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Legge di bilancio per l’anno finanziario 2019
Legge 30 dicembre 2018 n.145 Pubblicata sul Supplemento Ordinario n.62 della
Gazzetta ufficiale n.302 del 31/12/2018
I principali contenuti di interesse dell’area fiscale
PS.: le modifiche o le novità introdotte nel corso dell’iter parlamentare rispetto al disegno di Legge
sono evidenziate in grassetto
4 gennaio 2019
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Argomento Commento
Art. 1
Commi 2 e 5
(Sterilizzazione
clausole
salvaguardia Iva e
accise)
È disposta la neutralizzazione degli aumenti delle aliquote IVA (sia ridotta che
ordinaria) per l’anno 2019 previsti dalla legislazione previgente.
Per gli anni successivi vengono aumentati i già previsti incrementi dell’aliquota IVA
ordinaria attualmente fissata al 22%:
• +0,3 punti percentuali per l’anno 2020 (portando così l’aliquota già prevista del
24,9% al 25,2%);
• +1,5 punti percentuali per l’anno 2021 e per ciascuno degli anni successivi
(portando così l’aliquota già prevista del 25,0% al 26,5%).
Rimane confermato l’aumento di 3 punti percentuali per l’aliquota IVA agevolata del
10% già previsto a decorrere dall’anno 2020.
Dal 1° Gennaio 2019 l’aliquota della accisa sulla benzina, sul gasolio usato come
carburante saranno aumentate in modo da determinare maggiori entrate nette non
inferiori a 400 milioni di euro per l’anno 2020 e per ciascuno degli anni successivi.
Art. 1
Comma 3
(Aliquota IVA
dispositivi medici)
Si applica l’aliquota iva del 10% anche ai dispositivi medici a base di sostanze
normalmente utilizzati per cure mediche, per la prevenzione delle malattie e per
trattamenti medici e veterinari classificabili nella voce 3004 della nomenclatura
combinata della Tariffa doganale.
Con una norma interpretativa infatti è stabilito che anche tali prodotti sono compresi
nel numero 114, tab. A, parte III, allegata al DPR 633/72.
Art. 1
Comma 4
(IVA agevolata
prodotti di
panetteria)
Modificato il comma 2, art. 75, L. 413/1991 per ampliare il novero degli ingredienti
che possono beneficiare dell’iva agevolata se utilizzati per la preparazione di prodotti
di panetteria, di conseguenza, si applica l’aliquota iva al 4% anche ai prodotti della
panetteria ordinaria contenenti destrosio e saccarosio, i grassi e gli oli alimentari
industriali ammessi dalla legge, i cereali interi o in granella e i semi, i semi oleosi, le
erbe aromatiche e le spezie di uso comune.
Art. 1
Comma 6
(Sterilizzazione
aumento accise
carburanti)
È abrogato il comma 3 dell’art. 19, D.L. 91/2014 che prevedeva l’aumento, a decorrere
dal 1° Gennaio 2019, dell’aliquota dell’accisa sulla benzina, sulla benzina con piombo e
sul gasolio usato come carburante per far fronte agli oneri derivanti dalla modifica alla
disciplina ACE.
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Art. 1
Commi 7-8
(Interessi passivi
imprese immobiliari)
In considerazione della mancata revisione della normativa fiscale delle imprese
immobiliari, è stata confermata l’applicazione del comma 36 dell’articolo 1, della L.
244/2007 (Finanziaria 2008), che prevede per le società che svolgono in via effettiva
e prevalente l’attività di gestione immobiliare la NON applicazione del meccanismo
del ROL agli interessi passivi relativi a finanziamenti garantiti da ipoteca su immobili
destinati alla locazione.
Tale disposizione era stata abrogata con effetto dal periodo di imposta successivo a
quello in corso al 31.12.2018, in sede di recepimento della direttiva ATAD.
Conseguentemente le predette società, dal 2019 (in caso di periodo di imposta
coincidente con l’anno solare), avrebbero dovuto applicare le limitazioni dell’art. 96
del Tuir (meccanismo del ROL) agli interessi passivi su finanziamenti ipotecari relativi
ad immobili destinati alla locazione.
A seguito della revoca, ad opera della legge di Bilancio, dell’abrogazione del comma
36 dell’art. 1 della L.244/2007, gli interessi passivi relativi a finanziamenti garantiti da
ipoteca su immobili destinati alla locazione continueranno ad essere deducibili per il
loro intero ammontare, senza alcuna limitazione.
Per completezza si ricorda che si considerano società che svolgono in via effettiva e
prevalente l’attività di gestione immobiliare quelle società il cui valore dell'attivo
patrimoniale è costituito per la maggior parte dal valore normale degli immobili
destinati alla locazione ed i cui ricavi sono rappresentati per almeno i 2/3 da canoni
di locazione o affitto di aziende.
Il successivo comma 8 stabilisce i limiti di spesa nella misura di 17,7 milioni di euro
per il 2020 e 10,1 milioni di euro dal 2021.
Art. 1
Commi 9-11
(Estensione del
regime forfetario)
Requisiti di accesso al regime
Dal 2019 aumenteranno i soggetti che potranno accedere al regime forfettario grazie
all’innalzamento e all’unificazione delle soglie dei ricavi conseguiti e dei compensi
percepiti, nonché alla eliminazione degli altri requisiti di accesso al regime fino ad oggi
richiesti.
È infatti previsto che le persone fisiche esercenti attività di imprese, arti o professioni
potranno accedere al regime forfettario già dal 2019 se nell’anno precedente hanno
conseguito un ammontare di ricavi o hanno percepito compensi, ragguagliati ad anno,
non superiori a 65.000,00 euro.
Ancorché la norma utilizzi, con riferimento all’ammontare di ricavi, il termine
“conseguito”, il criterio da utilizzare ai fini della determinazione di detto ammontare è
quello proprio del regime contabile di provenienza. Conseguentemente, per le imprese
ammesse alla tenuta della contabilità semplificata, assumeranno rilevanza i ricavi
“incassati”, o quelli considerati tali con il metodo “del registrato”, quelli cioè che hanno
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concorso alla determinazione del reddito d’impresa/lavoro autonomo dell’anno
precedente.
È dunque richiesto un unico requisito di accesso al regime forfetario, identico per tutte
le attività.
Modificando il comma 54 dell’art 1 della L. 190/2014 la novella legislativa ha di fatto
eliminato gli ulteriori requisiti fino a questo momento richiesti, quali:
• il limite dei 5.000,00 euro annui per le spese per prestazioni di lavoro;
• il limite dei 20.000,00 euro per gli investimenti in beni strumentali. Sono confermati i gruppi di attività e le relative percentuali di redditività.
Cause di esclusione
Con la modifica della lett. d) del comma 57, art.1, L 190/2014, viene precluso l’accesso
al regime ai soggetti che partecipano, contemporaneamente all’esercizio dell’attività,
alle:
• Società di persone;
• Associazioni o imprese familiari di cui all’art 5 del TUIR;
• Società a responsabilità limitata (trasparenti e non) che esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni e che siano controllate direttamente o indirettamente dagli stessi;
• Associazione in partecipazione che esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni e che siano controllate direttamente o indirettamente dagli stessi.
Con lo scopo di evitare artificiose trasformazioni di attività di lavoro dipendente in
attività di lavoro autonomo il novellato comma 57, lett. d-bis), art 1, L. 190/2014, non
possono altresì avvalersi del regime le persone fisiche la cui attività sia esercitata
prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di
lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d'imposta,
ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili ai
suddetti datori di lavoro.
Restano inalterate le ulteriori cause di esclusione già previste.
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Per quanto non diversamente stabilito restano invariate le disposizioni di cui alla
L.190/2014.
Considerate le rilevanti modifiche apportate alla disciplina del regime forfettario si
deve ritenere che, ai sensi dell’art. 1, c. 1, del D.Lgs 442/97, possa essere revocata
l’eventuale opzione per il regime normale espressa negli anni 2017 e 2018.
Art. 1
Comma 12
(Deducibilità IMU
degli immobili
strumentali)
E’ stata incrementata dal 20% al 40% la deducibilità dell'imposta municipale propria
(IMU) relativa agli immobili strumentali ai fini della determinazione del reddito di
impresa e del reddito derivante dall'esercizio di arti e professioni.
Resta ferma l’indeducibilità della medesima imposta ai fini IRAP.
L’incremento della deducibilità si applica anche all’imposta municipale immobiliare
(IMI) della provincia autonoma di Bolzano e all'imposta immobiliare semplice (IMIS)
della provincia autonoma di Trento.
Art. 1
Commi 13-16
(Imposta sostitutiva
sui compensi
derivanti dalla
attività di lezioni
private e ripetizioni)
I compensi percepiti per attività di lezioni private e ripetizioni, esercitate da docenti
titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado, sono soggetti a un'imposta
sostitutiva delle imposte sui redditi con aliquota pari al 15% da versare entro gli stessi
termini del versamento del saldo Irpef. La norma rinvia integralmente alla disciplina
normativa Irpef per ciò che riguarda la liquidazione, l'accertamento, la riscossione, i
rimborsi, le sanzioni, gli interessi e il contenzioso tributario.
L'Agenzia delle Entrate, in apposito provvedimento, disciplinerà le modalità di
versamento dell'acconto e del saldo dell'imposta sostitutiva. Viene inoltre precisato
che, il contribuente potrà comunque decidere di far concorrere i predetti compensi alla
formazione del reddito complessivo sulla base dell'esercizio di una specifica opzione (le
cui modalità saranno stabilite nel medesimo provvedimento dell'Agenzia delle entrate).
La norma ricorda che, per poter svolgere regolarmente l’attività di insegnamento a
titolo privato, i dipendenti pubblici sono tenuti a comunicare l’esercizio di attività extra
professionale didattica alla propria amministrazione di appartenenza, ai fini della
verifica di eventuali incompatibilità (art. 53, D.Lgs. n. 165/2001).
Art. 1
Commi 17-22
(Imposta sostitutiva
per imprenditori
individuali ed
esercenti arti e
professioni)
Viene introdotto, a decorrere dal 1° gennaio 2020, un regime di tassazione agevolata
(flat tax) del reddito realizzato da imprese individuali e da esercenti arti e professioni
che nel periodo d’imposta precedente (es: 2019) conseguono ricavi o compensi
compresi tra euro 65.001 e 100.000 euro, ragguagliati ad anno. In sede di conversione
è stato inserito il riferimento al periodo d’imposta precedente anziché all’anno
precedente, come presente nel testo originario.
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L’agevolazione consiste nell’assoggettamento del reddito d’impresa o di lavoro
autonomo ad un’imposta sostitutiva dell’IRPEF, delle relative addizionali e dell’IRAP con
l’aliquota del 20%.
La determinazione del reddito deve essere effettuata con le ordinarie modalità in base
al regime contabile adottato (contabilità semplificata per cassa o per registrato o
ordinaria per opzione), tenendo anche conto di eventuali perdite a riporto in base alle
nuove disposizioni dell’art.8 TUIR.
I soggetti che fruiscono di questo regime fiscale sono esonerati dall’applicazione
dell’IVA e dai conseguenti adempimenti, fermo restando l’obbligo di emissione della
fattura elettronica; si renderà, quindi, necessario nel passaggio a questo regime
eseguire la rettifica della detrazione IVA di cui all’art.19-bis 2 DPR 633/72.
Inoltre, questi contribuenti non subiscono ritenute d’acconto su compensi o ricavi
realizzati, previo rilascio di un’apposita dichiarazione che evidenzia l’adesione a tale
regime fiscale, e non sono, a loro volta, sostituti d’imposta e, quindi, non operano le
ritenute, limitandosi ad indicare in dichiarazione dei redditi i dati relativi alle operazioni
ordinariamente soggette a ritenuta fiscale.
I contribuenti che beneficiano di questo regime impositivo sono tenuti ad assolvere gli
obblighi contributivi previdenziali in base alle ordinarie disposizioni, non essendo
previste deroghe agevolative e neanche la possibilità di deduzione di quanto assolto a
tale titolo dal reddito d’impresa o di lavoro autonomo. Restano, altresì, soggetti
all’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA).
Sulla base delle attuali disposizioni, i contribuenti che usufruiscono di questo regime
non possono avvalersi della tassazione agevolata degli utili reinvestiti per l’acquisizione
di beni materiali strumentali e per l’incremento dell’occupazionale.
Le condizioni di accesso a questo nuovo meccanismo di tassazione sono analoghe a
quelle previste per il nuovo regime forfetario.
Nello specifico, per l’individuazione del limite di ricavi e compensi, occorre procedere
alla verifica sommando tutti i ricavi e i compensi, anche relativi a diverse attività, senza
considerare eventuali ulteriori componenti positivi aggiunti in sede di dichiarazione dei
redditi per migliorare l’indice sintetico di affidabilità fiscale (ISA) e accedere al regime
premiale. Per la determinazione dei ricavi e compensi rileverà il criterio di cassa o di
competenza o di registrazione specifico del regime contabile adottato.
Il regime agevolato non può essere fruito da:
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• contribuenti che si avvalgono di regimi speciali IVA (artt. 34, 34-bis, 74 e 74-ter DPR
633/72, vendite a domicilio) o di regimi forfettari di determinazione del reddito
(es: regime forfettario, venditori porta a porta, regimi dell’art. 32 TUIR, agriturismo,
ecc.);
• soggetti non residenti, ad eccezione dei residenti nella UE o in uno stato SEE che
producono nel territorio italiano il 75% del reddito complessivo prodotto;
• contribuenti che effettuano in via esclusiva o principale cessioni di fabbricati e di
terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi;
• soggetti che partecipano contemporaneamente a società di persone, imprese
familiari, associazioni tra professionisti o che controllano direttamente o
indirettamente srl (sia in regime di trasparenza fiscale che in regime ordinario) e
associazioni in partecipazione che esercitano direttamente o indirettamente
attività economiche riconducibili all’attività propria dell’impresa o di lavoro
autonomo;
• contribuenti che esercitano l’attività prevalentemente nei confronti di datori di
lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano in corso rapporti di lavoro
nei due anni precedenti o nei confronti di soggetti a questi direttamente o
indirettamente riconducibili.
Questo nuovo regime fiscale si configura come un regime naturale al quale accedono
direttamente tutti i contribuenti in possesso dei requisiti; saranno, quindi, i soggetti
con le condizioni di accesso a dover esercitare un’opzione se intendono richiedere
l’applicazione di IRPEF, IRAP e IVA con le ordinarie modalità.
Pur non essendo esplicitato nella norma, le previsioni di esclusione dalla disciplina IVA
contrastano con le disposizioni europee, rendendosi quindi necessaria per la relativa
operatività un’apposita autorizzazione comunitaria.
Art. 1
Commi 23-26
(Disciplina del riporto
delle perdite per i
soggetti Irpef)
Il DDL di bilancio 2019 modificando l’articolo 8 del Tuir («Determinazione del reddito
complessivo») stabilisce che le perdite fiscali derivanti dall’esercizio di imprese
commerciali e quelle derivanti dalla partecipazione in S.n.c. e S.a.s. sono computate in
diminuzione dei relativi redditi d’impresa conseguiti nel periodo d’imposta e, per la
“differenza”, nei successivi periodi, in misura non superiore all’80% dei redditi
conseguiti e per l’intero importo che trova capienza in essi. In tal modo, viene
“allineato” il trattamento fiscale delle perdite d’ impresa in contabilità semplificata a
quello delle imprese in contabilità ordinaria (nell’attuale versione, infatti, è previsto un
diverso trattamento delle perdite dei soggetti in contabilità semplificata (comma 1)
rispetto a quelle dei soggetti in contabilità ordinaria (comma 3)). Viene, altresì, previsto
il limite quantitativo dell’80% al riporto delle perdite (senza vincoli di tempo) -
analogamente ai soggetti Ires – in luogo del vigente riporto quinquennale. Sul piano
temporale, le suddette disposizioni - per i soggetti in contabilità semplificata ed
ordinaria – si applicano a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso
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al 31 dicembre 2017 (ossia dal 2018, per i soggetti con periodo d’imposta solare). Resta
fermo, invece, quanto previsto dall’articolo 8 del Tuir per gli esercenti arti e professioni.
Imprese minori
Per quanto concerne le imprese minori (di cui all’articolo 66 del Tuir) – in merito al
riporto delle perdite fiscali – sono state elaborate specifiche disposizioni “transitorie”
con percentuali inferiori rispetto alla soglia dell’80%: in particolare, a seguito delle
modifiche apportare all’articolo 8 del Tuir viene stabilito che:
a) è possibile recuperare la parte “non compensata” (ai sensi dell’articolo 8, comma 1 del Tuir) delle perdite fiscali relative al periodo d'imposta 2017. Pertanto, le perdite del 2017 - non compensate con il reddito complessivo di tale anno - possono essere computate in diminuzione dei redditi d’impresa conseguiti:
• nei periodi d’imposta 2018 e 2019, in misura non superiore al 40% dei medesimi redditi e per l’intero importo che trova capienza in essi;
• nel periodo d’imposta 2020, in misura non superiore al 60% dei medesimi redditi e per l’intero importo che trova capienza in essi.
Trattasi di una disposizione che era stata sollecitata in più occasioni sin
dall’introduzione del regime di contabilità per cassa, per ovviare agli effetti
distorsivi conseguenti l’obbligo di dedurre integralmente le rimanenze risultanti
dall’ultimo periodo di applicazione del criterio di competenza (in tal caso, infatti,
nella stragrande maggioranza dei casi le imprese presentavano una perdita che, in
base alla norma vigente, non era riportabile negli anni successivi).
b) in deroga al comma 3 dell’articolo 8 del Tuir, le perdite fiscali delle imprese minori:
• relative al periodo d’imposta 2018, sono computate in diminuzione dei redditi d’impresa conseguiti nei periodi d’imposta 2019 e 2020 in misura non superiore, rispettivamente, al 40% e al 60% dei medesimi redditi e per l’intero importo che trova capienza in essi;
• relative al periodo d’imposta 2019 sono computate in diminuzione dei redditi d’impresa conseguiti nel periodo d’imposta 2020 in misura non superiore al 60% dei medesimi redditi e per l’intero importo che trova capienza in essi.
Ulteriori precisazioni hanno riguardato la norma concernente le società trasparenti.
Modificando, l’articolo 101, comma 6 del Tuir, infatti, il legislatore ha stabilito ora che
le perdite attribuite per trasparenza dalle S.n.c. e S.a.s. sono utilizzabili solo in
abbattimento degli utili attribuiti per trasparenza dalla stessa società che ha generato
le perdite. Viene, così, espunto dal citato articolo 101 il limite quinquennale previsto
dalla vigente normativa. Infine, per le società a ristretta base proprietaria che optano
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per la trasparenza fiscale, con il modificato articolo 116 del Tuir viene stabilito che: a)
si applicano le disposizioni dell’articolo 84, comma 3 del Tuir; b) per i soggetti che
fruiscono di un regime di esenzione dell’utile, la perdita è riportabile per l'ammontare
che eccede l'utile che non ha concorso alla formazione del reddito negli esercizi
precedenti (articolo 84, comma 1, secondo periodo del Tuir).
Art. 1
Comma 27
(Detrazioni fiscali in
materia di
mantenimento dei
cani guida per i non
vedenti)
Per le spese sostenute dai non vedenti per il mantenimento dei cani “guida” spetta
una detrazione Irpef nella misura forfetaria di 1.000 euro (fino al 2018 la detrazione
era fissata a 516,46 euro).
Art. 1
Commi 28-34
(Tassazione
agevolata degli utili
reinvestiti per
l’acquisizione di beni
materiali strumentali
e per l’incremento
dell’occupazione)
Viene introdotta un'agevolazione fiscale consistente in una riduzione di 9 punti
percentuali (9%), dell’IRES e dell’IRPEF, per la parte di utili del periodo di imposta
precedente a quello per il quale è presentata la dichiarazione (realizzati nell’esercizio
di attività commerciali a decorrere dal periodo in corso al 31/12/2018), accantonati a
riserve disponibili e “utilizzati” per:
• Investimenti in beni strumentali nuovi di cui all’art. 102 del Tuir,
e/o
• Personale assunto con contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato.
Ai fini della disposizione in esame, sono riserve di utili non disponibili solo quelle
formate con utili non realmente conseguiti (e quindi frutto di processi valutativi).
Gli incrementi delle riserve di cui sopra rilevano al netto delle eventuali riduzioni di
patrimonio netto per attribuzioni ai soci o partecipanti.
Il concetto di investimento di cui alla precedente lettera a), comprende in generale ogni
investimento (incluso in leasing), effettuato acquisendo beni nuovi per strutture
ubicate sul territorio dello Stato. Sono esclusi gli immobili e gli acquisti di mezzi di
trasporto a motore dati in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del periodo
d’imposta. Sono quindi agevolati gli acquisti di veicoli a motore incluse autovetture.
Nel singolo periodo d’imposta, l’agevolazione è determinata limitatamente agli
ammortamenti deducibili a norma dell’art. 102 del Tuir sui beni acquistati a decorrere
dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018. Gli
ammortamenti agevolabili sono sottoposti al limite massimo dell’incremento del costo
dei beni strumentali determinato quale differenza tra il costo fiscale dei beni
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strumentali materiali assunto al lordo delle quote di ammortamento ed il costo
complessivo fiscale di tutti i beni materiali assunti al netto delle relative quote di
ammortamento dal periodo d’imposta in corso al 31/12/2018 (di fatto sono agevolati
gli investimenti incrementali rispetto quelli al 31/12/2018). Ai fini dell'agevolazione non
rilevano eventuali iper ammortamenti.
Relativamente al costo del personale di cui alla lettera b), la voce rileva solo se relativa
a personale destinato per la maggior parte del periodo d’imposta a strutture ubicate
sul territorio dello Stato, e a condizione che il numero complessivo medio dei lavoratori
dipendenti sia superiore al numero dei lavoratori assunti al 30/9/2018. Il costo del
personale con le caratteristiche di legge rileva nel limite massimo dell’incremento
complessivo del costo del personale classificabile nelle voci di Conto Economico (all’art.
2425, primo comma, lettera b), numeri 9 e 14 del c.c.), rispetto a quello del periodo
d’imposta in corso al 31/12/2018.
Rilevano inoltre eventuali riduzioni occupazionali in società controllate e collegate ai
sensi dell’art. 2359 c.c., o comunque facenti capo allo stesso soggetto (per gli ENC
l’applicazione di tale regola si applica al solo personale impiegato nell’attività
commerciale).
Se l’impresa “è nata” dal 01/10/2018, ogni lavoratore dipendente assunto costituisce
incremento occupazionale.
Regole particolari sono previste in caso di “subentro” nella gestione di un servizio
pubblico. L’agevolazione è in ogni caso subordinata al rispetto delle prescrizioni
previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro e norme sulla sicurezza per tutti i
lavoratori (inclusi quelli non agevolati). In presenza di lavoratori a tempo parziale, il
computo dell’incremento occupazionale è operato in modo proporzionale.
Il conteggio “della parte di utili agevolata” avviene per periodo d’imposta, con la
conseguenza che:
• la parte di utili “agevolati” che eccede il reddito di periodo è computato ad aumento degli utili “agevolati” dell’esercizio successivo;
• la parte di utili accantonati a riserva che eccede l’ammontare degli investimenti “agevolabili” (lettera a) e b)), è computata ad incremento degli utili dell’esercizio successivo;
• la parte degli investimenti agevolati che eccede la quota di utili accantonati in un esercizio, è computata ad incremento degli investimenti “agevolati” dell’esercizio successivo.
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In presenza di gruppo che aderisce al consolidato, l’agevolazione fiscale in esame viene
utilizzata dalla controllante previo utilizzo delle perdite fiscali.
In presenza di società di capitali trasparente (ai sensi dell’art. 115 del Tuir), la parte di
utile “agevolata” è attribuita a ciascun partecipante in ragione della sua partecipazione
agli utili.
L’agevolazione è estesa anche ai redditi delle imprese individuali, Snc e Sas, in regime
di contabilità ordinaria, e a quelli in contabilità semplificata, a condizione, in tale
seconda ipotesi, che le scritture previste dal comma 2, dell’art. 2217 c.c., siano
integrate con un prospetto che evidenzi la destinazione a riserva dell’utile d’esercizio e
l’evoluzione della riserva.
Per i soggetti IRPEF, l’agevolazione (-9%), è applicata applicando al reddito d’impresa le
aliquote IRPEF ridotte del 9% partendo dalla aliquota più alta.
Infine, l’agevolazione è cumulabile con altre agevolazioni, ma non è applicabile ai
soggetti che determinano il reddito in modo forfettario.
Art. 1
Commi 35-50
(Imposta sui servizi
digitali)
Viene introdotta un’imposta del 3% sui ricavi realizzati per servizi digitali resi a
imprese e privati, in sostituzione di quella istituita dalla legge di bilancio 2018 sulle
transazioni digitali, mai entrata in vigore.
L’imposta si applica ai ricavi derivanti da servizi digitali resi da imprese di qualunque
natura giuridica (individuali, società) che hanno realizzato, singolarmente o
nell’ambito di gruppo, nel corso di un anno solare un ammontare complessivo di
ricavi non inferiore a 750 milioni di euro di cui almeno 5,5 milioni nel territorio
italiano.
I ricavi da servizi digitali soggetti all’imposta sono quelli derivanti da:
- veicolazione della pubblicità su un’interfaccia digitale visualizzata su dispositivo
utilizzato dall’utente nel territorio italiano;
- servizi di messa a disposizione di un’interfaccia digitale multilaterale che
consente agli utenti di interagire fra loro per concludere la fornitura diretta di
beni e servizi o di disporre di un conto per accedere all’interfaccia tramite un
dispositivo nel territorio italiano;
- servizi di trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di
un’interfaccia digitale tramite dispositivo nel territorio dello stato.
I ricavi si considerano quindi da assoggettare all’imposta se l’utente (privato o
impresa) utilizza un dispositivo nel territorio italiano per visualizzare la pubblicità,
concludere forniture, trasmettere dati.
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Non rilevano i ricavi realizzati per servizi resi a soggetti controllati, controllanti o
controllati dallo stesso soggetto controllante.
L’imposta si applica nella misura del 3% ai ricavi (al netto dell’IVA) realizzati in ciascun
trimestre e deve essere versata entro il mese successivo a ciascun trimestre;
l’ammontare di tali servizi dovrà risultare da una dichiarare annuale da presentare
entro il 30 aprile.
I soggetti non residenti privi di stabile organizzazione in Italia dovranno richiedere un
codice identificativo per assolvere l’imposta.
Per l’accertamento, le sanzioni e la riscossione dell’imposta si applicano le
disposizioni in materia di IVA, in quanto compatibili.
Per le disposizioni di attuazione si rinvia ad un decreto ministeriale da diramare entro
il mese di aprile, disponendo che l’applicazione dell’imposta decorrerà dal
sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione di tale provvedimento.
Sono abrogati i commi da 1011 a 1019 dell’articolo 1 della Legge 205/2017.
Art. 1
Commi 51-52
(Abrogazione
riduzione IRES enti
non a scopo di lucro
e IACP)
Viene abrogata la riduzione a metà dell’IRES per taluni enti con personalità giuridica
(associazioni riconosciute e fondazioni) che svolgono attività sociali, culturali e
attività con fini solidaristici, e per gli istituti autonomi per le case popolari.
In pratica viene abrogato l’articolo 6 del DPR 601/1973 che disponeva la riduzione
alla metà dell’IRES (dal 24 al 12 per cento) nei confronti dei seguenti enti:
- enti e istituti di assistenza sociale, società di mutuo soccorso, enti ospedalieri,
enti di assistenza e beneficenza;
- istituti di istruzione e istituti di studio e sperimentazione di interesse generale che
non hanno fine di lucro, corpi scientifici, accademie, fondazioni e associazioni
storiche, letterarie, scientifiche, di esperienze e ricerche aventi scopi
esclusivamente culturali;
- enti il cui fine è equiparato per legge ai fini di beneficenza o di istruzione;
- istituti autonomi per le case popolari (Iacp), comunque denominati, e loro
consorzi nonché enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti Istituti, istituiti
nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione dell'Unione
europea in materia di "in house providing" e che siano costituiti e operanti alla
data del 31 dicembre 2013.
Viene altresì previsto che il calcolo degli acconti per il 2019 dovrà essere effettuato
considerando, come imposta del periodo precedente, quella risultante
dall’introduzione delle nuove norme in commento.
13
Art. 1
Commi 53-54
(Dati fiscali trasmessi
al Sistema tessera
sanitaria)
Con la sostituzione dell’art. 10-bis del DL 119/2018, che detta disposizioni di
semplificazione in tema di fatturazione elettronica per gli operatori sanitari, si
prevede che, solo per il periodo d’imposta 2019, i soggetti tenuti all’invio dei dati al
Sistema Tessera Sanitaria ai fini della dichiarazione precompilata, non possono
emettere fatture elettroniche con riferimento alle fatture i cui dati sono da inviare al
Sistema TS.
Viene sostituito il comma 6-quater dell’art. 2, D.lgs 127/2015, per prevedere che i
soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema TS possono adempiere all’obbligo di
memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi mediante la
memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati, relativi a tutti i
corrispettivi giornalieri, al Sistema TS.
Viene inoltre chiarito che i dati trasmessi al Sistema TS possono essere utilizzati solo
dalle pubbliche amministrazioni per garantire l’applicazione delle norme in materia
tributaria e doganale o per il monitoraggio della spesa pubblica e privata complessiva.
Art. 1
Comma 55
(Credito d’imposta
adeguamento
tecnologico per invio
telematico
corrispettivi)
Con la modifica del comma 6-quinquies dell’art. 2, D.lgs 127/2015, viene ora previsto
che il contributo per l’acquisto o l’adattamento degli strumenti mediante i quali sono
effettuate la memorizzazione e la trasmissione telematica dei corrispettivi, viene
riconosciuto, sotto forma di credito d’imposta, direttamente al soggetto obbligato
alla memorizzazione e trasmissione anziché, come previsto nella precedente
formulazione, sotto forma di sconto sul prezzo praticato dal fornitore.
Il credito d’imposta è attribuito per gli anni 2019 e 2020 ed è pari al 50% della spesa
sostenuta fino ad un massimo di 250 euro in caso di acquisto e di 50 euro in caso di
adattamento dello strumento.
Il credito d’imposta può essere utilizzato in compensazione, ai sensi dell’art. 17 D.lgs
241/97, a decorrere dalla prima liquidazione periodica dell’IVA successiva al mese in
cui è stata registrata la fattura relativa all’acquisto o all’adattamento degli strumenti
mediante i quali effettuare la memorizzazione e trasmissione. Ulteriore condizione è
che il pagamento del corrispettivo relativo all’acquisto o all’adattamento sia
effettuato con modalità tracciabile.
Entro il 31 gennaio 2019 sarà emanato apposito decreto attuativo.
Art. 1
Comma 56
(Esonero obbligo di
fatturazione nei
contratti di
sponsorizzazione da
Viene abrogata la norma (rif. comma 02 dell’art.10 del DL 119/2018) che disponeva
che gli obblighi di fatturazione e registrazione relativi a contratti di sponsorizzazione
e pubblicità relativi ai soggetti che applicano il regime forfettario opzionale di cui al
regime della Legge 398/91, fossero adempiuti dai cessionari.
14
parte dei soggetti in
regime di cui alla
Legge 398/91)
Con la modifica apportata, viene meno l’obbligo di fatturazione elettronica per le
prestazioni di sponsorizzazione e pubblicità e concessione di diritti di ripresa
televisiva e di trasmissione radiofonica, previsti dall’art.74 comma 6 del DPR 633/72,
in capo ai soggetti che applicano il regime di cui alla Legge 398/91.
Conseguentemente, così come previsto dal comma 01 dell’art.10 del DL 119/2018, i
soggetti che nell’anno precedente hanno realizzato proventi di natura commerciale
non superiori a 65.000 euro devono fare comunque la fattura in forma cartacea,
mentre i soggetti che hanno realizzato nell’anno precedente proventi superiori a
65.000 euro devono assicurarsi che la fattura sia emessa per loro conto dal
cessionario/committente.
N.B. Si ricorda che le associazioni interessate da questo esonero sono, oltre alle
associazioni e società sportive dilettantistiche senza scopo di lucro, anche, e fino
all’entrata in vigore del RUNTS e l’autorizzazione della Commissione Europea sul
Codice del Terzo settore, le associazioni senza scopo di lucro, le pro loco, le bande i
cori e le compagnie filodrammatiche.
Art. 1
Comma 59
(Cedolare secca sul
reddito da locazione
di immobili ad uso
commerciale)
E’ introdotta la possibilità di optare per il regime di cedolare secca, con aliquota del
21%, per i canoni di locazione di immobili classificati come C/1 (negozi, botteghe) e
relative pertinenze, se congiuntamente locate. Condizioni:
• l'unità immobiliare oggetto della locazione deve avere una superficie complessiva, al netto delle pertinenze, non superiore a 600 metri quadri;
• il contratto deve essere stipulato nell’anno 2019 da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di un’attività di impresa, o di arti e professioni.
Per evitare che chi ha già un contratto in corso ne stipuli uno nuovo solo per avvalersi
della cedolare secca, è previsto che tale regime opzionale non può essere applicato ai
contratti stipulati nell’anno 2019 se alla data del 15 ottobre 2018 risulta in corso un
contratto non scaduto tra gli stessi soggetti e per lo stesso immobile.
Art. 1
Commi 60-65
(Proroga e
rimodulazione della
disciplina di
maggiorazione
dell’ammortamento
–
iperammortamento)
Proroga per l’iper ammortamento, ma con alcune novità rispetto al passato: fermo
restando l’impianto normativo del beneficio, l’aliquota agevolativa non sarà più unica
ma viene “differenziata” in base alla dimensione dell’investimento.
Nel 2019 continuerà anche il super ammortamento per i beni “immateriali” (con
maggiorazione del 40%). Nessun rinnovo, invece, per il super ammortamento di beni
strumentali tradizionali che “cede il passo” alla tassazione agevolata degli utili
reinvestiti per l’acquisizione di beni materiali strumentali e per l’incremento
occupazionale.
Novità per l’iper ammortamento
15
Per quanto riguarda la “nuova edizione” dell’iper ammortamento la legge di bilancio
stabilisce quanto segue:
• viene prorogato di un anno il periodo di fruibilità dell’agevolazione. Pertanto, al fine di favorire processi di trasformazione tecnologica e digitale secondo il modello « Industria 4.0», gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi (di cui all’Allegato A della legge di Bilancio 2017), destinati a strutture produttive situate nel territorio italiano, vanno effettati effettuati entro il 31 dicembre 2019, ovvero entro il 31 dicembre 2020 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2019 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione;
• viene modificata la percentuale della maggiorazione, che non sarà più pari al 150% del costo di acquisizione dei beni, ma “differenziata” a seconda dell’ammontare dell’investimento. In particolare, per gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2019, l’iper ammortamento sarà pari: - al 170%, per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro; - al 100% per gli investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro; - al 50% per gli investimenti compresi tra 10 e 20 milioni di euro.
Nessuna maggiorazione è, invece, prevista sulla parte di investimenti complessivi
eccedenti 20 milioni di euro. Restano ferme le disposizioni previste in materia di
investimenti sostitutivi e di recapture dell’investimento nonché quelle relative i beni
esclusi dal beneficio (trattasi dei beni strumentali per i quali il D.M. 31/12/1988
stabilisce un coefficiente inferiore al 6,5%; degli investimenti in fabbricati e costruzioni
nonché degli investimenti in beni di cui all'allegato n. 3 annesso alla L.208/2015).
Super ammortamento beni “immateriali”
Prorogato di un anno anche il super ammortamento per i beni “immateriali”
strumentali di cui all’allegato B della legge di Bilancio 2017, la cui maggiorazione resta
ferma alla misura del 40%. Pertanto, la maggiorazione del costo di acquisizione dei beni
“immateriali” (software) è applicabile ai soggetti che usufruiscono dell’iper-
ammortamento, con riferimento gli investimenti effettuati fino al 31 dicembre 2019
ovvero al 31 dicembre 2020 a condizione che entro il 31 dicembre 2019 l’ordine di
acquisto si accettato da parte del venditore e sia avvenuto il pagamento di un acconto
pari al 20% del costo di acquisizione.
Obblighi documentali
Per la fruizione dei benefici dell’iper ammortamento e del super ammortamento beni
immateriali restano fermi gli obblighi documentali previsti dalla previgente normativa.
Secondo l’articolo 1, comma 11, della L.232/2016, per la fruizione dell’iper
16
ammortamento e della maggiorazione prevista per i beni “immateriali”, l'impresa è
tenuta a produrre:
a) una dichiarazione resa dal legale rappresentante (ossia una dichiarazione sostitutiva di atto notorio così come stabilita dal D.P.R. 445/2000);
ovvero
b) per i beni aventi ciascuno un costo di acquisizione superiore a 500.000 euro, una perizia tecnica giurata rilasciata da un ingegnere, un perito industriale ovvero un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato che attesti che il bene: - possiede le caratteristiche tecniche tali da includerlo nell’elenco di cui
all’Allegato A e/o all’Allegato B; - è interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di
fornitura.
Determinazione degli acconti
Per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019 e per quello successivo (2020) la
determinazione degli acconti (con il metodo «storico») è effettuata considerando quale
imposta del periodo d’imposta precedente quella che si sarebbe determinata in
assenza delle norme sull’iper-ammortamento e sulla maggiorazione dei beni
immateriali.
Art. 1
Comma 66
(Estromissione
agevolata immobili
strumentali)
Sono stati riaperti i termini per l’esclusione dall’impresa dei beni immobili strumentali posseduti alla data del 31 ottobre 2018, da parte dell’imprenditore individuale. L’opzione deve essere manifestata entro il 31.05.2019; a tal fine si ritengono valide le indicazioni già fornite in passato secondo le quali l’opzione può essere manifestata mediante comportamento concludente (scritture contabili per imprese in contabilità ordinaria e annotazione nel registro dei cespiti per le imprese in semplificata). Per l’estromissione è previsto il pagamento di una imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e dell'imposta regionale sulle attività produttive nella misura dell'8% della differenza tra il valore normale di tali beni ed il relativo valore fiscalmente riconosciuto. L’imposta dovuta dovrà essere versata in parte entro il 30/11/2019 e in parte entro il 16/6/2020. Per i soggetti che si avvalgono di tale possibilità, gli effetti dell’estromissione
decorrono dal 1° gennaio 2019.
Art. 1
Comma 67
(Proroga delle
detrazioni fiscali per
interventi di
Il “Bonus ristrutturazione” e l’“Ecobonus” di cui, rispettivamente, all’art. 16 e 14 del
D.L. 63/2013 (così come modificati dalla Legge di Bilancio per il 2018), sono “prorogati”
a tutto il 2019.
17
efficienza energetica,
ristrutturazione
edilizia e per
l’acquisto di mobili)
Stessa proroga al 2019 anche per il c.d. “Bonus mobili”, in riferimento ad interventi
edilizi iniziati a decorrere dal 1/01/2018. In tal caso, la detrazione, da ripartire in 10
quote annuali di pari importo, spetta nella misura del 50% delle spese sostenute ed è
calcolata su un ammontare non superiore a 10.000 euro, considerato, per gli interventi
effettuati nel 2018 ovvero per quelli iniziati nel medesimo anno e proseguiti nel 2019,
al netto delle spese sostenute nel 2018 per le quali si è fruito della detrazione.
Art. 1
Comma 68
(Proroga delle
detrazioni fiscali per
interventi di
sistemazione a
verde)
Viene prorogato a tutto il 2019 anche il c.d. “Bonus verde”, spettante nella misura del
36% delle spese documentate, fino ad un massimo di 5.000 euro per unità immobiliare
ad uso abitativo.
Restano invariate le modalità applicative per ottenere l’agevolazione.
Art. 1
Comma 69
(Proroga di termini in
materia bancaria e
creditizia)
Alle società cooperative che operano nel rispetto delle condizioni previste
dall'articolo 112, comma 7 del TUB, viene concesso di continuare a svolgere la propria
attività senza obbligo di iscrizione nell'albo degli intermediari finanziari fino al
31/12/2023.
Art. 1
Commi 70-72
(Modifiche alla
disciplina del credito
d’imposta per
attività di ricerca e
sviluppo)
Viene operata una risistemazione della disciplina del Bonus R&S (art. 3, D.L. n.
145/2013), toccando vari profili dell’agevolazione, pur lasciandone invariati i
presupposti applicativi e la natura incrementale. In particolare, le variazioni riguardano:
- riduzione a 10 ML di € dell’ammontare massimo del beneficio attribuibile in ciascun periodo d’imposta;
- rimodulazione delle intensità del beneficio in ragione della tipologia delle spese ammissibili (ripristinando in taluni casi, la percentuale del 25%) e conseguente introduzione di un nuovo criterio di calcolo del beneficio spettante (che tuttavia non interferisce con la formazione del parametro storico, ma opera direttamente sull’eccedenza agevolabile);
- differenziazione, nell’ambito delle spese del personale, tra il personale titolare di rapporto di lavoro subordinato, anche a tempo determinato, ed il personale titolare di altri rapporti di lavoro diversi dal lavoro subordinato, com'è il caso di lavoratori autonomi, collaboratori e così via (nuova lett. a-bis del comma 6 della norma istitutiva il bonus);
- differenziazione, nell'ambito della ricerca commissionata, tra ricerca affidata a Università, enti e organismi equiparati nonché a imprese rientranti nella definizione di start-up/PMI innovative e ricerca affidata ad altri soggetti (nuova lett. c-bis del comma 6 della norma istitutiva il bonus). In entrambi i casi, viene ribadita la regola secondo cui, i contratti di ricerca stipulati con altre imprese dello stesso gruppo sono qualificati come ricerca intra-muros;
- inclusione tra le spese ammissibili del costo dei materiali necessari per lo svolgimento delle attività di laboratorio o per la realizzazione dei prototipi/impianti pilota di ricerca e sviluppo sperimentale (nuova lett. d-bis del comma 6 della norma
18
istitutiva il bonus); questa tipologia di spese non assume rilievo qualora l’inclusione del costo di questi beni tra le spese ammissibili comporti una riduzione dell’eccedenza agevolabile.
Viene generalizzato l’obbligo della certificazione contabile delle spese (oggi circoscritto,
di fatto, soltanto alle imprese non soggette per legge al controllo legale dei conti),
subordinando l’utilizzo in compensazione del credito maturato all'ottenimento della
predetta certificazione. Le spese sostenute per adempiere all'obbligo di certificazione
della documentazione contabile rimangono agevolabili (entro il limite di 5.000 euro)
soltanto per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti.
Viene poi introdotto l’obbligo di predisporre una relazione tecnica illustrativa del
progetto/dei progetti R&S intrapresi, del loro avanzamento e di tutte le informazioni
rilevanti per l’individuazione dei lavori ammissibili al credito d’imposta. Tale relazione
deve essere predisposta sia per le attività svolte direttamente dall’impresa, che per le
attività commissionate all'esterno.
N.B.: la decorrenza dei predetti adempimenti formali (rilascio della certificazione anche
per le imprese obbligate per legge alla revisione legale e predisposizione della relazione
tecnica) è da intendersi in vigore in relazione alle spese agevolabili sostenute nel corso
del periodo d'imposta 2018 (o, per i soggetti non solari, per il periodo d'imposta in corso
al 31/12/2018).
Viene riportata una disposizione di carattere interpretativo, in relazione all'attribuzione
del credito d’imposta anche al soggetto commissionario residente che effettui lavori di
ricerca e sviluppo per conto di un soggetto non residente, ribadendo così, anche
normativamente, la rilevanza ai fini del beneficio di tali attività R&S, purché svolte in
Italia.
Art. 1
Commi 73-77
(Credito di imposta
per le imprese che
acquistano prodotti
riciclati o imballaggi
compostabili o
riciclati)
Per gli anni 2019 e 2020 viene previsto un credito d’imposta (fino ad un massimo di
20.000 euro/anno) pari al 36% delle spese sostenute per l’acquisto di prodotti
realizzati con materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in
plastica oppure se acquistano imballaggi biodegradabili e compostabili in base alla
norma UNI EN 13432:2002 o derivati dalla raccolta differenziata della carta o
dell’alluminio.
Il credito di imposta è indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo
d'imposta di riconoscimento del credito, non concorre alla formazione del reddito né
della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive e non rileva ai
fini della deducibilità degli interessi passivi. Esso è utilizzabile esclusivamente in
compensazione e non si applica il limite annuale di 250 mila euro (di cui all’articolo 1,
comma 53, della legge n. 244 del 2007).
19
Il credito è utilizzabile a decorrere dal 1° gennaio del periodo d’imposta successivo a
quello in cui sono stati effettuati gli acquisti. Ai fini della fruizione del credito
d’imposta, il modello F24 è presentato esclusivamente attraverso i servizi telematici
messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate, pena il rifiuto dell’operazione di
versamento.
Con un apposito DM, da pubblicare entro il 1° aprile 2019, saranno definiti: i requisiti
tecnici e le certificazioni idonee ad attestare le caratteristiche ecosostenibili dei
prodotti e degli imballaggi; i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del
credito d’imposta.
Art. 1
Commi 78-81
(Modifiche alla
disciplina del credito
d’imposta
“Formazione 4.0”)
Viene prorogato l’incentivo alla formazione del personale dipendente nelle
tecnologie 4.0: il credito d’imposta previsto per il periodo d’imposta successivo a
quello in corso al 31 dicembre 2017 e i relativi principi applicativi (DM 5/4/18) si
applicheranno anche alla spesa sostenuta nel periodo d’imposta successivo a quello
in corso al 31 dicembre 2018, relativa alla retribuzione corrisposta per le ore di
formazione svolte dai dipendenti.
L’intensità del beneficio viene però modificata in funzione delle dimensioni
dell’impresa. Il credito d’imposta relativo alle spese di formazione ammissibili per il
nuovo anno d’imposta spetterà nelle seguenti misure differenziate:
• piccole imprese → 50% della spesa, nel rispetto di un tetto massimo annuo di
beneficio di 300.000 euro;
• medie imprese → 40% della spesa, nel rispetto di un tetto massimo annuo di
beneficio di 300.000 euro;
• grandi imprese → 30% della spesa, nel rispetto di un tetto massimo annuo
minore, pari a 200.000 euro.
Art. 1
Commi 82-83
(Enti non
commerciali del
Terzo Settore)
Il Codice del Terzo settore viene modificato all’art. 79 “Disposizioni in materia di
imposte sul redditi”, con l’integrazione al comma 3 della lettera b-bis che prevede che
le attività relative a interventi e servizi sociali, interventi e prestazioni sanitarie e
prestazioni socio-sanitarie, “se svolte da fondazioni delle ex istituzioni pubbliche di
assistenza e beneficenza”, si considerano di natura NON COMMERCIALE, “… a
condizione che gli utili siano interamente reinvestiti nelle attività di natura sanitaria
o socio-sanitaria e che non sia deliberato alcun compenso a favore degli organi
amministrativi.
Le agevolazioni conseguenti al tale disposizione si applicano ai sensi e nei limiti del
cd. «de minimis » nel settore agricolo.
20
Art. 1
Commi 156-161
(Erogazioni liberali
per interventi su
edifici e terreni
pubblici)
Introdotto un credito d’imposta per le erogazioni liberali “in denaro” effettuate - nei
periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2018 (e, quindi, dal 2019)
- per interventi su edifici e terreni pubblici. Si tratta degli interventi effettuati sulla
base di progetti presentati dagli enti proprietari, ai fini della bonifica ambientale,
compresa la rimozione dell’amianto dagli edifici, della prevenzione e risanamento del
dissesto idrogeologico, della realizzazione o ristrutturazione di parchi e aree verdi
attrezzate e il recupero di aree dismesse di proprietà pubblica.
Soggetti interessati
Il credito d'imposta è riconosciuto:
• alle persone fisiche, agli enti non commerciali nonché ai soggetti titolari di reddito
d'impresa;
• anche laddove le erogazioni liberali siano destinate ai soggetti concessionari o
affidatari dei beni oggetto degli interventi.
I soggetti beneficiari delle erogazioni liberali (ivi inclusi i soggetti concessionari o
affidatari dei beni) sono tenuti a comunicare “mensilmente” al Ministero
dell’ambiente l'ammontare delle erogazioni liberali ricevute nel mese di riferimento;
gli stessi devono, poi, dare pubblica comunicazione di tale ammontare nonché della
destinazione e dell'utilizzo delle erogazioni tramite il proprio sito web ovvero
mediante un apposito portale gestito dal Ministero. Sul portale del Ministero saranno
così disponibili tutte le informazioni relative all’intervento, i fondi pubblici assegnati
per l'anno in corso, l'ente responsabile del bene nonché le informazioni relative alla
fruizione.
Misura agevolazione
Il credito d'imposta, nella misura del 65% delle erogazioni liberali effettuate, è
riconosciuto:
• nei limiti del 20% del reddito imponibile, per le persone fisiche e gli enti non
commerciali;
• nei limiti del 10 per mille dei ricavi annui, per i soggetti titolari di reddito
d'impresa;
Utilizzo dell'agevolazione
21
Il credito d'imposta:
• è ripartito in 3 quote annuali di pari importo;
• è utilizzabile - per i soggetti titolari di reddito d'impresa – attraverso la sola
compensazione (art. 17 del Dlgs.241/1997) e non rileva ai fini delle imposte sui
redditi e dell’Irap.
Inoltre, al credito d’imposta, non si applicano i limiti all’utilizzo in compensazione di
700 mila euro (L. 388/2000), e quello annuale di 250 mila euro (di cui all’articolo 1,
comma 53, della L. 244/2007).
Disposizioni attuative
Le disposizioni attuative della norma in esame saranno definite con un apposito
decreto da adottare entro il prossimo 1° aprile 2019.
Art. 1
Commi 184-199
(Definizione
agevolata debiti
tributari contribuenti
in difficoltà
economica)
E’ disposta la possibilità per le persone fisiche, in grave situazione di difficoltà
economica, di definire, in modo agevolato, i debiti risultanti da carichi affidati
all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 per omessi
versamenti di imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali dei redditi, IVA e IRAP e
dalle attività di controllo automatizzato ai sensi dell’art. 36 bis DPR 600/1973 e 54 bis
D.R.P. 633/1972 nonché di contributi dovuti alla gestione separata INPS, alle gestione
IVS artigiani e commercianti e alle casse previdenziali professionali.
Non possono essere oggetto di definizione agevolata i debiti tributari e contributivi
risultanti da avvisi di accertamento, di liquidazione e di recupero di crediti d’imposta.
Deve, in pratica, trattarsi di debiti per imposte e contributi dovuti in relazione a
redditi regolarmente dichiarati.
Sono esclusi dalla disposizione i debiti (comprensivi di imposta, sanzioni e interessi)
di importo non superiore a mille euro alla data del 24 ottobre 2018 che sono stati
affidati all’agente della riscossione dal 2000 al 2010 in quanto già oggetto
dell’annullamento disposto dal D.L. 119/2018.
Possono fruire dell’agevolazione solo le persone fisiche che si trovano in grave
situazione di difficoltà economica comprovata da un ISEE del nucleo familiare non
superiore a euro 20.000.
Tali soggetti possono estinguere i debiti senza corrispondere le sanzioni, gli interessi
di mora, le sanzioni e le somme aggiuntive di cui all’art. 27 comma DLgs 46/1999
dovuti in relazione ai debiti previdenziali, limitandosi a versare:
• le somme maturate per aggio e rimborso spese a favore dell’agente della
riscossione;
22
• una quota dell’imposta e degli interessi in misura pari al:
o 16% in presenza di ISEE non superiore a euro 8.500;
o 20% in presenza di ISEE superiore a euro 8.500 e non superiore a euro
12.500;
o 35% in presenza di ISEE superiore a euro 12.500 e non superiore a euro
20.000.
Sono ammessi all’agevolazione anche le persone fisiche per le quali è stata aperta,
alla data di presentazione della dichiarazione per la definizione agevolata, una
procedura di liquidazione dei beni per sovraindebitamento, ai sensi dell’art. 14-ter
L.3/2012. Tali soggetti possono definire i propri debiti con il versamento del 10%
dell’imposta e degli interessi oltre all’intero ammontare maturato a favore
dell’agente della riscossione.
I soggetti interessati possono presentare all’agente della riscossione, entro il 30 aprile
2019, la specifica dichiarazione in cui indicano i debiti che si intendono definire, il
numero di rate prescelto per il versamento e l’attestazione della situazione di grave
difficoltà economica o di apertura della procedura di liquidazione dei beni.
Entro il 31 ottobre 2019, l’agente della riscossione comunica all’interessato
l’ammontare complessivo delle somme dovute nonché l’importo e le scadenze delle
rate.
Entro lo stesso termine, l’agente comunica, in alternativa, la mancanza dei requisiti o
la presenza di debiti diversi da quelli ammessi all’agevolazione e la conseguente
impossibilità di estinguere il debito. Se i debiti rientrano tra quelli definibili con la
“rottamazione-ter” vengono automaticamente inclusi in tale procedura di definizione
e l’agente della riscossione avverte il contribuente di tale inclusione, indicando
l’ammontare delle somme complessivamente dovute e l’importo e scadenza delle 17
rate, di cui la prima di ammontare pari al 30% dovuta entro il 30 novembre 2019
mentre le altre hanno scadenza entro il 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno a
decorrere dal 2020.
I soggetti ammessi alla definizione agevolata possono, invece, effettuare il
versamento in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2019 oppure in forma rateale,
con applicazione di interessi di dilazione al tasso del 2% annuo, in cinque rate cosi
articolate:
- Entro il 30 novembre 2019: 35%
- Entro il 31 marzo 2020: 20%
- Entro il 31 luglio 2020: 15%
- Entro il 31 marzo 2021: 15%
23
- Entro il 31 luglio 2021: 15%
I debiti ammessi alla definizione agevolata possono essere estinti fruendo delle
riduzioni in commento anche se sono già stati ricompresi in dichiarazioni di adesione
alla rottamazione bis (art. 6 c.2 D.L. 193/2016) o alla rottamazione-ter (art. 1 c.5 D.L.
148/2017) purché il debitore non abbia già perfezionato la relativa definizione con
l’integrale e tempestivo pagamento di quanto dovuto. I contribuenti, che non hanno
perfezionato le procedure di rottamazione, potranno aderire alla definizione
agevolata vedendosi riconosciute le somme già versate per la rottamazione che
quindi potranno essere scomputate da quelle dovute per la definizione agevolata.
I versamenti effettuati a titolo di rottamazione-bis o ter restano definitivamente
acquisiti e non ne è ammessa la restituzione.
Sono previsti controlli sulla veridicità dei dati dichiarati da parte dell’agente della
riscossione in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza.
Art. 1
Comma 221
(Confidi)
Viene introdotta la norma che dispone che il Ministero dello sviluppo economico
provveda ad accertare, entro il 30 giugno 2019, la presenza di eventuali risorse
residue rispetto alla dotazione a valere sulle risorse del Fondo di garanzia PMI,
destinata alla crescita dimensionale e di rafforzamento della solidità patrimoniale dei
consorzi di garanzia collettiva dei fidi (Confidi). Si prevede che tali risorse,
eventualmente disponibili all’esito dell’accertamento, saranno destinate ai Confidi
che realizzino operazioni di aggregazione, processi di digitalizzazione o percorsi di
efficientamento gestionale, affinché siano utilizzate dai Confidi medesimi per la
concessione di garanzie alle PMI.
Art. 1
Comma 226
(Fondo per interventi
volti a favorire lo
sviluppo delle
tecnologie e delle
applicazioni di
Intelligenza
Artificiale, Blockchain
e Internet of Things)
Per perseguire gli obiettivi dell'Industria 4.0 e per accrescere la competitività e la
produttività del sistema economico, vengono stanziati 15 milioni di euro per ciascuno
degli anni 2019, 2020 e 2021, per progetti di ricerca e innovazione nell'ambito di
Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet of Things, compreso il supporto operativo
e amministrativo per favorire il trasferimento dei risultati verso le PMI.
Art. 1
Comma 227
(Fondo per difesa
cibernetica)
Per perseguire gli obiettivi dell'Industria 4.0 e per accrescere la competitività e la
produttività del sistema economico, al fine di potenziare gli interventi e le dotazioni
strumentali in materia di difesa cibernetica nonché di rafforzare la capacità di
24
resilienza energetica nazionale, è istituito un fondo di 1 milione di euro per ciascuno
degli anni 2019, 2020 e 2021.
Con specifico decreto saranno definiti contenuti e ripartizioni delle risorse.
Art. 1
Commi 228, 230-231
(Voucher Manager)
Le PMI e le reti di imprese che, per il proprio processo di trasformazione tecnologica e
digitale e di ammodernamento gestionale e organizzativo, compreso l’accesso ai
mercati finanziari e dei capitali, intendono avvalersi, nel biennio 2019-2020, di apposite
prestazioni consulenziali, potranno fruire di un contributo a fondo perduto, erogato
sotto forma di voucher.
Il voucher, erogato per sostenere l’accesso alle suddette prestazioni, sarà liquidato in
misura differenziata a favore di:
• micro e piccole imprese;
• medie imprese;
• reti di imprese.
Solamente a favore delle micro e piccole imprese il contributo a fondo perduto è
riconosciuto in relazione a ciascun periodo d’imposta nella misura del 50% dei costi
sostenuti ed entro il limite massimo di 40.000 euro.
A favore delle medie imprese, invece, il contributo a fondo perduto verrà
riconosciuto, sempre in relazione a ciascun periodo d’imposta, nella minore misura
del 30% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 25.000 euro.
Al beneficio saranno ammesse anche le reti di imprese: in caso di contratto di rete
avente, nel programma comune, lo sviluppo dei suddetti processi innovativi, alla rete
verrà riconosciuto il voucher per l’acquisizione di prestazioni consulenziali che sarà in
misura pari al 50% dei costi e per un importo massimo complessivo non superiore a
80.000 euro. È stata stralciata la previsione contenuta nel disegno di legge che
disponeva che il programma comune di rete dovesse essere asseverato.
In entrambe le ipotesi, i contributi saranno liquidati a seguito della sottoscrizione di un
apposito contratto di servizio con società di consulenza o con manager iscritti in un
elenco che verrà appositamente istituito.
I contributi rappresenteranno un aiuto di stato fruibile nell’ambito del «de minimis».
Con DM da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge:
• sarà istituito l’elenco e saranno stabiliti i requisiti necessari per l’iscrizione delle
società di consulenza e dei manager nello stesso;
25
• saranno definite le modalità e gli adempimenti formali per la concessione dei
contributi;
• sarà prevista l’eventuale riserva di una quota delle risorse da destinare
prioritariamente alle micro e piccole imprese e alle reti di imprese.
Art. 1
Comma 229
(Inclusione di
ulteriori beni nella
disciplina dell’iper
ammortamento)
La maggiorazione, nella misura del 40%, del costo di acquisizione dei beni
“immateriali” (software) in favore dei soggetti che usufruiscono dell’iper-
ammortamento 2019, è applicabile, ai fini fiscali, anche ai costi sostenuti a titolo di
canone per l'accesso, mediante soluzioni di cloudcomputing, ai beni immateriali di cui
all’allegato B della legge di Bilancio 2017 (articolo 1, comma 10, L.232/2016),
“limitatamente” alla quota del canone di competenza del singolo periodo di imposta
di vigenza della disciplina agevolativa. Si ricorda che la legge di bilancio 2018 aveva
già “integrato” detto allegato includendovi alcuni sistemi di gestione per l’e-
commerce e specifici software e servizi digitali.
Art. 1
Comma 245
(Modifiche alla
normativa in materia
di limiti all’utilizzo
del denaro contante)
Per le persone fisiche di cittadinanza non italiana e che abbiano residenza al di fuori
del territorio dello Stato, viene elevato da 10.000 a 15.000 euro il limite all’utilizzo
del contante per l’acquisto di beni e di prestazioni di servizi legate al turismo
effettuate presso commercianti al minuto e assimilati (rif.art.22 del DPR 633/72) e
agenzie di viaggio e turismo (rif.art.74-ter del DPR 633/72).
Permangono gli obblighi (rif.art.3 DL 16/2012) già previsti per il cedente/prestatore:
- acquisizione della fotocopia del passaporto del cliente, nonché apposita
autocertificazione dello stesso attestante che non è cittadino italiano e che
risiede fuori dal territorio dello Stato;
- nel primo giorno feriale successivo a quello di effettuazione dell’operazione versi
il denaro contante incassato in un conto intestato al cedente/prestatore tenuto
presso un operatore finanziario cui deve essere consegnata copia della ricevuta
dell’apposita comunicazione preventiva inviata, anche in via telematica,
all'Agenzia delle entrate in cui deve essere indicato il conto che il
cedente/prestatore intende utilizzare.
Art. 1
Commi 273-274
(Imposta sostitutiva
sui redditi da
pensione di fonte
estera che
trasferiscono la
propria residenza
E’ introdotto un regime “opzionale” per le persone fisiche, titolari di redditi da
pensione (di cui all’articolo 49, comma 2, lett. a) del Tuir), erogati da soggetti esteri,
che trasferiscono la propria residenza in uno dei Comuni del Mezzogiorno d’Italia. In
particolare, con il “nuovo” articolo 24-ter del Tuir si introduce la possibilità di optare
per l'assoggettamento dei suddetti redditi esteri ad una imposta sostitutiva dell’Irpef
calcolata con aliquota del 7% per ciascun periodo d’ imposta di validità dell'opzione.
Soggetti interessati
26
fiscale nel
Mezzogiorno)
Beneficiari dell’intervento sono i titolari di redditi da pensione di ogni genere e
assegni ad essi equiparati, erogati da soggetti esteri:
- che trasferiscono in Italia la propria residenza fiscale (ai sensi dell’articolo 2,
comma 2 del Tuir) in uno dei comuni appartenenti al territorio del Mezzogiorno,
con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti. Si tratta, nello specifico, dei
Comuni situati nelle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata,
Abruzzo, Molise e Puglia;
- non fiscalmente residenti in Italia nei 5 periodi d'imposta precedenti a quello in
cui l'opzione diviene efficace.
In ogni caso, possono esercitare la suddetta opzione le persone fisiche che
trasferiscono la residenza da Paesi con i quali sono in vigore accordi di cooperazione
amministrativa.
Redditi agevolati
Sono interessati dall’opzione i redditi di qualunque categoria, percepiti da fonte
estera o prodotti all'estero, individuati secondo i criteri di cui all’articolo 165, comma
2 del Tuir.
Opzione e imposta sostitutiva
Con l'esercizio dell'opzione è applicabile al contribuente un'imposta sostitutiva
dell'Irpef (e delle addizionali), calcolata in via forfetaria, con aliquota del 7% per
ciascuno dei periodi di imposta di validità dell'opzione. In particolare, l’'opzione in
esame:
• è valida per i primi 5 periodi d’imposta successivi a quello in cui al stessa diviene
efficace (ossia il periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento della residenza
in Italia);
• è esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui
viene trasferita la residenza in Italia ed è efficace a decorrere da tale periodo
d’imposta;
Sono, altresì, previste specifiche “esenzioni” per i soggetti che esercitano l'opzione in
esame. In particolare, gli stessi, per i periodi d'imposta di validità dell'opzione sono
esenti dall'obbligo di compilare il quadro RW della dichiarazione e versare l'Ivie e
l'Ivafe.
Versamento imposta sostitutiva
27
L’imposta è versata in unica soluzione entro il termine previsto per il versamento del
saldo delle imposte sui redditi e non è deducibile da nessun’altra imposta o
contributo. Per l’accertamento, la riscossione, il contenzioso e le sanzioni si
applicano, in quanto compatibili, le disposizioni previste per l’imposta sui redditi.
Revoca opzione
L’opzione è “revocabile” dal contribuente ed i suoi effetti cessano laddove venga
accertata l’insussistenza dei requisiti previsti o il venir meno degli stessi e in ogni caso
di omesso o parziale versamento dell’imposta sostitutiva. La revoca o la decadenza
dal regime precludono l’esercizio di una nuova opzione.
Esclusione di Stati o territori esteri
Le persone fisiche titolari di redditi da pensione che trasferiscono la propria residenza
possono manifestare la facoltà di non avvalersi dell’applicazione dell’imposta
sostitutiva con riferimento ai redditi prodotti in uno o più Stati o territori esteri,
dandone specifica indicazione in sede di esercizio dell’opzione ovvero con successiva
modifica della stessa. Soltanto in tal caso, per i redditi prodotti nei suddetti Stati o
territori esteri, si applica il regime “ordinario” e compete il credito d’imposta per i
redditi prodotti all’estero.
Art. 1
Commi 283-284
(Indennizzo per fine
attività commerciale)
E’ prevista l'erogazione di un indennizzo, pari al trattamento pensionistico minimo,
per la cessazione definitiva dell'attività commerciale ai soggetti che esercitano, in
qualità di titolari o coadiutori, attività commerciale al minuto in sede fissa, anche
abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, ovvero
che esercitano attività commerciale su aree pubbliche.
L’indennizzo è riconosciuto con le stesse modalità, misure e condizioni stabilite dal
decreto legislativo 28 marzo 1996, n. 207.
L’indennizzo può essere riconosciuto a tutti i soggetti che a decorrere dal periodo di
imposta 2019 sono in possesso dei seguenti requisiti, alla data di presentazione della
domanda:
• più di 62 anni di età, se uomini, oppure più di 57 anni di età, se donne;
• iscrizione, al momento della cessazione dell’attività, per almeno 5 anni, in qualità di titolari o coadiutori, nella Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali presso l’INPS.
Inoltre, l’erogazione dell’indennizzo è subordinata al verificarsi di tutte le seguenti
condizioni:
1. cessazione definitiva dell’attività commerciale; 2. riconsegna al Comune dell’autorizzazione per l’esercizio dell’attività commerciale
e dell’autorizzazione per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, qualora quest’ultima sia esercitata congiuntamente all’attività di commercio al minuto;
28
3. cancellazione del soggetto titolare dell’attività dal registro delle imprese presso la CCIAA.
Il periodo di godimento dell’indennizzo è utile ai soli fini del conseguimento dei
requisiti per il diritto alla pensione ed è computato nell’ambito della predetta
Gestione.
Per il finanziamento dell’indennizzo in argomento è previsto il versamento di
un’aliquota contributiva aggiuntiva, rispetto a quella ordinaria, da parte degli iscritti
alla gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività
commerciali.
La misura è quella stabilita dall’art. 5 del D.Lgs. 207/1996 ossia 0,09%.
Qualora non dovesse essere raggiunto un equilibrio tra i contributi aggiuntivi e le
prestazioni richieste (indennizzi), è previsto l’adeguamento dell’aliquota contributiva
o, in assenza di adeguamento, il mancato riconoscimento di ulteriori prestazioni.
Per quanto attiene al trattamento fiscale dell’indennizzo, in assenza di precisazioni
diverse, si ritengono validi i precedenti chiarimenti di prassi che qualificano lo stesso
quale provento sostitutivo di reddito ed in particolare sostitutivo del trattamento
pensionistico.
Art. 1
Commi 291-295
(Rimborso spese
acquisizione patente
da parte dei
dipendenti delle
imprese di
autotrasporto)
Viene previsto il rimborso del 50% delle spese sostenute per il conseguimento della
patente e delle abilitazioni professionali per la guida dei veicoli destinati all’esercizio
dell’autotrasporto per conto terzi in favore di giovani conducenti (che non abbiano
compiuto i 35 anni d’età).
Deve trattarsi di personale assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato da
imprese di autotrasporto di merci per conto di terzi attive sul territorio italiano, alle
quali spetta una detrazione, ai fini dell’imposta sul reddito delle società, pari ad una
quota dei rimborsi erogati ai giovani conducenti per un importo complessivo
massimo di 1.500 euro per ciascun periodo d’imposta.
Il rimborso è erogato a giovani conducenti da ciascuna impresa entro sei mesi dalla
data di decorrenza del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Nel caso di conducenti già assunti e già inquadrati nelle imprese di autotrasporto di
merci per conto di terzi, il rimborso è erogato da ciascuna impresa entro sei mesi dalla
data di entrata in vigore della legge.
Con specifico decreto da emanare entro tre mesi saranno definite le modalità di
richiesta e di erogazione del rimborso.
L’incentivo è previsto per gli anni 2019 e 2020.
29
Art. 1
Comma 354
(Consultazione delle
fatture elettroniche)
Al fine di garantire una maggior tutela della privacy, è previsto che le fatture
elettroniche emesse nei confronti dei consumatori finali siano messe a disposizione
dai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate solo su richiesta.
L’intervento normativo recepisce di fatto le indicazioni espresse dal Garante per la
protezione dei dati personali in tema di fatturazione elettronica (Rif. Provv.
20/12/2018).
Art. 1
Commi 621-628
(Sport bonus)
Viene riproposto per il 2019 il credito d’imposta spettante a seguito di erogazioni
liberali in denaro effettuate per interventi di manutenzione e restauro di impianti
sportivi pubblici, nonché per realizzare nuove strutture sportive pubbliche.
Nella nuova versione, lo Sport Bonus spetta non solo ai soggetti titolari di reddito
d’impresa ma pure ai privati e agli enti non commerciali, nella misura del 65% delle
erogazioni effettuate e nei seguenti limiti:
- titolari di reddito d’impresa: nel limite del 10 per mille dei ricavi annui; - privati ed enti non commerciali: nel limite del 20% del reddito imponibile. Una volta calcolato, il bonus è ripartito in 3 quote annuali di pari importo e, per quanto
concerne i titolari di reddito d’impresa, l’utilizzo può avvenire solo in compensazione ai
sensi dell’art. 17, D.Lgs. 241/97.
Lo Sport bonus non rileva ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP e non è cumulabile
con altre agevolazioni fiscali previste sulle medesime erogazioni.
Art. 1
Comma 646
(Associazioni e
società sportive
dilettantistiche senza
fine di lucro
riconosciute dal CONI
esentate
dall’imposta di bollo)
Tra le modifiche introdotte nell’articolo si segnala che, tramite una modifica all’art. 27-
bis della Tabella di cui all’Allegato B annesso al decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 642 (imposta di bollo), sono stati inseriti, tra i beneficiari
dell’esenzione dall’imposta di bollo per atti, documenti e registri, le associazioni e le
società sportive dilettantistiche senza fine di lucro riconosciute dal CONI.
Art. 1
Commi 692-698
(Regime fiscale per i
raccoglitori
occasionali di
prodotti selvatici non
legnosi e di piante
officinali spontanee)
Sono soggetti all’imposta sostitutiva del reddito delle persone fisiche e relative
addizionali, in misura pari a € 100,00, i redditi derivanti dallo svolgimento occasionale
delle attività di raccolta di prodotti selvatici non legnosi, di cui alla classe ATECO
02.03, e di piante officinali spontanee, regolata dall’art.3 del testo unico di cui al D.Lgs
75/2018.
Nei prodotti selvatici non legnosi di cui alla classe ATECO 02.30 rientrano funghi,
tartufi, bacche, frutta in guscio, balata e altre gomme simili al caucciù, sughero,
30
gommalacca e resine, balsami, crine vegetale, crine marino, ghiande, frutti
dell’ippocastano, muschi e licheni.
L’imposta deve essere versata entro il 16 febbraio dell’anno di riferimento dai
soggetti in possesso del titolo di raccolta dei prodotti, rilasciato dalla Regione o da
enti subalterni. Sono esonerati dal versamento dell’imposta i soggetti che effettuano
la raccolta esclusivamente per autoconsumo.
Ai soggetti che hanno versato l’imposta sostitutiva non si applica la ritenuta di cui
all’art 25 quater del DPR 600/73. Per le operazioni di acquisto prodotto, effettuate
senza l’applicazione della ritenuta, l’acquirente emette un documento di acquisto dal
quale emergono i dati del cedente e del prodotto ceduto.
È inoltre previsto che le disposizioni dettate dall’art. 1 della L. n. 311 del 2004, in
materia di cessione dei tartufi, siano applicabili anche alla cessione dei prodotti
selvatici non legnosi e delle piante officinali spontanee.
All’interno del DPR 633/72 viene introdotto il nuovo articolo 34 ter che disciplina il
regime IVA applicabile alla vendita di prodotti selvatici non legnosi derivanti dalla
raccolta occasionale. Il nuovo articolo prevede l’esonero del versamento dell’IVA e di
tutti gli obblighi documentali e contabili, compresa la dichiarazione annuale, per i
raccoglitori occasionali di prodotti selvatici non legnosi, di cui alla classe ATECO 02.03,
e quelli di piante officinali spontanee, di cui all’art.3 testo unico del D.Lgs 75/2018,
che nell’anno solare precedente hanno realizzato un volume di affari non superiore a
7.000,00 euro.
Ulteriori modifiche sono apportate alla Tabella A, Parte I, II-bis, e III) del DPR 633/72,
in particolare:
• alla Tabella A, Parte I è introdotto il nuovo n. 15 bis che include nell’elenco beni
e servizi soggetti ad aliquota ridotta i tartufi, nei limiti delle quantità standard di
produzione determinate con decreto del Ministero delle politiche agricole
alimentari, forestali e del turismo, emanato di concerto con il MEF;
• alla Tabella A, Parte II-bis, è aggiunto il numero 1 quater che include, tra i beni
soggetti ad aliquota IVA del 5%, i tartufi freschi o refrigerati;
• alla Tabella A, parte III, il numero 20 bis prevede, modificando il precedente,
l’assoggettamento all’aliquota IVA del 10% i tartufi congelati, essiccati o
preservati immersi in acqua salata, solforata o addizionata di altre sostanze atte
ad assicurare temporaneamente la conservazione, ma non preparati per il
consumo immediato.
Art. 1
Commi 699
Possono aderire al regime forfetario, di cui alla Legge 190/2014, i produttori agricoli
che gestiscono la produzione dei prodotti selvatici non legnosi, non ricompresi nella
31
(Regime produttori
agricoli che
gestiscono la
produzione dei
prodotti selvatici non
legnosi)
classe ATECO 02.03 e dall’art 3 del testo unico di cu al D.Lgs 75/2018 (piante
officinali), e che non ricadono nell’esonero previsto dal comma 6 dell’art 34 del DPR
633/72 (ndr. Volume d’affari non superiore a 7.000 euro costituito per almeno due
terzi da cessioni di prodotti agricoli).
Ai fini dell’imposizione sui redditi, il reddito di tali soggetti è comunque determinato
su base catastale secondo le disposizioni sul reddito agrario di cui all’articolo 32 del
D.P.R. 917 del 1986 (TUIR) e non in base al regime forfetario di cui alla Legge
190/2014.
Art. 1
Commi 705
(Trattamento fiscale
dei familiari
dell’imprenditore
agricolo)
Viene equiparato il trattamento fiscale dei familiari che coadiuvano il coltivatore
diretto a quello dei titolari dell’impresa agricola al cui esercizio detti familiari
partecipano attivamente sempreché sussistano determinate condizioni:
- i familiari coadiuvanti del coltivatore diretto devono appartenere al medesimo
nucleo familiare;
- devono essere iscritti nella gestione assistenziale e previdenziale agricola quali
coltivatori diretti.
Solo in presenza di entrambi i requisiti i familiari coadiuvanti beneficiano della stessa
disciplina fiscale propria dei titolari dell’impresa agricola al cui esercizio partecipano
attivamente.
Art. 1
Commi 759
(Zona Franca Urbana
Sisma Centro Italia)
Viene modificata la disciplina relativa alla Zona Franca Urbana Sisma Centro Italia
(rif.art. 46 del D.L. 50/2017) al fine di concedere le agevolazioni previste dalla
normativa vigente anche alle imprese che intraprendono una nuova iniziativa
economica all’interno della stessa zona franca urbana (ZFU) entro il 31 dicembre
2019.
Sono tuttavia escluse le imprese operanti nel settore dell’edilizia e dell’impiantistica
che alla data del 24 agosto 2016 non avevano la sede nei territori colpiti.
La fruibilità delle agevolazioni previste dalle norme sulla ZFU viene estesa ai periodi
di imposta 2019 e 2020.
Art. 1
Commi 762
(Limite de minimis
per gli incentivi
all’editoria e
all’emittenza locale)
Vengono meglio definiti i riferimenti normativi dell’UE che devono essere rispettati
(rif. aiuti cd. de minimis) delle agevolazioni fiscali per l’editoria e l’emittenza locale,
introdotte dall’articolo 57-bis del DL 50/2017.
La norma istitutiva prevede infatti, a decorrere dal 2018, l’attribuzione di un credito
di imposta in favore di imprese e lavoratori autonomi che effettuano investimenti in
campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica, nonché sulle emittenti
32
televisive e radiofoniche locali, il cui valore superi almeno dell’1 per cento quelli, di
analoga natura, effettuati nell’anno precedente.
Si ricorda che il credito d’imposta, utilizzabile esclusivamente in compensazione (art.
17 del decreto legislativo n. 241 del 1997), concesso previa istanza al Dipartimento
per l’informazione e l’editoria, è pari al 75 per cento del valore incrementale degli
investimenti effettuati, innalzato al 90 per cento nel caso di piccole e medie imprese,
microimprese e start-up innovative.
Art. 1
Commi 806-809
(Agevolazioni per la
vendita al dettaglio
di giornali e
periodici)
Per gli anni 2019 e 2020, è stato previsto un credito d’imposta specifico per le edicole,
ossia le attività commerciali che esercitano esclusivamente la vendita al dettaglio di
giornali, riviste e periodici.
Soggetti interessati
Possono beneficiare dell’agevolazione fiscale le edicole e gli altri rivenditori al
dettaglio, che svolgono esclusivamente vendita di quotidiani, riviste e periodici. Il
bonus si estende anche agli esercizi commerciali “non esclusivi” ossia a quegli esercizi
che – pur non essendo esclusivamente dedicati alla vendita dei giornali – sono gli unici
punti vendita nel Comune di riferimento, così come identificati dall’articolo 2, comma
3, del Dlgs.n.170/2001. Quest’ultima disposizione prevede che possono esercitare
l'attività di vendita della stampa quotidiana e periodica, in regime di “non
esclusività”, le seguenti tipologie di esercizi commerciali:
• le rivendite di generi di monopolio;
• le rivendite di carburanti e di oli minerali;
• i bar, inclusi gli esercizi posti nelle aree di servizio delle autostrade e nell'interno
di stazioni ferroviarie, aeroportuali e marittime, ed esclusi altri punti di ristoro,
ristoranti, rosticcerie e trattorie;
• le strutture di vendita medie e grandi, nonché i centri commerciali, con un limite
minimo di superficie pari a 700 mq;
• gli esercizi adibiti prevalentemente alla vendita di libri e prodotti equiparati, con
un minimo di superficie di 120 mq;
• gli esercizi a prevalente specializzazione di vendita, con esclusivo riferimento alla
vendita delle riviste di identica specializzazione.
Misura dell'agevolazione
Il credito d'imposta è “parametrato” agli importi pagati a titolo di IMU, TASI, COSAP
e TARI con riferimento ai locali dove si svolge la medesima attività di vendita di
giornali, riviste e periodici al dettaglio, nonché ad altre eventuali spese di locazione o
33
ad altre spese individuate con un successivo decreto anche in relazione all’assenza di
punti vendita della stampa nel territorio comunale. Tuttavia, a ciascun esercente il
credito d’imposta spetta nella misura massima di 2.000 euro l’anno.
Se ne può fruire entro i limiti delle regole europee sugli aiuti “de minimis” e solo
mediante modulo F24 in compensazione.
Disposizioni attuative
Si rimandano ad un apposito DPCM, da adottare entro il prossimo 2 marzo 2019,
l’emanazione delle disposizioni applicative anche con riferimento al monitoraggio ed
al rispetto dei limiti di spesa.
Art. 1
Commi 940-950
(Rivalutazione beni
d’impresa e
partecipazioni)
Viene riproposta la possibilità per le imprese (escluse quelle che applicano i principi
contabili internazionali) di rivalutare i beni d’impresa e le partecipazioni ad esclusione
degli immobili alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività dell’impresa.
Possono essere rivalutati i beni e le partecipazioni risultati dal bilancio dell’esercizio
in corso al 31/12/2017.
La rivalutazione deve riguardare tutti i beni appartenenti alla stessa categoria
omogenea e deve essere annotata nell’inventario e nella nota integrativa del bilancio
dell’esercizio successivo a quello in corso alla data del 31/12/2017 (2018 per le
imprese con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare).
La rivalutazione comporta il pagamento di un’imposta sostitutiva:
- del 16% per i beni ammortizzabili;
- del 12% per i beni non ammortizzabili.
Il maggior valore viene riconosciuto ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap a
decorrere dal terzo periodo d’imposta successivo a quello in cui la rivalutazione è
eseguita.
Il saldo attivo della rivalutazione può essere affrancato, in tutto o in parte, previo
pagamento dell’imposta sostitutiva del 10%.
Le imposte sono sostitutive delle imposte sui redditi e di eventuali addizionali,
nonché dell’Irap.
I pagamenti delle imposte sostitutive devono essere effettuati in un’unica rata entro
il termine di versamento a saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo
34
d’imposta in cui è effettuata la rivalutazione. Gli importi possono essere compensati
ai sensi del DLgs 241/97.
Art. 1
Commi 985
(Esigenze
emergenziali –
Esenzione IMU)
Viene prorogata l’esenzione IMU per i fabbricati inagibili a seguito del sisma del 2012
che si trovano nei comuni individuati dall’art. 2-bis comma 43 del DL 148/2017.
L’esenzione spetta fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati inagibili e
comunque non oltre il 31/12/2019.
Il comma 2 proroga fino al 31 dicembre 2019 il termine di sospensione delle rate dei
mutui ipotecari o chirografari, per i soggetti che ne siano titolari in relazione a edifici
distrutti, inagibili o inabitabili, anche parzialmente, ovvero relativi alla gestione di
attività di natura commerciale ed economica svolte nei medesimi edifici, e che abbiano
la residenza o sede legale o operativa in uno dei comuni:
• colpiti dall’evento alluvionale del 17 e 19 gennaio 2014 e dal sisma del 20 e 29 maggio 2012
• di cui all'allegato 1-bis del DL n°4/2014
• colpiti dagli eventi atmosferici avvenuti dal 30 gennaio al 18 febbraio 2014 .
Il comma 3 proroga fino al 31 dicembre 2019 lo stato di emergenza a seguito degli
eventi sismici che hanno colpito il territorio delle regioni Lazio, Marche, Umbria ed
Abruzzo il 24 agosto 2016, il 26 ed il 30 ottobre 2016, ed il 18 gennaio 2017, nonché
degli eccezionali fenomeni meteorologici che hanno interessato i territori delle
medesime regioni a partire dalla seconda decade del mese di gennaio 2017.
Art. 1
Commi 986
(Esclusione ISEE
immobili inagibili)
Con tale norma vengono esclusi, ai fini dell’accertamento dell’indicatore della
situazione patrimoniale (Isee), nel calcolo del patrimonio immobiliare, gli immobili e
i fabbricati di proprietà distrutti o dichiarati non agibili in seguito a calamità naturali.
Si ricorda che l’Isee, istituito dal DLgs. 109/1998, è l'indicatore che serve per valutare
e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere
una prestazione sociale agevolata.
Art. 1
Commi 987
(Esigenze
emergenziali –
Sospensione rate
mutui)
Viene prorogato fino al 31 dicembre 2019 il termine di sospensione delle rate dei mutui
ipotecari o chirografari, per i soggetti che ne siano titolari in relazione a edifici distrutti,
inagibili o inabitabili, anche parzialmente, ovvero relativi alla gestione di attività di
natura commerciale ed economica svolte nei medesimi edifici, e che abbiano la
residenza o sede legale o operativa in uno dei comuni:
35
- colpiti dall’evento alluvionale del 17 e 19 gennaio 2014 e dal sisma del 20 e 29 maggio 2012
- di cui all'allegato 1-bis del DL n°4/2014 - colpiti dagli eventi atmosferici avvenuti dal 30 gennaio al 18 febbraio 2014.
Art. 1
Commi 988
(Esigenze
emergenziali –
proroga stato di
emergenza)
Viene prorogato fino al 31 dicembre 2019 lo stato di emergenza a seguito degli eventi
sismici che hanno colpito il territorio delle regioni Lazio, Marche, Umbria ed Abruzzo il
24 agosto 2016, il 26 ed il 30 ottobre 2016, ed il 18 gennaio 2017, nonché degli
eccezionali fenomeni meteorologici che hanno interessato i territori delle medesime
regioni a partire dalla seconda decade del mese di gennaio 2017.
Art. 1
Commi 991 e 993-
995
(Proroga termini
sisma centro Italia)
Viene prorogato al 1° giugno 2019 il termine per la ripresa dei versamenti dei tributi
sospesi, nonché degli adempimenti e dei versamenti contributivi, nelle zone colpite
dal sisma del Centro Italia del 2016, elevando a 120 il numero di rate in cui sono
dilazionabili i versamenti.
Tra gli altri interventi viene esentato da IRPEF e IRES, fino alla definitiva ricostruzione
e agibilità dei fabbricati e, comunque, fino all’anno di imposta 2020 (in luogo di quello
relativo al 2018), il reddito dei fabbricati ubicati nelle zone colpite dagli eventi sismici
del Centro Italia nel 2016 e 2017 (individuati dagli allegati al decreto-legge n. 189 del
2016), ove distrutti o oggetto di sgombero in quanto inagibili. Detti immobili, secondo
la normativa vigente, sono altresì esenti da TASI e IMU fino al 2020
Sono altresì prorogati al 1° gennaio 2020 (in luogo del 1° gennaio 2019) la sospensione
dei termini per la notifica delle cartelle di pagamento e per la riscossione delle somme
risultanti dagli atti di accertamento esecutivo e delle somme accertate e a qualunque
titolo dovute all’INPS (articoli 29 e 30 del decreto-legge n. 78/2010), nonché per le
attività esecutive da parte degli agenti della riscossione, e dei termini di prescrizione
e decadenza relativi all’attività degli enti creditori, ivi compresi quelli degli enti locali.
Art. 1
Commi 1031-1038
(Incentivi per
l’acquisto di veicoli
elettrici)
Incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici
In arrivo incentivi, sotto forma di “sconto” sul prezzo, per l’acquisto di autovetture
nuove a basse emissioni di CO2, ossia veicoli elettrici o ibridi. Con la legge di bilancio,
infatti, viene riconosciuto - in via sperimentale dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021
- un contributo tra i 1.500 e i 6.000 euro per chi acquista (anche in leasing) ed
immatricola in Italia un autoveicolo “nuovo”, di categoria M1 (si tratta delle
autovetture aventi al massimo 8 posti a sedere oltre al sedile del conducente),
caratterizzato da base emissioni inquinanti (inferiori a 70 g/KM) ed il cui il prezzo
risultante dal listino ufficiale della casa automobilistica produttrice sia inferiore a
50.000 euro Iva esclusa. Il contributo è corrisposto all’acquirente dal venditore
36
mediante compensazione con il prezzo di acquisto e non è cumulabile con altri
incentivi nazionali.
Misura del contributo
La misura del contributo:
• assume connotazioni diverse a seconda che, contestualmente all'acquisto, si
provveda o meno alla rottamazione di un veicolo della medesima categoria;
• è parametrata al numero dei grammi di biossido di carbonio emessi per
chilometro (CO2 g/km).
Pertanto, nel caso in cui “contestualmente” all'acquisto del veicolo nuovo si consegni
per la rottamazione un veicolo della medesima categoria omologato alle classi Euro
1, 2, 3 e 4, è riconosciuto un contributo pari a:
- 6.000 euro, se le emissioni di CO2 g/km del nuovo veicolo variano da 0 a 20;
- 2.500 euro, se le emissioni di CO2 g/km del nuovo veicolo variano da 21 a 70;
Diversamente, nel caso in cui si proceda all’acquisto del nuovo veicolo (di categoria
M1) senza rottamazione, il contributo è riconosciuto nella seguente misura:
- 4.000 euro, se le emissioni di CO2 g/km del nuovo veicolo variano da 0 a 20;
- 1.500 euro, se le emissioni di CO2 g/km del nuovo veicolo variano da 21 a 70;
Modalità operative per la rottamazione
Il veicolo consegnato per la rottamazione deve essere “intestato” da almeno 12 mesi
al soggetto intestatario del nuovo veicolo o ad uno dei familiari conviventi alla data
di acquisto dello stesso; analogamente, in caso di leasing, il veicolo consegnato per la
rottamazione deve essere intestato, da almeno 12 mesi, al soggetto utilizzatore di
detto veicolo o ad uno dei predetti familiari. Nell’atto di acquisto deve essere
espressamente “dichiarato” che il veicolo consegnato è destinato alla rottamazione
e sono indicate le misure dello sconto praticato e del contributo statale.
Obblighi del venditore
Entro 15 giorni dalla data di consegna del veicolo “nuovo”, il venditore ha l’obbligo -
pena il non riconoscimento del contributo - di avviare il veicolo usato alla demolizione
e provvedere alla richiesta di cancellazione per demolizione allo sportello telematico
dell’automobilista (di cui al D.P.R. 358/2000). Il venditore consegna i veicoli usati ai
centri di raccolta appositamente autorizzati, anche per il tramite delle case
37
costruttrici al fine della messa in sicurezza, della demolizione, del recupero di
materiali e della rottamazione.
Bonus per imprese costruttrici o importatrici
I venditori dei veicoli saranno “rimborsati” dell’importo del contributo da parte delle
imprese costruttrici o importatrici del veicolo le quali, a loro volta, recuperano tale
importo quale credito di imposta utilizzabile esclusivamente in compensazione
mediante modello F24 (senza applicazione dei limiti di cui all’articolo 34 della
L.388/2000 e all’articolo 1, comma 53 della L. 244/2007). E’ fatto obbligo alle imprese
costruttrici o importatrici di conservare copia della fattura di vendita e dell’atto di
acquisto, che deve essere ad esse trasmessa dal venditore, fino al 31 dicembre del
quinto anno successivo a quello in cui è stata emessa la fattura di vendita.
Art. 1
Commi 1039-1040
(Detrazioni fiscali
sulle spese per le
infrastrutture di
ricarica)
Detrazione fiscale su spese per infrastrutture di ricarica
Inserendo l’articolo 16-ter nell’ambito del D.L. 63/2013 viene riconosciuto una nuova
detrazione fiscale per l'acquisto e la posa in opera di infrastrutture di ricarica per i
veicoli alimentati a energia elettrica. In particolare, è riconosciuta una detrazione
dall’imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, per le spese documentate
sostenute dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021 relative all’acquisto e alla posa in
opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, ivi inclusi i costi iniziali per la
richiesta di potenza addizionale fino ad un massimo di 7 kW. Tale detrazione:
• è ripartita in 10 quote annuali di pari importo;
• è riconosciuta nella misura del 50% delle spese sostenute;
• è calcolata su un ammontare complessivo di spesa non superiore a 3.000 euro.
La detrazione si applica anche alle spese documentate rimaste a carico del
contribuente, per l’acquisto e la posa in opera di infrastrutture di ricarica sulle parti
comuni degli edifici condominiali di cui agli articoli 1117 e 1117-bis del codice civile.
Tuttavia, con un apposito decreto sarà dettata la disciplina applicativa delle
disposizioni in esame, con particolare riferimento alle procedure di concessione del
contributo e della detrazione.
Art. 1
Commi 1042-1045
(Nuova imposta per i
veicoli più inquinanti)
Nuova imposta per i veicoli più inquinanti
A decorrere dal 1° marzo 2019 e fino al 31 dicembre 2021, chiunque acquista, anche
in locazione finanziaria, ed immatricola in Italia un veicolo “nuovo” (sempre di
categoria M1) è tenuto al pagamento di una nuova “imposta” parametrata al numero
di grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro eccedenti la soglia di 160
38
CO2 g/km. Tale imposta, da versare mediante F24, è differenziata in relazione alle
seguenti quattro fasce di emissioni:
Emissioni di CO2 g/KM Imposta
161-175 1.100
176-200 1.600
201-250 2.000
>250 2.500
L’ imposta è, altresì, dovuta da chi immatricola in Italia un veicolo di categoria M1 già
immatricolato in un altro Stato. Di converso, l’imposta in esame non si applicata ai
veicoli per “uso speciale” di cui all'allegato II, parte A, punto 5 della Direttiva
2007/46/CE: camper, veicoli blindati, ambulanze, auto funebri, veicoli con accesso
per sedia a rotelle, caravan, gru mobili, carrelli "dolly", rimorchi per trasporto
eccezionale e altri veicoli per uso speciale che non rientrano in nessuna delle
precedenti definizioni.
Art. 1
Comma 1048
(Riduzione della
tassa automobilistica
per i veicoli storici)
Ridotto del 50% il c.d. "bollo auto" per i veicoli (autoveicoli e motoveicoli) di interesse
storico e collezionistico con anzianità di immatricolazione compresa tra 20 e 29 anni,
a condizione che si sia in possesso del certificato di rilevanza storica e che il
riconoscimento di storicità sia riportato sulla carta di circolazione. La norma, quindi,
introduce un’agevolazione per i veicoli che avendo anzianità inferiore a 30 anni
ancora non possono usufruire dell’esenzione totale dalla tassa automobilistica.
Si ricorda che il certificato di rilevanza “storica” è disciplinato dall'articolo 4 del D.M.
17 novembre 2009 ed attesta la data di costruzione, la marca, il modello e le
caratteristiche tecniche del veicolo, con specifica indicazione di tutte quelle
informazioni utili per la verifica dell'idoneità alla circolazione, la sussistenza ed
elencazione delle originarie caratteristiche di fabbricazione nonché la specifica
indicazione di quelle modificate o sostituite.
Art. 1
Comma 1051
(Prelievo erariale
unico sugli
apparecchi da
divertimento (PREU))
A decorrere dal 1/1/2019, il PREU per gli apparecchi da gioco di cui all’art. 110 comma
6, lett a) e b) TULPS è aumentato, rispettivamente, di 1,35 % e di 1,25%.
La percentuale minima destinata alle vincite (pay out) è fissata in misura pari al:
• 68% per gli apparecchi da gioco all’art. 110 comma 6, lett a);
• 84% per gli apparecchi di cui all’art. 110 comma 6, lett b).
Art. 1
Comma 1052
Dal 1° gennaio 2019, l’imposta unica dovuta sui giochi a distanza e sulle scommesse
è stabilita:
39
(Imposta unica giochi
a distanza e
scommesse)
a) per i giochi di abilità a distanza con vincita in denaro e al gioco del bingo a
distanza, nella misura del 25% delle somme che, in base al regolamento di gioco,
non risultano restituite al giocatore;
b) per le scommesse a quota fissa, escluse le scommesse ippiche, nelle misure del
20%, se la raccolta avviene su rete fisica, e del 24%, se la raccolta avviene a
distanza, applicata sulla differenza tra le somme giocate e le vincite corrisposte;
c) per le scommesse a quota fissa su eventi simulati di cui all’art. 1 comma 88 della
legge 27/12/2006 n. 296, nella misura del 22% della raccolta al netto delle somme
che, in base al regolamento di gioco, sono restituite in vincite al giocatore.
Art. 1
Commi 1053-1054
(Proroga della
rideterminazione del
valore di acquisto dei
terreni e delle
partecipazioni)
Vengono riaperti i termini previsti dal DL 282/2002 per la rivalutazione delle
partecipazioni non quotate e terreni edificabili o con destinazione agricola, detenuti da
persone fisiche al di fuori dell’attività d’impresa o di lavoro autonomo, società semplici
e società ed enti ad essi equiparate.
Il requisito è il possesso delle partecipazioni o terreni al 1/1/2019. Le imposte dovute
possono essere rateizzate fino ad un massimo di tre rate annuali di pari importo a
partire dal 30/6/2019. Il 30/6/2019 rappresenta anche il termine entro il quale redigere
la perizia di stima.
Rispetto alla precedente edizione sono previste aliquote più elevate e diversificate:
• 10% per la rivalutazione di terreni;
• 10% per la rivalutazione delle partecipazioni che al 1° gennaio 2019 NON risultano qualificate;
• 11% per la rivalutazione delle partecipazioni che al 1° gennaio 2019 risultano qualificate ai sensi dell’art. 67, c. 1 lett. c) del Tuir.
Si ricorda che l’imposta sostitutiva sui capital gain del 26%, già operante per le cessioni
di partecipazioni non qualificate, troverà applicazione anche per le plusvalenze da
partecipazioni qualificate realizzate dal 1° gennaio 2019.
Art. 1
Comma 1055
(Abrogazione IRI)
Sono abrogate le disposizioni che prevedevano l’applicazione dell'imposta sul reddito
d'impresa ossia la c.d. IRI decorrenza 01/01/2018).
Detto regime – lo si ricorda – prevede che il reddito prodotto dalle imprese individuali,
dalle società di persone e dalle società a responsabilità limitata a ristretta base sociale,
non concorra alla formazione del reddito complessivo dei soci - secondo il criterio
generale di tassazione per trasparenza previsto per i soggetti Irpef (articolo 5 del Tuir)
- ma venga assoggettato a tassazione separata con aliquota del 24%, nella misura in cui
lo stesso rimanga nel circuito aziendale. La tassazione è, invece, operata
ordinariamente se gli utili prodotti o precedentemente reinvestiti sono prelevati
dall'imprenditore o distribuiti ai soci. Ciò detto, una problematica da rilevare è
40
sicuramente quella concernente la rideterminazione dell’acconto Irpef 2018 (in
scadenza il prossimo 30.11). Sul punto, si ricorda che laddove l’acconto di imposta
risulta insufficiente per effetto dell’applicazione dell’IRI, “... in applicazione del principio
di tutela dell'affidamento e della buona fede del contribuente (articolo 10 della legge
27 luglio 2000, n. 212), non è contestabile la sanzione per carente versamento ex
articolo 13 del decreto legislativo n. 471 del 18 dicembre 1997” (risoluzione 47/E/2018).
Il comportamento di un contribuente, quindi, non può essere sanzionato laddove egli
abbia posto in essere comportamenti conformi al tenore della norma applicabile
"ratione temporis", e l'errore sia scaturito da modifiche normative introdotte
successivamente al versamento degli acconti ma con efficacia retroattiva (risoluzione
176/E/2003).
Anche i contribuenti che hanno rideterminato l’acconto per il 2017 non subiranno
sanzioni ed hanno l’obbligo di provvedere alla compilazione dei righi RS148"
Rideterminazione dell'acconto" e RN38 "Acconti" del modello Redditi PF 2018, tuttavia
se il reddito rideterminato è pari a “zero” il rigo rimane in bianco.
Art. 1
Comma 1057-1064
(Incentivi
rottamazione per
acquisto veicoli non
inquinanti: moto e
ciclomotori)
Incentivo alla rottamazione di moto inquinanti e contestuale acquisto, anche in leasing, di veicoli ecologici. Con la legge di bilancio, infatti, viene riconosciuto un “contributo”:
- a chi acquista, nell’anno 2019, in Italia, anche in locazione finanziaria, una moto elettrica o ibrida nuova di fabbrica, di potenza inferiore o uguale a 11kW (categorie L1e e L3e);
- e, contestualmente, ne rottama una di categoria Euro 0, 1, 2 di cui sia proprietario o utilizzatore (in caso di leasing, da almeno 12 mesi).
Al riguardo, si ricorda che: a) rientrano nella categoria L1e i veicoli a due ruote la cui cilindrata non supera i 50 cc e la cui velocità massima non supera i 45 km/h; b) rientrano nella categoria L3e i veicoli a due ruote la cui cilindrata supera i 50 cc o la cui velocità massima supera i 45 km/h.
Misura del contributo
È riconosciuto un contributo pari al 30% del prezzo di acquisto sino ad un massimo di 3.000 euro qualora il veicolo consegnato per la rottamazione appartenga alla categoria Euro 0, 1, 2.
Il contributo è corrisposto dal venditore mediante compensazione con il prezzo di acquisto.
Obblighi del venditore
41
Entro 15 giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo, il venditore ha l’obbligo - “pena” il non riconoscimento del contributo - di consegnare il veicolo usato ad un demolitore e di provvedere direttamente alla richiesta di cancellazione “per demolizione” allo sportello telematico dell’automobilista (di cui al D.P.R. 358/2000). I veicoli “usati” non possono essere rimessi in circolazione e devono essere indirizzati alle case costruttrici o ai centri appositamente autorizzati, anche convenzionati con le stesse, ai fini della messa in sicurezza, della demolizione, del recupero di materiali e della rottamazione.
Bonus per imprese costruttrici o importatrici
I venditori dei veicoli ecologici saranno “rimborsati” dell’importo del contributo da parte delle imprese costruttrici o importatrici del veicolo le quali, a loro volta, recuperano tale importo quale “credito di imposta” per il versamento:
• delle ritenute operate in qualità di sostituto d’imposta sui redditi da lavoro dipendente;
• dell’Irpef, Ires e dell’Iva;
dovute, anche in acconto, per l’esercizio in cui viene richiesto al P.R.A. l’originale del certificato di proprietà e per i successivi.
Fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata emessa la fattura di vendita, le imprese costruttrici o importatrici conservano la seguente documentazione, che deve essere ad esse trasmessa dal venditore:
• copia della fattura di vendita e dell’atto di acquisto;
• copia del libretto e della carta di circolazione e del foglio complementare o del certificato di proprietà del veicolo usato o, in caso di loro mancanza, copia dell’estratto cronologico;
• originale del certificato di proprietà relativo alla cancellazione per demolizione, rilasciato dallo sportello dell’automobilista.
E’, tuttavia, rimandato ad un apposito decreto del Mise la disciplina attuativa delle suddette disposizioni.
Art. 1
Commi 1070-1071
(Facoltà di
applicazione dei
principi contabili
internazionali)
E’ prevista la possibilità di applicare facoltativamente i principi contabili
internazionali per i soggetti di cui all’art. 2 del DLgs. 38/2005, i cui titoli non siano
ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato.
Tale possibilità è stata introdotta con il nuovo art. 2.bis del predetto DLgs. 38/2005 la
cui efficacia decorre dall’esercizio precedente all’entrata in vigore della Legge di
Bilancio (2018 per i soggetti con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare).
42
Per completezza si ricorda che i soggetti di cui all’art.2 del DLgs 38/2005 sono:
a) le società emittenti strumenti finanziari ammessi alla negoziazione in mercati
regolamentati, diverse da quelle di cui alla lettera d);
b) le società aventi strumenti finanziari diffusi tra il pubblico di cui all'articolo 116
testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al
decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e successive modificazioni, diverse da
quelle di cui alla lettera d);
c) le banche italiane e le società finanziarie italiane che controllano banche o gruppi
bancari, ad eccezione delle imprese di cui alla lettera d); le società di
partecipazione finanziaria mista italiane, che controllano una o più banche o
società finanziarie; le società di intermediazione mobiliare (SIM); le società
finanziarie italiane che controllano SIM o gruppi di SIM; le società di gestione del
risparmio; le società finanziarie iscritte nell'albo di cui all'articolo 106 del decreto
legislativo 1° settembre 1993, n. 385; le società finanziarie che controllano società
finanziarie iscritte nell'albo di cui all'articolo 106 del decreto legislativo 1°
settembre 1993, n. 385, o gruppi finanziari iscritti nell'albo di cui all'articolo 110
del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385; le agenzie di prestito su pegno;
gli istituti di moneta elettronica; gli istituti di pagamento;
d) le imprese di assicurazione e di riassicurazione;
e) le società incluse nel bilancio consolidato redatto dalle società indicate alle
lettere da a) a d), diverse da quelle che possono redigere il bilancio in forma
abbreviata, ai sensi dell'articolo 2435-bis del codice civile, e diverse da quelle
indicate alle lettere da a) a d);
f) le società diverse da quelle indicate alle lettere da a) ad e) e diverse da quelle che
possono redigere il bilancio in forma abbreviata, ai sensi dell'articolo 2435-bis del
codice civile, che redigono il bilancio consolidato;
g) le società diverse da quelle indicate alle lettere da a) ad f) e diverse da quelle che
possono redigere il bilancio in forma abbreviata, ai sensi dell'articolo 2435-bis del
codice civile.
Art. 1
Comma 1079
(Deducibilità delle
quote di
ammortamento del
valore di avviamento
e di altri beni
immateriali)
La disposizione riguarda la deducibilità delle quote di ammortamento dell’avviamento e delle altre attività immateriali che hanno dato luogo all’iscrizione di attività per imposte anticipate, cui si applicano le disposizioni che hanno consentito la trasformazione delle stesse in crediti di imposta (commi 55, 56-bis, 56-bis.1 e 56-ter dell'articolo 2 del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225 - c.d. DTA “qualificate”), che risultano non ancora dedotte, ai fini IRES e IRAP, fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017. In particolare, viene stabilito che l'ammontare complessivo di tali componenti negativi non dedotti, indipendentemente dall'anno di iscrizione in bilancio, sarà deducibile in modo scaglionato come segue:
43
- il 5 per cento del loro ammontare complessivo nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019,
- il 3 per cento nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020, - il 10 per cento del loro ammontare complessivo nel periodo d’imposta in corso al 31
dicembre 2021, - il 12 per cento del loro ammontare complessivo nel periodo d’imposta in corso al 31
dicembre 2022 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2027, - il 5 per cento del loro ammontare complessivo nei periodi d’imposta in corso al 31
dicembre 2028 e al 31 dicembre 2029. Restano ferme le quote di ammortamento previste precedentemente alla data di entrata in vigore della legge di bilancio, se di minore ammontare rispetto a quelle rideterminate in base alle nuove disposizioni; in tal caso la differenza è deducibile nel periodo di imposta in corso al 31.12.2029.
Art. 1
Comma 1080
(Abrogazione ACE)
Viene abrogata L’ACE sia per le imprese assoggettate ad IRPEF che per quelle
assoggettate ad IRES.
Sopravvive, e quindi può essere oggetto di riporto all’esercizio successivo, l’eventuale
eccedenza di rendimento nozionale esistente all’esercizio in corso al 31/12/2018. Resta
in vigore anche la possibilità di convertire, in tutto o in parte, l’eccedenza di rendimento
nozionale, in credito IRAP da utilizzare in compensazione nei 5 esercizi successivi.
Art. 1
Comma 1084
(Imposta di registro -
Interpretazione
autentica –
riqualificazione atti)
La norma qualifica espressamente come interpretazione autentica, conferendogli
così efficacia retroattiva, la norma della legge di bilancio 2018 (comma 87) che ha
modificato l’articolo 20 del Testo Unico dell’imposta di registro limitando l’attività
riqualificatoria dell’amministrazione finanziaria in materia di atti sottoposti a
registrazione: essa può essere svolta unicamente sulla base degli elementi desumibili
dall'atto sottoposto a registrazione, prescindendo da quelli extratestuali e dagli atti
ad esso collegati.
Si ricorda che il comma 87, lettera a) della legge di bilancio dello scorso anno (2018)
ha modificato la norma che dispone che l'imposta di registro sia applicata secondo la
intrinseca natura e gli effetti giuridici degli atti presentati alla registrazione, anche se
non vi corrisponde il titolo o la forma apparente (rif. art.20 del DPR n.131/86).
In pratica viene ora chiarito che l’interpretazione e l’eventuale riqualificazione
dell’atto, avviene sulla base degli elementi desumibili dall’atto medesimo presentato
alla registrazione, prescindendo da quelli extratestuali e dagli atti ad esso collegati e
che la norma ha efficacia retroattiva e si applica quindi anche per gli atti posti a
registrazione antecedentemente al 1/1/2018.
Art. 1
Commi 1085-1087
E’ stata abrogata la deduzione forfetaria maggiorata, di cui al n. 3 del comma 1, lett
a) dell’art. 11 del decreto IRAP, prevista per l’assunzione di dipendenti a tempo
indeterminato nelle regioni del sud.
44
(Abrogazione
deduzioni e credito
d'imposta IRAP)
In sostanza non sarà più possibile fruire della deduzione dalla base imponibile IRAP
di un importo fino a 15.000 euro, su base annua, per ogni lavoratore dipendente a
tempo indeterminato impiegato nel periodo d'imposta nelle regioni Abruzzo,
Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, aumentato a 21.000
euro per i lavoratori di sesso femminile nonché per quelli di età inferiore ai 35 anni.
Si ricorda che dalla deduzione maggiorata erano esclusi le banche, gli altri enti
finanziari, le imprese di assicurazione e le imprese operanti in concessione e a tariffa
nei settori dell'energia, dell'acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste,
delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della
raccolta e smaltimento rifiuti.
Gli ENC potevano applicare l’agevolazione limitatamente al personale impiegato
nello svolgimento di attività commerciali.
Resta ferma l’applicazione, per tutti i soggetti passivi IRAP, della deduzione forfetaria
prevista nella misura ordinaria di euro 7.500 euro, su base annua, per ogni lavoratore
dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo di imposta, aumentato a
13.500 euro per i lavoratori di sesso femminile nonché per quelli di età inferiore ai 35
anni (n . 2 del comma 1, lett a) dell’art. 11 del decreto IRAP).
Gli ENC applicano la deduzione limitatamente al personale assunto a tempo
indeterminato, impiegato nello svolgimento di attività commerciali.
In conseguenza dell’abrogazione del n. 3, c. 1, lett. a) dell'articolo 11 è stata operata
una modifica di coordinamento al comma 4-bis.2 dello stesso articolo 11, dove i
riferimenti al numero 3) sono stati espunti.
E’ stato inoltre abrogato il comma 21 dell’art. 1 della legge 190/2014 che prevedeva
la concessione di un credito di imposta, da utilizzare in compensazione in F24, per le
imprese senza dipendenti (che determinano l’IRAP in base agli articoli da 5 a 9 del
decreto IRAP). Il credito di imposta era stabilito nella misura del 10% dell’imposta
lorda IRAP.
Art. 1
Comma 1127
(Acconto cedolare
secca)
Acconto da cedolare secca nella misura del 100% a partire dal 2021. Modificando
l'articolo 3, comma 4, del Dlgs. 23/2011 che disciplina la cedolare secca sugli affitti,
infatti, il legislatore ha previsto l’incremento al 100% della misura dell’acconto
rispetto all’attuale 95%, demandando ad un apposito provvedimento dell'Agenzia
delle Entrate la definizione delle modalità di versamento. Resta ferma, quindi, la
percentuale del 95% per gli acconti dovuti in relazione alle annualità 2019 e 2020.
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Art. 1
Comma 1128
(Imposta di bollo
virtuale per banche e
intermediari
finanziari)
La norma in esame modifica l’art. 82, comma 9 del DL 112/2008 che stabilisce la
percentuale dell’acconto da versare relativamente all’imposta di bollo virtuale
dovuta, sugli assegni bancari e postali, dalle banche e intermediari finanziari.
La misura dell’acconto, originariamente fissata al 70% dell’imposta dovuta, era stata
aumentata al 75% per il 2008, all’85% per il 2009 e al 95% per gli anni successivi. Con
la modifica in commento, tale percentuale è innalzata al 100% per gli anni successivi
al 2020.
Art. 1
Comma 1133
(Proroga aliquote
TASI)
Per alcune materie di interesse del Ministero dell’economia e delle finanze (cd. MEF)
sono state disposte in tale norma alcune proroghe di termini.
Tra queste, la lettera b) consente ai comuni di confermare, anche per l’anno 2019, la
stessa maggiorazione della TASI già disposta per gli anni 2016-2018 con delibera del
consiglio comunale.
Conseguentemente, con espressa deliberazione del consiglio comunale, i comuni
possono confermare, anche per l’anno 2019, la stessa maggiorazione della TASI già
disposta per gli anni 2016-2018.
Art. 19
(Entrata in vigore)
La legge, salvo quanto diversamente previsto nei singoli articoli, entra in vigore il 1°
gennaio 2019.
fine documento