzione con variazioni essenziali rispetto al PdC rilasciato (solo se non è stata presentata la relativa SCIA contestualmente alla fine dei lavori)

SI SI PdC in sanatoria

SI PdC in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di

esonero 2.000 €

3.4 Ristrutturazione edilizia in assenza di titolo SI SI SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di esonero. Oppure doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente

alla realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino) +

contributo di costruzione

2.000 €

3.4 Ristrutturazione edilizia in totale difformità dalla SCIA presentata SI SI

SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di esonero. Oppure doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente

alla realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino) +

contributo di costruzione

2.000 €

3.4

Ristrutturazione edilizia con variazioni essenziali rispetto alla SCIA presentata (solo se non è stata presentata la relativa SCIA contestualmente alla fine dei lavori)

SI SI SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

contributo di costruzione in misura doppia o in misura semplice in casi di esonero. Oppure doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente

alla realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino) +

contributo di costruzione

2.000 €

3.6 Interventi senza titolo o in difformità dallo stesso su edifici a vincolo culturale (D.Lgs. n. 42/2004-Parte II)

SI Da 2.000 a 20.000 €

3.6 Interventi senza titolo o in difformità dallo stesso su edifici a vincolo paesaggistico (D.Lgs. n. 42/2004-Parte III)

NO Da 2.000 a 20.000 €

3.6 Interventi senza titolo o in difformità dallo stesso su edifici a vincolo storico-culturale di strumento urbanistico

NO

Da 2.000 a 20.000 € O su richiesta dell’interessato: doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere (se impossibile la rimessa in pristino)

3.5 Interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione edilizia in parziale difformità dal titolo abilitativo

NO Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

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3.7

Interventi di restauro scientifico, ripristino tipologico e di restauro e risanamento conservativo, in assenza di titolo o in difformità da esso

NO SI SCIA in sanatoria

SI SCIA in sanatoria

Sanatoria solo amministrativa

Contributo di costruzione in misura semplice, anche per le ipotesi di

esonero, in riferimento ai valori per la ristrutturazione edilizia

1.000 €

3.9 Restanti casi NO Tabella allegata alla D.G.C. n. 77/2014 500 €

(massimo 5.000 €)

3.8 Interventi in assenza o in difformità dalla SCIA NO Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

3.12 SCIA tardiva NO 2.000 € 3.10 Opere in assenza di CIL NO 258 € 3.10 CIL senza relazione tecnica NO 258 € 3.10 CIL presentata con lavori già in corso NO 86 €

3.10 Opere difformi dalla CIL ma conformi alla disciplina urbanistico-edilizia NO 86 €

3.10 Opere di edilizia libera, soggette o meno a CIL, difformi dalla disciplina urbanistico-edilizia NO

Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €

3.10 Mancata comunicazione della data di inizio dei lavori delle opere dirette a soddisfare esigenze contingenti

NO 258 €

3.10 Comunicazione di inizio lavori presentata tardivamente per le opere dirette a soddisfare esigenze contingenti

NO 86 €

3.10 Mancata rimozione delle opere dirette a soddisfare esigenze contingenti NO 258 €

3.10

Mancata comunicazione allo SUE del mutamento di destinazione d'uso non connesso a trasformazione fisica di fabbricati già rurali, con originaria funzione abitativa, che non presentano più i requisiti di ruralità, per i quali si provvede alla variazione nell'iscrizione catastale

NO 258 €

3.11 Varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 28.01.1977 di nuova costruzione o ristrutturazione edilizia

NO contributo di costruzione in misura

doppia o in misura semplice in casi di esonero

2.000 €

3.11

Varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 28.01.1977 di recupero del patrimonio edilizio esistente diversi dalla ristrutturazione edilizia

NO

Contributo di costruzione in misura semplice, anche per le ipotesi di

esonero, in riferimento ai valori per la ristrutturazione edilizia

1.000 €

3.11 Varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 28.01.1977 nei casi diversi dai due precedenti

NO Tabella allegata alla D.G.C. n. 77/2014 500 €

(massimo 5.000 €)

3.13

Interventi eseguiti con PdC annullato, qualora non sia possibile la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la restituzione in pristino

SI Valore venale delle opere abusivamente eseguite

3.15 Opere in assenza di AS NO 258 € 3.15 AS presentata con lavori già in corso NO 86 €

Page 45: LE SANZIONI PER LE VIOLAZIONI EDILIZIE · DTO n. 58/2014 pag. 1 LE SANZIONI PER LE VIOLAZIONI EDILIZIE Disposizione tecnico-organizzativa (DTO 58/2014) (ai sensi dell’articolo 7/III

DTO n. 58/2014 pag. 15

3.15 Opere difformi dalla AS ma conformi alla disciplina urbanistico-edilizia

NO 86 €

3.15 Opere difformi dalla AS, difformi dalla disciplina urbanistico-edilizia NO

Doppio dell'aumento del valore dell'immobile conseguente alla

realizzazione delle opere 1.000 €