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LEGGE PROVINCIALE N. 7 DEL 15-05-2002
REGIONE TRENTO (Prov.)
Disciplina degli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri e promozione della
qualità della ricettività turistica
Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE
N. 23
del 28 maggio 2002
IL CONSIGLIO PROVINCIALE
ha approvato
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
promulga
la seguente legge:
Titolo I
Disposizioni generali
ARTICOLO 1
Finalità della disciplina
1. La presente legge disciplina la tipologia e la classifica degli esercizi alberghieri
nonché la tipologia e le caratteristiche degli esercizi extra-alberghieri e reca
disposizioni volte a favorire la realizzazione di un marchio di qualità e di marchi di
prodotto con riferimento all'offerta degli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri, al
fine di promuovere la qualificazione del turismo trentino e di garantire al
consumatore l'effettivo rispetto del livello dei servizi offerti.
Titolo II
Ricettività alberghiera
Capo I
Disciplina della ricettività alberghiera
ARTICOLO 2
Definizione dell'attività alberghiera
1. Gli esercizi alberghieri sono esercizi ricettivi a gestione unitaria dotati di almeno
sette unità abitative e organizzati per prestare al pubblico, verso corrispettivo di un
prezzo, servizio di alloggio nelle unità abitative e servizio di prima colazione,
nonché eventuali servizi di somministrazione di alimenti e bevande e altri servizi
accessori.
2. Si intendono per unità abitative, sempre che siano dotate dei requisiti previsti
dal regolamento di esecuzione:
a) le camere;
b) le suite;
c) gli appartamenti con o senza servizio autonomo di cucina.
3. La prestazione del servizio di alloggio e di quello di prima colazione nonché, se
previsti, dei servizi di somministrazione di alimenti e bevande e degli altri servizi
accessori deve essere fornita all'interno dell'unico immobile costituente l'esercizio
alberghiero, salvo quanto disposto per le dipendenze dall'articolo 4 e per i villaggi
alberghieri dall'articolo 5, comma 5.
ARTICOLO 3
Gestione unitaria
1. Si considerano unitarie, fermo restando il rispetto di quanto previsto dall'articolo
2, comma 3, le gestioni che in alternativa:
a) facciano capo a un unico soggetto per la fornitura dei servizi di alloggio e di
prima colazione, degli eventuali servizi di somministrazione di alimenti e bevande
e di ogni altro servizio accessorio;
b) prevedano in capo a soggetti diversi dal fornitore del servizio di alloggio la
fornitura dei servizi di prima colazione, di somministrazione di alimenti e bevande
o di altri eventuali servizi accessori rilevanti ai fini della classificazione; in tal caso
la gestione del settore separato è affidata mediante apposita convenzione.
2. I soggetti gestori ai sensi del comma 1, lettera b), dei servizi di prima colazione,
di somministrazione di alimenti e bevande e degli altri servizi accessori sono
tenuti a munirsi delle autorizzazioni previste dalle normative vigenti in materia per
le specifiche attività svolte.
3. Alle convenzioni per la gestione di cui al comma 1, lettera b), si applicano le
disposizioni di cui all'articolo 12 della legge provinciale 14 luglio 2000, n. 9
(Disciplina dell'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande e
dell'attività alberghiera, nonché modifica all'articolo 74 della legge provinciale 29
aprile 1983, n. 12 in materia di personale) e le relative norme di esecuzione.
Ulteriori contenuti obbligatori delle convenzioni per la gestione di cui al comma 1,
lettera b), possono essere stabiliti dal regolamento di esecuzione della presente
legge.
ARTICOLO 4
Dipendenze dell'esercizio alberghiero
1. Negli esercizi alberghieri costituiti da più immobili, ovvero da più strutture di un
unico immobile aventi ingressi separati e autonomi, sono dipendenze gli immobili
o le strutture diversi dalla sede, detta "casa madre", nella quale sono ubicati il
servizio di ricevimento e almeno sette unità abitative.
2. L'esercizio alberghiero può disporre di una o più dipendenze, che devono
essere dotate di servizio di ricevimento o in alternativa di idoneo sistema di
sorveglianza.
3. I servizi possono essere offerti ai clienti sia nella casa madre che nelle
dipendenze.
4. Alla casa madre e a ciascuna dipendenza è attribuita una propria classifica.
Alle dipendenze non può essere attribuito un livello di classifica superiore a quello
attribuito alla casa madre. Qualora in relazione ai requisiti posseduti debba essere
attribuito alla dipendenza un livello di classifica inferiore a quello posseduto dalla
casa madre, l'eventuale differenza tra la casa madre e la dipendenza non può
essere superiore ad una stella.
5. Il regolamento di esecuzione stabilisce il percorso massimo tra la casa madre e
le dipendenze e le modalità per la sua misurazione nonché il numero minimo delle
unità abitative di cui le dipendenze devono essere dotate.
Capo II
Tipologie
ARTICOLO 5
Tipologie degli esercizi alberghieri
1. Gli esercizi alberghieri si distinguono in:
a) alberghi;
b) alberghi garnì;
c) residenze turistico alberghiere;
d) villaggi alberghieri.
2. Sono alberghi gli esercizi alberghieri che forniscono servizio di
somministrazione di alimenti e bevande nonché alloggio e prima colazione agli
ospiti in unità abitative prive di servizio autonomo di cucina o fornite di detto
servizio per una quota massima del 30 per cento dei posti letto.
3. Sono alberghi garnì gli esercizi individuati al comma 2 qualora non venga
fornito agli alloggiati il servizio di somministrazione di alimenti ad eccezione della
prima colazione.
4. Sono residenze turistico alberghiere gli esercizi alberghieri che forniscono
alloggio agli ospiti esclusivamente in unità abitative dotate di servizio autonomo di
cucina ovvero in unità abitative dotate di servizio autonomo di cucina per una
quota minima del 70 per cento dei posti letto. Nel caso in cui tutte le unità abitative
siano dotate di servizio autonomo di cucina gli esercizi alberghieri non sono tenuti
a fornire il servizio di prima colazione, né di somministrazione di alimenti e
bevande; negli altri casi devono essere assicurati tali servizi.
5. Sono villaggi alberghieri gli alberghi e le residenze turistico alberghiere, situati
in un'unica area delimitata secondo i criteri definiti dal regolamento di esecuzione,
che forniscono servizi centralizzati agli ospiti di unità abitative dislocate in più
stabili.
6. In ogni caso il gestore del servizio di alloggio deve avere la disponibilità dei
locali in cui è svolto il servizio. In caso di vendita, di locazione o di ogni altra forma
di cessione, ivicompresa quella in multiproprietà, delle unità abitative che faccia
venir meno nelle medesime la prestazione del servizio di alloggio, la classifica
alberghiera è revocata.
7. Il regolamento di esecuzione individua le dizioni riservate a ciascuna tipologia e
stabilisce le modalità per la traduzione e l'utilizzo in lingua estera della dizione
italiana riservata a ciascuna tipologia
ARTICOLO 6
Pertinenze degli esercizi alberghieri
1. Sono considerate pertinenze degli esercizi alberghieri le aree, non direttamente
collegate all'area principale, destinate all'erogazione di servizi accessori
nell'immediata prossimità dell'esercizio alberghiero.
Capo III
Classifica
ARTICOLO 7
Classifica alberghiera
1. La classifica consiste nel riconoscimento della denominazione, della specifica
tipologia e dei requisiti posseduti da ciascun esercizio alberghiero.
2. In relazione ai requisiti posseduti, gli esercizi alberghieri sono classificati in
cinque livelli, contrassegnati in ordine decrescente da 5, 4, 3, 2 e 1 stella.
3. Fermo restando il possesso dei requisiti minimi prescritti dall'articolo 8, gli
esercizi alberghieri privi dei requisiti previsti per la classifica a una stella sono
classificati e possono operare con la dizione, agli stessi riservata, di "locanda". I
predetti esercizi per finalità diverse da quelle di cui alla presente legge sono
equiparati agli esercizi a una stella. Gli esercizi alberghieri esistenti alla data di
entrata in vigore della presente legge, la cui denominazione contenga il termine
"locanda", possono continuare a usare tale termine.
4. Gli esercizi classificati con quattro stelle possono assumere la dizione
aggiuntiva "superior" quando sono in possesso degli standard tipici degli esercizi
di classe internazionale come indicati nel regolamento di esecuzione. La dizione
aggiuntiva "superior" viene identificata con il segno distintivo "S" posto dopo il
numero di stelle attribuito all'esercizi alberghiero.
5. L'attribuzione di un livello di classifica o della dizione di locanda è obbligatoria,
precede ed è presupposto per il rilascio e per il mantenimento della licenza di
pubblico esercizio e ha validità a tempo indeterminato.
6. Ciascun esercizio alberghiero deve utilizzare nella ditta, nell'insegna, nella
promozione e nella commercializzazione la tipologia e il livello o la dizione di
locanda assegnati in sede di classifica, più gli eventuali marchi. E' comunque fatta
salva la possibilità di non utilizzare in tali sedi alcuna tipologia.
7. Il segno distintivo di ciascun esercizio alberghiero, contenente la tipologia e il
numero delle stelle o la dizione di locanda, deve essere in ogni caso esposto
all'esterno e all'interno dell'esercizio rispettivamente in prossimità dell'ingresso
principale e nella zona di ricevimento. Il modello e le caratteristiche dei segni
distintivi sono stabiliti con determinazione del dirigente del servizio provinciale
competente in materia di turismo.
8. Per la classifica degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande aperti
al pubblico annessi ad esercizi alberghieri si applica la normativa specifica
prevista per tale tipo di esercizi.
ARTICOLO 8
Requisiti minimi
1. Gli esercizi alberghieri, a pena di diniego o di revoca della classifica, devono
assicurare in ogni caso i seguenti requisiti minimi:
a) pulizia giornaliera delle unità abitative;
b) cambio settimanale della biancheria;
c) servizio di chiamata ventiquattro ore su ventiquattro;
d) lavandino con acqua corrente calda e fredda in tutte le unità abitative;
e) almeno un bagno completo a uso comune nell'esercizio e in ciascuna
dipendenza, in luogo funzionale alle unità abitative, salvo che ciascuna delle unità
abitative disponga del bagno completo;
f) almeno un apparecchio telefonico a uso comune;
g) sale comuni per una superficie complessiva di almeno un metro quadrato per
posto letto;
h) servizi igienici distinti per sesso per i locali destinati alla somministrazione di
alimenti e bevande.
2. Il regolamento di esecuzione specifica i requisiti minimi di cui al comma 1 e
individua gli ulteriori requisiti necessari.
ARTICOLO 9
Parametri per la classifica
1. Il regolamento di esecuzione individua i parametri strutturali e funzionali per la
classifica e prevede ulteriori parametri in relazione al numero delle stelle. In
relazione all'assetto urbanistico del territorio provinciale il regolamento di
esecuzione può altresì prevedere i casi in cui è possibile derogare ai predetti
parametri.
2. Il conseguimento e il mantenimento della classifica relativa agli esercizi
alberghieri sono subordinati in ogni caso alla circostanza che il numero di addetti
sia idoneo in relazione alla potenzialità ricettiva dell'esercizio e al suo livello di
classifica, tenuto conto in particolare dei servizi offerti agli ospiti alloggiati e dei
servizi offerti ai non alloggiati. Il regolamento di esecuzione determina le soglie
minime e i criteri di applicazione del presente comma
ARTICOLO 10
Procedimento per la classifica
1. Il gestore dell'esercizio alberghiero presenta al servizio provinciale competente
in materia di turismo, anche per il tramite del comune sul cui territorio è situato
l'esercizio alberghiero, una dichiarazione concernente l'autoclassifica
dell'esercizio debitamente compilata e contenente l'indicazione della
denominazione dell'esercizio, degli elementi necessari per la classifica, del livello
di classifica, della tipologia da assegnare all'esercizio. Tale dichiarazione
rappresentata per i nuovi esercizi e per segnalare tutte le variazioni intervenute
negli elementi di classifica anche se non comportino mutamenti nel livello di
classifica o nella tipologia.
2. La dichiarazione di autoclassifica deve essere presentata da un unico soggetto
anche nel caso delle gestioni unitarie di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b).
3. La dichiarazione di autoclassifica diviene efficace trascorsi trenta giorni dalla
data di presentazione ovvero prima di detto termine a seguito di apposita
comunicazione in senso favorevole da parte del servizio provinciale competente in
materia di turismo, salvo che il dirigente del medesimo servizio, sentiti gli
interessati, entro il predetto termine, avendo riscontrato incoerenza fra i requisiti
denunciati e quelli risultanti dalla documentazione allegata o in atti od anche fra
requisiti denunciati e livello e tipologia autoattribuiti, non provveda direttamente a
classificare l'esercizio, rideterminando il livello o ridefinendo la tipologia
autoattribuita ovvero non emani provvedimento di diniego della classifica in caso
di mancanza dei requisiti minimi prescritti.
4. Avverso il provvedimento negativo o di rideterminazione della classifica è
ammesso ricorso alla Giunta provinciale che si pronuncia entro trenta giorni dalla
presentazione del ricorso.
5. La Giunta provinciale individua con propria deliberazione gli elementi della
dichiarazione di autoclassifica, le modalità di presentazione della medesima
nonché la documentazione da allegare alla dichiarazione, specificando quella
indispensabile ai fini dell'efficacia della stessa.
6. La classifica quale risulta dalla dichiarazione di autoclassifica o dal
provvedimento di classifica è modificata o revocata d'ufficio dal dirigente del
servizio provinciale competente in materia di turismo, secondo quanto previsto dal
comma 3, qualora venga accertata in qualunque momento l'intervenuta variazione
di elementi di classifica o l'insussistenza di requisiti dichiarati che comportino
mutamenti nel livello di classifica o nella tipologia attribuita o che comportino la
non classificabilità dell'esercizio.
7. Le dichiarazioni di autoclassifica ovvero i provvedimenti di classifica o di revoca
o modifica della classifica sono trasmessi dal dirigente del servizio provinciale
competente in materia di turismo al comune in cui ha sede l'esercizio entro trenta
giorni rispettivamente dalla loro assunzione di efficacia o dalla loro adozione,
unitamente alla relativa documentazione.
ARTICOLO 11
Diminuzioni temporanee dell'offerta ricettiva
1. In deroga a quanto previsto dall'articolo 10, il gestore dell'esercizio alberghiero
non è tenuto a presentare la dichiarazione di modifica dell'autoclassifica qualora
l'offerta ricettiva sia inferiore per quantità o qualità a quella normalmente
disponibile per circostanze eccezionali o per ragioni legate a temporanee difficoltà
di organizzazione gestionale ovvero all'esecuzione di opere di ristrutturazione.
2. Nei casi di cui al comma 1, la continuazione dell'attività senza necessità di
modifiche alla classifica è subordinata al previo assenso del dirigente del servizio
provinciale competente in materia di turismo, ferme restando le norme in materia
di pubblici esercizi.
3. Il regolamento di esecuzione individua i casi in cui l'attività ricettiva può essere
continuata senza modifiche alla classificazione, i termini e le modalità per la
richiesta e per il rilascio del provvedimento di assenso di cui al comma 2.
ARTICOLO 12
Denominazioni
1. Le denominazioni degli esercizi alberghieri non devono generare confusione
con quelle di altri esercizi alberghieri presenti nel territorio di uno stesso ambito
turistico come definito dalla legge provinciale in materia di organizzazione
della promozione turistica della Provincia autonoma di Trento, ovvero, per gli
esercizi ubicati fuori dai predetti ambiti turistici, con le denominazioni di altri
esercizi alberghieri presenti nel territorio di uno stesso comune.
2. Le denominazioni dei locali ove si svolge il servizio di somministrazione di
alimenti e bevande o gli altri servizi accessori annessi all'esercizio alberghiero
determinanti ai fini della classificazione, qualora diverse dalla denominazione
dell'esercizio nel suo complesso, non devono generare confusione con quelle di
altre imprese che esercitano il medesimo tipo di attività nel territorio dello stesso
comune.
3. Sono fatte salve le denominazioni esistenti alla data di entrata in vigore della
presente legge.
ARTICOLO 13
Visto di corrispondenza
1. Al fine di garantire il possesso dei requisiti necessari la realizzazione degli
interventi edilizi riferiti a strutture con destinazione alberghiera soggetti a
concessione ai sensi dell'articolo 82 della legge provinciale 5 settembre 1991, n.
22 (Ordinamento urbanistico e tutela del territorio), come sostituito dall'articolo 65
della legge provinciale 11 settembre 1998, n. 10, nonché le opere soggette ad
autorizzazione, ovvero a presentazione di denuncia di inizio attività di cui
all'articolo 83, comma 1, lettere d), h), l) e m), della legge provinciale n. 22 del
1991, come sostituito dall'articolo 65 della legge provinciale 11 settembre 1998, n.
10, è subordinata alla presentazione, ai sensi dell'articolo 88, comma 4, lettera f),
della medesima legge provinciale, come modificato dall'articolo 5 della legge
provinciale 8 maggio 2000, n. 4, al comune in cui ha sede l'esercizio alberghiero
del visto di corrispondenza del progetto alla tipologia e ai requisiti minimi previsti
dalla presente legge e dal relativo regolamento di esecuzione.
2. Il visto di corrispondenza di cui al comma 1 è rilasciato all'interessato dal
dirigente del servizio provinciale competente in materia di turismo secondo la
procedura prevista dal regolamento di esecuzione.
3. Nel caso di richieste di autorizzazione edilizia ovvero presentazione di denunce
di inizio attività per opere interne di cui all'articolo 83, comma 1, lettera p), della
legge provinciale n. 22 del 1991, riferite a strutture con destinazione alberghiera,
in luogo del visto di corrispondenza l'interessato presenta al comune una
dichiarazione del progettista che attesti la conformità delle opere da realizzare alla
presente legge e al relativo regolamento di esecuzione. In ogni caso copia
dell'autorizzazione o della denuncia e degli allegati sono immediatamente
trasmessi dal comune al servizio provinciale competente in materia di turismo.
Titolo III
Marchio di qualità e marchi di prodotto
ARTICOLO 14
Generalità
1. Il marchio di qualità costituisce lo strumento per la valutazione della qualità
dell'offerta, con riferimento agli aspetti gestionali relativi alla conduzione,
all'ospitalità e alla professionalità degli imprenditori e dei collaboratori, nonché agli
altri elementi di valorizzazione dell'offerta non previsti nei criteri di classifica
2. I marchi di prodotto turistico sono finalizzati alla specializzazione dell'offerta
verso prodotti specifici e riferiti a esigenze ben caratterizzate della domanda.
Capo I
Marchio di qualità
ARTICOLO 15
Caratteristiche del marchio di qualità
1. Il marchio di qualità dell'offerta alberghiera ed extra-alberghiera della provincia
di Trento è rivolto a garantire, sulla base della cultura dell'ospitalità trentina, il
livello qualitativo dell'offerta e il suo sviluppo, orientando anche la scelta del
consumatore.
ARTICOLO 16
Creazione, modificazione e approvazione del marchio di qualità
1. La Provincia promuove le condizioni necessarie alla definizione, alla
affermazione e alla corretta gestione del marchio di qualità.
2. La Giunta provinciale riconosce un solo marchio, a condizione che esso sia
costituito congiuntamente dalle associazioni degli operatori alberghieri ed extra-
alberghieri più rappresentative a livello provinciale mediante l'istituzione di un
unico soggetto gestore del marchio. In caso di reiterate violazioni della presente
legge da parte del soggetto gestore del marchio la Provincia, previa diffida, revoca
il proprio riconoscimento.
3. Il soggetto gestore del marchio procede alla definizione del marchio e del
relativo disciplinare e ne chiede il riconoscimento al dirigente del servizio
provinciale competente in materia di turismo.
4. Il regolamento di esecuzione disciplina le procedure di definizione e modifica
del marchio e le modalità per la sua gestione nonché il procedimento per il
riconoscimento e per la revoca del riconoscimento del marchio di qualità, sentite
le associazioni degli operatori alberghieri ed extra-alberghieri più rappresentative
a livello provinciale.
ARTICOLO 17
Sostegno provinciale
1. La Provincia è autorizzata a concedere al soggetto gestore del marchio di
qualità contributi in conto capitale fino al 50 per cento delle spese sostenute per la
definizione e la diffusione del marchio di qualità e per le relative modifiche.
2. Le agevolazioni di cui al comma 1 sono concesse dalla Provincia, sulla base di
criteri approvati con deliberazione della Giunta provinciale, subordinatamente alla
stipula di apposita convenzione e previa valutazione della congruità tecnico-
amministrativa delle spese sostenute. Con la medesima deliberazione sono altresì
stabilite le modalità di erogazione delle agevolazioni di cui al presente articolo e di
rendicontazione delle spese sostenute.
3. La Provincia è autorizzata a mettere a disposizione dell'ente gestore locali e
attrezzature in relazione alle attività connesse alla gestione del marchio di qualità.
Capo II
Marchi di prodotto turistico
ARTICOLO 18
Riconoscimento dei marchi di prodotto turistico
1. La Giunta provinciale riconosce i marchi di prodotto che presentano valenza
strategica o per i quali si prevede una significativa diffusione. In particolare
possono essere riconosciuti dalla Giunta provinciale:
a) marchi provinciali o sub-provinciali che associano esercizi alberghieri o extra-
alberghieri operanti nel territorio provinciale in numero non inferiore a quello
stabilito dal regolamento di esecuzione;
b) marchi interregionali o internazionali che associano operatori alberghieri o
extra-alberghieri situati nel territorio provinciale a operatori di aree turistiche
limitrofe o aventi caratteristiche analoghe, e che comprendono complessivamente
un numero di esercizi alberghieri o extra-alberghieri situati in territorio provinciale
non inferiore a quello stabilito dal regolamento di esecuzione.
2. I soggetti appartenenti all'organizzazione turistica provinciale come disciplinata
dalla legislazione provinciale in materia concorrono all'attività di informazione e
promozione dei marchi di prodotto riconosciuti ai sensi del presente articolo.
3. Il regolamento di esecuzione prevede la disciplina e il procedimento per il
riconoscimento e per la revoca del riconoscimento dei marchi di prodotto turistico.
Titolo IV
Prezzi e pubblicità
ARTICOLO 19
Prezzi dei servizi degli esercizi alberghieri
1. Ai sensi della legge 25 agosto 1991, n. 284 (Liberalizzazione dei prezzi del
settore turistico e interventi di sostegno alle imprese turistiche) i prezzi delle
prestazioni fornite dagli esercizi alberghieri di cui alla presente legge sono
determinati liberamente da ciascun gestore.
2. I gestori degli esercizi alberghieri sono obbligati a comunicare ai soggetti
individuati dal regolamento di esecuzione i prezzi massimi che intendono
praticare. I gestori che omettono la comunicazione dei prezzi sono tenuti ad
applicare i prezzi risultanti dall'ultima comunicazione fatta pervenire.
3. Nella comunicazione sono indicati i prezzi massimi da applicare per il periodo di
apertura compreso fra il 1° dicembre e il 30 novembre dell'anno successivo.
4. Con il regolamento di esecuzione sono individuate le disposizioni nonché la
disciplina transitoria per l'applicazione del presente articolo. La modulistica
relativa alla comunicazione dei prezzi è approvata con determinazione del
dirigente del servizio provinciale competente in materia di turismo.
ARTICOLO 20
Tabella e lista dei prezzi
1. I gestori degli esercizi alberghieri devono esporre in modo ben visibile e
leggibile nella zona di ricevimento degli ospiti una tabella riportante l'indicazione
dei prezzi massimi di cui all'articolo 19. Non possono essere applicati prezzi
superiori a quelli massimi indicati.
2. Nei locali dove vengono svolti i servizi di somministrazione di alimenti e
bevande si applica per quanto concerne la pubblicità dei prezzi la normativa
specifica prevista per tale tipo di esercizi, comprese le norme sulle sanzioni.
3. I prezzi degli altri servizi accessori devono essere resi noti agli ospiti mediante
la loro esposizione, in luogo visibile, all'interno dell'esercizio alberghiero.
ARTICOLO 21
Cartellino dei prezzi
1. All'interno di ciascuna unità abitativa va esposto, in luogo visibile, un cartellino
riportante i prezzi e il numero dei letti autorizzati, secondo le modalità indicate nel
regolamento di esecuzione.
ARTICOLO 22
Reclami
1. I clienti di un esercizio alberghiero ai quali sono stati applicati prezzi superiori a
quelli massimi indicati nella tabella di cui all'articolo 20, comma 1, possono
presentare al servizio provinciale competente in materia di turismo, entro i trenta
giorni successivi a quello in cui si è verificato il fatto, un reclamo contenente la
denominazione e l'indirizzo dell'esercizio alberghiero e la descrizione dei fatti
contestati.
2. Il servizio competente in materia di turismo richiede le controdeduzioni del
gestore sul reclamo che può farle pervenire in forma scritta entro trenta giorni
dalla relativa richiesta.
3. Nel caso in cui il reclamo risulti fondato, il dirigente del servizio provinciale
competente in materia di turismo comunica con lettera raccomandata con avviso
di ricevimento al reclamante e al gestore dell'esercizio il prezzo massimo che
poteva essere richiesto dall'albergatore per i servizi forniti e dà corso al
procedimento per l'applicazione della sanzione amministrativa di cui all'articolo 26,
comma 1.
4. Il gestore è tenuto a rimborsare al cliente l'importo pagato in più entro quindici
giorni dalla comunicazione prevista al comma 3 e a comunicare nello stesso
termine gli estremi dell'avvenuto pagamento al servizio provinciale competente in
materia di turismo.
ARTICOLO 23
Elenchi degli esercizi alberghieri e altre pubblicazioni
1. I soggetti che ricevono la comunicazione dei prezzi di cui all'articolo 19
provvedono alla compilazione e pubblicazione, con cadenza almeno annuale,
dell'elenco degli esercizi alberghieri.
2. La Provincia e i soggetti di cui al comma 1, nonché gli organismi gestori dei
marchi di qualità e di prodotto controllano e garantiscono, per i dati di rispettiva
competenza, la veridicità, l'esattezza e l'aggiornamento delle informazioni
contenute negli annuari di cui al presente articolo
3. Con il regolamento di esecuzione sono stabiliti i contenuti informativi minimi
delle pubblicazioni di cui al comma 1
4. Chiunque provveda a pubblicare prezzi massimi e dati concernenti la classifica
degli esercizi alberghieri operanti nella provincia di Trento deve attenersi a quelli
comunicati ai sensi dell'articolo 19.
Titolo V
Sanzioni amministrative
ARTICOLO 24
Sanzioni per la violazione delle disposizioni concernenti la classifica alberghiera
1. Chiunque utilizzi abusivamente il titolo di esercizio alberghiero o le dizioni
riservate dalla presente legge o dal regolamento di esecuzione senza aver
ottenuto la classifica è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di
una somma da 250,00 euro a 2.000,00 euro.
2. Il gestore di un esercizio alberghiero che utilizzi abusivamente un livello di
classifica o una dizione diversi da quelli attribuiti è soggetto alla sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da 200,00 euro a 1.500,00 euro.
3. Il gestore dell'esercizio alberghiero che nella dichiarazione di autoclassifica di
cui all'articolo 10 dichiari requisiti insussistenti ai fini del conseguimento di un
livello di classifica o di una tipologia diversi da quelli spettanti è soggetto alla
sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 200,00 euro a 1.500,00
euro.
4. Il gestore dell'esercizio alberghiero che non comunichi la perdita o la variazione
peggiorativa dei requisiti dichiarati intervenuta successivamente alla
presentazione della dichiarazione di autoclassifica, ovvero che non comunichi le
variazioni alla convenzione per la gestione unitaria di cui all'articolo 3, qualora tale
perdita o variazione comporti una modifica del livello di classifica o una modifica
tipologica, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma
da 200,00 euro a 1.500,00 euro. Alla medesima sanzione è soggetto il gestore di
esercizio alberghiero che ometta di fornire agli alloggiati, senza giustificato motivo,
i servizi indicati nella dichiarazione di autoclassifica.
5. Soggiace alla sanzione prevista dal comma 4 il gestore dell'esercizio
alberghiero che offra servizio di alloggio in misura maggiore a quanto autorizzato,
fatte salve le possibilità di letto aggiunto previste dal regolamento di esecuzione.
6. Il gestore dell'esercizio alberghiero che ometta la comunicazione di variazioni
peggiorative dei requisiti previsti per la classifica ovvero di variazioni della
convenzione per la gestione unitaria di cui all'articolo 3, qualora tali variazioni non
siano determinanti ai fini del mantenimento della classifica o della tipologia, è
soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 50,00
euro a 500,00 euro.
7. Il gestore di un esercizio alberghiero che non espone il segno distintivo
dell'esercizio alberghiero secondo quanto previsto dall'articolo 7, comma 7, è
soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 70,00
euro a 750,00 euro.
8. Fermo restando quanto previsto dal comma 6, per la violazione delle
disposizioni di cui all'articolo 3 si applica la norma di cui all'articolo 26, comma 6,
della legge provinciale 14 luglio 2000, n. 9. Per la violazione delle ulteriori norme
previste dal titolo II della presente legge, non punita ai sensi di questo articolo, si
applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 50,00 euro a
500,00 euro.
ARTICOLO 25
Sanzioni per la violazione delle disposizioni concernenti i marchi
1. Chiunque utilizzi abusivamente il marchio di qualità di cui alla presente legge è
soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 100,00
euro a 1.000,00 euro. Resta ferma la facoltà del soggetto gestore del marchio di
tutelare i propri diritti in tutti i modi e le sedi ritenuti opportuni.
2. Il soggetto gestore del marchio di qualità che non rispetta le disposizioni
concernenti i marchi contenute nella presente legge e nel regolamento di
esecuzione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma
da 200,00 euro a 1.500,00 euro.
3. La revoca del riconoscimento di cui all'articolo 16, comma 2, comporta per il
soggetto gestore del marchio di qualità l'applicazione della sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da 100,00 euro a 1.000,00 euro
nonché la restituzione dei contributi concessi a sostegno del marchio con
riferimento ai due ultimi esercizi finanziari.
4. Per la violazione delle ulteriori norme previste dal titolo III della presente legge,
non punita ai sensi di questo articolo, si applica la sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da 50,00 euro a 500,00 euro.
ARTICOLO 26
Sanzioni inerenti i prezzi
1. Il gestore di un esercizio alberghiero che applica prezzi superiori al massimo
rispetto a quelli risultanti nella tabella dei prezzi di cui all'articolo 20, comma 1,
ovvero non espone la medesima tabella, è soggetto alla sanzione amministrativa
del pagamento di una somma da 70,00 euro a 750,00 euro per ciascuna
violazione. Alla medesima sanzione è soggetto il gestore che espone una tabella
incompleta o una tabella riportante prezzi differenti da quelli comunicati ai sensi
dell'articolo 19.
2. Il gestore di un esercizio alberghiero che non rispetta l'obbligo di cui all'articolo
20, comma 3, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una
somma da 70,00 euro a 750,00 euro per ciascuna violazione.
3. Il gestore che non rispetta gli obblighi di cui all'articolo 22, comma 4, è soggetto
alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 100,00 euro a
1.000,00 euro.
4. Chiunque provveda a pubblicare prezzi massimi e dati concernenti la classifica
degli esercizi alberghieri operanti nella provincia di Trento senza osservare
quanto disposto all'articolo 23, comma 4, è soggetto alla sanzione amministrativa
del pagamento di una somma da 100,00 euro a 1.000,00 euro per ciascuna
violazione.
5. Per la violazione delle ulteriori norme previste dal titolo IV della presente legge,
non punita ai sensi di questo articolo, si applica la sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da 50,00 euro a 500,00 euro.
ARTICOLO 27
Recidiva e rivalutazione
1. Le sanzioni pecuniarie previste dal presente titolo e dal regolamento di
esecuzione sono raddoppiate in caso di recidiva. La recidiva si verifica qualora sia
stata commessa la stessa violazione per due volte nel corso del medesimo
quinquennio.
2. Per le violazioni previste dall'articolo 24, l'autorità competente all'irrogazione
della sanzione pecuniaria può inoltre applicare, nei casi di particolare gravità o di
recidiva di cui al comma 1, la sanzione amministrativa accessoria della
sospensione del provvedimento di classifica fino ad un massimo di tre mesi; in
caso di ulteriore violazione della stessa disposizione nel corso del medesimo
quinquennio, il provvedimento di classifica può essere revocato e non si può
attribuire una nuova classifica se non sia trascorso almeno un anno dal giorno
della revoca
3. Gli importi delle sanzioni pecuniarie di cui al presente titolo possono essere
aggiornati ogni triennio con determinazione del dirigente del servizio provinciale
competente in materia di turismo, sulla base dell'andamento della dinamica del
livello generale dei prezzi al consumo delle famiglie rilevato dall'ISTAT.
ARTICOLO 28
Vigilanza
1. L'accertamento della sussistenza dei requisiti per la classificazione nonché la
vigilanza sul rispetto delle altre disposizioni contenute nella presente legge e nel
regolamento di esecuzione sono svolti dai dipendenti dei comuni e dai dipendenti
della Provincia assegnati al servizio provinciale competente in materia di
turismo,autorizzati rispettivamente dal comune o dalla Provincia. La vigilanza sul
rispetto delle disposizioni concernenti i marchi è svolta dai dipendenti della
Provincia assegnati al servizio competente in materia di turismo, autorizzati dalla
Provincia.
2. Ai fini dell'esercizio delle loro attribuzioni le persone indicate al comma 1,
munite di apposita tessera di riconoscimento, hanno accesso ai locali adibiti a
esercizio alberghiero.
ARTICOLO 29
Disciplina applicabile alle sanzioni amministrative
1. Per l'applicazione delle sanzioni amministrative previste dal presente titolo si
osservano le disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al
sistema penale), come da ultimo modificata dalla legge 23 dicembre 2000, n. 388.
2. L'emissione dell'ordinanza-ingiunzione o dell'ordinanza di archiviazione di cui
all'articolo 18 della legge n. 689 del 1981, come modificato dall'articolo 10 della
legge 3 agosto 1999, n. 265, spetta al dirigente del servizio provinciale
competente in materia di turismo.
3. Le somme riscosse sono introitate nel bilancio della Provincia.
Titolo VI
Ricettività extra-alberghiera
Capo I
Tipologie
ARTICOLO 30
Tipologie degli esercizi extra-alberghieri
1. Gli esercizi extra-alberghieri si distinguono in:
a) esercizi di affittacamere;
b) esercizi rurali;
c) bed and breakfast;
d) case e appartamenti per vacanze;
e) ostelli per la gioventù;
f) case per ferie.
2. Fatto salvo quanto previsto dal titolo III e dall'articolo 25, la presente legge non
si applica alle strutture ricettive all'aria aperta e ai rifugi alpini ed escursionistici
che rimangono disciplinati dalla specifica normativa provinciale che li riguarda.
Capo II
Definizioni e caratteristiche
ARTICOLO 31
Esercizi di affittacamere
1. Sono esercizi di affittacamere gli esercizi ricettivi dotati di non più di venticinque
camere destinate agli ospiti, anche disposte in più appartamenti di uno stesso
edificio o di edifici diversi, comunque direttamente collegati fra loro, nei quali si
fornisce servizio di alloggio, nonché eventuali servizi di somministrazione di
alimenti e bevande, ad esclusione di quelle superalcoliche, ed altri servizi
accessori.
2. L'eventuale somministrazione di alimenti e bevande è limitata alle persone
alloggiate.
3. L'attività di affittacamere può altresì essere esercitata in modo complementare
rispetto agli esercizi per la somministrazione al pubblico di pasti tradizionali,
purché sia svolta dallo stesso titolare e nello stesso complesso immobiliare. In tal
caso non si applica la disposizione di cui al comma 2.
ARTICOLO 32
Esercizi rurali
1. Sono esercizi rurali gli esercizi ricettivi ubicati in edifici tradizionali esistenti ed
inseriti in ambiente rurale, dotati di camere destinate agli ospiti, anche disposte in
più appartamenti dello stesso edificio forniti di angolo cottura o servizio autonomo
di cucina, nei quali si fornisce servizio di alloggio ed eventuale servizio di
somministrazione di alimenti e bevande.
2. Coloro che offrono ospitalità turistica in esercizi rurali si impegnano ad
effettuare, per un periodo non inferiore a dieci anni, interventi di manutenzione
ambientale delle pertinenze dell'edificio o del territorio comunale di appartenenza
nei limiti e secondo le modalità stabilite da un'apposita convenzione che il
richiedente stipula con il comune competente per territorio. In caso di violazione
degli obblighi assunti, la convenzione prevede l'esecuzione degli interventi di
manutenzione da parte del comune a spese del richiedente.
3. Il regolamento di esecuzione individua le aree del territorio provinciale in cui
possono essere ubicati gli esercizi rurali, definisce le tipologie e le caratteristiche
degli edifici tradizionali di cui al comma 1 e stabilisce i criteri per la disciplina degli
interventi di manutenzione ambientale di cui al comma 2.
ARTICOLO 33
Bed and breakfast
1. Si definisce "bed and breakfast" l'ospitalità turistica offerta con carattere
saltuario da coloro che, avvalendosi della sola organizzazione familiare, utilizzano
parte dell'edificio in cui risiedono, fino ad un massimo di tre camere, fornendo
servizio di alloggio e di prima colazione.
2. Il servizio di prima colazione è assicurato fornendo cibi e bevande che non
richiedono manipolazione.
ARTICOLO 34
Case e appartamenti per vacanze
1. Sono case e appartamenti per vacanze gli immobili gestiti esclusivamente in
forma imprenditoriale, arredati e dotati di angolo cottura o servizio autonomo di
cucina, dati in locazione ai turisti senza offerta di servizi centralizzati, nel corso di
una o più stagioni.
2. Si considera in ogni caso gestione in forma imprenditoriale ai fini della presente
legge quella effettuata da chi concede in locazione ai turisti quattro o più case o
appartamenti per vacanze anche in stabili diversi posti nello stesso comune o in
comuni diversi.
ARTICOLO 35
Ostelli per la gioventù
1. Gli ostelli per la gioventù sono esercizi ricettivi attrezzati per ospitare, per
periodi limitati, i giovani turisti e i loro accompagnatori.
ARTICOLO 36
Case per ferie
1. Le case per ferie sono esercizi ricettivi attrezzati per ospitare temporaneamente
persone o gruppi e gestiti, in via diretta o indiretta, senza fine di lucro.
2. Nelle case per ferie possono essere ospitate esclusivamente le categorie di
persone indicate nella denuncia di inizio attività di cui all'articolo 38 e che risultano
dipendenti di amministrazioni o aziende pubbliche o private ovvero soci di enti,
associazioni o altre organizzazioni operanti per il conseguimento di finalità
sociali,culturali, assistenziali, religiose o sportive.
3. La disciplina delle case per ferie, ad eccezione di quanto previsto al comma 2,
si applica anche ai complessi ricettivi che, gestiti per le predette finalità,
assumono in relazione alla particolare funzione svolta la denominazione di
foresterie, pensionati studenteschi, casa della giovane, case religiose di ospitalità,
centri di vacanze per anziani o minori e simili.
ARTICOLO 37
Utilizzo di immobili diversi
1. Al fine di garantire il miglior utilizzo del patrimonio edilizio esistente,
promuovere nuove forme di ricettività e valorizzare le specifiche caratteristiche
dell'edilizia locale, la Giunta provinciale definisce i criteri sulla base dei quali i
comuni possono consentire agli esercizi extra-alberghieri di cui al presente titolo
di svolgere la propria attività in più immobili ubicati nello stesso comune e posti
nelle immediate vicinanze.
Capo III
Norme comuni
ARTICOLO 38
Adempimenti amministrativi
1. L'apertura, il trasferimento e l'ampliamento degli esercizi extra-alberghieri di cui
all'articolo 30, comma 1, lettere a), c), d), e) ed f), sono consentiti previa
presentazione al comune competente per territorio di una denuncia di inizio
attività ai sensi dell'articolo 23 della legge provinciale 30 novembre 1992, n. 23
(Principi per la democratizzazione, la semplificazione e la partecipazione
all'azione amministrativa provinciale e norme in materia di procedimento
amministrativo), come sostituito dall'articolo 14 della legge provinciale 8 settembre
1997, n. 13.
2. L'apertura, il trasferimento e l'ampliamento degli esercizi extra-alberghieri di cui
all'articolo 30, comma 1, lettera b), sono soggetti ad autorizzazione rilasciata dal
comune competente per territorio previa stipulazione della convenzione di cui
all'articolo 32, comma 2.
3. Il rilascio dell'autorizzazione di cui al comma 2 è subordinato al parere
favorevole della conferenza di servizi composta da un rappresentante dei servizi
provinciali competenti in materia di turismo, agricoltura, polizia amministrativa,
urbanistica e sanità e da uno del comune competente per territorio.
4. La conferenza di servizi è convocata a cura del comune competente per
territorio entro sessanta giorni dalla data di presentazione della domanda e ad
essa si applicano le disposizioni di cui alla legge provinciale 30 novembre 1992, n.
23, come da ultimo modificata dall'articolo 1 della legge provinciale 19 febbraio
2002, n. 1.
5. L'esercizio delle attività di cui ai commi 1 e 2 è comunque subordinato alla
conformità dei locali ai requisiti minimi di cui all'articolo 40 nonché al possesso dei
requisiti soggettivi di cui agli articoli 11 e 92 del regio decreto 18 giugno 1931, n.
773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).
6. Il gestore dell'esercizio extra-alberghiero deve comunicare tempestivamente al
comune la cessazione dell'attività e la chiusura temporanea dell'esercizio nonché
ogni variazione dei requisiti intervenuta successivamente alla presentazione della
denuncia o al rilascio dell'autorizzazione; le disposizioni del presente comma si
applicano anche al subentrante nel caso di trasferimento dell'azienda in proprietà
o in gestione.
7. La Giunta provinciale determina, con propria deliberazione, la documentazione
da allegare alla denuncia e alla domanda, il loro contenuto e le modalità per la
loro presentazione e per ogni successiva comunicazione.
ARTICOLO 39
Rilevazioni statistiche
1. I gestori degli esercizi extra-alberghieri sono tenuti a comunicare agli enti
preposti alla rilevazione statistica, secondo le modalità stabilite nel regolamento di
esecuzione, i dati riguardanti le presenze turistiche negli esercizi extra-alberghieri
disciplinati dal presente titolo.
ARTICOLO 40
Requisiti minimi
1. I locali destinati all'ospitalità turistica negli esercizi extra-alberghieri disciplinati
dal presente titolo devono possedere i requisiti previsti dal regolamento di
esecuzione ed essere conformi alle norme urbanistiche, sanitarie, di prevenzione
incendi e di sicurezza.
2. Il regolamento di esecuzione specifica le caratteristiche degli esercizi extra-
alberghieri di cui al capo II, individua i servizi minimi che devono essere garantiti a
coloro che vi soggiornano e le ulteriori dizioni specifiche e riservate a ciascuna
tipologia e stabilisce le modalità per la traduzione e l'utilizzo in lingua estera della
dizione italiana riservata a ciascuna tipologia.
Capo IV
Prezzi e pubblicità
ARTICOLO 41
Disposizioni concernenti i prezzi
1. Le disposizioni di cui agli articoli 19, 20, 21 e 22 della presente legge si
applicano anche agli esercizi extra-alberghieri disciplinati dal presente titolo.
ARTICOLO 42
Elenco degli esercizi extra-alberghieri
1. Gli esercizi extra-alberghieri sono inseriti in specifico elenco che i comuni
aggiornano e trasmettono periodicamente all'organismo competente alla gestione
del sistema informativo turistico, fornendo tutti i dati e le informazioni descrittivi
l'ospitalità negli esercizi extra-alberghieri, secondo le modalità stabilite dal
regolamento di esecuzione.
Capo V
Sanzioni e vigilanza
ARTICOLO 43
Sanzioni
1. Chiunque offra ospitalità turistica in uno degli esercizi extra-alberghieri di cui al
presente titolo senza la presentazione della denuncia di inizio attività prevista
dall'articolo 38, comma 1, o senza l'autorizzazione prevista dall'articolo 38,
comma 2, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma
da 500,00 euro a 3.000,00 euro.
2. Il gestore di un esercizio extra-alberghiero che non comunichi la variazione dei
requisiti intervenuta successivamente alla presentazione della denuncia di inizio
attività o al rilascio dell'autorizzazione ovvero la chiusura temporanea
dell'esercizio o la cessazione della sua attività, è soggetto alla sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da 100,00 euro a 1.000,00 euro; alla
stessa sanzione è soggetto il subentrante che non comunichi il trasferimento
dell'azienda in proprietà o in gestione.
3. Chiunque utilizzi abusivamente le dizioni riservate alle tipologie previste dal
presente titolo per gli esercizi extra-alberghieri, è soggetto alla sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da 200,00 euro a 1.500,00 euro.
4. Il gestore di un esercizio extra-alberghiero che offre servizio di alloggio in locali
diversi da quelli autorizzati, ovvero in misura maggiore a quanto consentito è
soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 200,00
euro e 1.500,00 euro.
5. Il gestore di un esercizio extra-alberghiero che non rispetta le disposizioni di cui
agli articoli 19, 20, 21 e 22, è soggetto alle sanzioni amministrative previste
all'articolo 26 della presente legge.
6. Per la violazione delle ulteriori norme previste dal presente titolo, non punita ai
sensi di questo articolo, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di
una somma da 50,00 euro a 500,00 euro.
7. Le sanzioni pecuniarie previste dal presente articolo e dal regolamento di
esecuzione sono raddoppiate in caso di recidiva. La recidiva si verifica qualora sia
stata commessa la stessa violazione per due volte nel corso del medesimo
quinquennio.
8. Per le violazioni previste dai commi 2, 3 e 4, l'autorità competente
all'irrogazione della sanzione pecuniaria può inoltre applicare, nei casi di
particolare gravità o di recidiva di cui al comma 7, la sanzione amministrativa
accessoria della sospensione dell'attività fino ad un massimo di tre mesi; in caso
di ulteriore violazione della stessa disposizione nel corso del medesimo
quinquennio, l'autorizzazione può essere revocata e non è consentita la
presentazione di una nuova denuncia di inizio attività o il rilascio di una nuova
autorizzazione se non sia trascorso almeno un anno dal giorno della revoca.
9. Gli importi delle sanzioni pecuniarie di cui al presente articolo possono essere
aggiornati ogni triennio con determinazione del dirigente del servizio provinciale
competente in materia di turismo, sulla base dell'andamento della dinamica del
livello generale dei prezzi al consumo delle famiglie rilevato dall'ISTAT.
ARTICOLO 44
Vigilanza
1. Per le funzioni di vigilanza e di controllo sull'osservanza delle norme di cui al
presente titolo si osservano le disposizioni di cui all'articolo 28.
ARTICOLO 45
Disciplina applicabile alle sanzioni amministrative
1. Per l'applicazione delle sanzioni amministrative di cui al presente titolo si
osservano le disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al
sistema penale), come da ultimo modificata dalla legge 23 dicembre 2000, n. 388.
2. L'emissione dell'ordinanza-ingiunzione o dell'ordinanza di archiviazione di cui
all'articolo 18 della legge n. 689 del 1981, come modificato dall'articolo 10 della
legge 3 agosto 1999, n. 265, spetta al comune competente per territorio.
3. Le somme riscosse sono introitate nel bilancio del comune.
Titolo VII
Disposizioni varie
ARTICOLO 46
Modificazioni della legge provinciale 14 luglio 2000, n. 9(Disciplina dell'esercizio
dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande e dell'attività alberghiera,
nonché modifica all'articolo74 della legge provinciale 29 aprile 1983, n. 12 in
materia di personale)
1. All'articolo 3 della legge provinciale 14 luglio 2000, n. 9, nel comma 1, alla
lettera d), le parole: "a complessi ricettivi a carattere turistico-sociale" sono
sostituite dalle seguenti: "a ostelli per la gioventù, case per ferie e strutture
ricettive all'aria aperta".
2. All'articolo 30 della legge provinciale 14 luglio 2000, n. 9 sono apportate le
seguenti modifiche:
a) al comma 1, la lettera c) è abrogata;
b) al comma 2 dopo le parole "esercizi alberghieri" sono inserite le seguenti: "e di
affittacamere";
c) al comma 2 dopo la lettera b) è aggiunta la seguente:
"b bis) l'articolo 10 (Delega ai comuni in materia di pubblici esercizi) della legge
provinciale 1 febbraio 1993, n. 3".
ARTICOLO 47
Diminuzione del numero di stelle degli esercizi alberghieri
1. La diminuzione, in applicazione della presente legge e del relativo regolamento
di esecuzione, del livello di classifica di un esercizio ricettivo alberghiero che
abbia beneficiato di agevolazioni provinciali non comporta il mancato rispetto
dell'obbligo di mantenere il livello di classificazione nel caso in cui l'esercizio
medesimo conservi i parametri strutturali e funzionali richiesti dalle norme
provinciali in materia di classificazione alberghiera vigenti al momento della
concessione delle agevolazioni stesse.
ARTICOLO 48
Deroghe urbanistiche
1. Le deroghe previste a favore dell'edilizia alberghiera dalle vigenti norme
urbanistiche per le residenze turistico alberghiere e per gli esercizi alberghieri
esistenti aventi una ricettività in appartamenti forniti di autonoma cucina superiore
al 30 per cento del totale dei posti letto si applicano solamente per interventi
riguardanti le parti ad uso comune.
2. Gli esercizi alberghieri che hanno goduto di deroghe urbanistiche comunque
denominate possono trasformarsi in residenze turistico alberghiere solo se sono
trascorsi quindici anni dall'ottenimento dell'ultima deroga urbanistica, sempre che
venga mantenuto invariato il rapporto fra il numero dei posti letto e le superfici dei
locali ad uso comune.
Titolo VIII
Disposizioni finali, transitorie e finanziarie
ARTICOLO 49
Regolamento di esecuzione
1. Il regolamento di esecuzione della presente legge è approvato dalla Giunta
provinciale entro centottanta giorni dalla data di pubblicazione della medesima,
sentite le associazioni degli operatori alberghieri ed extra-alberghieri più
rappresentative a livello provinciale operanti sul territorio provinciale e previo
parere della competente commissione permanente del Consiglio provinciale.
2. Per le infrazioni alle sue norme il regolamento di esecuzione può prevedere
sanzioni amministrative pecuniarie da 100,00 euro a 1.000,00 euro. In assenza di
specifiche disposizioni, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 50,00
euro a 500,00 euro.
ARTICOLO 50
Disciplina transitoria
1. Le disposizioni della presente legge si applicano a partire dalla data di entrata
in vigore del regolamento di esecuzione di cui all'articolo 49. Fino alla medesima
data continuano ad applicarsi le disposizioni abrogate dall'articolo 51, nonché il
testo previgente delle disposizioni modificate dall'articolo 46.
2. I gestori degli esercizi alberghieri classificati ai sensi della legge provinciale 16
novembre 1981, n. 23 (Disciplina degli esercizi alberghieri, degli esercizi di
affittacamere e dell'ospitalità turistica familiare), come da ultimo modificata dalla
legge provinciale 22 marzo 2001, n. 3, presentano la dichiarazione di
autoclassifica di cui all'articolo 10, comma 1, entro dodici mesi dalla data di
applicazione della presente legge, tenendo conto delle deroghe ai criteri di
classifica stabilite ai commi 3, 4, 5, 6 e 7. In tali casi, il termine per l'efficacia della
dichiarazione di autoclassifica, nonché per la relativa attività del dirigente del
servizio provinciale competente in materia di turismo di cui all'articolo 10, comma
3, è fissato in centottanta giorni. Nel frattempo resta efficace per i predetti esercizi
la classifica posseduta. La mancata presentazione ai sensi del presente comma
della dichiarazione di autoclassifica da parte del gestore dell'esercizio alberghiero
comporta, sentito l'interessato, la classificazione d'ufficio dell'esercizio medesimo
a locanda, purché sia dotato dei requisiti minimi di cui all'articolo 8.
3. Gli esercizi di cui al comma 2 sono classificati con la denominazione di locanda
anche se non dispongono dei requisiti minimi di cui all'articolo 8, comma 1, lettere
d), e), g) e h). Tali esercizi devono comunque dotarsi del requisito di cui all'articolo
8, comma 1, lettera e), entro cinque anni dalla data di applicazione della presente
legge a pena di revoca della classifica.
4. Gli esercizi di cui al comma 2 conservano il livello di classifica posseduto anche
se non dispongono dei parametri strutturali di cui all'articolo 9. Tali esercizi sono
riclassificati d'ufficio qualora entro cinque anni dalla data di applicazione della
presente legge non si siano dotati dei parametri strutturali richiesti per il livello
posseduto. I medesimi esercizi sono tenuti all'immediato rispetto dei parametri
strutturali di cui all'articolo 9 in caso di ristrutturazione totale ovvero di demolizione
e ricostruzione, come definiti dalla legislazione provinciale in materia di
urbanistica, nonché in caso di ristrutturazione parziale o di ogni altra variazione
della ricettività, limitatamente alle unità abitative interessate.
5. Gli esercizi di cui al comma 2 classificati albergo garnì ai sensi della legge
provinciale n. 23 del 1981 che non forniscono il servizio di prima colazione sono
classificati indipendentemente dalla prestazione di tale servizio. Tali esercizi
devono comunque dotarsi del servizio di prima colazione entro cinque anni dalla
data di applicazione della presente legge a pena di revoca della classifica, salvo
specifica autorizzazione del comune in cui ha sede l'esercizio alberghiero a
proseguire l'attività senza tale servizio in presenza di motivate ragioni strutturali,
urbanistiche o economiche che giustifichino l'impossibilità di erogare il servizio.
6. Gli esercizi di cui al comma 2 classificati albergo o albergo garnì ai sensi della
legge provinciale n. 23 del 1981, dotati di unità abitative con servizio autonomo di
cucina per una quota superiore al 30 per cento ed inferiore al 70 per cento dei
posti letto, mantengono il livello di classifica e la tipologia in deroga a
quanto previsto all'articolo 5.
7. Gli esercizi di cui al comma 2 classificati albergo o albergo garnì ai sensi della
legge provinciale n. 23 del 1981, dotati di unità abitative con servizio autonomo di
cucina per una quota compresa tra il 70 e il 100 per cento dei posti letto, sono
classificati residenza turistico alberghiera.
8. I visti di corrispondenza rilasciati ai sensi della legge provinciale n. 23 del 1981
mantengono validità fino alla scadenza della concessione o dell'autorizzazione
edilizia, se queste ultime siano state rilasciate prima della data di applicazione
della presente legge o vengano rilasciate entro un anno dalla data di applicazione
della presente legge.
9. Il regolamento di esecuzione prevede apposite norme transitorie per la
classifica degli esercizi alberghieri in possesso del visto di corrispondenza
rilasciato ai sensi della legge provinciale n. 23 del 1981, che non abbiano ottenuto
la classificazione anteriormente alla data di applicazione della presente legge.
10. Le deroghe previste dai commi 3, 4, 5, 6 e 7 cessano di avere applicazione
nei confronti degli esercizi alberghieri di cui al comma 2 per i quali vengano meno
i requisiti minimi di cui all'articolo 8 e i parametri strutturali di cui all'articolo 9
rilevanti ai fini del livello di classifica posseduto alla data di applicazione della
presente legge.
11. Gli esercizi extra-alberghieri di cui all'articolo 30, comma 1, lettere a), c), d), e)
e f), già in esercizio alla data di applicazione della presente legge, devono
adeguarsi entro cinque anni da tale data ai requisiti prescritti dalla presente legge
e dal regolamento di esecuzione. Durante tale periodo è consentita la
prosecuzione dell'attività a condizione che sussistano i requisiti previsti dalla
legislazione provinciale vigente anteriormente alla data di applicazione della
presente legge.
12. Gli esercizi di affittacamere classificati come tali ai sensi della legge
provinciale n. 23 del 1981 e dotati di più di sei camere alla data di applicazione
della presente legge, possono essere classificati con la denominazione di locanda
purché dispongano dei requisiti minimi di cui all'articolo 8.
13. Per gli esercizi di affittacamere esistenti alla data di entrata in vigore della
presente legge si deroga al requisito relativo al numero massimo delle camere
destinate agli ospiti.
14. Per tutte le violazioni in materia di esercizi alberghieri ed extra-alberghieri
accertate fino alla data di applicazione della presente legge rimangono applicabili
le sanzioni e le procedure previste dalla legislazione provinciale vigente
anteriormente alla data di applicazione della presente legge.
ARTICOLO 51
Abrogazioni
1. Sono abrogati:
a) la legge provinciale 16 novembre 1981, n. 23 (Disciplina degli esercizi
alberghieri, degli esercizi di affittacamere e dell'ospitalità turistica familiare);
b) la legge provinciale 27 dicembre 1982, n. 31;
c) l'articolo 10 della legge provinciale 15 marzo 1983, n. 6;
d) l'articolo 81 della legge provinciale 22 dicembre 1983, n. 46;
e) la legge provinciale 10 dicembre 1984, n. 12 (Ulteriori modificazioni ed
integrazioni alle norme concernenti la classificazione ed i prezzi degli esercizi
alberghieri e degli esercizi di affittacamere e disciplina degli alberghi-rifugio e
delle case e appartamenti per vacanze);
f) la lettera g) del comma 2 dell'articolo 19 della legge provinciale 19 gennaio
1988, n. 4;
g) l'articolo 25 della legge provinciale 3 febbraio 1997, n. 2;
h) la lettera c) del comma 1 dell'articolo 36 della legge provinciale 15 marzo 1993,
n. 8;
i) l'articolo 20 della legge provinciale 22 marzo 2001, n. 3;
l) il comma 2 dell'articolo 49 della legge provinciale 19 febbraio 2002, n. 1.
2. Limitatamente al territorio della provincia di Trento, dalla data di applicazione
della presente legge cessa di avere efficacia la legge regionale 5 maggio 1958, n.
10 (Disciplina dei complessi ricettivi complementari a carattere turistico-sociale).
ARTICOLO 52
Disposizione finanziaria
1. Alla copertura degli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 17 si provvede
con le autorizzazioni di spesa già disposte per i fini di cui alle disposizioni di legge
richiamate al capitolo 49600 (u.p.b. 54.1.210) del documento tecnico di
accompagnamento e di specificazione del bilancio 2002-2004.
Formula Finale:
La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. È fatto
obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della
Provincia.
Trento, 15 maggio 2002
Il PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
L. DELLAI
Note:
Avvertenza
Note redatte dal servizio legislativo del Consiglio provinciale, con la
collaborazione dei servizi della Giunta, al solo fine di facilitare la lettura del testo.
Restano invariati valore ed efficacia della legge e degli atti trascritti.
Nota all'articolo 3
- La legge provinciale 14 luglio 2000, n. 9 ((BU 25 luglio 2000, n. 31, suppl. n. 1.
Errata corrige in BU 16 agosto 2000, n. 34), come da ultimo modificata dall'art. 49
della legge provinciale 19 febbraio 2002, n. 1 (BU 26 febbraio 2002, n. 9, suppl. n.
2), concerne "Disciplina dell'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e
bevande e dell'attività alberghiera, nonché modifica all'articolo 74 della legge
provinciale 29 aprile 983, n. 12 in materia di personale".
- L'articolo 12 della citata LP n. 9 del 2000 dispone:"Art. 12Gestioni unitarie
1. Fatto salvo quanto previsto da quest'articolo, la richiesta e il conseguente
rilascio di più autorizzazioni concernenti un unico esercizio alberghiero o di
somministrazione di alimenti e bevande aperto al pubblico possono essere
effettuati esclusivamente con riferimento a un solo titolare.
2. Il titolare di più autorizzazioni relative a più tipologie e sottotipologie previste
dall'articolo 2 concernenti un unico esercizio di somministrazione di alimenti e
bevande aperto al pubblico può affidare, con apposita convenzione, la gestione di
alcuni settori dell'esercizio corrispondenti ad alcune tipologie e sottotipologie ad
altri soggetti. Questi soggetti devono munirsi dell'autorizzazione prevista per la
specifica attività svolta, secondo quanto previsto dal regolamento di esecuzione.
3. Il titolare di autorizzazione per l'esercizio alberghiero può affidare ad altri
soggetti, con apposita convenzione, la gestione dell'attività di somministrazione di
alimenti e bevande a favore delle persone alloggiate ovvero, se munito
dell'autorizzazione di cui all'articolo 7, la gestione dell'attività di somministrazione
di alimenti e bevande a favore del pubblico. I soggetti ai quali è affidata la
gestione devono munirsi dell'autorizzazione di cui all'articolo 7, secondo quanto
previsto dal regolamento di esecuzione.
4. Le convenzioni di cui ai commi 2 e 3 devono essere di durata temporalmente
limitata ed evidenziare i rapporti esistenti tra il titolare dell'autorizzazione
principale e quello dell'autorizzazione relativa alla gestione dei settori affidati, allo
scopo di garantire la coerenza delle attività gestite separatamente con l'unico
livello di classificazione attribuito all'esercizio nel suo complesso. Ulteriori
contenuti obbligatori delle convenzioni di cui ai commi 2 e 3 possono essere
stabiliti nel regolamento di esecuzione e, con riferimento agli esercizi alberghieri,
nella normativa che concerne la loro classificazione.
5. Ai fini di questa legge ciascun soggetto gestore risponde direttamente
dell’attività gestita nei confronti della pubblica amministrazione, fatta salva la
responsabilità solidale del soggetto che ha affidato la gestione delle singole
attività.
6. Per i settori la cui gestione sia affidata ai sensi dei commi 2 e 3 è consentito
l'uso di insegne diverse, previo assenso del titolare."
Nota all'articolo 13
- La legge provinciale 5 settembre 1991, n. 22 (BU 10 settembre 1991, n. 39,
suppl. ord. n. 1), come da ultimo modificata dalla legge provinciale 19 febbraio
2002, n. 1 (BU 26 febbraio 2002, n. 9, suppl. n. 2), concerne "Ordinamento
urbanistico e tutela del territorio".
- L'articolo 82 della citata LP n. 22 del 1991, come sostituito dall'articolo 65 della
legge provinciale n. 10 del 1998 (BU 15 settembre 1998, n. 38, suppl. n. 1),
dispone:
"Art. 82 Interventi soggetti a concessione
1. Ogni attività comportante trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio, ivi
compreso il sottosuolo, è soggetta a concessione, ad eccezione degli interventi
soggetti ad autorizzazione ovvero a denuncia d'inizio di attività e di quelli elencati
dall'articolo 77."
- L'articolo 83 della citata LP n. 22 del 1991, come sostituito dall'articolo 65 della
legge provinciale n. 10 del 1998, dispone:
"Art. 83 Interventi soggetti ad autorizzazione
1. Sono soggetti ad autorizzazione i seguenti interventi:
a) l'occupazione di suolo pubblico o privato con depositi di materiale, serre, tettoie
quali pertinenze di attività o di residenza, attrezzature mobili, esposizione a cielo
libero di veicoli e merci in genere;
b) i capanni di caccia fissi realizzati nelle aree ove è consentito l'esercizio
dell'attività venatoria;
c) i reinterri e gli scavi, con esclusione delle cave e torbiere;
d) le opere di manutenzione straordinaria;
e) gli interventi di restauro e di risanamento conservativo e le opere di
demolizione di immobili;
f) le aree destinate ad attività sportive senza creazione di volumi;
g) le recinzioni, i muri di sostegno e contenimento fino a tre metri di altezza, le
pavimentazioni stradali, le sistemazioni esterne agli edifici non comportanti
aumenti di volume;
h) la costruzione e la sostituzione di impianti tecnologici al servizio di edifici
esistenti, purché non comportanti aumenti di volume, salvo il caso di volumi
tecnici che si rendano indispensabili in base a nuove disposizioni in materia;
i) le opere e gli impianti necessari al rispetto della normativa sullo smaltimento dei
rifiuti solidi, liquidi ed aeriformi, all'igienicità ed idoneità degli edifici nonché alla
sicurezza, purché non comportanti aumenti di volume, salvo il caso di volumi
tecnici che si rendano indispensabili in base a nuove disposizioni in materia;
j) le opere di miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di
inerzia termica di edifici esistenti;
k) le opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo a carattere
geognostico;
l) i lavori di cui all'articolo 87, comma 5, per rendere l'opera abitabile o agibile;
m) i parcheggi, da realizzare nel sottosuolo e nei locali a piano terreno degli
edifici, da destinare a pertinenza di singole unità immobiliari;
n) le opere di eliminazione delle barriere architettoniche in edifici esistenti;
o) il mutamento senza opere della destinazione d'uso delle unità immobiliari,
quale risulta dal provvedimento di concessione o dalla licenza edilizia o, per gli
immobili costruiti prima dell'entrata in vigore della legge 6 agosto 1967, n. 765
(Modifiche ed integrazioni alla legge urbanistica 17 agosto 1942, n. 1150), dallo
stato di fatto, purché sia rispettata la dotazione degli spazi di parcheggio di cui
all'articolo 73;
p) le opere interne alle costruzioni che non comportino modificazioni della sagoma
e dei prospetti della costruzione né aumento delle superfici utili e del numero delle
unità immobiliari, che non modifichino la destinazione d'uso delle costruzioni e
delle singole unità immobiliari, non rechino pregiudizio alla statica dell'immobile e
rispettino le originarie caratteristiche costruttive degli edifici.
2. L'autorizzazione non può avere durata superiore a tre anni; qualora entro tale
termine gli interventi non siano stati ultimati, deve essere richiesta una nuova
autorizzazione."
- L'articolo 88 della citata LP n. 22 del 1991, come modificato dall'art. 5 della legge
provinciale 8 maggio 2000, n. 4 (BU 9 maggio 2000, n. 20, suppl. n. 1), dispone:
"Art. 88 Domande di autorizzazione e concessione
1. Possono richiedere la concessione o l'autorizzazione i proprietari dell'immobile
nonché coloro che dimostrino di avere un valido titolo risultante da atto pubblico
da scrittura privata autenticata, da provvedimento dei poteri pubblici ovvero da
successione ereditaria.
2. La domanda di concessione o di autorizzazione deve essere corredata dalla
prescritta documentazione tecnica in adeguato numero di copie nonché dei
provvedimenti citati al comma 4.
3. Ogni comune deve tenere in pubblica visione i registri delle domande e delle
concessioni ed autorizzazioni rilasciate.
4. La concessione edilizia e l'autorizzazione edilizia costituiscono gli atti conclusivi
finali per procedere alla realizzazione delle opere richieste e sono subordinate
all'avvenuto rilascio delle autorizzazioni, visti, pareri e nulla-osta
previsti:
a) dal capo IV del presente titolo;
b) dalle norme di attuazione del piano urbanistico provinciale;
c) dalle norme concernenti il vincolo idrogeologico di cui al regio decreto 30
dicembre 1923, n. 3267;
d) dalle norme relative al vincolo di cui alla legge 1 giugno 1939, n. 1089;
e) dall'articolo 7 della legge provinciale 8 luglio 1976, n. 18;
f) da altre disposizioni che lo prevedano.
5. Prima di rilasciare l'autorizzazione o la concessione, il sindaco deve accertarsi
che il progetto delle opere sia stato sottoposto al parere del servizio antincendi
della Provincia ogni qualvolta tale parere sia prescritto dalle norme in vigore."
Nota all'articolo 19
- La legge 25 agosto 1991, n. 284 (g.u. 2 settembre 1991, n. 205) concerne
"Liberalizzazione dei prezzi del settore turistico e interventi di sostegno alle
imprese turistiche".
Nota all'articolo 24
- Per la legge provinciale 14 luglio 2000, n. 9 vedi la nota all'articolo 3.
- L'articolo 26 della citata LP n. 9 del 2000 dispone:
"Art. 26 Sanzioni
1. Lo svolgimento dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande di cui
all'articolo 2 senza l'autorizzazione prevista dall'articolo 7 per la specifica attività
svolta, oppure quando l'autorizzazione sia stata revocata o sospesa, è punito con
la sanzione amministrativa pecuniaria da lire 1.000.000 a lire 6.000.000, nonché
con l'immediata chiusura dell'esercizio da parte dell'autorità competente al rilascio
dell'autorizzazione.
2. Lo svolgimento dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande di cui
all'articolo 3 senza l'autorizzazione prevista dall'articolo 8, oppure quando
l'autorizzazione sia stata revocata o sospesa, è punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da lire 500.000 a lire 3.000.000, nonché con
l'immediata chiusura dell'esercizio da parte dell'autorità competente al rilascio
dell'autorizzazione.
3. Lo svolgimento dell'attività ricettiva senza l'autorizzazione prevista dall'articolo
9, oppure quando l'autorizzazione sia stata revocata o sospesa, è punito con la
sanzione amministrativa pecuniaria da lire 1.500.000 a lire 9.000.000, nonché con
la chiusura dell'esercizio da parte dell'autorità competente al rilascio
dell'autorizzazione.
4. La chiusura dell'esercizio prevista dal comma 3 può essere posticipata, fatta
salva la necessità d'intervenire in via immediata ove sussistano ragioni di tutela
della pubblica incolumità o dell’igiene, fino a un massimo di trenta giorni dalla
notificazione della violazione, in presenza di situazioni d'interesse pubblico
adeguatamente motivate.
5. Lo svolgimento di attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande
da parte dei soggetti autorizzati ai sensi dell'articolo 8 è punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da lire 1.000.000 a lire 6.000.000. In caso di ripetute
violazioni l'autorizzazione può essere revocata e non si può dare una nuova
autorizzazione se non sia trascorso almeno un anno dal giorno della revoca.
6. La violazione delle norme dell’articolo 12 è punita con la sanzione
amministrativa pecuniaria da lire 350.000 a lire 2.500.000. Nel caso di gestione
separata non autorizzata l'autorità competente al rilascio dell'autorizzazione
dispone inoltre l'immediato divieto di proseguire nell'attività.
7. La mancata esposizione dei cartelli previsti da questa legge è punita con la
sanzione amministrativa pecuniaria da lire 150.000 a lire 1.500.000.
8. L'inosservanza dei turni stabiliti ai sensi dell'articolo 20, comma 2, è punita con
la sanzione amministrativa pecuniaria da lire 250.000 a lire 2.000.000.
9. La violazione delle altre norme di questa legge è punita con la sanzione
amministrativa pecuniaria da lire 200.000 a lire 2.000.000.
10. Per le violazioni previste dai commi 5 e 8 l'autorità competente all'irrogazione
della sanzione pecuniaria, se ritiene fondato l'accertamento, può applicare
contestualmente all'ordinanza-ingiunzione la sanzione amministrativa accessoria
della sospensione dell'attività per un periodo, rispettivamente, da quattro a
ventigiorni e da due a venti giorni; per le altre violazioni l'autorità può applicare
contestualmente, in caso di recidiva specifica nel medesimo quinquennio o di
particolare gravità, la sanzione amministrativa accessoria della sospensione
dell'attività per un periodo da due a trenta giorni.
11. Per l'applicazione delle sanzioni amministrative si osserva la legge 24
novembre 1981, n. 689.
12. Quando viene accertata una violazione prevista dalla presente legge il
pubblico ufficiale che l'ha fatto, fermo restando l'obbligo del rapporto di cui
all'articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689, trasmette copia del verbale
di accertamento munito degli estremi di notifica, senza ritardo, all'autorità
competente al rilascio dell'autorizzazione.
13. L'emissione dell'ordinanza-ingiunzione e dell'ordinanza di archiviazione di cui
all'articolo 18 della legge 24 novembre 1981, n. 689 spetta al comune competente
per territorio.
14. Le somme riscosse ai sensi di quest'articolo sono introitate nel bilancio del
comune competente per territorio.
15. L'eventuale applicazione delle sanzioni penali previste dalla legislazione
statale non esclude l'applicazione per gli stessi fatti delle sanzioni amministrative
previste da questa legge.
16. Ove ne ricorrano i presupposti il Presidente della Giunta provinciale, ai sensi
dell'articolo 100 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, può sospendere
l'autorizzazione. La sospensione non può avere durata superiore a quindici giorni;
è fatta salva la facoltà di disporre la sospensione per una durata maggiore,
quando ciò sia necessario per particolari esigenze di ordine e sicurezza pubblica
specificamente motivate.
17. Salvi i casi di cui ai commi 1, 2, 3 e 6 e quelli relativi ad aspetti d'incolumità
pubblica e d'igiene, i provvedimenti concernenti il diniego o la sospensione delle
autorizzazioni previste da questa legge o inibitori dello svolgimento dell'attività,
emanati dalle autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni, sono adottati
previa contestazione agli interessati dei motivi su cui essi si fondano e tenuto
conto delle deduzioni e delle osservazioni che gli interessati possono presentare
per iscritto entro il termine massimo di trenta giorni.
18. La presentazione di denunce penali collegate alla mancata osservanza dei
provvedimenti di sospensione e chiusura previsti da questa legge non impedisce,
a norma dell'articolo 5 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, l'esecuzione
coattiva dei medesimi provvedimenti."
Nota all'articolo 29
_ La legge 24 novembre 1981, n. 689 (g.u. 30 novembre 1981, n. 329, suppl. ord.)
concerne "Modifiche al sistema penale" ed è stata da ultimo modificata dalla legge
23 dicembre 2000, n. 388 (g.u. 29 dicembre 2000, n. 302, suppl. ord.).
- L'articolo 18 della citata legge n. 689 del 1981, come modificato dall'articolo 10
della legge 3 agosto 1999, n. 265 (g.u. 6 agosto 1999, n. 183, suppl. ord.),
dispone:
"Art. 18 Ordinanza-ingiunzione
Entro il termine di trenta giorni dalla data della contestazione o notificazione della
violazione, gli interessati possono far pervenire all'autorità competente a ricevere
il rapporto a norma dell'articolo 17 scritti difensivi e documenti e possono chiedere
di essere sentiti dalla medesima autorità.L'autorità competente, sentiti gli
interessati, ove questi ne abbiano fatto richiesta, ed esaminati i documenti inviati e
gli argomenti esposti negli scritti difensivi, se ritiene fondato l'accertamento,
determina, con ordinanza motivata, la somma dovuta per la violazione e ne
ingiunge il pagamento, insieme con le spese, all'autore della violazione ed alle
persone che vi sono obbligate solidalmente; altrimenti emette ordinanza motivata
di archiviazione degli atti comunicandola integralmente all'organo che ha redatto il
rapporto. Con l'ordinanza-ingiunzione deve essere disposta la restituzione, previo
pagamento delle spese di custodia, delle cose sequestrate, che non siano
confiscate con lo stesso provvedimento. La restituzione delle cose sequestrate è
altresì disposta con l'ordinanza di archiviazione, quando non ne sia obbligatoria la
confisca. Il pagamento è effettuato all'ufficio del registro o al diverso ufficio
indicato nella ordinanza-ingiunzione, entro il termine di trenta giorni dalla
notificazione di detto provvedimento, eseguita nelle forme previste dall'articolo 14;
del pagamento è data comunicazione, entro il trentesimo giorno, a cura dell'ufficio
che lo ha ricevuto, all'autorità che ha emesso l'ordinanza. Il termine per il
pagamento è di sessanta giorni se l'interessato risiede all'estero. L'ordinanza-
ingiunzione costituisce titolo esecutivo. Tuttavia l'ordinanza che dispone la
confisca diventa esecutiva dopo il decorso del termine per proporre opposizione,
o, nel caso in cui l'opposizione è proposta, con il passaggio in giudicato della
sentenza con la quale si rigetta l'opposizione, o quando l'ordinanza con la quale
viene dichiarata inammissibile l'opposizione o convalidato il provvedimento
opposto diviene inoppugnabile o è dichiarato inammissibile il ricorso proposto
avverso la stessa."
Nota all'articolo 38
- La legge provinciale 30 novembre 1992, n. 23 (BU 9 dicembre 1992, n. 50),
come da ultimo modificata della legge provinciale 19 febbraio 2002, n. 1 (BU 26
febbraio 2002, n. 9, suppl. n. 2), concerne "Principi per la democratizzazione, la
semplificazione e la partecipazione all'azione amministrativa provinciale e norme
in materia di procedimento amministrativo".
- L'articolo 23 della sopra citata LP n. 23 del 1992, come sostituito dall'articolo 14
della legge provinciale 8 settembre 1997, n. 13 (BU 11 settembre 1997, n. 43,
straord.), dispone:
"Art. 23 Denuncia di inizio attività e silenzio - assenso
1. In tutti i casi in cui l'esercizio di un'attività privata sia subordinato ad
autorizzazione, a licenza, ad abilitazione, a nullaosta, a permesso o ad altri atti di
consenso comunque denominati, ad eccezione delle autorizzazioni rilasciate ai
sensi della normativa vigente in materia di tutela ambientale, paesaggistico-
territoriale, del patrimonio storico-artistico, il cui rilascio dipenda esclusivamente
dall'accertamento dei presupposti e dei requisiti di legge, senza l'esperimento di
prove a ciò destinate che comportino valutazioni tecniche discrezionali, e non sia
previsto alcun limite o contingente complessivo per il rilascio degli atti stessi, l'atto
di consenso si intende sostituito da una denuncia di inizio attività da parte
dell'interessato alla struttura competente in via principale per il procedimento,
attestante l'esistenza dei presupposti e dei requisiti di legge, eventualmente
accompagnata dall'autocertificazione dell'esperimento di prove a ciò destinate,
ove previste. In tali casi spetta alla struttura competente, entro e non oltre
sessanta giorni dalla denuncia, verificare d'ufficio la sussistenza dei presupposti e
dei requisiti di legge richiesti e disporre, se del caso, con provvedimento motivato
da notificare all'interessato entro il medesimo termine, il divieto di prosecuzione
dell'attività e la rimozione dei suoi effetti, salvo che, ove ciò sia possibile,
l'interessato provveda a conformare alla normativa vigente detta attività e i suoi
effetti entro il termine prefissatogli dal dirigente della struttura stessa.
2. La Giunta provinciale determina i casi in cui la disposizione di cui al comma 1
non si applica, in quanto il rilascio dell'atto di consenso dipenda dall'esperimento
di prove che comportino valutazioni tecniche discrezionali.
3. La Giunta provinciale determina i casi in cui la domanda di rilascio di
autorizzazione, di licenza, di abilitazione, di nullaosta, di permesso o di altro atto
di consenso comunque denominato, cui sia subordinato l'esercizio di un'attività
privata, si considera accolta qualora non venga comunicato all'interessato il
provvedimento di diniego entro il termine fissato per categorie di atti, in relazione
alla complessità di procedimenti, dalla medesima deliberazione. In tali casi la
struttura competente per il procedimento in via principale può annullare l'atto di
assenso illegittimamente formato, salvo che, ove ciò sia possibile, l'interessato
provveda a sanare i vizi entro il termine prefissatogli dal dirigente della struttura
stessa.
4. Le deliberazioni della Giunta provinciale di cui ai commi 2 e 3 sono pubblicate
nel Bollettino Ufficiale della regione.
5. Nulla è innovato per quanto concerne la disciplina urbanistica"
- Il regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (g.u. 26 giugno 1931, n. 146), come da
ultimo modificato dalla legge 1 marzo 2002, n. 39 (g.u. 26 marzo 2002, n. 72,
suppl. ord.), concerne "Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica
sicurezza".
- Gli articoli 11 e 92 del sopra citato r.d. n. 773 del 1931 dispongono
rispettivamente:
"Art. 11(art. 10 T.U. 1926)
Salve le condizioni particolari stabilite dalla legge nei singoli casi, le autorizzazioni
di polizia debbono essere negate:1 a chi ha riportato una condanna a pena
restrittiva della libertà personale superiore a tre anni per elitto non colposo e non
ha ottenuto la riabilitazione;2 a chi è sottoposto all'ammonizione o a misura di
sicurezza personale o è stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per
tendenza. Le autorizzazioni di polizia possono essere negate a chi ha riportato
condanna per delitti contro la personalità dello Stato o contro l'ordine pubblico,
ovvero per delitti contro le persone commessi con violenza, o per furto, rapina,
estorsione, sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione, o per violenza
o resistenza all'autorità, e a chi non può provare la sua buona condotta. Le
autorizzazioni devono essere revocate quando nella persona autorizzata vengono
a mancare, in tutto o in parte, le condizioni alle quali sono subordinate, e possono
essere revocate quando sopraggiungono o vengono a risultare circostanze che
avrebbero imposto o consentito il diniego della autorizzazione.
Art. 92 (art. 90 T.U. 1926)
Oltre a quanto è preveduto dall'art. 11, la licenza di esercizio pubblico e
l'autorizzazione di cui all'art. 89 non possono essere date a chi sia stato
condannato per reati contro la moralità pubblica e il buon costume, o contro la
sanità pubblica o per giuochi d'azzardo, o per delitti commessi in stato di
ubriachezza o per contravvenzioni concernenti la prevenzione dell'alcoolismo, o
per infrazioni alla legge sul lotto, o per abuso di sostanze stupefacenti."
Nota all'articolo 45
- Per l'articolo 18 della legge 24 novembre 1981, n. 689 vedi la nota all'articolo 29.
Nota all'articolo 46
- Per la legge provinciale 14 luglio 2000, n. 9 vedi la nota all'articolo 3.
- L'articolo 3 della sopra citata LP n. 9 del 2000, come modificato dall'articolo 46 di
questa legge, dispone:
"Art. 3 Esercizi di somministrazione di alimenti e bevande non aperti al pubblico
1. Fatto salvo il regime speciale di cui all'articolo 13, sono esercizi di
somministrazione di alimenti e bevande non aperti al pubblico:
a) le mense nelle quali la somministrazione di pasti viene effettuata, a mezzo
terzi, esclusivamente nei confronti di studenti e del personale di aziende,
amministrazioni, enti e scuole preventivamente convenzionate;
b) gli spacci annessi ad aziende, amministrazioni, enti e scuole nei quali la
somministrazione di bevande viene effettuata, a mezzo terzi, esclusivamente nei
confronti degli studenti o del rispettivo personale;
c) gli spacci e le mense annessi a circoli e ad associazioni, operanti senza scopo
di lucro nel campo dell'organizzazione del tempo libero, nei quali la
somministrazione di alimenti e bevande viene effettuata esclusivamente nei
confronti degli associati e dei loro familiari, in forme e modalità assolutamente
accessorie e limitate rispetto allo svolgimento dell'attività sociale preventivamente
comprovata. Fanno eccezione gli spacci annessi a circoli, associazioni o club per i
quali sia da escludere il carattere privato in relazione al numero rilevante delle
persone che vi accedono, alla complessità e alla dimensione del locale, alla
pubblicità e alle modalità di accesso o alla prevalenza dell'attività di
somministrazione rispetto agli scopi sociali; tali spacci sono soggetti alla disciplina
applicabile agli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande aperti al
pubblico;
d) gli spacci e le mense annessi a ostelli per la gioventù, case per ferie e strutture
ricettive all'aria aperta, nei quali la somministrazione di alimenti e bevande viene
effettuata esclusivamente nei confronti degli alloggiati;
e) gli esercizi che effettuano attività di somministrazione di alimenti e bevande al
domicilio del consumatore."
- L'articolo 30 della sopra citata LP n. 9 del 2000, come modificato dall'articolo 46
di questa legge, dispone:
"Art. 30 Abrogazioni e ricognizione di casi esclusi dall'applicazione della legge
1. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 29 sono abrogati:
a) gli articoli 5, primo comma, lettera f), 37, 38, 39, 39 bis, 40, 41, 42, 55 e 74,
secondo comma, della legge provinciale 22 dicembre 1983, n. 46;
b) gli articoli 46, 47, 48, 49, 50, 50 bis, 51, 52, 53, 54 e 54 bis del decreto del
Presidente della Giunta provinciale 13 dicembre 1984, n. 18-13/Legisl., come da
ultimo modificato dal decreto del Presidente della Giunta provinciale 16 febbraio
1999, n. 1-118/Leg;
c) abrogata
2. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 29 cessano di applicarsi, per quanto
attiene gli esercizi alberghieri e di affittacamere e gli esercizi di somministrazione
di alimenti e bevande:
a) gli articoli 31 e 75 della legge provinciale 22 dicembre 1983, n. 46;
b) gli articoli 28 e 70 del decreto del Presidente della Giunta provinciale 13
dicembre 1984, n. 18-13/Legisl;
b bis) l'articolo 10 (Delega ai comuni in materia di pubblici esercizi) della legge
provinciale 1 febbraio 1993, n. 3.
3. Dalla data di prima applicazione della presente legge sono o restano inapplicati
nel territorio provinciale, per quanto attiene gli esercizi alberghieri e gli esercizi di
somministrazione di alimenti e bevande:
a) gli articoli 86, 89, 90, 91, 93, 94, 95, 96, 97, 98, 99, 102 e 103 del regio decreto
18 giugno 1931, n. 773;
b) gli articoli 152, 154, 157, 159, 162, 163, 164, 165, 166, 167, 168, 169, 170,
171, 172, 173, 174, 175, 176, 178, 180, 185, 186, 187, 189, 190, 194 e 195 del
regio decreto 6 maggio 1940, n. 635 (Approvazione del regolamento per
l'esecuzione del testo unico 18 giugno 1931, n. 773, delle leggi di pubblica
sicurezza), come da ultimo modificato dal decreto legislativo 23 aprile 1998, n.
134;
c) la legge 1 giugno 1971, n. 425 (Chiusura settimanale dei pubblici esercizi),
come modificata dalla legge 24 novembre 1981, n. 689.
4. Nulla è innovato per quanto concerne la ricezione turistica all'aperto, i rifugi
alpini, il commercio ambulante, l'agriturismo e i complessi ricettivi a carattere
turistico-sociale, che restano disciplinati dalle disposizioni che li concernono e in
particolare dalle seguenti:
a) legge provinciale 13 dicembre 1990, n. 33 (Disciplina della ricezione turistica
all'aperto e modifiche a disposizioni provinciali in materia di impatto ambientale,
zone svantaggiate, esercizi alberghieri, campionati mondiali di sci nordico e
attività idrotermali), come da ultimo modificata dalla legge provinciale 13 dicembre
1999, n. 6;
b) legge provinciale 15 marzo 1993, n. 8 (Ordinamento dei rifugi alpini, bivacchi,
sentieri e vie ferrate), come da ultimo modificata dalla legge provinciale 11
settembre 1998, n. 10;
c) legge provinciale 22 dicembre 1983, n. 46;
d) legge provinciale 10 marzo 1986, n. 9 (Disciplina dell'agriturismo), come da
ultimo modificata dalla legge provinciale 12 febbraio 1996, n. 3;
e) articolo 1, primo comma, numeri 1), 4) e 5), e articoli 2, 3 e 4 della legge
regionale 5 maggio 1958, n. 10 (Disciplina dei complessi ricettivi complementari a
carattere turistico-sociale)."
Nota all'articolo 50
- La legge provinciale 16 novembre 1981, n. 23 (BU 24 novembre 1981, n. 57),
come da ultimo modificata dalla legge provinciale 22 marzo 2001, n. 3 (BU 27
marzo 2001, n. 13, suppl. n. 2), concerne "Disciplina degli esercizi alberghieri,
degli esercizi di affittacamere e dell'ospitalità turistica familiare".
LAVORI PREPARATORI
- Disegno di legge 26 marzo 1999, n. 25, d’iniziativa del consigliere Carlo
Andreotti (Partito Autonomista Trentino Tirolese), concernente "Disciplina degli
esercizi alberghieri e promozione della qualità della ricettività alberghiera"
- Assegnato alla Seconda commissione permanente l'11 maggio 1999.
- Parere favorevole della Seconda commissione permanente espresso il 13
febbraio 2002.
- Approvato dal Consiglio provinciale il 7 maggio 2002.