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Provincia di Roma Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni, con particolare riferimento al settore aerospaziale Febbraio 2003 Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni, con particolare riferimento al settore aerospaziale A cura dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro Provinciale e dell’Associazione Centro ELIS www.provincia.roma.it – www.elis.org Pagina 1

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  • Provincia di Roma

    Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi

    nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni,

    con particolare riferimento al settore aerospaziale

    Febbraio 2003

    Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni, con particolare riferimento al settore aerospaziale

    A cura dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro Provinciale e dell’Associazione Centro ELIS www.provincia.roma.it – www.elis.org Pagina 1

  • Coordinamento della ricerca

    Vincenzo Centorame e Gloria Giacchino Zatti Hanno collaborato

    Angelica Attolico Sandro Cattel Michele Crudele Luca Febbraro Davide Febbraro Giovanna Gugliandolo Luigi Ignudo Maurizio Morelli Riccardo Morelli Bruno Picker Gianluca Sartori Vincenzo Silvestrelli Armando Malta Finito di stampare il 12 aprile 2003 Stampa: Centro ELIS - Via Sandro Sandri, 71 - 00159 Roma

    Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni, con particolare riferimento al settore aerospaziale

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  • INDICE

    SINTESI DEL RAPPORTO ...................................................................................... 5

    PREMESSA ................................................................................................................. 8

    LA METODOLOGIA DELLA RILEVAZIONE .................................................... 9

    LA RICERCA............................................................................................................ 11

    IL SETTORE AEROSPAZIALE IN ITALIA ED IN PROVINCIA DI ROMA 13 Il ruolo dell’Italia...................................................................................................... 13 La provincia di Roma ............................................................................................... 14 Risultati della ricerca................................................................................................ 16

    1- Anno di costituzione dell’impresa .................................................................... 16 2- Tipo di impresa (una sola risposta) ................................................................... 17 3- Settore di attività (una sola risposta)................................................................. 18 4- Principale tipologia di prodotto (una sola risposta) .......................................... 19 5- Fatturato dell’anno precedente.......................................................................... 20 6- Fatturato per esportazione ................................................................................. 21 7- Previsioni di fatturato per i prossimi due anni (una sola risposta).................... 22 8- Come si distribuisce approssimativamente il fatturato della sua azienda tra i diversi mercati di sbocco? ..................................................................................... 23 9- Organico aziendale............................................................................................ 24 10- Numero di addetti per area aziendale.............................................................. 25 11- Età media del personale .................................................................................. 26 12- Distribuzione percentuale degli addetti per sesso ........................................... 27 13- Titolo di studio degli addetti ........................................................................... 28 14- Tipologia di contratto. La percentuale di addetti ............................................ 33 per tipo di contratto................................................................................................ 33 15- Periodicità nella ricerca di personale .............................................................. 34 16- La difficoltà nel reperimento del personale .................................................... 35

    16.1- Le cause delle difficoltà di reperimento del personale..............................................36 17- Quali sono i prevalenti canali di reclutamento di nuovo personale utilizzati dall’azienda? .......................................................................................................... 37 18- Previsioni di acquisizione di nuovo personale................................................ 38

    18.1- Tipologia di personale ricercato ...........................................................................39 18.2- L’inquadramento previsto......................................................................................40

    19- Il titolo di studio dei giovani, senza esperienza, richiesto .............................. 41 19.1- Competenze richieste per assumere giovani senza esperienza (risposta multipla) ...42

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  • 20- Pensa che in Italia il settore aerospaziale si svilupperà .................................. 44 nei prossimi anni?.................................................................................................. 44 21- Nella sua azienda, quanto pesa, approssimativamente (in termini percentuali) la produzione volta al settore aerospaziale?...................................... 45 22- Ritiene che una formazione specifica nel settore aerospaziale sia preferenziale ai fini di un’assunzione nella sua azienda? ..................................... 46 23- Considera necessaria la formazione/aggiornamento professionale all’interno della Sua azienda?................................................................................ 47 24- Sono previsti corsi di formazione/aggiornamento .......................................... 48 all’interno dell’azienda? ........................................................................................ 48

    24.1- Periodicità dei corsi di formazione............................................................................49 24.2- I corsi di formazione previsti riguardano contenuti quali (più risposte possibili): ..50

    25- Realizzate la formazione all’interno dell’azienda o la affidate ad organismi esterni specializzati nel settore d’interesse?.......................................................... 51

    Il contributo dei testimoni privilegiati...................................................................... 52 Considerazioni conclusive........................................................................................ 55 L’incognita delle conseguenze della tragedia della navicella (Space Shuttle)......... 61

    APPENDICE.............................................................................................................. 63 Le aziende della ricerca ............................................................................................ 63 Il Centro ELIS .......................................................................................................... 67

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  • SINTESI DEL RAPPORTO

    La ricerca sulle tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi condotta

    dall’ELIS ha avuto come principale obiettivo le aziende del settore aerospaziale in provincia di Roma.

    Dopo un meticoloso lavoro di ricognizione sono state individuate le aziende che costituiscono questo universo specifico presente sul territorio.

    L’indagine è stata svolta attraverso la somministrazione di questionari ad un gruppo di 101 imprese ed a quattro testimoni privilegiati.

    La realizzazione delle interviste è stata preceduta da un lungo ed accurato lavoro di ricerca e sensibilizzazione delle aziende del settore, 216, che costituiscono, in pratica, la quasi totalità dell’universo dell’aerospaziale in provincia di Roma.

    Si tratta, probabilmente, di uno dei risultati più importanti della ricerca, che consente di avere un'idea chiara dell'esatta consistenza, fisionomia ed articolazione del mondo dell’aerospaziale nell’ambito della provincia.

    Il campione è costituito dalla quasi totalità delle maggiori imprese, tanto che il numero degli addetti, che operano all’interno delle società intervistate, ammonta a 13.040.

    Si tratta di imprese giovani o molto giovani. Solo il 10% delle aziende ha un’anzianità che supera i trent’anni, il 17% del campione è fatto da società costituite tra il 1971 ed il 1981, il 20% tra il 1982 ed il 1991 e, cosa molto importante, il 53% ha un’anzianità che non supera i dieci anni.

    Alcune delle imprese intervistate sono state costituite in tempi recentissimi e si sono cimentate da poco con il mercato dopo una fase di “incubazione” all’interno di strutture di formazione.

    La maggior parte delle imprese, il 41%, appartiene al settore produttivo, precedendo di poco quello dei servizi, 40%, e quello del terziario avanzato con il 12%.

    E’ presente anche un 2% di imprese non profit, percentuale minima ma molto significativa qualitativamente. Si tratta infatti dell’ESA, dell’ASI e dell’ENAV che operano con questa particolare veste giuridica.

    Un campione che comprende alcune delle maggiori aziende italiane del settore ed un arcipelago di piccole e medie imprese. Oltre il 28% delle società intervistate ha un fatturato complessivo, nell’anno precedente all’avvio della ricerca, di oltre 2.500.000 euro, la stessa percentuale del 28% riguarda imprese che si collocano in una fascia comunque molto interessante, tra 500.001 ed i 2.500.000 euro. Si tratta di un sistema composto da grandi aziende e da un nucleo forte di PMI.

    Imprese con una forte quota del fatturato costituita dall’esportazione. Ben il 19% ha esportato oltre il 50% del fatturato nell’anno precedente, anche se bisogna tener ben presente che si tratta in realtà, prevalentemente, di esportazione di

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  • prodotti e servizi verso l’ESA (European Space Agency) che, come è noto, è composta da quindici Paesi europei.

    Nonostante la difficile situazione congiunturale dell’economia, a livello internazionale ed italiano, domina un clima di sostanziale ottimismo. Il 72% delle imprese prevede una crescita del fatturato nel prossimo biennio contro il 25% che prevede stabilità e solo il 3% che teme risultati negativi di diminuzione del volume di affari.

    I mercati di sbocco sono prevalentemente nazionali, per il 58% dei casi, con un importante 23% destinato a quelli internazionali. Il 9% di mercato regionale, il 5% provinciale e il 5% di ambito strettamente comunale sono la testimonianza dell’attività dell’indotto di alcune delle società leader.

    L’Organico di queste aziende è costituito prevalentemente, in quasi ugual misura, di impiegati (28%) e tecnici (27%), con una forte percentuale di quadri (11%), mentre gli operai specializzati sono il 9%.

    Addetti che svolgono prevalentemente attività nell’area produttiva, nel 56% dei casi, contro il 12% di amministrativi, un 6% che opera nei settori informativi ed un 5% di addetti al marketing.

    Quando si parla di produzione in questo settore, non si intendono manufatti di tipo tradizionale ma, soprattutto, prodotti di ambito elettronico, tecnologie e software applicativo destinato all’utilizzazione nelle varie fasi di sviluppo e realizzazione dei progetti.

    Il personale di queste aziende è costituito prevalentemente da dipendenti mediamente giovani, per il 78% con un’età tra i 25 e i 40 anni; sono uomini, nel 73% dei casi, con un elevato titolo di studio che tocca il 51% di laureati per gli addetti alla direzione. Laureati che sono, in base al totale dei 13.040 addetti, ben 3444. Tra loro 108 posseggono una laurea breve, mentre i diplomati sono 6.412..

    Nella ricerca di personale non esiste una strategia precisa ma si procede, nel 69% dei casi, secondo il bisogno del momento. In genere la ricerca di nuovi addetti avviene con cadenza annuale nel 13% dei casi e con periodicità semestrale nell’11%.

    Sono il 36% le imprese intervistate che hanno difficoltà nel reperimento di personale. Una percentuale importante se si considera l’alta specializzazione ed il profilo elevato delle figure richieste.

    Le cause delle difficoltà di reperimento del personale sono principalmente riconducibili, nel 68%, al fatto che i candidati non sono qualificati per le mansioni che dovrebbero svolgere. Il 9% delle imprese segnala anche il cattivo funzionamento dei centri di collegamento tra domanda ed offerta di lavoro.

    Le aziende indicano una forte pluralità di canali di reclutamento di nuovo personale. Nel 26% dei casi funziona il sistema tradizionale dell’invio del curriculum, mentre subito dopo, il 19%, viene la segnalazione di conoscenti, amici e parenti o l’inserzione sui giornali, 12%.

    Solo il 12% dei nuovi addetti viene segnalato dalle scuole o ha frequentato uno stage (12%). Il 2% dei giovani assunti proviene dai centri per l’impiego.

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  • Le imprese che prevedono di acquisire nuovo personale sono un incoraggiante 79% del campione e, questo dato, fa capire l’interesse per le politiche mirate, da parte di Enti e Centri specializzati, nella direzione della formazione.

    La tipologia del personale ricercato è, in genere, di profilo alto. Per il 47% addetti con esperienza nel settore, giovani da formare in azienda (26%), personale con esperienza in una specifica mansione (14%) o personale senza esperienza ma con Qualifica di formazione professionale (13%). Molto importante è il problema delle qualifiche che non richiedono una laurea ma una specializzazione. Si tratta, in genere, di figure come quelle dei saldatori o dei lamieristi, per le quali si lamenta la mancanza di centri qualificati di formazione sul territorio.

    L’inquadramento previsto è prevalentemente quello riservato ai tecnici (42%), impiegati (25%), operai specializzati (7%) ed a una serie di professionalità tipiche del settore aerospaziale, ad esempio controllori di volo, che costituiscono un 17% molto articolato.

    Dalle aziende vengono richiesti, per giovani senza esperienza, titoli di studio elevati; la laurea nel 40% dei casi, nell’11% un titolo di studio post-laurea, nel 20% un diploma di laurea breve e per un altro 20% un diploma di scuola media superiore.

    Molto variegato il quadro delle competenze richieste ai fini dell’assunzione. Sono presenti le varie specializzazioni, con prevalenza dell’elettronica (15%), meccanica (9%) ed informatica (3%).

    Il dato più importante è però quello relativo ad una sorta di pre-requisito che costituisce non tanto un titolo specifico, quanto una qualità morale, antropologica ed un’attitudine al lavoro in una squadra. Tutto questo si evidenzia nella richiesta di giovani con predisposizione ad apprendere (11%), con capacità di risolvere i problemi (7%), con capacità di lavorare in team (6%).

    Questa richiesta di prerequisiti è confermata anche da una risposta specifica fornita dal nostro campione: il 67% ritiene che non sia preferenziale una formazione specifica nel settore aerospaziale ai fini dell’assunzione e solo per il 23% è indispensabile una preparazione mirata. In sintesi servono predisposizioni più ancora che specializzazioni di partenza.

    La quasi totalità delle aziende, il 93%, considera però necessaria la formazione e l’aggiornamento professionale all’interno dell’azienda, tanto che il 76% delle imprese prevede corsi idonei per la qualificazione e l’aggiornamento del personale. Si tratta di corsi che non rispondono ad una strategia precisa ma si svolgono secondo le necessità del momento (47%); nel 26% dei casi si prevedono attività annuali, trimestrali (14%) o semestrali (13%).

    Sono comunque le competenze informatiche quelle che interessano la maggior parte dei corsi di formazione (36%); seguono le conoscenze organizzative e manageriali (22%), quelle specifiche del settore aerospaziale (20%), ed infine le cosiddette competenze trasversali (17%). Attività che le imprese prevedono di svolgere all’interno nel 73% dei casi, mentre il 27% si affida alla collaborazione di società ed enti specializzati.

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  • PREMESSA

    L’Associazione Centro ELIS ha lo scopo prioritario di promuovere l’occupazione dei giovani diplomati, principalmente attraverso la formazione sulle nuove tecnologie. I nuovi mestieri e le nuove organizzazioni del lavoro sono particolarmente importanti nel settore dell’industria aerospaziale, e possono essere accolti e sviluppati grazie ad una attenta analisi dei fabbisogni, orientamento, formazione, lavoro, creazione di impresa. Sono attività, queste ultime, nelle quali l’ELIS dispiega le sue principali energie e raggiunge gli obiettivi più importanti.

    Attraverso un’azione integrata è, infatti, possibile raggiungere buoni risultati occupazionali, soddisfacendo sia le esigenze delle imprese, sia le aspirazioni occupazionali dei giovani.

    La ricerca che il Centro ELIS ha realizzato per conto dell’Osservatorio del Lavoro dell’Amministrazione Provinciale di Roma, è proiettata in un settore economico particolarmente dinamico, di grande rilievo strategico, con un vasto e complesso indotto nel quale le risorse umane giocano un ruolo fondamentale.

    Nel territorio della provincia di Roma, la presenza importante di imprese del settore aerospaziale rappresenta un fattore economicamente trainante, strategicamente determinante, di grande prestigio sul piano delle prospettive e della qualità dell’attività economica. Il successo economico e il progresso scientifico e tecnologico sono, infatti, al centro della vita di questo tipo di impresa e della sua stessa ragion d’essere.

    Il cuore di un’azienda del settore aerospaziale è fatto di persone, con le aspirazioni, il talento e la fantasia che richiedono una formazione continua. Le risorse umane sono un aspetto centrale, un fattore determinante per la competitività delle aziende. Questa filosofia imprenditoriale va di pari passo con la necessità di personale adeguato, preparato e motivato in tutti i livelli della gerarchia occupazionale e delle responsabilità. Non può esistere, infatti, un’azienda aerospaziale senza un dispiegarsi continuo dell’attività di ricerca, di innovazione, di aspirazione all’eccellenza. L’indagine condotta ha interessato tutte le aziende principali della provincia di Roma con un’unica eccezione significativa rappresentata dalla FiatAvio che vive una situazione complessa per le note vicende del gruppo e per i probabili radicali cambiamenti nella strategia e nella stessa titolarità della società di controllo. Si tratta di un’azienda che conserva un alto livello di redditività malgrado le difficoltà del mercato, soprattutto sul versante dei motori per i jet civili ed il settore delle revisioni.

    In tempi brevi l’azienda di Colleferro, che oltre che nel settore aereo ha un ruolo importante nel settore spaziale (è partner di Snecma nel programma Ariane ed è prime contractor per l’Agenzia Spaziale Europea fornendo piccoli lanciatori nel progetto Vega) conoscerà meglio i contorni di un futuro che vede alcuni importanti competitori concorrere al controllo di una delle più importanti imprese nell’ambito aerospaziale.

    Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni, con particolare riferimento al settore aerospaziale

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  • LA METODOLOGIA DELLA RILEVAZIONE

    La ricerca sulle necessità formative delle aziende della provincia di Roma, con particolare riferimento al settore dell’industria aerospaziale, che ha avuto inizio nel 2002, è stata realizzata attraverso la somministrazione di questionari ad un gruppo di 101 imprese e a quattro testimoni privilegiati.

    La realizzazione delle interviste è stata preceduta da un lungo e meticoloso lavoro di ricognizione ed individuazione delle aziende, circa 220, che sono state contattate, in molti casi più volte, per valutarne la rispondenza agli scopi del lavoro e per sollecitarne la disponibilità. Spesso dopo un lungo lavoro preparatorio, è venuto un diniego di fatto alla collaborazione anche perché alcune delle domande del questionario sono sembrate troppo “curiose” rispetto agli interessi aziendali, specie per quelle operanti nel settore della difesa.

    L’universo del settore aerospaziale è piuttosto ristretto data la specificità, l’alto livello tecnologico e i costi esorbitanti. Tuttavia la Provincia di Roma è particolarmente rappresentativa del comparto poiché proprio sul suo territorio insistono gli enti più importanti (ASI, ESA, ENAV) oltre alle industrie di maggior peso. Queste premesse hanno favorito lo sviluppo di un tessuto industriale particolarmente significativo tanto per quanto concerne le ditte il cui core business è l’industria aerospaziale (comunque numericamente circa non più di 15) quanto quelle di supporto, d’indotto, di servizi, di attività anche solo parzialmente attinenti a questo settore.

    Le ditte sono state inizialmente contattate telefonicamente per organizzare un incontro al quale inviare i giovani per somministrare il questionario e procedere all’intervista. I questionari sono stati proposti direttamente da un gruppo di giovani intervistatori presso la sede delle imprese che hanno aderito. Data l’ampiezza del territorio e il numero ristretto d’aziende, il lavoro di rilevazione ha presentato notevoli difficoltà proprio per l’intento di approfondire l’analisi di un universo, quello dell’aerospaziale, molto presente in provincia di Roma ma, ovviamente, di numero assoluto piuttosto limitato e comunque spalmato su un territorio vastissimo. Le difficoltà incontrate da parte dei giovani sono state quindi notevoli e ma l’impegno e la tenacia degli intervistatori, e la disponibilità di una percentuale molto alta di aziende, ha consentito il raggiungimento di questo obiettivo, particolarmente significativo.

    La campagna di interviste ha dovuto fare i conti con una disponibilità non sempre piena degli interlocutori e con un forte pressing per ottenere, dalle aziende, il colloquio con qualcuno dei responsabili qualificati ed in possesso dei dati richiesti.

    L’individuazione ed il contatto con l’interlocutore con una padronanza delle competenze e delle informazioni richieste ha comportato una serie notevole di tentativi e sollecitazioni, mediamente fra 5 e 6 per ottenere un successo.

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  • Non sempre l’intervista ha avuto un esito pienamente soddisfacente nel corso del primo approccio, sia per la mancanza di dati completi, sia per la difficoltà di reperimento d’alcune informazioni.

    Gli intervistati sono, nella quasi totalità, manager di vertice delle maggior aziende o gli stessi titolari delle imprese per quanto riguarda le società di minori dimensioni.

    D’altronde una diversa articolazione delle interviste, con il coinvolgimento di interlocutori di settori non organicamente collegati con il cuore della ricerca, avrebbe snaturato il senso del lavoro e caricato i risultati di indicazioni generiche.

    Forse uno dei pregi del presente lavoro è proprio quello di essere riuscito a coinvolgere un numero importante ed organico di imprese di varie dimensioni e di essere in grado di fornire dei dati che corrispondono alle finalità indicate dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro Provinciale. Un piccolo patrimonio di conoscenze non generiche che potrà essere di grande utilità per il lavoro svolto dagli Enti operanti sul territorio.

    Gli incontri preliminari, finalizzati ad una preparazione dei giovani intervistatori sulle modalità e le tecniche delle interviste, e sulle difficoltà che avrebbero incontrato nel corso del loro lavoro, sono risultati molto utili ai fini del conseguimento pieno del risultato quantitativo finale.

    Nel corso dell’approccio con gli interlocutori rappresentanti delle aziende, è stata, in effetti, riscontrata una grande varietà di livelli culturali, manageriali, attitudini umane e capacità di relazione interpersonale. Questa disparità anche antropologica, oltre che professionale, costituisce un aspetto non secondario dell’itinerario formativo dei giovani che hanno partecipato al progetto.

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  • LA RICERCA

    Il personale che opera attualmente nel settore dell’industria aerospaziale, e quello che vi opererà in futuro, deve essere pronto e preparato a adeguarsi agli sviluppi della tecnologia. Ciò comporta la necessità di una solida preparazione tecnico-scientifica, tanto più in uno dei settori industriali in cui, per sua natura, gli sviluppi e la mobilità sono rapidissimi e i programmi industriali richiedono generalmente molti anni per la loro realizzazione.

    Questa innovazione deriva dalle trasformazioni in atto nel comparto aerospaziale, il cui orientamento di politica industriale si sta indirizzando verso applicazioni civili più che verso strumenti iper-tecnologici. Questo fatto consente una diffusione dei benefici della ricerca e dello sviluppo delle tecnologie verso applicazioni civili molto articolate, con una conseguente possibilità di articolata ricaduta occupazionale.

    I prodotti ed i servizi aerospaziali toccano oggi più direttamente vari aspetti del mondo della vita civile, la vita quotidiana. Si pensi a settori quali la telemedicina, le guide satellitari che rappresentano un supporto prezioso per i trasporti, le ricadute di tipo farmacologico dovute ai risultati di ricerche e a biocolture, alcune delle quali condotte nello spazio. Per non dire dell’osservazione della terra con finalità di studio e tutela dell’ambiente e per le grandi previsioni di tipo agricolo.

    Le aziende si stanno gradualmente attrezzando ed adeguando alle sollecitazioni che arrivano da questo settore. Configurano le proprie strutture e le strategie ai risultati che provengono da questo mondo fatto di ricerca e sperimentazioni che richiedono ingenti investimenti, soprattutto ma non soltanto pubblici.

    Appare evidente che sarà sempre più indispensabile creare un modello innovativo di sviluppo economico ed organizzativo basato sulle moderne forme di cooperazione e collaborazione tra le aziende del settore, sia quelle di grandi dimensioni che la rete di piccole e medie imprese, ed i centri di ricerca. Sarà così possibile individuare i prodotti più innovativi ed adatti alle esigenze del mercato.

    Con la nostra ricerca abbiamo cercato di entrare nel vivo delle problematiche che caratterizzano le industrie del settore, avvicinando praticamente quasi tutte quelle che operano in provincia di Roma, per conoscerle, studiarne gli aspetti al centro degli interessi prefissati, individuarne principalmente le esigenze formative. Gli obiettivi indicati erano:

    • Individuazione delle potenzialità occupazionali esistenti sul territorio della provincia di Roma nei settori economici legati al comparto aerospaziale.

    • Rilevazione ed analisi dei fabbisogni formativi e degli sbocchi occupazionali nei settori considerati.

    • Integrazione tra grandi aziende e piccole e medie imprese, con attenzione alla ricaduta sul sistema industriale nazionale nei settori considerati.

    Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni, con particolare riferimento al settore aerospaziale

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    • Analisi del processo di riconversione industriale delle aziende del settore.

  • L’architettura della ricerca è stata basata sui seguenti passi: • Individuazione delle imprese • Interviste • Inserimento dati • Analisi dei dati • Relazione finale

    Rilevazione dei dati: ................................................. Questionari e interviste

    Categorie oggetto di rilevazione: ................. Imprese e testimoni privilegiati

    Territorio della ricerca: ...................................................... Provincia di Roma

    Settore economico: .......................................... Settore aerospaziale e indotto

    Numero dei questionari compilati: ...............................................101 aziende 4 testimoni privilegiati

    Totale degli addetti delle imprese analizzate:.......................................13.040

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  • IL SETTORE AEROSPAZIALE IN ITALIA ED IN PROVINCIA DI ROMA

    Il ruolo dell’Italia

    Il nostro Paese ha certamente un primato nel settore aerospaziale. Nel 1964,

    utilizzando il vettore americano Scout, è stato il primo, in Europa, a mettere in orbita un satellite. Lo stesso vettore è stato più volte utilizzato, dal 1967 in poi, per una serie di missioni di carattere scientifico avendo come base il Poligono di Lancio San Marco, in Kenya. L’Italia ha preso parte, fin dalla fase iniziale, al programma Ariane, particolarmente mirato agli aspetti commerciali del settore.

    Il mercato del settore, e del suo vasto indotto, presenta delle forti potenzialità, che sono state solo parzialmente espresse negli scorsi anni e che presenta, specialmente in Italia, un forte periodo di assestamento ed un vivace dibattito sulle strategie a medio e lungo termine.

    Al momento non è possibile rilevare in maniera esauriente l’impatto complessivo sulle strategie del settore aerospaziale conseguente all’esplosione della navicella della Nasa. Il tragico incidente è avvenuto nella fase conclusiva della redazione del nostro lavoro e, per questa ragione, abbiamo ritenuto di dover integrare la ricerca con alcuni commenti e valutazioni aggiuntive da parte di interlocutori privilegiati operanti all’interno di alcune delle maggiori aziende italiane ed europee.

    La situazione internazionale, anche a causa delle forti tensioni che presentano una prospettiva caratterizzata da un clima pre-bellico, ha un forte impatto sulle strategie. Non solo perché queste dinamiche militari assorbono investimenti molto importanti, ma anche perché tendono ad “indirizzare” le scelte strategiche anche nel settore aerospaziale. Come sarà facile rilevare, si tende a valutare, con un’ottica nuova, ogni singola scelta.

    I prodotti ed i servizi nel settore aerospaziale sono prevalentemente divisi in tre grandi categorie (cfr Studio dell’Unione Industriale sulle Tecnologie Spaziali ed Informatiche):

    • Osservazione della Terra (EO) • Posizionamento Satellitare • Telecomunicazioni e Multimediale Si tratta di settori che richiedono sistemi industriali ben sviluppati,

    attualmente in forte evoluzione, caratterizzati da una vasta gamma di potenzialità ancora inesplorate.

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  • La provincia di Roma

    Il ruolo del complesso delle attività, nell’ambito aeronautico e spaziale in provincia di Roma, è particolarmente importante e costituisce uno dei comparti d’eccellenza del tessuto economico del territorio.

    Un recente studio di settore curato dall’Unione Industriali della Provincia di Roma, con particolare riferimento al Polo Tecnologico, ha individuato alcuni aspetti molto importanti del mondo dell’Industria e delle Tecnologie Spaziali ed Informatiche.

    Secondo lo studio la presenza di Industrie ed Istituzioni nazionali in questi settori ha favorito, nel corso degli anni, la formazione di reti locali qualificate di fornitori di prodotti e servizi con un elevato livello di competenze professionali e tecnologiche, in particolare nell’informatica e nelle telecomunicazioni. Molto importante è anche la rete dei fornitori, articolata e qualificata, che completa un quadro con una sua apprezzabile organicità.

    La fisionomia prevalente è quella di piccole e medie imprese che vedono una composizione del fatturato dipendente dall’Industria locale del settore.

    Servizi e prodotti di ICT legati alle tecnologie spaziali riservano sempre più prospettive nuove, connesse alla Navigazione Satellitare ed all’Osservazione della Terra, con una serie di applicazioni spaziali molto importante.

    Lo studio citato ed altri analisti sono concordi nell’individuare la fisionomia di un Sistema industriale non maturo, con molte opportunità imprenditoriali e di mercato.

    Gli operatori del settore non sono solo portatori di nuove tecnologie ed applicazioni ma anche facitori del mercato “Market Owner”, società che sono fornitori qualificati di clienti ai quali possono offrire strumenti per una migliore penetrazione nel mercato.

    I Market Owner appartengono a due categorie principali: sono fornitori qualificati di mercati verticali che, nel caso delle tecnologie spaziali, sono prevalentemente integratori di sistemi e sono in grado di mettere sul mercato servizi di outsourcing; sono inoltre fornitori di mercati orizzontali, ossia prevalentemente di tecnologie correlate, ad esempio tecnologie che completano l’informazione fornita dal dato satellitare.

    Quando si parla di tecnologie spaziali presenti sul territorio provinciale, si ha a che fare con realtà che sono molto più dirette alla sfera della vita quotidiana di quanto si creda. Si pensi, ad esempio, ad oggetti di uso comune presenti nei mezzi di trasporto, nelle abitazioni, nell’abbigliamento: il velcro, il teflon, gli occhiali al titanio, il lunotto termico e la straordinaria gamma di capi d’abbigliamento che costituiranno sempre più aspetti della nostra quotidianità.

    Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni, con particolare riferimento al settore aerospaziale

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  • Alcune delle aziende intervistate studiano molte di queste nuove tecnologie o le applicano in seguito al programma di Trasferimento Tecnologico dell’Agenzia Spaziale Europea.

    Facendo riferimento ad uno degli aspetti ai quali l’opinione pubblica pensa di meno, quando si parla di aerospaziale, si ponga maggiormente l’attenzione al settore legato all’abbigliamento. La speciali leghe per le camicie o gli isolanti per le giacche anticongelamento si sposano perfettamente con la tradizione romana nel settore della moda. Per non dire del settore farmaceutico o di tutta la vasta gamma di comparti più strettamente legati alla ricerca ed all’applicazione industriale nelle comunicazioni.

    Vi sono dei dati che, da soli, sottolineano l’importanza del settore in provincia di Roma. Ad esempio i ricercatori operanti nell’ambito aerospaziale sono, in Italia, circa 1.300. La percentuale di ricercatori operanti in provincia di Roma è molto alta, il 30% del totale.

    Questo vuol dire che nel territorio vi è una grande presenza di professionalità altamente qualificate che costituiscono una riserva di competenze d’eccellenza con poche situazioni analoghe in Italia.

    In questo contesto si inquadra la creazione di un centro di coordinamento per l’Alta Formazione in Scienze Spaziali costituito tra l’Amministrazione Provinciale di Roma, il Comune di Colleferro, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e il Comitato di Parlamentari per l’Innovazione Tecnologica e lo Sviluppo Sostenibile siglata nello scorso mese di giugno a Colleferro.

    L’intesa ha lo scopo di attivare il predetto centro di coordinamento e di avviare, nel corrente anno, cicli formativi di alta progettualità, anche attraverso master dedicati, relativamente ai temi dei programmi spaziali europei, del programma GNSS Galileo, del progetto di insediamento a Roma dell’Agenzia Satellitare, ed in generale dei settori della telecomunicazione, del trasporto aereo, del telerilevamento, della tutela ambientale. Si prefigge inoltre di fare una ricognizione della domanda, sia pubblica che privata, concernente l’impiego di risorse umane nei settori di interesse ed in relazione allo svolgimento delle politiche di prevenzione, osservazione, soccorso affidate alle Regioni, agli Enti Locali, ed agli Enti scientifici ed economici di servizio. E’ tra gli obiettivi dell’iniziativa la divulgazione scientifica e tecnologica relativa agli argomenti trattati nei riguardi degli utenti.

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  • Risultati della ricerca

    1- Anno di costituzione dell’impresa

    Dopo il 199253%

    Tra il 1982 e il 199120%

    Tra il 1971 e il 198117%

    Minore del 197110%

    I dati del campione esaminato sulla base delle interviste effettuate sono

    decisamente eloquenti. Ci dicono che le imprese del settore aerospaziale presenti in provincia di Roma sono piuttosto recenti per anno di costituzione. Risultato per alcuni versi scontato, in considerazione della recente articolazione su base industriale di un settore che, nel complesso, è piuttosto nuovo nella sua dimensione più completa.

    Solo il 10% delle aziende intervistate ha un’anzianità precedente al 1971, il 17% del campione delle società è stato costituito tra il 1971 ed il 1981, il 20% tra il 1982 ed il 1991, quindi con una “anzianità” molto bassa, di poco superiore ai dieci anni.

    Molto importante è il risultato decisamente prevalente: ben il 53% delle imprese ha un anno di costituzione che è uguale o inferiore ai dieci anni fa, con un’anzianità quindi che non supera i dieci anni.

    Si tratta di un dato molto importante perché testimonia la vitalità e la novità delle imprese, la loro importanza nel tessuto romano assunto in tempi molto brevi e rapidi, la capacità molto forte di espansione.

    Un’industria giovane, sia nelle imprese di dimensioni medio grandi che nel sistema della PMI.

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  • 2- Tipo di impresa (una sola risposta)

    Industriale(41)

    Artigiana(6)

    Servizi(40)

    Agricola(0)

    Terziario(12)

    No Profit(2)

    0

    5

    10

    15

    20

    25

    30

    35

    40

    45

    Le imprese intervistate appartengono prevalentemente ai settori produttivi. Sono, infatti, per il 41% imprese industriali e per un altro 6% imprese con dimensioni artigianali. La seconda tipologia, per il rilievo dei valori percentuali, è quella appartenente al settore dei servizi, con un importante 40%.

    Seguono, con valori meno importanti, ma comunque significativi, le società del terziario avanzato con il 12% ed un 2% di aziende, che appartengono sostanzialmente al settore dei servizi, che fanno parte del mondo del non profit. Le aziende non profit sono in realtà l’ESA (European Space Agency), un’organizzazione internazionale che vede la partecipazione di ben 15 Paesi europei, e l’ASI (Azienda Spaziale Italiana) che svolge e organizza per conto del Governo Italiano le attività spaziali. Entrambe hanno questa particolare veste giuridica per le finalità legate ad un interesse pubblico più generale piuttosto che alla logica del profitto che caratterizza le altre imprese del settore.

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  • 3- Settore di attività (una sola risposta)

    Istruzione(1)

    Aeronautica e aerospaziale(30)

    Telecom.(7)

    Elettronica e Informatica(12)

    New Economy(3)

    Informatica(11)

    Cultura(1)

    Altro(7)

    Servizi alle imprese(18)

    Trasporti(12)

    Commercio(2)

    AltreManifatture

    (1)

    Meccanica(7)

    0

    5

    10

    15

    20

    25

    30

    35

    40

    45

    La lettura del dato sulla tipologia d’impresa viene completata e articolata dall’analisi, più approfondita, del settore di attività delle aziende.

    Per il 30% appartiene direttamente al settore spaziale ed aeronautico, mentre le cifre che compongono il panorama dell’articolazione delle imprese costituisce il logico completamento dell’attività centrale sottoposta alla nostra indagine. Molte sono società dell’indotto più immediato o, comunque, con tipologie complementari.

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  • 4- Principale tipologia di prodotto (una sola risposta)

    Altro(9)

    Servizi alle persone

    (2)

    Servizi alle imprese

    (43)

    Prodotti finiti(32)

    Prodotti intermedi (14)

    Materie prime (0)

    0

    5

    10

    15

    20

    25

    30

    35

    40

    45

    Per quanto riguarda la tipologia di prodotto, due sono le risposte che

    rappresentano la parte più rilevante dell’indagine: i servizi alle imprese (con il 43%) e i prodotti finiti (32%). Ovviamente in un’industria così altamente tecnologica quando si parla di prodotti finiti ci si riferisce sempre a prodotti anche (e prevalentemente) informatici quali i software applicativi per esempio

    Significativa anche l’area dei prodotti intermedi, con il 14%. Due imprese invece assicurano servizi alle persone ed un 9% costituisce la voce “altro”, che sta ad indicare una serie di prodotti particolari che non rientrano nella casistica proposta. Tra le imprese intervistate non abbiamo rilevato società fornitrici di materie prime.

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  • 5- Fatturato dell’anno precedente

    Oltre € 2500000(28%)

    Da € 500001a € 2500000

    (28%)

    Da € 250001a € 500000

    (10%)

    Da € 50001a € 250000

    (19%)

    Da € 25.001 a € 50000

    (9%)

    Fino a € 25.000(6%)

    Il tipo di attività delle aziende del settore aerospaziale richiede, in molti casi,

    grandi investimenti e, di conseguenza, i fatturati rispecchiano questo dato quantitativo generale rilevante. Più del 28% delle imprese intervistate dichiara un fatturato complessivo, relativo all’anno precedente, di oltre 2.500.000 euro, un altro dato identico, il 28% riguarda le imprese che si collocano in una fascia inferiore, ma ugualmente significativa, tra i 500.001 ed i 250.000 euro. In ordine decrescente, per quanto riguarda il fatturato, il 10% appartiene alla fascia tra 250.001 euro e 500.000 euro, il 19% ha un fatturato tra 50.001 euro e 2.500.000 euro. Entrando poi nella dimensione delle piccole imprese, segnaliamo un 9% che si colloca nella fascia tra 25.001 euro e 50.000 euro ed un 6% che dichiara un fatturato inferiore a 25.000 euro.

    Va segnalato che le aziende più grandi rappresentano più della metà del mercato di riferimento.

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  • 6- Fatturato per esportazione

    Export dell'anno precedente

    Maggiore del 50%(19%)

    Minore del 50%

    (81%)

    Export nel prossimo biennio

    Minore del 50%

    (83%)

    Maggiore del 50%(17%)

    Per il 19% delle imprese intervistate la percentuale di export sul fatturato

    registrato nell’anno precedente supera il 50 per cento, mentre la previsione per il prossimo biennio si attesta intorno al 17%, con un probabile leggero calo. Per l’81% delle aziende la percentuale di export è inferiore al 50%, percentuale che nella previsione del prossimo biennio aumenta all’83%.

    E’ molto importante, nella valutazione complessiva del fatturato, tenere in considerazione il fatto che il volume dell’export comprende il lavoro svolto dalle aziende nei confronti dell’ESA che, pur avendo sede nella provincia di Roma è, appunto, l’Azienda europea.

    La chiave di lettura di questi dati è duplice e particolarmente significativa: da un lato la percentuale di export risulta elevata, caratterizzando soprattutto l’attività delle aziende di maggiori dimensioni. Dall’altro, il lieve aumento della percentuale di fatturato interno indica maggiori opportunità per le imprese più piccole che svolgono attività che rientrano soprattutto nel campo dei servizi alle aziende locali o agiscono nell’arcipelago dell’indotto. Inoltre questi dati dimostrano chiaramente che l’interagire tra grandi e PMI in questo settore è fortemente avanzato, così pure una tendenza alla riconversione, come emerso anche dalle interviste.

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  • 7- Previsioni di fatturato per i prossimi due anni (una sola risposta)

    Diminuizione3%

    Stabilità25%

    Crescita72%

    Il panorama delle risposte relative alle previsioni di fatturato per i prossimi

    due anni è chiaramente ispirato ad un sostanziale ottimismo, anche in considerazione del difficile momento dei mercati internazionali. Solo un 3% delle imprese intervistate ha dato una risposta pessimistica, con una previsione di diminuzione del fatturato per i prossimi due anni.

    Molto importante il dato relativo alle previsioni di crescita che ammonta ad un 72%, che rappresenta una significativa maggioranza degli imprenditori e dei dirigenti intervistati.

    Un quarto delle risposte, esattamente il 25% delle aziende, prevede una fase di stabilità sostanziale nel biennio successivo.

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  • 8- Come si distribuisce approssimativamente il fatturato della sua

    azienda tra i diversi mercati di sbocco?

    Comunale5%

    Provinciale5% Regionale

    9%

    Estero23%

    Nazionale58%

    Le risposte alla domanda numero 8 sono molto importanti ai fini della conoscenza della qualità del mercato, del livello di incidenza sui mercati nazionali ed internazionali, dell’eventuale chiusura in nicchie localistiche.

    Le indicazioni emerse sono molto importanti. Per il 58% del campione, i mercati di sbocco hanno un carattere decisamente nazionale. Il 23% delle imprese si rivolgono ad un mercato internazionale, denotando un alto livello di globalizzazione complessiva. Anche in questo caso una parte consistente del volume del fatturato si riferisce al lavoro svolto per conto dell’ESA.

    La percentuale del fatturato destinato al mercato locale è, nel complesso, molto limitata: per il 9% mercato regionale, il 5% provinciale ed un altro 5% comunale (quindi per un complessivo 19%).

    Abbiamo, in considerazione della tipologia delle imprese, un alto livello di internazionalizzazione e, comunque, connotazioni da imprese di carattere nazionale.

    Le percentuali di risposte che parlano di mercati locali fanno riferimento, in genere, all’indotto delle aziende principali.

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  • 9- Organico aziendale

    Altro16%

    Operai generici3%

    Operaispecializzati

    9%

    Impiegati28%

    Tecnici27%

    Quadri11%

    Dirigenti4%

    Apprendisti2%

    La somma complessiva degli addetti che operano nelle imprese intervistate è

    di 13.040. In pratica, con l’apporto dei dipendenti della Fiat Avio, che sono circa 1.000, si raggiunge la quasi totalità dei dipendenti del settore aerospaziale in provincia di Roma.

    Il grafico relativo alla strutturazione dell’organico aziendale rappresenta, in maniera molto eloquente, la specificità di questo settore rispetto a tutti gli altri operanti in provincia di Roma, e non solo.

    Si tratta di personale al quale è richiesta una qualificazione di alto profilo, con una minoranza di personale generico impiegato.

    Vediamo le cifre. La percentuale degli impiegati (28%) e quella dei tecnici (27%) sostanzialmente sono equivalenti. I quadri rappresentano l’11%, gli operai specializzati il 9%, i dirigenti, con il 4%, sono più numerosi degli operai generici (3%), e degli apprendisti, il 2%. Molte professionalità inquadrate come “altro”, raggiungono una percentuale interessante, il 16% del totale. Si tratta, in quest’ultimo caso, soprattutto di controllori del traffico aereo, ben 1.600, tecnologi ricercatori, 123, che costituiscono un insieme di addetti che svolgono funzioni tipiche fondamentali.

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  • 10- Numero di addetti per area aziendale

    Altre aree17%

    Sistemi informativi6%

    Merketing / Vendita5%

    Produzione56%

    Amministrazione12%

    Direzione4%

    Sono le aziende con una prevalente attività produttiva quelle che assorbono la

    maggior parte degli addetti nel settore aerospaziale. Il personale impiegato nella produzione è, infatti, di gran lunga il più numeroso con il 56%.

    Quando si parla di produzione in questo settore, si intendono non tanto oggetti manufatti di tipo tradizionale, quanto, soprattutto, produzioni di ambito elettronico, tecnologie e software applicativo destinato all’utilizzazione nelle varie fasi di sviluppo e realizzazione dei progetti.

    Seguono, a notevole distanza, gli addetti all’amministrazione con il 12%, con il 6% gli operatori che lavorano nel settore dei sistemi informativi, il 5% si occupa di marketing e di vendita dei prodotti, il 4% costituisce la direzione delle imprese e, infine, una percentuale molto importante, il 17% si colloca in altre aree che comprendono, ad esempio 116 addetti tecnico scientifici, 89 addetti ai progetti, 15 disegnatori, 10 contract manager. Uno sguardo all’interno di questo dato percentuale definisce in maniera molto chiara la specificità delle attività di queste aziende e la speciale qualificazione e specializzazione del personale.

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  • 11- Età media del personale

    Più di 40 anni20%

    Da 25 a 40 anni78%

    Meno di 25 anni2%

    Vi sono addetti mediamente giovani nel settore aerospaziale. L’età media del

    personale vede prevalere nettamente quelli collocati nella fascia tra i 25 ed i 40 anni, con il 78%. Solo il 20% ha un’età superiore ai 40 anni ed il 2% è giovanissimo con un’età inferiore ai 25 anni.

    E’ facile rilevare come il personale sia mediamente giovane. Questo dato si spiega anche alla luce del fatto che la maggior parte delle imprese ha una storia piuttosto recente, come abbiamo visto nel grafico n. 1.

    Aziende costituite negli ultimi decenni, molte delle quali hanno spesso assunto da poco dimensioni imprenditoriali significative, assumendo di conseguenza personale adeguato alle esigenze di professionalità innovative non presenti precedentemente sul mercato del lavoro.

    In molti casi gli stessi imprenditori hanno un’età molto giovane, in quanto si tratta di ragazzi formatisi all’interno di incubatori d’imprese che stanno cimentandosi da poco con il mercato.

    Un fenomeno interessante, che rappresenta un esempio di superamento della logica del posto fisso senza però cadere nella precarietà e nelle collaborazioni saltuarie.

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  • 12- Distribuzione percentuale degli addetti per sesso

    Donne27%

    Uomini73%

    Sono gli uomini i più numerosi tra gli addetti al settore spaziale ed

    aeronautico. La distribuzione percentuale vede il 73% di uomini ed il 27% delle donne. La presenza femminile è particolarmente significativa non soltanto nel settore

    amministrativo, com’è ormai acquisito nell’articolazione del lavoro, ma anche nelle attività dell’informatica e della ricerca.

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  • 13- Titolo di studio degli addetti

    Titolo di studio degli addetti alla Direzione

    Nessun titolo0%

    Licenza elementare0%

    Licenza di scuolamedia inferiore

    4%

    Qualifica professionale2%

    Diploma di scuolamedia superiore

    38%

    Diploma di laurea breve

    0%

    Laurea51%

    Post laurea5%

    Il livello del titolo di studio degli addetti alla Direzione è molto alto. La

    percentuale di laureati supera il 50%. Non si tratta di un dato che si riscontra in tutti i tipi di impresa. In questo

    caso, la particolare complessità delle attività professionali svolte, richiede un alto livello culturale, una particolare attitudine alle relazioni interpersonali, una curiosità nei confronti delle novità che si registrano in questo ambito, non solo in Italia.

    E’, quello dell’aerospaziale, uno dei settori in cui le conoscenze sono più globalizzate, ed ogni novità viene seguita con grande interesse.

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  • T it o lo d i st ud io d eg li ad d et t i al l ' A mminist raz io ne

    Laurea20%

    Diploma dilaurea breve

    0%

    Diploma di scuolamedia superiore

    66%

    Qualif ica professionale

    2%

    Licenza di scuola media inferiore

    12%

    Post laurea0%

    Nessun titolo0%

    Licenza elementare

    0%

    Titolo di studio degli addetti alla Produzione

    Laurea29%

    Diploma dilaurea breve

    1%

    Diploma di scuolamedia superiore

    57%

    Qualifica professionale3%

    Licenza di scuolamedia inferiore

    10%

    Post laurea0%

    Nessun titolo0%

    Licenza elementare0%

    Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni, con particolare riferimento al settore aerospaziale

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  • Titolo di studio degli addetti al Marketing

    Laurea45%

    Diploma di laurea breve

    3%

    Diploma di scuolamedia superiore

    45%

    Qualifica professionale2%

    Licenza di scuolamedia inferiore

    3%Nessun titolo

    0%

    Post laurea1%

    Licenza elementare1%

    Titolo di studio degli addetti ai Sistemi informativi

    Laurea15%

    Diploma di laurea breve0%

    Diploma di scuola media superiore

    83%

    Qualifica professionale2%

    Nessun titolo0%

    Post laurea0%

    Licenza elementare0%

    Licenza di scuolamedia inferiore

    0%

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  • Titolo di studio degli addetti ad Altre aree

    Laurea38%

    Diploma dilaurea breve

    0%

    Diploma di scuolamedia superiore

    45%

    Qualifica professionale

    2%

    Licenza di scuolamedia inferiore

    14%

    Nessun titolo0%

    Licenza elementare0%

    Post laurea1%

    Titolo di studio in base al totale degli addetti

    Post laurea(89)

    Laurea(3444)

    Diploma dilaurea breve

    (108)Nessun titolo

    (2)

    Licenza elemntare

    (35)

    Licenza di scuolamedia inferiore

    (1143)Qualifica

    professionale(318)

    Diploma di scuola media superiore (6412)

    0

    1000

    2000

    3000

    4000

    5000

    6000

    7000

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  • Dall’analisi delle risposte relative al titolo di studio in possesso degli addetti, emerge il profilo di un settore decisamente strategico, altamente qualificato, non solo in alcune nicchie di vertice, ma ad ogni livello gerarchico, con una qualificazione professionale decisamente caratterizzata da profili alti e diversificati.

    I grafici ci mostrano, in valori assoluti, come gli addetti sono, in grande maggioranza, in possesso di un diploma di scuola media superiore (6412), mentre ben 3444 sono in possesso della laurea, 108 di una laurea breve, e 89 di una formazione post-laurea.

    Sono 1143 gli addetti in possesso della sola licenza media inferiore, 318 hanno una qualifica professionale, solo 35 hanno la licenza elementare e solo 2 non sono in possesso di titoli di studio. Questi numeri sono particolarmente significativi considerando che gli addetti analizzati con questa ricerca ammontano a 13.040.

    Gli addetti in possesso di un livello di scolarizzazione di tipo medio basso, appartengono in realtà soprattutto al settore meccanico, dove è richiesta una specializzazione più mirata a processi produttivi con un certo livello di stabilità di competenze.

    Nei settori più strettamente legati alla specificità aerospaziale, anche in considerazione dell’alto livello di duttilità culturale richiesto, la qualificazione culturale è mediamente molto alta.

    Le tendenze occupazionali ed i fabbisogni formativi nel settore dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni, con particolare riferimento al settore aerospaziale

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  • 14- Tipologia di contratto. La percentuale di addetti

    per tipo di contratto

    Altre forme contrattuali(1%)

    Piani di Inserimento Professionale

    (8%)Collaboratori coordinati e continuativi

    (8%)

    Collaboratori occasionali(5%)

    Apprendisti(1%)

    Contratto di Formazione Lavoro(2%)

    A tempo indeterminato(68%)

    A tempo determinato(5%)

    Part time(2%)

    Anche se negli ultimi anni sono aumentate le assunzioni sulla base di contratti cosiddetti atipici, ben il 68% degli addetti che operano all’interno delle aziende dell’aerospaziale gode di assunzione a tempo indeterminato. Abbastanza numerosi sono i contratti sulla base di piani di inserimento professionale, l’8%. I co.co.co, ovvero i collaboratori coordinati e continuativi sono un altro 8% del totale, percentuale significativa ma non determinante. Sono poi solo il 5% i dipendenti con un contratto a tempo determinato ed un altro 5% i collaboratori occasionali. Poco rilevante quantitativamente il personale con un contratto di formazione e lavoro, il 2%, quanti lavorano in regime di part-time, un altro 2%, gli apprendisti con l’1% e lo stesso 1% lavora con forme contrattuali particolari.

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  • 15- Periodicità nella ricerca di personale

    Nessuna, secondo il bisogno

    (69%)

    Pluriennale3%

    Biennale(4%)

    Annuale(13%)

    Semestrale(11%)

    Nella maggior parte delle aziende, per l’esattezza nel 69% dei casi, non esiste una programmazione temporale precisa nella ricerca di nuovo personale. Spesso si procede, di volta in volta, a seconda del bisogno del momento.

    Risposta che, per certi aspetti può sembrare ovvia, ma che dimostra, comunque, la mancata collocazione in un ambito strategico del problema dell’organico interno.

    Il 13% procede annualmente alla ricerca di nuovo personale, l’11% delle imprese provvede in genere alle assunzioni con cadenza semestrale, il 4% con cadenza biennale ed infine il 3% con tempi comunque pluriennali.

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  • 16- La difficoltà nel reperimento del personale

    Si(36%)

    No(64%)

    Il grafico relativo alle difficoltà nella ricerca di nuovo personale è tutt’altro che

    confortante, soprattutto ad un esame più approfondito, ed incoraggia a migliorare ed indirizzare meglio la qualità della formazione.

    Il 64% delle imprese dichiara di non avere difficoltà nel reperimento di nuovo personale, la netta maggioranza rispetto al 36% che, invece, ha problemi nel coprire alcune carenze nell’organico o a far fronte alle esigenze di espansione aziendale.

    E’ possibile rilevare, infatti, come non vi siano particolari problemi nel coprire mansioni di carattere generico o, comunque, orizzontali, con forte trasversalità rispetto alla tipologia d’impresa, non si può dire la stessa cosa per le professionalità di carattere specialistico e con forti contenuti innovativi che, nel settore aerospaziale, rappresentano il cuore delle attività. Questi problemi appaiono ancora più chiari alla luce delle risposte contenute nel grafico successivo.

    Mentre, infatti, è nota la carenza di ingegneri e di alcune figure tecnologiche, meno nota è l’esigenza di figure di profilo apparentemente meno importanti ma essenziali per le aziende. Si tratta di operai specializzati come i saldatori specializzati, capaci di operare con materiali speciali, gli addetti alla lavorazione ed al trattamento delle lamiere, ed una serie di profili, magari di nicchia, ma che danno il senso di un bisogno importante. Tali considerazioni sono emerse prevalentemente dalle interviste.

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  • 16.1- Le cause delle difficoltà di reperimento del personale

    Altro(23%)

    Personale candidato non qualificato

    (68%)

    Difficoltà formulazione annunci

    (0%)

    Cattivo funzionamento dei centri di collegamento tra domanda ed offerta di

    lavoro(9%)

    Tra le cause principali nel reperimento di nuovo personale, la netta

    maggioranza degli intervistati ha risposto con chiarezza che si tratta di personale che si candida all’assunzione senza avere una qualificazione adeguata (68%).

    Solo nel 9% dei casi i problemi vengono attribuiti al cattivo funzionamento dei centri di collegamento tra domanda ed offerta di lavoro, a dimostrazione della sicurezza delle imprese nell’individuare la causa principale delle difficoltà incontrate sul fronte della formazione dell’organico. In effetti, bisogna ammettere che nella maggior parte dei casi le aziende non si riferiscono mai ai centri di collegamento tra domanda e offerta di lavoro.

    Il 23% delle risposte classificate come “altro”, sta a significare anche la presenza di un alto margine di identificazione precisa di molti dei problemi legati all’assunzione di nuovo personale.

    Gli intervistati hanno sottolineato in particolare l’esistenza di problemi nel reperire personale con qualifica specifica nel settore nel quale si presentano le esigenze. Ad esempio non si trovano collaboratori specializzati nell’ambito dell’informatica che abbiano maturato un certo livello di esperienza.

    Alcune delle figure professionali, ad esempio, non sono presenti sul mercato del lavoro.

    Per le aziende legate a tale ambito incide ovviamente il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, come nel caso dell’ASI.

    E’ interessante anche rilevare un forte livello di insoddisfazione per i rapporti tra le aziende e le Istituzioni scolastiche. Queste ultime vengono ritenute, in genere, lontane rispetto alle esigenze del mondo del lavoro.

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  • 17- Quali sono i prevalenti canali di reclutamento di nuovo personale utilizzati dall’azienda?

    Altro(6%)Presentazione spontanea

    dei candidati(8%)

    Segnalazioni di conoscenti, amici, parenti(19%)

    Invio Curriculum(26%)

    Apprendistato(3%)

    Stage(12%)

    Segnalazione delle scuole(12%)

    Annunci su giornali(12%)

    Centri per l'impiego(2%)

    Le indicazioni che provengono dall’analisi delle risposte a questa domanda sono tra le più importanti ai fini dell’organizzazione del mercato del lavoro in funzione delle esigenze delle imprese e dell’avviamento dei giovani al lavoro.

    Il grafico dice, eloquentemente, che è proprio uno degli strumenti più tradizionali, l’invio del curriculum, a collocarsi al primo posto tra i principali canali di reclutamento del nuovo personale da assumere, con un importante 26%. Ancora più italiano è il secondo dato che è emerso dalle risposte alla domanda specifica: il 19% dei nuovi assunti viene scelto con il sistema della segnalazione di conoscenti, amici, parenti.

    Seguono, a pari merito, con il 12%, scelte sulla base di strade più innovative, come gli stage, oppure la segnalazione da parte delle scuole e, infine, la risposta agli annunci sui giornali.

    Significativa è anche la percentuale di quanti usano l’approccio diretto e si presentano direttamente in azienda. Questi ultimi sono, nel complesso, l’8%; di gran lunga più numerosi, comunque, dei neoassunti che provengono dall’apprendistato, il 3%, e dai Centri per l’impiego, solo il 2%. La risposta “altro” ammonta nel complesso ad un 6%.

    Non mancano, in realtà, approfondendo la specificità dei dati, strumenti decisamente più innovativi: ad esempio la rete internet, il sito web aziendale, una serie di altre tecniche che uniscono contatti innovativi ad altri di stampo più tradizionale, soprattutto per valutare il livello culturale e di apertura intellettuale dei candidati.

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  • 18- Previsioni di acquisizione di nuovo personale

    No(21%)

    Si(79%)

    Anche se il panorama congiunturale generale della nostra economia non è dei più brillanti, soprattutto a causa della difficile situazione internazionale, le previsioni per il biennio prossimo sono decisamente caratterizzate da una sostanziale fiducia.

    Il 79% delle imprese prevede, infatti, l’acquisizione di nuovo personale, mentre le aziende sulla difensiva, che non prevedono un’espansione o un’integrazione degli addetti ammonta solo al 21%.

    La risposta non vuol dire, automaticamente, una crescita della base occupazionale, ma certamente la necessità di introdurre, in azienda, nuovi addetti e, in molti casi, anche nuove professionalità.

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  • 18.1- Tipologia di personale ricercato

    Giovani senza esperienza da formare in azienda

    (26%)

    Personale senza esperienza ma con

    Qualifica di Formazione Professionale

    (13%)

    Personale con esperienza in una

    specifica mansione(14%)

    Personale con esperienza nel settore

    (47%)

    Il personale richiesto dalle aziende deve essere in possesso, per il 47%, di esperienza specifica nel settore. Le imprese cercano, per il 26%, anche giovani senza esperienza da formare in azienda in conformità con le figure professionali carenti.

    Questo dato è molto importante per comprendere la strategia delle aziende in merito alle tipologie del personale ricercato. Le qualità principali sono quelle strettamente legate alla persona, alla duttilità culturale, alla formazione morale, all’affidabilità. Giovani che possono essere poi formati anche in azienda.

    Per il 14% vi è spazio per giovani con esperienza in mansioni specifiche, mentre per il 13% si cerca personale senza esperienza ma con Qualifica di Formazione professionale.

    Si tratta quindi di una ricerca che, per i tre quarti circa, si orienta verso personale già in possesso di competenze specifiche o, comunque, di una professionalità già formata in alcuni settori.

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  • 18.2- L’inquadramento previsto

    Altro(18%)

    Apprendisti(3%)

    Operai generici(1%)

    Operai specializzati(7%)

    Impiegati(25%)

    Tecnici(42%)

    Quadri(3%)

    Dirigenti(1%)

    L’inquadramento previsto per i giovani da inserire in azienda è soprattutto

    quello con la mansione di tecnici (42%), impiegati (25%), operai specializzati (7%), quadri (3%), apprendisti (3%), dirigenti (1%), operai generici (1%), ed un 18% che corrisponde ad altre esigenze.

    L’altissima percentuale di tecnici conferma l’alto livello professionale richiesto all’interno delle aziende e la scarsa presenza di attività produttive generiche, limitate di norma ad alcune attività tradizionali e marginali, ad esempio del comparto meccanico.

    Entrando nella specificità delle figure richieste, primeggiano quelle dei controllori e dei ricercatori in campo tecnologico.

    I giovani sono chiamati a lavorare alla realizzazione di progetti e, nello specifico, a programmi, tecnologie e software informatico.

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  • 19- Il titolo di studio dei giovani, senza esperienza, richiesto

    Post laurea(11%)

    Laurea(40%)

    Diploma di laurea breve

    (20%)

    Diploma di scuola media superiore

    (20%)

    Qualifica professionale(9%)

    Licenza elementare(0%)

    Nessun titolo(0%)

    Licenza di scuola media inferiore

    (0%)

    Le ambizioni delle imprese operanti in questo settore e la loro proiezione verso

    uno sviluppo futuro sono testimoniate anche dal titolo di studio richiesto ai giovani senza esperienza che chiedono di essere assunti.

    La ricerca è ormai decisamente mirata verso i giovani in possesso di laurea, con il 40%, un titolo di studio post laurea, per l’11%, ed il diploma di laurea breve per il 20%.

    Sono ricercati anche giovani in possesso di un diploma di scuola media superiore, il 20%, e, per un 9% personale in possesso, comunque, di una qualifica professionale.

    C’è, nelle aziende, certamente una grande “fame” di laureati, in particolare ingegneri, ma risulta anche molto importante il bisogno di personale intermedio e dotato di qualifiche professionali che non viene soddisfatto dalle università.

    Questi dati lasciano prevedere un profondo cambiamento della composizione delle tipologie professionali prevalenti tra gli addetti nei prossimi anni, ma anche il bisogno permanente di alcune specializzazioni nelle attività di profilo cosiddetto medio-basso che si rivelano essenziali nelle attività lavorative, soprattutto in quelle di carattere produttivo.

    Alcune mansioni nominalmente tradizionali, hanno in realtà fisionomie operative nuove all’interno delle aziende in cui bisogna operare con nuovi materiali e tecnologie sofisticate.

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  • 19.1- Competenze richieste per assumere giovani senza esperienza

    (risposta multipla)

    Altro(9%)

    Flessibilità(9%)

    Predisposizione ad apprendere(11%)

    Capacità di lavorare in team(6%)

    Capacità di risolvere i problemi(7%)

    Capacità di prendere decisioni

    (1%)

    Capacità di comunicare

    (5%)

    Meccanica(9%)

    Elettronica(15%)

    Informatica(3%)

    Economia aziendale(1%)

    Economia(1%)

    Diritto(0%)

    Scienze(2%)

    Storia / Geografia(1%)

    Matematica(4%)

    Disegno tecnico / artistico(1%)

    Fisica(1%)

    Italiano(11%)

    Lingue(2%)

    Per quanto concerne le competenze richieste per i nuovi assunti, era possibile dare più risposte. Le prime opzioni riguardavano le competenze di tipo tecnico e del patrimonio formativo a livello scolastico e specialistico del candidato mentre le ultime afferivano maggiormente all’essere, alle competenze cosiddette “trasversali”, cioè l’attitudine verso il lavoro: saper risolvere i problemi, lavorare in team e per obiettivi, la capacità di comunicare, di prendere decisioni, la predisposizione ad apprendere ecc. Tutte caratteristiche che dimostrano più che competenze tecniche qualità umane e flessibilità. E’ interessante rilevare che molti capi del personale non si sono minimamente preoccupati di cercare le competenze tecniche del candidato; hanno invece segnato tutte le risposte relative alle qualità umane, dimostrando ancora una volta che la formazione tecnico-scolastica (confidando sui titoli di studio) si dà per scontata ed acquisita, comunque affinabile in sede lavorativa, mentre le qualità umane sono più difficili da acquisire nel percorso lavorativo. In generale i datori di lavoro hanno fatto emergere decisamente il dato che la ricerca del personale tiene sempre più conto delle qualità umane e delle attitudini personali poiché un neo-assunto può tranquillamente essere “forgiato” in azienda secondo le necessità di tipo tecnico a livello lavorativo ma devono essere presenti le competenze trasversali che a volte si dimostrano più importanti di quelle tecniche.

    Partendo dal dato acquisito dell’alto livello del titolo di studio richiesto, la competenza più ricercata dalle imprese, nel variegato panorama emerso, è quella

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  • nel campo dell’elettronica, con il 15%, e nella meccanica con il 9%, l’informatica, con il 3%, per quanto riguarda le attività specificamente legate al cuore delle attività produttive.

    Interessante è anche la ricerca di una “disposizione ad apprendere”, con l’11% del campione.

    Quindi, in quest’ultimo caso, più che un titolo specifico, si ricerca un’attitudine ad apprendere nello specifico all’interno dell’azienda, a contatto con i problemi, in qualche modo una competenza di tipo trasversale che diventa sempre più importante nel mondo del lavoro.

    Anche le altre percentuali che seguono fanno riferimento a questa caratteristica antropologica. La flessibilità raggiunge il 9% ed ha molto a che fare con la capacità di risolvere i problemi, altro 7%, e con la disponibilità a lavorare in team, 6%.

    Si riferiscono ad evidenti attitudini al contatto interpersonale ed a comunicare in presenza di pubblico competenze come la buona conoscenza dell’italiano, l’11%, la capacità di comunicare, 5%, la conoscenza delle lingue straniere con il 2%.

    Si riferiscono attitudini e competenze più specialistiche che, comunque, rivestono un ruolo percentuale minore. Pur confermandosi la disponibilità verso gli ingegneri, sono ricercati anche coloro che hanno delle competenze particolari, ad esempio antennisti, lamieristi, saldatori ecc.

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  • 20- Pensa che in Italia il settore aerospaziale si svilupperà nei prossimi anni?

    Si88%

    No12%

    Anche le risposte alla domanda numero 20, sulle possibilità di sviluppo nel

    futuro, confermano un sostanziale ottimismo di fondo degli imprenditori e dei dirigenti del settore. Avevamo già registrato, ad esempio, un atteggiamento fiducioso relativamente alle possibilità di assunzione di nuovi addetti nel biennio prossimo, evidentemente nella convinta prospettiva di un possibile sviluppo.

    L’88% delle risposte prevede, infatti, una crescita complessiva e, in particolare, delle aziende al centro dell’intervista. Solo il 12% delle risposte testimonia uno zoccolo persistente di pessimismo.

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  • 21- Nella sua azienda, quanto pesa, approssimativamente (in

    termini percentuali) la produzione volta al settore aerospaziale?

    Altro4%

    Servizi22%

    Prodotti22%

    Design17%

    Meccanica26%

    Informatica9%

    Le risposte alla domanda numero 21 consentono di avere un quadro piuttosto dettagliato della tipologia delle attività finalizzate al settore aerospaziale. Si tratta, per il 25% di produzioni meccaniche, il 22% prodotti in genere, un altro 22% riguarda i servizi. Seguono, con percentuali comunque importanti, il design con un 17%, l’informatica con il 9%, ed infine un 4% di altro che raggruppa attività più marginali.

    Una conferma del rilievo della produzione nel settore meccanico ed un 17%, che può apparire persino sorprendente, ad una visione non approfondita, per quanto riguarda il design.

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  • 22- Ritiene che una formazione specifica nel settore

    aerospaziale sia preferenziale ai fini di un’assunzione nella sua azienda?

    Si33%

    No67%

    Il grafico relativo alla domanda numero 22 presenta risultati che, incrociati

    con quelli della domanda 18.1 e 19.b, conferma la necessità delle aziende di avere personale non soltanto con una preparazione di tipo specialistico. La figura maggiormente ricercata è, prevalentemente, quella di addetti che, ai vari livelli, abbiano una predisposizione ad operare in questo particolare settore.

    Le imprese, per il 67%, non danno la priorità ad una formazione specifica, contro il 33% che ricerca personale specializzato.

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  • 23- Considera necessaria la formazione/aggiornamento professionale all’interno della Sua azienda?

    No7%

    Si93%

    In un settore fortemente innovativo come quello aerospaziale, la risposta è decisamente orientata verso una considerazione importante del ruolo della formazione e dell’aggiornamento. Sono soltanto marginali i prodotti ed i servizi reiterativi all’interno di un settore dove l’innovazione, anche professionale, costituisce la ragion d’essere della prospettiva strategica.

    L’altissima percentuale di risposte positive, il 93%, in merito alla necessi