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Le vie d’acqua
modenesi:
rete di canali,
rete di saperi
Milena Bertacchini
Dipartimento Scienze della Terra
Università di Modena e Reggio Emilia
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2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
La città di Modena e i suoi simboli.
Trattato della città di Modena e del suoducato et delle cose in esso accadute, c.
8v. Modena, BEUMo.
L’aquila estense, i fiumi Secchia e Panaro, gli
Appennini e la vite, sono i simboli della ducale città di
Modena (Corradini, Garzillo, Polidori, 1999).
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Pianta de Borghidella città diModona, 1687
(ASMo).
Secondo foglio
dell’Atlante “Piantadel Distretto diModona 1687”,
che Gian Battista
Boccabadati
realizzò in due
esemplari, uno per
il duca Francesco
II d’Este, l’altro per
la Comunità di
Modena.
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Osservare dall’alto la città, come un
uccello in volo, può aiutarci a
scoprire il reticolo di canali che si
cela nel sottosuolo urbano di
Modena.
“È noto che Modena è fondata sopramolti canali” Girolamo Tiraboschi
(1731-1794) in Dizionario
topografico-storico degli Stati
Estensi, voce canales, stampato
postumo 1824-1825.
Ripresa aerea della città di Modena.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Rappresentazione di Modena
alluvionata in un’incisione
seicentesca raffigurante episodi
della vita di San Geminiano (In
Dameri D., Lodovisi A.,
Longagnani L., 2006; BCP, inv.
3382).
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Giovanni Maria Parente, Vita Sancti
Geminiani, 1495, San Geminiano salva
Modena dalle acque. Modena, BEUMo
(a.1.7.9), (In Corradini, Garzillo,
Polidori, 1998).
Filippo da Verona, Madonna in gloria col Bambino e
i santi Geminiano e Martino. Chiesa di San Pietro,
Cappella di San Geminiano. Pala Mazzoni a destra
e particolare a sinistra (In Corradini, 2006).
Numerosi sono i toponimi che anche in
centro storico ricordano il forte legame tra
Modena e l’acqua.
Per limitare i problemi dovuti alla
presenza dei canali aperti, diverse
furono le grida che fin dai tempi di
Francesco I e di Modena Capitale
facevano divieto di “gettare nelle
Canalette, Canali, Strade e Portici,
lettami, rottami, terrazzi, ruschi o altre
forme d’immondizia”.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Modena e i suoi canali nel 1641, tra i quali è
riconoscibile il primo tratto del Canale delleNavi (ASMo, Mappario estense, Grandi
Mappe, n. 50).
Prima della realizzazione del Naviglio, scavato intorno
all’XI secolo, i traffici fluviali con Modena si svolgevano
lungo il tracciato di un antico corso d’acqua,
probabilmente il torrente Formigine.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Mappa fornita dal
Laboratorio di
Cartografia di MEMo.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini2. Le vie d’acque mo
Mappa dei canali
storici di Modena con
indicate le porte della
cinta muraria del XIV
sec., le Cinquantine
medievali e le
cloache desunte dalla
carta del 1684 del
Boccabadati.
Pianta della cittàdi Modena cosuoi scolisotterranei, 1684.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Prima pianta
completa della
città di Modena,
opera di Gian B.
Boccabadati,
dove è
chiaramente
tracciata la rete
dei canali.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Carta dei canali e dei mulini di Modena attribuita a Fra’ Teofilo, topografo del monastero di San Pietro,
XVII secolo. In Riccardi P., Aggiunta alla Nota dichiaritiva dell’autografia di alcune antiche piante della
città di Modena, Atti e Memorie della R. Acc. Di Scienze, Lettere ed Arti di Modena, s. II, vol. X, sez.
Arti, Modena 1894, 7-8.
La mappa rappresenta la
Modena del XV-XVI sec., un
nodo idraulico a cui si accede
attraverso Porta Cittanova o
Sant’Agostino, Porta Bologna o
Saliceto e Porta del Bacino o
Albareto.
Strada del Canal Grande, sede di
splendide dimore, con in primo piano il
palazzo del Principe Foresto in
un’incisione di Guglielmo Silvester del
XVIII secolo.
Il Canal Grande è uno dei più celebri ed antichi canali
di Modena medievale, è un canale di acque torbide
provenienti dal Panaro realizzato dopo il Mille, detto
inizialmente Canale del Vescovo e, in seguito, di San
Pietro.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Il Palazzo dell’Accademia e la
localizzazione della “Casa delle acque”
(foto Pancaldi E., Bertacchini, 2007).
A partire dal 1291, trascorsi tre anni
dall’avvento della signoria d’Este su
Modena, cominciarono i lavori per
l’edificazione della fortezza estense
posta a presidio della città nel luogo
da cui nasceva il Naviglio, la “Casa
delle acque”, dove confluivano sia i
canali di acque torbide derivanti dai
fiumi Secchia e Panaro, sia i canali di
acque chiare che erano alimentati
dalla zona delle risorgive, i paduli.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Stralcio di una “Mappa di Modona” degli ultimi decenni
del XVI sec. (ASMo, Mappario estense, Serie generale,
n. 352). Dal sito del Comune di Modena:
http://cartografia.comune.modena.it
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Stampa autografa di Dioneo Tadolini probabilmente prima del 1859 (Panini, 1997), quando
Francesco V lasciò Modena. Visibile la fonte, detta Fonte della Bisa, che fu poi interrata insieme
alla Darsena e a molti canali dentro le mura nel 1858.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Guglielmo Sivester, Veduta della strada e Chieda
di S. Domenico e della Scuola delle Bele Arti,
1790, acquaforte, Modena, Archivio di Stato.
Pianta dei canali della città di Modena
nel XVII sec., stralcio.
Stralcio nord occidentale della pianta dei canali della
città di Modena, delineata da G.B. Boccabadati nel
1684, in cui è riconoscibile la darsena del 1633 (ASMo,
Mappario estense, Mappe in telaio, Pannello p).
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Veduta dell’ingresso della porta del
castello nella città di Modena, Guglielmo
Sivester, acquaforte, 1789. Modena,
Archivio di Stato.
Il porto settecentesco, che cominciò la sua attività tra il
1650 e il 1660, quando già era avvenuta la copertura
del Naviglio fino all’altezza di Calle Bondesano, era
situato lungo l’attuale Corso V. E. II, all’altezza di
Palazzo Coccapani d’Aragona.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Il bucintoro di francesco III d’Este
(ASMo, Mappario estense, Mappe in
telaio, Pannello P).
La morfologia del Naviglio non consentiva la
navigazione ad imbarcazioni con fondo superiore al
metro e larghezza superiore a 5 metri ca. (In
Dameri D., Lodovisi A., Longagnani L., 2006).
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Il piazzale Sant’Agostino nella seconda
metà del Settecento, pittore attivo nel
XVIII sec. Proprietà privata.
Il Grande Ospedale, di fronte all’antica chiesa, e il
Grande Albergo dei Poveri furono fatti costruire dal
duca Francesco III (In Corradini, Garzillo, Polidori,
2002).
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Foto di Dioneo Tadolini (Panini, 1997).C.so Vittorio Emanuele è la prima strada di Modena
ad apparire in una fotografia scattata tra il 1858 e il
1859.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini
Guglielmo Sivester, Prospetto esteriore
della città di Modena, 1790, acquaforte,
Modena, Archivio di Stato (In Corradini,
Garzillo, Polidori, 1999).
Palazzi lungo la Via Emilia, XVIII sec. ca.
Mappa di Modena, ASMo, Mappario
estense, Serie generale 362.
Pianta di Modena con progetto di
ampliamento a oriente, seconda
metà del XVII sec., in Corradini,
2006.
2. Le vie d’acque modenesi • M. Bertacchini